Mario Paparozzi Via Ottimo Consiglio, 3 - 00053 ... - I ROKKETTI
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<strong>Mario</strong> <strong>Paparozzi</strong><br />
<strong>Via</strong> <strong>Ottimo</strong> <strong>Consiglio</strong>, 3 - <strong>00053</strong> Civitavecchia (Roma)<br />
Tel.: 0766.370240 - 348.1646997
Mi chiamo <strong>Mario</strong> <strong>Paparozzi</strong>.<br />
Sono nato a Civitavecchia nel 1941, in una modesta famiglia operaia.<br />
Mio padre era muratore.<br />
Dopo le elementari, ho frequentato le scuole fino al III Avviamento Professionale.<br />
Fin da ragazzino mi è sempre piaciuto cantare.<br />
Nel 1960 entro a far parte di un complesso per andare a suonare in Germania.<br />
Il tour che doveva durare solo un paio di mesi, si protrae fino al Natale del 1965, dopodiché<br />
l'attività si svolge in Italia. Qui la band è molto apprezzata, ma nel gennaio del '69 il gruppo<br />
si scioglie.<br />
Nel maggio del 1970 inizio a lavorare per le Messaggerie Musicali, come agente<br />
discografico, quando queste sono titolari di marchi prestigiosi come l'italiana CGD e le<br />
statunitensi CBS e WEA.<br />
L'importante esperienza svolta prevalentemente a Roma, durerà undici anni.<br />
Dopo dieci anni da musicista, ho l'occasione di conoscere da vicino l'altra faccia della<br />
musica: quella commerciale, più vicina al pubblico. L'entusiasmo che riverso in questo<br />
nuovo lavoro è ripagato da eccellenti gratifiche professionali.<br />
Nel 1973, pur svolgendo l'attività di agente discografico, rilevo una vecchia sala<br />
cinematografica che si trova a Civitavecchia, per trasformarla in discoteca. Sarà il "Mammut<br />
Club" - oltre 500 persone di capienza -. Il locale avrà un successo oltre le migliori<br />
aspettative, che durerà dodici anni.<br />
Fino a quando non sarà venduto, perché, nel frattempo...<br />
Nel 1976, con l'avvento delle prime radio libere, inizio l'attività di speaker<br />
radiofonico. Dopo un anno acquisto l'emittente in cui lavoro, che chiamerò "Radio<br />
Civitavecchia". Non passano che pochi mesi e inauguro anche il canale televisivo, per cui,<br />
Radio e Televisione, insieme, diventano: "Tele Radio Civitavecchia", ossia: "TRC".<br />
Con questo marchio l'emittente è operante ancora oggi.<br />
Ma il lavoro di agente discografico mi costringe troppo tempo lontano dalla famiglia.<br />
Alla fine del 1980 lascio la CBS e inizio un'attività commerciale in proprio: un negozio di<br />
dischi e strumenti musicali che ancora gestisco con mio figlio Lorenzo.<br />
2<br />
<strong>Mario</strong> <strong>Paparozzi</strong>
Questo libro non racconta soltanto il percorso musicale di una band, all'inizio<br />
degli anni '60 in giro per l'Europa.<br />
Racconta, soprattutto, la storia di un gruppo di ragazzi con umili origini, figli della<br />
provincia italiana che, più di cinquant'anni fa, per bisogno e con tanti ideali per la testa,<br />
da soli, presero il treno e partirono...<br />
Iniziata sul finire degli anni '50, la loro storia abbraccia per intero tutto il decennio<br />
successivo. Quello che, ancora oggi, è ricordato come: "I Favolosi Anni '60".<br />
Quei giovani di tanti anni fa, oggi sono diventati nonni, ma nel loro sangue scorre<br />
ancora tanto Rock e Rhythm and Blues.<br />
Con il linguaggio universale e senza tempo della musica, i ragazzi che in anni<br />
segnati dalla storia hanno vissuto incredibili esperienze, augurano ai ragazzi di oggi, di<br />
vivere un giorno, pari emozioni.<br />
3
Tutto è iniziato alla fine.<br />
Il perché di un libro.<br />
Vista la scarsa competenza che ho in fatto di computer, una sera dell'estate 2009<br />
chiamo il mio amico Simone Cannatà, per farmi spiegare come trasferire su compact disc,<br />
tramite PC, il contenuto di una vecchia musicassetta. Questa, a sua volta, era già stata<br />
riprodotta da un nastro magnetico, risalente a circa mezzo secolo fa.<br />
Durante il riversamento gli spiego che si tratta di canzoni registrate dal vivo, nel lontano<br />
1962, quando con il mio gruppo suonavo ad Amburgo.<br />
La città dove, all'inizio degli anni '60, è nata la "Nuova Generazione Rock".<br />
Alla fine del lavoro, colpito da alcuni particolari legati alla storia di quel nastrino, mi<br />
propone la creazione di un sito Web, assicurandomi che penserà a tutto lui.<br />
Io dovrò soltanto fornire materiale e notizie al riguardo.<br />
Ma quando alcuni giorni dopo legge le mie note d'accompagnamento, sarà lui stesso a<br />
suggerirmi di scrivere un libro. L'idea mi sorprende e mi affascina, allo stesso tempo.<br />
Seduta stante, già mi vedo proiettato... nel passato.<br />
Mi metto subito al lavoro!<br />
Poiché da giovane non ho avuto la possibilità di studiare, mai avrei pensato, un<br />
giorno, di poter scrivere un libro. Anche se si tratta di raccontare parte della mia vita.<br />
Soprattutto all'inizio, ho incontrato parecchie difficoltà. Poi ho preso un po' di confidenza<br />
con la tastiera del computer... ed eccomi qui!<br />
Riferendomi a un termine che, in musica, si usa per chi suona, anche, senza conoscere le<br />
note, potrei dire, di aver scritto questo libro, completamente "a orecchio".<br />
L'ultima volta che ho scritto qualcosa, mi trovavo ancora in Germania, all'inizio degli<br />
Anni '60: erano le lettere che scrivevo a mia madre, la quale mi dirà, poco prima di morire,<br />
quanto trepidava nell'attesa di leggerle...<br />
Adesso, invece, mi trovo alle prese con il PC, per raccontare la mia storia.<br />
Andando indietro con la memoria, per cercare di rimettere insieme alcuni fatti di<br />
cinquant'anni fa, ho provato di nuovo quelle sensazioni così affascinanti del mio passato,<br />
che purtroppo, il tempo ha un po' sbiadito.<br />
A volte stento persino a credere di averle vissute.<br />
E invece... si tratta proprio della mia vita!<br />
I ricordi non si cancellano.<br />
In Germania tanta gente serba ancora un buon ricordo, sia di me, che della mia band.<br />
Recentemente una ragazzina tedesca di allora, oggi nonna, grazie a Facebook, è riuscita a<br />
rintracciarmi, dopo ben quarantasei anni. Dopodiché è partita da Munster, dove abita -<br />
Germania Settentrionale ai confini con l'Olanda -, per consegnarmi personalmente un nastro<br />
magnetico, da lei registrato nel 1964, quando con il mio gruppo suonavo a Essen. Avrebbe<br />
potuto spedirlo, ma l'occasione le è servita come pretesto, per fare una vacanza in Italia con<br />
la sua famiglia.<br />
Malgrado quasi cinquant'anni trascorsi la qualità di quelle registrazioni è ancora buona.<br />
Insieme con alcune foto e ritagli di giornali tedeschi dell'epoca, riguardanti la mia band, il<br />
materiale è stato gentilmente concesso, a supporto di questo libro.<br />
4
La storia<br />
(Riassunto)<br />
La storia inizia a cavallo, tra la fine degli Anni '50 e gli Anni '60.<br />
Fotografa quel periodo, così com'è stato vissuto da alcuni ragazzi della provincia italiana.<br />
Figli di operai che non hanno avuto la possibilità di procurarsi il fatidico "pezzo di carta".<br />
Senza istruzione e con scarse opportunità, giovanissimi, nel 1958 mettono su un complesso<br />
e lasciano le proprie case.<br />
L'intenzione è di costruirsi un futuro decente. In treno, da soli, partono per il Nord Europa.<br />
Se oggi una simile decisione può considerarsi coraggiosa, a quell'epoca, emigrare in<br />
cerca di fortuna, senza un punto di riferimento, fu una vera avventura.<br />
L'impatto con culture e sistemi di vita così diversi, rispetto alla realtà del paesello,<br />
presentò subito enormi difficoltà di adattamento. Certamente a causa della giovane età, ma<br />
soprattutto, perché privi di qualsiasi esperienza.<br />
Ad ogni modo, pur con qualche problema in più, la storia poi ha avuto il suo corso.<br />
1958. A Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, nella zona vecchia, c'è una<br />
specie di cortile, generosamente ribattezzato, Piazza Padella.<br />
In una delle sue povere case, abitano <strong>Mario</strong> e Santino. Sono giovanissimi, ma dimostrano un<br />
talento eccezionale per la musica.<br />
Viste le esigue possibilità di lavoro che hanno, dovute anche al fatto che sono andati<br />
a scuola soltanto fino alla quinta elementare, decidono di formare un complesso.<br />
La prospettiva poi, sarà quella di andare a suonare all'estero.<br />
Nonostante l'età - rispettivamente diciotto e dodici anni - non si fermano davanti a niente.<br />
Sono determinati. Sono di pura razza maremmana!<br />
Per fare le prove, i genitori mettono a disposizione il loro piccolo appartamento di<br />
due vani. Molto presto la cucina sarà trasformata in un marasma incredibile, tra attrezzature,<br />
strumenti musicali e suppellettili. Nell'unica altra stanza - la camera da letto - dormono i<br />
genitori con i tre figli.<br />
Trascorso un breve periodo di rodaggio tra le province di Viterbo e Grosseto, per i<br />
ragazzi inizia la vera gavetta professionale.<br />
Il debutto avviene nell'ottobre del '58, in uno dei più famosi night club della capitale, dove<br />
avranno la possibilità di mettersi in luce.<br />
Infatti, dopo qualche mese, ricevono un'interessante offerta per suonare in Germania.<br />
E' il 1959 quando, per la prima volta, il gruppo di cui ancora non faccio parte, viene<br />
ingaggiato per una tournée all'estero.<br />
Gli elementi sono tutti minorenni, tranne il batterista che ha appena finito il militare.<br />
Il chitarrista e il sassofonista hanno soltanto, rispettivamente, tredici e quindici anni.<br />
Al fine di ottenere il permesso all'espatrio e realizzare un sogno, il batterista si dovrà<br />
accollare la responsabilità, come tutore, dei due "poco più che bambini", registrandoli sul<br />
proprio passaporto. Per gli altri, diciottenni, sarà sufficiente il permesso dei genitori.<br />
Nel 1960, dopo il rientro da una lunga tournée - questa volta in Svezia -, tornano a<br />
suonare nel locale romano, dove vengono nuovamente notati da un impresario che propone<br />
loro un contratto di ben sette mesi, ancora in Germania. La data del debutto è prevista per il<br />
5
primo ottobre, a Francoforte.<br />
Intanto, da un paio di mesi, sono diventato il nuovo cantante-bassista del complesso.<br />
Purtroppo 'stavolta le cose non andranno come per le trasferte precedenti.<br />
Il giorno prima della partenza, un telegramma ci avverte di non partire più, perché la tournée<br />
è stata annullata.<br />
Gli strumenti, però, sono già stati spediti e i biglietti del treno acquistati...<br />
E dire, che i preparativi in vista di quel viaggio, si erano svolti in un clima di grande<br />
euforia...<br />
Quel pezzetto di carta, invece, ci mette ko! Ma non ci impedirà di prendere una decisione<br />
molto tribolata e da veri incoscienti:<br />
.<br />
Naturalmente, né gli amici, ma soprattutto nessuno dei nostri familiari, dovrà conoscere il<br />
tenore di quel telegramma!<br />
Il giorno dopo, alla stazione di Civitavecchia, ostentare tranquillità, come se niente<br />
fosse, sarà quasi impossibile. Il clima è d'intensa emozione.<br />
I nostri genitori ci salutano con gli occhi pieni di lacrime e per noi è ancora più difficile<br />
nascondere l'angoscia che abbiamo dentro.<br />
Un salutare pianto, liberatorio, sarà scambiato per naturale sfogo di commozione per il<br />
distacco dalla famiglia.<br />
La mattina del 30 settembre, alla stazione Termini di Roma, nello scompartimento<br />
del treno in partenza per la Germania, svuotando ognuno le nostre tasche, racimoliamo<br />
appena 1.500 Lire, fra tutti e cinque. Nemmeno 20 Euro di oggi.<br />
Il fischio del capo-treno avvisa che l'avventura sta per iniziare.<br />
Per le prospettive di lavoro, pressoché inesistenti, non abbiamo calcolato che,<br />
all'arrivo in Germania, la situazione avrebbe potuto essere ancora più difficile del previsto.<br />
Infatti, per una decina di giorni, saremo costretti a dormire sui marciapiedi della stazione<br />
centrale di Francoforte, nutrendoci esclusivamente con della cicoria cruda, raccolta tra le<br />
aiuole, dove cresce spontanea.<br />
Non riuscendo a trovare un lavoro alternativo, quindi senza mezzi di sostentamento e<br />
senza domicilio, rischiamo di essere arrestati e rispediti a casa dalla polizia tedesca.<br />
All'ultimo momento, ormai senza più speranza, mentre stiamo andando al Consolato<br />
Italiano per chiedere il rientro in patria, con il "foglio di via", avviene qualcosa d'incredibile,<br />
che ci permetterà di restare in Germania, ininterrottamente per oltre cinque anni, a suonare<br />
nei migliori locali.<br />
Per i ragazzi cresciuti in Piazza Padella, ha inizio la giostra dei cambiamenti: partiti<br />
dall'Italia come "giovane complesso rock", nell'ottobre del '60 si ritrovano al Kaffee Regina<br />
di Francoforte a svolgere, l'inusuale ruolo di "orchestra da varietà".<br />
La giovane età, la grande determinazione, ma soprattutto le urla di Papà Pietro che in<br />
quel di Piazza Padella li obbligava a , costituiscono il<br />
miglior propellente che, ben presto, darà origine a una radicale metamorfosi portandoli ad<br />
assimilare il meglio della musica internazionale. Questo li farà entrare nel giro dei "Tanz<br />
Palast" delle più grandi città tedesche, considerati l'Università della Musica Rock, dove i<br />
complessi italiani non hanno accesso. E' il 1961.<br />
6
Confrontandosi con i gruppi che in quegli anni vanno per la maggiore in Germania - tutti di<br />
origine indonesiana - avranno l'opportunità di fare importanti esperienze, fondamentali per<br />
la crescita professionale.<br />
Pur non essendo indonesiani, il talento, unito alla grande forza di volontà "Maremmana", li<br />
colloca sul podio dei complessi preferiti dai giovani tedeschi.<br />
Tra il 1961 e il 1962, per ben sei mesi, suonano ad Amburgo. In tre periodi diversi.<br />
Sono gli anni in cui anche una giovane band inglese, facendo la spola con Liverpool, si<br />
esibisce nei locali di St. Pauli.<br />
Considerando che questo è il rione dove, nella via principale che lo attraversa - la<br />
Reeperbahn - si concentra tutta la vita notturna amburghese - in quel tempo all'apice<br />
mondiale- ai ragazzi delle due band, che suonano in locali molto vicini tra loro, capita<br />
spesso di frequentarsi. Magari per spiarsi: normale prassi tra giovani musicisti in piena<br />
metamorfosi, soprattutto quando si tratta di studiare, e cercare di "rubare" qualcosa a dei<br />
fuoriclasse.<br />
Accumunati dalle proprie diversità, le due band saranno protagoniste d'interessanti<br />
mutamenti musicali, che nascono e si esaltano, soltanto al Conservatorio dei "Tanz Palast".<br />
E' il periodo in cui il talento musicale si forgia esclusivamente in questo tipo di locali.<br />
Suonando tutti i giorni. Ogni mese in una città diversa. Davanti a un pubblico esigente.<br />
Travolti da giovanile frenesia per la musica, sia il gruppo inglese, che quello italiano,<br />
non immaginano che lì, ad Amburgo, sono testimoni di un particolare momento storico.<br />
Quel "momento storico" sarà talmente importante, che consacrerà una delle due band come<br />
il più grande fenomeno musicale di tutti i tempi.<br />
Purtroppo non si tratta dei ragazzi di Piazza Padella, sebbene, nel periodo amburghese,<br />
quando suonavano "gomito a gomito", il loro cachet fosse quattro volte superiore a quello<br />
dei colleghi di Liverpool...<br />
Sono "Quelli" di Liverpool che, invece, hanno preso il volo!<br />
Il 5 agosto 1965, in Italia per una breve vacanza, durante una sonatina per gli amici<br />
sulla spiaggia di Montalto di Castro, li sente un impresario teatrale di Roma, che l'indomani<br />
ottiene per loro un provino al Piper Club.<br />
Ma l'audizione nel prestigioso locale romano, rischia di saltare, ancor prima<br />
d'incominciare. Al Piper non c'è il pianoforte!<br />
dicono alcuni ragazzi, lì presenti, perché, aggiungono:<br />
<br />
Ma per effettuare la prova, per i ragazzi di Piazza Padella quello strumento è indispensabile.<br />
La richiesta appare alquanto presuntuosa, se si considera che, a farla è una band sconosciuta<br />
che spera di suonare nel locale più importante d'Italia.<br />
Dopo un grottesco tira-molla, lo stesso impresario che li ha ascoltati la sera prima,<br />
decide di noleggiare un pianoforte, a proprie spese. Giusto il tempo del provino.<br />
Quando finalmente inizia l'audizione, i proprietari sono talmente impressionati dal<br />
loro sound "sconosciuto" - rock e rhythm & blues, condito di preziosismi scenici - che<br />
vorrebbero farli debuttare al Piper, quella sera stessa.<br />
Ma i ragazzi sono in Italia soltanto per una breve vacanza. Il 15 agosto dovranno trovarsi a<br />
Colonia. In Germania li attendono impegni, ancora per diversi mesi.<br />
Il desiderio di suonare in Italia, però, è veramente grande!<br />
Finalmente, dopo tanti anni trascorsi all'estero, si presenta l'occasione giusta per tornare a<br />
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casa.<br />
Venerdì, 6 agosto 1965. Quel pomeriggio, sconosciuti in Italia, i ragazzi di Piazza<br />
Padella firmano due contratti con la direzione del Piper Club.<br />
Il primo riguarda il mese di settembre, l'altro, quello di gennaio 1966.<br />
Il debutto italiano al Piper Club rappresenta una vetrina molto importante.<br />
Per lo stile personale e la disinvoltura sulla scena, la band avrà un successo sorprendente.<br />
Alberigo Crocetta, uno dei proprietari, è talmente entusiasta di loro, che si offre di fare il<br />
manager, in esclusiva.<br />
Convinto e determinato, come tanti lo conoscono, assicura:<br />
<br />
Intendendo iniziare con essi un esclusivo progetto discografico.<br />
Ma il giorno prima, forse avventatamente, i ragazzi hanno firmato un contratto che li lega<br />
per tre anni con un'altra casa discografica.<br />
La cosa non viene digerita troppo bene da chi aveva in mente tutt'altri progetti per loro...<br />
Appena qualche mese dopo chi si era proposto come produttore, lancerà in "grande<br />
stile", una ragazzetta il cui unico pregio è, quello di frequentare ogni sera il Piper Club.<br />
Quella "ragazzetta" in seguito diventerà, Patty Pravo!<br />
... Mentre i ragazzi di Piazza Padella non saranno più chiamati a suonare al Piper Club.<br />
In breve tempo, comunque, diventano uno dei complessi più richiesti.<br />
Le serate si susseguono senza sosta, da un capo all'altro della penisola.<br />
Partecipano a diverse trasmissioni televisive.<br />
Il loro primo disco "Goodbye my love", appena inciso, entra subito in classifica, malgrado<br />
l'assurda censura della RAI: "troppo urlato"!<br />
Saranno l'attrazione di una lunga tournée, nei migliori teatri del Nord Italia, che<br />
partendo dal Teatro Nuovo di Milano, si concluderà all'Ariston di Sanremo.<br />
Per inadempienze contrattuali, dopo un anno, riescono a svincolarsi dalla casa<br />
discografica che li aveva "bloccati" la sera stessa del debutto in Italia.<br />
Nell'autunno '66 firmano con la CBS Italiana!<br />
Sembra fatta!...<br />
Ma anche i dirigenti CBS, com'è di moda in quel tempo, impongono di incidere successi<br />
stranieri, cantati in italiano.<br />
A loro tocca "La Bambolina che fa no-no-no". Una canzone che non li rappresenta e che<br />
incidono senza entusiasmo.<br />
Purtroppo, anche il disco successivo dovrà essere l'ennesima copiatura di una hit straniera.<br />
I ragazzi hanno in repertorio canzoni proprie, che la CBS rifiuta di produrre.<br />
Per questo motivo, dopo nemmeno due mesi, interrompono ogni rapporto con la CBS<br />
Italiana.<br />
Tornano alla vecchia casa dove, finalmente, potranno decidere le canzoni da registrare.<br />
All'inizio del '67 incidono "Black Time". Una loro composizione.<br />
Il disco, in puro stile rhythm & blues - una novità per il mercato italiano -, è accolto molto<br />
bene, sia dal pubblico, che dalla stampa.<br />
A Radio Montecarlo - la prima, vera, emittente giovane - sarà una delle canzoni più<br />
gettonate.<br />
8
In quella stessa primavera Black Time viene presentata al Festival dei complessi di<br />
Rieti, dove sono presenti tutti i migliori gruppi italiani.<br />
A giugno del '67, con la stessa canzone, partecipano al 6° Cantagiro, che, per la<br />
prima volta, in una manifestazione nazionale di grande livello, vede in gara anche i<br />
complessi, tipo: Nomadi, Camaleonti, Ribelli, Mal con i Primitives, Giganti, Dik Dik...<br />
Secondo Fabrizio Zampa, inviato di "Big" - settimanale di musica, più quotato - gli<br />
interpreti di "Black Time" sono la migliore band del Cantagiro.<br />
Quella stessa estate "Black Time" raggiunge i primi posti delle classifiche.<br />
Soltanto l'anno dopo, nel '68, il gruppo inciderà un altro disco: una struggente canzone<br />
soul-blues, dal titolo "Ti rivedrò tra gli angeli".<br />
La favola della mia band, iniziata nel 1958, si conclude a sorpresa, il 6 gennaio 1969.<br />
Quando la nostra età media è di soli ventiquattro anni...<br />
9
Tutta la storia in cinquantuno capitoli<br />
(Il perché di una scelta)<br />
Come trailer di questo libro, ho pensato di riportare per intero i capitoli 14 e 15.<br />
E' da essi, che ho avuto l'ispirazione per il titolo "Kaffee Regina": il locale dove nel 1960,<br />
ho debuttato con la mia band, a Francoforte.<br />
Questa città, come Dusseldorf e Amburgo, avrà un ruolo importante in tutta la storia.<br />
A Francoforte la vita ci mette subito a dura prova, perché ha in serbo per noi<br />
situazioni d'inaudita criticità.<br />
Ma è proprio in questa città che, talento e forza di volontà, avranno il sopravvento su tante<br />
avversità e dove, subito dopo l'"Esame Regina", inizia la metamorfosi, non soltanto artistica,<br />
dei ragazzi cresciuti in Piazza Padella.<br />
Nei tredici capitoli iniziali, c'è uno spaccato legato al vivere quotidiano delle famiglie<br />
di operai, che negli anni '50 - ricordati come "Dopo Guerra" - abitano nella provincia<br />
italiana.<br />
E' proprio da un piccolo paese del viterbese - Montalto di Castro - che ha inizio la nostra<br />
storia.<br />
Nei capitoli che seguono, c'è il compendio della stessa avventura, durata undici anni,<br />
gran parte di cui trascorsi all'estero.<br />
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Gelo dentro e fuori.<br />
Capitolo 14<br />
Francoforte, 1° ottobre 1960:<br />
Ragazzi allo sbaraglio.<br />
Dopo un estenuante viaggio affrontato con la consapevolezza che, comunque,<br />
all'arrivo si sarebbero trovati di fronte a mille difficoltà, i ragazzi partiti da Civitavecchia il<br />
giorno prima, a metà mattina del primo ottobre 1960, giungono alla stazione centrale di<br />
Francoforte.<br />
Fa molto freddo.<br />
L'impatto con la Germania non poteva rivelarsi più ostile.<br />
Rispetto al clima mite di fine settembre che si sono lasciati alle spalle, l'atmosfera<br />
gelida che li accoglie, rappresenta la giusta cornice di tutta la situazione: semplicemente<br />
gelida!<br />
Eccoli qui i "conquistatori"! Sono spaesati e infreddoliti, con il morale a terra e le<br />
tasche vuote. Stanno andando incontro a un futuro ignoto, che promette soltanto avversità.<br />
Le valigie gonfie d'aspettative stanno lì per metterli in guardia che, quello appena<br />
concluso, potrebbe essere soltanto l'inizio di un viaggio senza speranza!<br />
I sogni... sognati con tanta eccitazione, nelle torride giornate di un'estate montaltese<br />
gravida di promesse, ora giacciono ammucchiati sul marciapiede di quella stazione, fredda e<br />
indifferente.<br />
Nella cucina della modesta casa di <strong>Mario</strong> e Santino, in Piazza Padella, dove si<br />
facevano le prove, tra pentole e strumenti musicali, con l'odore di sugo e minestrone, forse,<br />
l'entusiasmo per la lunga tournée è cresciuto troppo in fretta.<br />
Ora, a turno, sono costretti a fare la guardia a quella montagna di roba, affinché i<br />
sogni non svaniscano definitivamente.<br />
Tutto quello che possiedono, si trova su quel marciapiede.<br />
E' lo stesso dove, dal profondo Sud dell'Italia, continuano ad arrivare, senza sosta, illusione<br />
e disperazione, ricoperte di povertà. Sono gli emigranti, con le loro valigie di cartone, legate<br />
con lo spago.<br />
Il tempo altera la realtà.<br />
Rivivere quei momenti, dopo più di mezzo secolo, non è semplice da raccontare.<br />
Le generazioni si susseguono. Gli stili di vita cambiano velocemente e in maniera radicale.<br />
Ogni confronto generazionale, con il passato, risulterà, sempre inconcepibile, rispetto<br />
all'attualità.<br />
Cinquant'anni fa, le famiglie che avevano il televisore, il frigorifero, il telefono e altri<br />
elettrodomestici in casa, erano ben poche.<br />
Ormai sono diversi anni che nelle case vi sono televisori panoramici in ogni stanza.<br />
Tutti hanno il telefono cellulare e sono parecchi quelli che ne hanno anche più di uno.<br />
Persino i bambini delle elementari vanno a scuola con il proprio telefonino.<br />
Poi c'è il computer: basta premere un tasto e ti puoi collegare con il mondo intero.<br />
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Tutto questo e molte altre comodità, a quell’epoca era pura fantascienza!<br />
I decenni passano veloci. Filtrano e stravolgono indiscriminatamente le stagioni del<br />
tempo. La realtà che ne deriva, assume una fisionomia completamente diversa, anche,<br />
soltanto da un anno all'altro.<br />
Germania, 1960.<br />
La Seconda Guerra Mondiale, con tutti i suoi tragici risvolti si può considerare<br />
veramente conclusa, soltanto da poco più di dieci anni.<br />
Tracce di macerie, provocate dai bombardamenti aerei, se ne vedono ancora tante.<br />
In Italia ma, ancora di più in Germania, diverse città sono state letteralmente rase al suolo.<br />
La situazione più difficile la vivono tutti quei poveracci che sono costretti a emigrare<br />
in paesi stranieri, per guadagnare qualche soldo e tornare a vivere umanamente.<br />
Anche se i ragazzi di Piazza Padella, non sono partiti dall'Italia come tanta povera<br />
gente, per andare a lavorare in fabbrica, di fatto, sono considerati emigranti come la gran<br />
parte della manovalanza che arriva dal profondo sud dell'Italia.<br />
E purtroppo, dalla maggior parte dei tedeschi, anche loro sono trattati da “italiani”, cioè, con<br />
tanta diffidenza. A volte, persino con disprezzo!<br />
Taluni, addirittura, quando ti sentono parlare e captano che sei italiano - per i tedeschi la<br />
nostra lingua è inconfondibile - ti provocano in qualsiasi maniera, all'aperto o al chiuso, non<br />
fa differenza. E se osi alzare la testa, rischi che ti riempiano di botte!<br />
I Ragazzi di Piazza Padella per evitare grane, spesso sono costretti a spacciarsi per<br />
spagnoli...<br />
Sia, sul fronte italiano, che su quello tedesco, non si può dire che si sia ancora<br />
affievolito l'odio reciproco, nato e ingigantitosi proprio durante, e in conseguenza del<br />
conflitto tra i due popoli.<br />
Tant'è che, purtroppo, all'ingresso di alcuni locali pubblici tedeschi, puoi ancora trovare la<br />
scritta: “Vietato l'ingresso ai cani e agli italiani”.<br />
Incredibile! Ma tremendamente vero! Questa era l'atmosfera di quei tempi!<br />
Nella civilissima e democratica Repubblica Federale Tedesca di oggi, in quegli anni,<br />
l'odio razziale e il forte risentimento nei confronti dell'Italia erano molto sviluppati e<br />
purtroppo, anche eccessivamente manifestati.<br />
Come già detto: il trascorrere dei decenni, “oggi” rende inverosimile la realtà di un<br />
tempo, poi non così lontano...<br />
Che fare?<br />
Enzo Galli, che del gruppo è il più anziano e anche il più temerario, fa di tutto per<br />
risollevare un po' il morale alla truppa.<br />
Particolare attenzione rivolge a Santino e Gianni.<br />
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Sono ancora dei ragazzini e non sarebbero potuti espatriare, se non se ne fosse assunto la<br />
responsabilità di tutore, quale unico maggiorenne del gruppo, registrandoli sul suo<br />
passaporto.<br />
Come previsto, le cose non si mettono affatto bene, fin dall'arrivo a Francoforte.<br />
Inutilmente si fanno tentativi per avere qualche contatto con l'impresario tedesco, che<br />
dovrebbe dare spiegazioni, in merito all'inatteso annullamento del contratto, che così tante<br />
attese aveva fatto nascere nei ragazzi. E ora li costringe in questa situazione di grande<br />
disagio.<br />
.<br />
Si augurano i ragazzi, prima che la "sconosciuta" arrivi davvero...<br />
Whio Franck, l'agente teatrale responsabile di tutta la situazione, risiede ad<br />
Amsterdam e non è pensabile andarlo a cercare, per potergli parlare direttamente e avere dei<br />
chiarimenti.<br />
Ed eventualmente, con quali risultati?<br />
Fra telefonate andate a vuoto, e quel poco che è stato speso per mangiare - sempre le<br />
cose più scadenti - è arrivato troppo in fretta il momento cruciale che si temeva: sono finiti i<br />
soldi!<br />
Gli ultimi Pfennig sono stati spesi da Kaufhof, per cinque Brotchen - panini - e un<br />
pezzo di formaggio. Questo, alla fine, sarà motivo di una feroce disputa... all'ultima mollica.<br />
“L'ultima cena”!<br />
E sono in Germania soltanto da un giorno...<br />
La madre di tutte le sofferenze.<br />
Cinque ragazzi stanno pagando a caro prezzo, le conseguenze di un'azione,<br />
incredibilmente mal congegnata.<br />
C'è il rischio che anche le rispettive famiglie, tenute prudentemente all'oscuro dei fatti, ne<br />
possano venire coinvolte emotivamente.<br />
A un genitore potrebbe venire un accidenti, nel sapere un figlio in certe situazioni.<br />
Arrivano i sensi di colpa. Ci si accusa a vicenda.<br />
Pentimento generale, tristezza e paura sono il risultato di una decisione tribolata e, allo stato<br />
delle cose, sicuramente avventata!<br />
.<br />
Piagnucola Santino, quattordici anni, il più piccolo della compagnia.<br />
Non si parla il tedesco. Non si conosce nessuno. Non ci sono più soldi. Non ci sono<br />
prospettive di lavoro. E non si ha un posto, dove dormire.<br />
Ha ragione Santino: era meglio se non si partiva!<br />
Fare la guardia ai bagagli e agli strumenti, ti costringe a dormire all'aperto, sui<br />
marciapiedi della stazione, con il freddo che non si riesce a contrastare.<br />
E ti dice bene se la polizia ancora non ti ha scoperto a vagabondare, senza fissa<br />
dimora.<br />
13
Vagabondando... vagabondando... forse è già passata una settimana.<br />
Si è persa completamente la cognizione del tempo.<br />
Ormai sono troppi giorni, che non si mette qualcosa di decente sotto i denti.<br />
Purtroppo, è in arrivo la nemica più pericolosa.<br />
Quella capace di annientare ogni facoltà cognitiva, che metterà duramente alla prova, la già<br />
difficile condizione fisica e psichica dei ragazzi di Piazza Padella: la fame!<br />
La madre di tutte le tribolazioni, con cui se la dovranno vedere cinque ragazzi della<br />
provincia italiana, trapiantati in un paese straniero, apparentemente, tanto inospitale.<br />
E' la più brutta esperienza che si possa immaginare. Insopportabile!<br />
Quel briciolo di ragione che ancora permane nelle loro teste, fortunatamente riesce a<br />
prevalere sull'istinto animalesco di commettere azioni inconsulte, che potrebbero portare a<br />
conseguenze molto pericolose.<br />
E' una situazione completamente sconosciuta, e per questo, ancora più difficile da<br />
riuscire a tenere sotto controllo.<br />
L'idea di "prendere" di nascosto qualcosa da mangiare in un supermercato, è<br />
tentatrice... ma sarebbe un furto! Il solo pensiero li terrorizza.<br />
La fame caccia il lupo dalla tana.<br />
I ragazzi di Piazza Padella, figli di semplici operai, sono cresciuti, prima che<br />
all'Oratorio, alla "Scuola dell'Onestà", caparbiamente inculcata dai rispettivi genitori.<br />
Per attenuare la fame, e poter comprare qualcosa da mangiare, sarebbero tentati a<br />
chiedere un aiuto ai passanti, mediante qualche sonatina per la strada, nei pressi della<br />
stazione.<br />
Basterebbe soltanto <strong>Mario</strong>, con la sua fisarmonica... chissà? Magari insieme a un po' di<br />
spiccioli, potrebbe arrivare anche qualche proposta di lavoro.<br />
E' talmente bravo...<br />
nella parte bianca del gambo, che sembra più promettente, dà il via libera anche per altre<br />
qualità di verdure. Bisogna pur variare il menù!<br />
... E allora, non visti, sradicano da terra quanta più erba possibile.<br />
Nascosti dietro una siepe, dopo una sommaria pulizia, strofinando interi ciuffi sul cappotto,<br />
per togliere le impurità più grosse, inizia il banchetto.<br />
La "tranquilla" cicoria e l'altro tipo di verdura, dall'aspetto "incerto", vengono divorate sul<br />
posto. Crude! Come le capre.<br />
All'inizio, risultano decisamente sgradevoli. Da vomitare... ma dopo un po', quel sapore<br />
sconosciuto e rivoltante... è diventato accettabile.<br />
Si sentono tanto "Neanderthal"...<br />
Dal momento, che la cosa si racconta, evidentemente quell'erba mangiata cruda, nei<br />
giorni della fame a Francoforte, tutto sommato, non ha prodotto grandi effetti deleteri.<br />
E' andata bene!<br />
Nessuno in seguito ha manifestato diarrea, né accusato alcun principio di avvelenamento.<br />
Soltanto <strong>Mario</strong> Rocchetti ha avuto qualche problema allo stomaco, ma semplicemente per il<br />
fatto di averne ingoiata troppa.<br />
Senza volerlo, ci siamo purgati.<br />
Il "foglio di via".<br />
Giuseppe Moscaroli - il pianista - data la sua ottima condizione familiare, se fosse<br />
partito con loro, avrebbe assicurato un po' di "ossigeno" in quei giorni di sofferenza.<br />
Purtroppo, per motivi di studio, dovrà rimanere in Italia fino al 15 ottobre.<br />
Nei patti, avrebbe dovuto raggiungere il gruppo, il 16 ottobre.<br />
Ma con un contratto in piedi!<br />
Purtroppo, nella situazione che si è creata, si dovrà rinunciare anche all'ipotesi di un<br />
rifornimento, a breve termine, da parte sua.<br />
Addio, scialuppa di salvataggio!<br />
Piuttosto...<br />
Italiano, per chiedere il mortificante rimpatrio, con il "foglio di via".<br />
In Germania, è finita! E' sfumato il sogno tedesco. Si torna a casa!<br />
In questo caso, calza alla perfezione un detto che si usa dalle parti di Civitavecchia:<br />
Sono a terra. Completamente scoraggiati e demotivati. Sono sfiniti.<br />
Piuttosto, avrebbero bisogno di un medico e anche di un sostegno psicologico.<br />
Tanto per non sembrare scortesi, verso chi si dimostra così generoso, acconsentono a<br />
tentare l'"ultima carta".<br />
Il sentimento patriottico di quei lavoratori è da libro Cuore.<br />
Per quello stesso pomeriggio, due di loro che "si presentano" un po' meglio, riescono<br />
a ottenere il consenso per una prova, presso il "Tanz Kaffee Regina". Il locale notturno più<br />
famoso di Francoforte!<br />
Evidentemente, quei nuovi amici - gente mai vista prima - sono stati convincenti oltre<br />
le migliori aspettative.<br />
Quando si dice: opera di persuasione all'italiana...<br />
Quegli uomini hanno avuto certamente un bel coraggio a garantire personalmente,<br />
circa le loro qualità artistiche, pur non conoscendoli e, soprattutto, senza averli mai sentiti<br />
suonare.<br />
Evidentemente spinti da "amor patrio", si sono fidati del loro aspetto di bravi ragazzi, e<br />
quindi, hanno creduto alla loro storia.<br />
O, semplicemente, ne provano una gran pena...<br />
Per effettuare la prova, i ragazzi non dovranno pensare a niente! Dovranno soltanto<br />
cercare di essere più in forma possibile!<br />
A trasportare gli strumenti, dalla stazione al Regina, che dista all'incirca un<br />
chilometro, provvederanno gli amici stessi.<br />
Nessuno ha la macchina, ma le loro braccia da operai sono più di una garanzia.<br />
In men che non si dica, tutto viene trasportato e schierato all'interno del locale<br />
Uno di loro, invece, resterà a guardia del resto dei bagagli che, altrimenti, durante la prova,<br />
rimarrebbero incustoditi sul marciapiede della stazione.<br />
Che organizzazione!... Che dimostrazione di patriottismo!...<br />
Ma la resistenza fisica di <strong>Mario</strong> e di tutti gli altri, è arrivata alla frutta...<br />
Quelle persone sono molto generose.<br />
Purtroppo, non saranno un panino e una tazza di caffè a ripristinare lo stato fisico e mentale<br />
dei ragazzi.<br />
Ormai in balia di chiunque voglia decidere per loro, hanno perso completamente il senso<br />
della realtà.<br />
Data la condizione fisica, che a malapena li fa reggere in piedi, hanno chiaro in testa<br />
una sola cosa: il tonfo che di lì a poco, darà la botta finale a quella situazione incresciosa.<br />
Non è pensabile poter suonare in quello stato. Le mani che tremano per la debolezza<br />
e il respiro non è più lo stesso. La testa, poi, sta tutta da un'altra parte...<br />
La situazione è tutta all'opposto, di quanto dovrebbe essere, prima di un esame come quello.<br />
<br />
Si chiedono frastornati, con la testa che frulla...<br />
.<br />
17
Qualcosa di familiare<br />
Capitolo 15<br />
Francoforte, 10 ottobre 1960:<br />
La "Prova Regina"<br />
Sembra passato un secolo, dall'ultima volta che hanno calpestato la morbida<br />
moquette di un locale notturno.<br />
Adesso, come in un sogno, ne rivivono l'ambiente ovattato, così accogliente.<br />
Dopo alcuni mesi torna quella piacevole sensazione che si prova, tutte le volte,<br />
entrando in un night club deserto: quel caro, stantio, odore di chiuso.<br />
... Roma... Stoccolma... Francoforte... in Italia o in qualsiasi altro posto. Ovunque!<br />
Sempre lo stesso, gradevole disgusto!<br />
Tutto ciò che resta in ogni locale notturno, delle montagne di sigarette che, puntualmente, lì<br />
dentro se ne vanno in fumo, ogni notte.<br />
Il bellissimo Tanz Kaffee Regina di Francoforte non sfugge a questa regola.<br />
Anche qui l'odore acre ormai s'è impregnato sulle pareti e su tutta la tappezzeria.<br />
Quello veramente nauseabondo, invece, proviene dal fondo dei posacenere, sempre svuotati,<br />
ma mai lavati. Poi, grazie all'impiego di tanto deodorante, i cattivi odori saranno<br />
neutralizzati. Fino a che il ciclo non riprenderà, quando l'ambiente sarà nuovamente invaso,<br />
dal fumo nuovo... di tante altre sigarette!<br />
Tutto il mondo è paese!<br />
Dopo giorni di spaesamento, in questa città che sembra non gradirli, finalmente trovano<br />
qualcosa di familiare.<br />
Come Paperon de' Paperoni, che definisce il tintinnio delle sue monete, "delizia per le<br />
mie orecchie", così i nostri ragazzi, riferendosi al tipico fetore da locale notturno, vuoto,<br />
rivivendolo dopo parecchio tempo diranno:<br />
.<br />
Che tradotto, potrebbe voler dire:<br />
.<br />
Come pesci fuor d'acqua.<br />
I ragazzi restano soggiogati dall'esagerata eleganza del Kaffee Regina, che a prima<br />
vista, appare come il locale più bello, fra tutti quelli conosciuti fino a quel momento.<br />
L'ambiente così raffinato li imbarazza, perché rende ancora più evidente il loro stato, anche<br />
se momentaneo, di giovani in difficoltà.<br />
si chiedono smarriti.<br />
Sono talmente stanchi, che l'unica cosa sarebbe, rimettersi alla ricerca del Consolato...<br />
Al centro della sala, un grande spazio circolare sul quale piovono decine di fari, oltre<br />
che per ballare, dovrebbe fungere anche da pista dove si svolgono i numeri d'attrazione.<br />
Dalla parte opposta - per chi entra – si notano le attrezzature complete di due orchestre,<br />
ognuna delle quali occupa circa la metà di un'unica grande pedana rettangolare: una a destra<br />
18
e l'altra a sinistra. Sulle casse delle rispettive batterie, a grandi caratteri, se ne possono<br />
leggere i nomi. Su una c'è scritto "I Paladini", sicuramente sono italiani. Sull'altra invece si<br />
legge "Los Gatos Negros", probabilmente si tratta di spagnoli.<br />
Ci si attendeva un locale deserto, considerando il carattere privato dell'audizione,<br />
invece sono presenti, un sacco persone.<br />
Una dozzina di queste sono gli orchestrali dei due complessi, raggruppati separatamente.<br />
I volti sono tesi e parlano poco. Non si accorgono o fanno finta di non vedere i nuovi<br />
arrivati. Fumano come turchi.<br />
Il personale del locale è facilmente identificabile, in quanto, alle prese con alcune delle<br />
consuete mansioni pre-serali. Si chiamano l'un l'altro ammiccando ironicamente in direzione<br />
dei ragazzi di Piazza Padella e dei loro accompagnatori.<br />
Il resto, a giudicare dall'abbigliamento un po' bizzarro e i modi teatrali, piuttosto snob,<br />
sicuramente sono "artisti". Sono contornati dall'immancabile codazzo di pseudo coreografi,<br />
fidanzati, amichetti e accompagnatori vari. Hanno tutti un'aria piuttosto scocciata!<br />
Poi, naturalmente, ci sono i proprietari o forse si tratta dei rappresentanti la direzione del<br />
locale. E' con essi, che dovrebbero aver preso accordi i due nuovi amici italiani.<br />
L'attesa è febbrile.<br />
Come se a esibirsi debba essere la Filarmonica di Vienna. Invece...<br />
Bisogna, semplicemente fare un test, per accompagnare alcuni numeri di varietà.<br />
Quando i signori proprietari si trovano davanti quei ragazzini, che dovrebbero<br />
rappresentare i musicisti degli spettacoli serali in scena al Kaffee Regina, senza tanti<br />
complimenti, manifestano platealmente la propria delusione.<br />
Ce l'hanno soprattutto con chi, sicuramente, ha esagerato nel descriverne i pregi,<br />
raccomandandoli, probabilmente, senza averli mai ascoltati prima.<br />
Con un locale di prestigio da gestire, oltretutto in piena crisi, la vista di coloro che,<br />
anziché musicisti, sembrano barboni usciti fuori da un cassonetto dell'immondizia, fa<br />
esplodere nei titolari quel risentimento, forse mai sopito, che non esclude una certa antipatia<br />
razziale:<br />
<br />
Pressappoco, questo dev'essere stato il senso della frase, che per fortuna i ragazzi, non<br />
conoscendo il tedesco, sicuramente non hanno capito.<br />
Però... il dito indice portato alla tempia, rivolto a chi li ha accompagnati, quello sì, è stato<br />
più che eloquente! E nel caso non se ne fosse ben compreso il significato, pieni di rabbia<br />
aggiungono pure:<br />
<br />
"Accidenti agli Italiani... sempre gli stessi!"<br />
...Quanto a considerazione da parte tedesca, in quell'epoca, gli italiani se la potevano<br />
pure scordare!<br />
Sono gli orchestrali del complesso italiano a spiegare il motivo di tanta tensione.<br />
Il buon nome del Regina rischia di essere compromesso, perché da una decina di giorni gli<br />
artisti non riescono a eseguire i propri numeri d'attrazione, in maniera accettabile.<br />
Nessuna delle due orchestre, infatti, è in grado di accompagnare gli artisti nei loro<br />
numeri d'attrazione, vero punto di forza del locale, com'è reclamizzato sulle locandine<br />
sparse per la città.<br />
19
.<br />
E' l'amara considerazione dei ragazzi di Piazza Padella, consapevoli di non appartenere a<br />
quella categoria di musicisti.<br />
Purtroppo, ciò significa, che, quel piccolo barlume di speranza, circa la possibilità di poter<br />
lavorare, che per qualche attimo li aveva illusi, ora sta inesorabilmente per svanire.<br />
Per svolgere il lavoro del "varietà", è necessario aver fatto tanta esperienza, ma<br />
soprattutto, è indispensabile saper leggere la musica "a prima vista"!<br />
I ragazzi un po' d'esperienza l'hanno fatta - anche se non direttamente - al Florida di<br />
Roma, quando però, loro svolgevano la funzione di complesso da ballo.<br />
Si alternavano, nel corso delle serate, con un'orchestra di ottimi musicisti "mestieranti",<br />
molto più anziani, specializzata nell'accompagnare i numeri di varietà.<br />
Quanto all'eventualità di leggere la musica "a prima vista"...<br />
.<br />
E' grosso-modo ciò che stanno pensando tutti i presenti, giudicando a priori i nuovi venuti,<br />
in base al loro aspetto, in quel momento, certamente non professionale.<br />
Il problema è tutto lì: il Kaffee Regina ha urgente bisogno di un'orchestra di<br />
professionisti per quel settore dello spettacolo e purtroppo, i ragazzi di Piazza Padella,<br />
troppo giovani, non hanno mai suonato "musica da varietà".<br />
E allora?...<br />
Gli artisti - come qualche volta capita, non per colpa loro - temono addirittura in una<br />
riduzione dell'ingaggio pattuito. Così come i camerieri e tutto il personale, se il locale non<br />
riparte.<br />
In quell'occasione, la possibilità che un nuovo complesso potesse far uscire<br />
dall'empasse il Kaffee Regina, dopo giorni di stress, forse era attesa con eccessivo<br />
ottimismo.<br />
Purtroppo, alla vista di quei ragazzini, gli artisti si sentono come presi in giro.<br />
Con disappunto decidono che non vale nemmeno la pena effettuare una prova, perché,<br />
secondo loro, sarebbe inutile e farebbe soltanto perdere tempo. Magari, innervosendoli<br />
ancora di più... quindi: ognuno è libero di andarsene!<br />
In balìa di un totale vuoto mentale, i ragazzi di Piazza Padella non accennano alcuna<br />
reazione.<br />
Chissà in quel momento a cosa stanno pensando, in un ambiente così ostile nei loro<br />
confronti...<br />
La disperazione non conosce dignità<br />
Al Kaffee Regina di Francoforte sta per andare in scena una sorta di sceneggiata<br />
napoletana.<br />
A renderla assolutamente originale, è il pittoresco risultato di "poco tedesco", condito con<br />
tanto dialetto campano. Si tratta degli "sponsor" che, supplicando, cercano di convincere i<br />
proprietari, affinché concedano a quei ragazzi, almeno, la possibilità di una piccola prova.<br />
Fanno rilevare.<br />
Ma, constatando la realtà - spinti dal senso di pena per dei compatrioti in difficoltà - temono<br />
20
di essere stati un po' troppo generosi nel descriverne le qualità artistiche... a scatola chiusa.<br />
Ad ogni modo la direzione è irremovibile:<br />
.<br />
Enzo Galli - il batterista - come i suoi colleghi, conosce solo un paio di parole<br />
tedesche.<br />
Dato il suo carattere, come di "uno che non si arrende mai", con un'accorata mimica e un<br />
miscuglio incredibile di italiano-tedesco-napoletano, da fare invidia ai più noti personaggi<br />
della commedia partenopea, si inginocchia davanti ai proprietari del locale, implorando a<br />
mani giunte:<br />
.<br />
Enzo è fenomenale!<br />
Tira fuori tutta la sua vitalità di napoletano "quasi verace", rivelandosi un campione della<br />
sceneggiata. Anche se, purtroppo, non si tratta semplicemente, di "interpretare" una<br />
sceneggiata... perché, in questo caso, c'è di mezzo la fame!<br />
Mettendo da parte la dignità, alla fine Enzo riesce... se non proprio a commuovere,<br />
sicuramente a far sì che i proprietari finalmente concedano, anche se per compassione,<br />
quell'opportunità così fortemente implorata.<br />
L'atmosfera è pesante.<br />
Una quindicina di persone si è radunata ai bordi della grande pista. Sono gli artisti.<br />
Stanno tutti lì, in abiti borghesi, pronti per quella che, anziché un'audizione concordata,<br />
assomiglia più a una sfida, impari, tra parti ostili.<br />
Da un lato ci sono i ragazzi di Civitavecchia e Montalto di Castro, "imbarazzati" dal<br />
nervosismo che manifestano, dall'altro lato, gli artisti "internazionali".<br />
Si tratta di ballerine e ballerini; una coppia di acrobati; un anziano fantasista e un giocoliere<br />
con la propria aiutante; l'immancabile mago-prestigiatore con la sua valletta e un Tizio che<br />
dovrebbe fungere da presentatore-animatore.<br />
Dulcis in fundo, un po' in disparte, c'è anche la soubrette: una donna dalla bellezza<br />
stratosferica!<br />
Sicuramente si tratta della principale attrazione del Kaffee Regina, dal momento che l'atrio e<br />
le vetrine esterne, abbondano di locandine che la ritraggono in alcune pose artistiche...<br />
praticamente nuda.<br />
E' senz'altro la donna più bella mai vista prima di allora!<br />
L'atmosfera è alquanto tesa. Nessuno degli artisti sembra voler far niente per<br />
nascondere lo stress dovuto a un'alzataccia fuori programma e per essere costretti a degli<br />
straordinari non previsti sul contratto.<br />
Dalle facce sembra che dicano:<br />
.<br />
Per metterne alla prova la validità, come primo tentativo, decidono di far scendere in<br />
pista i ragazzi del balletto classico. Probabilmente perché, dal punto di vista musicale, si<br />
tratta del numero più difficile.<br />
.<br />
Devono aver pensato tutti quanti.<br />
Purtroppo le basi musicali, essenziali per qualsiasi forma di spettacolo, saranno in<br />
arrivo soltanto tra una ventina di anni. Fino a quel momento ci si doveva affidare,<br />
unicamente, alla maestria dei musicisti...<br />
Il coreografo del numero di danza classica sembra il gemello di Don Lurio, biondo.<br />
Con la differenza che è platealmente petulante e indisponente.<br />
Non gli va bene niente! La sua voce stridula, da "checca", prevale su tutte le altre.<br />
Tiene in mano uno spartito musicale, che sbandiera, come se volesse usarlo per scacciarci le<br />
mosche.<br />
Zompettando avanti e in dietro per la pista, non fa altro che aumentare la tensione, già fin<br />
troppo elevata. Parla da solo!<br />
Peggio di una cornacchia, sgrana, una dietro l'altra, una cascata di parole tedesche, che...<br />
sembra di stare a una gara di scioglilingua.<br />
"Don Lurio" conosce un po' d'italiano. Tutto all'infinito.<br />
Inveisce contro i nuovi arrivati, nemmeno fossero loro i responsabili di quella situazione.<br />
<br />
Li apostrofa, squadrandoli con sdegno, come se avessero la lebbra.<br />
Due ragazze e due ragazzi, in abiti borghesi, ma con tanto di scarpette di raso ai<br />
piedi, fanno stretching al centro della pista, in attesa della musica. Sono i ballerini classici.<br />
22
Il coreografo che li dirige, consegna quello spartito-ventaglio a <strong>Mario</strong> - ex<br />
fisarmonicista, passato al vibrafono - che lo analizza con attenzione.<br />
Leggendo le note una per una come se si trattasse di un giornaletto di Topolino e<br />
ondeggiando la testa a destra e sinistra, ne sussurra il motivo a bocca chiusa, annuendo<br />
come se ricevesse degli ordini silenziosi da un'entità invisibile.<br />
Secondo i presenti che lo osservano in silenzio...<br />
.<br />
I colleghi, guardandosi bene dal disturbarlo, aspettano con trepidazione il fischio di chiusura<br />
di quella diagnosi estenuante.<br />
L'unica cosa che riescono a leggere di quella partitura è il titolo: "Divine Fantasy". Una<br />
fantasia di brani classici.<br />
Un sospiro di sollievo!<br />
Finalmente, dal piccolo montaltese arrivano segnali rassicuranti. Quindi:<br />
Magari stanno pensando i presenti, mentre assistono a quelle evoluzioni, come se fossero<br />
stati folgorati da una scarica elettrica.<br />
E' d'obbligo, per <strong>Mario</strong>, compiere quelle veloci scorribande sulla tastiera, per tentare<br />
di recuperare un po' di scioltezza nelle dita.<br />
Il freddo e i disagi degli ultimi giorni ne hanno, pericolosamente, compromesso le normali<br />
funzioni. Figuriamoci per suonare un brano di musica classica "difficile"...<br />
Inoltre, da due anni, da quando ha formato il complesso, ha trascurato quasi completamente<br />
il suo strumento principale, preferendo il vibrafono, semplicemente perché... va di moda.<br />
Di tutto questo, purtroppo, i suoi colleghi ne sono consapevoli e temono il peggio.<br />
Dopo giorni e giorni che non mangiano, non è la debolezza a far scendere rivoli di<br />
sudore dalla fronte, bensì, il timore che <strong>Mario</strong> non possa farcela...<br />
Francoforte, 10 ottobre 1960: ore 17,00 circa.<br />
Enzo, Gianni e l'altro <strong>Mario</strong> si rivolgono a tutti i Santi del Paradiso, affinché<br />
producano il miracolo.<br />
Tutt'intorno è palpabile l'aria di scetticismo generale, anche se, leggermente mitigata<br />
da quelle saette musicali che stanno rimbalzando da un capo all'altro del locale.<br />
Probabilmente lo "sciogli-dita" con il quale <strong>Mario</strong> sta violentando la sua preziosa Scandalli,<br />
con lo scopo di scaldarsi le mani, sta facendo nascere qualche briciolo di ottimismo.<br />
Anche se così giovane e malandato, nessuno dei presenti immagina di trovarsi<br />
davanti a uno dei migliori fisarmonicisti d'Europa.<br />
Nella sua modesta casa, a Montalto di Castro, in bella vista c'è il prezioso trofeo che<br />
s'è aggiudicato nel Campionato Europeo di Fisarmonica, del 1957.<br />
Con il suo strumento tra le braccia, il piccolo <strong>Mario</strong> sembra un gigante!<br />
Malgrado si renda conto che in quel momento tutte le speranze sono riposte su di lui, o,<br />
paradossalmente, proprio perché non se ne rende conto, sembra del tutto tranquillo e sicuro<br />
di se.<br />
Santino, intanto, accorda la chitarra, in tonalità con la fisarmonica.<br />
Gli altri dovranno rimanere in rigoroso silenzio!<br />
...Ne' batteria, ne' basso... niente! Tutti fermi e zitti, per non "disturbare", neppure con un<br />
fiato, l'esecuzione del "triplo salto mortale con doppio avvitamento"... senza rete: la difficile<br />
prova cui si stanno per cimentare <strong>Mario</strong> e Santino!<br />
Credendo che nessuno li veda, Gianni e <strong>Mario</strong> si girano e si fanno il segno della croce.<br />
Enzo seduto alla batteria con le bacchette strette in mano, guardandosi bene dall'utilizzarle,<br />
per la tensione, a momenti le stritola!...<br />
Adesso tutti i presenti incominciano a pensare che, probabilmente, quei due ragazzini<br />
in rampa di lancio, la musica se la mangiano "a prima vista"!<br />
<strong>Mario</strong> e Santino, super concentrati, sono entrati in un'altra dimensione.<br />
Il padre - il "Lupo Maremmano" - non scherzava mica, giù a Piazza Padella, quando,<br />
come un cane da guardia, li teneva a bada, fino a quando non avessero terminato la loro<br />
dose quotidiana di “solfeggio”. Quattro ore, tutti i giorni! Senza insegnanti. Da soli!<br />
E non c'erano, né santi, né madonne, che potessero impedire quello che, per lui,<br />
rappresentava una vera ragione di vita: i figli dovevano diventare bravi musicisti!<br />
Al grido di una semplice, perentoria, minacciosa e ossessionante incitazione, diventata<br />
24
famosa e, ancora oggi, ricordata in tutta Montalto di Castro:<br />
<br />
La partitura è di quelle toste!<br />
Nelle mani dei due fratelli c'è la sorte del proprio destino e di quello degli altri<br />
ragazzi di Piazza Padella.<br />
I ballerini aspettano che parta la musica, per iniziare il loro numero.<br />
Si tratta di una fantasia tratta da celebri brani di musica classica:<br />
Poeta e contadino, Cavalleria leggera, di Franz Suppé;<br />
La gazza ladra, Guglielmo Tell, di Gioacchino Rossini.<br />
Non s'è badato a spese: si tratta di brani assolutamente impegnativi!<br />
L'arrangiamento è complesso e la tensione altissima!<br />
In sala è calato il silenzio. Anche "Don Lurio" ha smesso di rompere le balle.<br />
"O la va... o la spacca"!<br />
Se dovesse andar male, c'è il "foglio di via".<br />
Tutti a casa! Sconfitti e senza una lira!...E la Germania te la puoi scordare!<br />
"Ma" se dovesse andar bene...<br />
Al momento quest'ultima è un'ipotesi su cui non vale troppo la pena, sperare.<br />
A parte il leggero mormorio di <strong>Mario</strong> e Santino, mentre scrutano la partitura per<br />
mettersi d'accordo sull'esecuzione - di solito per brani molto più semplici occorrono prove<br />
su prove - nel totale silenzio, piombato all'improvviso in sala, l'unica cosa che si distingue, è<br />
quel forte odore stantio di fumo di sigarette, che ha accolto i ragazzi appena entrati nel<br />
locale.<br />
Quando <strong>Mario</strong> parte con la sua Scandalli... quel suono, reso maestoso<br />
dall'amplificazione fornita dai Paladini, fa pensare a un'orchestra sinfonica.<br />
Le bellissime pagine di musica e la classe inaspettata del "piccoletto" rendono l'ambiente del<br />
Kaffee Regina simile a quello di una grande sala da concerto.<br />
I ballerini, come usciti da un incubo, finalmente possono dar sfogo a tutta la loro<br />
passione che per troppi giorni hanno dovuto reprimere.<br />
In perfetta sintonia con i due sorprendenti musicisti, si lasciano travolgere dai capolavori di<br />
Rossini e Suppè, effettuando una prova magistrale.<br />
Tutto a "prima vista"!<br />
Il crescendo "galoppante" che conclude l'ouverture rossiniana e l'intera esibizione,<br />
galvanizza in una ubriacatura generale, tutti quelli che poco prima, avevano palesemente<br />
dimostrato il proprio scetticismo.<br />
Alla fine del numero... un boato!<br />
Il fragore di un applauso spontaneo e le urla di gioia liberatorie che inondano il<br />
Kaffee Regina, arrivano fino giù al Meno (*).<br />
.<br />
E' la parola più bella, che i ragazzi sentono da quando sono in Germania.<br />
Ed è indirizzata proprio a loro.<br />
----------------------<br />
(*) Il Meno è il fiume che bagna Francoforte e scorre non troppo distante dal Kaffee Regina.<br />
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Anche in tedesco ha lo stesso, entusiasmante significato, che in italiano.<br />
La medicina che ci voleva per ridare la carica all'umore avvilito dei ragazzi di Piazza<br />
Padella.<br />
Il gol della vittoria, che vale la salvezza, è arrivato proprio allo scadere dei tempi<br />
supplementari.<br />
All'improvviso i ragazzi di Piazza Padella - brutti, sporchi e invisibili - sono oggetto<br />
di un'esagerata gioiosa attenzione.<br />
Il più scatenato nell'esprimere il proprio entusiasmo, è il coreografo, che solo pochi<br />
istanti prima, si era dimostrato come il più antipatico fra tutti i presenti.<br />
Adesso "Don Lurio", con la teatralità tipica di certi coreografi, quando vogliono<br />
esprimere la propria euforia, con slancio esagerato si getta addosso al piccolo <strong>Mario</strong>,<br />
avvolgendolo in un abbraccio carico d'isterico entusiasmo, senza dargli neppure il tempo di<br />
liberarsi della sua Scandalli.<br />
Il tempo dimostrerà che quell'abbraccio, spontaneo e focoso, non era poi, così tanto<br />
innocente...<br />
Gli amici italiani che si erano prodigati per quella prova, quasi non credono a ciò che<br />
sta accadendo. Sconvolti di meraviglia e pieni d'ammirazione per quei ragazzi, ai quali<br />
avevano semplicemente dato una mano, per compassione, dalla grande gioia, non riescono a<br />
trattenere le lacrime. Parte di quel successo, è anche merito loro.<br />
In un'epoca così lontana, quando una parte del popolo tedesco ci considerava<br />
veramente poco... in quella città così importante e in un luogo di gran classe, finalmente<br />
grazie ai ragazzi di Piazza Padella, è possibile godere per un'incredibile esplosione di<br />
"orgoglio italiano".<br />
I proprietari del locale, che durante la prova erano rimasti in disparte, si sono fatti<br />
largo, e ora stanno davanti a quei ragazzini, con gli occhi sgranati per la meraviglia.<br />
Come se avessero assistito a un miracolo, sono letteralmente, allibiti!<br />
In pochi minuti sono passati, dal fastidio provato alla loro vista, alla voglia che hanno ora<br />
d'abbracciarli.<br />
Finalmente possono tirare un sospiro di sollievo, per la crisi che si sta per allontanare e che<br />
rischiava di compromettere, il prestigio del Kaffee Regina.<br />
Non si capisce con esattezza, cosa dicano, ma dal linguaggio universale dei gesti e<br />
dall'espressione soddisfatta del viso, lasciano intendere, all'incirca:<br />
.<br />
E rivolgendosi agli amici che li avevano raccomandati, affinché traducano, in italiano,<br />
quanto stanno per proporre, aggiungono:<br />
inevitabile il ricorso al Consolato, consente ai ragazzi di Piazza Padella di rimanere in<br />
Germania, per continuare a sognare.<br />
Francoforte, lunedì 10 ottobre 1960: qualche minuto dopo le 17,00.<br />
I complimenti, per quella prova straordinaria che nessuno si aspettava, arrivano<br />
addirittura dai musicisti del complesso i Paladini. Questi poi, dovranno iniziare a smontare<br />
gli strumenti, per lasciare il posto proprio ai nuovi arrivati.<br />
E' triste constatare che, altre persone stanno vivendo un momento difficile, proprio<br />
com'era per loro, soltanto qualche minuto prima.<br />
Malgrado siano reduci da una condizione di estremo disagio, pur nella gioia<br />
inaspettata di una vittoria arrivata in extremis, <strong>Mario</strong> e i suoi colleghi non possono fare a<br />
meno, di provare un certo rimorso per come stanno andando le cose ai colleghi del<br />
complesso torinese.<br />
Paradossalmente, dopo che costoro si sono messi a completa disposizione per agevolarne<br />
l'audizione, sono stati proprio loro a dare la stoccata finale.<br />
Per i Paladini significa, che dovranno fare le valigie e, quel che è peggio tornare in Italia<br />
senza una lira.<br />
Adesso la direzione del Kaffee Regina si dimostra oltremodo gentile e generosa con i<br />
ragazzi di Piazza Padella.<br />
Interpretando, senza troppa fatica, la loro evidente situazione di bisogno, offre un cospicuo<br />
acconto sulle future prestazioni.<br />
Dopo tanti giorni a pancia vuota, quando si sono nutriti soltanto di cicoria cruda e<br />
altre schifezze, finalmente con i primi Marchi si potranno permettere qualcosa di caldo.<br />
Un'abbondante cena, alla tedesca, sarà come un pranzo alla Villa dei Principi (*).<br />
I Paladini invece, rimasti senza lavoro e purtroppo senza soldi, a seguito del loro<br />
licenziamento, non hanno nemmeno la possibilità di acquistare i biglietti per tornare in<br />
Italia.<br />
Grazie all'acconto appena ricevuto e soprattutto al senso di solidarietà tra italiani,<br />
riscontrabile soltanto quando si è lontani dalla Patria, saranno i ragazzi di Piazza Padella ad<br />
offrire ai loro colleghi la possibilità di acquistare i biglietti del treno, per rientrare a Torino,<br />
evitando loro, l'umiliazione del "foglio di via".<br />
Per <strong>Mario</strong> e compagni, invece, c'è l'urgenza di un alloggio.<br />
In quattro e quattr'otto, viene procurata una camera. Si trova all'ultimo piano di un<br />
palazzo, sulla piazza della stazione centrale, quindi, non troppo distante dal locale.<br />
Si tratta, esattamente, di "una" sola camera... anzi, di una cameretta! Per cinque persone e<br />
con un solo letto! Però, matrimoniale...<br />
Sarà soltanto una sistemazione provvisoria.<br />
E' in questo buco che, per qualche giorno, i ragazzi si dovranno adattare, oltre che a<br />
dormire in cinque in un letto, soprattutto a convivere in cinque in un ambiente così piccolo.<br />
Comunque, sempre meglio che dormire sui marciapiedi della stazione! Con il freddo che ti<br />
penetra nelle ossa e il terrore continuo di venire "beccati" dalla polizia.<br />
----------------------<br />
(*) La "Villa dei Principi" è un ristorante di Civitavecchia, famoso per la sua ottima cucina.<br />
27
Nella piccola stanza c'è anche il riscaldamento!<br />
Comunque, la cosa più chic, è rappresentata da un piccolo bagno con l'acqua calda, che si<br />
trova nel corridoio.<br />
Una bella doccia è quello che ci vuole per ritrovare il senso di una vita normale.<br />
Improvvisamente, sembra di stare al Grand Hotel.<br />
Non sono trascorse nemmeno due ore dalla prova al Kaffee Regina, che i ragazzi già<br />
si litigano i turni alla toilette.<br />
L'eccitazione per quelle ritrovate, comodità, fa saltare le regole riguardo alcuni privilegi, di<br />
solito, legati all'anzianità.<br />
Il disordine che deriva dall'apertura contemporanea di tutte le valigie, in così poco<br />
spazio, per far prendere aria alle divise (*) e cercare ognuno la propria biancheria pulita,<br />
rappresenta semplicemente quel "particolare" che, in seguito, i ragazzi ricorderanno con<br />
tanta emozione e come simbolo di vero cameratismo. Insieme al fatto, piuttosto singolare, di<br />
dormire in cinque in un letto matrimoniale, sicuramente sono quelle "piccole cose" che<br />
costituiranno i mattoni per la costruzione di una vera, grande amicizia.<br />
Seppur con qualche piccolo disagio, ciò significa che, finalmente, per i ragazzi di<br />
Piazza Padella sta iniziando una nuova vita.<br />
Partiti dall'Italia come giovane complesso rock in cerca di gloria, la sera del 10<br />
ottobre 1960, fanno il loro debutto al Tanz Kaffee Regina di Francoforte, inaspettatamente,<br />
come "orchestra da varietà"!<br />
(*) Fino a tutti gli anni '60, i complessi professionisti, di regola, indossavano la divisa.<br />
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INDICE<br />
LE ORIGINI<br />
Cap. 1 - Montalto di Castro (Vt) 1956, Piazza Padella: ..............................................Pagina 6<br />
Conservatorio dei fratelli Rocchetti.<br />
Cap. 2 - <strong>Mario</strong> Rocchetti: ...............................................................................................Pagina 10<br />
Lezione di fisarmonica dal maestro di banda.<br />
Cap. 3 - Santino Rocchetti: .............................................................................................Pagina 13<br />
Talento a dieci anni.<br />
Cap. 4 - Alberto Rocchetti: ….........................................................................................Pagina 17<br />
Troppo piccolo per suonare con i fratelli.<br />
Cap. 5 - Pietro Rocchetti: …............................................................................................Pagina 20<br />
Non ha studiato ma cresce tre ottimi musicisti.<br />
Cap. 6 - Pescia Romana (Vt), dicembre 1956: …...........................................................Pagina 29<br />
Debutto del "Duo Rocchetti".<br />
Cap. 7 - Montalto di Castro (Vt), 1958: ..........................................................................Pagina 32<br />
Il “Duo” diventa “Sestetto”.<br />
INIZIA LA STORIA<br />
Cap. 8 - Roma, 1958: “Florida” ….................................................................................Pagina 40<br />
“<strong>Mario</strong> Rocchetti e il suo Complesso”.<br />
Cap. 9 - 1959: tour in Germania …................................................................................Pagina 43<br />
Bruno non parte. Arriva Gianni.<br />
Cap. 10 - Braunschweig, 1959: “Astoria”........................................................................Pagina 49<br />
Per Gianni e Santino è proibito suonare.<br />
Cap. 11 - Stoccolma, Giugno 1959: .….............................................................................Pagina 57<br />
Non si dorme mai da soli.<br />
Cap. 12 - 1960, sette mesi in Germania: ..........................................................................Pagina 60<br />
Il nuovo cantante è <strong>Mario</strong> <strong>Paparozzi</strong><br />
Cap. 13 - 29 settembre 1960:..............................................................................................Pagina 67<br />
Il telegramma che non ti aspetti.<br />
Cap. 14 - Francoforte, 1° ottobre 1960: …......................................................................Pagina 71<br />
Ragazzi allo sbaraglio.<br />
Cap. 15 - Francoforte, 10 ottobre 1960:...........................................................................Pagina 80<br />
La prova “Regina”.<br />
CINQUE ANNI E 82 GIORNI IN GERMANIA<br />
Cap. 16 - Francoforte, 16 ottobre 1960: …......................................................................Pagina 91<br />
Nascono “I Rokketti”.<br />
Cap. 17 - Francoforte, 23 ottobre 1960: …......................................................................Pagina 94<br />
La svolta.<br />
Cap. 18 - Dusseldorf, gennaio 1961: …............................................................................Pagina 99<br />
Stupore allo “Studio 15”.<br />
Cap. 19 - Colonia, marzo 1961: .…...................................................................................Pagina 111<br />
Si lascia la strada vecchia.<br />
Cap. 20 - Amburgo, aprile 1961: …..................................................................................Pagina 116<br />
Lo Zingaro ubriaco.<br />
Cap. 21 - Amburgo, 31 maggio 1961:…...........................................................................Pagina 122<br />
Giorgio Grandi è il nuovo batterista.<br />
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Cap. 22 - Nati in Italia... cresciuti in Germania:….........................................................Pagina 126<br />
Tutta un'altra musica!<br />
Cap. 23 - Essen, giugno 1961:….......................................................................................Pagina 130<br />
Al “Grugahalle” con artisti di fama mondiale.<br />
Cap. 24 - Essen Werden: …..............................................................................................Pagina 132<br />
Base logistica nella Renania Westfalia.<br />
Cap. 25 - Amburgo, 1962:….............................................................................................Pagina 140<br />
L’incontro con i Beatles.<br />
Cap. 26 - Colonia, febbraio 1963:.....................................................................................Pagina 153<br />
Il folle Carnevale e il timido Mike<br />
Cap. 27 - Essen Werden, primavera 1963:…...................................................................Pagina 158<br />
Shock al "Brucken Hotel".<br />
VACANZE ITALIANE<br />
Cap. 28 - 5 agosto 1965, Montalto Marina (Vt): ...........................................................Pagina 166<br />
Un militare all'"Ippocampo"...<br />
Cap. 29 - Roma, 6 agosto 1965: ..….................................................................................Pagina 175<br />
Al Piper non c'è il pianoforte.<br />
Cap. 30 - Roma, 1° settembre 1965: …...........................................................................Pagina 184<br />
Sconosciuti in Italia... debuttano al Piper.<br />
Cap. 31 - Roma, settembre 1965: …................................................................................Pagina 193<br />
"Diventerete i Beatles Italiani"<br />
Cap. 32 - Curiosità al Piper: …........................................................................................Pagina 198<br />
Gassmann, Luttazzi, Teodorakis...<br />
Cap. 33 - Settembre, 1965: .…........................................................................................Pagina 206<br />
Due dischi in Italia e di nuovo in Germania.<br />
GERMANIA, AUFWIEDERSEHEN<br />
Cap. 34 - Stoccarda, ottobre 1965: …..............................................................................Pagina 211<br />
Giorgio non si fida dell'Italia.<br />
Cap. 35 - Duisburg, 1° dicembre 1965: ….......................................................................Pagina 213<br />
Un tedesco... per suonare in Italia.<br />
Cap. 36 - Essen Werden, 20 dicembre 1965: …..............................................................Pagina 217<br />
Partenza per l'Italia in macchina... arrivo in treno.<br />
IN ITALIA<br />
Cap. 37 - Roma, 5 gennaio 1966: …................................................................................Pagina 235<br />
Di nuovo al Piper.<br />
Cap. 38 - Civitavecchia, febbraio 1966: ….....................................................................Pagina 239<br />
Quello che non ti aspetti.<br />
Cap. 39 - Milano, marzo 1966: …...................................................................................Pagina 248<br />
Tour teatrale nel Nord Italia.<br />
Cap. 40 - Alassio, giugno 1966: …...................................................................................Pagina 258<br />
“Genova per Loro”.<br />
Cap. 41 - Castelletto d'Orba (Al), “Lavagello”: …........................................................Pagina 264<br />
Inaugurazione a rischio.<br />
Cap. 42 - Roma, 30 settembre 1966: …...........................................................................Pagina 272<br />
Tutta colpa di un candelotto...<br />
Cap. 43 - Milano, ottobre 1966: …..................................................................................Pagina 280<br />
“Bambolina” fatale.<br />
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Cap. 44 - Milano, dicembre 1966:…...............................................................................Pagina 298<br />
Sbagliare è umano...<br />
Cap. 45 - Sei anni in Europa: dal 1959 al 1965 .............................................................Pagina 304<br />
C'era una volta...<br />
Cap. 46 - Musicisti in Italia: ….......................................................................................Pagina 314<br />
Non è tutt'oro quello che luccica.<br />
EVENTI<br />
Cap. 47 - Rieti, aprile 1967: Festival dei Complessi......................................................Pagina 320<br />
Chi avrebbe vinto già si sapeva.<br />
Cap. 48 - Cantagiro 1967: …...........................................................................................Pagina 328<br />
Le case discografiche dirigono la musica.<br />
Cap. 49 - 1968: “Ti rivedrò tra gli angeli”…..................................................................Pagina 354<br />
Ultimo disco per la migliore band degli anni '60.<br />
Cap. 50 - Cortina d'Ampezzo, gennaio 1969: …............................................................Pagina 370<br />
Nati in Italia, cresciuti in Germania...<br />
FINE DELLA STORIA<br />
Cap. 51 - I ragazzi di cinquant'anni fa:...........................................................................Pagina 373<br />
<strong>Mario</strong> e Santino Rocchetti,<br />
Gianni Bonavera, <strong>Mario</strong> <strong>Paparozzi</strong>,<br />
Giorgio Grandi, Tassilo Burckard.<br />
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Estratto dall’edizione integrale di:<br />
KAFFEE REGINA<br />
Una storia italiana<br />
Autore:<br />
<strong>Mario</strong> <strong>Paparozzi</strong><br />
<strong>Via</strong> <strong>Ottimo</strong> <strong>Consiglio</strong>, 3<br />
<strong>00053</strong> Civitavecchia (RM) - Italia<br />
Tel.: 0766.370240 – 348.1646997<br />
www.irokketti.it<br />
E-Mail: info@irokketti.it<br />
© <strong>Mario</strong> <strong>Paparozzi</strong> 2011 - Riproduzione vietata.<br />
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