Da Piazza Padella alla Reeperbahn - I ROKKETTI
Da Piazza Padella alla Reeperbahn - I ROKKETTI
Da Piazza Padella alla Reeperbahn - I ROKKETTI
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<strong>ROKKETTI</strong><br />
<strong>Da</strong> <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> <strong>alla</strong> <strong>Reeperbahn</strong><br />
Roma, settembre 1965 - i Rokketti al Piper Club.<br />
Mario Paparozzi<br />
Via Ottimo Consiglio, 3 - 00053 Civitavecchia (Roma) - Tel.: 0766.370240 - 348.1646997<br />
mario.paparozzi@email.it - www.irokketti.it
Prefazione<br />
Questo libro non racconta soltanto il percorso musicale di una band, all'inizio degli anni<br />
'60, in giro per l'Europa.<br />
Racconta, soprattutto, la storia di un gruppo di ragazzi con umili origini, figli della provincia<br />
italiana che, più di cinquant'anni fa, per bisogno e con tanti ideali per la testa, da soli presero il<br />
treno e partirono...<br />
Iniziata sul finire degli anni '50, la loro storia abbraccia per intero tutto il decennio<br />
successivo. Quello che ancora oggi, è ricordato come: "I Favolosi Anni '60".<br />
Quei giovani di tanti anni fa oggi sono diventati nonni, ma nel loro sangue scorrono sempre<br />
Rock e Rhythm and Blues.<br />
Con il linguaggio universale e senza tempo della musica, i ragazzi che in anni segnati d<strong>alla</strong><br />
storia hanno vissuto incredibili esperienze, augurano ai giovani colleghi di oggi, di vivere - un<br />
giorno - pari emozioni.<br />
L'autore<br />
Mi chiamo Mario Paparozzi.<br />
Sono nato a Civitavecchia nel 1941, in una modesta famiglia operaia con quattro figli.<br />
Mio padre era muratore.<br />
Dopo le elementari ho frequentato le scuole fino al III Avviamento Professionale.<br />
Nel 1960 entro a far parte di un complesso per andare a suonare in Germania.<br />
Il tour che doveva durare solo un paio di mesi, si protrae fino al Natale del 1965, dopodiché<br />
l'attività si svolge in Italia. Qui la band è molto apprezzata, ma a gennaio del '69 il gruppo si<br />
scioglie.<br />
Nel maggio del 1970 inizio a lavorare per le Messaggerie Musicali come agente discografico. Curo<br />
marchi prestigiosi: l'italiana CGD e le statunitensi CBS e WEA.<br />
L'importante esperienza, svolta prevalentemente a Roma, durerà undici anni.<br />
Nel 1973 rilevo una vecchia sala cinematografica di Civitavecchia, per trasformarla in<br />
discoteca ("Mammut Club", mille persone di capienza).<br />
Il locale avrà un successo oltre le migliori aspettative, che durerà dodici anni.<br />
Fino a quando non sarà venduto, perché nel frattempo...<br />
Nel 1976, con l'avvento delle prime radio libere - quando ancora non si usa la parola deejay - inizio<br />
l'attività di speaker radiofonico.<br />
Dopo un anno acquisto l'emittente in cui lavoro, che chiamerò "Radio Civitavecchia".<br />
Passano pochi mesi e inauguro anche "Tele Civitavecchia".<br />
Radio e televisione insieme diventano "Tele Radio Civitavecchia", ossia "TRC".<br />
Con questo marchio l'emittente è operante ancora oggi.<br />
Alla fine del 1980 lascio la CBS - diventata Sony - e inizio un'attività commerciale in proprio: un<br />
negozio di dischi e strumenti musicali che ancora gestisco con uno dei miei figli.<br />
2
Il perché di un libro.<br />
Vista la scarsa competenza che ho con il computer, una sera dell'estate 2009 chiamo il mio<br />
amico Simone Cannatà, per farmi spiegare come trasferire su compact disc - tramite PC - il<br />
contenuto di una vecchia musicassetta. Questa, a sua volta, era già stata riprodotta da un nastro<br />
magnetico risalente a circa mezzo secolo fa.<br />
Durante il riversamento gli spiego che si tratta di canzoni registrate dal vivo, nel 1962, quando con<br />
il mio gruppo suonavo ad Amburgo.<br />
Alla fine del lavoro, colpito da alcuni particolari legati <strong>alla</strong> storia di quel nastrino, mi<br />
propone la creazione di un sito Web. Io dovrò soltanto fornire foto e notizie al riguardo.<br />
Quando legge le mie note, però, sarà lui stesso a suggerirmi di farne un libro.<br />
L'idea mi sorprende e mi affascina allo stesso tempo.<br />
Seduta stante già mi vedo proiettato... nel passato. Mi metto subito al lavoro!<br />
Poiché da giovane non ho avuto la possibilità di studiare, mai avrei pensato di scrivere un<br />
libro. Anche se si tratta di raccontare parte della mia vita.<br />
Soprattutto all'inizio ho incontrato parecchie difficoltà. Poi ho preso un po' di confidenza con la<br />
tastiera del computer... ed eccomi qui!<br />
Riferendomi a un termine che in musica si usa per chi suona - anche - senza conoscere il<br />
pentagramma, potrei dire di aver scritto questo libro completamente "a orecchio".<br />
Andando indietro con la memoria per cercare di rimettere insieme alcuni fatti di<br />
cinquant'anni fa, ho provato di nuovo sensazioni affascinanti del mio passato che, purtroppo, il<br />
tempo aveva un po' sbiadito.<br />
A volte stento persino a credere di averle vissute.<br />
E invece... si tratta proprio della mia vita!<br />
Tutta la storia in cinquantuno capitoli.<br />
(Il perché di una scelta)<br />
Come trailer del libro sono stati scelti integralmente i capitoli 14 e 15.<br />
In essi si parla della seconda volta che il gruppo sbarca in Germania e del debutto rocambolesco<br />
avvenuto nel sontuoso "Kaffee Regina" di Francoforte.<br />
Questa città, insieme a Dusseldorf e Amburgo, costituirà una delle pietre miliari nella storia del<br />
complesso.<br />
A Francoforte, intanto, sono ad attenderli situazioni d'inaudita criticità.<br />
Ma è proprio in questa città che talento e forza di volontà avranno il sopravvento su tante avversità.<br />
Subito dopo l'"Esame Regina" inizia la metamorfosi, non soltanto artistica, dei ragazzi cresciuti in<br />
<strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>.<br />
Nei precedenti tredici capitoli iniziali, c'è uno spaccato legato al vivere quotidiano delle<br />
famiglie di operai che negli anni '50 - nel "dopoguerra" - abitano la provincia italiana.<br />
La storia, infatti, parte da Montalto di Castro, un piccolo paese del viterbese, dove il gruppo si è<br />
formato.<br />
Nei capitoli che seguono c'è il compendio della stessa avventura, durata undici anni, gran<br />
parte dei quali trascorsi all'estero.<br />
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<strong>ROKKETTI</strong><br />
<strong>Da</strong> <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> <strong>alla</strong> <strong>Reeperbahn</strong><br />
(Riassunto)<br />
Tutto inizia <strong>alla</strong> fine degli anni cinquanta.<br />
Si fotografa quel periodo, com'è stato vissuto da cinque ragazzi nati lontano dalle grandi città, figli<br />
di operai, che non hanno avuto la possibilità di procurarsi il fatidico "pezzo di carta".<br />
1956. Nella zona vecchia di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, c'è una specie di<br />
cortile generosamente ribattezzato <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>.<br />
In una delle sue modeste case abitano Mario e Santino Rocchetti.<br />
Senza istruzione - in tanti paesi si poteva andare a scuola solo fino <strong>alla</strong> quinta elementare - quindi<br />
con scarse opportunità di lavoro, l'unica cosa che possiedono è il talento musicale.<br />
Per costruirsi un futuro decente, a diciotto anni Mario e soltanto dodici Santino, insieme a<br />
tre loro coetanei, con identiche situazioni familiari, decidono di formare un complesso.<br />
Sebbene tutti molto giovani, hanno forte il senso della professione di orchestrale.<br />
Nell'ottobre del '58 debuttano al "Florida", uno dei più famosi "night" della capitale.<br />
Ma il mestiere di musicista in Italia è discontinuo.<br />
Nel 1959 i ragazzi prendono il treno e partono per il Nord Europa.<br />
Il gruppo è formato da tutti minorenni, tranne il batterista che ha appena finito il militare.<br />
Il chitarrista e il sassofonista hanno soltanto tredici e quindici anni.<br />
Al fine di ottenere il permesso all'espatrio, sarà proprio il batterista, in qualità di tutore, ad<br />
accollarsi la responsabilità dei due "poco più che bambini", registrandoli sul proprio passaporto. Per<br />
gli altri, diciottenni, sarà necessario il permesso dei genitori.<br />
Giunti a Braunschweig, nel nord della Germania, l'impatto con culture e sistemi di vita così<br />
diversi, rispetto <strong>alla</strong> realtà del paesello, presenta subito enormi difficoltà di ambientamento con cui<br />
dovranno abituarsi a convivere.<br />
Nel 1960, dopo il rientro da una tournée in Svezia, senza alcun contratto partono di nuovo<br />
per la Germania. Ma 'stavolta sarà dura!<br />
Arrivati a Francoforte, non riuscendo a trovare uno straccio di lavoro, saranno costretti a<br />
dormire sui marciapiedi della stazione centrale.<br />
Per alcuni giorni si nutriranno con della cicoria cruda, raccolta tra le aiuole dei giardini pubblici.<br />
Senza mezzi di sostentamento e senza domicilio, rischiamo di essere arrestati e rispediti a casa d<strong>alla</strong><br />
polizia tedesca.<br />
Dopo dieci giorni, ormai sfiniti, mentre stanno andando al Consolato Italiano per chiedere il<br />
rientro in patria con il "foglio di via", avviene qualcosa d'incredibile.<br />
Grazie al talento e grazie soprattutto alle urla di Papà Pietro che a <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> obbligava i figli a<br />
, si spalancano per loro le porte dei locali nelle più grandi città<br />
tedesche. Suoneranno in Germania, ininterrottamente, per oltre cinque anni!<br />
La giovane età e la gran voglia di apprendere, costituiscono il miglior propellente che ben<br />
presto darà origine a una radicale metamorfosi professionale.<br />
E' il 1961. Il confronto con i migliori gruppi che arrivano in Germania da tanti paesi e che in<br />
quegli anni vanno per la maggiore, è un grande stimolo per la loro crescita artistica. I gruppi più<br />
bravi sono quelli di origine indonesiana.<br />
Pur non essendo indonesiani, le doti musicali e la forza di volontà "maremmana", collocano<br />
i ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> sul podio dei gruppi preferiti dai giovani tedeschi.<br />
Paradossalmente - poiché italiani - entrano nel giro dei "Tanz Palast" più importanti.<br />
Considerati come le "Università della Musica Rock", in questi locali non suonano i gruppi che<br />
arrivano dall'Italia.<br />
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Tra il 1961 e il 1962 suonano ad Amburgo, per sei mesi, in tre periodi diversi.<br />
Sono gli anni in cui anche una giovane band di Liverpool si esibisce nei locali di St. Pauli.<br />
Questo è il rione dove, nella via principale che lo attraversa - la <strong>Reeperbahn</strong> - si concentra tutta la<br />
vita notturna amburghese. In quel tempo "musicalmente" all'apice mondiale.<br />
I ragazzi delle due band, suonando in locali molto vicini tra loro, a volte si frequentano. Magari per<br />
spiarsi. Come avviene di solito, quando si tratta di "rubare" qualcosa a una band più brava, con dei<br />
fuoriclasse nelle proprie fila.<br />
Nei primi anni '60, tra i musicisti che suonano in Germania e i frequentatori dei Tanz Palast, si<br />
rincorrono le voci - da Francoforte a Dusseldorf, come da Colonia ad Amburgo - di un chitarrista di<br />
grande talento, la cui bravura è resa ancora più eccezionale d<strong>alla</strong> sua età: appena 14-15 anni!<br />
Quel giovane chitarrista si chiama Santino Rocchetti.<br />
E' il periodo in cui il talento musicale si forgia esclusivamente nei "Tanz Palast".<br />
Travolti da giovanile frenesia per la musica, sia il gruppo inglese, sia quello italiano, non<br />
immaginano che lì, ad Amburgo, sono testimoni di un particolare momento storico.<br />
Quel "momento storico" sarà talmente importante, che consacrerà una delle due band come il più<br />
grande fenomeno musicale di tutti i tempi.<br />
Purtroppo non si tratta dei ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>, sebbene nel periodo amburghese, quando<br />
suonavano "gomito a gomito", il loro cachet fosse quattro volte superiore a quello dei colleghi di<br />
Liverpool.<br />
Sono "Quelli" di Liverpool che, invece, hanno preso il volo!<br />
Il 5 agosto 1965, in Italia per una breve vacanza, li sente casualmente un impresario teatrale di<br />
Roma, che ottiene per loro un provino al Piper Club.<br />
L'audizione nel prestigioso locale romano, rischia di saltare ancor prima d'incominciare.<br />
Il Piper non è dotato di pianoforte... Questo strumento, però, è fondamentale per il gruppo!<br />
Dicono alcuni presenti (...).<br />
La richiesta è alquanto presuntuosa, perché a farla è una band sconosciuta, giunta lì per una prova,<br />
con la speranza di suonare nel locale più importante d'Italia.<br />
E' quello stesso impresario che <strong>alla</strong> fine - sicuro per averli già ascoltati - decide di noleggiare a<br />
proprie spese un pianoforte. Giusto per il tempo necessario <strong>alla</strong> prova.<br />
Quando finalmente iniziano a suonare, i proprietari sono talmente impressionati del loro<br />
sound "sconosciuto" - rock e rhythm & blues - che vorrebbero farli debuttare quella sera stessa.<br />
Ma i ragazzi sono in Italia soltanto per una breve vacanza.<br />
Il 15 agosto dovranno trovarsi a Colonia. In Germania li attendono impegni ancora per diversi mesi.<br />
Anche se "sconosciuti in Italia", quel pomeriggio di venerdì 6 agosto 1965 - si potrebbe dire<br />
"a grande richiesta"- firmano due contratti di un mese ciascuno con il Piper Club.<br />
Dopo aver disdetto alcuni impegni tedeschi, rientrano subito in Italia e il primo settembre<br />
1965 debuttano a Roma, nel locale di Via Tagliamento.<br />
Alberigo Crocetta - uno dei proprietari - è talmente entusiasta, che si offre come manager in<br />
esclusiva. Convinto e determinato come tanti lo conoscono, assicura:<br />
Intendendo iniziare con loro un esclusivo progetto<br />
discografico.<br />
Ma il giorno prima i ragazzi hanno firmato un contratto con un'altra casa discografica. La CDB.<br />
La cosa non viene presa bene da chi aveva in mente tutt'altri progetti...<br />
Appena qualche mese dopo, l'avvocato Crocetta lancerà in "grande stile" una ragazzetta, il cui<br />
unico pregio è quello di frequentare ogni sera il Piper Club.<br />
Quella "ragazzetta" in seguito diventerà Patty Pravo!<br />
Mentre i ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> non saranno più chiamati a suonare al Piper Club.<br />
In poco tempo, comunque, diventano uno dei complessi più apprezzati e richiesti.<br />
Iniziano a girare l'Italia in lungo e in largo. Le "serate" si susseguono a ritmi vertiginosi.<br />
Scoprono quanto sia diverso il mestiere di musicista, tra la Germania e l'Italia...<br />
Il loro primo disco "Goodbye my love", appena inciso, entra subito in classifica, malgrado<br />
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l'assurda censura della RAI - a quel tempo - unica divulgatrice pubblica di musica. "Troppo urlato"<br />
è la motivazione.<br />
Saranno l'attrazione di una lunga tournée nei migliori teatri del Nord Italia, che partendo dal<br />
Teatro Nuovo di Milano, si concluderà all'Ariston di Sanremo.<br />
Per inadempienze contrattuali, dopo un anno, riescono a svincolarsi d<strong>alla</strong> casa discografica<br />
che li aveva "bloccati" la sera stessa del debutto in Italia.<br />
Nell'autunno '66 firmano con la CBS Italiana!<br />
Sembra fatta!...<br />
Ma anche i dirigenti CBS, com'è di moda, impongono di incidere successi stranieri cantati in<br />
italiano. A loro tocca "La Bambolina che fa no-no-no". Una canzone che non li rappresenta e che<br />
incidono senza alcun entusiasmo.<br />
Purtroppo, anche il disco successivo dovrà essere l'ennesima copiatura di una hit straniera.<br />
I ragazzi hanno in repertorio canzoni proprie che la CBS rifiuta di produrre.<br />
Per questo motivo, dopo nemmeno due mesi, rompono i rapporti con l'importante casa discografica.<br />
Tornano <strong>alla</strong> CDB, dove potranno decidere - da soli! - le canzoni da registrare.<br />
All'inizio del '67 incidono "Black Time". Una loro composizione.<br />
Il disco, in puro stile rhythm & blues - una novità per il mercato italiano - è accolto molto bene, sia<br />
dal pubblico, che d<strong>alla</strong> stampa.<br />
A Radio Montecarlo - la prima vera emittente giovane - sarà una delle canzoni più gettonate.<br />
In quella stessa primavera Black Time viene presentata al Festival dei Complessi di Rieti, dove<br />
sono presenti tutti i migliori gruppi italiani. Canzone e gruppo saranno i più acclamati dell'intera<br />
manifestazione.<br />
A giugno del '67 partecipano al 6° Cantagiro.<br />
Per la prima volta una manifestazione nazionale di grande livello vede in gara i complessi più noti: i<br />
Nomadi, i Camaleonti, i Ribelli, i Giganti, i Dik Dik, Mal e i Primitives, eccetera.<br />
Secondo Fabrizio Zampa, inviato di "Big" - settimanale di musica più quotato - gli interpreti di<br />
"Black Time" sono la migliore band del Cantagiro.<br />
Quell'estate "Black Time" raggiunge i primi posti delle classifiche.<br />
Soltanto dopo un anno, nel '68, il gruppo inciderà un altro disco: una struggente canzone soul-blues,<br />
"Ti rivedrò tra gli angeli".<br />
"Nati in Italia, cresciuti in Germania".<br />
La favola dei Rokketti iniziata nel 1958, si conclude il 6 gennaio 1969, dopo appena tre anni<br />
che sono in Italia. Quando l'età media dei ragazzi è di soli ventiquattro anni...<br />
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Gelo dentro e fuori.<br />
Capitolo 14<br />
Francoforte, 1° ottobre 1960:<br />
Ragazzi allo sbaraglio.<br />
Dopo un estenuante viaggio affrontato con la consapevolezza che, comunque, all'arrivo si<br />
sarebbero trovati di fronte a mille difficoltà, i ragazzi partiti da Civitavecchia il giorno prima, a<br />
metà mattina del primo ottobre 1960 giungono <strong>alla</strong> stazione centrale di Francoforte.<br />
Fa molto freddo.<br />
L'impatto con la Germania non poteva rivelarsi più ostile.<br />
Rispetto al clima mite di fine settembre che si sono lasciati alle spalle, l'atmosfera gelida che li<br />
accoglie rappresenta la giusta cornice di tutta la situazione: semplicemente gelida!<br />
Eccoli qui i "conquistatori"! Sono spaesati e infreddoliti. Con il morale a terra e le tasche<br />
vuote. Stanno andando incontro a un futuro ignoto che promette soltanto difficoltà.<br />
Le valigie gonfie d'aspettative, stanno lì per metterli in guardia che quello appena concluso,<br />
potrebbe essere soltanto l'inizio di un viaggio senza speranza!<br />
I sogni... sognati con tanta eccitazione nelle torride giornate di un'estate montaltese gravida<br />
di promesse, ora giacciono ammucchiati sul marciapiede di quella stazione, fredda e indifferente.<br />
Nella cucina della modesta casa di Mario e Santino, in <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>, dove si facevano le<br />
prove, tra pentole e strumenti musicali, con l'odore di sugo e minestrone, forse l'entusiasmo per la<br />
lunga tournée era stato troppo alimentato...<br />
Ora, a turno, sono costretti a fare la guardia a quella montagna di roba, affinché i sogni non<br />
svaniscano definitivamente. Tutto quello che possiedono si trova su quel marciapiede.<br />
E' lo stesso dove, dal profondo Sud dell'Italia, continuano ad arrivare, senza sosta, illusione e<br />
disperazione, ricoperte di povertà. Sono gli emigranti! Con le loro valigie di cartone legate con lo<br />
spago.<br />
Il tempo altera la realtà.<br />
Rivivere quei momenti, dopo più di mezzo secolo, non è semplice da raccontare.<br />
Le generazioni si susseguono. Gli stili di vita cambiano velocemente e in maniera radicale.<br />
Ogni confronto generazionale con il passato risulterà sempre inconcepibile, rispetto all'attualità.<br />
Cinquant'anni fa le famiglie che avevano il televisore, il frigorifero, il telefono e altri<br />
elettrodomestici in casa, erano ben poche.<br />
Ormai sono tanti anni che nelle case vi sono televisori panoramici in ogni stanza.<br />
Tutti hanno il telefono cellulare e sono parecchi quelli che ne hanno anche più di uno.<br />
Persino i bambini delle elementari vanno a scuola con il proprio telefonino.<br />
Poi c'è il computer: basta premere un tasto e ti puoi collegare con qualsiasi parte del mondo.<br />
Tutto questo e molte altre comodità, a quell’epoca, era pura fantascienza!<br />
I decenni passano veloci. Filtrano e stravolgono indiscriminatamente le stagioni del tempo.<br />
La realtà che ne deriva, assume una fisionomia completamente diversa, soltanto da un anno all'altro.<br />
Germania, 1960.<br />
La Seconda Guerra Mondiale, con tutti i suoi tragici risvolti, si può considerare veramente<br />
conclusa soltanto da poco più di dieci anni.<br />
Tracce di macerie provocate dai bombardamenti aerei, se ne vedono ancora tante.<br />
In Italia ma ancora di più in Germania, diverse città sono state letteralmente rase al suolo.<br />
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La situazione più difficile la vivono tutti quei poveracci che sono costretti a emigrare in<br />
paesi stranieri, per guadagnare qualche soldo e poter tornare a vivere umanamente.<br />
Anche se i ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> non sono partiti dall'Italia come tanta povera gente - per<br />
andare a lavorare in fabbrica - di fatto, sono considerati emigranti come la gran parte della<br />
manovalanza che arriva dal profondo sud dell'Italia.<br />
E purtroppo, d<strong>alla</strong> maggior parte dei tedeschi, anche loro sono trattati da “italiani”! Con tanta<br />
diffidenza. A volte persino con disprezzo.<br />
Taluni, addirittura, quando ti sentono parlare e captano che sei italiano - per i tedeschi la nostra<br />
lingua è inconfondibile - ti provocano in qualsiasi maniera. All'aperto o al chiuso, non fa differenza.<br />
E se osi alzare la testa, rischi che ti riempiano di botte!<br />
I Ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> per evitare grane, spesso sono costretti a spacciarsi per spagnoli...<br />
Sia sul fronte italiano, che su quello tedesco, non si può dire che si sia ancora affievolito<br />
l'odio reciproco, nato e ingigantitosi proprio durante e in conseguenza del conflitto tra i due popoli.<br />
Tant'è che, purtroppo, all'ingresso di alcuni locali pubblici tedeschi, puoi ancora trovare la scritta:<br />
“Vietato l'ingresso ai cani e agli italiani”.<br />
Incredibile! Ma tremendamente vero! Questa era l'atmosfera di quei tempi!<br />
Nella civilissima e democratica Repubblica Federale Tedesca di oggi, in quegli anni, l'odio razziale<br />
e il forte risentimento nei confronti dell'Italia erano molto accentuati e purtroppo, anche<br />
eccessivamente manifestati.<br />
Come già detto, il trascorrere dei decenni “oggi” rende inverosimile la realtà di un tempo,<br />
poi, non così lontano...<br />
Che fare?<br />
Enzo Galli, che del gruppo è il più anziano e anche il più temerario, fa di tutto per<br />
risollevare un po' il morale <strong>alla</strong> truppa. Particolare attenzione rivolge a Santino e Gianni.<br />
Sono ancora dei ragazzini e non sarebbero potuti espatriare, se non se ne fosse assunto la<br />
responsabilità di tutore - quale unico maggiorenne del gruppo - registrandoli sul suo passaporto.<br />
Come previsto, le cose non si mettono affatto bene, fin dall'arrivo a Francoforte.<br />
Inutilmente si fanno tentativi per avere qualche contatto con l'impresario tedesco che, almeno,<br />
avrebbe dovuto dare spiegazioni, in merito all'inatteso annullamento del contratto.<br />
Tristezza e paura sono il risultato di una decisione, seppur tribolata, allo stato delle cose,<br />
sicuramente presa in maniera avventata!<br />
Piagnucola Santino, quattordici anni, il più<br />
piccolo della compagnia.<br />
Non si parla il tedesco. Non si conosce nessuno. Non ci sono più soldi. Non ci sono<br />
prospettive di lavoro. E, quel che è peggio, non si ha un posto dove dormire.<br />
Fa eco Gianni, l'altro ragazzino della<br />
compagnia, il cui parere non era stato minimamente considerato dai colleghi più grandi.<br />
Fare la guardia ai bagagli e agli strumenti, ti costringe a dormire all'aperto, sui marciapiedi<br />
della stazione, con il freddo che non si riesce a contrastare.<br />
E ti dice bene, se la polizia ancora non ti ha scoperto a vagabondare senza fissa dimora.<br />
Vagabondando... vagabondando... forse è già passata una settimana.<br />
Si è persa completamente la cognizione del tempo.<br />
Ormai sono troppi giorni che non si mette qualcosa di decente sotto i denti.<br />
Purtroppo è in arrivo la nemica più pericolosa.<br />
Quella capace di annientare ogni facoltà cognitiva. Quella che metterà duramente <strong>alla</strong> prova la già<br />
difficile condizione fisica e psichica dei ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>: la fame!<br />
La madre di tutte le tribolazioni, con cui se la dovranno vedere cinque ragazzi della provincia<br />
italiana, trapiantati in una grande città di un paese straniero, all'apparenza tanto inospitale.<br />
Si tratta della più brutta esperienza che si possa immaginare. Insopportabile!<br />
Quel briciolo di ragione che ancora permane nelle loro teste, fortunatamente riesce a<br />
prevalere sull'istinto animalesco di commettere azioni inconsulte, che potrebbero dare origine a<br />
conseguenze molto pericolose.<br />
E' una situazione completamente sconosciuta. Proprio per questo, ancora più difficile da tenere sotto<br />
controllo. L'idea di "prendere" di nascosto qualcosa da mangiare in un supermercato, è tentatrice.<br />
Ma si tratterebbe di furto... Il solo pensiero li terrorizza.<br />
La fame caccia il lupo d<strong>alla</strong> tana.<br />
I ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>, figli di semplici operai, sono cresciuti, prima che all'Oratorio,<br />
<strong>alla</strong> "Scuola dell'Onestà", caparbiamente inculcata dai rispettivi genitori.<br />
Per attenuare la fame e poter comprare qualcosa da mangiare, sarebbero tentati a chiedere un aiuto<br />
ai passanti, mediante qualche sonatina per la strada, nei pressi della stazione.<br />
Basterebbe soltanto Mario, con la sua fisarmonica... chissà? Magari insieme a un po' di spiccioli,<br />
potrebbe arrivare anche qualche proposta di lavoro. E' talmente bravo...<br />
Su stradine secondarie si trovano anche altri tipi di erba che i ragazzi non conoscono troppo bene.<br />
All'apparenza, però, sembrano mangiabili.<br />
Mario Rocchetti, che un po' s'intende di campagna, dopo averne assaggiata qualche foglia - d<strong>alla</strong><br />
parte più bianca del gambo dove sembra più promettente - dà il via libera anche per altre qualità di<br />
verdure. Bisogna pur variare il menù!<br />
... E allora, non visti, sradicano da terra quanta più erba possibile.<br />
Nascosti dietro una siepe, dopo una sommaria pulizia, strofinando interi ciuffi sul cappotto per<br />
togliere le impurità più grosse, inizia il banchetto.<br />
La "tranquilla" cicoria e l'altro tipo di verdura, dall'aspetto "incerto", vengono divorate sul posto.<br />
Crude! Come le capre...<br />
All'inizio risultano decisamente sgradevoli. <strong>Da</strong> vomitare... Ma dopo un po', quel sapore sconosciuto<br />
e rivoltante è diventato accettabile.<br />
Si sentono tanto "Neanderthal"...<br />
<strong>Da</strong>l momento che la cosa si racconta, evidentemente quell'erba mangiata cruda, nei giorni<br />
della fame a Francoforte, non era velenosa e, tutto sommato, non ha prodotto grandi effetti deleteri.<br />
E' andata bene!<br />
Nessuno in seguito ha manifestato diarrea, né accusato alcun principio di avvelenamento.<br />
Soltanto Mario Rocchetti ha avuto qualche problema allo stomaco. Ma semplicemente per il fatto di<br />
averne ingoiata troppa.<br />
Senza volerlo, si sono purgati.<br />
Il "foglio di via".<br />
Giuseppe Moscaroli - il pianista - data la sua buona condizione economica familiare, se<br />
fosse partito con loro, avrebbe assicurato un po' di "ossigeno" in quei giorni di sofferenza.<br />
Purtroppo, per motivi di studio, dovrà rimanere in Italia fino al 15 ottobre.<br />
Nei patti avrebbe dovuto raggiungere il gruppo il 17 ottobre. Ma con un contratto in piedi...<br />
Purtroppo, nella terribile situazione che si è creata, si dovrà rinunciare anche all'ipotesi di un<br />
rifornimento a breve termine, da parte sua.<br />
Addio scialuppa di salvataggio! Piuttosto...<br />
. Si preoccupano i suoi colleghi.<br />
<br />
Ormai sono diversi giorni che nelle loro tasche non è rimasto nemmeno l'odore di un Pfennig.<br />
Quindi, è impossibile telefonargli.<br />
Basta! A certe condizioni è troppo dura!<br />
Ragionando e discutendo... ma sarebbe più giusto dire, "litigando" e scambiandosi atroci<br />
accuse l'uno con l'altro, si giunge <strong>alla</strong> più amara e ingloriosa delle decisioni. La resa.<br />
L'evidenza del fallimento ormai, non si può più far finta di non vederla.<br />
Non c'è nemmeno la più remota possibilità di un lavoro in vista. Non c'è "niente di niente"!<br />
A parte la fame, che oltretutto li sta facendo litigare tra loro, ormai non c’è nient'altro!<br />
L'unica cosa sarebbe tornare in Italia, con il primo treno. Sconfitti! Con la coda tra le gambe come<br />
cani bastonati.<br />
...Altro che sogni di gloria, che così tanta invidia avevano suscitato tra gli amici giù al Paese...<br />
Purtroppo, non avendo più una lira in cinque, non rimane che andare a cercare il Consolato<br />
Italiano, per chiedere il mortificante rimpatrio con il "Foglio di via".<br />
In Germania è finita! E' sfumato il sogno tedesco. Si torna a casa!<br />
In questo caso calzerebbe <strong>alla</strong> perfezione un detto che si usa dalle parti di Civitavecchia:<br />
<strong>Da</strong>lle parti della stazione centrale c'è un locale frequentato da italiani.<br />
Sicuramente qualcuno saprà dare le indicazioni giuste per arrivare al Consolato.<br />
Per i vestiti sporchi e sgualciti che indossano dal giorno della partenza dall'Italia...<br />
Per la barba lunga. Per i capelli sporchi e arruffati. Per la fame che gli si legge in faccia. Per la<br />
stanchezza che non riescono a nascondere. Per il sonno e il freddo patiti in troppi giorni di<br />
vagabondaggio...<br />
Per tutte queste evidenze, l'impressione che i ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> fanno a quei connazionali<br />
all'interno del locale - povera gente come loro - è più penosa di quanto loro stessi possano<br />
immaginare.<br />
Immediatamente, senza essere richiesta, inizia una spontanea gara di solidarietà per quei<br />
ragazzini italiani d<strong>alla</strong> faccia sporca. Stanchi, affamati e infreddoliti.<br />
A ognuno viene offerta una bella tazza di caffè caldo <strong>alla</strong> tedesca, con panini al prosciutto o<br />
al formaggio. E “per dopo” anche qualche sigaretta!<br />
Tutti i presenti, indistintamente, hanno parole buone d'incoraggiamento per quei ragazzini che<br />
potrebbero essere i propri figli.<br />
Le parole affettuose di quella gente semplice, in quel momento, sono più buone del panino col<br />
formaggio! Li rincuorano e li fanno stare un po' meglio.<br />
Si tratta di persone generose, mai viste prima. Sono: "Italiani all'estero"!<br />
Calabresi e friulani, siciliani e toscani... non fa differenza: all'estero la Patria "è" la Patria!<br />
Sono semplici operai, lontani dalle famiglie, costretti a emigrare in Germania per bisogno.<br />
E quando incontrano un italiano, è festa! Perché ogni volta respirano aria di casa.<br />
Lavorano in fabbrica e dormono nelle baracche.<br />
In compenso, solitudine e tristezza sono le compagne inseparabili di tutte le notti.<br />
Ciononostante, hanno un cuore tanto grande...<br />
Un'emozione così intensa sarà difficile da dimenticare!<br />
Appena quella gente sa delle disavventure capitate a quei ragazzini dall'aspetto così<br />
malmesso, anziché indicare la strada per il Consolato, qualcuno di loro propone:<br />
Per effettuare la prova i ragazzi non dovranno pensare a niente! Dovranno soltanto cercare<br />
di essere più in forma possibile!<br />
A trasportare gli strumenti d<strong>alla</strong> stazione al Regina, che dista all'incirca un chilometro,<br />
provvederanno gli amici stessi.<br />
Nessuno di loro ha la macchina, ma quelle mani da operai sono più di una garanzia.<br />
In men che non si dica, tutto viene trasportato e schierato all'interno del locale.<br />
Uno di loro, invece, resterà a guardia del resto dei bagagli che altrimenti, durante la prova,<br />
rimarrebbero incustoditi sul marciapiede della stazione.<br />
Che organizzazione! Che senso di solidarietà! Che bella dimostrazione di patriottismo!...<br />
Ma la resistenza fisica di Mario e di tutti gli altri, ormai è arrivata <strong>alla</strong> frutta.<br />
Quelle persone sono molto generose...<br />
Purtroppo non saranno un panino e una tazza di caffè a ripristinare lo stato fisico e mentale<br />
dei ragazzi. In balìa di chiunque voglia decidere per loro, hanno perso completamente il senso della<br />
realtà. <strong>Da</strong>ta la condizione fisica che a malapena li fa reggere in piedi, hanno chiaro in testa una sola<br />
cosa: il tonfo che di lì a poco darà la botta finale a quella situazione incresciosa.<br />
Non è pensabile poter suonare in quello stato. Con le mani che tremano per la debolezza e il respiro<br />
che non è più lo stesso. La testa, poi, sta tutta da un'altra parte...<br />
La situazione è tutta all'opposto di come dovrebbe essere, prima di un esame importante.<br />
<br />
Si chiedono frastornati e con la testa che frulla.<br />
.<br />
12
Qualcosa di familiare<br />
Capitolo 15<br />
Francoforte, 10 ottobre 1960:<br />
La "Prova Regina"<br />
Sembra passato un secolo dall'ultima volta che hanno calpestato la morbida moquette di un<br />
locale notturno.<br />
Adesso, come in un sogno, ne rivivono l'ambiente così ovattato e accogliente.<br />
Dopo alcuni mesi torna quella piacevole sensazione che si prova, tutte le volte, entrando in<br />
un night club deserto: quel caro, stantio, odore di chiuso.<br />
... Roma... Stoccolma... Francoforte... in Italia o in qualsiasi altro posto. Ovunque!<br />
Sempre, lo stesso, gradevole disgusto!<br />
Esattamente tutto ciò che resta in ogni locale notturno, delle montagne di sigarette che,<br />
puntualmente, lì dentro se ne vanno in fumo. Ogni notte!<br />
Il bellissimo Tanz Kaffee Regina di Francoforte non sfugge a questa regola.<br />
Anche qui l'odore acre ormai s'è impregnato sulle pareti e su tutta la tappezzeria.<br />
Quello veramente nauseabondo, invece, proviene dal fondo dei posacenere, sempre svuotati, ma<br />
mai lavati. "Poi" soltanto grazie all'impiego industriale di deodorante, i cattivi odori saranno<br />
neutralizzati. Ma solo fino a che il ciclo non riprenderà, la notte successiva, quando l'ambiente sarà<br />
nuovamente invaso, dal fumo nuovo di altre sigarette.<br />
Tutto il mondo è paese!<br />
Dopo giorni di spaesamento, finalmente provano qualcosa di familiare, in questa città che sembra<br />
non gradirli.<br />
Come Paperon de' Paperoni che definisce il tintinnio delle sue monete, "delizia per le mie<br />
orecchie", così i nostri ragazzi, riferendosi al tipico fetore da locale notturno vuoto, rivivendolo<br />
dopo parecchio tempo, potranno dire:<br />
Che tradotto, potrebbe significare:<br />
.<br />
Come pesci fuor d'acqua.<br />
I ragazzi restano soggiogati dall'esagerata eleganza del Kaffee Regina. Così, a prima vista,<br />
appare come il locale più bello, fra tutti quelli conosciuti fino a quel momento.<br />
L'ambiente raffinato li imbarazza, perché rende ancora più evidente il loro stato, anche se<br />
momentaneo, di giovani in difficoltà.<br />
si chiedono smarriti.<br />
Sono talmente stanchi, che l'unica cosa sarebbe rimettersi <strong>alla</strong> ricerca del Consolato...<br />
Al centro della sala c'è un grande quadrato sul quale piovono decine di fari. Si capisce subito<br />
che, oltre per b<strong>alla</strong>re, quello spazio dovrebbe fungere anche da pista dove si svolgono i numeri di<br />
varietà.<br />
<strong>Da</strong>lla parte opposta - per chi entra - si notano le attrezzature complete di due orchestre. Ognuna<br />
occupa la metà di una pedana rettangolare, grande esattamente come un lato della pista.<br />
Sulle casse delle rispettive batterie, a grandi caratteri, se ne possono leggere i nomi.<br />
Su una c'è scritto "I Paladini". Sicuramente sono italiani. Sull'altra invece si legge "Los Gatos<br />
Negros". Probabilmente si tratta di spagnoli.<br />
Ci si attendeva un locale deserto, considerando il carattere privato dell'audizione, invece<br />
sono presenti un sacco persone.<br />
13
Una dozzina di queste sono gli orchestrali dei due complessi. Stanno seduti ognuno attorno<br />
al tavolo attiguo <strong>alla</strong> propria zona di lavoro.<br />
Hanno i volti tesi e parlano poco. Non si accorgono o fanno finta di non vedere i nuovi arrivati.<br />
In compenso, fumano tutti come turchi.<br />
Il personale del locale è facilmente riconoscibile. Alle prese con alcune delle consuete<br />
mansioni pre-serali, si chiamano l'uno l'altro, ammiccando ironicamente in direzione dei ragazzi di<br />
<strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> e dei loro accompagnatori.<br />
Il resto, a giudicare dall'abbigliamento un po' bizzarro e i modi teatrali piuttosto snob,<br />
sicuramente sono gli artisti. Contornati dall'immancabile codazzo di pseudo coreografi, fidanzati,<br />
amichetti e accompagnatori vari, hanno tutti un'aria piuttosto scocciata!<br />
Poi, naturalmente, ci sono i proprietari. O forse si tratta dei rappresentanti la direzione del<br />
locale, con i quali dovrebbero aver preso accordi i due amici italiani.<br />
L'attesa è febbrile. Come se a esibirsi debba essere la Filarmonica di Vienna. Invece...<br />
Si tratta semplicemente di fare un test, per capire se il nuovo gruppo sarà in grado di accompagnare<br />
tutti i numeri di varietà.<br />
Quando i signori proprietari si trovano davanti quei ragazzini che dovrebbero rappresentare i<br />
musicisti, ai quali dovrà essere affidata la sorte degli spettacoli serali, in scena al Kaffee Regina,<br />
senza far nulla per nasconderla, manifestano platealmente la propria delusione e anche il proprio<br />
disappunto. Soprattutto per aver accolto la richiesta di quei due italiani che, sicuramente, hanno<br />
esagerato nel descriverne i pregi, probabilmente, senza averli neppure sentiti suonare.<br />
Con un locale di prestigio da gestire, oltretutto in piena crisi, la vista di coloro che anziché<br />
musicisti, sembrano barboni usciti fuori da un cassonetto dell'immondizia, fa esplodere nei titolari<br />
quel risentimento, forse mai sopito, che non esclude una certa antipatia razziale:<br />
<br />
Pressappoco questo dev'essere stato il senso della frase, che per fortuna i ragazzi, non conoscendo il<br />
tedesco, sicuramente non hanno capito.<br />
Però... il dito indice portato <strong>alla</strong> tempia, rivolto a chi li ha accompagnati, è stato più che eloquente!<br />
E nel caso non se ne fosse ben compreso il significato, pieni di rabbia aggiungono pure:<br />
"Accidenti agli Italiani... sempre gli stessi!"<br />
Quanto a considerazione da parte tedesca, in quel periodo gli italiani se la potevano pure<br />
scordare!<br />
Sono gli orchestrali del complesso italiano a spiegare il motivo di tanta tensione.<br />
Il buon nome del Regina rischia di essere compromesso, perché, da una decina di giorni, gli artisti<br />
non riescono a svolgere il proprio lavoro in maniera accettabile.<br />
Nessuna delle due orchestre, infatti, è in grado di accompagnare i numeri di varietà che<br />
rappresentano il vero punto di forza del locale.<br />
.<br />
E' l'amara considerazione dei ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>, consapevoli di non appartenere a quella<br />
categoria di musicisti.<br />
Purtroppo ciò significa che quel piccolo barlume di speranza, circa la possibilità di poter riprendere<br />
a lavorare e che per qualche attimo li aveva fortemente illusi, ora sta inesorabilmente per svanire.<br />
Per fare "come si deve" il lavoro del varietà, è indispensabile aver fatto tanta esperienza nel<br />
settore e soprattutto, bisogna saper leggere la musica "a prima vista".<br />
I ragazzi un po' d'esperienza l'hanno fatta - anche se non direttamente - al Florida di Roma.<br />
Quando però, loro svolgevano la funzione di complesso da ballo, alternandosi, nel corso delle<br />
serate, con un'orchestra di ottimi musicisti "mestieranti" - molto più anziani - specializzata<br />
nell'accompagnare i numeri di varietà.<br />
Quanto all'eventualità di leggere la musica "a prima vista"...<br />
.<br />
14
E' grossomodo ciò che stanno pensando tutti i presenti, giudicando a priori i nuovi venuti, soltanto<br />
in base al loro aspetto, purtroppo, in quel momento certamente non professionale.<br />
Il problema è tutto lì!<br />
Il Kaffee Regina ha urgente bisogno di un'orchestra di professionisti per quel settore dello<br />
spettacolo e purtroppo, i ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>, troppo giovani, non hanno mai suonato "musica<br />
da varietà". E allora?...<br />
Gli artisti - come qualche volta capita, non per colpa loro – non potendo eseguire i propri<br />
numeri, temono addirittura una riduzione dell'ingaggio pattuito. Se non il licenziamento...<br />
La stessa cosa vale per i camerieri e tutto il personale se il locale non dovesse ripartire al più presto.<br />
In quell'occasione, la possibilità che un nuovo complesso potesse far uscire dall'empasse il<br />
Kaffee Regina, dopo giorni di stress, forse era stata considerata con eccessivo ottimismo.<br />
Purtroppo, <strong>alla</strong> vista di quei ragazzini, gli artisti si sentono quasi presi in giro.<br />
Con disappunto, decidono che non vale nemmeno la pena fare la prova. Secondo loro sarebbe<br />
inutile e farebbe soltanto perdere tempo. Magari innervosendoli ancora di più. Quindi... ognuno è<br />
libero di andarsene!<br />
In balìa di un totale vuoto mentale, i ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> non accennano alcuna<br />
reazione.<br />
Chissà in quel momento cosa stanno pensando, in un ambiente così ostile nei loro confronti...<br />
La disperazione non conosce dignità<br />
Al Kaffee Regina di Francoforte sta per andare in scena una sorta di sceneggiata napoletana.<br />
A renderla assolutamente originale, è il pittoresco risultato di "poco tedesco", condito con tanto<br />
dialetto campano. Si tratta degli "sponsor" che, supplicando, cercano di convincere i proprietari,<br />
affinché concedano a quei ragazzi, almeno, la possibilità di una piccola prova.<br />
Fanno rilevare.<br />
Ma constatando la realtà - spinti dal senso di pena per dei compatrioti in difficoltà - temono di<br />
essere stati un po' troppo generosi, nel descriverne le qualità artistiche, a scatola chiusa.<br />
Ad ogni modo la direzione è irremovibile:<br />
.<br />
Enzo Galli - il batterista - come i suoi colleghi, conosce solo un paio di parole tedesche.<br />
<strong>Da</strong>to il suo carattere, come di "uno che non si arrende mai", con un'accorata mimica e un miscuglio<br />
incredibile di italiano-tedesco-napoletano da fare invidia ai più noti personaggi della commedia<br />
partenopea, si inginocchia davanti ai proprietari del locale, implorando a mani giunte:<br />
.<br />
Enzo è fenomenale!<br />
Riesce a tirar fuori tutta la sua passione di napoletano "quasi verace", rivelandosi un campione della<br />
sceneggiata. Anche se, purtroppo, non si tratta semplicemente di "interpretare" una sceneggiata...<br />
perché, in questo caso, c'è di mezzo la fame!<br />
Mettendo da parte la dignità, <strong>alla</strong> fine Enzo riesce... se non proprio a commuovere,<br />
sicuramente a far sì che i proprietari finalmente concedano, anche se per compassione,<br />
quell'opportunità così fortemente implorata.<br />
Nel generale nervosismo, nessuno si è preoccupato d'indicare su quale delle due postazioni<br />
si dovranno sistemare i ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>, per eseguire la prova.<br />
Il loro imbarazzo, in attesa che qualcuno si faccia avanti, è reso più evidente dai fari che<br />
ingenerosamente li illuminano, proprio lì, al centro della pista, mettendone ancor più in evidenza<br />
l'aspetto così malandato.<br />
Uno dei complessi sta per essere "protestato".<br />
Saranno "I Paladini" o "Los Gatos Negros"?<br />
Si fanno avanti gli italiani.<br />
Purtroppo sono proprio loro che dovranno fare i bagagli, se la prova dei ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong><br />
dovesse andar bene...<br />
Malgrado ciò, con un'aria di profonda tristezza facilmente immaginabile, paradossalmente sono<br />
costretti a offrire la propria collaborazione per la sistemazione in pedana dei nuovi arrivati. Pur<br />
sapendo che quella, potrebbe essere la loro ultima funzione all'interno del Regina.<br />
L'atmosfera è pesante.<br />
Una quindicina di persone si è radunata ai bordi della grande pista. Sono gli artisti. Stanno<br />
tutti lì, in abiti borghesi. Pronti per quella che, anziché un'audizione concordata, assomiglia più a<br />
una sfida, impari, tra parti ostili.<br />
...Impari, perché: da un lato ci sono i ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>, "intimoriti" dal nervosismo e dallo<br />
scetticismo generale nei loro confronti; dall'altro lato, gli artisti "internazionali"... che è tutto dire!<br />
Si tratta di ballerine e ballerini; una coppia di acrobati; un anziano fantasista e un giocoliere con la<br />
propria aiutante; l'immancabile mago-prestigiatore con la sua valletta e infine, un Tizio vestito<br />
come se dovesse andare a un funerale: potrebbe essere il presentatore-animatore.<br />
Dulcis in fundo, un po' in disparte, c'è una donna d<strong>alla</strong> bellezza stratosferica.<br />
L'atteggiamento è di chi sia stato buttato giù dal letto dopo soltanto un'ora di sonno e che, per<br />
mantenersi sveglio, sia costretto a fumarsi una sigaretta dietro l'altra.<br />
Sicuramente si tratta della principale attrazione del Kaffee Regina. L'atrio e le vetrine esterne<br />
abbondano di locandine che la ritraggono in alcune pose artistiche. Praticamente, nuda!<br />
Sulle foto appare come la donna più bella mai vista prima. "<strong>Da</strong>l vivo", invece, batte il record della<br />
donna più fanatica e vanitosa, mai conosciuta fino a quel momento. E' la soubrette!<br />
L'atmosfera, come s'è capito, è alquanto tesa. Nessuno degli artisti sembra voler far niente<br />
per nascondere lo stress dovuto a un'alzataccia fuori programma e per essere costretti a degli<br />
straordinari non previsti sul contratto. <strong>Da</strong>lle facce sembra che dicano:<br />
.<br />
Per metterne <strong>alla</strong> prova la validità, come primo tentativo, decidono di far scendere in pista i<br />
ragazzi del balletto classico. Probabilmente perché, dal punto di vista musicale, si tratta del numero<br />
più difficile.<br />
. Devono aver pensato<br />
tutti quanti.<br />
Purtroppo le basi musicali, essenziali per qualsiasi forma di spettacolo, saranno in arrivo<br />
soltanto tra una ventina di anni. Fino a quel momento ci si doveva affidare, unicamente, <strong>alla</strong><br />
maestria dei musicisti...<br />
Il coreografo del numero di danza classica sembra il gemello di Don Lurio. Biondo.<br />
Con la differenza che è platealmente petulante e indisponente.<br />
Non gli va bene niente! La sua voce stridula, da "checca", prevale su tutte le altre. Tiene in mano<br />
uno spartito musicale, che sbandiera come se volesse usarlo per scacciarci le mosche. Zompettando<br />
avanti e in dietro per la pista, non fa altro che aumentare la tensione già fin troppo elevata.<br />
16
Parla da solo!<br />
Peggio di una cornacchia sgrana, una dietro l'altra, una cascata di parole tedesche che... sembra di<br />
stare a una gara di scioglilingua.<br />
"Don Lurio" conosce un po' d'italiano. Tutto all'infinito.<br />
Inveisce contro i nuovi arrivati, nemmeno fossero loro i responsabili di quella situazione.<br />
<br />
Li apostrofa, squadrandoli con sdegno, come se avessero la lebbra.<br />
Due ragazze e due ragazzi, in abiti borghesi, ma con tanto di scarpette di raso ai piedi, fanno<br />
stretching al centro della pista, in attesa della musica. Sono i ballerini classici.<br />
Il coreografo che li dirige, consegna quello spartito-ventaglio a Mario - ex fisarmonicista,<br />
passato al vibrafono - che lo analizza con attenzione.<br />
Leggendo le note una per una, come se si trattasse di un giornaletto di Topolino e ondeggiando la<br />
testa a destra e sinistra, ne sussurra il motivo a bocca chiusa, annuendo come se ricevesse degli<br />
ordini silenziosi da un'entità invisibile.<br />
Secondo i presenti che lo osservano in silenzio...<br />
.<br />
I colleghi, guardandosi bene dal disturbarlo, aspettano con trepidazione il fischio di chiusura di<br />
quella diagnosi estenuante.<br />
L'unica cosa che riescono a sbirciare di quella partitura è il titolo: "Divine Fantasy". Una fantasia di<br />
brani classici.<br />
Un sospiro di sollievo!<br />
Finalmente dal piccolo montaltese arriva qualche segnale...<br />
Per provare lo strumento Mario esegue alcune "sgommate", con una miriade incredibile di<br />
note a "grappolo". Il mantice della Scandalli viene disteso quasi a toccare per terra.<br />
.<br />
Quasi sicuramente stanno pensando i presenti, mentre assistono a quelle evoluzioni, come se<br />
fossero stati folgorati da una scarica elettrica.<br />
E' d'obbligo, per Mario, compiere quelle veloci scorribande sulla tastiera, per tentare di<br />
recuperare un po' di scioltezza nelle dita.<br />
Il freddo e i disagi degli ultimi giorni ne hanno pericolosamente compromesse le normali funzioni.<br />
Figuriamoci per suonare dei brani - non facili - di musica classico-sinfonica...<br />
Inoltre, da due anni, da quando ha formato il complesso, ha trascurato quasi completamente il suo<br />
strumento principale, a favore del vibrafono. Semplicemente, perché va di moda.<br />
Di tutto questo, purtroppo, i suoi colleghi ne sono consapevoli e temono la debacle.<br />
Dopo giorni e giorni che non mangiano, non è la debolezza a far scendere rivoli di sudore<br />
d<strong>alla</strong> fronte, bensì, il timore che Mario non possa farcela...<br />
Francoforte, 10 ottobre 1960: ore 17,00 circa.<br />
Enzo, Gianni e l'altro Mario si rivolgono a tutti i Santi del Paradiso, affinché producano il<br />
miracolo.<br />
Tutt'intorno è palpabile l'aria di scetticismo generale, anche se leggermente mitigata da<br />
quelle saette musicali che stanno rimbalzando da un capo all'altro del locale.<br />
Probabilmente lo "sciogli-dita" con il quale Mario sta violentando la sua preziosa Scandalli, con lo<br />
scopo di scaldarsi le mani, sta facendo nascere qualche briciolo di ottimismo.<br />
Anche se così giovane e malandato, nessuno dei presenti immagina di trovarsi davanti a uno<br />
dei migliori fisarmonicisti d'Europa.<br />
Nella sua modesta casa, a Montalto di Castro, in bella vista sulla credenza - in cucina - c'è il<br />
prezioso trofeo che s'è aggiudicato nel Campionato Europeo di Fisarmonica del 1957.<br />
Con il suo strumento tra le braccia, il piccolo Mario sembra un gigante!<br />
Malgrado si renda conto che in quel momento tutte le speranze sono riposte su di lui, o<br />
paradossalmente, proprio perché non se ne rende conto, sembra del tutto tranquillo e sicuro di se.<br />
Santino, intanto, accorda la chitarra in tonalità con la fisarmonica.<br />
Gli altri ragazzi del gruppo dovranno rimanere in assoluto silenzio!<br />
...Ne' batteria, ne' basso... niente! Tutti fermi e zitti, per non "disturbare", neppure con un fiato,<br />
l'esecuzione del "triplo salto mortale con doppio avvitamento... senza rete": la difficile prova cui si<br />
stanno per cimentare Mario e Santino!<br />
Credendo che nessuno li veda, Gianni e Mario si girano e si fanno il segno della croce.<br />
Enzo seduto <strong>alla</strong> batteria con le bacchette strette in mano, guardandosi bene dall'utilizzarle, per la<br />
tensione, a momenti le stritola!...<br />
Adesso tutti i presenti incominciano a pensare che, probabilmente, quei due ragazzini in<br />
rampa di lancio, la musica - veramente - se la mangiano "a prima vista"!<br />
Mario e Santino, super concentrati, sono entrati in un'altra dimensione.<br />
Il padre - il "Lupo Maremmano" - non scherzava mica, giù a <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>, quando, come<br />
un cane da guardia, li teneva a bada, fino a quando non avessero terminato la loro dose quotidiana<br />
di “solfeggio”. Quattro ore, tutti i giorni! Senza insegnanti. <strong>Da</strong> soli!<br />
E non c'erano né santi, né madonne, che potessero impedire quello che, per lui, rappresentava una<br />
vera ragione di vita: i figli dovevano diventare bravi musicisti!<br />
Al grido di una semplice, perentoria, minacciosa e ossessionante incitazione diventata famosa e<br />
ancora oggi ricordata in tutta Montalto di Castro:<br />
<br />
La partitura è di quelle toste!<br />
Si tratta di una fantasia tratta da celebri brani di musica classica:<br />
18
"Poeta e contadino" e "Cavalleria leggera", di Franz Suppé;<br />
"La gazza ladra" e "Guglielmo Tell", di Gioacchino Rossini.<br />
Non s'è badato a spese! E' musica assolutamente impegnativa!<br />
L'arrangiamento è complesso. La tensione altissima.<br />
In sala è calato il silenzio. Anche "Don Lurio" ha smesso di rompere le balle.<br />
Nelle mani di Mario e Santino c'è la sorte del proprio destino e di quello degli altri ragazzi di<br />
<strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>.<br />
Se dovesse andar male, c'è il "foglio di via".<br />
Tutti a casa! Sconfitti e senza una lira! ...E la Germania te la puoi scordare!<br />
Ma se dovesse andar bene...<br />
Al momento quest'ultima è un'ipotesi su cui non vale troppo la pena sperare.<br />
I ballerini, al centro della pista, aspettano che parta la musica per iniziare il proprio numero.<br />
Nel totale silenzio, piombato all'improvviso in sala, l'unica cosa che si distingue forte e chiara è il<br />
cattivo odore, stantio, di fumo di sigarette che ha accolto i ragazzi appena entrati nel locale.<br />
In tale atmosfera di febbrile attesa, adesso l'unico suono percepibile è il mormorio dei due gladiatori<br />
- soli contro tutti - mentre al centro della pedana si studiano la partitura per mettersi d'accordo<br />
sull'esecuzione. Di solito per brani molto più semplici occorrono prove su prove...<br />
Le "belve internazionali" che a turno scenderanno in pista, sono pronti a sbranarli <strong>alla</strong> più piccola<br />
indecisione.<br />
"O la va... o la spacca"!<br />
Orgoglio italiano.<br />
Quando Mario parte con la sua Scandalli... quel suono sublime dello strumento, reso<br />
maestoso dall'amplificazione fornita dai Paladini, fa pensare a un'orchestra sinfonica.<br />
Le bellissime pagine di musica e la classe inaspettata del "piccoletto" rendono l'ambiente del Kaffee<br />
Regina simile a quello di una grande sala da concerto.<br />
I ballerini, come usciti da un incubo, finalmente possono dar sfogo a tutta la loro passione<br />
che per troppi giorni hanno dovuto reprimere.<br />
In perfetta sintonia con i due sorprendenti musicisti, si lasciano travolgere dai capolavori di Rossini<br />
e Suppè, effettuando una prova magistrale.<br />
Tutto a "prima vista"!<br />
Il crescendo "galoppante" che conclude l'ouverture rossiniana e l'intera esibizione,<br />
galvanizza in una ubriacatura generale, tutti quelli che poco prima, avevano palesemente dimostrato<br />
il proprio scetticismo.<br />
Alla fine del numero... un boato!<br />
Il fragore di un applauso spontaneo e le urla di gioia liberatorie che inondano il Kaffee Regina,<br />
arrivano fino giù al Meno (*).<br />
.<br />
E' la parola più bella che i ragazzi sentono da quando sono in Germania.<br />
Ed è indirizzata proprio a loro.<br />
Anche in tedesco ha lo stesso entusiasmante significato che in italiano.<br />
La medicina che ci voleva per ridare la carica all'umore avvilito dei ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>.<br />
Il gol della vittoria, che vale la salvezza, è arrivato proprio allo scadere dei tempi<br />
supplementari.<br />
All'improvviso i ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> - brutti, sporchi e invisibili - sono oggetto di<br />
un'esagerata gioiosa attenzione.<br />
Il più scatenato nell'esprimere il proprio entusiasmo è il coreografo che, solo pochi istanti<br />
prima, si era dimostrato come il più antipatico fra tutti i presenti.<br />
----------------------<br />
(*) Il Meno è il fiume che bagna Francoforte e scorre non troppo distante dal Kaffee Regina.<br />
19
Adesso "Don Lurio", con la teatralità tipica di certi coreografi quando vogliono esprimere la<br />
propria euforia, con slancio esagerato si getta addosso al piccolo Mario, avvolgendolo in un<br />
abbraccio carico d'isterico entusiasmo. Senza dargli neppure il tempo di liberarsi della sua preziosa<br />
Scandalli.<br />
Il tempo dimostrerà che quell'abbraccio, spontaneo e focoso, non era poi così tanto innocente...<br />
Gli amici italiani che si erano prodigati per quella prova, quasi non credono a ciò che sta<br />
accadendo. Sconvolti di meraviglia e pieni d'ammirazione per quei ragazzi, ai quali avevano<br />
semplicemente dato una mano - per compassione – per la grande gioia non riescono a trattenere le<br />
lacrime. Parte di quel successo è anche merito loro.<br />
In un'epoca così lontana, quando una parte del popolo tedesco ci considerava veramente<br />
poco... in questa città così importante e in un luogo di gran classe, finalmente grazie ai ragazzi di<br />
<strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>, è possibile godere per un'incredibile esplosione di "orgoglio italiano".<br />
I proprietari del locale che durante la prova erano rimasti in disparte, si sono fatti largo, e ora<br />
stanno davanti a quei ragazzini, con gli occhi sgranati per la meraviglia.<br />
Come se avessero assistito a un miracolo, sono letteralmente allibiti!<br />
In pochi minuti sono passati dal fastidio provato <strong>alla</strong> loro vista, <strong>alla</strong> voglia che hanno ora<br />
d'abbracciarli.<br />
Finalmente possono tirare un sospiro di sollievo per la crisi che si sta allontanando e che rischiava<br />
di compromettere il prestigio del Kaffee Regina.<br />
Non si capisce con esattezza cosa dicano, ma dal linguaggio universale dei gesti e dall'espressione<br />
soddisfatta del viso, lasciano intendere all'incirca:<br />
.<br />
E rivolgendosi agli amici che li avevano raccomandati, affinché traducano in italiano quanto stanno<br />
per proporre, aggiungono:<br />
Adesso la direzione del Kaffee Regina si dimostra oltremodo gentile e generosa con i ragazzi<br />
di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>.<br />
Interpretando, senza troppa fatica, la loro evidente situazione di bisogno, offre un cospicuo acconto<br />
in marchi tedeschi, sulle future prestazioni.<br />
Dopo tanti giorni a pancia vuota, quando si sono nutriti soltanto di cicoria cruda e altre<br />
schifezze, finalmente con i primi Marchi si potranno permettere qualcosa di caldo. Un'abbondante<br />
cena <strong>alla</strong> tedesca, sarà come un pranzo <strong>alla</strong> Villa dei Principi (*).<br />
I Paladini invece, rimasti senza lavoro e purtroppo senza soldi, a seguito del loro<br />
licenziamento, non hanno nemmeno la possibilità di acquistare i biglietti per tornare in Italia.<br />
Grazie all'acconto appena ricevuto e soprattutto al senso di solidarietà tra italiani,<br />
riscontrabile soltanto quando si è lontani d<strong>alla</strong> Patria, saranno i ragazzi di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> ad offrire<br />
ai loro colleghi la possibilità di acquistare i biglietti del treno, per rientrare a Torino, evitando loro<br />
l'umiliazione del "Foglio di via".<br />
Per Mario e compagni invece c'è l'urgenza di un alloggio.<br />
In quattro e quattr'otto viene procurata una camera. Si trova all'ultimo piano di un palazzo<br />
sulla piazza della stazione centrale, quindi, non troppo distante dal locale.<br />
Si tratta esattamente, di "una" sola camera. Anzi: di una cameretta! Per cinque persone e con un<br />
solo letto! Però matrimoniale...<br />
Sarà soltanto una sistemazione provvisoria.<br />
E' in questo buco che, per qualche giorno, i ragazzi si dovranno adattare, oltre che a dormire<br />
in cinque in un letto (?), soprattutto a convivere in cinque in un ambiente così piccolo.<br />
Comunque, sempre meglio che dormire sui marciapiedi della stazione! Con il freddo che ti penetra<br />
nelle ossa e il terrore continuo di venire "beccati" d<strong>alla</strong> polizia.<br />
Nella piccola stanza c'è anche il riscaldamento! Ma la cosa più chic, è rappresentata da un piccolo<br />
bagno con l'acqua calda, che si trova nel corridoio.<br />
Una bella doccia è quello che ci vuole per ritrovare il senso di una vita normale.<br />
Improvvisamente sembra di stare al Grand Hotel.<br />
Non sono trascorse nemmeno due ore d<strong>alla</strong> prova al Kaffee Regina, che i ragazzi già si<br />
litigano i turni <strong>alla</strong> toilette.<br />
L'eccitazione per quelle ritrovate comodità, fa saltare le regole riguardo ad alcuni privilegi, di solito,<br />
legati all'anzianità.<br />
Il disordine che deriva dall'apertura contemporanea di tutte le valigie, in così poco spazio,<br />
per far prendere aria alle divise (**) e cercare ognuno la propria biancheria pulita, rappresenta<br />
semplicemente quel "particolare" che, in seguito, i ragazzi ricorderanno con tanta emozione e come<br />
simbolo di vero cameratismo.<br />
Insieme al fatto, piuttosto singolare, di dormire in cinque in un letto matrimoniale, sicuramente sono<br />
quelle "piccole cose" che costituiranno i mattoni per la costruzione di una vera, grande amicizia!<br />
Seppur con qualche piccolo disagio, tutto ciò sta a significare che, finalmente, per i ragazzi<br />
di <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> sta per iniziare una nuova vita.<br />
Partiti dall'Italia come giovane complesso rock in cerca di fortuna, la sera del 10 ottobre<br />
1960, fanno il loro debutto al Tanz Kaffee Regina di Francoforte, inaspettatamente, come "orchestra<br />
da varietà"!<br />
----------------------<br />
(*) La "Villa dei Principi" è un ristorante di Civitavecchia, famoso per la sua ottima cucina.<br />
(**) Fino a tutti gli anni '60, i complessi professionisti, di regola, indossavano la divisa.<br />
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INDICE<br />
LE ORIGINI<br />
Cap. 1 - Montalto di Castro (Vt) 1956, <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong>: ..............................................Pagina 6<br />
Conservatorio dei fratelli Rocchetti.<br />
Cap. 2 - Mario Rocchetti: ...............................................................................................Pagina 10<br />
Lezioni di fisarmonica dal maestro di banda.<br />
Cap. 3 - Santino Rocchetti: .............................................................................................Pagina 13<br />
Talento autodidatta a dieci anni.<br />
Cap. 4 - Alberto Rocchetti: ….........................................................................................Pagina 17<br />
Troppo piccolo, per suonare con i fratelli.<br />
Cap. 5 - Pietro Rocchetti: …............................................................................................Pagina 20<br />
Non ha studiato ma cresce tre ottimi musicisti.<br />
Cap. 6 - Pescia Romana (Vt), dicembre 1956: …...........................................................Pagina 29<br />
Debutto del "Duo Rocchetti".<br />
Cap. 7 - Montalto di Castro (Vt), 1958: ..........................................................................Pagina 32<br />
Il Duo diventa “Sestetto”.<br />
INIZIA LA STORIA<br />
Cap. 8 - Roma, 1958: al “Florida ..................................................................................Pagina 40<br />
“Mario Rocchetti e il suo Complesso”.<br />
Cap. 9 - 1959: tour in Germania …................................................................................Pagina 43<br />
Bruno non parte. Arriva Gianni.<br />
Cap. 10 - Braunschweig, 1959: “Astoria”........................................................................Pagina 49<br />
Per Gianni e Santino è proibito suonare.<br />
Cap. 11 - Stoccolma, Giugno 1959: .….............................................................................Pagina 57<br />
Non si dorme mai da soli.<br />
Cap. 12 - 1960, sette mesi in Germania: ..........................................................................Pagina 60<br />
Il nuovo cantante è Mario Paparozzi.<br />
Cap. 13 - 29 settembre 1960:..............................................................................................Pagina 67<br />
Il telegramma che non ti aspetti.<br />
Cap. 14 - Francoforte, 1° ottobre 1960: …......................................................................Pagina 71<br />
Ragazzi allo sbaraglio.<br />
Cap. 15 - Francoforte, 10 ottobre 1960:...........................................................................Pagina 80<br />
La prova “Regina”.<br />
CINQUE ANNI E 82 GIORNI IN GERMANIA<br />
Cap. 16 - Francoforte, 16 ottobre 1960: …......................................................................Pagina 91<br />
Nascono “I Rokketti”.<br />
Cap. 17 - Francoforte, 23 ottobre 1960: …......................................................................Pagina 94<br />
La svolta.<br />
Cap. 18 - Dusseldorf, gennaio 1961: …............................................................................Pagina 99<br />
Stupore allo “Studio 15”.<br />
Cap. 19 - Colonia, marzo 1961: .…...................................................................................Pagina 111<br />
Si lascia la strada vecchia.<br />
Cap. 20 - Amburgo, aprile 1961: …..................................................................................Pagina 116<br />
Lo Zingaro ubriaco.<br />
Cap. 21 - Amburgo, 31 maggio 1961:…...........................................................................Pagina 122<br />
Giorgio Grandi è il nuovo batterista.<br />
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Cap. 22 - Nati in Italia, cresciuti in Germania:….........................................................Pagina 126<br />
Tutta un'altra musica!<br />
Cap. 23 - Essen, giugno 1961:….......................................................................................Pagina 130<br />
Al “Grugahalle” con artisti di fama mondiale.<br />
Cap. 24 - Essen Werden: …..............................................................................................Pagina 132<br />
Base logistica nella Renania Westfalia.<br />
Cap. 25 - Amburgo, 1962:….............................................................................................Pagina 140<br />
L’incontro con i Beatles.<br />
Cap. 26 - Colonia, febbraio 1963:.....................................................................................Pagina 153<br />
Il folle Carnevale e il timido Mike.<br />
Cap. 27 - Essen Werden, primavera 1963:…...................................................................Pagina 158<br />
Shock al "Brucken Hotel".<br />
VACANZE ITALIANE<br />
Cap. 28 - 5 agosto 1965, Montalto Marina (Vt): ...........................................................Pagina 166<br />
Un militare all'"Ippocampo"...<br />
Cap. 29 - Roma, 6 agosto 1965: ..….................................................................................Pagina 175<br />
Al Piper non c'è il pianoforte.<br />
Cap. 30 - Roma, 1° settembre 1965: …...........................................................................Pagina 184<br />
Sconosciuti in Italia... debuttano al Piper.<br />
Cap. 31 - Roma, settembre 1965: …................................................................................Pagina 193<br />
"Diventerete i Beatles Italiani".<br />
Cap. 32 - Curiosità al Piper: …........................................................................................Pagina 198<br />
Gassmann, Luttazzi, Teodorakis...<br />
Cap. 33 - Settembre, 1965: ….........................................................................................Pagina 206<br />
Due dischi in Italia e di nuovo in Germania.<br />
GERMANIA, AUFWIEDERSEHEN<br />
Cap. 34 - Stoccarda, ottobre 1965: …..............................................................................Pagina 211<br />
Giorgio non si fida dell'Italia.<br />
Cap. 35 - Duisburg, 1° dicembre 1965: ….......................................................................Pagina 213<br />
Un tedesco per suonare in Italia.<br />
Cap. 36 - Essen Werden, 20 dicembre 1965: …..............................................................Pagina 217<br />
Partenza per l'Italia in macchina, arrivo in treno.<br />
IN ITALIA<br />
Cap. 37 - Roma, 5 gennaio 1966: …................................................................................Pagina 235<br />
Di nuovo al Piper.<br />
Cap. 38 - Civitavecchia, febbraio 1966: ….....................................................................Pagina 239<br />
Quello che non ti aspetti.<br />
Cap. 39 - Milano, marzo 1966: …...................................................................................Pagina 248<br />
Tour teatrale nel Nord Italia.<br />
Cap. 40 - Alassio, giugno 1966: …...................................................................................Pagina 258<br />
“Genova per Loro”.<br />
Cap. 41 - Castelletto d'Orba (Al), “Lavagello”: …........................................................Pagina 264<br />
Inaugurazione a rischio.<br />
Cap. 42 - Roma, 30 settembre 1966: …...........................................................................Pagina 272<br />
Tutta colpa di un candelotto...<br />
23
Cap. 43 - Milano, ottobre 1966: …..................................................................................Pagina 280<br />
“Bambolina” fatale.<br />
Cap. 44 - Milano, dicembre 1966:…...............................................................................Pagina 298<br />
Sbagliare è umano!<br />
Cap. 45 - Sei anni in Europa: dal 1959 al 1965 .............................................................Pagina 304<br />
C'era una volta...<br />
Cap. 46 - Musicisti in Italia: ….......................................................................................Pagina 314<br />
Non è tutt'oro quello che luccica.<br />
EVENTI<br />
Cap. 47 - Rieti, aprile 1967: Festival dei Complessi......................................................Pagina 320<br />
Chi avrebbe vinto già si sapeva.<br />
Cap. 48 - Cantagiro 1967: …...........................................................................................Pagina 328<br />
Le case discografiche dirigono la musica.<br />
Cap. 49 - 1968: “Ti rivedrò tra gli angeli”…..................................................................Pagina 354<br />
Ultimo disco per la migliore band degli anni '60.<br />
Cap. 50 - Cortina d'Ampezzo, gennaio 1969: …............................................................Pagina 370<br />
Nati in Italia, cresciuti in Germania...<br />
FINE DELLA STORIA<br />
Cap. 51 - I ragazzi di cinquant'anni fa:...........................................................................Pagina 373<br />
Mario e Santino Rocchetti,<br />
Gianni Bonavera, Mario Paparozzi,<br />
Giorgio Grandi, Tassilo Burckard.<br />
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Amburgo, 1962<br />
Estratto dall’edizione integrale di:<br />
i<br />
<strong>ROKKETTI</strong><br />
<strong>Da</strong> <strong>Piazza</strong> <strong>Padella</strong> <strong>alla</strong> <strong>Reeperbahn</strong><br />
Autore:<br />
Mario Paparozzi<br />
Via Ottimo Consiglio, 3<br />
00053 Civitavecchia (RM) - Italia<br />
Tel.: 0766.370240 – 348.1646997<br />
E-Mail: mario.paparozzi@email.it<br />
www.irokketti.it - info@irokketti.it<br />
© Mario Paparozzi 2011 - Riproduzione vietata<br />
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