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SegestaInforma 3 - Gruppo Segesta

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CONOSCERE MIGLIORA IL GRUPPO N.3


FARE GRUPPO MIGLIORA LA VITA.<br />

LE NOSTRE RESIDENZE<br />

SANT’ANDREA<br />

Monza (MI)<br />

VILLA SAN CLEMENTE<br />

Villasanta (MI)<br />

SAN NICOLA<br />

Sassari<br />

CITTÀ DI VERONA<br />

Verona<br />

SAN GIORGIO<br />

Milano<br />

SANTA LUCIA<br />

Milano<br />

LE NOSTRE CASE DI CURA<br />

LAY<br />

Cagliari<br />

VILLA DELLE TERME<br />

FALCIANI<br />

Località Falciani<br />

a Impruneta (FI)<br />

MARIA AUSILIATRICE<br />

Cagliari<br />

VILLA DELLE TERME<br />

MARCONI<br />

Firenze<br />

SANTA GIULIA<br />

Milano<br />

SACCARDO<br />

Milano<br />

VIA PARENZO<br />

Milano<br />

VILLA AZZURRA<br />

Terracina (LT)<br />

VILLA DELLE TERME<br />

MAZZINI<br />

Firenze<br />

CENTRO C E N T R O DIURNO D I U R N O INTEGRATO<br />

I N T E G R A T O<br />

GRUPPO G R U P P O SSEGESTA E G E S T A SACCARDO<br />

S A C C A R D O<br />

SANTA CHIARA<br />

Milano<br />

ROSA DEL MARGANAI<br />

Iglesias (CA)<br />

SORRENTINO<br />

Roma<br />

SAN GIUSEPPE<br />

Roma<br />

LE NOSTRE CURE DOMICILIARI<br />

CURE DOMICILIARI<br />

I NOSTRI CENTRI DIURNI<br />

CENTRO C E N T R O DDIURNO I U R N O IINTEGRATO N T E G R A T O<br />

GRUPPO G R U P P O SEGESTA S E G E S T A SANTA S A N T A GIULIA G I U L I A


SEGESTA informa<br />

Periodico quadrimestrale - Iscritto al Registro Stampa<br />

del tribunale di Milano n. 200 del 26.03.07<br />

Editore<br />

<strong>Segesta</strong>2000 srl<br />

Direttore responsabile<br />

Mariella Mugnai<br />

Hanno collaborato a questo numero<br />

Giuseppe Ardoino, Giliola Avisani, Gaia Beretta,<br />

Silvana Bertoglio, Luca Cesana, Maria Giovanna<br />

D'Amato, Nicola Della Bartola, Antonella Ferioli,<br />

Aladar Ianes, Federica Paganini, Catia Piantoni,<br />

Elisabetta Riva, Fernando Silori<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

AP&B - Via Lentasio, 7<br />

20122 Milano (MI)<br />

Stampa<br />

Tipografia AGC Arti Grafiche Colombo srl<br />

SOMMARIO<br />

PAG 4 FOCUS<br />

• SEGESTA APRE ALLA MEDICINA<br />

RIABILITATIVA<br />

Firenze: Riabilitazione dei pazienti in stato<br />

di coma o SVP<br />

Roma: Riabilitazione ad alta intensità<br />

Cagliari: il percorso riabilitativo del paziente<br />

neurologico ed ortopedico in regime<br />

di ricovero<br />

PAG 7 INFORMAZIONI<br />

• LA RIABILITAZIONE DEL PAZIENTE<br />

CON DANNO NEUROLOGICO<br />

• LA RIABILITAZIONE RESPIRATORIA<br />

NELL’ANZIANO IN R.S.A.<br />

• RIORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO<br />

DI FISIOTERAPIA IN R.S.A.<br />

PAG 13 FORMAZIONE<br />

• UNA DUPLICE FORMAZIONE<br />

PAG 14 EVENTI<br />

• SEGESTA CRESCE<br />

Cari lettori, con il terzo numero il nostro <strong>Segesta</strong> informa<br />

compie un anno, un anno in cui abbiamo lavorato<br />

alacremente: come potete notare, la grafica rinnovata<br />

della pagina qui a fianco consente di esprimere in un<br />

solo colpo d’occhio la dimensione dei servizi, a carattere<br />

integrato, che caratterizza ad oggi l’attività del <strong>Gruppo</strong>,<br />

nonché la portata dell’aspetto terapeutico-riabilitativo<br />

che stiamo sviluppando, con specializzazioni diversamente<br />

articolate nelle singole Case di Cura.<br />

Si ringraziano gli sponsor:


PAG 4 FOCUS<br />

Il focus, per approfondire<br />

SEGESTA APRE ALLA MEDICINA<br />

RIABILITATIVA<br />

Con l’obiettivo di ampliare la propria area di intervento e specializzazione, la nostra<br />

azienda ha focalizzato l’interesse su centri di cura che a Firenze, Roma e Cagliari hanno<br />

sviluppato sistemi di servizi all’avanguardia nella medicina riabilitativa e nella<br />

lungodegenza.<br />

Firenze: Riabilitazione dei pazienti in stato di coma o SVP<br />

Dagli anni ’90 le Case di Cura Villa delle Terme si occupano di pazienti in SVP (Stato Vegetativo Persistente) e<br />

con problematiche respiratorie complesse, garantendo un’assistenza basata sulla centralità della Persona all’interno<br />

del percorso integrato che porta al recupero parziale o totale dell’autonomia del paziente e, dove possibile<br />

alla sua domiciliarizzazione.<br />

Le tre Unità ad alta intensità assistenziale ospitano pazienti provenienti direttamente da reparti ospedalieri<br />

per acuti (Terapia Intensiva, Neurochirurgia, Neurologia) in stato di coma o in stato vegetativo persistente, che<br />

spesso necessitano di assistenza ventilatoria meccanica e di pazienti con postumi recenti di malattie cerebrali,<br />

cadiovascolari, respiratorie che necessitano un trattamento riabilitativo intensivo, o che data la gravità degli<br />

esiti necessitano di trattamento medico-specialistico continuativo.<br />

I pazienti ricoverati presentano caratteristiche tali da richiedere trattamento sub-intensivo con l’obiettivo di<br />

mantenere la stabilità dei parametri vitali e di controllare eventuali episodi di acuzie o riacutizzazioni che possono<br />

manifestarsi durante il decorso. Sono soggetti fortemente medicalizzati in quanto sottoposti a supporto<br />

ventilatorio meccanico, nutrizione artificiale (enterale, parenterale o mista mediante catetere venoso centrale,<br />

PEG o sonda naso-gastrica) che necessitano di costante monitoraggio clinico e di qualificato supporto infermieristico<br />

per l’elevato rischio di complicazioni. Il mantenimento di una condizione di stabilità clinica richiede<br />

l’utilizzazione di tecnologie complesse. Nel corso della degenza, a seguito della valutazione neurologica ed<br />

in presenza di indicazione clinica, viene effettuato trattamento fisiochinesiterapico per la prevenzione delle<br />

complicanze da ipertono spastico e da riduzione della mobilità da allettamento prolungato.<br />

L’assistenza a questi malati prevede la valutazione clinicofunzionale<br />

nonché la presa in carico e gestione della funzione<br />

respiratoria/cardio-circolatoria, alimentare e clinica<br />

globale.<br />

Lo scopo di questi interventi è il mantenimento di una soddisfacente<br />

condizione clinica generale, attraverso il trattamento<br />

attivo delle problematiche in atto, la prevenzione<br />

di quelle a possibile insorgenza, e la minimizzazione degli<br />

effetti secondari avversi delle terapie.<br />

Gli interventi assistenziali hanno inoltre lo scopo di mantenere<br />

sufficienti condizioni igieniche generali e a livello di


Il focus, per approfondire<br />

specifici apparati, di effettuare mobilizzazione periodica e posizionamento diurno in sistemi posturali ove possibile.<br />

Il trattamento riabilitativo è volto soprattutto alla prevenzione del danno terziario, al recupero della possibile<br />

funzionalità residua e alla stimolazione sensoriale, alla rieducazione della deglutizione, alla rimozione<br />

della tracheocannula, alla rieducazione cognitiva, agli aspetti affettivo/relazionali.<br />

La riabilitazione prevede, oltre al trattamento neuromotorio, lo sviluppo di tematiche riabilitative complesse<br />

quali lo svezzamento (dalla PEG e dal VAM) e la riabilitazione respiratoria. Sono parte integrante del trattamento<br />

riabilitativo le manovre di nursing, sempre accompagnate da una forte componente relazionale.<br />

Il percorso riabilitativo si origina da una valutazione multidisciplinare che prende in considerazione i bisogni<br />

globali (clinici, funzionali, assistenziali, sociali) e si integra con l’offerta di misure di supporto, come la disponibilità<br />

di un sostegno psicologico, l’informazione e l’educazione/addestramento dei familiari.<br />

Maria Giovanna D'Amato<br />

Roma: Riabilitazione ad alta intensità<br />

Il reparto di Riabilitazione ad Alta Intensità (R.A.I.) della Casa di Cura San Giuseppe - primo reparto di questo<br />

tipo autorizzato dalla Regione Lazio nell’Aprile del 2000 - è destinato alla presa in carico di pazienti con gravi<br />

cerebro-lesioni acquisite (generalmente secondarie a traumi o affezioni vascolari) con potenzialità di recupero;<br />

come requisito attualmente obbligatorio vi è la provenienza diretta da Reparti di Rianimazione, Terapia Intensiva<br />

e Neurochirurgia e la latenza dall’evento acuto uguale o inferiore a due mesi: il tutto finalizzato ad una<br />

presa in carico più precoce possibile, quando il percorso riabilitativo ha maggiori possibilità di successo.<br />

Gli interventi per questo tipo di pazienti sono focalizzati alla definitiva stabilizzazione internistica (equilibrio<br />

metabolico-nutrizionale, cardiocircolatorio, respiratorio, risoluzione delle complicanze intercorrenti), al ripristino<br />

delle autonomie nelle funzioni vitali di base e al trattamento iniziale delle principali menomazioni invalidanti.<br />

L’obiettivo è di fornire una serie di interventi valutativi, diagnostici, terapeutici ed assistenziali, finalizzati a far<br />

raggiungere al soggetto disabile il maggior livello di autonomia utile a un possibile reinserimento nel contesto<br />

familiare e professionale.<br />

Nel corso del ricovero, oltre a una sorveglianza medica e infermieristica ventiquattro ore al giorno, viene garantita<br />

un’assistenza medica pluri-specialistica, considerata la gravità e la complessità clinica di tale tipologia<br />

di pazienti (presenza di tracheotomia, supporto nutrizionale con PEG o catetere venoso centrale, frequente instabilità<br />

clinica); all’occorrenza inoltre vengono consultati i diversi specialisti (Cardiologo, Ortopedico, Pneumologo,<br />

Gastroenterologo, Dermatologo, Odontoiatra etc.) presenti nella Struttura.<br />

Sono programmate riunioni d’équipe settimanali per la discussione dei casi clinici e periodici incontri<br />

con i familiari del paziente durante i quali viene discusso il progetto riabilitativo e vengono affrontate<br />

le eventuali problematiche della futura presa in carico; a tale proposito il Servizio di Psicologia pianifica<br />

colloqui di sostegno con i congiunti del malato volti a fornire aiuto e ulteriori chiarimenti circa le più<br />

corrette modalità di comunicazione e di confronto con il proprio caro.<br />

Fernando Silori<br />

Cagliari: il percorso riabilitativo del paziente neurologico ed ortopedico in regime di ricovero<br />

Il concetto di “riabilitare” ha subito una notevole trasformazione nell’arco degli ultimi anni, passando da una<br />

concezione medico-terapeutica centrata sul recupero del solo deficit funzionale ad un approccio che mira ad<br />

un modello riabilitativo globale al fine di conseguire un miglioramento della qualità di vita.<br />

Oggi per “riabilitazione” si intende l’insieme di interventi terapeutici (cure) ed assistenziali (care) che hanno<br />

FOCUS PAG 5


PAG 6 FOCUS<br />

Il focus, per approfondire<br />

come finalità il recupero parziale o<br />

totale di abilità compromesse a<br />

causa di patologie congenite od acquisite<br />

(ortopediche, neurologiche)<br />

e la valorizzazione delle potenzialità<br />

presenti, per consentire e conseguire<br />

il migliore inserimento e integrazione<br />

nell’ambito della vita familiare<br />

e sociale.<br />

La Casa di Cura Lay dal febbraio del<br />

2007 si è arricchita di un nuovo Servizio<br />

di Riabilitazione, in linea col<br />

Piano Strategico Regionale della Sardegna.<br />

Le Linee guida per le attività<br />

di Riabilitazione (conformemente alle<br />

direttive dei Percorsi Diagnostico Terapeutici<br />

condivisi dalle linee guida<br />

nazionali ed internazionali) approvate in Gazzetta Ufficiale G.U. 30 Maggio 1998, n.124 dalla conferenza permanente<br />

Stato-Regione, definiscono un metodo per la strategia riabilitativa, nell’ambito del quale è specificato<br />

un “periodo” prettamente ospedaliero nel quale la Riabilitazione si inserisce nel percorso della post-acuzie,<br />

con durata di tempo limitata e concentrata su obiettivi di recupero e rieducazione funzionale; e un “modello di<br />

tipo extra-ospedaliero”, che è parte fondamentale e successiva alla fase di risoluzione dell’acuzie dell’evento, fortemente<br />

orientato al recupero delle abilità in senso ampio, allo sviluppo di ausili e strategie adattive, al reinserimento<br />

psico-sociale.<br />

L’attività di riabilitazione in regime di ricovero si identifica in specifiche aree contraddistinte da codici numerici.<br />

Ad esempio, il cod. 56 rappresenta la fase di applicazione intensiva del programma riabilitativo da destinarsi<br />

alla gestione della post-acuzie nelle patologie ad elevato rischio invalidante ma con adeguata potenzialità<br />

di recupero; il cod. 60 rappresenta la fase di applicazione estensiva e prevede un’attività erogata in reparti<br />

ospedalieri a medio-bassa intensità assistenziale e rivolta a pazienti che, superata la fase acuta, necessitano<br />

di un’ulteriore periodo di degenza per completare il ciclo di cure in un ambiente protetto.<br />

La riabilitazione del paziente ortopedico, sottoposto ad esempio ad intervento di artroprotesi d’anca o di ginocchio,<br />

prevede l’utilizzo di protocolli riabilitativi individuali e specifici in rapporto alla metodica chirurgica adottata. La riabilitazione<br />

del paziente colpito da ictus, invece, è codificata da linee guida pubblicate su SPREAD (Stroke Prevention<br />

and Educational Awareness Diffusion): in tal caso la fase “intensiva” deve intendersi non una frazione del programma<br />

terapeutico-riabilitativo, ma una fase della storia di malattia del paziente (o della sua vita) nella quale egli necessita<br />

di assistenza per ottimizzare tutti i possibili risultati di recupero funzionale e di abbattimento del grado di<br />

menomazione residua.<br />

Da quanto descritto è intuibile che erogare una Riabilitazione, intensiva od estensiva, in campo neurologico<br />

ed ortopedico deve essere un processo affidato (come nel caso della Casa di Cura Lay), ad un’équipe operativa<br />

in continua formazione, fortemente influenzato dalle più moderne e convalidate Linee Guida che codificano<br />

i Percorsi Diagnostico Terapeutici.<br />

È inoltre prevista una formazione continua del Personale sull’appropriatezza delle metodiche riabilitative quali<br />

la rieducazione cardio-respiratoria, la terapia occupazionale e l’utilizzo di strumenti (ortesi, elastici a resistenza<br />

progressiva, ecc.) volti alla ottimizzazione del risultato riabilitativo.<br />

Aladar Ianes


Le informazioni, per partecipare<br />

LA RIABILITAZIONE DEL PAZIENTE<br />

CON DANNO NEUROLOGICO<br />

STORIA E STATO DELL’ARTE<br />

Le origini<br />

La storia della Riabilitazione si evolve di pari passo con<br />

il mutare, nel corso dei secoli, della visione “sociale”<br />

attribuita alla disabilità. Nell’antichità la concezione<br />

teistica della medicina comportava il rifiuto del disabile,<br />

in quanto la sua diversità veniva interpretata come<br />

un castigo inflitto dagli dèi in ragione di una sua colpa.<br />

La disabilità di conseguenza poteva essere superata<br />

solo attraverso la sua cancellazione con una restitutio<br />

ad integrum (restituzione all’integrità) fisica e morale<br />

implorata presso la divinità, tramite la figura del sacerdote-medico,<br />

dal malato “colpevole”.<br />

Solo con Ippocrate (460-377 a.C.) si iniziò a vedere la<br />

malattia come uno dei tanti fenomeni della natura e<br />

quindi si poté pensare di ottenere la guarigione attraverso<br />

interventi realizzati dall’uomo. Con l’avvento della<br />

concezione razionale della medicina nacque anche la<br />

consapevolezza che era possibile eliminare o ridurre<br />

la disabilità e l’handicap.<br />

La medicina del mondo greco e classico aveva teorizzato<br />

l’impiego di sedute ginniche, massaggi e manipolazioni<br />

articolari per gli atleti e i militari al fine<br />

di tonificare i muscoli e sciogliere le articolazioni. La<br />

medicina romana con Aulo Cornelio Celso (I sec. d.C.)<br />

e Claudio Galeno (II sec. d.C.) suggeriva pratiche di<br />

preparazione dell’organismo alle asprezze della vita<br />

agreste o militare quali bagni caldi o freddi, massaggi<br />

o attività fisica. Comunque per molti secoli l’abilità<br />

riabilitativa continuò a ricorrere ad abili “tocchi di<br />

mano” di manipolatori “naïf” piuttosto che di medici<br />

dotti del tempo.<br />

Solo nel 1569, con la pubblicazione del libro De arte<br />

gymnastica di Girolamo Mercuriale, la medicina fisica<br />

iniziò ad assumere lo status di vera e propria scienza<br />

medica.<br />

Nel corso dei secoli a seguire, numerosi altri contri-<br />

buti quali quelli del chirurgo francese Ambroise Parè<br />

(1510-1590), di Jean Jacques Rousseau (1712-1778)<br />

nel suo famoso Emile e di Johan Friedriech Guts Muts<br />

(1759-1839) nel suo trattato Gymanstik für die Jugend<br />

contribuirono a rinforzare l’idea dell’utilità del<br />

movimento come mezzo di prevenzione e cura della<br />

disabilità.<br />

Il confluire di queste idee sfociò nel 1782 nel primo<br />

vero trattato europeo di riabilitazione funzionale, il<br />

“Ginnastica medica e chirurgica” del medico svizzero<br />

Clèment Tissot. La sua opera segna il primo vero spartiacque<br />

tra lo sviluppo di semplici pratiche igieniche e<br />

la nascita di un sistema di tecniche riabilitative.<br />

In breve tempo la “rieducazione motoria”, come venne<br />

chiamata nel 1896 dal neurologo francese Fulgenze<br />

Raymond, iniziò ad essere utilizzata nel trattamento<br />

di traumi bellici e da lavoro, oltre che di pazienti con<br />

turbe neuromotorie conseguenti a patologie del sistema<br />

nervoso centrale.<br />

La nascita della moderna neuro Riabilitazione<br />

Gli anni a cavallo tra la fine del XIX e la prima metà<br />

del XX secolo rappresentano un periodo estremamente<br />

fertile per lo sviluppo di nuove idee in ambito riabilitativo.<br />

Nel 1891 W. Waldeyer introduce nel lessico medico il<br />

termine neurone, Charles Sherrington nel 1897 introduce<br />

il concetto di sinapsi e Ramon y Cajal nel 1906<br />

rende imperante il paradigma della teoria del neurone,<br />

caposaldo della moderna scienza cellulare del sistema<br />

nervoso centrale.<br />

Più o meno contemporaneamente si moltiplicano gli<br />

studi neurofisiologici su modelli animali e quelli rivolti<br />

alla comprensione dei meccanismi di apprendimento,<br />

sintetizzati dal comportamentismo di prima e seconda<br />

generazione; per non parlare dell’estremo inte-<br />

INFORMAZIONI PAG 7


PAG 8 INFORMAZIONI<br />

Le informazioni, per partecipare<br />

resse per lo studio del movimento, testimoniato dai<br />

lavori di Alexander, Gindler, Todd, Rolf e Feldenkrais.<br />

Questo fervore intellettuale prese forma nella definizione<br />

del primo modello del funzionamento del sistema<br />

nervoso centrale, sintetizzato nella Neurofisiologia<br />

Jacksoniana, ancora semplicisticamente concepito<br />

come organizzato per rigidi livelli gerarchici (livello inferiore<br />

= riflessi spinali/livello superiore = funzioni corticali)<br />

e predisposto a rispondere fondamentalmente<br />

a stimoli ambientali.<br />

La creazione di questo primo modello contribuì a conferire<br />

un razionale scientifico ai molti tentativi “empirici”<br />

di riabilitazione del soggetto cerebroleso che si svilupparono<br />

negli anni compresi tra il 1930/50: era il periodo<br />

dei cosiddetti “approcci di tipo neuro-ortopedico”.<br />

La definizione deriva dal fatto che molti di questi approcci,<br />

sebbene arricchiti dalle nuove conoscenze neurofisiologiche,<br />

risentivano ancora dell’influenza della<br />

Riabilitazione rivolta a problemi di tipo ortopedico: la<br />

rieducazione muscolare segmentaria/rinforzo e l’utilizzo<br />

di ortesi correttive ne costituivano ancora i capisaldi.<br />

Inoltre moltissimi degli sforzi riabilitativi erano<br />

rivolti allora a fronteggiare gli esiti della poliomielite<br />

che costituiva ancora una delle patologie maggiormente<br />

invalidanti. La poliomielite infatti è una patologia<br />

del sistema nervoso centrale ma, essendo la lesione<br />

localizzata a livello delle corna anteriori del midollo<br />

spinale, produce un quadro di tipo periferico flaccido<br />

e quindi gli approcci riabilitativi rivolti in maniera molecolare<br />

alla rieducazione segmentaria avevano una<br />

loro liceità.<br />

Successivamente la riduzione dell’emergenza poliomielite,<br />

grazie all’avvento del vaccino di Salk, e la<br />

emergente necessità di fronteggiare gli esiti neurologici<br />

dei gravi traumi bellici conseguenti al secondo conflitto<br />

mondiale, spostarono gran parte delle risorse riabilitative<br />

in ambito neurologico verso il trattamento di<br />

patologie post ictali e traumatiche.<br />

Gli anni compresi tra il 1950 e il 1980 costituiscono il<br />

periodo d’oro degli approcci riabilitativi di tipo “neurofisiologico”<br />

rappresentati da Rood, Brumnstrom,<br />

Kabat, Voss, Knott, Bobath, Vojta: l’intenso dibattito intorno<br />

alla neuro Riabilitazione raggiunse il suo apice<br />

con il Congresso svolto presso la Northwestern University<br />

(NUSTEP project) nel 1964 ove venne sancito l’ingresso<br />

della neuro Riabilitazione tra le discipline scientifiche.<br />

Tutti gli approcci facevano riferimento nel loro impianto<br />

teorico, pur con sostanziali differenze, alla neurofisiologia<br />

così come era conosciuta a quel tempo: le patologie<br />

neurologiche venivano interpretate come il prodotto<br />

del “release effect” ovvero del deficit di inibizione<br />

delle strutture corticali superiori con conseguente liberazione<br />

dell’attività patologico-riflessa controllata dai<br />

centri inferiori. Il trattamento era quindi visto come selettivamente<br />

indirizzato verso l’inibizione dei segni patologici<br />

(es. la spasticità), degli schemi patologici e il ripristino<br />

e la riprogrammazione delle modalità di controllo<br />

dei centri superiori sui centri inferiori veniva attuato<br />

attraverso la modificazione del rapporto tra afferenze/efferenze<br />

di tipo facilitatorio ed inibitorio oppure attraverso<br />

l’evocazione riflessa di schemi motori più evoluti.<br />

Attualità in neuro Riabilitazione<br />

Per l’evoluzione della neuro Riabilitazione risulta molto<br />

importante il periodo compreso tra l’ultimo ventennio<br />

del XX secolo e i giorni nostri. Attorno al 1980 infatti


Le informazioni, per partecipare<br />

si verificano una serie di eventi che<br />

caratterizzano l’emergere di nuovi<br />

paradigmi all’interno del panorama<br />

della neuro Riabilitazione:<br />

• grazie ai lavori scientifici di Merzenich<br />

ed alla evoluzione delle<br />

originali intuizioni di Hebb si iniziano<br />

a comprendere i meccanismi<br />

neurobiologici sottesi al recupero<br />

dopo lesione (plasticità<br />

neurale);<br />

• si inizia a considerare l’atto riabilitativo<br />

non come rivolto unicamente<br />

all’inibizione dei sintomi<br />

prodotti dalla lesione ma indirizzato<br />

a promuovere un riapprendimento<br />

guidato dall’esercizio terapeutico<br />

di nuove abilità funzionali;<br />

• ci si inizia a porre il problema<br />

della misurazione dell’efficacia<br />

degli interventi riabilitativi;<br />

• emergono nuovi modelli inerenti<br />

la modalità di interazione cervello/mente-ambiente;<br />

il cervello/mente<br />

inizia ad essere concettualizzato<br />

come un organo<br />

pro-attivo/adattativo in costante<br />

interazione con l’ambiente;<br />

• la disabilità inizia ad essere considerata<br />

l’esito di interazioni<br />

complesse tra lo stato di salute<br />

dell’individuo, i fattori personali<br />

e i fattori ambientali esterni relativi<br />

al contesto di vita; tale visione<br />

è sfociata attualmente<br />

nella Classificazione Internazionale<br />

del Funzionamento, Disabilità<br />

e Salute (WHO 2001) ove si<br />

enfatizza la globalità del comportamento<br />

umano in tutti gli<br />

ambiti della vita.<br />

Ne consegue che molti modelli terapeutici<br />

sono basati su concetti di<br />

estrazione neurofisiologica e gui-<br />

dati dai nuovi dati emersi dalle ricerche<br />

nell’ambito delle neuroscienze<br />

e delle scienze del movimento,<br />

apportando notevoli cambiamenti<br />

all’interno dei propri<br />

assunti metateorici.<br />

Riguardo la nozione di neuro plasticità<br />

è inoltre opportuno soffermarsi<br />

con alcune considerazioni.<br />

Sebbene la nozione di neuroplasticità<br />

non fosse un concetto nuovo<br />

nell’ambito delle neuroscienze (il<br />

termine fu introdotto nel 1906 ad<br />

opera dello Psichiatra italiano Ernesto<br />

Lugano) dagli anni ‘80 del<br />

secolo scorso ad oggi le evidenze<br />

sperimentali raccolte in ambito<br />

neurofisiologico, neuroanatomico e<br />

tramite le moderne tecniche di<br />

neuroimaging hanno confermato<br />

l’idea che la corteccia cerebrale<br />

possieda capacità di modificazione<br />

in senso plastico sia in termini funzionali<br />

che strutturali.<br />

Più specificamente gli studi condotti<br />

nell’ultimo ventennio confermano<br />

che la topografia funzionale<br />

della corteccia motoria può modificarsi<br />

a seguito di una serie di manipolazioni<br />

sperimentali quali danni<br />

periferici o centrali prodotti in si-<br />

tuazioni di laboratorio, interventi<br />

di tipo farmacologico o esperienze<br />

di apprendimento di tipo motorio<br />

o percettivo.<br />

Sebbene queste nuove acquisizioni<br />

di tipo sperimentale, traducendo<br />

in termini di visibilità neurobiologica<br />

il concetto di apprendimento,<br />

abbiano una forte rilevanza in<br />

ambito clinico e riabilitativo, promuovono<br />

altresì un dibattito ancor<br />

più approfondito riguardo la necessità<br />

di definire con chiarezza ed evidenze<br />

sperimentali quali debbano<br />

essere le caratteristiche e la tipologia<br />

degli “ambienti arricchiti” più<br />

adatti a promuovere<br />

un ottimale adattamento<br />

plastico. A<br />

questo proposito è<br />

importante sottolineare<br />

come il termine<br />

“plasticità” si riferisca<br />

alle modificazioni<br />

strutturali dei<br />

neuroni e delle sinapsi,<br />

mentre il concetto<br />

di “adattamento”<br />

si riferisca al<br />

comportamento ovvero a qualcosa<br />

che una persona fa nella sua interazione<br />

con l’ambiente circostante.<br />

Con “ottimale adattamento plastico”<br />

si intendono quindi attualmente<br />

quelle modificazioni neurali e sinaptiche<br />

che si traducono in una<br />

modificazione comportamentale realmente<br />

efficace al fine di ridurre<br />

il divario esistente tra capacità dell’individuo<br />

e richiesta ambientale.<br />

In altri termini, non necessariamente<br />

le modificazioni plastiche si traducono<br />

in un comportamento motorio<br />

o percettivo volto a massimizzare<br />

la qualità della funzione.<br />

INFORMAZIONI PAG 9


A fronte di queste considerazioni<br />

attualmente la neuro Riabilitazione<br />

è da considerarsi una scienza<br />

applicata che si occupa di studiare<br />

e promuovere l’applicazione di contesti<br />

terapeutici ottimali atti a favorire<br />

le risorse neuro plastiche del<br />

cervello a fini funzionali.<br />

Nonostante i notevoli progressi nell’ambito<br />

della neuro Riabilitazione,<br />

persistono tuttora numerosi e differenti<br />

approcci terapeutici rivolti<br />

alla rieducazione di individui che<br />

hanno subito una menomazione a<br />

causa di un danno neurologico. Tuttavia<br />

la letteratura non riporta ancora<br />

un’assoluta evidenza scientifica<br />

sull’efficacia di un’impostazione<br />

riabilitativa rispetto ad un’altra. I<br />

progetti ed i trials che fino ad ora<br />

sono stati portati avanti da équipe<br />

cliniche e/o scientifiche hanno evidenziato<br />

più l’importanza dell’intensità<br />

del trattamento fisioterapico<br />

orientato sul raggiungimento di<br />

compiti funzionali piuttosto che le<br />

PAG 10 INFORMAZIONI<br />

Le informazioni, per partecipare<br />

caratteristiche specifiche applicative<br />

del trattamento riabilitativo.<br />

Riguardo al livello raggiunto dall’arte<br />

della Riabilitazione nel promuovere<br />

modificazioni neuroplastiche<br />

ottimali, gli studi di efficacia in pazienti<br />

con esiti di ictus, ad esempio,<br />

presentano attualmente luci ed<br />

ombre. Possiamo ragionevolmente<br />

affermare che la creazione delle<br />

stroke units ha contribuito a ridurre<br />

il numero di decessi per ictus e<br />

la gravità della disabilità prodotta<br />

dalla lesione primaria: parte di questi<br />

benefici perdurano per un periodo<br />

compreso tra i 5 ed i 10 anni<br />

dopo l’ictus e sono parzialmente<br />

attribuibili al precoce intervento riabilitativo.<br />

L’intensità dell’intervento<br />

riabilitativo (quantità di tempo<br />

giornaliero dedicato alla Riabilitazione)<br />

pare inoltre essere un elemento<br />

che influisce sull’outcome<br />

migliorando la prestazione in attività<br />

di tipo funzionale ed incrementando<br />

l’autonomia dei pazienti nelle<br />

attività della vita quotidiana.<br />

Riguardo al tipo di intervento più<br />

efficace nell’ottimizzare il recupero<br />

funzionale, la ricerca fornisce evidenze<br />

ancora limitate sebbene<br />

studi recenti suggeriscano la superiorità<br />

di interventi rivolti alla funzione,<br />

basati su principi che fanno<br />

riferimento alle teorie del controllo<br />

motorio e a modelli metateorici<br />

riferibili alla teoria dei sistemi e alla<br />

teoria dei sistemi dinamici. In particolar<br />

modo un recente articolo di<br />

Van Vliet e altri ha comparato l’efficacia<br />

dell’intervento riabilitativo<br />

basato sugli assunti teorici inerenti<br />

il Concetto Bobath con quello basato<br />

sugli assunti teorici alla base<br />

del trattamento proposto da Carr e<br />

Shepherd evidenziando come entrambi<br />

gli approcci risultino efficaci<br />

senza differenze statisticamente<br />

significative. Per quello che concerne<br />

il “Concetto Bobath” è importante<br />

sottolineare come esso si sia<br />

costantemente evoluto nel tempo,<br />

in linea con l’evolversi delle nuove<br />

conoscenze scientifiche. Attualmente<br />

i nuovi orientamenti metateorici<br />

inerenti i modelli task oriented<br />

paiono essere gli approcci con maggior<br />

evidenza di efficacia.<br />

La Riabilitazione del paziente con<br />

danno neurologico è quindi un processo<br />

complesso che comporta l’interazione<br />

in gruppo di un team<br />

multi e pluri specialistico che considera<br />

il paziente nella sua complessità<br />

bio-psico-sociale.<br />

Gli interventi devono essere prevalentemente<br />

rivolti alla riacquisizione<br />

della funzione piuttosto<br />

che alla cura dei sintomi. Tale processo<br />

è lungo e deve essere svolto<br />

in un contesto terapeutico ricco<br />

e stimolante che tenga conto<br />

anche delle complesse dinamiche<br />

psicologiche del paziente e dei<br />

suoi familiari. Il percorso di Riabilitazione<br />

non deve fermarsi alla<br />

semplice risoluzione delle problematiche<br />

medico-riabilitative ma<br />

proseguire, ove possibile, sino al<br />

reinserimento lavorativo e sociale<br />

del soggetto.<br />

L’impegno dell’équipe terapeutica<br />

e la costante messa in discussione<br />

del progetto in un’ottica di<br />

“problem-solving continuo” rappresentano<br />

l’elemento centrale<br />

per ottenere un processo ottimale<br />

di cura.<br />

Aladar Ianes, Luca Cesana


Le informazioni, per partecipare<br />

LA RIABILITAZIONE RESPIRATORIA<br />

NELL’ANZIANO IN R.S.A.<br />

Le malattie respiratorie sono come è noto fra le prime cause di mortalità e malattia.<br />

Gli Ospiti delle Residenze Sanitarie Assistenziali sono Persone anziane e, in quanto tali,<br />

maggiormente predisposti a sviluppare problematiche di tipo respiratorio.<br />

La loro fragilità è dovuta non solo a<br />

patologie specifiche o degenerative<br />

ma soprattutto alle fisiologiche manifestazioni<br />

della senescenza: a causa<br />

dell’età avanzata faticano a muoversi,<br />

hanno timori e paure legati alla<br />

possibilità di cadere e farsi male, sono<br />

facilmente deboli e fragili e tutto questo<br />

favorisce l’insorgere anche di problemi<br />

respiratori. Nell’ottica di un approccio<br />

riabilitativo che rivesta carattere<br />

globale, il team di Fisioterapisti<br />

delle Residenze Santa Chiara e Santa<br />

Giulia, in collaborazione con il Direttore<br />

Sanitario e con il resto dell’équipe<br />

multidisciplinare, ha deciso di avviare,<br />

all’interno del Servizio rivolto<br />

agli anziani Ospiti, un programma di<br />

riabilitazione respiratoria che comprenda<br />

tecniche e ausili finalizzati alla<br />

Riabilitazione e al mantenimento<br />

della funzionalità respiratoria e alla<br />

prevenzione delle riacutizzazioni.<br />

Il progetto<br />

La Riabilitazione Respiratoria è un insieme<br />

multidisciplinare di Servizi diretti<br />

a Persone con malattie polmonari<br />

e alle loro famiglie, forniti da<br />

parte di un team interdisciplinare di<br />

specialisti con l’obiettivo di raggiungere<br />

e di mantenere il massimo livello<br />

di indipendenza e di attività<br />

nella comunità.<br />

Ha lo scopo di recuperare i pazienti<br />

ad uno stile di vita indipendente, produttivo<br />

e soddisfacente ed impedire<br />

l’ulteriore deterioramento clinico compatibile<br />

con lo stato della malattia.<br />

Obiettivo del progetto è dimostrare<br />

l’importanza dell’inserimento all’interno<br />

di una R.S.A. di un programma<br />

di Riabilitazione respiratoria e i vantaggi<br />

che ne conseguono.<br />

Il progetto è stato avviato nel luglio<br />

2007 con la fase di Valutazione degli<br />

Ospiti, l’intervento operativo si è sviluppato<br />

a partire dal mese di settembre<br />

2007 ed è tutt’ora in fase di sperimentazione.<br />

La metodologia prevede:<br />

• valutazione Ospite, ovvero valutazionepsicosociale/comportamentale,<br />

dispnea, qualità della vita;<br />

• misure di outcome, valutazione della<br />

tolleranza allo sforzo (test del cammino<br />

in 6 minuti; test da sforzo cardiorespiratorio);<br />

valutazione dell’endurance<br />

degli arti inferiori (test su<br />

cicloergometro all’80% del carico<br />

massimo raggiunto nel test da sforzo<br />

fino ad esaurimento); valutazione<br />

dell’endurance degli arti superiori<br />

(elevazione delle braccia fino alla<br />

massima escursione articolare da ripetere<br />

fino ad esaurimento muscolare);<br />

valutazione qualità di vita;<br />

• educazione e correzione dello stile<br />

di vita;<br />

• scelta di obiettivi adeguati all’Ospi-<br />

te e alle sue peculiarità;<br />

• individuazione di risorse e limiti;<br />

• stesura di un programma riabilitativo<br />

individualizzato;<br />

• trattamento mediante tecniche di<br />

training respiratorio, rilassamento,<br />

ginnastica diaframmatica, utilizzo di<br />

protocolli di allenamento e di ausili;<br />

• integrazione e coinvolgimento con<br />

resto dell’équipe;<br />

• relazione e coinvolgimento dei Parenti.<br />

L’attesa è che, impostando un programma<br />

riabilitativo mediante l’utilizzo di<br />

strumenti adeguati, si rilevi un significativo<br />

miglioramento dello standard terapeutico,<br />

allo scopo di alleviare i sintomi<br />

(es. dispnea) e di migliorare o<br />

mantenere per quanto possibile la funzione<br />

respiratoria e le capacità funzionali<br />

generali degli Ospiti (es. ridurre le<br />

riacutizzazioni nei pazienti affetti da<br />

BPCO (broncopneumopatia cronica<br />

ostruttiva); migliorare la tolleranza all’esercizio<br />

fisico, ecc.). Si intende dimostrare<br />

quanto l’includere nel programma<br />

di Riabilitazione già predisposto<br />

anche un training di riabilitazione respiratoria<br />

possa portare benefici sia di tipo<br />

fisiologico che psicologico/comportamentale<br />

migliorando perciò la qualità<br />

della vita e il benessere degli Ospiti.<br />

Federica Paganini, Nicola Della Bartola,<br />

Silvana Bertoglio, Giuseppe Ardoino<br />

INFORMAZIONI PAG 11


PAG 12 INFORMAZIONI<br />

Le informazioni, per partecipare<br />

RIORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO<br />

DI FISIOTERAPIA IN R.S.A.<br />

UN APPROCCIO RIABILITATIVO GLOBALE<br />

Negli ultimi anni si è constatato un peggioramento del<br />

quadro clinico degli anziani ospiti delle Residenze Sanitarie<br />

Assistenziali: aumento della gravità e numerosità delle<br />

patologie, presenza di maggiori compromissioni sia degli<br />

aspetti motori che di quelli cognitivi. Tutto ciò ha comportato<br />

un aumento del carico sanitario e assistenziale da<br />

parte degli Operatori appartenenti ai diversi Servizi.<br />

In seguito ai cambiamenti nello scenario della tipologia<br />

di Ospiti, anche il Servizio di Fisioterapia (FKT) si è<br />

trovato a dover riflettere sulle finalità e sulle modalità<br />

dei propri interventi.<br />

Una riorganizzazione del FKT deve tenere conto di una<br />

complessa serie di fattori:<br />

• il quadro psico-motorio degli Ospiti delle Residenze;<br />

• l’evoluzione o l’involuzione delle capacità motorie di ciascuno;<br />

• l’adeguatezza e la tipologia dell’intervento riabilitativo;<br />

• la presenza dell’FKT nel Nucleo, luogo considerato più<br />

familiare e in cui l’Ospite trascorre la maggior parte della<br />

giornata;<br />

• un’integrazione, sempre maggiore, della figura del Fisioterapista<br />

con il resto dell’équipe;<br />

• la valutazione di postura, mobilizzazione e posizionamento<br />

notturno;<br />

• le competenze specifiche di ciascun Fisioterapista.<br />

Obiettivo della riorganizzazione deve essere una valutazione<br />

più puntuale della congruità del trattamento in base al quadro<br />

clinico e motorio, alla collaborazione e al bisogno, all’aspettativa<br />

e al desiderio di ciascun Ospite. Si tratta dunque di passare<br />

ad un approccio riabilitativo in senso ampio, che tenga<br />

conto del quadro globale dell’Ospite e che si estenda a tutto<br />

l’arco della giornata attraverso l’attenzione alla movimentazione,<br />

alla condivisione degli obiettivi e al trasferimento delle<br />

competenze agli altri membri dell’équipe e ai familiari.<br />

Un approccio globale deve risultare (è importante!) anche<br />

“ambientale”, nel senso di prevedere il costante monitoraggio<br />

all’ambiente (Strutture, supporti, barriere, ecc.) affinché<br />

vengano salvaguardate le autonomie motorie.<br />

La riorganizzazione deve interessare anche le modalità di<br />

comunicazione e di scambio tra Fisioterapista, altri membri<br />

dell’équipe, Ospiti e familiari. Ciò rimanda immediatamente<br />

all’importanza di due elementi: il costante confronto<br />

fra Fisioterapisti attraverso Incontri di Servizio, e la costruzione<br />

di strumenti di lavoro e comunicazione efficaci.<br />

Strumenti di comunicazione interna:<br />

• riunione settimanale;<br />

• incontri con Staff di Direzione e Coordinamento dei Servizi<br />

alla Persona.<br />

Strumenti di comunicazione con altre aree:<br />

• lettura - passaggio di consegne tra gli Operatori deputati<br />

all’assistenza e gli Infermieri Professionali;<br />

• partecipazione agli incontri di P.A.I. (Piano Assistenza<br />

Individuale);<br />

• calendarizzazione degli interventi e comunicazione del<br />

piano di trattamento agli Operatori deputati all’assistenza.<br />

Strumenti di comunicazione con Ospite e familiare:<br />

• costruzione di un quadro aggiornato degli interventi effettuati<br />

con ciascun Ospite giorno per giorno, mese per mese;<br />

• colloqui con i familiari: ogni Fisioterapista è responsabile<br />

della relazione e della comunicazione con il Parente<br />

dell’Ospite in trattamento.<br />

Strumentazione tecnica (custodia, catalogazione,<br />

manutenzione e pulizia):<br />

• ausili e presidi;<br />

• strumentazione in palestra.<br />

È importante infine sottolineare che la riorganizzazione<br />

di un Servizio basato su un approccio riabilitativo globale<br />

deve necessariamente comportare la condivisione di<br />

finalità e obiettivi, tempi e spazi adeguati, la messa in<br />

campo di risorse strumentali, l’impegno di ciascun Operatore<br />

che appartiene al Servizio e all’équipe, l’impiego<br />

di precise strategie comunicative e relazionali.<br />

Lo staff delle Residenze Santa Chiara e Santa Giulia


La formazione, per crescere<br />

UNA DUPLICE FORMAZIONE<br />

Formare i Fisioterapisti alla docenza<br />

Si sono realizzati 5 incontri con tutti i Fisioterapisti delle<br />

R.S.A. <strong>Segesta</strong> guidati dalla Fisioterapista Antonella Callegari,<br />

esperta riconosciuta nel campo e docente in corsi ASA<br />

e corsi OSS presso la fondazione Don Gnocchi di Milano.<br />

Scopo degli incontri era:<br />

• individuare gli argomenti e le problematiche, legate alla<br />

mobilizzazione e all’uso degli ausili, che per frequenza<br />

e significatività di casistica si incontrano quotidianamente<br />

nell’ambiente lavorativo;<br />

• di conseguenza, individuare il programma di un corso<br />

destinato al Personale ASA sul tema “posture e tecniche<br />

di mobilizzazione-ausili”;<br />

• elaborare una dispensa omogenea per tutte le R.S.A.<br />

<strong>Segesta</strong> e un questionario da somministrare sia all’inizio<br />

che alla fine del corso, per verificare l’apprendimento<br />

del Personale;<br />

• formare i Fisioterapisti a ricoprire efficacemente il ruolo<br />

di docente, fornendo l’assistenza per la conduzione del<br />

corso stesso, ovvero trovando strategie per motivare e<br />

presentare nozioni che dovrebbero già far parte del bagaglio<br />

formativo del Personale ASA.<br />

Inoltre è stata elaborata la proposta della compresenza di<br />

un Fisioterapista interno alla R.S.A. in affiancamento alla<br />

docenza esterna, in modo tale da creare maggiore collaborazione<br />

lavorativa.<br />

Il percorso realizzato è stato giudicato soddisfacente non<br />

solo per il fine formativo, ma anche per condividere tra<br />

specialisti molte problematiche quotidiane.<br />

Formare gli ASA all’assistenza e alla prevenzione<br />

personale<br />

Hanno partecipato al corso tutti gli Ausiliari Socio Assistenziali<br />

delle R.S.A. Saccardo, San Giorgio, Sant’Andrea e San<br />

Clemente.<br />

Poiché per questa categoria di Operatori le attività finalizzate<br />

all’aiuto nel movimento sono molto frequenti, per affrontare<br />

efficacemente tale componente “chiave” dell’assistenza<br />

è importante tenere sempre vive, profonde e aggiornate<br />

quelle conoscenze, abilità tecnico-professionali<br />

e capacità di relazione già acquisite in precedenza nei percorsi<br />

formativi di base.<br />

Nelle 4 ore dedicate all’aggiornamento si è provveduto<br />

anche ad insistere sulla modalità per perseguire nella pratica<br />

la prevenzione delle malattie professionali (per es. il<br />

mal di schiena) nelle quali possono incorrere gli Operatori<br />

con movimentazioni non corrette ripetute nel tempo.<br />

Per salvaguardare la salute dell’Operatore, e quindi il suo<br />

corpo come strumento di lavoro essenziale, è necessario<br />

consolidare concetti e tecniche riguardo all’assistenza, al<br />

cammino, ai posizionamenti e ai trasferimenti delle Persone<br />

assistite, potenziando e affinando le conoscenze teoriche-metodologiche<br />

e operative di carattere specifico, che<br />

consentano di assistere Persone con diverse difficoltà motorie,<br />

in differenti contesti di lavoro.<br />

L’attività svolta, effettuata in una camera di degenza non<br />

occupata, messa a disposizione per tale occasione, è stata<br />

principalmente di natura pratica finalizzata all’aiuto nel<br />

movimento di Persone anziane con patologie croniche o<br />

in corso di eventi acuti, sia in termini di stimolazione e<br />

utilizzo delle capacità residue del paziente sia in termini<br />

di sostituzione e prevenzione di eventuali cronicità.<br />

Essendo l’attività rivolta a piccoli gruppi di Operatori ASA (massimo<br />

12 Persone), è stato possibile soffermarsi sulle problematiche<br />

connesse alla mobilizzazione dei singoli Operatori e<br />

sperimentare e prendere coscienza delle manovre su di sé.<br />

Ogni partecipante ha ricevuto una dispensa (posture e trasferimenti<br />

- ausili) ben corredata da fotografie. A ciascuno<br />

è stato inoltre somministrato un test d’ingresso e un<br />

test d’uscita per verificarne l’apprendimento.<br />

È stata universalmente giudicata utile l’offerta di uno spazio<br />

di confronto e rielaborazione professionale dell’esperienza<br />

maturata riguardo alla propria pratica lavorativa.<br />

Il passo successivo sarebbe quello di intervenire per riprogrammare<br />

lo schema corporeo/motorio con un monitoraggio<br />

effettivo dell’Operatore, per sottolineare e riprendere<br />

concetti e mettere in pratica suggerimenti forniti per<br />

migliorare l’attività lavorativa oltre che, come conseguenza<br />

non certo trascurabile, incidere sul benessere e sulla<br />

stimolazione del paziente nelle sue capacità residue.<br />

Gaia Beretta<br />

FORMAZIONE PAG 13


A FIRENZE<br />

<strong>Segesta</strong> ha acquistato dall’Azienda Villa delle Terme srl<br />

e Spa, presente sul mercato dal 1968 in campo geriatrico<br />

e riabilitativo, tre Case di Cura che operano in regime<br />

di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale<br />

ed erogano Servizi e prestazioni di alta specializzazione<br />

nell’ambito della medicina riabilitativa e della<br />

lungodegenza.<br />

Nel corso degli anni, con l’aumentare della complessità<br />

dei quadri clinici, nelle tre Case di Cura si è andata<br />

sviluppando una sempre maggiore specializzazione, fino<br />

all'apertura di interi reparti dedicati all'assistenza di pazienti<br />

in coma, anche in ventilazione meccanica, provenienti<br />

da varie province d'Italia. In concomitanza sono<br />

state eseguite modifiche strutturali ed ambientali per<br />

abbattere ogni barriera architettonica e adeguare spazi<br />

e Strutture alle esigenze specifiche e allinearli ai più<br />

elevati standard qualitativi.<br />

Casa di Cura Falciani<br />

Situata in Via Cassia 217<br />

Località Falciani a Impruneta<br />

(FI), la Casa di Cura<br />

Falciani è un ex Hotel Termale,<br />

inserita in un parco<br />

di circa 20 ettari di zona<br />

boschiva di grande valore<br />

ambientale, ricco di testimonianze<br />

di un passato<br />

di epoca romana-imperiale,<br />

già a quel tempo<br />

sfruttato come complesso<br />

termale. La zona in cui sorge è ricca di giacimenti di<br />

acque salsobromoiodiche che sgorgano naturalmente<br />

dal terreno, utilizzate in quegli anni per bagni, fanghi e<br />

cure idroponiche.<br />

Convenzionata con il S.S.N. e recentemente accredita-<br />

PAG 14 EVENTI<br />

Gli eventi, per metterci in mostra<br />

SEGESTA CRESCE<br />

IL PROGRAMMA DI SVILUPPO E CRESCITA DEL GRUPPO PROSEGUE CON L’ACQUISIZIONE DI<br />

STRUTTURE A FIRENZE E ROMA GIÀ OPERANTI SUL MERCATO, SIA NEL SETTORE PER ACUTI<br />

CHE IN QUELLO DELLE R.S.A.<br />

ta, dispone di 150 posti letto distribuiti in camere a uno<br />

o due letti con bagno privato: 60 posti letto appartengono<br />

all'Unità Funzionale di Lungodegenza; 30 posti<br />

letto sono riservati a pazienti in coma provenienti da<br />

unità operative di terapia intensiva; 60 posti letto all'Unità<br />

Funzionale di Riabilitazione. Le prestazioni sono<br />

erogate in regime di ricovero, day-hospital ed ambulatoriale.<br />

Casa di Cura Villa<br />

delle Terme<br />

di via Marconi<br />

Facilmente accessibile,<br />

fuori dal rumore, la Casa<br />

di Cura Villa delle Terme<br />

è ben collegata dai mezzi<br />

pubblici; situata in Via<br />

Marconi, in zona Stadio a<br />

Firenze, dispone di 70<br />

posti letto autorizzati di cui<br />

56 accreditati dal S.S.N..<br />

Casa di Cura Villa delle Terme di viale Mazzini<br />

Situata in Viale Mazzini 43 a Firenze, nel centro della<br />

città, la Casa di Cura<br />

Villa delle Terme di viale<br />

Mazzini è facilmente<br />

raggiungibile con i<br />

mezzi pubblici. La Struttura,<br />

dislocata su tre<br />

piani, è composta da 69<br />

letti di lungodegenza e<br />

30 di Riabilitazione. Le<br />

prestazioni sono erogate<br />

in regime di ricovero,<br />

day-hospital ed ambulatoriale.


A ROMA<br />

Gli eventi, per metterci in mostra<br />

<strong>Segesta</strong> ha acquistato dal <strong>Gruppo</strong> COFISAN due Case di<br />

Cura e una R.S.A..<br />

Casa di cura Villa Azzurra<br />

Sita a Terracina (Latina), a circa 120 Km a sud di Roma,<br />

affacciata sulla spiaggia e sul porto in una piacevole posizione,<br />

la Casa di Cura Villa Azzurra è accreditata con il<br />

S.S.N. e dispone di 60 posti letto, suddivisi tra Medicina,<br />

Chirurgia e Ortopedia.<br />

Villa Azzurra rappresenta un punto di riferimento molto<br />

radicato nel territorio Pontino in virtù della fiducia acquistata<br />

nei numerosi anni di attività e dell’ampia<br />

gamma di servizi ambulatoriali - tra cui la Cardiologia,<br />

l’Ortopedia, la Dermatologia, l’Urologia, l’Oculistica e la<br />

Neurologia - e delle moderne attrezzature di cui dispone<br />

tra cui una TAC, un ecografo multidisciplinare ed un<br />

mammografo.<br />

Casa di Cura San Giuseppe<br />

Situata a Roma nel quartiere Prati - Trionfale (zona residenziale<br />

del Vaticano), la Casa di cura San Giuseppe<br />

dispone di 70 posti letto ed è accreditata con il S.S.N.<br />

per Medicina, Chirurgia, Ortopedia e Riabilitazione R.A.I.<br />

(Riabilitazione in Assistenza Intensiva).<br />

Il reparto R.A.I ,<br />

realizzato nel<br />

2000, di 20<br />

posti letto, autorizzato<br />

ed accreditato<br />

dalla<br />

Regione Lazio,<br />

offre assistenza<br />

a quei pazienti<br />

che nella fase<br />

successiva al<br />

coma - generalmentesecondario<br />

a traumi o<br />

accidenti vascolari<br />

- necessitano<br />

di riabilitazione<br />

intensiva.<br />

Residenza Sanitaria Assistenziale Sorrentino<br />

Situata a nord di Roma, in prossimità della Via Flaminia,<br />

a circa 25 minuti dal Grande Raccordo Anulare, la<br />

R.S.A. Sorrentino è in una splendida posizione collinare,<br />

circondata da un parco di 25.000 mq. La Struttura è<br />

in corso di ampliamento a 70 posti residenziali. Sede<br />

dell’Unità di ricerca e sperimentazione in Psicogeriatria<br />

e Neurogeriatria in collaborazione con l’Organizzazione<br />

Mondiale della Sanità, la Struttura è stata inoltre selezionata<br />

dall’European Medical Association (E.M.A. - Bruxelles)<br />

quale Struttura di riferimento per il morbo di Alzheimer<br />

e centro di formazione per i medici europei.<br />

EVENTI PAG 15


SEGESTA SPA<br />

Via M. Quadrio, 14 - 20154 Milano<br />

telefono 02 72094318 fax 02 62689524<br />

sito www.grupposegesta.com e-mail info@grupposegesta.com

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