13.06.2013 Views

Download - EAF51

Download - EAF51

Download - EAF51

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Il Combattimento dei Caccia<br />

Tattiche e manovre<br />

Prefazione<br />

Quando ero un giovane “novellino”, aspirante pilota da caccia, ascoltavo attentamente i miei istruttori,<br />

studiavo duro, facevo del mio meglio per applicare quanto avevo imparato durante i voli di pratica… e venivo<br />

costantemente “battuto”.<br />

Dopo aver sopportato simili umiliazioni per un certo periodo, cominciai a porre delle domande<br />

imbarazzanti ai miei vecchi e saggi istruttori riguardo quelle che ritenevo essere dei concetti piuttosto basilari di<br />

tattica. Probabilmente la migliore risposta che ricevetti fu: “Oh, ci si aspetta che tu perda a questo punto”.<br />

Volevamo un uomo del calibro di Boelcke o Mannock o Mölders o Malan per spiegare l’ignoto e<br />

schiarire le nostre menti confuse e ansiose; ma in quel caso non c’era un ufficiale anziano adatto.<br />

Air Vice-Marshal J.E. “Johnnie” Johnson, RAF<br />

Maggiore Asso della RAF in Europa, 2ª GM<br />

38 vittorie<br />

Essendo uno di quei tipi che non si accontentano, insistetti con le mie sciocche domande lungo tutta<br />

quella che sembrava una lunga, ma non brillante, carriera come pilota da caccia. Dopo un periodo relativamente<br />

breve, tuttavia, giunsi ad una conclusione sorprendente: sembrava che nessuno avesse le risposte che stavo<br />

cercando – o se le avevano, non ne parlavano. Disperato, cercai nella letteratura specializzata, certo che in<br />

sessant’anni di aviazione da caccia qualcuno avesse scritto le risposte. Ciò che trovai, per la maggior parte,<br />

furono delle storie che coprivano dei periodi del combattimento aereo con ampie pennellate e scarsa profondità,<br />

storie i cui autori, sembrava spesso, lavoravano su resoconti giornalistici per trovare delle informazioni su un<br />

soggetto del quale avevano poche conoscenze di prima mano. C’erano anche delle storie personali scritte da<br />

piloti da caccia di successo (cioè vivi) – o derivate da interviste con essi – che raccontavano in dettaglio alcuni<br />

dei loro più interessanti aneddoti di combattimento. Oltre ad avere il fascino di un altro pilota da caccia,<br />

quest’ultimo tipo di opere riguardavano effettivamente abbastanza spesso le tattiche usate da questi piloti e<br />

quelle adoperate dai loro avversari. Sfortunatamente, scoprii ben presto che queste tattiche variavano<br />

grandemente, e, stranamente, tutte erano a volte coronate da successo, ma altre volte disastrose. Anche se alcuni<br />

dei concetti più generali sul combattimento aereo spigolati da simili racconti sembravano validi nella guerra<br />

moderna, molti particolari non lo erano. Ogni scontro sembrava essere una piccola fetta di tempo che non<br />

avrebbe mai potuto essere ripetuta. Gli aerei, la gente, le armi, le tattiche e le condizioni, tutto concorreva a<br />

formare un risultato, e se lo scontro fosse stato ripetuto, anche il giorno successivo, l’esito avrebbe potuto<br />

essere facilmente ribaltato. Il caso e la fortuna sembrano essere dei giocatori molto forti a questo gioco. Infatti<br />

una delle frasi preferite dei piloti da caccia è: “Preferisco essere fortunato che bravo”.<br />

Un’arma eccellente e la fortuna erano al mio fianco. Per avere successo il migliore pilota da caccia ha<br />

bisogno di entrambe.<br />

Generalleutnant Adolf Galland<br />

Generale dell’Arma della Caccia, Luftwaffe, 1941-45<br />

104 vittorie<br />

Ma i miei studi da ingegnere mi avevano insegnato che da qualche parte esisteva una bella soluzione<br />

matematica al più ingarbugliato dei problemi, quindi continuai la ricerca delle “verità” basilari che governano<br />

questi eventi – o almeno appianare i contrasti in un modo o nell’altro. Alcuni di quei principi esistono, e spero<br />

che molti di essi siano inclusi in questo testo. La maggior parte di ciò che leggerete qui è il frutto di esperienze<br />

di volo personali, analisi ingegneristiche dei dati sulle prestazioni dei caccia, e “chiacchiere da bar” con altri<br />

piloti da caccia. [è stupefacente quanto una persona possa diventare brillante dopo un paio di birre]. Se ho<br />

rubato la mossa preferita o l’espressione prediletta di qualcuno, vi prego di credere che il furto non è stato<br />

volontario. È impossibile essere certi delle origini esatte di impressioni e opinioni formatesi nel corso di molti<br />

anni. Né le tattiche qui illustrate riflettono necessariamente le dottrine tattiche delle forze aeree di una qualsiasi<br />

3


nazione. Ho fatto del mio meglio per essere il più obiettivo possibile su questo controverso soggetto discutendo<br />

i pro e i contro di diverse dottrine. Nessuna dottrina è perfetta, e ci saranno sicuramente delle bandiere “B.S.”<br />

sventolate da studiosi e praticanti di questa scienza. In questo affare c’è sicuramente un sacco di spazio per i<br />

disaccordi.<br />

4<br />

Niente è vero nella tattica<br />

Maggiore Randy “Duke” Cunningham, USN<br />

5 vittorie, conflitto del Vietnam<br />

Secondo la mia esperienza, le nazioni, e persino le diverse branche dell’aviazione di una stessa nazione,<br />

differiscono nelle tattiche di combattimento aereo come in altre aree. In realtà esse sono spesso in disaccordo<br />

anche su cosa costituisca una “dottrina tattica”. Per esempio, ho verificato che chiedendo a due piloti americani<br />

quale sia la loro tattica in una data situazione, si ottengono tre risposte diverse. Di contro, ho capito che tre<br />

piloti da caccia russi darebbero tutti la stessa risposta. Probabilmente nessuno dei due estremi rappresenta<br />

l’ideale. Ovviamente, se avete una sola tattica, sarà meglio che sia quella giusta; tuttavia, anche se fosse così, ci<br />

sono degli svantaggi nella mancanza di flessibilità. Quasi tutte le tattiche possono essere battute se<br />

completamente prevedibili, e il dogmatismo soffoca l’innovazione. Nemmeno la flessibilità totale è ideale,<br />

poiché è difficile per un pilota di caccia diventare prolifico se cambia di continuo stile e tecnica.<br />

…un pilota da caccia deve essere libero di proporre dei miglioramenti [nelle tattiche] o si farà<br />

ammazzare.<br />

Comandante Randy “Duke” Cunningham, USN<br />

Poche parole dovrebbero bastare a spiegare il titolo di quest’opera, Il combattimento dei caccia: tattiche e<br />

manovre.<br />

Il sottotitolo può sembrare ripetitivo, ma in realtà molte delle tattiche dei caccia hanno poco a che vedere<br />

con la manovra. Anche se tutte le manovre qui descritte hanno delle applicazioni tattiche, alcune vengono<br />

adoperate più nell’addestra-mento che nei combattimenti reali, dove qualsiasi cosa che vada oltre una virata<br />

livellata appare insolito. La Manovra in combattimento aereo (Air Combat Maneuvering – ACM) ha quindi una<br />

connotazione da combattimento “simulato”. Le Tattiche di combattimento (Fighter Tactics) sono più vicine alla<br />

“realtà”. Qui si parla di entrambe, e non sempre è chiaro di quale delle due. Un trucco è cercare frasi come<br />

condizioni incontrollate o ambiente sconosciuto, di solito associate alle tattiche di combattimento dei caccia.<br />

Di regola non viravo coi piloti nemici. Potevo fare una virata – per vedere com’era la situazione – ma non<br />

spesso. Era troppo rischioso.<br />

Generale John C. Meyer<br />

Vice-Capo di Stato Maggiore, USAF<br />

26 vittorie, II GM e conflitto in Corea<br />

Un altro termine che richiede di essere spiegato è caccia. Oggi ogni pilota di aereo militare, sia che si<br />

leghi alle cinture di un elicottero o di un trasporto, pensa di volare su un caccia. Caccia, in questo libro,<br />

indicherà un aereo la cui missione sia di distruggere altri mezzi aerei. Si è fatto largo impiego del termine<br />

caccia-bombardiere, che descrive un aereo in grado di effettuare sia missioni aria-aria che aria-terra. Senza<br />

riguardo per la definizione, fino a quando l’aereo è impegnato a lanciare degli oggetti nella polvere, si tratta di<br />

un bersaglio, non di un caccia. Dopo aver lanciato la roba aria-fango ed essere andato in cerca di guai, allora è<br />

un caccia. Come pilota di caccia dotato di autostima, questo è tutto ciò che ho da dire al riguardo.<br />

Ci sono solo due tipi di aerei – caccia e bersagli<br />

Maggiore Doyle “Wahoo” Nicholson, USMC<br />

Pilota da caccia<br />

Anche la parola tattica può beneficiare di qualche spiegazione. Troppo spesso gli storici confondono<br />

questo col termine strategia. La Strategia rappresenta la pianificazione precedente lo scontro per conseguire<br />

obiettivi su una scala piuttosto ampia. Per esempio, nella Battaglia d’Inghilterra, gli inglesi svilupparono la


strategia dell’impiego coordinato dei caccia e di controllori radar basati a terra per la difesa dai bombardamenti<br />

tedeschi. Le tattiche dei caccia avrebbero incluso le loro scelte nelle formazioni d’attacco, delle posizioni prima<br />

dell’attacco, della velocità di attacco, le manovre per raggiungere la posizione di sparo, e i criteri di decisione<br />

dell’ingaggio/sganciamento. Troverete che la maggior parte della letteratura che si prefigge di trattare le tattiche<br />

dei caccia in realtà ne esaminano solo la strategia. Questo è probabilmente dovuto al fatto che le informazioni<br />

sulla strategia sono più disponibili e più facilmente comprensibili sia per lo scrittore che per il lettore, ma simili<br />

opere hanno poco più che un valore di intrattenimento per un pilota di caccia praticante. Anche se qui vengono<br />

delineati dei concetti di strategia, lo scopo principale di questo testo è di riempire l’attuale carenza di<br />

informazioni comprensibili associate con le più ostiche tattiche di combattimento aereo.<br />

Il bombardamento viene spesso chiamato “strategico” quando colpisce il nemico, e “tattico” quando<br />

colpisce noi, e spesso è difficile capire dove finisce l’uno e comincia l’altro.<br />

Air Vice-Marshal J.E. “Johnnie” Johnson, RAF<br />

Nel corso delle mie ricerche in questo campo, ho incontrato spesso la teoria secondo la quale il<br />

combattimento sarebbe rimasto essenzialmente immutato dal suo avvento nel corso della I Guerra Mondiale.<br />

Questo è vero fino a un certo punto. Ovviamente le leggi della fisica e della geometria non cambiano<br />

rapidamente, quindi fino a quando gli aerei da caccia resteranno degli aeromobili ad ala fissa con dei motori che<br />

succhiano aria, ci sarà una certa continuità nelle tattiche di combattimento. Tuttavia i particolari di queste<br />

tattiche cambiano di continuo. Anche se il paniere complessivo delle tattiche disponibili non è stato<br />

probabilmente esteso in maniera apprezzabile dalla I GM, le tattiche passibili di essere coronate dal successo<br />

variano con ogni nuova arma, aereo e situazione di combattimento. I pianificatori militari spesso dimenticano di<br />

mettere in conto questa evoluzione, e di conseguenza cadono nella vecchia trappola di addestrarsi ed<br />

equipaggiarsi per la guerra precedente. Tuttavia è stato vero anche il contrario. Probabilmente ne abbiamo visto<br />

l’esem-pio migliore negli anni ’50 e ’60, quando molti caccia erano progettati e costruiti senza cannoni, poiché<br />

sembrava evidente che le terribili velocità di questi nuovi aerei avrebbero precluso gli scontri con virate a breve<br />

distanza e che i nuovi missili “lo-voglio-morto” allora impiegati avrebbero reso non necessari simili dogfight. Il<br />

primo combattimento su vasta scala con aerei ed armi simili dimostrò che tale ragionamento era gravemente<br />

difettato. Ancora una volta la preannunciata fine del dogfight era stata “ampiamente esagerata”.<br />

La cosa più importante è di avere un approccio flessibile… La verità è che nessuno sa esattamente come<br />

sarà il combattimento aereo del futuro. Non possiamo dire che qualcosa resterà com’è, ma non possiamo<br />

nemmeno essere certi che il futuro si conformerà a delle particolari teorie, che così spesso, nei periodi fra le<br />

guerre, si sono dimostrate sbagliate.<br />

Brigadiere Generale Robin Olds, USAF<br />

16 vittorie, II GM e conflitto in Vietnam<br />

Insieme alle tattiche e agli aerei, anche il pilota da caccia è cambiato. Le rozze “casse” e le armi della I<br />

Guerra Mondiale richiedevano grande destrezza e resistenza fisica, un’eccellente mira, buona vista, e riflessi<br />

rapidi. I piloti da caccia di successo, quindi, erano largamente tratti dai ranghi di atleti, cacciatori, aviatori<br />

sportivi, cavalieri e piloti di automobili da corsa. Anche se gli stessi attributi e talenti sono validi ancora oggi,<br />

caccia e sistemi d’arma moderni hanno puntato maggiormente l’enfasi su vista, destrezza manuale e sulla<br />

capacità di pensare in combattimento, allontanandosi da mira e riflessi. Pilotare un caccia di oggi è come<br />

suonare un ottavino con ogni mano, mentre dei sistemi idraulici da 3.000psi hanno ridotto la necessità di una<br />

grande forza fisica. Paradossalmente, la maggiore velocità dei caccia moderni ha in realtà ridotto il passo dei<br />

dogfight in virata a causa dei ratei di virata più lenti che ne risultano. I caccia della I Guerra Mondiale potevano<br />

invertire la direzione in meno di cinque secondi, mentre i caccia di oggi richiedono spesso circa il triplo. Il<br />

tempo maggiore dà al pilota opportunità molto maggiori di pensare e pianificare durante lo scontro, quindi<br />

riduce la necessità di reazioni riflesse alle manovre dell’avversario. Viceversa, i ratei di virata più lunghi e la<br />

maggiore portata delle armi hanno aumentato grandemente le distanze di ingaggio tra caccia avversari,<br />

rendendo ancora più fondamentale una buona vista. Simultaneamente, le armi guidate e il puntamento<br />

computerizzato hanno ridotto i requisiti per la mira.<br />

A parte le qualità fisiche, tuttavia, aggressività, determinazione, pazienza, e una mente fredda sembrano<br />

distinguere il pilota da caccia di successo lungo tutta la storia del combattimento aereo. Anche se gli attributi<br />

puramente fisici devono essere normalmente forniti dalla natura, molte delle qualità mentali e psicologiche<br />

5


possono essere conseguite con l’esperienza. Nel moderno combattimento aereo in particolare, l’esperienza di un<br />

pilota più anziano può aver ragione della forza fisica e dei riflessi più rapidi di un giovane, fino a quando il<br />

pilota più anziano sarà in grado di mantenere la propria vista, in maniera naturale o con mezzi artificiali.<br />

Grandi piloti si diventa, non si nasce… Un uomo può avere una buona vista, delle mani sensibili e una<br />

coordinazione perfetta, ma il prodotto finale viene ottenuto solo attraverso un allenamento costante, molta<br />

pratica ed esperienza.<br />

Air Vice-Marshal J.E. “Johnnie” Johnson, RAF<br />

Per il momento basta sottolineare solo un altro aspetto, riguardo la natura del combattimento. Dato che in<br />

questo affare moltissimo riguarda azioni e reazioni, ci sono poche verità assolute, quindi sarebbe poco saggio<br />

fare delle affermazioni categoriche su un qualsiasi campo. Inevitabilmente qualcuno avanzerà delle eccezioni a<br />

qualunque regola venga proposta. Per questo aderisco alla filosofia del “mai dire mai”. Quindi, se doveste<br />

notare delle affermazioni che includono termini categorici come sempre o mai consideratele come delle sviste.<br />

La Manovra nel combattimento aereo ha molte delle qualità della boxe, degli scacchi, delle gare<br />

automobilistiche e dei videogiochi, con la ricompensa finale per il successo o il fallimento. Può far sudare,<br />

rendervi esausti, essere altamente cerebrale e terrificante, e richiede grande abilità e riflessi. È qui che risiede la<br />

sfida e il suo fascino.<br />

Niente rende un uomo più cosciente delle proprie capacità e dei propri limiti di quei momenti in cui deve<br />

mettere da parte tutte le note difese dell’ego e della vanità, e accettare la realtà guardando, con la normale paura<br />

di un uomo che combatte, in faccia alla Morte.<br />

Maggiore Robert S. Johnson, USAAF<br />

27 vittorie, II GM<br />

6


Capitolo 1<br />

L’armamento dei caccia<br />

Gli aerei da caccia esistono per distruggere altri aerei. L’aereo in sé può essere considerato solo come una<br />

piattaforma d’armi progettata per portare i sistemi d’arma in posizione per sparare. L’armamento dei caccia è<br />

cambiato considerevolmente nel corso degli anni, ed ogni arma ha avuto dei requisiti peculiari per un impiego<br />

efficace. I requisiti possono includere portata e puntamento efficaci, posizione relativa tra caccia e bersaglio, o<br />

un qualsiasi numero di altri fattori. Tutti i requisiti di una singola arma devono essere soddisfatti<br />

contemporaneamente perché essa possa essere impiegata con successo. Il soddisfare tali requisiti di lancio delle<br />

armi, frustrando allo stesso tempo quelli del nemico, deve quindi essere l’obiettivo di tutte le tattiche e manovre<br />

dei caccia.<br />

Prima che si possano discutere efficacemente le tattiche dei caccia bisognerà conoscere i sistemi d’arma,<br />

poiché tali armi sono le forze motrici che stanno dietro le tattiche. Questo capitolo tratta le principali classi di<br />

armamenti usate da e contro gli aerei da caccia. Nella trattazione sono incluse caratteristiche operative,<br />

limitazioni operative e le contromisure associate a queste armi.<br />

Mitragliatrici aria-aria<br />

La cosa più importante nel combattimento era sparare, quindi le varie tattiche per arrivare al<br />

combattimento e per ultima l’abilità nel volo in sé.<br />

Lt. Colonel W.A. “Billy” Bishop, RAF<br />

Probabilmente il maggiore asso della RAF nella I GM<br />

72 vittorie<br />

La mitragliatrice è di gran lunga l’arma aria-aria più importante e più largamente adoperata. La storia<br />

dell’adattamento di quest’arma all’impiego aeronautico è estremamente interessante ed è stata oggetto di molte<br />

altre opere, quindi noi la tratteremo solo in maniera sommaria.<br />

Le mitragliatrici degli aerei possono essere classificate come “fisse” o “mobili”. Le armi fisse sono<br />

istallate in una posizione statica rispetto all’aereo, di solito sparano in avanti, e vengono collimate puntando<br />

l’intero caccia. Le armi mobili, seppure fissate all’aereo, possono essere puntate in alto, in basso e da una parte<br />

e dall’altra per coprire un certo campo di fuoco, che può trovarsi in qualsiasi direzione relativa all’apparecchio.<br />

Tali mitragliatrici possono essere operate manualmente o installate in torrette motorizzate.<br />

Le armi fisse sparanti in avanti hanno diversi vantaggi per dei caccia piccoli e manovrabili. La loro<br />

installazione è generalmente più leggera e genera minore resistenza aerodinamica, quindi hanno un minore<br />

impatto negativo sulle prestazioni. Le mitragliatrici mobili richiedono di solito un operatore aggiuntivo oltre al<br />

pilota, il che fa aumentare ulteriormente pesi e dimensioni dell’aereo. Inoltre la manovra relativa ad un altro<br />

aereo è molto più semplice quando l’avversario può essere mantenuto davanti all’attaccante, il che richiede<br />

essenzialmente un campo di fuoco anteriore. Per queste e altre ragioni, le mitragliatrici fisse sparanti in avanti<br />

sono state giudicate superiori per piccoli apparecchi offensivi (caccia), mentre le mitragliatrici mobili vengono<br />

in genere preferite per la difesa di aerei più grandi e meno manovrabili.<br />

Attraverso prove ed errori, l’armamento dei caccia della prima Guerra Mondiale progredì dalle piccole<br />

armi portatili alle mitragliatrici mobili e, infine, alle mitragliatrici fisse. Il caccia tipico della fine di quel<br />

conflitto aveva due mitragliatrici fisse sparanti anteriormente della classe di calibro .30, spesso equipaggiate<br />

con un sincronizzatore per sparare attraverso il disco dell’elica.<br />

Il frenetico progresso nelle prestazioni degli aerei nel corso degli anni ’20 e ’30 fu in larga misura il<br />

risultato dell’inten-so interesse generato dalle gare internazionali di velocità di quegli anni. Anche le tecniche<br />

strutturali aeronautiche furono rivoluzionate, e la costruzione interamente metallica divenne essenzialmente<br />

standard. Questi sviluppi, insieme alle lezioni della prima Guerra Mondiale sul valore della potenza di fuoco,<br />

portarono ad un incremento significativo nell’ar-mamento dei caccia prima dello scoppio della seconda Guerra<br />

Mondiale.<br />

Il ragionamento dietro tali sviluppi è abbastanza chiaro. Primo, le migliori prestazioni degli aerei<br />

consentivano di trasportare il peso di un armamento maggiorato. Secondo, i progettisti riconoscevano che i ratei<br />

7


di avvicinamento più alti, causati dalle maggiori velocità degli aerei, avrebbero portato a dei tempi di fuoco più<br />

brevi, quindi era necessaria una maggiore potenza distruttiva in minor tempo. Terzo, gli aerei metallici, in<br />

particolare i bombardieri, erano dei bersagli molto più duri, e le accresciute prestazioni consentivano agli aerei<br />

di trasportare delle corazzature aggiuntive che potevano essere adoperate per proteggere le parti vitali (per gli<br />

aerei della prima Guerra Mondiale la corazzatura era a volte il coperchio di una stufa di ferro posto sul sedile<br />

del pilota).<br />

Tali sviluppi crearono la necessità di una maggiore potenza di fuoco, che poteva essere conseguita con<br />

più armi, proiettili più grossi, maggiori cadenze di tiro, velocità iniziali più alte o pallottole esplosive. Alcune<br />

coppie di tali fattori, tuttavia, sono correlate in maniera tale che nessuno dei membri può essere modificato in<br />

maniera indipendente. La più importante di tali relazioni è probabilmente quella fra il peso del proiettile e la<br />

cadenza di tiro. In generale, maggiore è il peso del proiettile (che include pallottola, carica e bossolo), più lenta<br />

è la cadenza di tiro, principalmente a causa dell’i-nerzia delle parti mobili più pesanti necessarie per impiegare<br />

tali munizioni. Ovviamente, a seconda della tecnologia disponibile in un dato momento, esisterà un equilibrio<br />

ideale fra questi due fattori. Se armi e munizioni vengono rese più leggere per un dato peso del proiettile,<br />

l’equilibrio ideale si sposta verso pallottole più pesanti. Un altro fattore di questa equazione riguarda la<br />

vulnerabilità del bersaglio. La maggiore cadenza di tiro possibile con proiettili più piccoli dà come risultato una<br />

maggiore probabilità di far centro, ma un maggiore peso del proiettile porta generalmente a maggiori danni sul<br />

bersaglio nel caso di un centro.<br />

Alcune delle variazioni nell’armamento dei combattenti della seconda Guerra Mondiale possono essere<br />

spiegate da questo fattore. Per esempio, i bombardieri sono generalmente degli aerei piuttosto grandi e poco<br />

manovrabili, abbastanza facili da colpire ma difficili da distruggere a causa della corazzatura di aree vitali e alla<br />

maggiore ridondanza dei sistemi più importanti. Un simile bersaglio potrebbe essere distrutto con un minor<br />

numero di proiettili più distruttivi. Si potrebbe dire il contrario per dei piccoli ed altamente manovrabili caccia,<br />

che sono solitamente più difficili da colpire.<br />

La ricerca di proiettili più distruttivi condusse allo sviluppo del cannone per aerei. Un cannone è<br />

essenzialmente un’arma che spara pallottole esplosive. In genere queste cariche esplosive vengono armate<br />

dall’accelerazione data alla granata dallo sparo, ed esplodono a contatto del bersaglio. Anche se nella prima<br />

Guerra Mondiale venne fatto un certo un certo uso di cannoni a colpo singolo, dei cannoni automatici realmente<br />

efficaci vennero sviluppati nel periodo fra le due guerre.<br />

Questi erano generalmente armi da 20 a 40mm e avevano proiettili significativamente più grossi di quelli<br />

delle mitragliatrici della categoria .30 o .50 d’uso comune, con cadenze di tiro più basse di conseguenza. Gli<br />

stessi cannoni erano più grandi e pesanti, con ulteriori svantaggi nello spazio disponibile sull’aereo e sulle<br />

prestazioni.<br />

La molte eccezioni e varianti nell’armamento aeronautico impiegato nella seconda Guerra Mondiale non<br />

possono essere trattate qui in dettaglio, ma alcune tendenze generali meritano di essere menzionate. La potenza<br />

di fuoco dei primi caccia venne invariabilmente accresciuta nelle versioni successive degli stessi aerei, come<br />

pure nei nuovi caccia introdotti durante la guerra; col progredire della guerra attraverso i suoi vari stadi divenne<br />

evidente anche l’accresciuta specializzazione proiettile/bersaglio. Per esempio, i progettisti dei caccia<br />

statunitensi, preoccupati principalmente dell’opposizio-ne dei caccia tedeschi e giapponesi, ebbero la tendenza<br />

a restare fedeli alle mitragliatrici con un’alta cadenza di tiro. L’armamento standard dei caccia americani più<br />

importanti (P-51, P-47, F4U, F6F) alla fine della guerra era di sei o otto mitragliatrici Browning calibro .50.<br />

Queste erano solitamente montate nelle ali, dove c’era più spazio e non c’era bisogno di sincronizzazione, in<br />

modo che potesse essere sviluppato l’intero volume di fuoco. I progettisti tedeschi adoperavano generalmente<br />

una combinazione di armi montate nella cofanatura (spesso sincronizzate) e nelle ali, e tendevano a impiegare i<br />

cannoni per una maggiore potenza contro i bombardieri pesanti che costituivano la loro occupazione principale.<br />

Alla fine della guerra, i caccia Me262 (a reazione) e Me163 (a razzo), impiegati principalmente come<br />

intercettori contro i bombardieri, impiegavano quattro cannoni da 30mm e/o razzi non guidati da 50mm.<br />

Entrambi i contendenti impiegarono con successo dei cannoni anche più grossi nel ruolo aria-terra, come pure<br />

dei razzi non guidati.<br />

L’avvento delle armi montate nelle ali condusse a un incremento del problema della dispersione delle<br />

pallottole.<br />

Quando tutte le armi erano montate sulla cofanatura motore, esse venivano semplicemente collimate<br />

attraverso la bocca per sparare essenzialmente dritto avanti (il collimatore poteva essere allineato per<br />

considerare la normale caduta per gravità delle pallottole ad una portata stabilita). Ma quando le armi vennero<br />

disperse sulla maggior parte dell’apertura alare, la dispersione delle pallottole divenne eccessiva, lasciando<br />

8


ampi buchi nella rosa dei proiettili a certe distanze. La “densità letale di pallottole” veniva accresciuta da un<br />

metodo noto come “armonizzazione”, che in genere comprendeva l’uso di una o due tecniche.<br />

La “armonizzazione puntuale” allineava le armi esterne leggermente verso la linea mediana dell’aereo, in<br />

modo che le pallottole si incontrassero in un punto considerato come la distanza di combattimento ideale<br />

(normalmente da 700 a 800 piedi). Questo metodo dava la massima densità letale verso questa particolare<br />

distanza, ma portava a un’ampia dispersione per distanze molto superiori. L’armonizzazione puntuale era<br />

spesso preferita da piloti abili nel puntamento e fiduciosi di riuscire a mettere questo punto di massima densità<br />

sul bersaglio.<br />

Per la maggior parte dei piloti, un altro metodo, noto come “armonizzazione della rosa”, portava risultati<br />

migliori.<br />

Questo richiedeva di aggiustare individualmente ogni arma leggermente verso l’alto, verso il basso, a<br />

destra o a sinistra per produrre una rosa di proiettili di un certo diametro abbastanza uniforme alla distanza di<br />

armonizzazione. Anche se in questa maniera non veniva conseguita la massima densità letale, un pilota da<br />

caccia medio aveva migliori possibilità di mettere a segno dei colpi. I vantaggi di questo metodo erano molto<br />

simili a quelli di un fucile a pallettoni su una carabina.<br />

Anche i proiettili più letali favorivano tale tecnica, poiché la densità massima di solito non era necessaria.<br />

Montare le armi in modo che la loro linea di fuoco non si estendesse attraverso il centro di gravità (CG)<br />

dell’aereo introduceva un altro problema. In particolare quando le mitragliatrici alari erano montate a grande<br />

distanza dal CG, il fatto che una mitragliatrice di un lato non sparasse poteva far sì che l’aereo imbardasse in<br />

maniera significativa, complicando grandemente il puntamento. Aerei progettati con armi montate<br />

asimmetricamente richiedono spesso una certa coordinazione automatica dei comandi aerodinamici, come la<br />

deviazione del timone, per compensare tali effetti.<br />

L’azione di rinculo di armi pesanti a fuoco rapido può essere considerevole, e può spesso provocare una<br />

perdita di velocità significativa per l’aereo che spara. A basse velocità, soprattutto in condizioni di fuoco<br />

asimmetrico, tale rinculo può provocare uno stallo e una conseguente perdita di controllo.<br />

Con l’avvento degli aerei a reazione è sorta un’altra complicazione riguardo al posizionamento delle<br />

mitragliatrici. I gas prodotti dalle armi devono essere scaricati in modo da non essere aspirati dal motore,<br />

poiché potrebbero provocare uno stallo o uno spegnimento del compressore.<br />

Il passo successivo nella tecnologia delle armi aria-aria apparve dopo la seconda Guerra Mondiale. Si<br />

trattava di un nuovo cannone, modellato da un’arma sperimentale tedesca e costruito attorno a un cilindro<br />

rotante simile a un “revolver”.<br />

Questo progetto, conosciuto come M39 negli Stati Uniti, dava un grande incremento nella cadenza di tiro.<br />

Alla fine degli anni ’50 vennero ottenute delle prestazioni ancora superiori con l’introduzione del cannone<br />

“Gatling”.<br />

Anziché un cilindro rotante, quest’arma impiegava delle canne multiple rotanti. Designato M61 negli<br />

Stati Uniti, quest’arma poteva sviluppare un elevatissima cadenza di tiro con minore surriscaldamento ed<br />

erosione della canna. In più, quest’arma era di solito mossa elettricamente, o da un sistema idraulico o<br />

pneumatico; non dipendendo più dall’energia residua dei colpi sparati, venivano eliminati i problemi derivanti<br />

dai proiettili inesplosi.<br />

Durante gli anni ’50 e ’60 si verificò la decisa tendenza ad allontanarsi dalla mitragliatrice come<br />

armamento principale dei caccia. Si aveva la sensazione che le altissime velocità degli aviogetti e il pesante<br />

armamento dei nuovi bombardieri rendessero obsolete le mitragliatrici, in particolare per le missioni notturne e<br />

ognitempo. In questo periodo molti caccia non furono affatto equipaggiati di mitragliatrici; il loro armamentario<br />

aria-aria consisteva interamente di razzi non guidati, e in seguito di missili guidati (che verranno trattati più in<br />

là in questo capitolo). Tale tendenza fu invertita negli anni ’70, dopo che ulteriori esperienze di combattimento<br />

ebbero dimostrato ancora una volta il valore della mitragliatrice e i limiti di alcune delle armi più esotiche.<br />

La Tabella 1-1 è una raccolta di dati su diverse delle mitragliatrici che hanno avuto un ruolo importante<br />

negli aerei da combattimento americani, ed è abbastanza rappresentativa anche degli armamenti delle altre<br />

nazioni. Un buon indicatore dello sviluppo tecnologico di un’arma è il peso dei proiettili che è in grado di<br />

sparare in un minuto (considerando le limitazioni della canna e le scorte di munizioni). In questa tabella il peso<br />

del fuoco viene dato dal fattore WF. È possibile notare un enorme progresso paragonando la mitragliatrice<br />

Browning .30-cal. M2 del primo dopoguerra con la mitragliatrice Gatling M61 da 20mm degli anni ’50. Il<br />

miglioramento in questo campo è stato uno dei fattori di punta nell’aumento della letalità dei sistemi d’arma<br />

aeroportati.<br />

9


La letalità di un’arma può essere misurata moltiplicando il potere distruttivo del suo proiettile per il<br />

numero di centri.<br />

Per le pallottole non esplosive, le qualità distruttive sono in genere proporzionali all’energia cinetica: la<br />

metà della massa del proiettile per il quadrato della sua velocità. Per essere tecnicamente più esatti, la velocità<br />

considerata dovrebbe essere quella relativa d’impatto, ma a fini comparativi basterà la velocità d’uscita. Il<br />

fattore FL nella Tabella 1-1, misurazione della letalità della mitragliatrice, è proporzionale all’energia cinetica<br />

di ogni proiettile e alla cadenza di tiro.<br />

FL dovrebbe indicare grosso modo la letalità di una pallottola non esplosiva sparata alla cadenza specifica<br />

da una data arma. I cannoni sono un caso piuttosto diverso, poiché gran parte della loro letalità viene data dalle<br />

loro granate esplosive.<br />

Quindi FL è una stima relativa abbastanza accurata della distruttività delle mitragliatrici, ma nel confronto<br />

sottostima il cannone. Similmente, può essere adoperata per comparare cannoni delle stesse dimensioni, ma<br />

sminuisce i cannoni più grandi nel paragone coi più piccoli.<br />

Pur con le sue limitazioni, FL può dare un’idea qualitativa dell’incredibile crescita della letalità delle<br />

mitragliatrici dei caccia nel corso degli anni. Per esempio, lo FL combinato delle due mitragliatrici<br />

sincronizzate classe .30 tipiche dei caccia della fine della prima Guerra Mondiale sarebbe nell’ordine di FL=2,<br />

mentre le sei mitragliatrici alari calibro .50 del caccia P-51 della seconda Guerra Mondiale avrebbero all’incirca<br />

un FL=38. In più, un collimatore di gran lunga migliore sul P-51 e su molti altri caccia dei suoi giorni<br />

aumentava grandemente le probabilità di mettere dei colpi a segno. Un ulteriore aumento della letalità può<br />

essere ravvisato nei sistemi di mitragliatrici di alcuni caccia di oggi, come gli F-14, F-15, F-16 ed F-18, che<br />

montano un solo cannone Gatling M61. Senza considerare l’accresciuta letalità della granata esplosiva e il<br />

collimatore ulteriormente migliorato, questi aerei si classificano intorno a FL=145. Simili avanzamenti<br />

tecnologici, combinati con la connessa affidabilità, rapporto costi/efficacia, semplicità e flessibilità in confronto<br />

con molti altri sistemi d’arma, rendono la mitragliatrice una risorsa formidabile dei caccia moderni.<br />

10<br />

Tabella 1-1. Mitragliatrici aeronautiche americane<br />

Tipo<br />

Data<br />

operatività<br />

Peso<br />

Pallottola<br />

(libbre)<br />

Cadenza di tiro<br />

(colpi/min)<br />

Peso del fuoco<br />

WF<br />

(libbre/min)<br />

Velocità d’uscita<br />

VM<br />

(piedi/sec)<br />

Letalità<br />

FL<br />

(WF x VM x 10)<br />

Mitragliatrici<br />

.30-cal M2 1929 .02 1.200 25 2.600 1,7<br />

.50-cal M2 1933 .10 800 81 2.810 6,4<br />

.50-cal M3 1947 .10 1.200 121 2.840 9,8<br />

Cannoni<br />

20mm M2 1941 .30 650 196 2.850 15,9<br />

20mm M3 1944 .30 800 241 2.750 18,2<br />

20mm M39 1953 .22 1.500 332 3.330 36,8<br />

20mm M61<br />

37mm M4<br />

1957<br />

1941<br />

.22<br />

1.34<br />

6.000<br />

135<br />

1.330<br />

181<br />

3.300<br />

2.000<br />

Per quanto un dato sistema d’arma possa essere letale, esso ha ben poco valore se non può essere portato<br />

sul bersaglio. Il fatto che persino i sistemi relativamente benigni della prima Guerra Mondiale fossero efficaci<br />

nella loro epoca, dimostra che la letalità non è certo l’unico fattore, e probabilmente nemmeno il più<br />

importante, nell’efficacia di una mitragliatrice. La capacità di conseguire un centro all’inizio è probabilmente<br />

più importante. Secondo tale ragionamento, è verosimile che una semplice comparazione delle cadenze di tiro<br />

tra le varie armi e le loro relative installazioni dia una misura migliore della loro efficacia, poiché tale fattore è<br />

più strettamente correlato alla possibilità di mettere un colpo a segno. Letalità e vulnerabilità del bersaglio sono<br />

tuttavia ancora importanti, poiché determinano il numero di colpi a segno necessari per l’abbattimento. In più,<br />

perché le mitragliatrici si trovino in posizione adeguata per aprire il fuoco, le prestazioni dell’aereo e l’abilità<br />

del pilota devono essere adeguate. La localizzazione di tale posizione dipende molto dall’efficacia del<br />

collimatore, come si tratterà in seguito.<br />

144,8<br />

7,2


Principi di balistica aria-aria<br />

Il problema della balistica aria-aria è complicato; esso richiede di colpire un bersaglio in movimento da<br />

una piattaforma mobile con dei proiettili che seguono una traiettoria curva a velocità variabile. Tale problema<br />

complesso potrà essere compreso meglio se ogni parte verrà considerata isolatamente.<br />

Molta gente che ha sparato con un’arma o che abbia scoccato una freccia o abbia scagliato un sasso verso<br />

un bersaglio statico sa che il proiettile impiega un intervallo finito di tempo per raggiungere quel bersaglio.<br />

Durante questo tempo sul proiettile agisce la forza di gravità, che lo fa curvare verso il basso. Più lungo è il<br />

tempo di volo (Time of Flight - TOF) del proiettile, più il proiettile tenderà a cadere. Nel primo secondo la<br />

caduta per gravità è di circa 16 piedi. Durante il proprio volo il proiettile è soggetto anche alla resistenza<br />

aerodinamica, che lo fa decelerare con una rapidità dipendente dalla sua forma, dimensioni, peso e velocità,<br />

oltre che dalla densità dell’aria. In generale, maggiore è la velocità d’uscita del proiettile, minore è il TOF e più<br />

piccola la caduta per gravità ad una data distanza. Ma via via che la distanza, e quindi il TOF, aumentano,<br />

aumenta anche la caduta per gravità. La caduta provocata dalla forza di gravità può essere trascurabile a<br />

distanze molto brevi, ma diventa sempre più importante all’aumentare del TOF.<br />

Tale TOF finito pone anche un altro problema se il bersaglio è in movimento, poiché la posizione del<br />

bersaglio cambierà dall’istante in cui il proiettile viene sparato al momento dell’impatto; quindi è necessario<br />

considerare un certo anticipo se si vuole che il proiettile e il bersaglio arrivino nello stesso punto nello spazio<br />

nello stesso istante. Questo non sorprenderà chiunque abbia sparato a un uccello o al piattello. L’anticipo<br />

richiesto è grosso modo proporzionale alla velocità trasversale del bersaglio, quindi se il suo percorso è dritto<br />

sulla direzione di chi spara, non sarà necessario nessun anticipo, ma verrà richiesto il massimo anticipo se il<br />

percorso del bersaglio è a 90° rispetto alla linea di mira (Line of Sight – LOS) del tiratore.<br />

Come mostra la figura 1-1, l’anticipo viene solitamente descritto come “angolo di anticipo”. L’angolo di<br />

anticipo è sensibile alla velocità trasversale del bersaglio e alla velocità media del proiettile. Anche la distanza è<br />

un fattore, poiché la velocità media del proiettile decresce con un maggiore TOF. L’angolo di anticipo dipende<br />

anche dalla geometria della situazione di tiro, a causa dell’influenza di tale fattore su velocità trasversale del<br />

bersaglio e TOF. Tale geometria può essere definita anche come “angolo di aspetto del bersaglio” (Target-<br />

Aspect Angle – TAA), definito come l’angolo tra il vettore velocità del bersaglio (direzione di volo) e la LOS<br />

fra il tiratore e il bersaglio. Quando il bersaglio si muove direttamente verso il tiratore, il TAA è pari a zero. Il<br />

tiratore ha un TAA di 180° quando si trova dritto dietro al bersaglio, e un TAA di 0° sulla perpendicolare del<br />

bersaglio (bersaglio “al traverso”). Insieme al TAA può variare anche la velocità trasversale del bersaglio,<br />

facendo cambiare l’angolo di anticipo necessario.<br />

Non ho un sistema per sparare. È decisamente più sul lato sensibile delle cose che si sviluppa questo tipo<br />

di capacità. Sono stato al fronte per cinque anni e mezzo, e si acquisisce un vero e proprio senso per il giusto<br />

anticipo.<br />

Generalleutnant Gunther Rall, Forze aeree tedesche<br />

Terzo Asso della Luftwaffe, II GM<br />

275 vittorie<br />

Fino ad ora abbiamo discusso solo di bersagli non manovrati (ovvero che viaggiano in linea retta a<br />

velocità costante).<br />

Per avere un’idea degli effetti delle manovre del bersaglio sull’angolo di anticipo, ipotizzate che il tiratore<br />

sia direttamente dietro al bersaglio al momento di sparare, ma che prima del TOF della pallottola il bersaglio<br />

inizi una virata a destra o a sinistra. Se il tiratore non ha applicato nessun angolo di anticipo (poiché la velocità<br />

trasversale del bersaglio era zero al momento dello sparo), il proiettile potrebbe passare dietro all’obbiettivo.<br />

L’accelerazione laterale del bersaglio (G radiale) ha generato una velocità trasversale media che richiede una<br />

correzione dell’anticipo. L’entità di tale correzione dipende molto dai G del bersaglio vicino alla punta o alla<br />

coda del TAA, ma dipende meno dalle manovre del bersaglio (e più dalla sua velocità) nei pressi della<br />

posizione al traverso quando il bersaglio vira direttamente verso il tiratore o lontano da esso.<br />

Il movimento e le manovre del bersaglio possono influenzare anche la distanza. Se TOF, caduta<br />

gravitazionale, angolo di anticipo, ecc., vengono calcolati sulla base della distanza del bersaglio al momento<br />

dello sparo (posizione ‘1’ della Figura 1-1), un qualsiasi movimento o manovra durante il TOF del proiettile<br />

potrebbe modificare la distanza, invalidando tutti i calcoli.<br />

11


La complicazione finale nella balistica aria-aria è il movimento dello stesso aereo tiratore. Un accurato<br />

calcolo balistico dipende dalla conoscenza della velocità reale del proiettile nel momento in cui lascia la canna.<br />

La velocità relativa del tiratore andrebbe sommata alla velocità d’uscita per ricavare la velocità di lancio. Anche<br />

le manovre dell’aereo che spara avranno diversi effetti importanti. Per esempio, quando il tiratore manovra, la<br />

linea della bocca da fuoco (gun-bore line – GBL) potrebbe essere in qualche modo spostata dalla direzione di<br />

movimento dell’aereo che spara a causa dell’“angolo di attacco”, sbandata, ecc. (l’angolo di attacco viene<br />

trattato in Appendice). In generale, la traiettoria reale nell’istante in cui il proiettile lascia la bocca non sarà<br />

allineata alla GBL. Il movimento impartito al proiettile dalle canne rotanti (cannone Gatling), oltre che dalla<br />

flessione dell’aereo sotto i carichi delle manovre, possono costituire dei fattori. Questi e alcuni altri fattori<br />

vengono solitamente raggruppati insieme sotto il termine di “scarto di traiettoria”, che include qualsiasi<br />

differenza di angolazione tra la GBL e la traiettoria iniziale.<br />

Dati tutti i fattori suddetti, stupisce il fatto che sia mai stato possibile registrare degli abbattimenti, specie<br />

quando molti di questi fattori sono quantità sconosciute al pilota. Non appare strano quindi che la tecnica più<br />

efficace sia spesso quella di “riempire il parabrezza col bersaglio e strappare”. Dei collimatori aria-aria efficaci<br />

hanno fatto molto per aiutare i piloti da caccia in questo difficile compito.<br />

Per quanto riguarda i passaggi di mitragliamento, la cosa migliore era quando picchiavi a tutta velocità,<br />

effettuavi un passaggio, abbattevi rapidamente un avversario, e tiravi su… Il segreto era fare il lavoro in un solo<br />

passaggio; poteva essere su un fianco o da dietro e di solito cercavo di aprire il fuoco da circa 150 piedi.<br />

Major Erich Rudorffer, Luftwaffe<br />

Settimo asso, II GM<br />

222 vittorie (13 in una missione)<br />

Le pallottole traccianti, introdotte durante la prima Guerra Mondiale, furono anch’esse un grande aiuto<br />

per il pilota, poiché gli permettevano di vedere la traiettoria del suo flusso di proiettili ed effettuare le<br />

correzioni. Delle piccole cariche pirotecniche collocate nel retro dei traccianti bruciavano durante il TOF,<br />

rendendo visibile il proiettile. Anche se tale caratteristica poteva essere d’aiuto nel mettere le pallottole sul<br />

bersaglio, il beneficio poteva funzionare in entrambe le direzioni.<br />

I piloti di molti aerei bersaglio non capiscono di essere sotto attacco fino a quando non vengono sparati i<br />

primi colpi.<br />

Qualsiasi tracciante che manchi il bersaglio attrarrà decisamente l’attenzione del pilota preso di mira e lo<br />

farà manovrare in maniera difensiva. Senza i traccianti, il pilota attaccante ottiene di solito un bersaglio stabile<br />

per qualche secondo in più, aumentando grandemente le probabilità di un abbattimento. Per questa ragione si<br />

raccomanda che le munizioni traccianti vengano impiegate solo per la pratica di tiro, per permettere all’allievo<br />

di sviluppare il senso della traiettoria e della dispersione dei proiettili.<br />

12


A volte manchi coi primi proiettili e i traccianti ti tradiscono.<br />

Colonel Francis S. “Gabby” Gabreski, USAAF<br />

Massimo asso americano in Europa, II GM<br />

34,5 vittorie, II GM e Corea<br />

La pratica normale coi traccianti è di inserirli insieme alle munizioni normali (ogni cinque pallottole, per<br />

esempio), poiché la cadenza di tiro è solitamente tale che in ogni caso diversi sono in aria contemporaneamente.<br />

Dato che la balistica dei traccianti di solito varia leggermente da quella degli altri colpi, è verosimile che anche<br />

le traiettorie differiscano lievemente, il che può essere fuorviante, soprattutto se il pilota sta sparando su lunghe<br />

distanze. Anche una difficoltà nella percezione della profondità può rendere ambigua la stima delle traiettorie<br />

dei traccianti. Con l’avvento di collimatori aria-aria efficaci, gli svantaggi dei traccianti in combattimento<br />

cominciarono probabilmente a superare i benefici.<br />

[L’ufficiale comandante] ordinò che i traccianti fossero rimossi… Non dimenticherò mai i risultati<br />

spettacolari che ottenemmo. La nostra media di abbattimenti salì dal 50 al 100 per cento.<br />

Colonel Charles W. King, USAF<br />

5 vittorie, II GM<br />

In assenza di un indicatore delle munizioni rimaste, i traccianti sono stati impiegati per avvisare il pilota<br />

che le sue munizioni erano quasi esaurite. A tale scopo, gli ultimi colpi potevano includere alcuni traccianti.<br />

Tuttavia non ci voleva molto perché un nemico attento si accorgesse di tale pratica, dandogli il vantaggio di<br />

sapere quali caccia erano a corto di munizioni. Di conseguenza sono preferibili altri sistemi di indicazione delle<br />

munizioni rimaste.<br />

Collimatori aria-aria<br />

I primi collimatori per le mitragliatrici aria-aria erano di tipo fisso, consistendo il più delle volte in una<br />

circonferenza con un mirino, come nella figura 1-2. Tale sistema comprendeva di solito un anello o più anelli<br />

concentrici con dei raggi trasversali, collocato vicino alle bocche delle armi, e un’asta verticale situata sulla<br />

parte posteriore, più vicino al pilota (tali posizioni erano a volte invertite). Muovendo il capo in modo da<br />

allineare la punta dell’asta (il mirino) col centro dell’anello, il pilota collimava lungo la GBL. Dato che le<br />

dimensioni dell’anello erano note, come pure in genere le dimensioni del bersaglio (l’apertura alare è la misura<br />

più comunemente impiegata per le dimensioni del bersaglio), il rapporto tra l’anello e le dimensioni apparenti<br />

del bersaglio variava con la distanza. Tale rapporto forniva un metodo utile per la stima delle distanze.<br />

Per esempio, il pilota poteva sapere di essere entro la massima portata efficace delle sue armi quando<br />

l’apertura alare dell’aereo nemico si estendeva oltre la metà del diametro del suo collimatore ad anello. L’anello<br />

era utile anche per stimare l’angolo di anticipo necessario. Per un bersaglio che non manovra, con una data<br />

velocità e distanza, l’angolo di anticipo è grosso modo legato al TAA. Se il bersaglio volava direttamente verso<br />

il tiratore o si allontanava da esso, sarebbe stata necessaria solo una lieve correzione per la caduta<br />

gravitazionale. Tuttavia, se l’attacco era effettuato da una posizione esterna alla direzione di volo del bersaglio,<br />

sarebbe stato necessario un certo anticipo. Il pilota avrebbe avuto di solito una serie di regole generali, apprese<br />

dall’esperienza degli altri piloti della squadriglia e dalle sue stesse esperienze personali, che mettevano in<br />

relazione la posizione del bersaglio dentro l’anello del collimatore col TAA ad una certa distanza. Per esempio,<br />

se il bersaglio riempiva l’anello con un TAA di 90°, il tiratore avrebbe dovuto porre il muso del bersaglio<br />

tangente alla parte inferiore dell’anello interno del collimatore, grosso modo come mostrato in figura 1-2.<br />

Ovviamente, sarebbero state necessarie ulteriori correzioni per la caduta gravitazionale e le manovre dell’aereo<br />

bersaglio e del tiratore, rendendo il “vento del Kentucky” un fattore importante.<br />

I colpi che richiedono un ampio anticipo, di solito a causa di un angolazione elevata rispetto al muso o<br />

alla coda del bersaglio, vengono chiamati colpi ad “alta deviazione”, e l’arte di colpire dei bersagli in tali<br />

condizioni è nota come tiro deviato. Solo i migliori tiratori padroneggiavano quest’arte con i collimatori fissi, e<br />

i loro risultati riflettevano in genere la loro abilità.<br />

13


Uno dei fattori da comprendere quando si tira con un collimatore come quello ad anello e mirino è<br />

l’effetto della posizione del capo del pilota. Se il pilota muove il capo in avanti, più vicino al collimatore,<br />

l’anello sembrerà più grande e coprirà un cono con un angolo più grande ad una data distanza. Tale angolo<br />

conico può essere misurato in gradi o, più comunemente, in millesimi (1°=17,5 millesimi). Un millesimo<br />

rappresenta l’ampiezza di un oggetto lungo 1 piede visto da una distanza di 1.000 piedi. Un bersaglio con<br />

apertura alare di 35 piedi avrà un’ampiezza di 2° (35 millesimi) alla distanza di 1.000 piedi, e di 1° a 2.000<br />

piedi. Quindi, una variazione nell’ampiezza apparente dell’anello provocata dalla posizione del capo del pilota<br />

poteva provocare errori grossolani nella stima della distanza e dell’angolo di anticipo. Certe installazioni<br />

includevano dei poggiatesta per assistere il pilota nel posizionamento del capo.<br />

Questo problema veniva solitamente affrontato con dei collimatori ottici fissi, alcuni simili a un mirino<br />

telescopio per fucile, che sostituirono largamente il tipo ad anello e mirino tra la fine della prima e l’inizio della<br />

seconda Guerra Mondiale. Le ottiche di questi collimatori richiedevano una certa posizione della testa del pilota<br />

perché fosse visibile l’intera immagine del collimatore o per vedere in maniera chiara il bersaglio, eliminando<br />

in tal modo questa variabile. I primi esemplari erano di forma tubolare, ma prima della seconda Guerra<br />

Mondiale vennero generalmente sostituiti da collimatori a riflessione.<br />

Questo tipo di collimatore ottico era di solito nella forma di un cerchio, o diversi cerchi concentrici, di<br />

luce proiettati su un “vetro combinatorio” attraverso il quale il pilota collimava sul bersaglio. Il vetro<br />

combinatorio era trasparente, ma rifletteva l’immagine del collimatore in modo che potesse essere vista<br />

contemporaneamente al bersaglio. L’immagine del collimatore era generalmente focalizzata all’infinito, in<br />

modo che questa e il bersaglio fossero entrambi a fuoco per il pilota. Questo eliminava anche qualsiasi<br />

cambiamento nelle dimensioni apparenti dell’anello del collimatore coi movimenti del capo.<br />

Ancora una volta, l’ampiezza angolare degli anelli del collimatore può essere impiegata per stimare<br />

distanza e anticipo. Alcuni di questi collimatori avevano anche una caratteristica regolabile, spesso delle righe<br />

di luce che potevano essere avvicinate o allontanate dal centro del collimatore per rappresentare l’apertura alare<br />

di vari bersagli alla distanza massima o a quella ideale. Il centro di questi collimatori aveva di solito l’aspetto di<br />

un cerchio o una croce di luce detta “pipper” (lampeggiante).<br />

I collimatori ottici di questo tipo rappresentavano solo un piccolo progresso rispetto al tipo con anello e<br />

mirino. Il pilota aveva bisogno di maggiore aiuto, soprattutto per la stima dell’anticipo nel tiro ad alta<br />

deviazione. Per alcuni, tale aiuto giunse durante la seconda Guerra Mondiale nella forma del collimatore ottico<br />

giroscopico con calcolo dell’anticipo (Lead Computing Optical Sight – LCOS). Esistono molte varianti di<br />

LCOS, diverse per l’aspetto del collimatore e per complessità, quindi è necessaria una trattazione generale.<br />

I tre componenti di base del LCOS sono il visore del collimatore, un sensore giroscopico e un calcolatore.<br />

Il pilota attaccante segue il bersaglio cercando di mantenere il pipper al centro o su qualche punto vulnerabile di<br />

esso. Al tempo stesso, egli corregge costantemente l’immagine del collimatore sull’apertura alare del bersaglio,<br />

spesso girando una leva regolabile che, una volta selezionato il tipo di bersaglio o la sua apertura alare prima<br />

dell’attacco, permette al calcolatore di calcolare la distanza del bersaglio. Qualsiasi virata effettuata dall’aereo<br />

attaccante per seguire il bersaglio viene percepita dai giroscopi e inviata al calcolatore. Una volta noti<br />

l’angolazione della LOS e la distanza del bersaglio, il calcolatore può calcolare l’angolo d’anticipo richiesto. I<br />

giroscopi possono percepire anche la posizione del tiratore e mettere il calcolatore in grado di calcolare<br />

direzione ed entità della caduta gravitazionale alla distanza del bersaglio.<br />

Tutte queste correzioni vengono mostrate al pilota nel visore, che fa muovere l’immagine nel collimatore<br />

nella direzione opposta al movimento della LOS. Per continuare a seguire il bersaglio, il pilota deve correggere<br />

la propria mira nella direzione giusta per la correzione dell’anticipo. Per esempio, se il calcolatore determina<br />

che sia necessario un maggiore anticipo, il pipper scivola verso la coda del bersaglio, chiedendo al pilota di<br />

correggere la sua mira più in avanti, fornendo così la giusta correzione dell’anticipo.<br />

14


Un simile sistema di collimazione tenta di prevedere la futura LOS del bersaglio basandosi sull’attuale<br />

LOS e sulla sua velocità angolare di cambiamento. Il tempo per il quale viene anticipata questa futura posizione<br />

della LOS è il TOF di una pallottola sparata in quell’istante. Il TOF, a sua volta, dipende dalle condizioni di<br />

fuoco (essenzialmente velocità e quota del tiratore) e la distanza che la pallottola deve percorrere per<br />

raggiungere il bersaglio. Anche questa distanza deve essere prevista, sulla base della distanza al momento dello<br />

sparo e sulla velocità di cambiamento della distanza (chiusura, avvicinamento).<br />

Evidentemente qui sono coinvolte diverse previsioni. Il calcolatore per il controllo del fuoco deve<br />

effettuare questi calcoli basandosi solo sulla qualità delle informazioni a esso disponibili. Dato che non soltanto<br />

i valori correnti di diversi parametri (LOS, distanza, ecc.) ma anche la velocità di cambiamento di tali parametri<br />

possono essere impiegati nel calcolo, è essenziale la precisione delle informazioni inserite (ovvero un<br />

inseguimento stabile e preciso, e una variazione costante nell’input della distanza) per evitare errori grossolani<br />

provocati da informazioni falsate. Ogni calcolatore richiede anche una quantità finita di tempo, noto come<br />

“tempo di decisione” (settling time), per svolgere i calcoli basati sull’input di nuovi dati.<br />

Dei cambiamenti rapidi in questi input possono provocare degli ampi movimenti irregolari del pipper<br />

durante il tempo di decisione, rendendo inutilizzabile il collimatore.<br />

Potete avere collimatori computerizzati o tutto ciò che volete, ma penso che dobbiate avvicinarvi il più<br />

possibile al nemico e buttarlo giù a bruciapelo. Da vicino lo prenderete. Da grande distanza, è discutibile.<br />

Colonnello Erich “Bubi” Hartmann, Bundesluftwaffe<br />

Massimo asso a livello mondiale, Luftwaffe<br />

352 vittorie, II GM<br />

Un progresso significativo nella tecnologia dei collimatori fu l’introduzione dell’informazione automatica<br />

sulla distanza, solitamente fornita dal radar. I primi sistemi impiegavano un fascio radar fisso, ad ampia<br />

copertura, centrato dritto davanti al caccia. Ogni qualvolta un bersaglio (o qualsiasi altra cosa) si poneva entro il<br />

suo campo visivo e alla sua portata (di solito nell’ordine di un miglio), questo radar esclusivamente<br />

distanziometrico avrebbe misurato la distanza fino al bersaglio, l’avrebbe indicata attraverso il sistema del<br />

collimatore, e avrebbe mandato le informazioni di portata e rateo della distanza al calcolatore del puntamento.<br />

Questi valori misurati dal radar sono solitamente molto più accurati e precisi degli input manuali. In caso di<br />

malfunzionamento del radar era possibile un back-up manuale, o il computer poteva semplicemente assumere<br />

dei dati nominali di distanza e ratei.<br />

Il radar verrà trattato molto più approfonditamente più in là in questo capitolo, ma due dei suoi limiti<br />

possono essere menzionati adesso in relazione al puntamento. Uno dei problemi della maggior parte dei modelli<br />

si incontra quando il radar guarda verso il basso a basse quote, dove il “ritorno del terreno” potrebbe oscurare il<br />

ritorno di un bersaglio relativamente piccolo e rendere inutilizzabile la misura della distanza da parte del radar.<br />

Inoltre, i radar sono suscettibili a una serie di contromisure elettroniche (Electronic Counter Measures-ECM).<br />

La figura 1-3 illustra il visore tipico di un LCOS radar.<br />

Un collimatore che fa muovere il pipper entro il campo visivo (di contro al collimatore fisso) in risposta<br />

alle manovre dell’aereo del tiratore viene a volte chiamato sistema “a reticolo disturbato”. Entro questa ampia<br />

categoria si trovano numerose varianti. Il tipo di LCOS che abbiamo descritto cerca di prevedere la posizione<br />

del bersaglio (LOS e distanza) con un futuro TOF, quindi mostra un pipper che dirige il pilota fornendogli la<br />

corretta quantità di anticipo. Questa tipologia è nota come collimatore “direttore” o “predictor”. A parte tutte<br />

queste complesse previsioni, l’accuratezza di tale sistema dipende anche dal fatto che il bersaglio mantenga una<br />

manovra abbastanza costante (possibilmente il più vicino possibile a una linea retta a velocità costante) per<br />

almeno un TOF dopo che la previsione è stata completata.<br />

15


Un’altra automatizzazione dello LCOS a reticolo disturbato può essere chiamata collimatore “storico” o<br />

“in tempo reale”. Questo sistema prevede solo la traiettoria della pallottola e “ricorda” tale traiettoria fino alla<br />

fine del TOF. Quindi mostra un pipper che rappresenta il punto di impatto di quel proiettile su un piano<br />

geometrico all’attuale distanza del bersaglio. Un tale collimatore dice al pilota cosa succede in quel momento ai<br />

proiettili sparati un TOF fa, da cui il termine storico. Se il pipper è sovrapposto al bersaglio, le pallottole<br />

dovrebbero passare attraverso l’obiettivo se sono state sparate un TOF prima.<br />

Il sistema ha diversi vantaggi rispetto al metodo della predizione. Uno di essi è che i soli calcoli da<br />

effettuare sono basati sulle informazioni più accurate: la balistica delle pallottole e la posizione e le manovre<br />

dell’aereo del tiratore. Un altro è che l’informazione mostrata dal pipper è in tempo reale, quindi non dipende<br />

da manovre future del bersaglio.<br />

Con un collimatore storico, il pilota deve ricordare di aprire il fuoco almeno un TOF prima che il pipper<br />

sembri toccare il bersaglio sul visore del collimatore per conseguire il massimo numero di centri. Anche<br />

l’inseguimento può essere un po’ più difficile, poiché c’è un intervallo di un TOF tra il movimento del tiratore e<br />

il cambiamento nell’indicazione del pipper. Il pilota ha uno scarso controllo immediato sul pipper (come non<br />

può controllare il percorso delle pallottole dopo che sono state sparate) per le correzioni fini della tracciatura.<br />

Tuttavia, anche con queste limitazioni, i collimatori basati su questa tecnica in tempo reale mostrano<br />

generalmente risultati migliori contro bersagli in manovra dei collimatori “direttori”.<br />

Molte varianti di questi due metodi di base sono state collaudate con qualche successo. Spesso la<br />

differenza è solo nel formato della visualizzazione, e a volte vengono adoperate delle combinazioni dei due<br />

metodi di calcolo. Vari astuti trucchi di stima e previsione spesso impiegati, danno come risultato la necessità di<br />

una molto minore sofisticazione del calcolatore di quella richiesta per il collimatore storico completo.<br />

Indubbiamente la ricerca del collimatore aria-aria “perfetto” continuerà, ma ci sono dei limiti pratici<br />

all’accuratezza ottenibile, in gran parte a causa delle variazioni nella fabbricazione delle munizioni, che<br />

provocano piccoli cambiamenti balistici. Anche le vibrazioni della canna durante il fuoco e altri fattori hanno<br />

un certo effetto. L’accuratezza pratica delle armi aria-aria al momento di scrivere, non tenendo conto degli<br />

errori del collimatore, sembra essere di circa 5 millesimi.<br />

Impiego delle mitragliatrici<br />

Quando uno ha abbattuto il primo, il secondo e il terzo avversario, comincia a capire dove sta il trucco.<br />

Barone Manfred von Richthofen<br />

Massimo asso della prima Guerra Mondiale, Servizio Aereo tedesco<br />

80 vittorie<br />

Per distruggere un bersaglio con un sistema di mitragliatrici, il tiratore deve soddisfare i requisiti di<br />

distanza, mira e tempo di fuoco. Le costrizioni della portata per i sistemi di mitragliatrici riguardano di solito i<br />

16


limiti massimo e minimo. La portata massima efficace per le armi aria-aria dipende da molti fattori, inclusa la<br />

balistica della pallottola, l’accuratezza del collimatore, i requisiti del detonatore (cannone), dispersione,<br />

vulnerabilità del bersaglio (incluse le dimensioni), altitudine, velocità del tiratore e del bersaglio, e la geometria<br />

di sparo. Una portata massima ragionevole per i sistemi di mitragliatrici moderne contro dei caccia è di circa<br />

3.000 piedi.<br />

La portata minima per un sistema d’arma è un po’ più difficile da definire, essendo basata principalmente<br />

sulla capacità del tiratore di evitare una collisione col bersaglio o coi suoi rottami. In questo caso la velocità di<br />

avvicinamento, la manovrabilità del tiratore, la deviazione, e i tempi di reazione del pilota sono i fattori<br />

principali. La portata minima è generalmente aumentata con la velocità dei caccia. Alle velocità tipiche dei<br />

caccia a reazione in situazione di manovra, 500 piedi dovrebbero essere una portata minima ragionevole.<br />

Ecco un racconto in prima persona su cosa sia un tiro con la mitragliatrice alla portata minima. Il brano è<br />

la descrizione della prima vittoria del Maggiore John Godfrey; egli stava pilotando un P-47 sull’Europa, e la<br />

vittima era un Me-109 tedesco.<br />

Senza respiro guardavo il 109 in mezzo alle brecce tra le nuvole mentre picchiavo. A 12.000 piedi mi<br />

portai in orizzontale e lo guardai davanti a me. Picchiando avevo preso velocità, e adesso raggiungevo le 550<br />

miglia orarie. Ero a circa 500 piedi sotto di lui e stavo serrando velocemente. Veloce adesso, ho tempo.<br />

Controllai tutto intorno, dietro e sopra di me, per assicurarmi che nessun altro Jerry stesse facendo lo stesso con<br />

me. Ora la mia velocità stava diminuendo, ma ne avevo ancora abbastanza per affrontare quegli altri 500 piedi e<br />

posizionarmi a 200 yard dritto di coda. Il 109 volava dritto come una freccia, senza ondeggiare. Quando il suo<br />

aereo riempì il mio collimatore premetti il capezzolo. I risultati furono incredibili. Avevo appena sentito l’aereo<br />

vibrare mentre le mitragliatrici andavano, che una fiamma enorme ricoprì il 109, seguita immediatamente da<br />

una nube nera di rottami che si estendeva per cinquanta piedi in tutte le direzioni davanti a me. Istintivamente<br />

tirai su le braccia a proteggermi il volto e tirai la barra, attendendo ad ogni istante che il relitto rompesse il mio<br />

parabrezza.<br />

Il requisito della mira è di puntare le armi in modo che le pallottole colpiscano il bersaglio. Le tecniche e<br />

la difficoltà di questo compito dipendono in larga parte dal disegno del collimatore e dalla geometria di fuoco.<br />

In generale, la GBL deve essere puntata davanti al bersaglio dell’angolo d’anticipo richiesto, come si è già<br />

detto.<br />

Il tempo di fuoco richiesto è correlato al numero di pallottole che colpiscono il bersaglio in un certo<br />

periodo di tempo e al numero di centri richiesti per un abbattimento. Il tempo di fuoco dipende quindi dalla<br />

letalità del sistema d’arma, dispersione, distanza, geometria di tiro, e vulnerabilità del bersaglio.<br />

Per realizzare un abbattimento, il tempo di fuoco disponibile deve superare il tempo di fuoco richiesto. Il<br />

tempo di fuoco disponibile comincia quando le mitragliatrici sono puntate correttamente tra la portata massima<br />

e minima, e finisce appena i requisiti di distanza o mira cessino di essere soddisfatti. Esso è sensibile alla<br />

distanza alla quale viene conseguita per la prima volta la mira corretta, alla velocità di avvicinamento,<br />

geometria di tiro, e capacità e prestazioni relative dei due apparecchi.<br />

Ci sono due ampie categorie di situazioni di fuoco aria-aria: tiro “a inseguimento” e “tiro non mirato”. Il<br />

tiro a inseguimento si verifica quando il pipper rimane stabile sul punto di mira calcolato più a lungo del tempo<br />

di decisione del collimatore. Un tiro non mirato, detto a volte “mitragliatrici rastrellanti”, si riferisce a una<br />

situazione in cui il pipper passa appena attraverso il punto di mira corretto, senza fermarsi mai.<br />

Tiri a inseguimento.<br />

Di solito è necessario un inseguimento stabile perché un collimatore a previsione calcoli un angolo di<br />

anticipo accurato, quindi l’inseguimento aumenta grandemente le possibilità di fare centro con questo tipo di<br />

collimatore. L’inseguimento migliora anche l’efficacia di un collimatore fisso, dato che in genere è richiesto un<br />

tempo di fuoco piuttosto lungo per trovare il giusto punto di mira. Dato che il collimatore storico di solito<br />

richiede solo che le pallottole restino in aria almeno per un TOF per mostrare accuratamente il loro punto<br />

d’impatto, l’inseguimento non è in genere richiesto con questo collimatore, ma potrebbe dare maggiori<br />

possibilità di realizzare un abbattimento aumentando il tempo di fuoco.<br />

17


18<br />

Il tiro aereo è per il 90 per cento istinto e per il 10 per cento mira.<br />

Capitano Frederick C. Libby, RFC<br />

Primo americano ad abbattere 5 aerei nemici, I GM<br />

24 vittorie (10 come Osservatore, 14 come pilota)<br />

La migliore tecnica di tiro dipende da molti fattori e accorgimenti. L’accresciuta letalità<br />

dell’inseguimento deve essere valutata in relazione al disegno del collimatore del tiratore e alla letalità del<br />

sistema d’arma. Questa valutazione andrà quindi soppesata contro la situazione tattica. L’inseguimento richiede<br />

che il tiratore si concentri sul bersaglio e segua una rotta di volo prevedibile per un periodo più lungo. Se la<br />

situazione è tale che un altro aereo ostile potrebbe ottenere una posizione minacciosa nel frattempo,<br />

l’inseguimento potrebbe non essere consigliabile. La velocità di avvicinamento è uno dei fattori principali nel<br />

tempo di inseguimento disponibile, e dato che la velocità del tiratore contribuisce all’av-vicinamento, una<br />

minore velocità aumenta di solito il tempo di inseguimento. Tuttavia anche prestazioni e manovrabilità sono<br />

influenzate dalla velocità, quindi una simile riduzione di velocità potrebbe non essere desiderabile a causa dei<br />

suoi effetti sul potenziale di manovra offensiva o difensiva del tiratore dopo il fuoco. Un altro fattore è il tempo<br />

necessario per raggiungere una posizione dalla quale sia praticabile il tiro a inseguimento. A causa delle<br />

dimensioni risultanti presentate dal bersaglio, della velocità di avvicinamento ridotta e dell’anticipo necessario,<br />

la posizione di fuoco ideale per l’inseguimento di un bersaglio in manovra è generalmente il quarto posteriore<br />

(all’incirca da 30° a 60° dalla coda con un LCOS, da 0° a 30° con un collimatore fisso), vicino al piano di<br />

simmetria verticale del bersaglio. Conseguire una posizione simile su un bersaglio evasivo può prendere una<br />

quantità considerevole di tempo, probabilmente più di quanto sia prudente in un ambiente ostile. Anche il fuoco<br />

difensivo del bersaglio va considerato. Aerei con più uomini d’equipaggio, come molti bombardieri, potrebbero<br />

essere ben difesi nella zona migliore per l’inseguimento.<br />

Non sono un buon tiratore. Pochi di noi lo sono. Per riuscirci trattengo il fuoco fino a quando non ho un<br />

tiro con una deviazione di meno di 20° e fino a quando mi trovo a meno di 300 yard. In questo una buona<br />

disciplina può fare moltissimo.<br />

Lt. Colonel John C. Meyer, USAAF<br />

Per effettuare un inseguimento efficace con delle mitragliatrici fisse, il pilota del caccia attaccante deve<br />

arrestare il movimento angolare relativo tra il pipper e il bersaglio. Questo movimento relativo, quando viene<br />

visto attraverso il collimatore del tiratore, può essere suddiviso in due componenti: movimento laterale e<br />

movimento verticale rispetto al parabrezza del tiratore. Quando questi si trova sul piano di manovra del<br />

bersaglio, il movimento relativo di quest’ultimo apparirà come una linea retta, il che semplifica grandemente<br />

l’inseguimento. Per mantenere tale situazione per una qualsiasi estensione di tempo, il tiratore deve effettuare la<br />

manovra sullo stesso piano del bersaglio. Per riuscirci, il tiratore manovra dapprima in una posizione<br />

nell’emisfero posteriore dell’avversario, all’interno del suo arco di virata. Il muso viene posizionato per mirare<br />

a un punto lontano davanti al bersaglio, e la posizione dell’aereo viene corretta per approssimarla a quella<br />

dell’aereo bersaglio, ovvero il tiratore allinea le fusoliere e fa corrispondere l’angolo di sbandamento. Il tiratore<br />

armonizza la sua velocità di virata col valore della LOS dell’avversario in modo che il bersaglio rimanga ad una<br />

distanza costante al di sotto del pipper. Il bersaglio dovrebbe quindi apparire muoversi a destra o a sinistra<br />

rispetto al muso del tiratore. Vengono effettuate delle piccole correzioni allo sbandamento nella direzione di<br />

questo movimento apparente, e la posizione del muso e l’angolo di sbandata vengono riaggiustati per centrare<br />

nuovamente il bersaglio al di sotto del pipper. Questo procedimento viene ripetuto se necessario fino a quando<br />

non viene eliminato il movimento verso destra o sinistra del bersaglio, mentre la velocità di virata viene corretta<br />

costantemente in modo da mantenere il bersaglio alla distanza originaria dal pipper. Una volta arrestati tutti i<br />

movimenti relativi fra il bersaglio e il muso del tiratore, questi sarà riuscito a stabilizzarsi sul piano di manovra<br />

del bersaglio, una posizione detta a volte “in sella”. Anche se questo sembra un procedimento piuttosto<br />

involuto, esso è in realtà abbastanza naturale, e con un po’ di pratica un tiratore può “saltare in sella”<br />

abbastanza rapidamente su un bersaglio cooperativo.<br />

Fino a questo punto la tecnica di allineamento delle armi è piuttosto indipendente dal sistema di<br />

puntamento, ma da ora in poi il collimatore inizia a dettare le procedure. Quando ci si avvicina alla portata di<br />

tiro desiderata con un collimatore fisso, il tiratore allenta leggermente la sua virata, lasciando che il bersaglio<br />

voli su verso il pipper. Quando viene raggiunto l’angolo di anticipo stimato, comincia il fuoco. A causa della<br />

limitata precisione di un collimatore simile in una situazione di elevata deviazione, la procedura normale è di


sparare una breve raffica (circa un secondo) e controllare la direzione dei traccianti. L’anticipo può essere<br />

riaggiustato a piccoli intervalli fino a quando non vengono realizzati dei centri, quindi si può sparare una raffica<br />

sostenuta fino alla distruzione del bersaglio, al raggiungimento della portata minima o fino a quando non sia<br />

impossibile continuare l’inseguimento del bersaglio. Per tutto il passaggio di mitragliamento saranno necessari<br />

degli aggiustamenti degli angoli di anticipo e di sbandata per mantenere la corretta posizione del pipper. In<br />

generale l’angolo di anticipo richiesto diminuisce con la distanza.<br />

Avvicinati, e quando pensi di essere troppo vicino, avvicinati ancora<br />

Maggiore Thomas B. “Tommy” McGuire, USAAF<br />

Secondo asso americano, II GM<br />

38 vittorie<br />

In un collimatore a reticolo disturbato il pipper si muove in risposta alle manovre dell’aereo tiratore, e la<br />

sua direzione e velocità di movimento non sono sempre prevedibili. A causa di ciò il pipper non è un<br />

riferimento adatto per la posizione del muso del tiratore durante la manovra in sella, e di norma si impiega un<br />

qualche punto fisso sul collimatore o sul parabrezza. Durante tale procedimento il tiratore deve concentrarsi sul<br />

bersaglio più che sul pipper per evitare di dare la “caccia al pipper”, che sembra sempre muoversi nella<br />

direzione sbagliata. Una volta in sella, dove la manovra è minima, il pilota dovrebbe trovare il pipper<br />

abbastanza stabile, e può portare tranquillamente il bersaglio verso il pipper concentrandosi ancora su di esso.<br />

Con un collimatore in tempo reale, il tiratore ha bisogno di stimare il punto in cui il pipper è a un TOF di<br />

pallottola dal bersaglio. Questo è il primo istante efficace per aprire il fuoco, ma lo sparo può essere ritardato<br />

fino a quando il bersaglio non è centrato e mantenuto stabilmente sotto il pipper. Un collimatore direttore<br />

richiede di solito che il bersaglio venga tracciato stabilmente nel pipper per tutto il tempo di decisione del<br />

calcolatore perché venga passata una soluzione di fuoco accurata.<br />

Finora un buon pilotaggio non ha mai ucciso [un nemico].<br />

Maggiore Edward “Mick” Mannock, RAF<br />

Probabilmente il secondo maggiore asso inglese, I GM<br />

50-73 vittorie<br />

Oltre a inseguire il pipper, un altro errore comune in questo procedimento è quello di andare nel piano di<br />

virata dell’aereo bersaglio troppo presto. L’avversario deve essere prima battuto, quindi colpito. Se l’attaccante<br />

balza in sella fuori portata, l’angolo dalla coda (Angle Off the Tail – AOT) di un bersaglio che vira stretto<br />

aumenterà rapidamente, con un corrispondente incremento del grado della LOS (aumentando il rateo di virata<br />

richiesto al tiratore per seguirlo) e della velocità di avvicinamento (diminuendo il tempo di fuoco disponibile).<br />

L’attacco va pianificato in modo che la posizione di tiro (preferibilmente nel quarto posteriore del bersaglio)<br />

venga raggiunta insieme alla portata di tiro desiderata.<br />

Anche la velocità di avvicinamento va controllata attentamente. Un’alta velocità di avvicinamento è<br />

desiderabile a grandi distanze per accorciare il tempo di attacco, il che riduce i tempi di reazione del bersaglio e<br />

limita l’esposizione dell’attaccante ad altri aerei ostili. Ma quando ci si avvicina alla portata per il tiro, la<br />

velocità di avvicinamento va ridotta per fornire un maggior tempo di inseguimento. Anche se l’attaccante<br />

riduce la propria velocità fino a poco meno di quella del bersaglio, la sua posizione all’interno dell’arco di<br />

virata del bersaglio e la posizione del muso davanti al bersaglio stesso risulteranno generalmente in un certo<br />

avvicinamento. Allo scopo di mantenere una posizione costante di inseguimento nel quadrante posteriore del<br />

bersaglio in virata, il tiratore dovrà avere una velocità inferiore di quella del bersaglio. Il tiratore dovrà anche<br />

effettuare una virata con un raggio inferiore a quella del bersaglio, con una velocità di virata simile. Una<br />

situazione simile non è sempre consigliabile in combattimento, poiché la velocità inferiore potrebbe non<br />

consentire all’attaccante una manovrabilità necessaria a riposizionarsi per un altro attacco o per sfuggire nel<br />

caso che non riesca a distruggere il bersaglio al primo tentativo. Di solito è preferibile un certo vantaggio di<br />

velocità, che inevitabilmente provoca un avvicinamento. Una velocità eccessiva, tuttavia, limita il tempo di<br />

inseguimento e di solito aumenta i G richiesti al tiratore, rendendo più difficile l’inseguimento e aumentando le<br />

possibilità di inceppamenti alle mitragliatrici.<br />

19


Le mitragliatrici sono come l’alcool: prezioso, utile, popolare, e divertente – ma, senza discrezione,<br />

autodistruttivo per chi lo usa.<br />

Anonimo<br />

Nell’effettuare questo avvicinamento con le mitragliatrici, il tiratore deve pianificare anche la possibilità<br />

di un colpo a vuoto. Avvicinarsi con una chiusura rapida conduce facilmente a superare il bersaglio, il che<br />

potrebbe dare all’avversario l’opportunità di rovesciare la sua virata e assumere una posizione offensiva. Il<br />

tiratore dovrebbe anche interrompere un attacco con le mitragliatrici ogni qualvolta non sia in grado di<br />

mantenere un anticipo corretto per il tiro. Ulteriori virate nel piano di manovra del bersaglio conducono di<br />

solito ad una eccessiva perdita di velocità e spesso a un tiro lungo. Invece, il tiratore può riposizionarsi per un<br />

secondo attacco o sganciarsi.<br />

Improvvisamente si va in una ripida virata. I tuoi Mach vanno giù. Il MIG vira con te, e lasci<br />

gradualmente che salga e ti superi in virata. Nel momento critico inverti la tua virata. I comandi idraulici [F-86]<br />

funzionano magnificamente. Il MIG [-15] non può virare rapidamente come te e se ne va su un lato. Quando tiri<br />

fuori i tuoi freni aerodinamici, il MIG ti saetta accanto. Chiudendo rapidamente gli aerofreni, gli scivoli in coda<br />

e lo martelli con le tue “.50”<br />

Colonnello Harrison R. “Harry” Thyng, USAF<br />

10 vittorie, II GM e Corea<br />

Un altro errore tipico è di non calcolare un sufficiente eccesso di anticipo nella posizione in sella. A<br />

grande distanza, il rateo della LOS del bersaglio è relativamente lento, rendendo facile mantenere un anticipo in<br />

eccesso. Ma via via che la distanza diminuisce, l’AOT, il rateo della LOS e i G richiesti al tiratore aumentano.<br />

In un attacco al quadrante posteriore di un bersaglio in virata, l’AOT aumenterà di solito fino al massimo, si<br />

stabilizzerà, quindi diminuirà nuovamente avvicinandosi alla portata minima. I massimi G richiesti al tiratore si<br />

verificano generalmente poco dopo che comincia a diminuire l’AOT. Questi G massimi sono spesso maggiori<br />

di quelli del bersaglio, in particolare quando il tiratore ha il solito vantaggio di velocità, e può superare<br />

facilmente le capacità di virata del tiratore prima che questi raggiunga la portata minima di tiro. È molto più<br />

efficace permettere al bersaglio, stabilizzando o rallentando il rateo di incremento dei G, di volare fino al pipper<br />

avvicinandosi alla portata di tiro; questo permette al movimento del bersaglio di eliminare l’eccesso di anticipo<br />

ed è preferibile al cercare di “tirare” il pipper fino al bersaglio da dietro. Inoltre, l’eccesso di G richiesti per<br />

portare il pipper fino al giusto punto di mira potrebbe superare le capacità del tiratore. Durante l’attacco i G del<br />

tiratore, in particolare con un collimatore in tempo reale, dovrebbero essere stabili o aumentare costantemente<br />

per il migliore controllo del pipper.<br />

Tirando su in quell’angolo cieco guardai il suo aereo diventare sempre più grande nel mio collimatore ad<br />

anello. Ma quel pilota tedesco non si accontentava di volare dritto e livellato. Prima che potessi aprire il fuoco,<br />

il suo aereo ruotò sulla destra, e vedendomi sulla sua coda diede uno strattone alla barra nella sola manovra<br />

difensiva che il suo aereo potesse effettuare. Feci scivolare il mio 47 sulla destra e tirai indietro la barra,<br />

sforzandomi di riportarlo nel mio collimatore. Questa manovra violenta applicò dei G terrificanti al mio corpo,<br />

e tutto cominciò a diventare nero mentre il sangue lasciava la testa. Lottando a ogni istante per superare<br />

quell’oscurità attorno a me, tirai indietro la barra, sempre di più, in modo che l’aereo nemico fosse appena<br />

visibile nella parte inferiore del mio collimatore per la deviazione corretta.<br />

Stavamo volando entrambi in un cerchio ristretto. Solo un altro po’ e lo avrò. Premendo il capezzolo<br />

aspettai con impazienza che il 109 esplodesse. Gli ho colpito l’ala. Un pezzo lungo due piedi si staccò dall’ala<br />

destra mentre le mitragliatrici vi tagliavano attraverso come un machete. Troppo basso, un po’ più di timone e<br />

le pallottole troveranno la sua carlinga. Potevo vedere dei colpi occasionali più in su lungo l’ala, ma era troppo<br />

tardi. Il 109, sentendo che ero dentro la sua virata, sgattaiolò in una nuvola vicina. Raddrizzando il mio aereo<br />

salii sulla cima del banco di nubi e mi affacciai dall’altra parte, aspettando che apparisse. Ma il 109 non<br />

comparve, e non desiderando tentare ulteriormente gli dei del fato, spinsi la barra in avanti, entrai anch’io nella<br />

cortina protettiva delle nubi e mi diressi verso la base.<br />

20<br />

Snapshot (colpo tirato senza prendere la mira).<br />

Anche se i tiri con inseguimento danno le possibilità migliori di un abbattimento, essi potrebbero non<br />

essere tatticamente consigliabili, o persino possibili, in una data situazione. A seconda della geometria iniziale,


delle prestazioni relative degli aerei, e dall’abilità del pilota, l’inseguimento potrebbe essere impossibile entro la<br />

portata efficace delle mitragliatrici.<br />

Tuttavia potrebbe ancora essere possibile, e letale, un tiro non mirato.<br />

I tiri non mirati possono essere classificati a seconda del livello di G del tiratore durante il fuoco,<br />

estendendosi da zero fino al massimo fattore di carico. Per un tiro non mirato a bassi G, l’attaccante proietta<br />

prima la rotta di volo del bersaglio, quindi posiziona il pipper bene avanti lungo tale rotta. La quantità di<br />

anticipo dipende dalle manovre del bersaglio, dal rateo della LOS, e dal tempo rimasto prima di giungere a<br />

portata di tiro. Idealmente il tiratore posiziona il pipper e quindi vola in linea retta mentre attende che il<br />

bersaglio voli attraverso il punto di mira a portata di tiro. In pratica saranno quasi sempre necessarie delle<br />

piccole correzioni mentre ci si avvicina al punto di sparo. Questa tecnica di solito porta a tempi di fuoco<br />

brevissimi e non è molto efficace salvo che con sistemi d’arma particolarmente letali o a distanze relativamente<br />

ridotte.<br />

Aprii il fuoco solo quando il parabrezza fu interamente oscurato dal nemico… alla distanza minima…<br />

non importa quale sia il vostro angolo o se vi trovate in una virata o in qualsiasi altra manovra.<br />

Colonnello Erich “Bubi” Hartmann, Bundesluftwaffe<br />

Il tiro non mirato ad alti G è “quasi un tiro con inseguimento”, e si applicano generalmente le stesse<br />

procedure, con l’eccezione che di solito si prende un anticipo iniziale un po’ maggiore rispetto al tiro con<br />

inseguimento. Normalmente il tiratore tenta di mettersi sul piano di manovra del bersaglio, come<br />

nell’inseguimento, ma non è un requisito indispensabile, anche se rende molto più semplice il compito di<br />

mettere insieme il bersaglio e il pipper entro la portata di tiro. La dinamica di questo tiro può essere tale che il<br />

tiratore potrebbe non essere mai in grado di balzare in sella arrestando il movimento apparente del bersaglio in<br />

relazione al pipper; ma vengono applicati dei G, possibilmente fino alla massima capacità di sopportazione del<br />

tiratore, per rallentare il più possibile il movimento relativo durante il periodo effettivo di fuoco. Più lento è tale<br />

movimento relativo, maggiore sarà il tempo di esposizione al flusso di pallottole. Un ulteriore vantaggio del<br />

trovarsi nel piano di manovra del bersaglio al momento del tiro è la maggiore letalità che in genere ne risulta.<br />

L’area più vulnerabile di un aereo è solitamente la fusoliera, e dato che una fusoliera è più lunga che larga, il<br />

tempo di esposizione massimo si ottiene se il pipper scivola longitudinalmente sulla fusoliera dal muso alla<br />

coda, piuttosto che in diagonale, come succede quando il tiratore è fuori dal piano.<br />

Molti tiri non mirati ricadono tra gli estremi dei bassi G e dei massimi G. il tiro non mirato a bassi G<br />

richiede in genere un maggiore anticipo iniziale in eccesso del tiro non mirato ad alti G o del tiro con<br />

inseguimento. Se l’eccesso di anticipo richiesto è molto grande e il tiratore è collocato vicino al piano di virata<br />

del bersaglio, il tiratore potrebbe dover piazzare il bersaglio al di sotto del proprio muso, fuori dalla visuale, per<br />

realizzare tale anticipo. Anche se questa tecnica può essere efficace quando viene padroneggiata, essa ha<br />

numerosi svantaggi. Per prima cosa, è difficile giudicare la giusta quantità di anticipo e l’esatto piano di virata<br />

quando il bersaglio non è visibile per parecchi secondi, quindi la tecnica richiede molta pratica. La pratica della<br />

virata cieca per l’anticipo è estremamente pericolosa. Il pilota dell’aereo bersaglio potrebbe non vedere<br />

l’attaccante, e un lieve errore di calcolo da parte del tiratore o una piccola variazione nei G del bersaglio<br />

possono provocare una collisione a mezz’aria, che potrebbe rovinare la giornata. Inoltre, in combattimento, se il<br />

pilota del bersaglio vede l’attaccante effettuare una virata cieca, può facilmente cambiare G o piano di manovra,<br />

rovinando il tiro e probabilmente facendosi perdere di vista dal tiratore. Questo potrebbe dare al bersaglio<br />

un’opportunità per sfuggire o persino per invertire i ruoli.<br />

Detesterei vedere sulla lapide di un pilota da caccia un epitaffio che reciti: “Ti avevo detto che avevi<br />

bisogno di addestramento”… Come si fa ad addestrarsi per il gioco più pericoloso del mondo nel modo più<br />

sicuro possibile? Quando impedite a un ragazzo di addestrarsi perché è pericoloso, gli dite: “Va in quell’arena a<br />

combattere quei leoni a mani nude, perché non possiamo insegnarti a usare una lancia. Se lo facessimo, potresti<br />

tagliarti un dito mentre ti addestri”. Ed è qualcosa di simile a un omicidio.<br />

Colonnello “Boots” Boothby, USAF<br />

Pilota da caccia<br />

Una tecnica migliore per fornire grandi quantità di anticipo (quando si ha del tempo a disposizione) è di<br />

virare leggermente fuori piano. Questo dovrebbe consentire all’attaccante di tenere di vista il bersaglio accanto<br />

a un lato del muso. Dopo che la distanza si sarà ridotta considerevolmente, l’attaccante potrà rollare verso il<br />

bersaglio e riportare il pipper sulla sua rotta di volo. Il tiratore può quindi lasciare che il bersaglio voli<br />

21


attraverso il pipper (tiro non mirato a bassi G), o può rollare rapidamente in direzione opposta per mettersi nel<br />

piano di virata del bersaglio e cercare di rallentare il rateo della LOS (tiro non mirato ad alti G). Anche se<br />

questo metodo richiede un po’ più tempo, non ha gli svantaggi della tecnica sul piano.<br />

Le possibilità di successo di un tiro non mirato dipendono da molti fattori, ma uno dei più importanti è il<br />

collimatore.<br />

Con un mirino fisso, il tiratore è quasi costretto a essere vicino al piano di manovra del bersaglio quando<br />

apre il fuoco. Questo semplifica enormemente il problema di mira a sinistra/destra provocato dalle manovre del<br />

bersaglio. L’abilità del tiratore viene ancora messa alla prova, tuttavia, dalla stima di caduta gravitazionale,<br />

salto di traiettoria, ecc., ma queste diminuiscono molto a brevi distanze. Il fuoco ha inizio quando il bersaglio si<br />

avvicina al punto di mira calcolato, e dovrebbe continuare fino a quando i traccianti mostrano delle pallottole<br />

che passano davanti alla coda e vicino alla sua direzione di volo.<br />

22<br />

Volevo che il mio parabrezza fosse riempito dall’aereo nemico quando sparavo<br />

Colonnello “Bubi” Hartmann, Luftwaffe<br />

In questo campo lo LCOS a previsione è solo leggermente migliore di un mirino fisso, anche se può<br />

fornire gravità, salto e altre correzioni minori. Il suo principale vantaggio, premesso che la manovra del tiratore<br />

sia abbastanza costante durante il tempo di calcolo del collimatore, è un’indicazione accurata del piano del<br />

flusso di pallottole (riferimento sinistra/destra relativamente al parabrezza del tiratore), che col mirino fisso<br />

andava stimato. Tuttavia, dato che resta un movimento relativo tra il bersaglio e il pipper, la correzione<br />

dell’anticipo (su/giù rispetto al parabrezza del tiratore) è in genere in accurata e deve essere ancora una volta<br />

stimata. L’anticipo calcolato è generalmente inferiore a quello richiesto, di una quantità proporzionale al rateo<br />

apparente della LOS. Per avere una possibilità ragionevole di successo con questo tipo di collimatore, il tiratore<br />

deve inserirsi presto nel piano di virata del bersaglio e stabilire un considerevole eccesso di anticipo;<br />

stabilizzare la propria manovra fino a quando il collimatore non si ferma; effettuare delle piccole, calme<br />

correzioni per piazzare il pipper sulla direzione di volo del bersaglio; e aprire il fuoco molto prima che il<br />

bersaglio raggiunga il pipper.<br />

Lo LCOS di tipo storico è ottimizzato per il tiro non mirato, ma non è privo di problemi. Esso è<br />

progettato per mostrare la posizione dei proiettili sparati un TOF prima, quindi teoricamente la sua proiezione<br />

dell’anticipo è accurata se c’erano effettivamente delle pallottole in aria un TOF fa. Il tempo di calcolo in<br />

genere non è un problema con questo collimatore, poiché esso è di norma piuttosto breve e, salvo che a distanze<br />

molto brevi, passa di solito prima del TOF dei proiettili, eliminando i suoi effetti sulla visualizzazione del<br />

pipper. Queste caratteristiche richiedono solo che il tiratore riesca in qualche modo a far convergere il pipper e<br />

il bersaglio, e che apra il fuoco almeno un TOF di pallottola prima della convergenza. Anche se teoricamente<br />

questo può essere fatto su qualsiasi piano di manovra e con qualsiasi rateo di LOS, le probabilità di un centro e<br />

di un abbattimento vengono accresciute da bassi ratei della LOS e da manovre sullo stesso piano.<br />

Un buon pilota da caccia, come un buon pugile, deve avere un colpo da KO… Troverete un attacco che<br />

preferite a tutti gli altri. Lavorate su questo fino a quando lo farete a perfezione… quindi adoperatelo appena<br />

possibile.<br />

Capitano Reade Tilley, USAAF<br />

7 vittorie, II GM<br />

Il tiro aria-aria è una delle capacità più difficili che un pilota da caccia possa padroneggiare. Senza tener<br />

conto del tipo di collimatore, una buona accuratezza dipende da una concentrazione intensa, totale sul bersaglio.<br />

Sia che tenti un inseguimento o un passaggio di tiro non mirato, il tiratore deve effettuare delle correzioni<br />

minute e precise mentre si avvicina alla posizione di tiro. Di solito un controllo così fine può essere conseguito<br />

al meglio con dei comandi convenzionali tenendo saldamente la barra (ma senza strizzarla) con entrambe le<br />

mani, poggiando gli avambracci o i gomiti sulle ginocchia o sulle cosce, e applicando le correzioni con leggere<br />

variazioni nella pressione delle dita e dei polsi. Di solito una sensibile pressione di rimando sui comandi può<br />

essere d’aiuto, ma in situazioni con G molto alti il tiratore potrebbe preferire diminuire una pressione eccessiva<br />

per ridurre la fatica. L’aereo dovrebbe essere pilotato il più possibile vicino al volo bilanciato, poiché la<br />

maggior parte dei collimatori non corregge le curvature delle pallottole provocate dall’“effetto Magnus”<br />

provocato da un angolo di imbardata (è il fenomeno che permette ai lanciatori del baseball di effettuare dei tiri<br />

curvi). Per conservare le munizioni, il tiratore dovrebbe adoperare delle raffiche brevi (circa un secondo) fino a


quando non sarà certo della sua soluzione di fuoco, e poi lasciarsi andare. “Innaffiare” un bersaglio con lunghe<br />

raffiche di traccianti è in genere inefficace e riduce la durata delle munizioni. Un addestramento efficace nella<br />

tecnica del tiro aria-aria necessitano di una cinefotomitragliatrice per il debriefing. Le videocamere sono ideali<br />

per questo scopo, poiché eliminano il tempo di sviluppo della pellicola.<br />

Avevo guadagnato in esperienza con ogni aeroplano abbattuto, e adesso ero in grado di sparare in maniera<br />

calma e ponderata. Ogni attacco era effettuato in maniera precisa. Distanza e deviazione erano giudicate<br />

accuratamente prima di aprire il fuoco. Non è qualcosa che arriva per caso; solo con l’esperienza un pilota può<br />

superare la sensazione di panico. Si possono effettuare migliaia di missioni, ma resteranno del tutto inutili se<br />

non si ha uno scambio a fuoco col nemico.<br />

Maggiore John T. Godfrey, USAAF<br />

16,33 vittorie, II GM<br />

Difendersi dalle mitragliatrici<br />

Nel discutere le difese contro qualsiasi arma è utile guardare a esse come a un sistema. Ogni elemento di<br />

tale sistema deve funzionare efficacemente per adempiere con successo alla propria missione. Annullare uno<br />

qualsiasi di tali componenti farà fallire il sistema, e più sono i sottosistemi frustrati, minori saranno le<br />

possibilità di successo del sistema. I componenti di un sistema di mitragliatrici sono la mitragliatrice e le<br />

munizioni, la piattaforma d’armi (aereo), il collimatore, e l’equipaggio che tira con la mitragliatrice.<br />

La combinazione mitragliatrice/munizioni determina largamente la portata massima efficace del sistema<br />

in vari posizioni rispetto al bersaglio. Alcuni dei fattori coinvolti sono velocità di uscita, cadenza di tiro,<br />

dispersione, aerodinamica della pallottola, e caratteristiche della spoletta. Probabilmente la migliore difesa<br />

contro una mitragliatrice è di restare fuori dalla sua portata efficace. Questo è possibile se l’aereo che si difende<br />

ha una velocità maggiore dell’attaccante e se l’attaccante viene avvistato quando è abbastanza lontano (a<br />

seconda dell’esposizione e del vantaggio) da permettere al difensore di virare e distanziarlo. Quando tale<br />

situazione sussiste e il difensore non desidera impegnarsi, egli può effettuare una virata al massimo delle<br />

prestazioni allontanandosi dall’attaccante per metterlo il più possibile dritto di coda, accelerare alla massima<br />

velocità e volare il più possibile in linea retta fino a quando non è più minacciato. Se il difensore non mettesse<br />

l’avversario vicino alla posizione a ore sei, l’attaccante potrebbe continuare ad avvicinarsi alla portata delle<br />

mitragliatrici a causa della geometria. Virare durante la corsa (arcuare) permette anche a un caccia più lento di<br />

serrare le distanze volando attraverso il cerchio. In alcune circostanze può essere desiderabile tenere d’occhio<br />

l’attaccante durante questa manovra o cambiare la direzione della corsa dopo averla iniziata. Per mantenere<br />

l’osservazione e ridurre al minimo l’avvicinamento geometrico, l’attaccante deve essere tenuto vicino al limite<br />

della visibilità posteriore del difensore. Si può effettuare una serie di piccole, brusche virate nella direzione<br />

voluta (permettendo di tenere d’occhio l’attaccante), e ogni virata può essere seguita da un periodo di volo in<br />

linea retta fino a quando l’attaccante non torna nel limite di visibilità posteriore; questo processo può essere<br />

ripetuto fino al raggiungimento del vantaggio desiderato. In seguito si può mantenere la vista effettuando una<br />

serie di queste piccole virate alternativamente a destra e a sinistra della rotta desiderata. Questa tecnica è spesso<br />

chiamata “manovra di estensione”.<br />

La seconda cosa migliore da fare per impedire all’attaccante qualsiasi tiro è di negargli un buon tiro.<br />

Questo può essere conseguito rendendo più difficile il compito di uno qualsiasi dei sottosistemi d’arma.<br />

Guardare un po’ più a fondo nei requisiti di un buon tiro con la mitragliatrice chiarirà la discussione che segue.<br />

La figura 1-4 è una rappresentazione dell’“involucro” delle mitragliatrici, guardando dall’alto sul bersaglio<br />

posto al centro, diretto verso la parte superiore della pagina. Si vede che l’involucro efficace delle mitragliatrici<br />

viene definito dal limite della portata minima (principalmente una funzione della velocità di avvicinamento) e<br />

dal limite della portata massima (funzione principalmente delle caratteristiche di mitragliatrice/munizioni,<br />

dispersione, letalità, collimatore, velocità di avvicinamento, dimensioni apparenti del bersaglio, e vulnerabilità).<br />

Notate che la portata minima è molto maggiore nell’emisfero anteriore del bersaglio a causa della maggiore<br />

velocità di avvicinamento. Anche la portata massima è generalmente maggiore nell’emi-sfero anteriore per lo<br />

stesso motivo. Questo si collega al TOF più breve delle pallottole, al minore raggio di dispersione, e alla<br />

maggiore densità delle pallottole sul bersaglio. Anche la letalità è migliore nell’emisfero anteriore, poiché la<br />

velocità di avvicinamento fornisce una energia cinetica molto maggiore alle pallottole. La portata massima<br />

efficace aumenta nell’asse trasversale del bersaglio a causa delle maggiori dimensioni apparenti e della migliore<br />

regolazione della spoletta delle granate (cannone) che risultano da un maggiore “angolo di tangenza” col<br />

23


ersaglio. Bassi angoli di tangenza nei quarti anteriore e posteriore potrebbero far sì che i proiettili rimbalzino<br />

sul bersaglio senza penetrare o esplodere.<br />

Come ci si può attendere, entro l’involucro efficace complessivo della mitragliatrice alcune zone sono<br />

migliori di altre.<br />

L’area di inseguimento è limitata, dalla parte della portata minima, dalla capacità dell’attaccante di virare<br />

abbastanza in fretta da arrestare il rateo della LOS del bersaglio. Nel caso rappresentato, il bersaglio può essere<br />

inseguito leggermente più avanti dell’asse trasversale a grandi distanze. Il limite anteriore viene stabilito sulla<br />

base di un tempo di inseguimento sufficiente, tra le portate massima e minima, ad assicurare la distruzione del<br />

bersaglio.<br />

Via via che la velocità di avvicinamento aumenta oltre la regione dell’asse trasversale del bersaglio, il<br />

tempo di inseguimento diminuisce. Anche all’interno dell’involucro dell’inseguimento si trovano diversi<br />

svantaggi. Soppesando fattori come la facilità dell’inseguimento, velocità di avvicinamento, tempo di<br />

inseguimento, e superficie apparente del bersaglio, l’area ideale per l’inseguimento con un LCOS si trova<br />

generalmente all’incirca fra 30° e 60° dalla coda del bersaglio. Una posizione più vicina al dritto di coda può<br />

essere migliore con un collimatore fisso, grazie alla deviazione ridotta.<br />

Anche se è disegnato in due dimensioni, l’involucro è in realtà tridimensionale, e probabilmente varierà<br />

solo legger-mente a seconda della posizione dell’attaccante in relazione al piano di simmetria del bersaglio. La<br />

zona di inseguimento ideale con lo LCOS può quindi essere vista come il volume fra due coni che si estendono<br />

all’indietro dalla coda del bersaglio con angolazioni da 30° a 60°, con i limiti appropriati di portata massima e<br />

minima. Fuori dalla zona di inseguimento rappresentata, ma sempre entro i limiti delle portate efficaci, si trova<br />

un’area in cui sono possibili solo dei tiri non mirati.<br />

Finché guardo dritto nelle bocche da fuoco non può succedermi niente. Solo se comincia a tirare piombo<br />

sono in pericolo.<br />

Capitano Hans-Joachim Marseille, Luftwaffe<br />

158 vittorie (17 in un giorno solo), II GM<br />

Se non si può impedire all’attaccante di raggiungere la portata efficace delle mitragliatrici, la priorità<br />

successiva è tenerlo fuori dall’area di inseguimento, dove la probabilità di un abbattimento è più alta. Questo<br />

può essere conseguito al meglio effettuando una virata “di sganciamento” al massimo delle prestazioni verso<br />

l’attaccante, per farlo ruotare nell’emisfero anteriore, in generale meglio il più avanti possibile, dato che questo<br />

frustra anche le sue possibilità di un tiro non mirato.<br />

L’AOT viene aumentato nella maniera più rapida ponendo l’attaccante nel piano della virata di<br />

sganciamento, il che può essere fatto per prima cosa rollando per mettere l’attaccante vicino al piano verticale<br />

24


dell’aereo, ovvero lungo la linea mediana della cappottina. Tuttavia, una virata sul piano da parte del difensore<br />

risolve molti dei problemi di puntamento dell’attaccante e va adoperata con giudizio. La virata sul piano non<br />

andrebbe usata quando la distanza e la posizione del muso dell’attaccante mostrino che egli potrebbe essere in<br />

procinto di aprire il fuoco. Questo va stabilito visivamente da parte del difensore, e il determinarlo richiede<br />

della pratica. Nella maggior parte dei casi, con una qualsiasi deviazione, il muso del tiratore dovrebbe puntare<br />

davanti al difensore per essere minaccioso. Questo dovrebbe far vedere al difensore il ventre dell’apparecchio<br />

attaccante. Un’eccezione notevole a questa regola è un caccia progettato con delle mitragliatrici spostate<br />

leggermente verso l’alto rispetto all’asse dell’aereo. Un caccia di questo tipo potrebbe avere il giusto anticipo<br />

quando il suo muso sembra puntare direttamente verso il difensore, o leggermente dietro di esso.<br />

Guardando cautamente sopra le spalle e giudicando il momento in cui aprirà il fuoco, fate virare<br />

rapidamente la vostra macchina in modo da trovarvi ad angolo retto rispetto a lui. In genere le sue pallottole vi<br />

passeranno dietro durante la manovra.<br />

Ten. Colonnello W.A. “Billy” Bishop, RAF<br />

La virata di sganciamento fa molte cose per il difensore, insieme a un crescente AOT. Un alto numero di<br />

G e un accresciuto AOT aumentano l’anticipo richiesto al tiratore. Se questi non ha calcolato un eccesso di<br />

anticipo sufficiente durante l’avvicinamento, egli potrebbe non essere in grado di svilupparlo durante lo<br />

sganciamento. Anche il più alto numero di G, il tempo di fuoco più breve, e la maggiore portata minima che ne<br />

risultano, rendono più difficile il lavoro dell’attaccante.<br />

L’episodio che segue descrive una manovra di difesa dalle mitragliatrici coronata da successo, iniziata<br />

solo un po’ troppo tardi. Qui John Godfrey pilotava un P-47 ed era attaccato da Me109 non visto.<br />

“Sganciati, porpora due, sganciati”. Era troppo tardi, un 109 era proprio sulla mia coda, e sentivo il<br />

tuonare delle esplosioni mentre le granate del suo cannone scoppiavano sul mio aereo. Palle rosse<br />

fiammeggianti mi passavano accanto da tutte le parti. Crunch, ero colpito in un’ala. Crunch, uno era esploso<br />

dietro alla mia piastra di corazzatura, e pezzi di shrapnel si schiantavano sul pannello degli strumenti. Ora era<br />

solo questione di secondi. Avevo perso velocità, e anche se avessi virato a destra o a sinistra, o avessi picchiato,<br />

probabilmente non sarei stato in grado di sfuggirgli. Ma allora ricordai di essere stato seduto a Eshott, ad<br />

ascoltare due piloti della RAF, veterani della Battaglia d’Inghilterra, che chiacchieravano.<br />

Le loro parole mi si erano fissate nella memoria: “L’importante è fare qualcosa. Non fare movimenti lievi,<br />

ma sii più violento che puoi. Tira indietro la barra e dai allo stesso tempo timone a sinistra. Potrebbe strappare<br />

le ali dall’aereo, ma se sei comunque andato, che differenza fa?”.<br />

Tutto questo mi passò per la mente contemporaneamente, in meno di un battito di ciglia. Quasi strappai la<br />

barra dal suo alloggiamento col mio strattone violento; al tempo stesso, spinsi con tutta la forza di un uomo<br />

disperato contro la barra sinistra del timone. La manovra mi fece svenire.<br />

Se il tiratore riesce a mantenere la propria posizione di sparo, sia per distanza che anticipo, continuare la<br />

virata di sganciamento non sarebbe più appropriata. La continuazione di una virata in piano oltre questo punto<br />

potrebbe portare a un inseguimento sostenuto o a un tiro in piano non mirato davvero letale. Appena il tiratore<br />

riprende la sua posizione di sparo, il difensore dovrebbe rollare rapidamente di circa 90° in una delle due<br />

direzioni, usando le tecniche di rollata al limite delle prestazioni, per mettere velocemente il tiratore fuori piano.<br />

Quindi il difensore riapplica dei G per virare bruscamente su un piano perpendicolare a quello del tiratore.<br />

Questa seconda virata va continuata fino a quando l’attaccante non interrompe il suo attacco a causa della<br />

portata minima o non posiziona più il proprio muso per il tiro. Una lenta rollata verso l’attaccante è necessaria<br />

per mantenere il tiratore sul piano orizzontale del difensore, ovvero sul piano delle ali del difensore, in modo<br />

che il piano di manovra perpendicolare venga mantenuto per tutto il tempo. In realtà il difensore sta effettuando<br />

quasi un “Tonneau”, tracciando un cerchio attorno all’aereo attaccante. In genere la velocità di avvicinamento<br />

dell’attaccante gli farà abbandonare l’attacco o superare la rotta di volo del difensore molto prima che questi<br />

completi tutti i 360° della manovra.<br />

Questa tattica è illustrata nella figura 1-5.<br />

Nel momento “1” dell’esempio il difensore vede l’attaccante avvicinarsi da destra da una quota pressoché<br />

equivalente e a circa 90° sulla coda, mentre cerca apparentemente di avvicinarsi alla portata delle mitragliatrici.<br />

Il difensore rolla rapidamente a destra e si sgancia verso il nemico nel tentativo di aumentare il più possibile<br />

l’AOT. Anche l’attaccante rolla a destra e tira in su per mantenere l’anticipo e comincia il procedimento per<br />

25


alzare in sella manovrando sullo stesso piano del suo bersaglio (in questo caso in una virata livellata alla stessa<br />

quota) continuando a serrare. Nel momento “2” il difensore giudica dalla distanza e dalla posizione del muso<br />

dell’attaccante che questi sta per sparare. Continuare una virata in piano oltre questo punto potrebbe essere<br />

fatale, poiché offre all’attaccante un magnifico bersaglio stabile da inseguire. Invece, il difensore rolla ancora<br />

più a destra, quasi in posizione rovesciata, e spinge bruscamente in basso. Dopo questa rollata il difensore vedrà<br />

il suo avversario alla sinistra della carlinga, vicino all’estremità alare sinistra. Il tiratore non è più sul piano di<br />

movimento del bersaglio e deve manovrare in maniera radicale per riposizionarsi per il tiro. In questo caso<br />

anche lui rolla rovesciato e prova a seguire il bersaglio nella sua manovra difensiva. Il difensore continua a<br />

tirare, e rolla lentamente verso il bandito (ovvero a sinistra) allo scopo di mantenere l’attaccante sull’estremità<br />

alare sinistra. Questa tecnica cambia continuamente il piano di manovra dell’aereo (spirale) e impedisce<br />

all’attaccante di balzare in sella. Nel momento “3” il tiratore non può più seguire il bersaglio nella manovra;<br />

egli perde l’anticipo necessario per il tiro e supera la rotta di volo del difensore.<br />

Figura 1-5<br />

Ipotizzando che il piano d’attacco originario del tiratore fosse quasi orizzontale, questa manovra di rollata<br />

fuori piano verrà iniziata col muso verso l’alto o verso il basso, come nella fig. 1-5. La scelta migliore dipende<br />

dalla situazione tattica, ma una virata verso il ventre dell’attaccante è probabilmente più ardua da contrastare.<br />

Una manovra col muso in basso, o un Tonneau ad alto numero di G discendente, può provocare una notevole<br />

perdita di quota e forse non è saggia a basse altitudini. Essa tuttavia è assistita dalla gravità nelle prime fasi e dà<br />

una minore perdita di velocità durante la manovra, fornendo probabilmente al difensore una migliore<br />

manovrabilità. Il Tonneau ad alti G verso l’alto provoca una maggiore perdita di velocità, il che aumenta<br />

l’avvicinamento dell’attaccante all’emisfero posteriore. Se cominciata con una velocità eccessivamente ridotta,<br />

potrebbe lasciare alla fine il difensore troppo lento e poco manovrabile, incapace di evitare un tiro non mirato a<br />

breve distanza. A parte la velocità e la quota, la scelta del muso in alto o in basso dipende dalle intenzioni del<br />

difensore dopo aver sventato l’attacco. Una virata col muso in alto di solito finisce con un sorpasso molto<br />

maggiore e potrebbe consentire al difensore di conseguire una posizione offensiva voltandosi verso l’attaccante<br />

non appena avviene il sorpasso. Se il difensore prevede di sganciarsi dopo avere evitato l’attacco, un tonneau a<br />

muso basso lo porrà di solito in una posizione migliore per cominciare un’estensione a muso in basso, come<br />

descritto in precedenza.<br />

In alcuni casi, quando l’attaccante viene avvistato mentre si avvicina rapidamente da dietro alla portata<br />

delle armi, il difensore preferisce ritardare la virata di sganciamento fino all’ultimo istante, sperando che lo<br />

26


sganciamento a breve distanza impedisca al tiratore di conseguire un anticipo sufficiente per un tiro non mirato<br />

e possibilmente provochi un sorpasso.<br />

Anche se tale metodo può essere efficace, non è raccomandabile. I tiri non mirati ad angolazioni elevate<br />

sono relativamente facili da sventare con degli “scarti” fuori piano. Tentare di evitare un simile tiro non mirato<br />

ritardando lo sganciamento potrebbe offrire al tiratore un colpo ancora migliore se lo sganciamento venisse<br />

giudicato erroneamente, e in genere dà come risultato di mettere il difensore in una posizione più difensiva,<br />

dopo aver sventato il primo passaggio del tiratore.<br />

Un problema delle manovre fuori piano è che richiedono una angolazione abbastanza importante rispetto<br />

al muso o alla coda per essere efficaci. Se l’attaccante viene avvistato troppo tardi per generare un AOT, o se<br />

questi attacca dal davanti, una virata in qualsiasi direzione è essenzialmente una manovra in piano. Quando il<br />

tiratore viene localizzato su un fianco del bersaglio (ovvero ha un “aspetto al traverso”), il movimento relativo<br />

del bersaglio e l’anticipo richiesto sono generati dalla velocità del bersaglio stesso, mentre il movimento<br />

relativo testa-su o coda-su deve essere generato dai suoi G. Il difensore deve quindi virare bruscamente in<br />

qualsiasi direzione (adoperando dei G positivi o negativi) abbastanza a lungo per cambiare significativamente la<br />

propria rotta di volo, ma non abbastanza a lungo da consentire al tiratore di correggere mira e direzione. Se il<br />

difensore riesce a mantenere la visuale dell’attaccante, egli può stimare il momento in cui questi si è<br />

riposizionato e cambiare di nuovo rapidamente il piano di virata. In caso contrario, il difensore dovrà stimare il<br />

tempo per ogni nuovo sganciamento sulla base di ciò che sa sul sistema di puntamento e sulle capacità di<br />

manovra dell’attaccante. L’indizio da evitare è la vista dei traccianti che lacerano la carlinga. In entrambi i casi,<br />

ogni scarto dovrebbe essere fatto su un piano ad almeno 90° rispetto alla direzione precedente. La sequenza dei<br />

piani degli scarti non dovrebbe essere troppo prevedibile, o l’attaccante, specie se non visto, potrebbe<br />

posizionarsi in anticipo per lo scarto successivo in attesa che il bersaglio compaia nel collimatore. La velocità e<br />

la tecnica della rollata del difensore sono di vitale importanza in questa manovra. Se l’attaccante ha prestazioni<br />

migliori in rollata, egli potrebbe essere in grado di seguire la coda del difensore nonostante i suoi tentativi di<br />

fuga.<br />

Quando mi vide dietro di sé cominciò a precipitarsi avanti e indietro, a destra e a sinistra, più<br />

violentemente che poteva. Lo seguii, ma era difficile allinearsi per il tiro. Alla fine, mentre continuavano a<br />

sbatterci avanti e indietro, a destra e a sinistra, cominciai a sparare prima che si slanciasse e dovette passare<br />

attraverso il mio fuoco.<br />

Major Robert S. Johnson, USAAF<br />

Tale procedura dovrebbe essere continuata fino a quando l’attacco ha fine, di solito o perché il tiratore<br />

giunge fino alla distanza minima o il difensore giunge oltre la portata massima. Se l’attaccante sta già serrando<br />

e non può essere superato in velocità, la velocità di avvicinamento può essere accelerata per affrettare il suo<br />

passaggio attraverso la zona di fuoco allentando la potenza (o applicando una spinta invertita) e aumentando la<br />

resistenza aerodinamica (aerofreni, ecc.) mentre si scarta. Una volta sventato l’attacco, normalmente si applica<br />

massima potenza per reimpegnarsi o sganciarsi.<br />

Se c’è un avvicinamento ridotto o inesistente, e il difensore è in grado di superare in velocità l’attaccante,<br />

può essere utile una tecnica di scarto leggermente modificata. Ogni scarto può essere continuato fino a quando<br />

il difensore non abbia una visione adeguata del tiratore dietro di sé, e può essere seguito da un’accelerazione a<br />

vuoto fino a quando l’attaccante non si rimette in posizione per un altro tiro. Dovrebbero seguire un altro rapido<br />

scarto e un’accelerazione in linea retta; i periodi di accelerazione forniscono al difensore una maggiore velocità<br />

di sganciamento fino a raggiungere la portata massima. Ancora una volta, il difensore deve avere un vantaggio<br />

nelle prestazioni di rollata per godere del lusso di un percorso in linea retta. Troverete una trattazione<br />

particolareggiata di rollata e accelerazione nell’Appendice.<br />

Lo scarto è utile anche contro chi tira frontalmente, ma di solito uno o due scarti bastano a rovinare un<br />

simile attacco.<br />

La figura 1-4 mostra che l’involucro efficace frontale è molto ristretto (ammesso che esista), e l’alta<br />

velocità di avvicinamento riduce il tempo di fuoco a un lampo. Ovviamente, la difesa migliore contro delle<br />

mitragliatrici che ti fronteggiano potrebbe essere di sparare per primi e lasciare che sia l’altro a preoccuparsi<br />

della difesa. È molto difficile prendere la mira mentre si evitano dei traccianti. Forse tuttavia un simile gioco<br />

non è consigliabile se l’avversario ha un sistema d’arma più letale o un aereo meno vulnerabile.<br />

27


Circa 3.000 yard dritto davanti a me, e alla stessa quota, un [Me109] stava giusto completando una virata<br />

preparandosi per rientrare nella lotta. Mi vide quasi immediatamente e rollò fuori dalla sua virata verso di me,<br />

sicché un attacco frontale divenne inevitabile. Usando entrambe le mani sulla barra per stabilizzare l’aereo e<br />

mantenere quindi stabile la mira, guardai attraverso il collimatore a riflessione verso l’aereo nemico che si<br />

avvicinava rapidamente. Aprimmo il fuoco insieme, e immediatamente una grandinata di piombo investì con un<br />

tonfo il mio Spitfire. Un momento il Messerschmitt era una sagoma chiaramente definita, con le ali ben<br />

incorniciate dal cerchio del mio collimatore a riflessione, e un momento dopo era sopra di me, una macchia<br />

terrificante che copriva il cielo davanti. Quindi toccammo terra.<br />

Alan C. Deere, RAF<br />

22,5 vittorie, II GM<br />

Un altra tattica efficace contro un collimatore radar-guidato sono gli chaff (lett. “paglia”), i cui risultati<br />

vengono trattati più avanti in questo capitolo. In breve, gli chaff impediscono al collimatore dell’avversario di<br />

acquisire delle informazioni accurate sulla distanza, degradando seriamente le sue prestazioni. Gli chaff sono<br />

particolarmente efficaci contro i radar per la sola distanza nel quarto posteriore, oltre che contro molti radar a<br />

inseguimento negli aspetti al traverso. Anche delle contromisure elettroniche automatiche tipo “scatola nera”<br />

possono degradare le prestazioni del radar. Un altro trucco consiste nel lanciare qualcosa dall’aereo, come<br />

serbatoi ausiliari, bombe, o razzi di segnalazione, che tenderanno a rompere la concentrazione del tiratore e gli<br />

potrebbero richiedere di effettuare una manovra evasiva per evitare una collisione.<br />

I giapponesi sono degli eccellenti uomini da barra-e-timone, ma il loro punto debole è che tutte le loro<br />

manovre sono coordinate in maniera uniforme. Fanno uso di virate brusche e manovre acrobatiche, raramente<br />

adoperano scivolate, sbandamenti, o violente manovre scoordinate nelle loro tattiche evasive.<br />

Lt. Colonel Gerald R. Johnson, USAAF<br />

22 vittorie, II GM<br />

Una tecnica che ha dimostrato di influenzare negativamente le prestazioni di un equipaggio attaccante è<br />

l’impiego di un volo sbilanciato durante le manovre evasive. Questo si fa di solito applicando molto timone in<br />

una direzione o in un’altra per far sì che l’aereo scivoli o sbandi durante la virata, in modo che l’aereo<br />

attaccante punti con una certa angolazione rispetto alla sua rotta di volo. La tecnica del tiratore per balzare in<br />

sella è basata quasi esclusivamente sulla sua abilità nel giudicare la rotta del bersaglio, ed egli adopera<br />

l’atteggiamento del bersaglio come spunto (allineando le fusoliere, adeguando l’angolo di sbandata, ecc.). Il<br />

volo sbilanciato dà al tiratore dei falsi indizi visuali che possono arrecare molto disturbo ed essere difficili da<br />

superare. Sistemi di comando non convenzionali, come il controllo diretto delle spinte ascensionali e laterali, e<br />

degli scarichi dei reattori girevoli che “separano” l’atteggiamento dell’aereo dalla sua rotta di volo (ovvero<br />

rendono possibile virare senza inclinarsi, o un maggiore fattore di carico senza maggiore inclinazione<br />

longitudinale) possono avere effetti ancor più notevoli. Anche delle manovre con G negativi possono essere<br />

molto difficili da contrastare.<br />

Se un pilota vede un aereo nemico dietro di sé a portata di tiro deve intraprendere immediatamente delle<br />

azioni evasive. Egli deve sbandare e scivolare il più possibile, per offrire [all’attaccante] la massima deviazione.<br />

È una buona idea quella di virare in direzione di aerei amici, in modo che possano sparare o spaventare Jerry<br />

per scacciarlo dalla vostra coda.<br />

Major Gorge Preddy, Jr., USAAF<br />

26,83 vittorie, II GM<br />

Un’altra utile manovra difensiva contro un attacco quasi dritto di coda è una virata rollante continua<br />

anziché con una serie di scarti. Questa tattica è simile al Tonneau fuori piano descritto in precedenza, ma a<br />

causa della mancanza di AOT con l’attaccante, i ratei di LOS fuori piano generati di solito non sono altrettanto<br />

grandi. Il difensore tira al massimo dei G disponibili mentre rolla piuttosto rapidamente in una direzione,<br />

descrivendo ancora una volta un cerchio attorno alla rotta di volo dell’attaccante. Tale manovra può essere<br />

cominciata indifferentemente col muso in alto o in basso ed è di solito accompagnata da tecniche di volo<br />

scoordinato, riduzione della potenza e aumento della resistenza aerodinamica, allo scopo di aumentare la<br />

velocità di avvicinamento dell’attaccante. Questa tattica può essere definita anche come un Tonneau ad alto<br />

numero di G (verso il basso o verso l’alto), ed ha la massima efficacia quando l’attaccante si trova a breve<br />

28


distanza ed ha una velocità molto maggiore della nostra. Non è raccomandabile se l’avversario gode di un<br />

sostanziale vantaggio nella virata rispetto al difensore (per quanto riguarda il disegno o le velocità relative)<br />

poiché, se il tiratore riesce a controllare la sua maggiore velocità, può trovarsi ancora accampato a ore sei alla<br />

fine della manovra.<br />

Anche una versione modificata di questa manovra si è dimostrata utile in alcune circostanze. Quando<br />

l’attaccante è vicino a ore sei con un basso rateo di avvicinamento e prestazioni inferiori in rollata e<br />

accelerazione, il difensore può impiegare una rollata continua a basso numero di G. L’aereo viene fatto rollare<br />

in una sola direzione con una velocità appena sufficiente a impedire all’attaccante di far corrispondere la<br />

posizione delle ali, e si mantiene un piccolo fattore di carico per produrre un volo a “cavatappi”. Tale manovra<br />

impedisce all’attaccante di prendere la mira fino a quando il difensore può picchiare e accelerare fino ad<br />

arrivare fuori portata usando la massima potenza.<br />

Le tecniche di difesa dalle mitragliatrice qui descritte sono pensate prima di tutto per sconfiggere le<br />

mitragliatrici stesse (manovra di estensione per negare la portata massima), quindi per sconfiggere la<br />

piattaforma d’armi (virata spezzata per negare una posizione di inseguimento) e infine per sconfiggere o<br />

complicare il compito del collimatore e del pilota attaccante (tonneau fuori piano e scarti). Gli obiettivi sono,<br />

primo, impedire qualsiasi tiro, secondo impedire qualsiasi opportunità per un buon tiro, e terzo, rendere anche<br />

un cattivo tiro il più difficile possibile. Finché il difensore ha autocoscienza, velocità e quota sufficienti per<br />

manovrare, egli può rendere quasi impossibile il compito di un cacciatore attaccante. Questi non sono affatto le<br />

sole tattiche di difesa dalle mitragliatrici, ma si sono dimostrate estremamente efficaci.<br />

Missili guidati<br />

Discutendo dei missili in relazione al combattimento aereo, questa sezione si riferisce ai tipi guidati che<br />

cambiano la propria rotta di volo in relazione alle manovre del bersaglio. I razzi non guidati possono essere<br />

visti come dei grossi proiettili, e si possono applicare a queste armi le stesse tattiche e tecniche viste per le<br />

mitragliatrici. I missili guidati sono suddivisi in ampie categorie a seconda delle loro missioni, definite<br />

generalmente in base alla loro piattaforma di lancio e al loro ipotetico bersaglio: aria-aria, aria-terra, terra-terra<br />

e terra-aria. Questa sezione riguarda principalmente i missili aria-aria (AAM), ma gran parte della trattazione<br />

riguarda anche gli altri tipi, in particolare i missili terra-aria (SAM).<br />

La Figura 1-6 è una rappresentazione di un generico missile guidato con l’indicazione dei sottosistemi<br />

comunemente associati a queste Armi. A seconda del progetto, alcune delle funzioni di questi sottosistemi<br />

possono essere assistite o addirittura rimpiazzate da equipaggiamenti collocati sulla piattaforma di lancio.<br />

Tuttavia le funzioni di tutti questi sottosistemi devono essere realizzate in qualche modo per il successo<br />

dell’intero sistema.<br />

Figura 1-6<br />

29


30<br />

Propulsione del missile<br />

Il sistema di propulsione del missile può essere di qualsiasi tipo adatto agli aeromobili, ma data l’alta<br />

velocità tipica dei loro bersagli, gli AAM e i SAM hanno in genere una propulsione a razzo o a reazione. Di<br />

solito si preferiscono i razzi per i missili con portate più brevi, poiché i motori a razzo forniscono un elevato<br />

rapporto spinta/peso, generando una grande accelerazione e alte velocità per la breve durata del volo. In genere<br />

si preferiscono i razzi a propellente solido poiché i piccoli motori di questo tipo hanno di solito un maggiore<br />

rapporto spinta/peso, sono più semplici e raramente richiedono un controllo.<br />

Via via che aumenta la portata richiesta a un missile, aumenta anche la complessità del disegno del<br />

motore. Limitarsi ad accrescere le dimensioni del razzo per dare una maggiore durata farebbe crescere<br />

rapidamente anche dimensioni e peso del missile, quindi è necessaria una maggiore efficienza propulsiva. Per i<br />

missili a medio raggio questo viene realizzato a volte con un razzo a propellente solido progettato per produrre<br />

due livelli di spinta: un razzo impulsore (booster) iniziale con una spinta elevata, e un secondo di sostegno, con<br />

una maggiore durata e minore spinta. Con le dimensioni del razzo accresciute per fornire una maggiore portata,<br />

i disegni a carburante liquido diventano più competitivi nel rapporto spinta/peso, fornendo allo stesso tempo<br />

anche un adeguato controllo della spinta. La propulsione ad autoreattore, tuttavia, è di solito preferibile ai razzi<br />

a carburante liquido per questa applicazione fino a quando il missile resta entro i limiti di pressione atmosferica<br />

del jet. Spesso, in particolare coi SAM, verrà inserito anche un razzo impulsore a propellente solido per<br />

assistere il missile nell’accelerazione iniziale fino alla velocità operativa dell’autoreattore.<br />

Controlli del missile<br />

Il sistema di controllo fa sì che il missile manovri in risposta ad input provenienti dal sistema di guida. I<br />

missili sono spesso controllati in maniera aerodinamica, come un normale aereo, ma possono anche impiegare<br />

dei comandi sul vettore di spinta o un sistema di getti di controllo fissi. I controlli aerodinamici dei missili<br />

variano di poco dai comandi di un aereo.<br />

Dato che i missili antiaerei sono solitamente dei veicoli supersonici, essi usano spesso delle superfici di<br />

controllo interamente mobili irreversibili. Di frequente impiegano anche degli impennaggi anteriori per una<br />

migliore manovrabilità, come pure dei sofisticati piloti automatici per mantenere la stabilità. Come con i<br />

comandi degli aerei, i comandi aerodinamici dei missili, sono soggetti alle limitazioni di portanza delle<br />

superfici di sostentazione e ai risultati della resistenza aerodinamica indotta. A differenza dei caccia, tuttavia,<br />

raramente i missili sono soggetti alle restrizioni di un fattore di carico strutturale limitato, ovvero operano in<br />

genere a velocità inferiori alle loro velocità angolari. (vedi l’Appendice per una trattazione di aerodinamica e<br />

prestazioni). I missili comandati in maniera aerodinamica, quindi, hanno spesso le loro migliori prestazioni di<br />

virata alle loro velocità più elevate. Con molti missili con propulsione a razzo si ha un breve periodo di spinta a<br />

razzo seguita da un volo “veleggiato”, o senza spinta, per il resto dell’operatività. La massima velocità, il peso<br />

minimo (per l’esaurimento del carburante), e quindi la massima manovrabilità per questo tipo di missili si<br />

verificherà in genere vicino all’istante dello spegnimento del motore. Uno dei vantaggi dei comandi<br />

aerodinamici è che possono dare il controllo durante la fase veleggiata del volo del missile.<br />

Il controllo del vettore di spinta viene fornito alterando la direzione dei gas di scarico per variare la linea<br />

di spinta. Ciò può essere realizzato ruotando gli ugelli, installando delle alette deflettori nello scarico, o<br />

attraverso altri mezzi che fanno ruotare il missile attorno al proprio Centro di Gravità (CG) in una severa<br />

scivolata laterale. La spinta viene quindi veicolata in modo da arrestare la rotazione del corpo nella direzione<br />

appropriata, e infine, viene centrata per spedire il missile nella nuova direzione desiderata. Un tale sistema è<br />

molto instabile e richiede un pilota automatico estremamente rapido e sofisticato, ma ha un grande potenziale di<br />

manovrabilità, come la capacità di virare quasi ad angolo retto a bassa velocità. Uno svantaggio evidente del<br />

controllo del vettore di spinta è che il motore deve essere in funzione, rendendolo inutilizzabile nel segmento di<br />

volo veleggiato. Questo tende a rendere il missile più grande per una data portata e potrebbe limitare la sua<br />

applicazione ad armi con portate abbastanza ridotte.<br />

La maggior parte dei veicoli con controllo sul vettore di spinta sono implicitamente più manovrabili a<br />

velocità basse, poiché il missile avrà una minore inerzia da vincere nei cambiamenti della direzione di volo.<br />

Tuttavia sono inclusi molti altri fattori, incluso il peso del veicolo, il momento inerziale sul CG, e la<br />

localizzazione del CG. In genere tali fattori tendono ad aumentare la manovrabilità presso il punto di<br />

spegnimento del motore, quindi un missile simile dovrebbe restare molto agile per tutto il tempo del suo volo


motorizzato. Questo tipo di controllo è piuttosto utile per missili per grandi altitudini, poiché a differenza dei<br />

controlli aerodinamici non dipende dall’atmosfera.<br />

I getti di controllo fissi, sistemati attorno al corpo del missile per far ruotare il veicolo attorno al suo CG,<br />

sono un altro tipo di controllo sul vettore di spinta; in questo caso la linea di spinta viene cambiata ruotando<br />

l’intero missile anziché i soli ugelli o i gas di scarico. Un sistema di getti fissi può essere più leggero di un<br />

sistema di controllo diretto sul vettore di spinta, poiché non sono richiesti grossi attuatori. Tuttavia si può<br />

perdere un po’ di manovrabilità, dato che di solito il motore principale mette a disposizione una potenza di<br />

controllo molto maggiore, ma le caratteristiche di manovrabilità sono essenzialmente le stesse.<br />

Quasi tutti i sistemi di controllo richiedono degli attuatori di qualche tipo per il movimento di superfici di<br />

controllo, ugelli, valvole, ecc. Anche la fonte di energia e il disegno di tali attuatori hanno un effetto sulla<br />

manovrabilità del missile.<br />

Queste fonti di energia sono di solito pneumatiche, elettriche o idrauliche, o una combinazione di queste.<br />

La spinta pneumatica può essere fornita da bombole di gas compresso o da un generatore di gas. Tali sistemi<br />

sono semplici e leggeri, ma in genere sono piuttosto lenti nel reagire, in particolare quando sono in gioco grossi<br />

carichi sui controlli, e hanno un durata piuttosto limitata. Quindi i controlli pneumatici si ritrovano solo su<br />

piccoli missili a breve raggio.<br />

Gli attuatori elettrici sono generalmente più rapidi di quelli pneumatici. Inoltre, dato che quasi tutti i<br />

missili guidati hanno già dei sistemi elettrici, gli attuatori elettrici possono semplificare il missile eliminando la<br />

necessità di sistemi aggiuntivi. Tuttavia gli attuatori elettrici sono costosi e tendono ad essere pesanti quando<br />

sia richiesta una grande potenza sui controlli.<br />

Di solito gli attuatori idraulici forniscono il tempo di reazione più rapido fra questi tre metodi, e possono<br />

produrre grandi forze di controllo in maniera efficiente. I sistemi idraulici dei missili possono essere “aperti” o<br />

“chiusi”. In un sistema aperto il fluido idraulico usato viene espulso all’esterno. In un sistema chiuso il fluido<br />

viene riportato nel serbatoio per essere riutilizzato.<br />

Guida del missile<br />

Il sistema di guida fornisce gli input al sistema di controllo del missile, che a sua volta manovra il missile<br />

per intercettare il bersaglio. Le guide per gli AAM e i SAM possono essere classificate come una delle<br />

seguenti: presettata, a comando, su raggio (beam-rider), e a guida automatica (homing).<br />

Una guida presettata significa che viene effettuata prima del lancio una determinazione del punto nello<br />

spazio dell’inter-cettazione missile-bersaglio. Prima del lancio del missile vengono forniti al sistema di guida<br />

questa informazione e la traiettoria da seguire (attraverso calcolo della posizione, inerziale, o una qualche altra<br />

forma di navigazione) fino alla destinazione del missile. Dato che tale informazione non può essere variata<br />

dopo che il missile è stato lanciato, qualsiasi in accuratezza inerente al sistema o manovra del bersaglio dopo il<br />

lancio possono causare un ampio errore. La guida presettata è quindi strettamente legata ai razzi non guidati, ed<br />

è applicabile alle missioni antiaeree solo in congiunzione con testate molto grosse (nucleari) o come modalità di<br />

guida iniziale in combinazione con tecniche di guida finale più accurate.<br />

La guida a comando può essere paragonata al classico comando a distanza. Durante il volo del missile, la<br />

posizione sia del bersaglio che del missile stesso sono monitorate dalla piattaforma di lancio, e i comandi<br />

vengono inviati al missile perché voli lungo una rotta che porti all’intercettazione del bersaglio. Il tracciamento<br />

di missile e bersaglio viene solitamente eseguito col radar, attraverso elettro-ottiche (televisione), o a vista. Di<br />

questi tre metodi, solo il radar fornisce di solito informazioni sulla distanza bersaglio/missile abbastanza<br />

accurate da consentire il calcolo di una traiettoria di anticipo e intercettazione per il missile, ma dato che<br />

solitamente sono richiesti due radar di inseguimento, questa tecnica è stata limitata ai sistemi SAM. Senza dati<br />

sulla distanza, il missile viene guidato in maniera ordinaria lungo la LOS fra il lanciatore e il bersaglio. Questa<br />

tecnica, nota come “comando su LOS”, può essere seguita senza nessuna informazione sulla distanza ed è<br />

applicabile a sistemi visivi ed elettro-ottici, oltre che a sistemi radar o combinati.<br />

Le istruzioni di guida per il missile vengono generalmente trasmesse attraverso un collegamento radio,<br />

suscettibile ai disturbi, come molti inseguitori radar. Dei cavi (che connettono il missile alla piattaforma di<br />

lancio) sono stati adoperati con successo per trasmettere i comandi di guida in molte applicazioni aria-terra e<br />

terra-terra a corto raggio. Un sistema simile è molto resistente ai disturbi radio, ed era impiegato dal primo<br />

AAM. Questo era il tedesco X-4, progettato e collaudato alla fine della II guerra mondiale per essere impiegato<br />

dai Me262 e dai FW190. Lo X-4 era un sistema comando su LOS con cavo, controllato manualmente dal pilota<br />

lanciatore lungo la LOS visiva fino all’aereo bersaglio. Sembra che non sia mai stato impiegato operativamente.<br />

31


La guida su raggio è in qualche modo simile alla guida comando su LOS, salvo che il sistema di guida del<br />

missile è disegnato per cercare e seguire automaticamente il centro del raggio guida, senza istruzioni specifiche<br />

per la correzione da parte della piattaforma di lancio. Il raggio guida può essere fornito da un radar di<br />

inseguimento bersaglio, da elettro-ottiche o da un sistema visivo. Come nei sistemi di guida con i comandi<br />

coadiuvati dal radar, i sistemi radar a guida su raggio non limitano il loro impiego alla luce del giorno o al bel<br />

tempo, ma sono più suscettibili alle contromisure elettroniche degli inseguitori elettro-ottici o visivi.<br />

Un problema coi sistemi a guida su raggio, come nel comando su LOS, è che il missile deve avere una<br />

grande manovrabilità per intercettare un bersaglio evasivo. Mentre si avvicina all’obiettivo, il missile a guida su<br />

raggio deve spesso stringere continuamente le virate per tenergli dietro. Alle alte velocità delle virate strette<br />

potrebbero superare le capacità del missile. L’impiego di due radar, uno per la tracciatura del bersaglio e l’altro<br />

per la tracciatura e la guida del missile, può ridurre in qualche modo tale problema fornendo una traiettoria<br />

d’anticipo più efficace, ma tali sistemi sono più complessi e il loro impiego è generalmente limitato ai SAM. La<br />

guida su raggio tuttavia è di solito più accurata e reagisce più in fretta dei sistemi di guida telecomandati, e può<br />

essere piuttosto efficace anche su bersagli aerei evasivi.<br />

Il tipo più efficace di guida contro i bersagli evasivi è la guida automatica (homing). In questa ampia<br />

categoria rientrano tre sottotipi: passiva, semi-attiva e attiva. La più semplice di esse, la guida automatica<br />

passiva, si basa su emissioni dello stesso bersaglio (sonore, radio, radar, termiche, luminose) per le<br />

informazioni di guida. I sistemi semi-attivi vengono guidati da una energia che viene riflessa dal bersaglio. Tale<br />

energia, di solito radar o laser, viene fornita da una fonte esterna al missile, spesso dalla piattaforma di lancio.<br />

Per la guida automatica attiva lo stesso missile illumina e traccia il bersaglio.<br />

Prima di esaminare più in dettaglio questi sistemi di guida sarà utile indagare le variazioni nelle traiettorie<br />

dei missili.<br />

La Figura 1-7 illustra alcune traiettorie alquanto semplificate, dove la velocità del missile è costante (circa<br />

1,5 volte la velocità del bersaglio) e il bersaglio vola lungo una rotta rettilinea. I numeri lungo ogni traiettoria<br />

denotano gli intervalli di tempo dopo il lancio per facilitare la visualizzazione delle geometrie coinvolte. I<br />

missili vengono lanciati nell’istante “1”.<br />

Il missile che segue la rotta di “inseguimento puro” (“Pure Pursuit” – PP) mantiene il muso (e il proprio<br />

vettore velocità) puntato direttamente verso il bersaglio per tutto il tempo, generando una rotta di volo curva<br />

che finisce con un inseguimento in coda col bersaglio e con l’intercettazione al punto “5”.<br />

Nella traiettoria di “inseguimento con anticipo” (“Lead Pursuit” – LP) il missile anticipa in qualche modo<br />

il bersaglio, mantenendo il muso un po’ più avanti rispetto a esso. È la traiettoria che ci si può attendere da un<br />

sistema a raggio singolo, o su raggio (beam-rider) o comando su LOS, in cui lanciatore, missile e posizione del<br />

32


ersaglio si trovino sempre su una linea retta. Anche questa traiettoria si conclude con un inseguimento in coda,<br />

ma l’anticipo proprio di questo sistema dà un’intercettazione leggermente anticipata, tra i punti “4” e “5”.<br />

La traiettoria più efficace tra quelle rappresentate è la “collisione con anticipo” (“Lead Collision” – LC),<br />

una linea retta con intercettazione vicino al punto “4”. Un tracciato simile è possibile per sistemi di guida<br />

presettati, teleguidati o su raggio, con raggi separati per guida e inseguimento.<br />

I sistemi di guida automatica possono essere programmati per seguire una qualunque di queste traiettorie<br />

fino al bersaglio. Quella di inseguimento puro è probabilmente la rotta più semplice da seguire, poiché richiede<br />

un computer guida meno sofisticato. Per i sensori di calore, l’inseguimento puro ha il vantaggio aggiuntivo di<br />

tendere a mantenere il missile verso l’estremità dell’emisfero posteriore del bersaglio, il che aiuta a mantenere<br />

una buona visuale degli scarichi posteriori di un jet. Tuttavia l’inseguimento puro presenta dei problemi. Uno di<br />

essi è la portata massima, che in molte circostanze è ridotta, a causa della traiettoria inefficiente. Un altro è la<br />

grande quantità di manovre richieste quando esiste un AOT significativo mentre il missile si avvicina al<br />

bersaglio. Tale requisito viene accentuato se il bersaglio vira verso il missile, e la manovra richiesta può<br />

superare facilmente le capacità di virata dell’arma.<br />

La collisione con anticipo è probabilmente la traiettoria ottimale per un missile, poiché è in generale<br />

quella più efficiente e idealmente richiede la minore quantità di manovre. Tuttavia richiede un sistema di guida<br />

più sofisticato.<br />

In un sistema di homing, una rotta di anticipo-inseguimento, nella quale il missile tira un certo anticipo,<br />

ma non abbastanza per una rotta di collisione, richiede essenzialmente la stessa complessità di guida di una<br />

collisione con anticipo ed ha quasi tutti i problemi dell’inseguimento puro. Quindi viene raramente impiegata<br />

dai sistemi di homing, ma è abbastanza comune con le guide su raggio o telecomandate. Un altro tipo di<br />

traiettoria, nota come “inseguimento ritardato” (“Lag Pursuit”) fa sì che il missile punti il muso dietro un<br />

bersaglio in movimento. A causa dell’inefficienza della traiettoria, essa non viene impiegata comunemente per i<br />

missili, ma potrebbe rivelarsi necessaria se il missile non fosse in grado di effettuare la virata per<br />

l’intercettazione e superasse la rotta del bersaglio.<br />

Lo homing passivo è diventato piuttosto popolare fra i sistemi AAM per la sua semplicità e la<br />

conseguente affidabilità. Il primo AAM a far segnare un abbattimento in combattimento [1958] fu il Sidewinder<br />

con sensore termico passivo sviluppato dalla US Navy. Da allora nel mondo sono emerse molte versioni di<br />

missili a ricerca di calore. Le elevate emissioni termiche dei motori a reazione rendono particolarmente efficaci<br />

i sensori termici, ma questi potrebbero anche indirizzarsi su scarichi errati. Dato che gli aerei moderni sono in<br />

grado di viaggiare a velocità comparabili o addirittura superiori a quella del suono, la guida acustica tende a<br />

causare delle inefficienti traiettorie di inseguimento ritardato, e viene usata di rado. Tuttavia tale metodo può<br />

essere molto efficace su velivoli lenti e rumorosi come gli elicotteri.<br />

I sistemi di guida automatica passiva sono spesso progettati per seguire traiettorie di inseguimento puro,<br />

poiché la LOS del bersaglio è solitamente il solo input del sistema di guida. È tuttavia possibile, con questa sola<br />

informazione, calcolare una rotta di collisione con anticipo attraverso un processo noto come “navigazione<br />

proporzionale”. Questo richiede di far ruotare il missile fino a trovare una direzione che arresti la deriva<br />

apparente della LOS del bersaglio. Mantenendo costante questo angolo di anticipo, il missile volerà<br />

teoricamente su una linea retta per intercettare un bersaglio che non manovri. Nella realtà l’anticipo richiesto<br />

per arrestare la deriva della LOS dipende dalla velocità e dall’aspetto del bersaglio, oltre che dalla velocità del<br />

missile (nota: non ci sono relazioni con la distanza). Per un bersaglio che non manovra (velocità e TAA<br />

costanti), l’anticipo richiesto per una rotta con navigazione proporzionale varia con la velocità del missile. La<br />

figura 1-8 illustra la direzione di volo risultante di un missile con volo sospinto-veleggiato lanciato all’inizio<br />

direttamente sul bersaglio. Immediatamente dopo il lancio, il missile percepisce il bersaglio che deriva verso la<br />

sua destra e vira in quella direzione per arrestare la LOS (deriva apparente del bersaglio sull’orizzonte) fino al<br />

momento “2”, stabilendo una rotta di intercettazione. A questo punto il missile sta ancora accelerando e il suo<br />

vantaggio in velocità rispetto al bersaglio è ancora piccolo, richiedendo un angolo di anticipo piuttosto grande.<br />

Via via che la velocità del missile continua ad aumentare, tuttavia, esso richiede un anticipo minore per<br />

mantenere una LOS costante, e torna a virare verso il bersaglio per correggerla. Dopo lo spegnimento del<br />

motore, il missile comincia a decelerare e ancora una volta deve aumentare l’anticipo per completare<br />

l’intercettazione. Come raffronto viene mostrata la rotta ideale di navigazione proporzionale (o rotta di<br />

collisione con anticipo) per un missile con una velocità media simile e costante. Per un missile con velocità<br />

costante, una rotta di navigazione proporzionale è identica a una traiettoria di collisione con anticipo contro un<br />

bersaglio che non manovri.<br />

33


La navigazione proporzionale ipotizza che il bersaglio viaggi continuamente in linea retta; se il bersaglio<br />

manovra, si richiedono dei cambiamenti costanti all’angolo di anticipo. La rotta “perfetta” di collisione con<br />

anticipo è una linea retta fino al punto di intercettazione, ma dato che il bersaglio è generalmente libero di<br />

cambiare manovra durante il volo del missile, il punto di intercettazione è difficile da prevedere. Di solito non è<br />

di grande utilità per il missile tentare di prevedere il punto di impatto per dei bersagli in manovra, quindi molti<br />

sistemi di guida a “collisione con anticipo” adoperano in realtà i principi della navigazione proporzionale.<br />

Uno dei maggiori svantaggi dello homing passivo è il fatto di dipendere da un bersaglio che collabori<br />

continuando a emettere l’energia richiesta per la guida automatica. Lo homing semi-attivo aggira il problema<br />

facendo dirigere il missile da un’energia riflessa fornita da un’altra fonte, spesso la piattaforma di lancio. Il<br />

missile può derivare le informazioni sulla LOS dal raggio riflesso; oppure, comparando le caratteristiche del<br />

raggio riflesso con quelle dello stesso raggio ricevuto direttamente dalla piattaforma di lancio, può essere in<br />

grado di calcolare distanza, velocità di avvicinamento e manovre del bersaglio per la regolazione della manovra<br />

e dell’attivazione della testata. Anche se questo sistema di guida è in grado di affrontare bersagli che non<br />

collaborino, uno dei suoi principali problemi è la complessità molto accresciuta, e una maggiore complessità<br />

conduce di solito a una minore affidabilità. Questa tecnica richiede essenzialmente due sistemi di tracciamento<br />

separati (uno nel missile, l’altro sulla piattaforma di lancio), che funzionino in maniera adeguata, per avere<br />

successo. Un altro svantaggio serio è la necessità dell’illuminazione del bersaglio da parte della piattaforma di<br />

guida per tutto il TOF del missile. Tale requisito rende l’illuminatore vulnerabile alle armi a guida passiva, e<br />

con gli illuminatori aeroportati riduce spesso le possibilità di manovra dell’aereo che fornisce l’illuminazione<br />

del bersaglio. Come verrà spiegato in seguito, una rotta di volo prevedibile aumenta grandemente la<br />

vulnerabilità nelle situazioni di combattimento aereo, e la distruzione dell’illuminatore mette efficacemente fine<br />

alla minaccia dei suoi missili.<br />

Un sistema di guida attiva ha la fonte di energia nel missile stesso. Anche se questo metodo richiede un<br />

missile più complesso, più grande e più costoso, il sistema di guida complessivo non è più involuto del sistema<br />

semi-attivo, e per alcuni aspetti è più semplice e più affidabile. Questo dà alla piattaforma di lancio anche la<br />

capacità di “lanciare e scappare”, come i sistemi passivi. Uno svantaggio tuttavia è la possibilità di portate<br />

ridotte per la rilevazione e la tracciatura del bersaglio. La portata massima di un sistema radar di una data<br />

potenza e livello di tecnologia è proporzionale alla superficie dell’antenna.<br />

Dato che le dimensioni limitate di un missile costringono di solito a portare un’antenna più piccola di<br />

quella che può portare l’aereo o il sistema basato a terra che lo hanno lanciato, la guida semi-attiva può dare<br />

portate massime di lancio maggiori della guida attiva.<br />

Le varie forme di guida automatica offrono generalmente migliori capacità contro bersagli aerei,<br />

specialmente bersagli molto manovrabili. Spesso sono disponibili traiettorie più efficienti e una accuratezza<br />

migliorata nella guida nella critica fase terminale dell’intercettazione. Ogni metodo di guida, tuttavia, ha<br />

34


qualche vantaggio sugli altri in certe situazioni, quindi a volte vengono impiegati dei sistemi combinati. Un<br />

esempio è l’impiego della guida presettata o telecomandata durante la prima parte di un lancio a grande<br />

distanza per far giungere il missile abbastanza vicino al bersaglio per permettere la guida attiva o passiva. I<br />

progressi dell’elettronica hanno reso possibile porre dei sistemi di guida e di sensori più sofisticati in missili più<br />

leggeri e compatti.<br />

I sensori dei missili<br />

Il sistema di ricerca di un missile è responsabile della rilevazione e della tracciatura del bersaglio e<br />

fornisce le informazioni necessarie alle prestazioni del sistema di guida. La guida presettata e telecomandata<br />

non richiedono un sensore nel missile, dato che la funzione di tracciatura viene svolta dalla piattaforma di<br />

lancio/guida. I missili a guida su raggio hanno di solito una ricevente in coda per raccogliere le informazioni dal<br />

raggio di guida/tracciatura. I missili passivi richiedono in genere un sensore ricevente nel muso, come pure i<br />

semi-attivi; ma i missili a guida semi-attiva possono includere anche una ricevente posteriore per<br />

l’intercettazione delle informazioni direttamente dalla piattaforma illuminante che possono essere comparate<br />

con l’energia riflessa ricevuta dal sensore anteriore per derivarne dati di guida aggiuntivi. I missili a guida attiva<br />

richiedono sia un trasmettitore che un ricevitore, generalmente collocati davanti.<br />

La portata operativa massima dei suoi sensori limita spesso la portata efficace di un sistema missilistico.<br />

In questo caso i sensori passivi hanno un vantaggio intrinseco, poiché la potenza ricevuta è inversamente<br />

proporzionale al quadrato della distanza del bersaglio, mentre la portata massima dei sistemi attivi e semi-attivi<br />

varia in maniera inversa con la quarta potenza. Sono coinvolti anche molti altri fattori. Per i sistemi passivi<br />

questi includono l’intensità delle emissioni del bersaglio nella direzione del sensore, il tipo di emissione (che<br />

determina il rateo di attenuazione del segnale dovuto all’atmosfera), e la sensibilità del sensore. Per i sistemi<br />

attivi e semi-attivi la portata dipende, oltre alla potenza emessa e alla sensibilità della ricevente, dalle<br />

caratteristiche riflettenti del bersaglio in relazione al tipo di illuminazione adoperata. Tale caratteristiche di<br />

riflessione sono in genere sensibili alle dimensioni del bersaglio, al suo materiale costruttivo, forma, sagoma<br />

superficiale, e aspetto, tutti combinati ad accrescere o ridurre la riflettività.<br />

Il sensore passivo più comune oggi in uso è il sensore termico. Questo dispositivo contiene un materiale<br />

(il rivelatore) sensibile al calore (radiazioni infrarosse – IR) prodotto principalmente dal sistema di propulsione<br />

del bersaglio. Il rivelatore è spesso raffreddato criogenicamente per eliminare i “disturbi” termici generati<br />

internamente e consentire la rilevazione anche di quantità minime di energia IR provenienti da fonti esterne. Ma<br />

il sensore deve ancora avere la capacità di discriminare fra le radiazioni del bersaglio e quelle di sottofondo.<br />

Tale distinzione è essenziale per tutti i sistemi di sensori, che normalmente richiedono che la forza del segnale<br />

del bersaglio superi quella di sottofondo (ovvero il rapporto segnale/disturbo deve essere maggiore di uno).<br />

Le radiazioni IR di sottofondo sono generate dal sole, da riflessi su acqua, neve, ecc., e anche dalle nuvole<br />

e da terreni caldi come quello desertico. Se la temperatura del sottofondo si trova entro la fascia di sensibilità<br />

del materiale sensibile ed è di intensità sufficiente, essa verrà rilevata insieme al calore del bersaglio. Quando i<br />

sensori vengono resi sensibili a bersagli più freddi per una migliore rilevazione, essi diventano anche più<br />

suscettibili ai disturbi di sottofondo. Tale problema viene in parte risolto progettando il sensore in modo che<br />

tracci solo piccole radiazioni “puntiformi”, associate in genere con bersagli aerei, piuttosto che le aree più vaste<br />

di energia IR comuni a molte fonti di sottofondo. In generale il sensore tende a tracciare il bersaglio puntiforme<br />

più intenso entro la sua fascia di sensibilità termica. Maggiore è la radiazione di sottofondo entro la fascia di<br />

sensibilità termica del sensore, più forte dovrà essere il segnale IR ricevuto da parte del bersaglio perché questo<br />

venga rilevato e seguito. Questo potrebbe limitare la portata di rilevazione per un bersaglio di una data intensità<br />

IR.<br />

Un oggetto caldo emette energia IR in una banda piuttosto ampia di frequenze. Via via che l’oggetto<br />

diventa più caldo la potenza irradiata aumenta bruscamente (proporzionale alla quarta potenza della<br />

temperatura assoluta), e la frequenza della radiazione IR più elevata si innalza. È prevedibile che il metallo<br />

rovente degli scarichi degli aviogetti emetta un’e-nergia IR di intensità e frequenza maggiori rispetto ai gas di<br />

scarico, che si raffreddano rapidamente. A seconda del materiale sensibile impiegato, un missile a ricerca di<br />

calore potrebbe rilevare soltanto gli ugelli o essere sensibile ai gas di scarico più freddi o persino all’attrito<br />

dell’aria su un aereo particolarmente veloce. Uno svantaggio della guida sugli ugelli è la possibilità che il<br />

metallo rovente venga coperto sotto alcune angolazioni da parti della struttura dell’aereo. I gas di scarico sono<br />

solitamente più difficili da schermare, e questo ha portato a dei sensori termici con capacità “per tutte le<br />

angolazioni”. Tuttavia, il pilota dell’aereo bersaglio può ridurre sensibilmente la traccia IR dei suoi gas di<br />

35


scarico più facilmente e più rapidamente (riducendo la potenza) di quanto non possa fare col metallo degli<br />

ugelli, che tendono a conservare il calore più a lungo. Anche le dimensioni fisiche di un pennacchio di scarico<br />

possono causare dei problemi ai sensori di gas caldi, poiché sulle brevi distanze potrebbero essere “saturati”.<br />

Per far sì che tali missili puntino davanti alla fonte di calore, in modo da colpire il bersaglio, sono richiesti dei<br />

sistemi di guida piuttosto sofisticati. Anche discriminare tra il bersaglio più freddo e la radiazione di sottofondo<br />

può essere un problema, come spiegato in precedenza.<br />

L’energia IR viene assorbita e dissipata dal vapore acqueo, rendendo i sensori termici completamente<br />

inutili con nubi o pioggia. Anche con un’atmosfera relativamente secca tale energia viene dissipata più<br />

rapidamente di molti altri tipi di radiazioni, con un rateo che dipende molto da altitudine e umidità. Tale<br />

caratteristica rende i sensori di calore compatibili con armi a breve portata.<br />

I missili a guida radar, che impiegano molte delle tecniche di guida trattate, sono al momento i più<br />

largamente impiegati fra gli AAM ognitempo. A parte la guida dell’arma, i radar servono anche a fornire<br />

all’aereo guida le informazioni necessarie per rilevare qualsiasi velivolo avversario a grandi distanze, di notte, e<br />

con tempo cattivo, in modo che possano essere attaccati in condizioni di vantaggio. Ci sono tre tipi di radar che<br />

trovano applicazione nell’armamento dei caccia: a impulsi, a onda continua, e a impulsi Doppler.<br />

I radar a impulsi funzionano trasmettendo un getto di energia radio (impulso) e ricevendo di seguito l’eco<br />

di quell’im-pulso riflessa da oggetti distanti. Se l’antenna è altamente direzionale, dirigendo quasi interamente<br />

l’impulso di energia entro un raggio molto ristretto, è possibile determinare in maniera accurata la LOS (azimut<br />

ed elevazione) del bersaglio. Questo sottile raggio può essere formato meccanicamente (antenna di forma<br />

parabolica) o elettronicamente (antenna rifasata). Inoltre, dato che le onde radio viaggiano a una velocità nota, è<br />

possibile misurare il tempo fra la trasmissione dell’impulso e la ricezione della sua eco per calcolare la distanza<br />

del bersaglio.<br />

L’elettronica del radar richiede diversi compromessi. Le caratteristiche auspicabili includono dimensioni<br />

ridotte, leggerezza, grande portata, buona accuratezza per distanza e angolazione (risoluzione), e una portata<br />

minima ridotta. Sfortunatamente, il miglioramento di una caratteristica porta spesso al peggioramento di<br />

un’altra. Leggerezza e dimensioni ridotte sono caratteristiche importanti per i radar da aviazione, e per ottenerle<br />

sono spesso richieste unità a bassa potenza e alta frequenza, che pongono delle limitazioni alla portata. Le<br />

dimensioni ridotte delle antenne reali portano anche a raggi più ampi, riducendo la risoluzione angolare.<br />

La risoluzione della distanza viene migliorata accorciando la durata di ogni impulso (ampiezza) in modo<br />

che si possa ricevere l’eco completa di un bersaglio vicino prima dell’arrivo della prima eco di un bersaglio più<br />

lontano. Tuttavia, accorciare l’ampiezza dell’impulso riduce la potenza media trasmessa dal radar, riducendo di<br />

conseguenza la sua portata massima. Esistono alcune tecniche di elaborazione elettronica che possono superare<br />

ampiamente tale problema, consentendo maggiori ampiezze degli impulsi per avere una maggiore portata<br />

conservando la risoluzione della distanza, ma la portata minima, anch’essa proporzionale all’ampiezza<br />

dell’impulso, viene solitamente ad essere sacrificata.<br />

Come dice il nome stesso, i radar a onde continue (Continuous Wave – CW) non usano impulsi, ma<br />

trasmettono continuamente. Ciò significa che l’antenna adoperata per la trasmissione non può essere adoperata<br />

per la ricezione, come coi radar a impulsi, quindi sono necessarie diverse antenne. Le CW sono impiegate<br />

abbastanza spesso per i missili a guida semi-attiva o su raggio, con la piattaforma ospite che trasmette e i<br />

sensori del missile che ricevono la trasmissione e/o l’energia riflessa. Per tiri a lunga distanza, l’energia a CW<br />

può essere formata in un raggio sottile e diretta contro il bersaglio dal sistema di tracciatura dell’ospite. Per<br />

lanci a breve distanza, si può impiegare un’antenna con una grande angolazione per illuminare i bersagli entro il<br />

suo campo visivo.<br />

I radar a CW misurano generalmente la velocità di avvicinamento del bersaglio secondo il principio del<br />

Doppler, che il più delle volte viene illustrato con la variazione del tono (frequenza) del fischio di un treno che<br />

passa. Mentre il treno si avvicina si sente un tono (più alto di quello prodotto in realtà dalla sirena), e mentre il<br />

treno passa il fischio sembra decrescere a una frequenza inferiore. Il movimento relativo fa variare la frequenza<br />

delle onde sonore o di altre onde in modo tale che la velocità di avvicinamento tra la fonte della trasmissione e<br />

la ricevente provoca un apparente aumento della frequenza, mentre le velocità di allontanamento provoca una<br />

diminuzione. Tale variazione della frequenza è proporzionale all’avvicinamento e offre un mezzo per la<br />

misurazione diretta della velocità.<br />

Dato che i radar CW non hanno impulsi che possano essere misurati per la determinazione della distanza,<br />

si rende necessario un altro metodo. Questo viene realizzato in genere attraverso una tecnica di modulazione di<br />

frequenza (FM). Se la frequenza del trasmettitore viene variata continuamente verso l’alto e verso il basso,<br />

l’onda riflessa varierà allo stesso modo. I picchi dell’onda riflessa, tuttavia, saranno ritardati (sfasamento) di un<br />

36


intervallo di tempo proporzionale alla distanza fra la ricevente e il bersaglio. L’accuratezza della misurazione<br />

della distanza con la FM è di solito inversamente proporzionale alla distanza del bersaglio (ovvero,<br />

l’accuratezza aumenta al diminuire della distanza), a differenza della misurazione con impulsi, che è abbastanza<br />

indipendente dalla distanza. Così, anche se la misurazione di distanza con la FM può essere molto accurata<br />

sulle brevi distanze, alle portate maggiori la sua accuratezza è di solito inferiore a quella della tecnica a impulsi.<br />

Il grande vantaggio della CW sul radar a impulsi è la sua potenza media trasmessa molto più alta, poiché<br />

il trasmettitore non deve spegnersi in attesa della eco. La tecnica a impulsi richiede lunghi periodi di ascolto fra<br />

ogni impulso a causa del tempo necessario all’impulso per raggiungere un bersaglio distante e tornare. Un radar<br />

simile viene definito a bassa frequenza di ripetizione di impulso (bassa PRF). La bassa PRF risulta in una<br />

minore potenza media e un minor numero di impulsi di energia che raggiungono il bersaglio ogni secondo,<br />

riducendo le prestazioni della portata. un altro metodo, noto come alta PRF, fa sì che molti impulsi siano in aria<br />

in un dato momento e sostituisce le tecniche di misurazione della distanza in FM con quella convenzionale a<br />

impulsi. Questo dà una potenza media più alta e i benefici sulle grandi distanze delle CW, consentendo al<br />

tempo stesso il doppio impiego di una singola antenna, come con gli impulsi.<br />

I radar a impulsi-Doppler sono comunemente della varietà ad alta PRF. Essi inviano impulsi su una<br />

frequenza accuratamente sintonizzata (coerente) e restano in ascolto per un ritorno su una frequenza diversa,<br />

che indica l’effetto Doppler causato dal rimbalzo su un oggetto in movimento. Questa tecnica offre il grande<br />

vantaggio di essere in grado di distinguere i bersagli in movimento da quelli statici, come il terreno. Ancora una<br />

volta, viene impiegata di norma la misurazione della distanza con FM.<br />

Una delle limitazioni più severe dei radar a impulsi sono gli echi parassiti sul terreno, o i riflessi sulla<br />

superficie terrestre. Tali riflessi possono essere dei ritorni del raggio principale del radar, o di uno qualsiasi dei<br />

molti lobi laterali di energia più deboli irradiati in tutte le direzioni a causa di imperfezioni dell’antenna o di<br />

altri fattori. Gli echi parassiti sono visti dalla ricevente come disturbi, e la forza del ritorno del bersaglio deve<br />

superare quello del disturbo di una data quantità per poter rilevare il bersaglio. Quando un bersaglio si trova<br />

vicino al terreno, il suo ritorno deve giacere entro l’eco parassita del raggio principale (Main Beam Clutter –<br />

MBC) di un radar illuminante. In questo caso il bersaglio verrà oscurato molto verosimilmente dal disturbo<br />

creato dal terreno. Similmente, quando la piattaforma del radar si trova vicina al suolo, i riflessi dei lobi laterali<br />

generano delle interferenze nella ricevente, anche quando il radar guarda verso l’alto, richiedendo una maggiore<br />

potenza nel ritorno del bersaglio prima che sia possibile la rilevazione, e riducendo la portata massima.<br />

Anche i radar Doppler sugli aerei in movimento hanno problemi con gli echi parassiti, poiché i ritorni dal<br />

terreno riflettono la velocità dello stesso aereo ospite. Tuttavia, dato che tale velocità è nota, gli MBC possono<br />

essere eliminati “sopprimendo” i ritorni della frequenza approssimata associata a tale velocità di avvicinamento,<br />

in modo che l’intensità del ritorno degli echi parassiti non soverchino la ricevente.<br />

Ovviamente, questa tecnica elimina anche qualsiasi ritorno dal bersaglio reale avente all’incirca la stessa<br />

velocità, inclusi quelli con aspetto al traverso (TAA di circa 90°). Lo MBC non è un problema con bersagli ad<br />

alta quota o quando il radar guarda in alto verso il bersaglio. Evitando di sopprimere gli MBC, i missili radar<br />

possono conservare in tali condizioni le loro capacità contro bersagli con aspetto al traverso.<br />

Dato che i radar Doppler rilevano solo il movimento relativo, dei bersagli che volano all’incirca nella<br />

stessa direzione e alla stessa velocità dell’aereo ospite potrebbero non essere affatto rilevati. Poiché gli echi<br />

parassiti dei lobi laterali (Side Lobe Clutter – SLC) sono associati con velocità di avvicinamento uguali o<br />

inferiori a quella dell’aereo ospite, anch’essi potrebbero essere eliminati. Ma dato che questa procedura<br />

limiterebbe i bersagli rilevabili a quelli che si presentino da davanti, e gli SLC sono di solito abbastanza deboli,<br />

di solito ciò non viene fatto. Tuttavia gli SLC Doppler limitano la portata di rilevazione quando l’aereo ospite si<br />

trova nell’emisfero posteriore del bersaglio. La quantità di tale riduzione dipende largamente dalla quota<br />

dell’aereo ospite.<br />

Il grande vantaggio del Doppler risiede nel rilevare bersagli con alte velocità di avvicinamento (che si<br />

presentino da davanti), caso in cui gli echi parassiti non sono un problema, anche quando il radar guarda in<br />

basso. Questo porta ai radar con la cosiddetta capacità di “guardare in basso”. Si dice che un missile guidato da<br />

un tale sistema abbia capacità di “tiro in basso”. Un dato radar Doppler è limitato, tuttavia, alla banda di<br />

frequenze di ritorno che può rilevare. Quindi è teoricamente possibile che un bersaglio si avvicini o si allontani<br />

troppo velocemente per essere rilevato.<br />

A parte i problemi di rilevamento, vari tipi di sensori di missili hanno altre limitazioni. La maggior parte<br />

dei missili che impiegano le tecniche di navigazione proporzionale richiedono un sensore mobile per mantenere<br />

la traccia del bersaglio.<br />

37


Tali sensori hanno degli arresti fisici in tutte le direzioni, chiamati limiti cardanici, che restringono il loro<br />

campo visivo e quindi la quantità di anticipo che il missile può sviluppare mentre il sensore punta il bersaglio.<br />

Se il sensore urta il limitatore cardanico, il missile perde di solito la sua capacità di guida. Tale situazione si<br />

sviluppa spesso quando il vantaggio di velocità del missile rispetto al bersaglio è basso e il rateo della LOS del<br />

bersaglio è alto. Questo può accadere nella prima fase del volo del missile, prima che esso abbia accelerato al<br />

massimo, con un alto rateo della LOS del bersaglio. Ciò diventa un problema anche vicino alla portata<br />

massima, quando il missile ha decelerato molto e deve tirare un sempre maggiore anticipo per mantenere una<br />

LOS stabile sul bersaglio.<br />

Anche se il limite cardanico potrebbe essere urtato in una intercettazione con una virata brusca contro un<br />

bersaglio in manovra, in cui le capacità di virata del missile non riescano ad arrestare la deriva della LOS del<br />

bersaglio, più spesso tale situazione porta a superare i limiti di tracciabilità dei sensori. I sensori dei missili sono<br />

di solito giro-stabilizzati in modo da puntare lungo una linea fissa nello spazio, come l’ago di una bussola<br />

magnetica. Il corpo del missile è quindi libero di girare attorno al sensore “fisso”. Tale movimento di solito crea<br />

pochi problemi e in generale è limitato solo dalle capacità di virata del missile e dai limiti cardanici dei sensori.<br />

Tuttavia, se la LOS dei sensori dovesse essere cambiata, a causa di una variazione della LOS del bersaglio, il<br />

suo giroscopio dovrebbe essere precessato. La velocità con la quale ciò può essere effettuato (nota come<br />

massimo rateo di inseguimento giroscopico del bersaglio) è limitata, e dipende spesso dal rapporto<br />

segnale/disturbo del bersaglio.<br />

38<br />

Detonatore dei missili<br />

Lo scopo di un sistema di detonazione di un missile è di provocare la deflagrazione della testata nel<br />

momento in cui può produrre il massimo danno al bersaglio, assicurando al tempo stesso la sicurezza della<br />

piattaforma di lancio e del suo equipaggio. Tipicamente, un detonatore viene “armato” (messo in grado di<br />

provocare la deflagrazione della testata) quando sente che è stato effettuato il lancio e che è stata conseguita una<br />

separazione sicura dalla piattaforma di lancio.<br />

L’accelerazione del missile durante il funzionamento del motore può essere impiegata per avviare un<br />

meccanismo temporizzatore per l’armamento, ma possono essere adoperati molti altri metodi. Una volta<br />

armato, al detonatore viene richiesta un’altra funzione per provocare la deflagrazione della testata.<br />

I detonatori possono essere definiti a contatto, ritardati, a comando, e di prossimità. I detonatori a contatto<br />

sono stati discussi in precedenza insieme ai proiettili esplosivi per i cannoni. Quasi tutti i missili antiaerei hanno<br />

un detonatore simile, da solo o in combinazione con un altro tipo. I detonatori ritardati vengono regolati prima<br />

del lancio in modo da esplodere a un dato momento, calcolato in modo da porre il missile nei pressi del<br />

bersaglio. Questo detonatore viene impiegato comunemente dalle artiglierie antiaeree di grosso calibro, ma<br />

raramente dai missili a causa della sua scarsa accuratezza. I detonatori a comando vengono attivati da comandi<br />

radio da parte della piattaforma di guida quando il sistema di tracciamento indica che il missile ha raggiunto il<br />

punto più vicino nell’approccio al bersaglio. Tale metodo è applicabile al meglio ai sistemi di guida del tipo<br />

teleguidato e di solito richiede testate relativamente grosse per essere efficace contro bersagli aeronautici.<br />

I detonatori di prossimità sono probabilmente i più efficaci contro gli aerei in manovra; ne esistono di vari<br />

disegni, attivi, semi-attivi e passivi. I detonatori passivi fanno affidamento per l’attivazione su un fenomeno<br />

associato al bersaglio.<br />

Questo può essere un disturbo, calore, emissioni radio, ecc. I detonatori semi-attivi funzionano in genere<br />

su una interazione fra il sistema di guida e il bersaglio, come frequenze Doppler che calino rapidamente o alti<br />

ratei della LOS del bersaglio. Un detonatore attivo invia un qualche tipo di segnale e si attiva quando riceve un<br />

riflesso dal bersaglio. I disegni più popolari includono detonatori a radio-prossimità e laser. Per avere la<br />

massima efficacia, il detonatore di prossimità deve essere in grado di rilevare il bersaglio al di fuori del<br />

massimo raggio letale della testata.<br />

A causa dell’ampio ventaglio di condizioni di intercettazione possibili in uno scontro con bersagli aerei, il<br />

disegno del detonatore è uno degli anelli deboli nei sistemi missilistici. I detonatori di prossimità sono di solito<br />

tagliati sulla traiettoria di guida del missile, sul bersaglio più probabile e sulla geometria di intercettazione più<br />

verosimile. A tale scopo vengono adoperati in genere dei “ritardi funzionali”. Per esempio, se ci si aspetta che<br />

un missile si avvicini al bersaglio da dietro con una velocità di avvicinamento relativamente bassa, si può<br />

incorporare un ritardo funzionale piuttosto lungo per permettere al missile di viaggiare dall’area degli ugelli del<br />

bersaglio (dove probabilmente avverrà la rilevazione) fino a qualche punto vicino al centro del bersaglio, dove<br />

è probabile che un’esplosione provochi il massimo dei danni. Tuttavia, se tale missile intercettasse il bersaglio


di lato o dal davanti, un simile ritardo potrebbe farlo esplodere oltre il bersaglio, provocando pochi o nessun<br />

danno.<br />

I missili per ogni aspetto, grazie alla loro più ampia varietà di possibili condizioni di intercettazione,<br />

offrono la maggiore sfida per i progettisti dei detonatori. Uno degli approcci viene chiamato a volte detonatore<br />

“adattabile”, in grado di alterare il ritardo durante il volo del missile basandosi su condizioni di intercettazione<br />

pianificate, calcolate dai dati di guida.<br />

Un detonatore simile potrebbe anche “puntare” la testata in modo da provocare il massimo effetto<br />

distruttivo su un lato del missile verso il bersaglio al momento dell’intercettazione.<br />

Testate dei missili<br />

Le testate impiegate negli AAM sono tipicamente esplosive a frammentazione, incendiarie o a pallottole<br />

esplosive, o a barre espansive. Le testate esplosive a frammentazione sono pensate per provocare danni<br />

attraverso gli effetti combinati dell’onda d’urto dell’esplosione e dei frammenti ad alta velocità (di solito pezzi<br />

dell’involucro della testata). Le pallottole sono simili, salvo che alcuni dei frammenti sono in realtà piccole<br />

bombette che esplodono o bruciano toccando o penetrando il bersaglio. A causa della ridotta densità dell’aria<br />

alle alte quote, i danni provocati ai bersagli aerei dalla sola esplosione di solito non sono grandi, a meno che il<br />

missile non colpisca effettivamente il bersaglio, penetrando ed esplodendo all’interno.<br />

Le schegge tendono ad espandersi dal punto dell’esplosione, perdendo rapidamente il loro potere letale<br />

con l’aumento della distanza. Le pallottole esplosive o incendiarie riducono tale problema, poiché un singolo<br />

centro può fare più danni. Anche la testata a barre espansive affronta il problema. Essa comprende numerosi<br />

piccoli segmenti di sbarre d’acciaio poste fianco a fianco in una sistemazione anulare attorno al materiale<br />

esplosivo. Le sbarre sono saldate insieme ad estremità alternate, in modo che quando avviene la detonazione<br />

esse si espandono verso l’esterno in un anello solido e continuo, come il cinturino elastico di un orologio, fino a<br />

raggiungere il diametro massimo. In teoria, questo anello continuo dovrebbe avere maggiori possibilità di<br />

tranciare cavi dei comandi, tubature idrauliche e del carburante e parti strutturali di quanto possano averne dei<br />

singoli frammenti. Inoltre, la letalità di una testata del genere dovrebbe mantenersi fino a distanze maggiori,<br />

poiché i frammenti non si disperdono. In pratica, tuttavia, le sbarre espansive si separano spesso all’inizio<br />

dell’esplosione, lasciando ampie lacune nella copertura della testata.<br />

La letalità di una testata dipende ampiamente dalla quantità di materiale esplosivo e dal numero e dalle<br />

dimensioni delle schegge. Le testate andrebbero progettate con uno specifico tipo di bersaglio in mente, e<br />

dovrebbero essere complementari col sistema di guida e col detonatore del missile. Grossi scarti dal bersaglio e<br />

detonatori imprecisi richiedono testate più grosse.<br />

I detonatori devono tenere conto del fatto che il missile imprime la propria inerzia ai frammenti della<br />

testata al momento dell’esplosione, sicché, mentre si espandono, essi si muovono anche in avanti, formando un<br />

volume letale a forma di cono davanti al punto della detonazione della testata. Sono state progettate delle testate<br />

in grado di puntare la maggior parte delle loro schegge in direzione del bersaglio, sulla base di comandi del<br />

detonatore. Le “cariche cave” (“Shaped charges”, letteralmente “cariche sagomate” – NdT) sono state<br />

impiegate per migliorare la penetrazione del bersaglio, particolarmente coi detonatori a contatto. Per delle<br />

situazioni particolari possono essere impiegate anche delle testate nucleari.<br />

Impiego dei missili<br />

L’impiego degli AAM implica il soddisfacimento dei requisiti di un particolare missile in una data<br />

situazione. I missili sono dei sistemi complessi fatti di molti sottosistemi interdipendenti, ognuno coi suoi<br />

limiti. Tutti questi limiti devono essere tenuti in considerazione per effettuare un tiro coronato da successo.<br />

Uno dei metodi per visualizzare le capacità e i limiti di un missile è di studiare il suo involucro di lancio.<br />

La figura 1-9 illustra due di tali involucri per un ipotetico AAM a guida radar-Doppler. Un involucro è per un<br />

bersaglio che non manovri, e l’altro per un bersaglio impegnato in una virata continua livellata.<br />

Il primo è un diagramma in scala guardando verso il basso dal di sopra del bersaglio (la freccia), che sta<br />

volando verso la parte superiore della pagina. I vari confini rappresentati illustrano le capacità e i limiti del<br />

missile. Assumete prima di tutto che il tiratore abbia ottenuto la necessaria traccia radar del bersaglio e abbia<br />

puntato il missile nella direzione giusta per il lancio.<br />

Il limite più esterno è la massima portata aerodinamica, o “cinematica”, alla quale il missile è in grado di<br />

essere guidato entro la distanza minima letale di scarto dal bersaglio. Questo confine rappresenta le capacità di<br />

39


propulsione, guida e sistemi di controllo del missile, oltre alla velocità dell’aereo lanciatore e del bersaglio e<br />

all’aspetto (posizione relativa al bersaglio) dal quale il missile viene lanciato. Una delle caratteristiche di questo<br />

confine che maggiormente ci colpiscono è la grande differenza nella portata massima fra i tiri contro il quarto<br />

anteriore e quelli contro il quarto posteriore: in questo caso, circa cinque a uno. Questo riflette ovviamente il<br />

fatto che il bersaglio stia volando verso un missile lanciato contro il suo quarto frontale o si stia allontanando da<br />

un lancio da dietro.<br />

Il limite del sensore mostra il limite di tracciabilità del sensore radar del missile basato sulla riflettenza di<br />

questo particolare bersaglio. Ricordate che tale riflettenza è in funzione delle dimensioni del bersaglio e di altri<br />

fattori. Dato che le antenne radar dei missili sono necessariamente piccole, la loro portata è limitata. In questo<br />

caso le capacità del sensore restringono la portata massima nel quarto anteriore; ma con un bersaglio più<br />

grande, o a quote più basse (dove la massima portata aerodinamica viene ridotta), potrebbe non farlo.<br />

Le zone ristrette marcate con “richiede guardare in su” su entrambi i lati del bersaglio sono associate con<br />

le onde di disturbo del terreno, lo MBC del Doppler di cui si è parlato in precedenza. È verosimile che i missili<br />

cui venga richiesto di guardare in basso verso il bersaglio, soprattutto alle basse quote, da un aspetto al traverso,<br />

perdano la traccia del bersaglio in mezzo ai disturbi. Il guardare verso l’alto riduce lo MBC e consente una<br />

tracciatura continua del bersaglio.<br />

Le aree più larghe su entrambi i lati del bersaglio riflettono i problemi del detonatore e della testata<br />

associati con le intercettazioni dal traverso. Il missile potrebbe guidarsi bene addentro la distanza letale, ma la<br />

geometria dell’intercettazione e il disegno del detonatore e della testata potrebbero far sì che la detonazione<br />

avvenga lontano dal bersaglio, possibilmente senza provocare danni. Si ritiene che un missile lanciato da<br />

quest’area abbia poche probabilità di successo. Anche il piccolo arco nell’area poppiera vicino alla massima<br />

portata cinematica è il risultato di una limitazione del detonatore. In questo caso c’è una velocità di<br />

avvicinamento del missile insufficiente al momento dell’intercettazione per un funzionamento appropriato del<br />

detonatore.<br />

40


Il confine interno che circonda il bersaglio è il limite della portata minima. A seconda dell’aspetto, questo<br />

può essere il risultato del tempo di armamento del detonatore, delle capacità di virata del missile, del tempo di<br />

reazione della guida, o dei limiti cardanici o del rateo di tracciatura giroscopica del sensore.<br />

L’involucro in manovra illustra le stesse condizioni, col bersaglio che vola ancora verso la parte superiore<br />

della pagina, solo che questa volta il bersaglio comincia una virata livellata a sinistra appena il missile viene<br />

lanciato e continua tale virata per tutto il TOF del missile. Il diagramma è diviso in “lato caldo” e “lato freddo”<br />

per definire la direzione di virata del bersaglio. Si sarebbero potute impiegare anche le diciture “dentro la<br />

virata” e “fuori la virata”. Tali termini riflettono solo le condizioni iniziali (ovvero l’istante del lancio del<br />

missile), poiché i lati caldo e freddo ruotano con l’aereo bersaglio mentre questi vira. Un osservatore sul lato<br />

caldo della virata in qualsiasi momento dovrebbe normalmente guardare la parte superiore dell’aereo bersaglio,<br />

mentre dal lato freddo avrebbe una vista ventrale.<br />

L’involucro in manovra della massima portata aerodinamica è estremamente asimmetrico, con la portata<br />

dal lato caldo molto maggiore di quella dal lato freddo, poiché le modalità della virata sono tali che il bersaglio<br />

sta essenzialmente volando incontro a un missile lanciato dalla sua sinistra, e si sta allontanando da quelli<br />

provenienti inizialmente da destra. scegliendo la direzione e il rateo della virata, il bersaglio può esercitare una<br />

enorme influenza sull’involucro della portata massima. Viene influenzato anche il limite della portata minima,<br />

espandendolo un po’ dal lato caldo, ma non in maniera altrettanto notevole.<br />

Le regioni dell’involucro che richiedono di guardare in alto sono molto più ampie nel caso di bersaglio in<br />

manovra.<br />

Un missile lanciato da queste regioni dovrebbe passare attraverso l’area al traverso del bersaglio prima<br />

che possa avvenire l’intercettazione, aumentando grandemente le possibilità di perdere la traccia a causa delle<br />

onde parassite, soprattutto se sta guardando in basso. Queste regioni comprendono un’ampia porzione<br />

dell’involucro cinematico, in particolare alle grandi distanze, e servono a sottolineare l’importanza del guardare<br />

in alto quando si impiega questo tipo di missile contro un bersaglio in manovra.<br />

Anche le aree delle limitazioni del detonatore sono in qualche modo accresciute nel caso della manovra.<br />

Un missile lanciato in una di queste regioni intercetterebbe il bersaglio con un aspetto vicino al traverso, sia dal<br />

lato caldo che da quello freddo, con basse probabilità che la testata arrechi dei danni. Notate anche che tutti i<br />

limiti della portata massima sono stati ridotti al di sotto del limite di sensibilità del sensore, quindi le restrizioni<br />

non riguardano questo caso.<br />

Questi involucri possono già confondere, ma un’immagine completa delle capacità di questi missili<br />

richiederebbe molte tabelle simili per coprire un’ampia gamma di possibili manovre del bersaglio, velocità di<br />

tiratore/bersaglio, e altitudine. Inoltre, un singolo caccia può trasportare due o tre tipi diversi di missili, tutti con<br />

caratteristiche operative ed involucri piuttosto diversi. Il riconoscimento dell’involucro, quindi, diventa una<br />

delle maggiori difficoltà nell’impiego degli AAM.<br />

Anche se il pilota del caccia potesse ricordare ogni involucro a memoria, come potrebbe determinare i<br />

parametri indispensabili per determinare quale involucro sia valido (inclusi la velocità e il rateo di virata del<br />

bersaglio) e la sua posizione all’interno di quell’involucro (inclusa la distanza e l’aspetto del bersaglio)?<br />

Probabilmente la soluzione più funzionale a questo problema è di equipaggiare il caccia con un sistema di<br />

tracciatura radar e un computer per il controllo del lancio. Tali sistemi possono determinare accuratamente e<br />

mostrare al pilota le capacità aerodinamiche del missile, e molti degli altri limiti che possano essere considerati<br />

utili, quasi istantaneamente. La maggior parte dei caccia moderni ha un sistema simile.<br />

Per inserire gli input nel computer di controllo del lancio è necessario che il radar tracci, più che limitarsi<br />

a rilevare, il bersaglio. La tracciatura radar automatica è possibile usando metodi elettronici che variano col<br />

disegno di ogni particolare sistema radar. La transizione dalla rilevazione radar alla tracciatura automatica viene<br />

chiamata “acquisizione” o processo di “lock-up”. A seconda del livello di sofisticazione del radar, anche questa<br />

può essere una procedura automatica che richiede pochissimo tempo e sforzo da parte dell’equipaggio, o può<br />

essere un procedimento manuale di designazione della LOS e della distanza o della velocità di avvicinamento<br />

del bersaglio in modo che il radar possa determinare quale ritorno è il bersaglio desiderato. I metodi manuali<br />

sono generalmente adeguati alle distanze maggiori, quando i ratei della LOS sono bassi, ma una volta che un<br />

caccia ingaggia un turbinante “dogfight” a breve distanza, un qualsiasi sistema di acquisizione automatica<br />

diventa quasi una necessità.<br />

In alcuni casi, tuttavia, un radar inseguitore può non essere disponibile. Se il missile (con sensore termico,<br />

per esempio) non richiede un radar inseguitore su un aereo ospite per le informazioni di guida, è necessario<br />

qualche altro mezzo di riconoscimento dell’involucro. In generale lo si fa riducendo i moltissimi involucri a<br />

poche “regole generali” relativamente semplici, che descrivano le zone ideali di lancio per il missile nelle<br />

41


condizioni di combattimenti ipotizzabili di quota, velocità, rateo di virata del bersaglio, ecc. I piloti devono<br />

quindi memorizzare queste regole generali insieme a qualsiasi restrizione operativa specifica del missile, come<br />

la necessità di guardare in alto, un fattore di carico accettabile al lancio, ecc. Essenzialmente tali regole<br />

forniscono al pilota degli involucri molto semplificati che gli danno un’idea delle capacità dei suoi missili.<br />

Queste semplificazioni sottostimeranno necessariamente le prestazioni reali del missile in alcune circostanze e<br />

saranno eccessivamente ottimistiche in altre.<br />

Una volta che l’involucro sia noto, il riconoscimento dei parametri critici diventa il problema. Spesso la<br />

distanza e l’aspetto del bersaglio devono essere stimati a vista, sulla base delle dimensioni apparenti e sulla<br />

vista presentata dal bersaglio. La misurazione stadiametrica della distanza (Stadiametric ranging), il metodo con<br />

cui le dimensioni millesimali del collimatore vengono comparate alle dimensioni apparenti di un bersaglio di<br />

dimensioni note, è stata trattata in relazione all’impiego delle mitragliatrici aria-aria. Tale metodo può essere<br />

impiegato anche coi missili, ma a causa delle portate solitamente maggiori degli AAM, dove delle leggere<br />

variazioni nelle dimensioni apparenti del bersaglio possono equivalere a grandi differenze nelle distanze, è utile<br />

generalmente solo a breve portata. Un metodo più largamente usato coinvolge la capacità di discernere varie<br />

caratteristiche dell’aereo bersaglio e uguaglia tale capacità alla distanza approssimata dal bersaglio. Per<br />

esempio, a una certa distanza il bersaglio sembrerà cambiare da un semplice puntino nero a qualcosa che possa<br />

essere riconosciuto come un aereo. Un po’ più vicino, a seconda dell’aspetto, potrà essere visibile il tipo, quindi<br />

può diventare visibile la capottina, seguita dai contrassegni e dallo schema di colorazione. Padroneggiare tali<br />

metodi richiede grande pratica, e al meglio essi danno delle grossolane approssimazioni. Nei test su piloti da<br />

caccia esperti che stimavano le distanze di aerei noti, si è riscontrato che ci si può aspettare errori dal 50 al<br />

200%. I risultati saranno anche peggiori per bersagli aerei non familiari.<br />

42<br />

Sottostimavamo sempre la nostra distanza<br />

Air Vice-Marshal J.E. “Johnnie” Johnson, RAF<br />

La stima dell’aspetto del bersaglio presenta un problema simile, con un’accuratezza normale di ±30°. La<br />

difficoltà si lega a bersagli impegnati in manovre brusche, poiché gli involucri dei missili sono generalmente<br />

basati sulla direzione del vettore velocità del bersaglio, non sulla sua attitudine, che è il solo riferimento visivo<br />

disponibile per il pilota attaccante.<br />

Questi due riferimenti possono variare ampiamente con elevati angoli di attacco (Angle Of Attack –<br />

AOA) del bersaglio, rendendo più esposta ad eventuali errori la stima dell’aspetto del bersaglio.<br />

Oltre alle restrizioni imposte dai loro involucri operativi, gli AAM hanno anche dei requisiti di<br />

puntamento. Dato che i missili guidati possono correggere alcuni errori di puntamento, le restrizioni nel<br />

puntamento per essi sono meno rigide di quelle per le armi non guidate, ma ci sono comunque delle restrizioni.<br />

Alcuni missili, inclusi alcuni a ricerca di calore, devono essere lanciati lungo la LOS per rilevare il bersaglio ed<br />

essere guidato su di esso. Altri possono essere lanciati in anticipo o in ritardo, ovvero puntando dietro o davanti<br />

al bersaglio. Raramente una rotta ritardata è benefica per il sistema di guida del missile poiché richiede una<br />

virata più ampia per stabilire una rotta di collisione e di solito risulta in un accresciuto rateo della LOS. La rotta<br />

anticipata invece può essere abbastanza utile, in particolare per i lanci dalle portate minime, riducendo le<br />

manovre richieste al missile. Spesso i computer per il controllo del lancio forniscono al pilota un’indicazione<br />

della rotta anticipata ideale, che permetta teoricamente al missile di volare lungo una linea retta fino<br />

all’intercettazione del bersaglio. Questi input assumono spesso che il bersaglio non stia manovrando, e possono<br />

prendere in considerazione o meno gli effetti dell’angolo di attacco del tiratore sulla rotta anticipata apparente,<br />

un effetto che può essere considerevole durante manovre intense. Lo AOA è un fattore perché i missili di solito<br />

seguono il vento relativo immediatamente dopo il lancio.<br />

Anche se ogni tipo di missile ha il proprio insieme di problemi caratteristici, la maggior parte di essi è più<br />

o meno affetta da difficoltà nel distinguere il bersaglio dallo sfondo. Anche se la guida col radar-Doppler ha<br />

ampiamente eliminato l’ostacolo delle interferenze dai bersagli nell’emisfero anteriore, l’involucro ipotetico di<br />

un missile contro un bersaglio in manovra dimostra che restano delle limitazioni. Le prestazioni della guida dei<br />

missili radar sono generalmente migliorate quando il missile guarda verso l’alto per osservare il bersaglio, con<br />

solo il cielo sullo sfondo. A causa dell’effetto degli SLC, le prestazioni di questi missili possono essere<br />

degradate anche alle basse quote, anche se guardano verso l’alto.<br />

Gli effetti delle onde di disturbo sono a volte sconcertanti e difficili da prevedere. Tuttavia, di solito si<br />

può dire che l’impatto varia con l’irregolarità della superficie del terreno lungo la LOS del bersaglio e con


l’“angolo di tangenza”, ovvero l’angolazione della vista verso il basso. Sulla terraferma, in particolare su<br />

terreno irregolare, le onde parassite sono di solito un fattore più importante che sull’acqua.<br />

Anche lo sfondo è un problema serio per i missili a ricerca di calore, col sole come colpevole, diretto o<br />

indiretto. Il sole è molto più intenso di qualsiasi scarico del bersaglio e “catturerà” il sensore del missile se la<br />

LOS del bersaglio gli si avvicina troppo fra il lancio e l’intercettazione (non preoccupatevi, nessuno lo ha<br />

ancora colpito). Anche il riflesso del sole su acqua, neve, nubi, ecc, può provocare dei problemi. Questo<br />

produce un ampio campo di rumori IR di sfondo, di contro a una fonte puntiforme, riducendo la portata di<br />

acquisizione del bersaglio e degradando la guida tramite la diminuzione del rapporto segnale/rumore. Anche il<br />

guardare in basso può avere lo stesso effetto, soprattutto contro gli sfondi bollenti del deserto. Come con i<br />

missili a guida radar, un cielo terso è lo sfondo ideale per l’impiego dei missili a ricerca termica.<br />

A parte i problemi di guida appena trattati, l’impiego degli AAM a quote molto basse presenta altre<br />

difficoltà. Molti sistemi di guida e controllo provocano al missile delle oscillazioni a una certa distanza intorno<br />

alla traiettoria voluta. A quote molto basse una di queste correzioni potrebbe provocare l’impatto col suolo.<br />

Anche il detonatore può dare delle preoccupazioni, soprattutto con i detonatori attivi, poiché la superficie<br />

potrebbe essere scambiata per il bersaglio, provocando un’esplosione prematura. Le onde parassite del terreno<br />

potrebbero avere lo stesso effetto sui detonatori Doppler.<br />

Anche le quote estremamente elevate possono causare dei problemi ai missili, poiché l’aria rarefatta<br />

riduce le capacità di manovra dei comandi aerodinamici e provoca una guida in accurata.<br />

L’avvento di AAM capaci di affrontare i bersagli da davanti, in particolare gli AAM semi-attivi, ha<br />

accresciuto l’importanza di un parametro delle prestazioni noto come “distanza relativa”. Un missile lanciato<br />

alla sua massima portata relativa risulta in un impatto sul bersaglio alla massima distanza dall’aereo che lo ha<br />

lanciato. La distanza fra tiratore e bersaglio al momento dell’impatto viene spesso chiamata “polo F” o distanza<br />

di stand-off. Quando due caccia equipaggiati di missili si avvicinano quasi frontalmente, quello col maggiore<br />

polo F è generalmente in vantaggio, poiché il suo missile arriverebbe sul bersaglio per primo. Nel caso di<br />

missili semi-attivi, che richiedono l’illuminazione del bersaglio da parte dell’aereo che li ha lanciati, questo<br />

mette anche fine alla minaccia da parte del missile avversario ancora in volo. La massima distanza di stand-off<br />

si verifica quando il missile decelera fino alla velocità dell’aereo che lo ha lanciato. Dopo questo punto il<br />

tiratore comincerà ad avvicinarsi al suo stesso missile, diminuendo la distanza all’impatto col bersaglio.<br />

La massima portata relativa è generalmente un po’ minore della massima portata aerodinamica, ma un<br />

missile lanciato da questo punto arriverà prima sul bersaglio. Così, a seconda della velocità media del missile,<br />

l’aereo che lancia per primo non è necessariamente il vincitore del gioco. Tuttavia, un missile in volo ha la<br />

misteriosa capacità di attrarre l’attenzione del pilota dell’aereo bersaglio, facendogli spesso dimenticare di<br />

lanciare i propri. Per questo fattore psicologico, i missili vengono spesso “lanciati a effetto” anche quando il<br />

tiratore sa di avere poche possibilità di successo. La reazione difensiva del bersaglio potrebbe porre il tiratore in<br />

una posizione più favorevole. In alcuni casi potrebbe essere vantaggioso lanciare un missile alla massima<br />

portata aerodinamica, o anche oltre, a effetto, e farlo seguire da un altro alla massima portata relativa. Ciò è<br />

spesso possibile con i missili a guida radar, ma un secondo cercatore di calore potrebbe farsi guidare dallo<br />

scarico del primo, limitando l’utilità di tale tattica nel caso di missili a ricerca termica. Spesso vengono lanciati<br />

insieme due missili di tipi diversi, poiché le contromisure difensive adottate dal bersaglio contro uno potrebbero<br />

essere inefficaci con l’altro.<br />

Anche un’accresciuta distanza di stand-off ha un valore, poiché potrebbe consentire di verificare i risultati<br />

del primo missile e, se necessario, permettere il lancio di un altro prima del raggiungimento della portata<br />

minima. In quasi tutte le circostanze immaginabili, i missili con capacità di lancia-e-scappa sono preferibili ai<br />

tipi semi-attivi con portate pressappoco equivalenti, poiché i primi non restringono le capacità di manovra del<br />

tiratore dopo il lancio.<br />

Il massimo polo F di norma può essere accresciuto lanciando il missile alla massima velocità dell’aereo<br />

(che a sua volta accresce la velocità del missile), e quindi facendo rallentare il caccia lanciatore per quanto<br />

praticamente possibile, consentendo all’arma di guadagnare una grande distanza. Il caccia tiratore potrebbe<br />

anche essere in grado di virare allontanandosi un po’ dal bersaglio dopo il lancio, aumentando ulteriormente la<br />

distanza da esso al momento dell’intercettazione.<br />

Rallentare e allontanarsi da un bersaglio nell’emisfero frontale tende anche a ridurre la portata di lancio<br />

efficace dell’avversario.<br />

43


44<br />

Difese dai missili<br />

Arrivano i SAM! Il trucco è vedere il lancio. Puoi vedere il fumo. Va su dritto, vira per mettersi un po’<br />

più in piano, quindi il motore di sostentamento si spegne. Se mantiene una posizione relativamente stabile, sta<br />

venendo verso di voi e siete nei guai. Avete una gran voglia di fare una mossa ma non potete. Se virate troppo<br />

velocemente, virerà e vi prenderà; se aspettate troppo vi esploderà abbastanza vicino per prendervi. Quelle che<br />

dovete fare al momento giusto è di mettere giù il muso, andare giù duro quanto potete, tirare forse tre G<br />

negativi fino a 550 nodi e una volta che vi avrà seguito verso il basso, risalite più bruscamente che potete. Lui<br />

non può seguirvi e va giù. In un intervallo di due minuti [il nord vietnamita] una volta ci ha lanciato contro<br />

trentotto SAM.<br />

Brigadier General Robin Olds, USAF<br />

La filosofia di una efficace difesa dai missili è parallela a quella della difesa dalle mitragliatrici, trattata in<br />

precedenza. Primo, impedire che il missile sia lanciato. Se non ci si riesce, cercare di presentare al tiratore<br />

l’opportunità di tiro meno favorevole, e quindi sforzarsi di rendere il compito del missile il più arduo possibile<br />

attaccando le capacità e i limiti dei suoi vari sottosistemi. Più sono i sottosistemi di cui si riesce a degradare le<br />

prestazioni, minori saranno le possibilità che il tiro sia coronato da successo. I missili guidati sono di norma più<br />

complicati di un sistema di mitragliatrici, e hanno più sottosistemi da attaccare. Di solito le distanze di tiro e le<br />

velocità dei proiettili coinvolti risulteranno anche in un maggiore TOF, dando al difensore più tempo per<br />

sconfiggere l’arma.<br />

Allo scopo di impedire il lancio di un missile, è necessario negare al tiratore i parametri di lancio richiesti,<br />

che di solito comprendono distanza, aspetto, e puntamento. La capacità di raggiungere tale obiettivo dipende<br />

dalla nostra conoscenza del sistema d’arma che ci minaccia, basata in larga parta sulle informazioni dello<br />

spionaggio e su esperienze precedenti. Più cose il difensore sa sulle capacità e i limiti del suo avversario, più<br />

efficaci potranno essere le sue tattiche difensive. Idealmente, tali conoscenze dovrebbero includere gli involucri<br />

di lancio come quelli presentati nella Figura 1-9, oltre a qualsiasi altra restrizione, come i requisiti di<br />

puntamento, le capacità del radar dell’aereo che ci minaccia, e le tattiche che ci si aspetta.<br />

Una volta noti tali fattori, il difensore si trova di fronte agli stessi problemi che incontra per impiegare i<br />

propri missili; ovvero, il riconoscimento dell’involucro. Qui il compito è spesso reso più difficile per due<br />

ragioni: non sempre il difensore conosce il tipo di missile che si trova davanti, e nelle situazioni difensive il suo<br />

sistema di controllo del tiro potrebbe non essere in grado di stabilire la propria posizione in relazione<br />

all’involucro minacciato.<br />

Anche considerando tali limitazioni, ci sono alcune tattiche di base che sono generalmente efficaci nel<br />

ridurre le dimensioni dell’involucro di lancio per i missili di ampie categorie. La quota ha probabilmente<br />

l’effetto maggiore su portata ed efficacia dei missili. In generale, la portata dei veicoli con propulsione a<br />

reazione o a razzo aumenta quando operano ad alte quote.<br />

Anche se altitudini maggiori riducono la spinta del jet, la resistenza aerodinamica di solito diminuisce più<br />

rapidamente, in particolare per i veicoli supersonici, fino all’incirca al livello della tropopausa. Per i razzi, la<br />

spinta di solito aumenta con l’aumentare della quota. Questo, combinato con la minore resistenza aerodinamica,<br />

risulta in una portata accresciuta in maniera significativa con l’aumentare dell’altitudine. La Figura 1-10 dà<br />

un’approssimazione dell’effetto della quota sulla massima portata aerodinamica di un missile con spinta a razzo<br />

contro un bersaglio alla stessa altitudine, usando le prestazioni al livello del mare come standard. Ci si può<br />

attendere variazioni simili in lanci nei quarti sia anteriore che posteriore. Notate che la portata aerodinamica del<br />

missile aumenta drammaticamente con l’altitudine, in particolare alle altezze maggiori. La portata a 20.000<br />

piedi sul livello medio del mare (Mean Sea Level – MSL) può essere prevista come il doppio del valore al<br />

livello del mare, con prestazioni che raddoppiano nuovamente a 40.000 piedi. Per tiri verso l’alto o verso il<br />

basso, la portata è strettamente correlata all’altitudine mediana fra il tiratore e il bersaglio. I tiri verso il basso,<br />

tuttavia, hanno maggiori probabilità di essere limitati da fattori diversi dall’aerodinamica.<br />

Quando si opera contro siti fissi di SAM, le basse quote possono offrire dei vantaggi. La curvatura<br />

terrestre e le mascherature del terreno offerte da colline, alberi, ecc., possono limitare la portata<br />

dell’acquisizione bersaglio anche al di sotto della portata aerodinamica. Anche le onde parassite del terreno<br />

sono un problema per i SAM a guida radar, ma possono essere ridotte da tecniche Doppler e sistemi alternativi<br />

di guida ottica. Quando si considerano operazioni a quote molto basse, il pilota deve bilanciare i vantaggi<br />

contro gli obiettivi della missione, e la maggiore efficacia di armi leggere, artiglieria contraerea (AAA), e SAM<br />

a brevissimo raggio. Ci si può aspettare che entro i loro involucri operativi, molti missili siano più manovrabili


alle basse quote a causa del migliore controllo aerodinamico. Le operazioni a bassa quota possono limitare<br />

anche l’utilità dei sistemi d’arma offensivi dello stesso caccia.<br />

La velocità di tiratore e bersaglio sono elementi critici per la portata aerodinamica dei missili. Un<br />

aumento della velocità di entrambi gli apparecchi tende a ridurre la portata dei missili nel quarto posteriore e ad<br />

aumentare quella nel quarto anteriore. La Figura 1-11 mostra delle tipiche variazioni della portata per bersaglio<br />

e tiratore con la stessa velocità a vari numeri di Mach, usando 0,4M come riferimento. Per esempio, con tiratore<br />

e bersaglio a 1,0M, la portata dei missili nel quarto anteriore può aumentare di oltre il 50%, e la portata nel<br />

quarto posteriore può decrescere di più del 30%, paragonati agli stessi tiri quando gli aerei sono a 0,4M. Un<br />

vantaggio in velocità del bersaglio rispetto al tiratore influenza ancora di più la portata aerodinamica, con un<br />

impatto percentuale molto sensibile alla velocità di volo media del missile. Gli effetti variano quindi<br />

ampiamente da missile a missile, ma tipicamente un vantaggio di velocità del bersaglio di 100 nodi (aumento<br />

della portata) diminuisce la portata massima nel quarto posteriore dal 5 al 25%, coi missili più lenti che<br />

patiscono gli effetti maggiori. Grandi vantaggi di velocità del bersaglio possono anche provocare difficoltà di<br />

acquisizione per molti missili con radar Doppler lanciati da dietro.<br />

In maniera sommaria, gli effetti combinati della bassa quota, delle alte velocità e di un vantaggio di<br />

velocità del bersaglio possono portare a una drammatica riduzione del quarto posteriore dell’involucro del<br />

45


missile. Delle riduzioni ancora più grandi del quarto anteriore possono essere conseguite con operazioni a bassa<br />

quota e velocità ridotta.<br />

Anche la portata cinematica minima del missile può essere influenzata da altitudine e velocità del<br />

bersaglio. La portata minima nel quarto anteriore è del massimo interesse, poiché durante il combattimento a<br />

vista ravvicinato con missile per ogni aspetto, questo limite è spesso il più difficile da soddisfare. In questo caso<br />

l’alta quota e l’alta velocità servono a incrementare la portata minima nel quarto anteriore. Questo a causa della<br />

distanza maggiore coperta dal bersaglio durante il tempo minimo di armamento del detonatore e delle reazioni<br />

di guida più rapide richieste per bersagli veloci. Quote maggiori tendono a ridurre la manovrabilità del missile e<br />

aumentano i tempi di reazione.<br />

In particolare con gli AAM nel quarto posteriore, ma anche in un certo modo con i missili per ogni<br />

aspetto, un ulteriore beneficio di un vantaggio di velocità del bersaglio sono le accresciute difficoltà incontrate<br />

da un attaccante non visto nel porre il proprio aereo entro l’involucro e nel soddisfare i requisiti di puntamento<br />

nel tempo ridotto messo a disposizione da un bersaglio più veloce. Soprattutto con armi a breve portata nel<br />

quarto posteriore, perché un attaccante abbia una ragionevole possibilità di conseguire una posizione per il<br />

lancio contro un bersaglio non manovrante, esso dovrebbe trovarsi in una posizione ideale ancora prima che il<br />

bersaglio venga rilevato a vista.<br />

I progettisti aeronautici possono diminuire la vulnerabilità dei caccia agli attacchi dei missili adoperando<br />

diverse tattiche di mimetizzazione e soppressione. Queste includono la riduzione della riflettenza radar<br />

dell’aereo, adoperando materiali non riflettenti e vernici radar-assorbenti, quando si dimostri fattibile. La<br />

riflettenza è sensibile anche al disegno e alla posizione delle prese d’aria dei jet, e alle dimensioni e forme<br />

fisiche delle varie parti dell’aereo. Le tracce IR possono essere soppresse adoperando ugelli di forme speciali,<br />

monitorando la posizione degli scarichi, usando motori con scarichi più freddi, e aggiungendo sostanze<br />

chimiche ai gas di scarico. Anche la tracciatura ottica può essere resa più difficile adoperando tecniche<br />

mimetiche che riducono il contrasto dell’aereo con lo sfondo.<br />

A parte ridurre le dimensioni dell’involucro vulnerabile, il bersaglio ha altri mezzi per prevenire il tiro di<br />

un missile.<br />

Contrastare i tentativi di un attaccante per soddisfare i suoi requisiti di puntamento è un affare di<br />

generazione di ratei della LOS che superino le capacità di virata del tiratore. Le tecniche coinvolte vengono<br />

trattate in maggiore dettaglio nei capitoli sulla manovra.<br />

46<br />

L’arma sulla quale siede l’uomo è sempre superiore alle altre.<br />

Colonnello Erich “Bubi” Hartmann, Forze Aeree Tedesche<br />

Anche il negare all’attaccante un aspetto favorevole del bersaglio è una funzione della manovra. Questa è<br />

una delle principali difese contro armi con capacità limitate sugli aspetti, come i sensori termici per il quarto<br />

posteriore. Ovviamente, tale difesa è più difficile da realizzare con missili per tutti gli aspetti. Alcuni aspetti,<br />

tuttavia, sono meno favorevoli di altri per quasi tutte le armi. Abbiamo già trattato i problemi incontrati coi<br />

missili a guida Doppler nell’aspetto al traverso, specialmente nelle situazioni in cui si guarda verso il basso. Le<br />

limitazioni peculiari di certe particolari armi, me questa, possono essere sfruttate spesso per impedire o rovinare<br />

un lancio. Per esempio, le riduzioni di potenza e le tecniche di mascheratura IR possono essere impiegate in<br />

momenti critici per impedire o ritardare l’acquisizione da parte di missili con sensori termici, e per degradare la<br />

guida dopo il lancio.<br />

Un problema particolare incontrato da molti sistemi di tracciatura radar è noto come scintillio. Si tratta di<br />

un fenomeno che potrebbe far sì che il radar cambi la tracciatura automatica fra diversi bersagli che si trovino<br />

approssimativamente alla stessa distanza (radar a impulsi) o che abbiano la stessa velocità di avvicinamento (<br />

radar Doppler) e che si trovino ravvicinati lungo la LOS del raggio di tracciatura. Il radar potrebbe tendere a<br />

fissarsi ora su un bersaglio, ora su un altro, in maniera casuale e imprevedibile. Nel caso di bersagli molto<br />

grandi, il radar potrebbe passare di continuo da una parte all’altra dell’aereo. Un missile che si basa su un radar<br />

simile per la guida esibirà spesso ampi cambiamenti di rotta a scarti mentre cerca di guidare su diversi bersagli.<br />

Tali manovre tendono ad aumentare la resistenza aerodinamica e a ridurre la portata massima. Quando il<br />

missile si avvicina alla fase terminale potrebbe semplicemente guidarsi su un punto vicino al centroide della<br />

massa di bersagli, risultando in un ampio scarto sui singoli bersagli.<br />

I sensori passivi hanno un problema simile. Quando si trova di fronte a diversi ugelli roventi vicini, un<br />

sensore di calore, per esempio, potrebbe guidare sul centroide del gruppo di bersagli basandosi sulle intensità<br />

relative delle varie fonti.


Questi limiti possono essere sfruttati a scopo difensivo da grandi numeri di aerei che volino in formazioni<br />

accuratamente distanziate, di solito chiamate “celle”. Questa tattica è più efficace contro missili con piattaforme<br />

di tracciatura remote, come le armi telecomandate o a guida su raggio, dove il radar inseguitore ha una portata<br />

molto maggiore del missile stesso. Un missile a radio-guida è meno suscettibile, poiché via via che si avvicina<br />

alla cella bersaglio, il suo raggio di tracciatura circoscrive sempre meno bersagli, permettendo possibilmente<br />

all’arma di “tagliarne fuori uno”.<br />

Anche se tali tattiche possono essere molto efficaci contro minacce selezionate in certe circostanze, molti<br />

sistemi radar dei missili, in particolare i SAM, hanno una tracciatura ottica alternativa, che non è soggetta allo<br />

scintillio. I caccia, più manovrabili, hanno di solito altre opzioni difensive più sicure e meno stressanti per i<br />

piloti che volare dritto e stare a guardare i missili che sibilano attraverso la formazione.<br />

Per quanti SAM un pilota possa aver evitato, li rispetta. Ogni avvertimento per SAM porta a dubitare se<br />

sopravvivrai e una paura che ti stordisce. Non li affrontavamo mai con piacere.<br />

Commander Randy “Duke” Cunningham, USN<br />

Un’ampia categoria delle tecniche difensive è nota come contromisure elettroniche. Questi metodi<br />

possono essere suddivisi in due categorie: interferenze e inganni. Le interferenze sono un tentativo di produrre<br />

un forte segnale in grado di superare in potenza il ritorno del bersaglio quando viene ricevuto dal radar nemico.<br />

Idealmente l’attaccante ottiene un ritorno molto forte lungo la LOS verso il bersaglio, ma non può ottenere<br />

informazioni sulla distanza, poiché l’impulso riflesso viene superato in potenza ed è impossibile da distinguere<br />

in mezzo alle interferenze. I radar Doppler sono generalmente meno suscettibili a questa tecnica, poiché non<br />

richiedono la temporizzazione degli impulsi.<br />

L’efficacia delle interferenze è correlata dal rapporto della potenza di disturbo ricevuta dal radar nemico<br />

sulla forza del ritorno del bersaglio. Dato che l’energia riflessa dal bersaglio è molto più sensibile alla distanza<br />

rispetto al disturbo ricevuto, questo metodo è molto efficace alle grandi distanze, ma via via che la distanza<br />

diminuisce la potenza del ritorno del radar aumenta ad un rateo più veloce, riuscendo possibilmente a “bucare”<br />

e a rilevare il bersaglio. Le interferenze sono anche più efficaci se possono essere concentrate in un raggio<br />

ristretto diretto al radar nemico, anziché essere irradiate in tutte le direzioni. Lo Jamming può essere effettuato<br />

dal bersaglio stesso, o da uno “stand-off jammer”, che tenta di nascondere gli altri aerei con le sue interferenze.<br />

In realtà il bloccaggio con interferenze può consentire al radar ricevente di rilevare la LOS del bersaglio a una<br />

distanza molto maggiore della portata normale, ma negando le informazioni sulla distanza, le interferenze<br />

possono impedire o ritardare il lancio di un missile, costringere alcuni missili a traiettorie di inseguimento meno<br />

efficaci, e possibilmente degradare l’armamento del detonatore.<br />

Il jamming di inganno coinvolge diverse tecniche, inclusa la generazione di falsi bersagli, facendo sì che<br />

il radar perda la traccia automatica. I falsi bersagli possono essere prodotti ritardando o alterando le<br />

caratteristiche dell’energia riflessa del radar, con gli chaff, o con inganni, che accrescono l’energia di ritorno<br />

del radar o trasmettono continuamente dei segnali che possono essere presi per echi, deviando quindi la guida<br />

del missile sul bersaglio sbagliato. L’incapacità di tracciare automaticamente potrebbe costringere a usare<br />

sistemi di tracciatura manuale meno efficaci e possono anche degradare l’armamento del detonatore.<br />

Una delle prime forme di ECM erano gli chaff (paglia), in genere grandi quantità di materiale radarriflettente<br />

(spesso pezzetti di stagnola o fil di ferro, ma anche gas) rilasciato in aria per produrre falsi bersagli o<br />

grandi “nubi” di interferenze tipo onde parassite. Più di quarant’anni dopo il loro primo impiego durante la II<br />

Guerra Mondiale, sono ancora fra le tecniche ECM più semplici ed efficaci. Dato che gli effetti degli chaff sono<br />

molto simili a quelli delle onde parassite del terreno, i radar Doppler, se mai ne sono influenzati, sono di solito<br />

ingannati solo sull’aspetto al traverso, ma il detonatore del missile può essere vulnerabile sotto tutti gli aspetti. I<br />

radar Doppler possono essere ingannati anche se gli chaff vengono sospinti da un forte vento.<br />

La forma più comune di contromisure infrarosse (IRCM) è il flare. Quando viene espulso dal bersaglio,<br />

questo flare presenta una fonte puntiforme di energia IR, in genere più intensa di quella del bersaglio, che<br />

tenderà ad attirare i missili con sensori termici. L’inganno IR è possibile anche attraverso l’uso di una fonte di<br />

calore pulsante, che tende a confondere i sensori dei missili IR. Nel futuro potrebbero esserci persino dei<br />

sistemi difensivi al laser che possano essere diretti contro il missile per saturarne i sensori.<br />

Dato che la tecnologia microelettronica permette di porre maggiori quantità di “intelligenza” in missili più<br />

piccoli, queste armi stanno diventando più “furbe”. Con una sufficiente capacità di processo delle informazioni,<br />

possono essere previste delle contro-contromisure elettroniche e infrarosse (ECCM e IRCCM) per quasi tutte le<br />

47


tecniche di inganno difensive. Tali CCM sono tuttavia più efficaci in certe situazioni che in altre. Se si sa<br />

abbastanza di una tecnica di CCM, possono essere trovati dei modi per debellarla.<br />

I passi da gigante dell’elettronica negli ultimi anni hanno reso l’ambiente del combattimento aereo, e<br />

molti altri campi di battaglia, delle giungle elettroniche virtuali. Pochi combattimenti aerei del futuro potranno<br />

essere completamente liberi da considerazioni sulla guerra elettronica (Electronic Warfare – EW). Purtroppo<br />

per i caccia, che sono per natura di piccole dimensioni, hanno pochi membri d’equipaggio, e hanno un pesante<br />

carico di lavoro su ognuno di questi, molte ECM difensive dovranno essere altamente automatizzate. A parte la<br />

possibilità del dispiego manuale di chaff, flares o piccoli inganni, il coinvolgimento degli equipaggi dei caccia<br />

nelle ECM dovrebbe essere limitato essenzialmente all’accendere e spegnere gli equipaggiamenti una sola volta<br />

in tutta la missione.<br />

Fino ad ora il discorso è stato incentrato su come evitare o ritardare il lancio dei missili; ma che succede<br />

se, nonostante tutti gli sforzi del difensore, questi riceve improvvisamente l’avvertimento, visivamente o<br />

attraverso un ricevitore d’allarme radar (Radar Warning Receiver – RWR), che c’è in volo un missile<br />

avversario, probabilmente diretto al suo aereo? La prima reazione difensiva del pilota dipende dalla situazione;<br />

nominalmente, che tipo di allarme riceve, direzione e distanza della minaccia, e tipo di arma che si sta<br />

avvicinando. Lo RWR di solito dà al pilota una buona idea della direzione della piattaforma di guida e, spesso,<br />

un’idea abbastanza buona del tipo di missile lanciato, ma di solito non fornisce informazioni adeguate sulla<br />

distanza della minaccia. Inoltre certe armi, in particolare con sensori passivi, potrebbero non essere rilevati<br />

affatto dagli RWR. I sistemi di allarme IR o Doppler, tuttavia, possono rilevare l’avvicinamento di un missile.<br />

Il rilevamento visivo del missile, e possibilmente della piattaforma di lancio, forniscono probabilmente la<br />

migliore difesa precoce contro queste armi. Un simile avvistamento fornisce una direzione affidabile della<br />

minaccia, spesso una buona indicazione della distanza, e possibilmente il tipo dell’arma coinvolta. A causa<br />

delle ridotte dimensioni di molti AAM (in particolare quando vengono visti frontalmente), della loro grande<br />

velocità e del movimento relativo spesso limitato da essi generato, la stima visiva della distanza può essere<br />

molto difficile. L’acquisizione visiva della piattaforma di lancio al momento del lancio fornisce di solito un<br />

riferimento migliore. L’intelligence, le indicazioni dell’RWR, e l’identificazione della piattaforma di lancio<br />

possono fornire una classificazione affidabile della minaccia. Più informazioni riceve il pilota in maniera<br />

tempestiva e più efficacemente potrà difendersi.<br />

Non c’è niente, assolutamente niente, che possa descrivere cosa succede nelle budella di un pilota quando<br />

vede un SAM in aria.<br />

Commander Randy “Duke” Cunningham, USN<br />

Se il difensore riceve un qualsiasi avvertimento, è in genere una indicazione approssimativa della<br />

direzione attraverso RWR o chiamata vocale. Con questa sola informazione, egli è costretto ad ipotizzare la<br />

situazione peggiore, cioè un impatto imminente da parte di un missile sconosciuto. Anche così, di solito è<br />

tutt’altro che impotente. È auspicabile l’impiego immediato di ECM, chaff, flares e inganni. Simultaneamente<br />

andrebbe effettuata una virata di sganciamento (più brusca possibile), accompagnata da una rapida riduzione di<br />

potenza se esiste la possibilità di un sensore di calore. Tale virata ha diversi scopi. Una è di aumentare il rateo<br />

della LOS, rendendo più difficile al missile mantenere la traccia e manovrare per l’intercettazione. Un’altra è di<br />

degradare le prestazioni del sensore e della guida ruotando la fonte di calore lontano da un missile IR<br />

nell’emisfero posteriore o guadagnando un aspetto al traverso contro un’arma a guida radar. Il fatto di ottenere<br />

l’aspetto al traverso può degradare anche l’efficacia del detonatore e/o della testata. Inoltre, in particolare<br />

quando la minaccia appare nell’emisfero posteriore, la virata di sganciamento permette la più precoce<br />

acquisizione visiva del missile e della piattaforma di lancio.<br />

Appena il [mio] missile lasciò la rotaia, il MIG [-21] eseguì una stretta virata di sganciamento a destra al<br />

massimo dei G. Non poteva avermi visto. Il suo gregario doveva averlo avvisato o il suo radar d’allarme di<br />

coda era in funzione. Ne ebbi per un istante una vista in piano, e stava davvero tirando… Il missile non riuscì a<br />

seguirlo, ed esplose fuori dalla portata letale.<br />

Commander Randy “Duke” Cunningham, USN<br />

Per le minacce nel quarto posteriore o anteriore, l’efficacia dello sganciamento da un missile dipende dai<br />

G del bersaglio. A causa del solitamente grande vantaggio di velocità del missile sul bersaglio, una buona<br />

regola empirica è che il missile richiederà all’incirca cinque volte i G del bersaglio per completare con successo<br />

48


un’intercettazione. Anche se l’aumento del rateo della LOS è principalmente funzione dei G del bersaglio, il<br />

tempo richiesto per produrre un aspetto al traverso dipende dal rateo di virata del bersaglio. Dato che le<br />

prestazioni ideali del rateo di virata istantanea e il massimo numero di G di un aereo si ottengono vicino alla sua<br />

velocità angolare, è dovere dell’equipaggio mantenere almeno questa velocità quando si trova in uno spazio<br />

aereo ostile. (Una trattazione delle prestazioni in virata può essere trovata in Appendice). Le velocità superiori<br />

di solito non sono dannose per le prestazioni in virata come le velocità inferiori, poiché la decelerazione di<br />

solito è molto più rapida dell’accelerazione nelle situazioni di virata di sganciamento. Il rateo di virata e i G<br />

radiali possono essere migliorati anche virando verso il basso, se la quota lo permette, per sfruttare i G<br />

aggiuntivi della gravità. Gli sganciamenti col muso in basso hanno i vantaggi aggiuntivi connessi con le quote<br />

inferiori e col costringere il missile a guardare verso il basso. Se si sospetta un sensore di calore, tuttavia, una<br />

virata verso il sole o in una nuvola potrebbe essere la mossa migliore. Altre misure difensive (chaff, flares, ecc.)<br />

vanno continuate durante la virata di sganciamento fino a quando esiste la minaccia, o fino a quando vengono<br />

ricevute informazioni aggiuntive sulla minaccia.<br />

La direzione della virata di sganciamento dipende dall’aspetto della minaccia, e di solito dovrebbe essere<br />

nella direzione più vicina all’aspetto al traverso. Per i missili nell’emisfero posteriore questo significa di solito<br />

virare verso la minaccia, e nella direzione opposta di minacce provenienti dall’emisfero anteriore. Per minacce<br />

quasi dritte in coda o sul muso, la direzione è a scelta del pilota, con una verticale a muso in giù solitamente<br />

preferibile, nel caso in cui tale opzione sia disponibile. In particolare per minacce nell’emisfero anteriore, il<br />

piano di manovra ideale potrebbe dover essere alterato se il difensore volesse mantenere la visuale del missile.<br />

Se viene rilevata una minaccia vicino all’aspetto al traverso, o se una virata di sganciamento riesce a<br />

conseguire un aspetto al traverso prima dell’intercettazione, di solito continuare la virata sullo stesso piano non<br />

è vantaggioso, poiché ciò tenderebbe a far ruotare il missile fuori dall’aspetto al traverso. In aggiunta agli altri<br />

possibili problemi già menzionati, l’aspetto al traverso presenta al missile il più alto rateo della LOS.<br />

Un’eccezione a questa regola si presenta se si sospetta che il missile sia un’arma a ricerca di calore limitata<br />

all’emisfero posteriore: in questo caso una virata continuata verso il missile lo fa ruotare nell’emisfero<br />

anteriore, degradando ulteriormente le sue possibilità di guida.<br />

Altrimenti una virata di sganciamento fuori piano, simile alla manovra descritta per la difesa dalle<br />

mitragliatrici (Figura 1-5), andrebbe iniziata di solito contro un missile nella regione al traverso. Questo<br />

potrebbe significare uno sganciamento immediato verso l’alto o verso il basso al momento dell’allarme lancio<br />

missile, o un cambiamento approssimativo di 90° nel piano della virata già iniziata. Per esempio, se la reazione<br />

ad una minaccia nel quarto posteriore era stata una virata in verticale a muso in basso (mezza-S) di circa 90°, e<br />

le indicazioni dicevano che il missile era allora vicino al traverso, dovrebbe essere effettuata una rollata di circa<br />

90°, seguita da una cabrata. Questa manovra fuori piano va continuata, mentre si vira verso il missile (ovvero<br />

effettuando un tonneau attorno a esso) solo abbastanza velocemente per mantenerlo nell’aspetto al traverso,<br />

fino alla fine della minaccia.<br />

Le informazioni sulla distanza del missile, acquisite visivamente o con altri mezzi, oltre a qualche<br />

indicazione del tipo di arma coinvolta, possono permettere al difensore una risposta molto più ragionata. Per<br />

esempio, se il missile viene rilevato vicino alla sua massima portata aerodinamica nell’emisfero anteriore, il<br />

pilota bersaglio potrebbe scegliere una brusca virata dalla parte opposta per porre la minaccia nel quarto<br />

posteriore, accompagnata da una picchiata e un’accelerazione semplicemente per superare le ridotte capacità di<br />

portata del missile. Similarmente, un missile alla massima portata nell’emisfero posteriore può essere seminato<br />

virando in direzione opposta per porlo il più possibile dritto di poppa, picchiando e accelerando per allontanarsi.<br />

Se esistono dei dubbi sulle capacità di portata del missile, il difensore dovrebbe mantenere il contatto visivo, in<br />

modo da poter effettuare una seconda manovra di sganciamento quando il missile è prossimo<br />

all’intercettazione.<br />

L’acquisizione visiva del missile e della sua piattaforma di lancio fornisce al difensore una ricca messe di<br />

informazioni utili. Dato che la maggior parte dei missili sono del tipo a spinta e volo veleggiato, con dei motori<br />

che producono una grande quantità di fumo o polveri altamente visibili al momento del lancio, l’acquisizione<br />

vicino a quel momento potrebbe essere critica. Le armi con motori senza fumi sono particolarmente difficili da<br />

rilevare visivamente, ma di solito anche questi producono alle alte quote una scia di condensa che può essere<br />

vista da molte miglia.<br />

La conoscenza dei diversi sistemi d’arma potenzialmente minacciosi e l’avvistamento del missile in volo<br />

possono fornire di solito l’identificazione del missile e un’indicazione sulla difesa più efficace. Le<br />

caratteristiche della fumata di un missile e le armi disponibili per una data piattaforma di lancio sono due<br />

indicazioni. Le stesse condizioni di lancio ne forniscono un’altra. Si può ipotizzare, ad esempio, che un’arma<br />

49


lanciata contro l’emisfero anteriore abbia delle capacità contro quell’emisfero. Se non ne ha, di norma non<br />

rappresenterà un grosso pericolo, anche se si fa un’identificazione errata. La traiettoria di guida del missile offre<br />

un altro indizio. Un’arma con navigazione proporzionale cercherà di guadagnare un anticipo e di stabilizzare la<br />

propria posizione rispetto all’orizzonte lontano. Un missile a guida su raggio sembrerà sovrapporsi alla LOS<br />

della piattaforma di lancio. Un missile a inseguimento puro manterrà il muso puntato direttamente verso il<br />

bersaglio e sembrerà derivare lungo l’orizzonte verso la parte posteriore dell’aereo del difensore.<br />

Anche l’osservazione del percorso di volo del missile può fornire al difensore un feedback sul<br />

comportamento dell’arma. Se si effettua una manovra difensiva radicale e non si notano correzioni nella rotta<br />

del missile, l’arma è balistica o sta inseguendo un altro aereo nella squadriglia. Tuttavia la risposta della<br />

traiettoria del missile può essere ingannevole.<br />

Una volta che l’arma si trovi a breve distanza, le misure difensive dovrebbero essere continuate fino al<br />

punto del massimo avvicinamento, senza riguardo per le manovre del missile, poiché interrompere tali manovre<br />

potrebbe risultare in una distanza di scarto ridotta e in potenziali danni.<br />

L’acquisizione visiva del missile fornisce altri benefici, inclusa la conoscenza del piano di attacco<br />

dell’arma. La virata di sganciamento iniziale contro il missile dovrebbe solitamente essere effettuata su questo<br />

piano, poiché in questo modo viene massimizzata la generazione del rateo di aspetto e LOS. Anche i tempi sono<br />

importanti, poiché l’efficacia della manovra designata a produrre grandi ratei della LOS varia con la distanza.<br />

Una manovra fuori piano effettuata troppo presto avrà ben poco effetto, mentre per una cominciata in ritardo<br />

potrebbe essere troppo tardi. Quando si hanno dei dubbi, comunque, è di solito preferibile una risposta<br />

leggermente precoce.<br />

Attendere il momento giusto per cominciare la tattica evasiva era angosciante. Il panico mi stringeva la<br />

gola, spingendomi a perdere la ragione. All’ultimo momento cabrai con otto G dopo essermi sganciato verso il<br />

basso e a dritta. Il missile non poté seguire la virata, andando via a un centinaio di piedi più in basso.<br />

Commander Randy “Duke” Cunningham, USN<br />

Un esempio del valore dell’avvistamento e dei tempi è un tiro con un missile nel quarto anteriore a una<br />

distanza relativamente breve. Generalmente la regola è di virare lontano da simili monacce, ma se il difensore<br />

determina che l’intercettazione avrà luogo prima che egli riesca a generare un aspetto al traverso e a cominciare<br />

una manovra fuori piano, potrebbe essere preferibile un’altra tattica. Una virata di sganciamento verso la<br />

minaccia, portandolo in realtà a incrociare il muso del bersaglio, richiederà da parte del missile una grossa<br />

correzione dell’anticipo. A seconda delle capacità di manovra del missile, una simile correzione potrebbe non<br />

essere possibile in breve tempo a causa dell’alta velocità di avvicinamento nel quarto anteriore. Se viene<br />

impiegata questa tattica e il difensore vede il missile correggere, presumibilmente entro un tempo sufficiente,<br />

dovrebbe essere effettuata una rapida inversione verso il missile, tirandolo nuovamente a incrociare il muso<br />

dalla direzione opposta. Se iniziata poco dopo che il missile comincia la sua prima correzione, l’inversione<br />

produrrà di frequente un ampio sorpasso in direzione della virata di sganciamento iniziale, poiché le correzioni<br />

nella guida del missile avranno un certo ritardo rispetto alle manovre del bersaglio, e produrranno delle risposte<br />

sfalsate nel missile. Una variante di questa tattica è una manovra con virata in vite che fa sì che il muso del<br />

bersaglio descriva un cerchio attorno al missile (cioè un tonneau). Ancora una volta, questa tattica fa sì che il<br />

missile effettui delle grosse correzioni continue all’anticipo.<br />

Tale variazione è solitamente più efficace quando il missile si trova fra 30° e 60° dal muso del bersaglio.<br />

Ci si può aspettare che entrambe le tattiche producano i risultati migliori contro missili più grandi e meno<br />

manovrabili e a quote più elevate, dove i tempi di reazione dei comandi del missile sono di solito maggiori.<br />

La difesa dai missili richiede spesso analisi istantanee e reazioni rapide. Le tattiche da impiegare in ogni<br />

situazione immaginabile devono essere predeterminate e provate spesso, in modo da diventare automatiche.<br />

Una volta che il missile è stato lanciato, è troppo tardi per sviluppare tranquillamente una risposta.<br />

50


Capitolo 2<br />

Manovre basiche dei caccia<br />

Volo vicino al mio uomo, miro bene e poi naturalmente cade giù.<br />

Capitano Oswald Boelcke<br />

Probabilmente il primo Asso del mondo<br />

Servizio Aereo tedesco, I GM<br />

Le manovre basiche dei caccia (Basic Fighter Maneuvers – BFM) sono i mattoni fondamentali delle<br />

tattiche dei caccia. Possono essere classificate come manovre primarie, che possono essere effettuate senza<br />

riguardo a un avversario (accelerazione, cabrate, virate), e manovre relative, che devono essere descritte o<br />

effettuate in relazione a un altro aereo. Le leggi della fisica e le tecniche coinvolte nella maggior parte della<br />

manovre primarie vengono trattate in Appendice, quindi non ne parleremo qui.<br />

Niente fegato, niente gloria. Se volete abbatterlo, dovete andare lì e mischiarvi con lui.<br />

Major Frederick C. “Boots” Blesse, USAF<br />

10 vittorie, conflitto in Corea<br />

Curve di inseguimento<br />

Le curve di inseguimento sono state trattate in precedenza in relazione alle traiettorie dei missili; esse<br />

sono rilevanti anche per le manovre dei caccia. Le tre forme di inseguimento – anticipo, puro e ritardato – sono<br />

tecnicamente definite dall’orientamento del vettore velocità dell’aereo attaccante, rispettivamente davanti,<br />

direttamente verso, o dietro l’aereo bersaglio. Dato che non sempre il pilota del caccia ha un’indicazione<br />

dell’esatta direzione del suo vettore velocità, di solito vi sostituisce il muso del proprio aereo. Nelle situazioni<br />

di manovra, questi due riferimenti (il vettore velocità e la posizione del muso) variano col variare dell’angolo di<br />

attacco e della scivolata d’ala, che generalmente non sono tanto grandi da avere qualche importanza. Quindi,<br />

ciò che viene chiamato “inseguimento puro”, per esempio, può comprendere in realtà una piccola quantità di<br />

ritardo.<br />

Inseguimento con anticipo<br />

Una rotta di inseguimento con anticipo si segue posizionando il muso dell’aereo davanti all’aereo<br />

bersaglio, o “bandito” [bogey]. Come è stato discusso nella sezione sull’impiego delle mitragliatrici, il massimo<br />

anticipo pratico quando l’attaccante sta manovrando vicino al piano di virata del bersaglio, è spesso limitato<br />

dalla visibilità dell’attaccante al di sopra del proprio muso e dalla necessità di mantenere la visuale del bogey.<br />

Le virate “cieche” per l’anticipo possono essere appropriate in certe circostanze, ma sono implicitamente<br />

pericolose, sia per la possibilità di una collisione che per il rischio di perdere di vista il bogey e di permettergli<br />

di guadagnare una posizione più minacciosa o di sfuggire. Spesso possono essere generate quantità maggiori di<br />

anticipo virando su un piano parallelo al bersaglio, in modo da poter mantenere la visuale sul fianco del muso<br />

dell’attaccante.<br />

Lo scopo dell’inseguimento con anticipo è principalmente di accrescere la velocità di avvicinamento sul<br />

bersaglio usando la geometria. L’angolo di anticipo ideale per una maggiore velocità di avvicinamento dipende<br />

dalle posizioni relative degli aerei, dalle velocità relative, e dalle manovre del bersaglio. Come con i missili,<br />

una rotta di navigazione proporzionale di solito massimizza la velocità di avvicinamento, e può essere stimato<br />

visivamente come l’angolo di anticipo che fa sì che il bersaglio sembri restare stazionario contro l’orizzonte<br />

lontano. Se sembra che il bersaglio derivi verso il muso dell’attaccante, è richiesto un anticipo maggiore, e<br />

viceversa.<br />

La curva di collisione con anticipo o di inseguimento con anticipo può persino consentire a un attaccante<br />

di serrare su un bersaglio molto più veloce, in particolare se quel bersaglio vira verso l’attaccante a un rateo che<br />

pone l’attaccante a un grande AOT.<br />

51


La Figura 2-1 rappresenta un caccia che impiega l’inseguimento con anticipo per serrare su un bersaglio<br />

più veloce da una posizione nell’emisfero posteriore. Notate che in questo esempio l’aereo bersaglio sta virando<br />

verso l’attaccante, descrivendo un arco piuttosto grande nel cielo, mentre l’attaccante mantiene il proprio muso<br />

davanti alla posizione del bersaglio e vira all’interno del suo sentiero di volo per diminuire la distanza. In<br />

questo caso il caccia attaccante non sta mantenendo un perfetto tracciato da navigazione proporzionale<br />

(collisione con anticipo), poiché la LOS verso il bersaglio ruota nel corso della manovra, ma la combinazione<br />

della sua posizione ad un elevato AOT e dell’inseguimento con anticipo gli consente di diminuire<br />

costantemente la distanza, anche con una velocità inferiore. In generale, un caccia non può mantenere una rotta<br />

di collisione con anticipo da una posizione vicina al traverso del bersaglio senza una velocità uguale o<br />

superiore, ma l’inseguimento con anticipo può fornire un avvicinamento con un rateo inferiore.<br />

Altri due punti riguardo a questo esempio sono degni di nota. Esso illustra come, impiegando<br />

l’inseguimento con anticipo, l’attaccante deve virare con un raggio decrescente e un rateo che aumento via via<br />

che si avvicina al bersaglio. Alla fine, egli potrebbe dover molto più stretto e veloce del bersaglio, allo scopo di<br />

mantenere l’anticipo nell’inseguimento. Va notato anche che questo tipo di inseguimento dà come risultato un<br />

accresciuto AOT, riducendo così il vantaggio nella posizione angolare dell’attaccante nell’emisfero posteriore<br />

del bersaglio.<br />

La figura 2-2 rappresenta due possibili difese contro una manovra di inseguimento con anticipo effettuata<br />

da un attaccante ancora al di fuori dei parametri di lancio, una appropriata per un difensore con un vantaggio in<br />

velocità (freccia intera) l’altra per un difensore con velocità minore (freccia tratteggiata). Nel primo caso il<br />

difensore vira per allontanarsi dall’attaccante per diminuire l’AOT il più possibile, quindi sfrutta la sua<br />

maggiore velocità per aumentare la distanza con una manovra di estensione come quella già descritta. Ciò può<br />

permettergli di disimpegnarsi, o fornirgli eventualmente una distanza sufficiente per voltarsi indietro verso<br />

l’attaccante e fronteggiarlo, negando all’attaccante il vantaggio nella posizione angolare. Questa opzione<br />

potrebbe mostrarsi inappropriata contro un attaccante equipaggiato con dei missili, poiché la virata potrebbe<br />

porre l’attaccante entro il suo involucro di lancio.<br />

Nel secondo caso, la velocità minore mette il difensore in grado di virare abbastanza stretto da prevenire<br />

gli effetti nocivi dell’arco, e di incontrare l’attaccante con un elevato AOT.<br />

52


Potrebbe essere impossibile per il difensore riuscire a completare questa opzione prima che si renda<br />

necessaria una manovra difensiva contro le mitragliatrici o i missili, a seconda delle distanze e delle armi<br />

coinvolte nella realtà. In questo modo il vantaggio della posizione angolare dell’attaccante potrebbe essere<br />

ridotto o eliminato se si riuscisse a incontrarlo con un elevato AOT.<br />

Inseguimento puro<br />

Mantenere il muso dell’aereo attaccante dritto sul bersaglio dà anche un avvicinamento, a meno che il<br />

bersaglio non abbia un sensibile vantaggio in velocità e l’AOT non sia davvero piccolo. Anche se nella maggior<br />

parte delle condizioni l’inseguimento puro non genera un avvicinamento pari all’inseguimento con anticipo,<br />

esso non fa nemmeno aumentare altrettanto rapidamente l’AOT. Inoltre, l’inseguimento puro presenta al pilota<br />

bersaglio la minima area frontale del caccia attaccante, accrescendo i problemi di visuale del difensore.<br />

Mesi di preparazione, una di quelle rare opportunità e una frazione di secondo sono ciò che fanno di<br />

alcuni piloti un asso, mentre altri ripensano a ciò che avrebbero potuto fare.<br />

Colonel Gregory “Pappy” Boyngton, USMC<br />

28 vittorie, II GM<br />

Inseguimento ritardato<br />

Nell’inseguimento ritardato, l’attaccante pone il proprio muso a un certo angolo dietro al bersaglio.<br />

Questa tattica è utile per rallentare o arrestare l’avvicinamento per mantenere la distanza desiderata dal<br />

bersaglio mantenendo o riducendo contemporaneamente l’AOT. Usando l’inseguimento ritardato, anche un<br />

caccia più veloce può mantenere una posizione nell’emisfero posteriore di un aereo bersaglio manovrante. La<br />

figura 2-3 illustra l’impiego dell’inseguimento ritardato per ottenere una posizione stabile nell’emisfero<br />

posteriore di un avversario più lento.<br />

53


Nell’esempio l’attaccante si trova all’interno della virata del bersaglio con un elevato AOT e<br />

presumibilmente al di fuori dei parametri di lancio. Le sue capacità di virata non gli permetterebbero di trarre<br />

un vantaggio sufficiente per un tiro non mirato con le mitragliatrici (o forse egli è equipaggiato solo con missili<br />

per il quarto posteriore). Un’opzione è quella di rilassare la virata, consentendo al muso di derivare verso un<br />

punto dietro al bandito per un inseguimento ritardato. Questo rateo di virata ridotto offre all’attaccante anche<br />

una buona occasione per aumentare la propria energia accelerando (vedi l’Appendice per una trattazione<br />

dell’energia). Alla fine questo caccia si avvicina alla linea di volo del bandito e ricomincia una brusca virata<br />

indietro verso il bersaglio, conseguendo una posizione abbastanza stabile dietro al bandito e al di fuori della sua<br />

virata. Questa posizione, che dà all’attaccante una visuale della parte inferiore del bandito che vira stretto, si<br />

chiama ritardo “dal lato freddo”.<br />

Fino a quando il cacciatore ha un vantaggio in velocità sul suo avversario e può raggiungere lo stesso<br />

rateo di virata, è possibile un inseguimento ritardato stabilizzato nell’emisfero posteriore del bandito. Tuttavia,<br />

ci sono molte severe limitazioni che combinano distanza, velocità relativa, ratei di virata, e posizioni relative<br />

dei caccia, che devono essere soddisfatte per un inseguimento ritardato stabile. Nella pratica è molto difficile<br />

soddisfare tutti questi parametri, anche con un bersaglio che collabori, quindi l’inseguimento ritardato è<br />

generalmente un affare temporaneo. Comunque, questa tattica consente a un cacciatore di mantenere il<br />

vantaggio di velocità su un bersaglio manovrante nel suo emisfero posteriore.<br />

Il ritardo può anche rendere molto difficile per il bandito mantenere la visuale dell’attaccante, in<br />

particolare quando questi si trova sul lato freddo o alle ore sei (ovvero dritto di poppa); questo costringe il<br />

difensore a virare più stretto o a invertire la direzione della virata. Se l’attaccante è munito di un’arma che vede<br />

fuori dalla linea della bocca, ovvero che può tirare contro un avversario che non si trovi dritto davanti, ci<br />

potrebbe essere un’opportunità di tirare senza riguardo per le manovre del bandito. Se il pilota difensore non<br />

può virare con sicurezza senza dare all’attaccante l’opportunità di tirare, la virata continua occupa tutta la sua<br />

attenzione e lo costringe a essere prevedibile, rendendolo facile preda di un secondo caccia.<br />

Similmente, tuttavia, anche un attaccante è prevedibile e vulnerabile mentre effettua un lungo<br />

inseguimento ritardato. Quando usa questa tattica, un pilota dovrebbe cercare di guadagnare una posizione dalla<br />

quale gli venga presentata un’opportunità di tirare con le armi a sua disposizione se il bandito inverte. A meno<br />

che l’attaccante non sia equipaggiato di mitragliatrici, il ritardo, in particolare dal lato freddo, a distanza<br />

ravvicinata col muso molto al di fuori del bandito, potrebbe consentire a quest’ultimo di invertirsi<br />

impunemente, guadagnando possibilmente una posizione offensiva. Come minimo questa condizione non rende<br />

il bandito prevedibile. Essa potrebbe anche risultare in una posizione difficile dalla quale disimpegnarsi se ciò<br />

si rendesse necessario. Inoltre, un inseguimento ritardato sostenuto può esigere molto fisicamente dal pilota<br />

attaccante, poiché la sua maggiore velocità richiede un più elevato fattore di carico di quello del suo avversario.<br />

L’inseguimento ritardato stabilizzato coi suoi molti limiti potrebbe non offrire la posizione offensiva<br />

ideale per l’attac-cante, considerando le armi a sua disposizione e le relative capacità di manovra. Di solito è<br />

auspicabile per l’attaccante di stabilizzarsi entro i limiti dell’involucro delle sue armi, dovendo possibilmente<br />

soddisfare solo i requisiti di puntamento per un tiro valido. Se l’attaccante riesce a raggiungere tale posizione,<br />

anche temporaneamente, soprattutto se si trova al di fuori del campo visivo del difensore, il bandito è costretto a<br />

reagire in modo da riguadagnare la visuale.<br />

Una difesa efficace dall’inseguimento ritardato implica semplicemente di cambiare la velocità del<br />

difensore, la direzione della virata o i G. Per un ritardo dal lato caldo questo significa generalmente stringere la<br />

virata, a volte facendosi assistere dalla gravità con una virata col muso in basso. Un ritardo dal lato freddo si<br />

contrasta di solito con una inversione della virata, il che pone l’attaccante all’interno della virata del difensore<br />

in un inseguimento con anticipo. Tale manovra risulta in una rapida diminuzione delle distanze e potrebbe<br />

realmente portare l’attaccante a volare davanti al difensore, rovesciando le parti. Questa inversione è spesso più<br />

efficace se effettuata col muso in alto, provocando una diminuzione della velocità verso avanti del difensore e<br />

un accrescimento della velocità di chiusura. Le inversioni sono solitamente efficaci contro i caccia con soli<br />

missili, poiché questi caccia passeranno spesso rapidamente attraverso i limiti della distanza minima per i<br />

missili, a meno che la geometria del ritardo non sia esatta. Per i caccia equipaggiati di mitragliatrici, tuttavia,<br />

un’inversione del bandito risulta di solito almeno in un’opportunità per l’attaccante per un tiro non mirato.<br />

Bisogna avere spirito combattivo. Anche se un uomo manca delle altre qualità, può spesso compensarle<br />

con lo spirito combattivo.<br />

Brigadier General Robin Olds, USAF<br />

54


Avvitamenti ritardati o di spostamento<br />

Nella trattazione dell’inseguimento ritardato è stato menzionato un metodo per conseguire una posizione<br />

di ritardo da un punto all’interno della virata del difensore con un AOT medio (all’incirca da 30° a 60°), quando<br />

la distanza è solo leggermente superiore di quella desiderata per il ritardo. Questo metodo richiede di allentare<br />

la virata e di permettere al muso di derivare dietro al bersaglio, restando essenzialmente sullo stesso piano di<br />

manovra del bersaglio fino ad aver raggiunto la posizione di ritardo desiderata. Vedendo questa manovra, il<br />

bandito potrebbe ipotizzare che il pilota attaccante non sia in grado di eguagliare le sue prestazioni di virata e<br />

stia per superarlo. Tale ipotesi potrebbe indurre il difensore a invertire la direzione della propria virata per<br />

guadagnare un vantaggio di posizione sull’attaccante che lo sorpassa – ma spesso questo presenta invece<br />

all’attaccante l’opportunità per un tiro con la mitragliatrice.<br />

Altre condizioni iniziali richiedono tattiche diverse per raggiungere una posizione di ritardo. Per esempio,<br />

quando ci si avvicina al bersaglio da breve distanza con un grande vantaggio di velocità e un piccolo AOT<br />

(meno di 30°), limitarsi a distendere la virata potrebbe non rallentare la velocità di avvicinamento abbastanza in<br />

fretta da evitare il sorpasso. Se il difensore si invertisse in queste condizioni, l’attaccante potrebbe trovarsi<br />

davvero nei guai. La figura 2-4 illustra questo caso, che comincia in maniera molto simile a quello della figura<br />

2-3, solo a distanza più breve e con un minore AOT. Qui, l’alta velocità di avvicinamento dell’attaccante fa sì<br />

che egli voli davanti al bersaglio dopo l’inversione. Tecnicamente, tutte le volte che un attaccante incrocia<br />

dietro al bersaglio, avviene un sorpasso; ma questo di solito non è pericoloso, a meno che il bersaglio non stia<br />

muovendo a velocità inferiore o non abbia un raggio di virata più stretto. Una situazione simile si verifica<br />

spesso quando si effettua frettolosamente, sbagliando, un tiro con la mitragliatrice alla distanza minima e con<br />

un’alta velocità di avvicinamento.<br />

La posizione “1” nella figura 2-4 assume che l’attaccante non possa trarre un anticipo sufficiente per un<br />

tiro con la mitragliatrice (o non è equipaggiato di mitragliatrici) e sia al di sotto della portata minima dei missili<br />

(o non sia equipaggiato di missili).<br />

Per evitare un sorpasso pericoloso in una situazione simile, è necessario arrestare rapidamente la chiusura.<br />

Questo può essere conseguito diminuendo la velocità, con una brusca virata lontano dal bersaglio (riducendo la<br />

componente velocità nella direzione del bersaglio), o con una manovra fuori piano. Una riduzione della velocità<br />

potrebbe non essere desiderabile poiché un vantaggio di velocità fornisce spesso un vantaggio di manovrabilità<br />

(in particolare al di sotto della velocità angolare), e l’attaccante potrebbe perdere del potenziale di manovra.<br />

Una brusca virata lontano dal bersaglio (tirando verso il prolungamento della sua linea delle ore sei) nel piano<br />

di virata del bandito potrebbe far sì che l’attaccante lo perda di vista, e potrebbe anche far disperdere energie<br />

preziose (velocità). Inoltre, una simile manovra renderebbe difficile ricominciare l’inseguimento ritardato, e<br />

risulterebbe probabilmente nella perdita dell’offensiva.<br />

Una manovra fuori piano è spesso l’alternativa migliore in questa situazione. La figura 2-5 illustra una<br />

manovra simile, chiamata avvitamento ritardato. Nel uno “1” l’attaccante, in un inseguimento anticipato a<br />

distanza ravvicinata, livella le proprie ali e tira su il muso fuori dal piano di virata del bersaglio. La cabrata<br />

risultante riduce la velocità e il vettore velocità nella direzione del difensore (riducendo la chiusura).<br />

55


L’attaccante continua a cabrare, possibilmente tirando un po’ anche verso la linea di volo del bandito in<br />

una manovra di cabrata-avvitamento, per assicurarsi di passare sopra e dietro al difensore mentre incrocia la sua<br />

linea di volo. Un avvitamento lento e continuo verso il bandito (qui sulla destra) durante questa fase della<br />

manovra mette l’attaccante in grado di mantenere la visuale per tutto il tempo, ed egli passa dietro e al di sopra<br />

del difensore essenzialmente rovesciato, come rappresentato al punto “2”. Scambiando la velocità con la quota,<br />

l’attaccante riesce a conservare la sua energia totale meglio che se avesse semplicemente tirato più G in una<br />

virata livellata, e le condizioni di bassi G, una volta stabilita la cabrata, possono persino permettere un<br />

accrescimento dell’energia. Dalla posizione “2” l’attaccante beneficia dell’aiuto della gravità nella virata a<br />

muso in basso, che gli consente di tirare il bandito più vicino al muso e di porsi offensivamente in un<br />

inseguimento ritardato.<br />

Se il difensore dovesse invertire al punto “2”, l’attaccante avrebbe le opzioni (a seconda della velocità) di<br />

effettuare un secondo avvitamento ritardato nella direzione opposta o di avvitarsi attorno alla linea di volo del<br />

bandito, passando dietro e sotto in ritardo dall’altra parte.<br />

L’avvitamento di spostamento è simile all’avvitamento ritardato, solo che viene usato in situazioni di<br />

bassa velocità di avvicinamento e a brevi distanze, per ridurre l’AOT e aumentare la distanza, piuttosto che per<br />

evitare un sorpasso. Questa manovra tende a “spostare” la linea di volo dell’attaccante da dentro la virata del<br />

bandito verso o dall’altra parte della linea di volo del difensore. In una tale situazione l’inseguimento ritardato<br />

generalmente non è vantaggioso, quindi tale tattica è valida principalmente per posizionare l’attaccante<br />

all’interno dell’involucro di un missile. Essa permette all’attaccante di accrescere la distanza muso-coda col<br />

difensore (magari per soddisfare la distanza minima) senza ridurre la velocità. Dopo aver completato<br />

l’avvitamento di spostamento, l’attaccante si troverà di solito in un inseguimento ritardato, che gli richiederà di<br />

virare più veloce del bandito per puntare al bersaglio per il lancio diretto di un missile. Essenzialmente<br />

l’avvitamento di spostamento scambia un po’ di vantaggio angolare con un’accresciuta distanza muso-coda e<br />

possibilmente un AOT ridotto.<br />

Dopo la precedente descrizione dell’avvitamento ritardato, il seguente racconto del colonnello Robin<br />

Olds, USAF, dovrebbe avere un suono familiare.<br />

Avevo un altro [MIG] in vista a ore 10, in una virata a sinistra… Tirai bruscamente a sinistra, virai al suo<br />

interno, tirai su il mio muso di circa 30 [gradi] sopra l’orizzonte… effettuai un tonneau a destra, mantenei la<br />

posizione rovesciata sopra e dietro al MIG fino a soddisfare i parametri di deviazione angolare e distanza,<br />

completai la manovra di avvitamento, e ricaddi dietro e al di sotto del MIG-21 nella sua posizione a ore 7 a<br />

circa 0,95 mach. La distanza era di 4.500 piedi, angolo 15. Il MIG cortesemente cabrò ben sopra l’orizzonte e<br />

proprio al di sotto del sole. Gli misi il pipper sugli scarichi, ricevetti un perfetto brontolio [di missile], premetti<br />

il grilletto una volta, esitai, quindi un’altra volta. Il primo Sidewinder balzò in avanti, e in una frazione di<br />

secondo virò a sinistra in una definita e bellissima correzione della rotta di collisione… Improvvisamente il<br />

MIG-21 eruppe in un brillante lampo [di] fiamme arancione.<br />

56


Un’altra variante dell’avvitamento ritardato è nota come attacco in tonneau. Questa manovra è utile per<br />

effettuare la transizione dall’inseguimento con anticipo nell’area al traverso o nell’emisfero anteriore del<br />

bersaglio, a una posizione nell’emisfero posteriore. Una situazione simile potrebbe svilupparsi quando un<br />

attaccante sta effettuando un inseguimento con anticipo contro un bandito a distanza notevole e il difensore vira<br />

verso l’attaccante. A un certo punto l’attaccante potrebbe comprendere che continuare l’inseguimento con<br />

anticipo significherebbe sorpassare il bandito con un elevatissimo AOT (ovvero nel suo emisfero anteriore). Un<br />

attacco in tonneau si comincia con una cabrata con ali livellate e un avvitamento verso il bandito, come<br />

nell’avvitamento ritardato. Dato che la distanza è considerevolmente maggiore, tuttavia, la cabrata viene<br />

continuata per un tempo più lungo, risultando in un maggiore vantaggio di quota sul difensore. Ancora una<br />

volta la cabrata in vite viene sincronizzata col movimento del bersaglio, in modo che l’attaccante arrivi in una<br />

posizione bene al di sopra del bandito, rovesciato, prima di passare leggermente dietro al difensore. Mentre<br />

l’attaccante si avvicina alla posizione sulla verticale, il suo vantaggio di quota e l’aiuto della gravità possono<br />

fornirgli l’opportunità di tirare bruscamente in giù verso il bersaglio, restando entro i limiti orizzontali della<br />

virata del bandito, per un passaggio di mitragliamento dal “lato superiore” (ovvero venendo giù dall’alto e su un<br />

lato). Ora, a seconda delle prestazioni relative dei due aerei, delle armi disponibili, o delle manovre del bandito,<br />

l’attaccante può ritardare e moderare leggermente la sua picchiata per giungere in una posizione di<br />

inseguimento ritardato. Un’illustrazione di questa seconda opzione sarebbe molto simile alla figura 2-5, salvo<br />

che, a causa delle condizioni di partenza, la maggior parte delle fasi iniziali della manovra (ovvero la cabrata e<br />

l’avvitamento) avrebbero luogo nell’emisfero anteriore del difensore. Spesso ci sarà una maggiore differenza di<br />

rotta fra i caccia al punto “2”, rendendo impraticabile l’inseguimento ritardato. In questo caso, fra gli istanti “2”<br />

e “3”, l’attaccante potrebbe effettuare una ripida virata a muso in giù, usando l’inseguimento con anticipo per<br />

tirarsi all’interno della virata del bandito. Questa manovra impedisce alla distanza muso-coda di aumentare<br />

rapidamente.<br />

Uno degli errori più comuni nell’impiego degli avvitamenti ritardati e dell’attacco in tonneau è tentare di<br />

impiegarli senza un sufficiente inseguimento con anticipo iniziale. Tornando alla figura 2-5, notate che al punto<br />

“1” gli aerei di attaccante e difensore sono allineati e quasi paralleli. Immaginate cosa succederebbe se nel<br />

punto “1” il muso dell’attac-cante fosse puntato direttamente contro il bandito o solo leggermente più avanti.<br />

Dapprima, quando l’attaccante comincia la sua cabrata, il bandito sparisce al di sotto del muso, richiedendo<br />

all’attaccante di effettuare una rapidissima sbandata solo per mantenere la visuale, e riducendo grandemente<br />

qualsiasi vantaggio di quota che potesse essere conseguito sul bandito. Senza la cabrata fra i punti “1” e “2”, la<br />

componente del vettore velocità lungo la direzione di volo dell’attaccante potrebbe far sì che egli sorpassi<br />

ampiamente la linea di volo del bandito, o costringerlo a passare troppo lontano dietro al bersaglio, consentendo<br />

alla distanza muso-coda di crescere rapidamente. La mancanza di un sufficiente vantaggio di quota al punto “2”<br />

riduce anche l’assistenza da parte della gravità disponibile per l’attaccante per far tornare il muso verso il<br />

bandito al fine di mantenere il vantaggio angolare.<br />

Un altro errore comune è quello di cominciare la cabrata troppo tardi. In questo caso, per conseguire il<br />

distacco verticale richiesta, l’attaccante deve ottenere una posizione col muso piuttosto alto. Tale situazione<br />

potrebbe consentire al difensore di allontanarsi in picchiata, e distanziarsi prima che l’attaccante possa tornare<br />

giù. Oppure il bandito potrebbe aspettare all’incirca fino al punto “2” e cabrare bruscamente verso l’attaccante,<br />

incontrandolo mentre scende con un elevato AOT, e provocando un sorpasso in verticale.<br />

Il caccia attaccante potrebbe anche aver bisogno di un vantaggio in velocità sul difensore perché un<br />

avvitamento ritardato di spostamento (salvo l’attacco in tonneau) funzioni a dovere. Se la cabrata viene iniziata<br />

nell’emisfero posteriore del bandito, come mostrato nella figura 2-5, l’attaccante deve coprire una distanza<br />

considerevolmente maggiore rispetto al difensore per giungere al punto “3”, e quindi egli necessita di un<br />

considerevole vantaggio di velocità. Ma se al punto “1” l’attaccante era più vicino al traverso del bersaglio o<br />

addirittura leggermente nel suo emisfero anteriore, come descritto per l’attacco in tonneau, l’attaccante<br />

richiederebbe una velocità minore per completare la manovra.<br />

Una delle difese efficaci contro l’avvitamento ritardato di spostamento e l’attacco in tonneau consiste<br />

nello scendere in picchiata in una manovra di estensione mentre l’attaccante si avvicina al suo punto massimo<br />

di cabrata. Il difensore deve semplicemente togliere spinta, mantenendo il suo angolo di sbandata originario,<br />

come se stesse ancora virando, durante la fase iniziale dell’estensione. Altrimenti, l’attaccante potrebbe<br />

riconoscere la tattica e tornare giù prima che si sia conseguita una distanza sufficiente. L’estensione può<br />

generare una separazione bastante alla fuga, o fornire abbastanza spazio per una brusca virata incontro<br />

all’attaccante allo scopo di negargli il suo vantaggio di posizione.<br />

57


Un’altra tattica efficace, soprattutto contro un attacco in tonneau, richiede al difensore di effettuare un<br />

tonneau in direzione opposta, ovvero verso l’attaccante. Se egli riesce a porre il proprio muso più in alto di<br />

quello dell’attaccante fra i punti “1” e “2”, il difensore può essere in grado di raggiungere una posizione<br />

nell’emisfero posteriore dell’attaccante dopo aver completato l’avvitamento.<br />

Yo-yo alto<br />

Lo Yo-yo è molto difficile da spiegare. Venne perfezionato per la prima volta dal celebre pilota cinese<br />

Yo-Yo Noritake. Anch’egli lo trovava molto difficile da spiegare, non conoscendo granché l’inglese.<br />

Squadron Leader K. G. Holland, RAF<br />

Pilota da caccia<br />

Sia l’avvitamento ritardato che l’attacco in tonneau possono essere impiegati per evitare di sorpassare la<br />

linea di volo di un bersaglio manovrante o per ridurre l’AOT in diverse condizioni. Anche lo yo-yo alto è utile<br />

per evitare i sorpassi e ridurre l’AOT, ed è più adatto per condizioni di basso AOT (fra i 30° e i 60°), quando<br />

l’attaccante ha il vettore velocità quasi concorde col difensore e manca dell’eccesso di anticipo necessario per<br />

gli avvitamenti ritardati. Come i vari avvitamenti ritardati di spostamento, lo yo-yo alto adopera delle manovre<br />

su tre dimensioni al posto di un accresciuto fattore di carico per ridurre il raggio di virata orizzontale,<br />

consentendo quindi all’attaccante di conservare più energia. La figura 2-6 rappresenta questa manovra.<br />

Al punto “1” l’attaccante sta virando nel piano di manovra del bandito in un inseguimento puro con AOT<br />

e velocità di avvicinamento che crescono rapidamente. Se si continuasse su questa rotta si potrebbe finire per<br />

sorpassare la linea di volo del bandito e perdere l’offensiva. Quindi l’attaccante si avvita mettendo le ali in<br />

piano (detto a volte quarto di vite o avvitamento di un quarto di piano) e tira su, fuori dal piano di virata del<br />

difensore. Questa cabrata riduce la componente del vettore velocità dell’attaccante orientata verso il bandito,<br />

arrestando infine l’avvicinamento, e se viene iniziata abbastanza presto, evita il sorpasso. Mentre la chiusura<br />

rallenta fino quasi a zero, l’attaccante dovrebbe essere in alto nell’emisfero posteriore del difensore in una<br />

posizione a muso in alto. Al punto “2” l’attaccante sbanda verso il bandito per porre il proprio vettore di<br />

portanza davanti, sopra o dietro al difensore, per stabilire rispettivamente un inseguimento anticipato, puro o<br />

ritardato.<br />

La scelta dipende principalmente dall’attuale distanza muso-coda e dalla distanza desiderata una volta che<br />

il muso dell’attaccante sia puntato di nuovo verso il difensore. Nel caso rappresentato l’attaccante desidera<br />

serrare la distanza per un passaggio con le mitragliatrici al punto “3”, quindi tira verso un punto davanti alla<br />

posizione del bersaglio al punto “2” e mantiene il proprio muso davanti al difensore per il resto della virata in<br />

avvitamento a muso in basso verso il punto “3”.<br />

L’opzione di inseguimento anticipato rappresentata dà generalmente come risultato che l’attaccante<br />

raggiunge una maggiore altitudine massima, perdendo più velocità e avvicinandosi al bandito in una picchiata<br />

58


piuttosto ripida attraverso il cerchio al punto “3”. Scegliere l’inseguimento ritardato al punto “2” di solito farà<br />

conservare all’attaccante una maggiore velocità ma lo farà ricadere al di sotto della quota del difensore. Il<br />

risultato di questa opzione è di solito una posizione di inseguimento ritardato dal lato caldo che guarda il<br />

difensore verso l’alto attraverso il cerchio.<br />

Un errore comune nella maggior parte delle manovre offensive fuori piano trattate è quello di generare un<br />

eccessivo angolo longitudinale rispetto al difensore, sia col muso in alto che in basso. Un angolo eccessivo<br />

verso l’alto può essere provocato dall’aver cominciato lo yo-yo alto troppo tardi. La distanza ravvicinata<br />

richiede allora un’incidenza molto maggiore per evitare un sorpasso orizzontale. Una volta che l’attaccante si<br />

trova col muso molto alto nell’emisfero posteriore del bandito, la distanza comincia a crescere rapidamente,<br />

dando al difensore l’opportunità di allontanarsi in picchiata e di acquisire distanza in una manovra di<br />

estensione.<br />

La situazione col muso eccessivamente basso viene provocata di solito da ingordigia da parte<br />

dell’attaccante, quando sceglie l’opzione dell’inseguimento anticipato dall’alto di uno yo-yo alto o di un attacco<br />

in tonneau per tentare un rapido tiro con le mitragliatrici. Se il difensore cabra bruscamente nel piano di questo<br />

attacco alto-laterale mentre l’attac-cante si trova col muso troppo basso, spesso il bandito può generare un<br />

sorpasso verticale, con l’attaccante che perde l’offensiva dopo avere oltrepassato la quota del difensore. È<br />

importante notare che queste manovre fuori piano eviteranno generalmente un sorpasso e spesso miglioreranno<br />

la posizione offensiva dell’attaccante; ma senza un vantaggio significativo nelle prestazioni di virata<br />

l’attaccante non deve aspettarsi immediatamente una posizione di sparo letale con un’arma col puntamento<br />

lungo la linea della bocca.<br />

Il Messerschmitt di testa all’improvviso smise di emettere fumo. Si tradì completamente; sapevo che in<br />

quell’istante aveva spento il motore. Tagliai la manetta per evitare di superare il caccia nemico. Scivolai in alto<br />

a destra, effettuai un mezzo avvitamento a sinistra, ali in verticale. Lui virò bruscamente a sinistra; perfetto! Ora<br />

– barra bruscamente indietro, pedali del timone ben coordinati. Il Thunderbolt girò rapidamente, tagliando il<br />

Messerschmitt dall’interno. Vidi il pilota guardare in alto dietro di sé, affannosamente, mentre il Thunderbolt si<br />

profilava all’interno della sua virata, con entrambe le ali che fiammeggiavano con tutte e otto le armi. Quel<br />

ragazzo non aveva mai visto un Thunderbolt rollare davvero; era convinto che avessi virato dentro di lui.<br />

Yo-yo basso<br />

Le manovre fuori piano trattate finora sono state ideate per rallentare la chiusura e diminuire l’AOT<br />

tirando il muso dell’attaccante (vettore velocità) lontano dal, e dietro al bersaglio nelle fasi iniziali. Lo scopo<br />

dello yo-yo basso è di aumentare la chiusura e il vantaggio angolare con una manovra di inseguimento con<br />

anticipo fuori piano.<br />

Uno scenario tipico per l’impiego di questa tattica è rappresentato da una situazione di inseguimento<br />

ritardato a una distanza abbastanza importante (ovvero, probabilmente dal lato caldo), dove l’attaccante non ha<br />

le capacità di virata per spostare rapidamente il muso sul bersaglio per il tiro, o dove fare ciò provocherebbe<br />

un’eccessiva perdita di velocità. La figura 2-7 raffigura questa situazione. Qui l’attaccante vorrebbe spostare il<br />

muso sul bandito per un tiro con la mitragliatrice, ma gli mancano le capacità di virata per farlo rapidamente sul<br />

piano orizzontale. L’attaccante può accrescere la componente orizzontale del suo rateo di virata tirando in giù il<br />

muso verso l’interno della virata. L’aiuto della gravità e la capacità di generare una componente orizzontale di<br />

virata facendo avvitare l’aereo una volta che si sia stabilizzato nella posizione col muso in basso, consentono<br />

all’attaccante di posizionare il proprio muso ben davanti, ma considerevolmente al di sotto, della posizione del<br />

bandito. Idealmente, l’attaccante dovrebbe generare un eccesso di anticipo al punto “2” in modo da poter<br />

livellare le proprie ali, tirare su, e volare essenzialmente in linea retta per intercettare il bandito alla distanza<br />

desiderata. Al punto “3” l’attaccante si avvicina alla quota del difensore dal basso e ristabilisce la sua virata nel<br />

piano di manovra del difensore mentre vengono raggiunti simultaneamente la portata delle mitragliatrici e<br />

l’anticipo.<br />

Ovviamente, nella pratica, è molto difficile far sì che tutti questi eventi si verifichino allo stesso tempo,<br />

nel punto “3”. Maggiore è la distanza muso-coda al punto “1”, più grande sarà l’anticipo richiesto al punto “2”<br />

per serrare. Ma più grande è l’angolo d’anticipo, maggiore sarà l’AOT all’intercettazione, quindi c’è<br />

ovviamente un limite pratico all’ango-lo di anticipo disponibile. A una distanza eccessiva l’attaccante può<br />

coprirla tutta con un solo yo-yo basso semplicemente volando davanti al difensore. In genere, è più prudente<br />

serrare la distanza un po’ alla volta in diverse tappe. Il primo yo-yo basso diminuisce la distanza e può essere<br />

59


seguito da uno yo-yo alto o da un attacco in tonneau dalla posizione “2” per ridurre l’eccesso di AOT. Tale<br />

sequenza può essere ripetuta fino a che sia necessario. In generale, due piccoli yo-yo (alti o bassi) sono più<br />

sicuri di uno grande.<br />

Un tentativo di coprire una distanza eccessiva in una sola manovra l’ascia l’attaccante vulnerabile alle<br />

contromosse del difensore. Generalmente, un tentativo di generare grandi quantità di anticipo nello yo-yo basso<br />

risulterà in una posizione col muso troppo basso. Con una distanza sufficiente, un maggiore AOT, e l’aiuto<br />

della gravità, il difensore potrebbe essere in grado di scendere col muso in basso verso l’attaccante e di<br />

incontrarlo quasi frontalmente, neutralizzando il vantaggio di posizione dell’attaccante. Oppure, se il difensore<br />

ha abbastanza energia, potrebbe scegliere di cabrare mentre l’attaccante si trova col muso troppo basso, ed<br />

effettuando un avvitamento in cabrata verso l’attaccante (essenzialmente un attacco in tonneau) conseguire<br />

davvero un vantaggio di posizione in alto nell’emisfero posteriore dell’attac-cante.<br />

Il vincitore (di una battaglia aerea) poteva essere determinato dalla quantità di tempo, energie, pensiero e<br />

addestramento che un individuo aveva precedentemente speso nello sforzo di accrescere la propria abilità come<br />

pilota da caccia.<br />

Commander Randy “Duke” Cunningham, USN<br />

Virata anticipata<br />

La virata anticipata è stata trattata nella sezione sull’impiego delle mitragliatrici del Capitolo 1 in<br />

connessione con la preparazione per un tiro non mirato. In questa sezione, la virata “anticipata” viene definita<br />

come una virata “precoce” cominciata dall’attaccante prima di superare l’avversario in un situazione di<br />

approccio dall’emisfero anteriore. Essa non connota necessariamente un inseguimento con anticipo, e in realtà<br />

potrebbe essere una manovra ritardata. La figura 2-8 rappresenta uno scenario di virata anticipata.<br />

Al punto “1” gli aerei stanno convergendo su rotte opposte con linee di volo sfalsate. Prima che i due<br />

aerei si passino al traverso, uno di essi comincia una virata anticipata verso la linea di volo dell’altro (frecce<br />

intere), mentre il suo avversario prosegue dritto fino al punto “2”.<br />

60


Al punto “2” il caccia che aveva virato precocemente ha un vantaggio considerevole sul suo avversario.<br />

Questa posizione potrebbe consentire un tiro non mirato con la mitragliatrice con elevata angolazione.<br />

Nell’istante “2” il difensore vira verso l’attaccante, che quindi sorpassa le ore sei del difensore al punto “3” e<br />

assume temporaneamente una posizione da inseguimento ritardato, a fondo nell’emisfero posteriore del<br />

difensore.<br />

Per fare un paragone, le frecce tratteggiate mostrano il risultato se entrambi i caccia attendono fino a<br />

passarsi al traverso prima di cominciare a virare (punti “2” e “2” ’). Negli istanti “3” e “3” ’, i caccia sono<br />

ancora al traverso, essenzialmente neutrali.<br />

Anche se la virata anticipata può essere un’efficace manovra offensiva, non è priva di limiti. Prima si<br />

comincia la virata, maggiore sarà la potenziale ricompensa, ma ovviamente, se cominciata troppo presto,<br />

l’attaccante si troverà a passare davanti al muso del difensore. Questo può essere pericoloso se il difensore è<br />

equipaggiato con un arma a breve portata e per tutti gli aspetti, come una mitragliatrice. Può anche risultare<br />

negli altri problemi della virata anticipata cieca menzionati nel capitolo precedente. Una possibile soluzione a<br />

tale problema è una virata anticipata leggermente fuori dal piano, in modo che l’attaccante passi al di sopra o al<br />

di sotto del muso dell’attaccante, evitando una soluzione di fuoco di armi a puntamento lungo la bocca.<br />

Un altro pericolo della virata anticipata è la possibilità di un sorpasso. Nella figura 2-8 l’attaccante ha<br />

ritardato la propria virata per passare dietro al difensore, ma ha sorpassato il prolungamento della linea delle ore<br />

sei del bandito a grande distanza con un Angolo di Attraversamento della Traccia (Track-Crossing Angle –<br />

TCA)di circa 90°. Il TCA viene definito come la differenza angolare fra i vettori velocità a ogni istante. Fino a<br />

quando i raggi di virata e le velocità degli avversari sono grosso modo equivalenti, il pericolo di un sorpasso<br />

simile è ridotto. Se il difensore inverte la propria direzione vicino al punto “3”, egli pone l’attaccante all’interno<br />

della propria virata in un inseguimento anticipato e si assoggetta a un passaggio con le mitragliatrici. Tuttavia,<br />

se il difensore ha la capacità di virare con un raggio più stretto o una velocità inferiore al momento del<br />

sorpasso, un’inversione potrebbe porlo all’interno della virata dell’attaccante, all’offensiva, come rappresentato<br />

nella figura 2-4.<br />

Il potenziale pericolo di una situazione di sorpasso dipende da molti fattori, inclusa la distanza, le<br />

rispettive prestazioni di virata, il TCA e le velocità relative. In generale, il pericolo maggiore sussiste per<br />

l’attaccante quando il sorpasso si verifica a breve distanza e con basso TCA contro un bandito più lento con un<br />

raggio di virata più stretto, come nella figura 2-4. contro un avversario più lento o che vira più stretto,<br />

l’attaccante dovrà essere cauto nell’uso della virata anticipata.<br />

Prima si comincia una virata anticipata, ipotizzando che l’attaccante passi dietro al difensore, più ridotta<br />

sarà la distanza risultante e più piccolo il TCA al sorpasso; entrambe queste condizioni possono accrescere i<br />

rischi dell’attaccante. Se l’attaccante ha una velocità inferiore o è in grado di effettuare virate più strette, il<br />

rischio di sorpasso si riduce e la virata anticipata può essere cominciata prima, risultando in un più grande<br />

vantaggio offensivo.<br />

Una ulteriore considerazione nelle virate anticipate è un fattore chiamato separazione delle linee di volo.<br />

Come mostra la figura 2-9, questa è la distanza perpendicolare fra l’attaccante e il prolungamento della linea di<br />

61


volo del difensore a ogni istante. In entrambi i casi rappresentati dalla figura, l’attaccante e il difensore hanno i<br />

vettori velocità discordi e si avvicinano su rotte opposte, ogni caccia avendo la stessa separazione della rotta di<br />

volo rispetto all’avversario. Nel caso 1, il raggio di virata (RA) dell’attaccante è approssimativamente la metà<br />

della separazione delle linee di volo, mentre nel caso 2 il raggio di virata dell’attaccante è il doppio,<br />

eguagliando grosso modo la separazione. In ogni caso l’attaccante comincia una virata anticipata (punto “1”)<br />

contro il difensore non manovrante in modo da arrivare sulla sua linea di volo con una identica separazione<br />

muso-coda (punto “2”). Notate che nel caso 1 l’attaccante consegue un vantaggio angolare di circa 180°, mentre<br />

nel caso 2 (raggio di virata maggiore) egli ottiene un vantaggio di soli 90°. In generale, il potenziale vantaggio<br />

angolare di una virata anticipata contro un avversario non manovrante è proporzionale al rapporto fra la<br />

separazione delle rotte di volo e il raggio di virata dell’attaccante quando questi comincia la virata. L’effetto di<br />

un maggiore rateo di virata dell’attaccante è di consentire che la virata anticipata sia cominciata a una distanza<br />

minore, mentre l’attaccante consegue ancora il massimo vantaggio angolare. Questo lascia meno tempo per le<br />

manovre difensive dell’avversario, che di solito consistono nel virare verso l’attaccante per ridurre la<br />

separazione delle linee di volo.<br />

A causa di tali principi, i caccia con un raggio di virata più stretto beneficiano maggiormente di una data<br />

separazione delle linee di volo. È quindi d’obbligo, per i caccia meno manovrabili, ridurre al minimo la<br />

separazione delle linee di volo cercando di passare il più vicino possibile a un avversario nelle situazioni di<br />

approccio nel quarto anteriore.<br />

Tale separazione delle linee di volo può essere verticale, laterale o una combinazione di entrambe<br />

(obliqua). Questo principio è particolarmente importante quando un caccia sta picchiando per un passaggio<br />

contro il quarto anteriore di un avversario che sta cabrando. La porzione iniziale della virata anticipata del<br />

caccia in cabrata avrà l’aiuto della gravità, il che gli darà un raggio di virata ridotto rispetto al caccia in<br />

picchiata, che deve opporsi alla gravità nella ripresa. In tali situazioni, il pilota del caccia in picchiata di norma<br />

dovrebbe tentare di passare il più vicino possibile al di sopra del suo avversario per precludergli una virata<br />

anticipata in piano assistita dalla gravità. A meno che non sia completamente in verticale, l’avversario in<br />

cabrata messo di fronte a questa tattica è costretto a virare fuori dal piano per avere l’aiuto della gravità, per<br />

effettuare una virata anticipata cieca verso il basso, o per completare una virata anticipata puramente verticale,<br />

opponendosi alla gravità fino a quando si trova in posizione verticale.<br />

Pur avendo grandi benefici, la separazione delle linee di volo non è essenziale per la virata anticipata. Un<br />

caccia può precedere nella virata il suo avversario anche quando i due caccia si vengono incontro frontalmente<br />

su una rotta di collisione. Così facendo, tuttavia, il caccia che anticipa la virata sta dando al suo avversario la<br />

separazione delle linee di volo.<br />

Se l’attaccante effettua una virata anticipata a una distanza eccessiva (sulla base delle rispettive velocità e<br />

prestazioni di virata), il difensore potrebbe impiegare tale separazione per ottenere un vantaggio. Tale manovra<br />

va quindi ritardata, riducendo la separazione in modo che il difensore finisca per sorpassare se tentasse di virare<br />

contro l’attaccante. Una<br />

ulteriore considerazione su questa tattica è la possibilità che l’attaccante perda di vista il difensore, poiché<br />

questa è essenzialmente una virata anticipata cieca. La figura 2-10 mostra i possibili risultati di questa virata<br />

precoce se effettuata in maniera appropriata (caso 1) e se cominciata troppo presto (caso 2). A causa dei rischi<br />

impliciti, i caccia con prestazioni di virata inferiori (raggio maggiore) o maggiore velocità, in genere non<br />

dovrebbero tentare questa manovra, poiché il vantaggio che ne potrebbe conseguire non ne giustifica le<br />

possibili conseguenze. In questo caso la virata anticipata va ritardata fino a quando i tempi di reazione<br />

dell’avversario non gli permettano più di contrastarla prima che si sia verificato il passaggio.<br />

62


Virate muso contro muso e muso contro coda<br />

Le virate muso contro muso e muso contro coda sono due opzioni di incontro fra caccia nei passaggi nel<br />

quartiere anteriore. La figura 2-11 definisce graficamente queste manovre.<br />

Come si può vedere da questa illustrazione, i nomi sono abbastanza descrittivi.<br />

Nel primo caso, un caccia vira a sinistra, incrociando la coda del suo avversario, mentre l’altro vira a<br />

destra, lontano dal suo avversario, sicché i due caccia si avvicinano di nuovo muso contro muso. Nel secondo,<br />

entrambi i piloti decidono di tagliare la coda dell’altro, dando come risultato una relazione muso-coda.<br />

Scegliendo la virata muso contro muso, un pilota vira allontanandosi dal suo avversario quando lo supera.<br />

Nelle situazioni di approccio quasi parallelo con una notevole separazione delle linee di volo, come quella<br />

mostrata dalla figura 2-11, questa scelta potrebbe dare un breve periodo cieco in cui l’avversario si trova fuori<br />

dalla visuale, dietro e al di sotto dell’aereo dell’attaccante. Tale situazione può condurre alla perdita del contatto<br />

visivo se nel frattempo il difensore effettua qualcosa di inaspettato, ma con un passaggio abbastanza ravvicinato<br />

ciò è poco probabile. L’opzione muso contro muso tende anche a mantenere gli avversari relativamente vicini<br />

per tutta la manovra, sicché mantenere il contatto visivo è più facile. Questo va a vantaggio del pilota di un<br />

caccia più grande e facile da vedere, poiché una separazione ridotta rende meno probabile che egli perda di<br />

vista un avversario su un aereo più piccolo.<br />

Il pilota che sceglie di virare muso contro muso sta rinunciando a qualsiasi separazione sul piano della sua<br />

prevista manovra. Per tale motivo, oltre che per ridurre il periodo cieco nella fase iniziale della virata,<br />

l’attaccante dovrebbe cercare di ridurre al minimo la separazione delle linee di volo sul piano al momento del<br />

passaggio, ma una certa separazione fuori piano potrebbe essere benefica. Per esempio, se sta pianificando una<br />

virata muso contro muso livellata, l’attaccan-te potrebbe effettuare un passaggio abbastanza ravvicinato<br />

direttamente al di sotto o al di sopra del bandito. Questa tattica elimina qualsiasi separazione orizzontale delle<br />

linee di volo (utile all’avversario) e riduce anche il periodo cieco.<br />

La figura 2-12 mostra gli effetti della differenza delle prestazioni di virata sulla virata muso contro muso.<br />

Nel caso 1 i due caccia hanno lo stesso rateo di virata, ma l’attaccante ha un raggio più stretto e una minore<br />

velocità. Questo raggio ridotto permette all’attaccante di restare all’interno della virata del difensore, generando<br />

una separazione delle linee di volo che il difensore non è in grado di ridurre puntando il proprio aereo contro<br />

l’attaccante. Quest’ultimo adopera quindi tale separazione invertendo la virata al punto “3” (virata con anticipo)<br />

per giungere al punto “4” con un buon vantaggio di posizione. Il caso 2 rappresenta la stessa situazione, solo<br />

che in questo caso l’aereo col raggio maggiore ha anche un rateo di virata molto più veloce. Tale vantaggio nel<br />

63


ateo di virata, tuttavia, porta ben poco di buono al difensore. L’attaccante genera quasi la stessa separazione<br />

delle linee di volo, che risulta quasi nello stesso vantaggio angolare dopo la virata anticipata. In pratica, i<br />

rispettivi raggi di virata determinano ampiamente il potenziale vantaggio angolare, e le capacità nel rateo di<br />

virata hanno solo un effetto ridotto nelle situazioni muso contro muso.<br />

In realtà, sia il raggio di virata che la velocità giocano un ruolo importante nel generare un vantaggio nelle<br />

virate muso contro muso; la loro rispettiva importanza è una funzione della separazione massima fra i due<br />

avversari. Questa si verifica quando i due caccia raggiungono rotte parallele nel corso della manovra, il che<br />

nella figura 2-12 avviene al punto “2”.<br />

La figura 2-13 illustra il significato di questo fattore nella geometria del muso contro muso.<br />

In ciascuno di questi casi l’attaccante (nel caccia più vicino alla parte inferiore della figura al punto “1”) è<br />

più lento, ed ha quindi un raggio di virata più stretto del bandito, ma all’incirca lo stesso rateo di virata. Nel<br />

caso 1 l’ingaggio comincia coi caccia fianco a fianco e separati da una distanza minore del raggio di virata di<br />

ogni apparecchio. Notate che all’attaccante è richiesta solo una virata minima per guadagnare un eccellente<br />

vantaggio angolare al punto “3”, poiché il bandito, più veloce, viene a volare essenzialmente proprio davanti al<br />

suo avversario. Quando la separazione massima (punto “1”) è minore del più grande dei due raggi di virata, la<br />

velocità relativa è il fattore principale nella determinazione del vantaggio.<br />

Nel caso 2 i caccia cominciano nuovamente affiancati, ma in questo esempio la separazione iniziale è<br />

considerevolmente più grande del maggiore dei due raggi di virata, e minore del più grande dei diametri di<br />

virata (è la stessa situazione della figura 2-12). Qui è richiesta una virata maggiore, ma l’attaccante con una<br />

virata più stretta consegue ancora un ottimo mordente al punto “3”. In questa situazione sia il raggio di virata<br />

che la velocità relativa giocano un certo ruolo, ma il raggio è il fattore dominante.<br />

Il caso 3 ha inizio con una separazione iniziale ancora più grande, questa volta maggiore del più grande<br />

dei diametri di virata. Qui il caccia con la virata più stretta non è in grado di generare una separazione<br />

significativa fra le linee di volo è può conseguire solo un piccolissimo vantaggio angolare al punto “3”. La<br />

64


velocità relativa non da essenzialmente nessun contributo in tale situazione, e un caccia dovrebbe avere un<br />

raggio più stretto per conseguire un qualsiasi vantaggio.<br />

La figura 2-14 illustra gli effetti delle prestazioni di virata su delle manovre muso contro coda. Nel caso 1<br />

i due aerei hanno un rateo di virata identico, ma l’attaccante ha un raggio molto più piccolo. Da un punto di<br />

partenza neutro nell’istante “1”, i caccia mantengono la loro neutralità per tutta la manovra fino al punto “3”, e<br />

se mantenessero le loro direzioni di volo, si incontrerebbero nuovamente nelle loro posizioni originarie. In tale<br />

situazione un vantaggio nel raggio di virata non va a beneficio dell’attaccante, come nel caso del muso contro<br />

muso. Tuttavia l’attaccante avrebbe potuto conseguire un vantaggio se avesse scelto di impiegare una virata con<br />

anticipo prima dell’incontro al punto “1”, come si è detto in precedenza.<br />

Nel caso 2 i due caccia hanno lo stesso raggio di virata, ma l’attaccante ha un considerevole vantaggio nel<br />

rateo di virata. Si può notare che questa situazione dà come risultato una posizione vantaggiosa al punto “3”.<br />

Quindi è principalmente il rateo di virata a produrre il vantaggio nelle manovre muso contro coda; tuttavia,<br />

anche un vantaggio nel raggio dà qualche beneficio con l’aumento della separazione delle linee di volo al<br />

passaggio. Con una maggiore separazione delle linee di volo nel momento in cui gli aerei si incrociano, un<br />

raggio ridotto può risultare in un maggiore vantaggio per le possibilità di una virata anticipata.<br />

Quando pensa di utilizzare una virata muso contro coda, il pilota del caccia con migliori prestazioni di<br />

virata dovrebbe cercare di ottenere una certa separazione della linea di volo rispetto al bandito, sul piano della<br />

virata che si intende effettuare, prima di incrociarlo.<br />

Generalmente, questo può essere fatto con una lieve virata lontano dal bandito prima di incontrarlo nelle<br />

situazioni di approccio dal quarto anteriore. Come abbiamo mostrato, tale separazione ha un impatto<br />

considerevole sul potenziale successo di una virata anticipata, e può anche ridurre o eliminare l’intervallo cieco<br />

all’in-crocio. Un passaggio molto ravvicinato può risultare in un considerevole intervallo cieco per l’attaccante<br />

se il bandito incrocia la coda dell’attaccante e vola verso il suo lato ventrale durante la manovra muso contro<br />

coda. Passare leggermente al di sopra o al di sotto dell’avversario non è efficace per la riduzione dell’intervallo<br />

cieco come nelle virate muso contro muso.<br />

Le virate muso contro coda, in generale, risultano in una maggiore separazione tra gli avversari durante la<br />

manovra, aumentando le possibilità di perdere di vista un avversario su un aereo più piccolo, e offrendo<br />

all’avversario una migliore opportunità di sfuggire se lo desidera. La maggiore separazione che ne risulta può<br />

tuttavia facilitare il soddisfacimento dei requisiti di portata minima.<br />

Finora la trattazione si è limitata alle virate muso contro muso e muso contro coda su un piano quasi<br />

orizzontale. Ovviamente tali manovre possono effettuarsi su qualsiasi piano, e il caso vicino alla verticale è<br />

interessante, in particolare per le situazioni muso contro muso. La figura 2-15 illustra questo caso. Qui i caccia<br />

si incontrano in pratica frontalmente ed entrambi cabrano immediatamente in verticale, creando una condizione<br />

di muso contro muso. Entrambi i caccia hanno ratei di virata simili, ma uno ha un raggio considerevolmente<br />

minore a causa della minore velocità. Dalla discussione precedente ci si aspetterebbe che il caccia con la virata<br />

più stretta abbia un vantaggio da questa manovra, e in effetti lo fa al punto “3”, dove ha generato una certa<br />

separazione delle linee di volo.<br />

65


Se il caccia<br />

con la virata più stretta possiede delle armi che possano sparare efficacemente dalla posizione “3”, questa<br />

potrebbe essere la fine della storia. In genere, tuttavia, questa non è una buona opportunità per un tiro non<br />

mirato, a meno che il caccia più in alto non sia molto lento e la separazione non sia minima. Similmente, la<br />

distanza piuttosto ridotta e l’aspetto dall’alto che sono implicati provocherebbero dei problemi di portata<br />

minima alla maggior parte dei missili.<br />

Se non è in grado di sparare, l’attaccante deve invertirsi per una virata con anticipo al fine di capitalizzare<br />

la separazione delle linee di volo. In questo caso, tuttavia, l’aereo non ha un’energia sufficiente per eseguire una<br />

seconda manovra verticale al di sopra della prima. Incapace di sfruttare il suo vantaggio, il pilota del caccia più<br />

in basso è costretto a livellarsi o a picchiare per riguadagnare velocità. Questo potrebbe permettere al caccia con<br />

maggiore energia di impiegare l’assistenza della gravità, sfruttando appieno il vantaggio della separazione<br />

risultante per convertirsi a un’efficace posizione offensiva al punto “4”. La morale della storia è: la separazione<br />

delle linee di volo ha scarso valore se non può essere sfruttata.<br />

Forbice piana<br />

La forbice piana è in realtà una serie di virate muso contro muso e di sorpassi effettuati da due caccia<br />

essenzialmente sullo stesso piano di manovra, con ogni pilota che tenta di portarsi dietro all’altro. La figura 2-<br />

16 illustra una serie di forbici piane. In questo scenario entrambi i caccia hanno all’incirca le stesse capacità di<br />

virata, ma il caccia vicino alla parte inferiore della figura al punto “1” è più lento e di conseguenza ha un raggio<br />

di virata più stretto. All’istante “1” i caccia cominciano fianco a fianco, senza alcun vantaggio, e ciascun pilota<br />

vira verso l’altro nel tentativo di mettersi dietro all’avversario. Il raggio di virata minore del caccia più lento gli<br />

consente di restare all’interno della virata del suo avversario nell’avvicinamento al punto “2”. In questo modo si<br />

crea una separazione laterale che può essere sfruttata per una virata con anticipo. Tale separazione non può<br />

essere utilizzata dal caccia più veloce, poiché sta già virando verso destra nella maniera più serrata che può, e<br />

dovrebbe effettuare una virata ancor più serrata per eseguire una virata con anticipo. Il caccia più lento, tuttavia,<br />

può invertire la direzione della propria virata prima di sorpassare il suo avversario e guadagnare un vantaggio<br />

angolare al primo passaggio. Anche se il caccia che esegue la virata con anticipo supera la linea di volo del suo<br />

avversario all’incirca al punto “2”, non c’è molto pericolo per la maggiore velocità dell’avversario. Notando<br />

questo sorpasso, il pilota del caccia più veloce inverte al punto “2” per mantenere la visuale del suo avversario.<br />

Questo riavvia una situazione muso contro muso, e al punto “3” il caccia più lento ha un vantaggio angolare<br />

significativo. In questo istante un’altra inversione consente al caccia più lento di mantenere il proprio vantaggio<br />

angolare avvicinandosi ai parametri per il tiro con le mitragliatrici al punto “4”. Il segmento della virata<br />

dell’attaccante fra i punti “3” e “4” viene definito “in fase” col suo avversario (ovvero entrambi stanno virando<br />

nella stessa direzione).<br />

66


Anche se qui l’ingaggio è stato determinato piuttosto rapidamente a causa della grande disparità nelle<br />

velocità, in situazioni più equilibrate gli incroci delle forbici piane possono continuare per diversi cicli prima<br />

che uno dei caccia guadagni un vantaggio significativo.<br />

È meglio analizzare questa manovra per fasi: la virata muso contro muso, l’inversione e la virata con<br />

anticipo. Ognuna di queste fasi di norma viene ripetuta secondo quest’ordine durante ogni ciclo della forbice<br />

piatta.<br />

Durante la fase muso contro muso ogni pilota cerca di puntare per primo il muso del proprio aereo contro<br />

l’avversario per produrre una separazione delle linee di volo all’interno della virata dell’altro che non possa<br />

essere ridotta. In generale, il caccia più lento o con la virata più stretta vincerà questa fase, come illustrato nella<br />

figura 2-13. la forbice piana tende ad avvicinare sempre di più i due caccia, così la velocità di solito rimane il<br />

fattore determinante nella fase muso contro muso finché continua la manovra della forbice. Per riportare il<br />

vantaggio durante questa fase, un caccia deve decelerare il più rapidamente possibile.<br />

Dopo che un caccia ha generato una certa separazione, esso deve invertire e virare con anticipo sul suo<br />

avversario per ottenere un ulteriore vantaggio. La tecnica e i tempi dell’inversione sono critici per il successo<br />

nella forbice. Per prima cosa, l’inversione in sbandata deve essere il più rapida possibile. Questo di solito<br />

implica di scaricare l’aereo e applicare al massimo i comandi della rollata, come descritto nell’Appendice. A<br />

ogni frazione di secondo durante l’inversione l’a-ereo viaggia essenzialmente in linea retta, sprecando del<br />

prezioso tempo di virata e diminuendo una separazione conquistata duramente. Un significativo vantaggio nelle<br />

prestazioni della rollata può negare una sostanziale differenza di velocità.<br />

I tempi dell’inversione determinano il TCA al sorpasso, con un’inversione precoce che dà come risultato<br />

un minore TCA e di conseguenza un maggior vantaggio angolare (minore AOT) più avanti nella manovra.<br />

Anche il punto dell’in-versione, tuttavia, controlla la separazione muso-coda al momento dell’incrocio. Più<br />

l’inversione viene ritardata, maggiore sarà la separazione al momento dell’incrocio. Assumendo che<br />

l’avversario inverta al momento dell’incrocio, mettendo in opera un’altra situazione muso contro muso e una<br />

continuazione della forbice, la separazione muso-coda all’incrocio è direttamente proporzionale alla distanza e<br />

all’AOT al momento successivo in cui il muso dell’attaccante è puntato verso il bersaglio. La figura 2-17<br />

illustra tale relazione.<br />

Nel caso 1 i due caccia sono nella fase iniziale muso contro muso di una forbice piana all’istante “1”.<br />

Qui entrambi i caccia hanno all’incirca lo stesso rateo di virata, ma uno (l’attaccante) è più lento, con un<br />

raggio più stretto, e ha riportato un certo vantaggio. Riconoscendo tale vantaggio (ovvero comprendendo che<br />

67


può puntare per primo il muso contro il suo avversario), l’attaccante inverte immediatamente, mentre il muso è<br />

ancora puntato molto avanti al difensore. Virare lontano dal difensore a questo punto cede la separazione<br />

sviluppata dall’attaccante, consentendo al difensore di puntare per primo il suo apparecchio contro l’attaccante.<br />

In effetti, l’attaccante ha scambiato questa separazione con una precoce virata anticipata. Comprendendo che<br />

l’attaccante sta per volare attraverso il proprio muso, anche il difensore inverte al punto “2”. Se il difensore è<br />

equipaggiato di mitragliatrici, potrebbe avere qui un’opportunità per un tiro non mirato, ma in questo caso la<br />

sua maggiore velocità fa sì che egli incroci con una separazione muso-coda ridotta e un basso TCA, volando<br />

davanti all’attaccante. Al punto “3”, l’attaccante punta il muso sul difensore a brevissima distanza e con un<br />

piccolo AOT.<br />

Contro un avversario con una mitragliatrice, o un missile con una portata minima ridotta, questa tattica<br />

(passare davanti al bersaglio) non è raccomandata. Altrimenti, fino a quando l’attaccante è più lento, la virata<br />

anticipata precoce può risultare in un vantaggio di posizione davvero letale. Fino a un certo punto, più precoce<br />

sarà la virata con anticipo, maggiore sarà il vantaggio finale. Il “punto”, ovviamente, è quando la separazione<br />

muso-coda finale è ridotta a zero. Una virata con anticipo più precoce di così potrebbe portare come minimo a<br />

un temporaneo vantaggio di posizione del bandito. Minore è la velocità dell’attaccante rispetto al difensore,<br />

prima potrà invertire, e, in generale, maggiore sarà il vantaggio che potrà conseguire senza correre rischi.<br />

Nel caso 2 gli stessi caccia sono nelle stesse condizioni di partenza all’istante “1”. Questa volta<br />

l’attaccante ritarda l’in-versione fino al punto “2”, facendo sì che egli passi direttamente al di sopra o al di sotto<br />

del difensore al punto “3”. In questo istante il difensore inverte, creando nuovamente una situazione muso<br />

contro muso, e l’attaccante gira il muso in modo da metterlo sul bandito al punto “4”. La posizione risultante<br />

dell’attaccante è ad una distanza e ad un AOT maggiori del caso 1. Tale posizione può essere preferibile se<br />

l’attaccante non è equipaggiato di mitragliatrici, poiché la maggiore separazione può soddisfare i requisiti di<br />

portata minima dei missili.<br />

Nel caso 3 lo scenario, ancora una volta, è lo stesso, ma l’attaccante ritarda ancora di più l’inversione, in<br />

questo esempio fino a quando è puntato sul difensore al punto “2”. Questo fa sì che l’attaccante incroci a una<br />

certa distanza dietro al difensore al punto “3”, quando il bandito inverte, e risulta in un ulteriore aumento della<br />

distanza e dell’AOT al punto “4”.<br />

Questa sequenza di esempi serve a sottolineare l’importanza dei tempi dell’inversione nell’esecuzione<br />

della forbice piana. In generale, un’inversione precoce riduce la separazione e l’AOT finali. Il tempo ideale<br />

dipende largamente dai requisiti di distanza e AOT dell’involucro di tiro dell’attaccante. Anche le rispettive<br />

velocità, il raggio di virata e l’armamento del difensore giocano un ruolo. In generale, tuttavia, le inversioni più<br />

precoci portano al più precoce vantaggio per un caccia equipaggiato di mitragliatrici.<br />

In una situazione così altamente dinamica, il tempo dell’inversione è molto soggettivo. Pratica, esperienza<br />

e la capacità di giudicare il movimento relativo sono i fattori determinanti nell’esito di questa manovra, in<br />

particolare quando i due caccia si equivalgono.<br />

La fase di virata con anticipo della forbice piana comincia all’inversione dell’attaccante e finisce quando<br />

inverte il difensore. Le dinamiche di questa fase sono essenzialmente le stesse di qualsiasi virata con anticipo,<br />

come detto in precedenza, e quindi non ne parleremo oltre. In generale, quando un caccia comincia a conseguire<br />

un vantaggio nella forbice piana, la fase muso contro muso diventerà più breve, e la porzione della virata con<br />

anticipo durerà più a lungo. In questo modo il caccia vincente comincia a mettersi “in fase” con le manovre del<br />

difensore, e alla fine l’attaccante non incoccerà durante la virata con anticipo. Questo metterà fine alla forbice<br />

piana.<br />

Per ovvie ragioni, la forbice è una manovra altamente desiderabile per i caccia che godano di un<br />

vantaggio nelle prestazioni di virata e di una velocità ridotta (ovvero dei caccia con un ridotto carico alare,<br />

come spiegato in Appendice).<br />

Un caccia più veloce e meno manovrabile dovrebbero evitare questa situazione come la peste. La forbice<br />

può essere evitata mantenendo una velocità sufficiente per delle manovre verticali e rifiutandosi semplicemente<br />

di ingaggiare una virata complanare muso contro muso con un avversario più lento e capace di virare meglio.<br />

Se un pilota si trova intrappolato in una situazione simile, prima riconosce il suo svantaggio e migliori saranno<br />

le sue chance di sfuggire. Se il difensore ha un vantaggio di energia, potrebbe essere in grado di cabrare al<br />

momento dell’incrocio e guadagnare della separazione verticale.<br />

La figura 2-18 illustra un metodo di disimpegno in situazioni a bassa velocità.<br />

Le condizioni iniziali di questo scenario sono le stesse del caso 2 della figura 2-17. questa volta, quando<br />

l’attaccante inverte e incrocia al punto “2”, il difensore non inverte ma continua la sua virata stretta muso<br />

contro coda a destra fino a riguadagnare la visuale dell’attaccante in profondità nel suo quarto posteriore al<br />

68


punto “3”. A questo punto il difensore comincia una manovra di estensione per guadagnare velocità e<br />

separazione, continuando a virare solo quel tanto che basta per mantenere la visuale. Al punto “4” l’attaccante<br />

comincia a voltare il muso per puntarlo contro il difensore. Se l’attaccante è equipaggiato solo di mitragliatrici<br />

o di missili a breve portata, l’estensione potrebbe aver già creato abbastanza separazione per trovarsi al di fuori<br />

della sua portata di tiro.<br />

In questo caso il difensore potrebbe continuare l’estensione per fuggire, sempre che egli possa mantenere<br />

il vantaggio in velocità. Se la separazione è insufficiente (punto “4”) il difensore può cominciare una stretta<br />

virata verso l’attaccante per difendersi da un possibile tiro. Se tale manovra lo pone al di fuori dei suoi<br />

parametri di tiro, l’attaccante potrebbe adoperare delle tecniche di inseguimento con anticipo, puro o ritardato<br />

per ridurre le distanze e tentare di riportarsi all’interno della direzione di volo del difensore. Scopo del difensore<br />

dovrebbe essere di riportare il muso sull’attaccante per annullare qualsiasi separazione e massimizzare il TCA<br />

al passaggio successivo. Questo è ciò che fa al punto “7”, incontrando l’attaccante con un TCA vicino ai 180°.<br />

Da questa posizione il difensore può ingaggiare da una posizione neutra, o ripetere la sua manovra di<br />

estensione, guadagnare una maggiore separazione, e probabilmente sfuggire.<br />

Esiste ancora un’altra possibilità per i caccia con un vantaggio nella velocità ascensionale alle basse<br />

velocità. Questo implica la continuazione della forbice piana, ma cabrando simultaneamente con un angolo<br />

sempre più ripido. Un avversario di minore potenza non sarà in grado di eguagliare questo angolo di cabrata e<br />

dovrà restare su un piano di manovra più vicino all’orizzontale. Il maggiore angolo di cabrata del difensore<br />

riduce la componente del vettore velocità lungo la direzione di volo rispetto a quella dell’attaccante, e potrebbe<br />

condurre ad un vantaggio di posizione per il caccia alto, ipotizzando che la differenza di velocità sia ridotta.<br />

Virate verticali e oblique<br />

L’Appendice tratta degli effetti della gravità sulle prestazioni di virata. Qui li analizzeremo per<br />

determinare come possono essere impiegati vantaggiosamente nel combattimento.<br />

Le prestazioni di virata dipendono dall’Accelerazione radiale (GR), che è il vettore somma del fattore di<br />

carico e della gravità. Tale vettore somma è determinato dall’inclinazione longitudinale e trasversale dell’aereo,<br />

come mostrato in Appendice e nelle figure A-18 e A-19. A una data velocità, le prestazioni di virata sono<br />

direttamente proporzionali a GR, risultando in prestazioni migliori quando il vettore portanza si trova al di sotto<br />

dell’orizzonte e viceversa. Una ulteriore considerazione da fare è l’orientamento del vettore portanza rispetto al<br />

vettore gravità (peso). Quando i due vettori giacciono sullo stesso piano (ovvero durante manovre puramente<br />

verticali), l’effetto della gravità, sia positivo che negativo, è massimo, e il vettore portanza contribuisce per<br />

intero a GR. Da un punto di vista puramente geometrico, queste relazioni significano che per una virata a 360°<br />

il piano verticale massimizza le prestazioni di virata, mentre una virata orizzontale produce le peggiori<br />

prestazioni medie. Le prestazioni nelle virate oblique varieranno fra questi due estremi, a seconda<br />

dell’angolazione del piano di manovra. In una manovra puramente verticale, gli effetti negativi della gravità<br />

69


sulle prestazioni di virata nella metà inferiore del loop sono compensati dall’assistenza data dalla gravità nella<br />

parte superiore, mentre in una virata piana bisogna contrastare la gravità per tutto il tempo.<br />

Nella pratica, comunque, questo fenomeno è molto meno importante della velocità media dell’aereo<br />

durante la manovra. Le prestazioni di virata (sia il raggio che il rateo) sono ideali approssimandosi alla velocità<br />

angolare; di conseguenza, il piano di manovra che consente al caccia di restare più vicino alla sua velocità<br />

angolare per tutta la durata della manovra ottimizzerà generalmente le prestazioni di virata. Se un aereo procede<br />

ad una velocità pari o inferiore alla sua velocità angolare, una virata in verticale col muso in basso o obliqua<br />

potrebbe consentire a un caccia di potenza ridotta di restare vicino alla velocità ideale per le migliori<br />

prestazioni. Viceversa, una virata a muso in su tende a ridurre una velocità eccessiva.<br />

Dato che molti caccia non sono in grado di mantenere la velocità angolare al massimo dei G (ovvero, in<br />

tali condizioni hanno una potenza limitata), le spirali a muso in giù massimizzano spesso le loro prestazioni di<br />

virata. L’angolo di discesa ideale dipende da molti fattori, anche per gli stessi aerei con la stessa potenza. Tali<br />

fattori includono peso, configurazione e altitudine; un peso maggiore, un’accresciuta resistenza aerodinamica, e<br />

una quota più alta richiedono solitamente delle discese più ripide.<br />

Il pilota da caccia tuttavia non deve preoccuparsi soltanto di ottimizzare le prestazioni di virata in<br />

assoluto, ma anche in relazione a quelle dell’avversario. Delle prestazioni elevatissime valgono ben poco se<br />

l’aereo vira nella direzione sbagliata. Per esempio, se un difensore vuole soltanto massimizzare l’AOT per un<br />

attaccante nell’emisfero posteriore, di solito deve virare verso l’attaccante sullo stesso piano dell’attacco,<br />

ipotizzando che il suo aereo sia fisicamente in grado di manovrare su tale piano. In genere, nelle situazioni con<br />

G elevati, ciò si ottiene rollando in modo da mettere l’attaccante vicino al piano verticale-longitudinale (ovvero<br />

perpendicolare alle ali) in modiche tutta l’accelerazione radiale lavori nella direzione giusta. Se entrambi i<br />

caccia impiegano la stessa tecnica, si ha una manovra complanare.<br />

Il posizionamento del vettore accelerazione radiale, che per semplicità può essere chiamato vettore<br />

portanza, potrebbe essere paragonato al posizionamento del vettore velocità nell’esecuzione di un inseguimento<br />

con anticipo, puro o ritardato. Poiché questi due vettori definiscono il piano di manovra, il vettore velocità<br />

seguirà il vettore portanza. Porre il vettore portanza davanti dietro al bersaglio in manovre fuori piano significa<br />

essenzialmente effettuare, rispettivamente, un inseguimento anticipato o ritardato, ed è impiegato per le stesse<br />

ragioni per le quali si usa l’inseguimento ritardato o anticipato, come dimostrano gli avvitamenti di spostamento<br />

ritardati e gli yo-yo.<br />

Abbiamo mostrato che il raggio della virata è importante in molte manovre, come le virate muso contro<br />

muso. Il pilota da caccia deve preoccuparsi principalmente della proiezione del suo raggio nel piano di manovra<br />

del suo avversario. La figura 2-19 illustra questo principio.<br />

In questo esempio i caccia avversari si incontrano su rotte opposte, e uno (il difensore) sceglie di virare in<br />

orizzontale, mentre l’altro (l’attaccante) tira su dritto in verticale. All’istante “2” entrambi hanno effettuato una<br />

virata di circa 90° sui rispettivi piani, e nessuno dei due ha un grosso vantaggio. A questo punto l’attaccante è<br />

in una posizione quasi verticale e sbanda per puntare il proprio vettore portanza davanti alla posizione del suo<br />

avversario in una manovra di inseguimento anticipato, prevedendo la futura posizione del bandito lungo il<br />

looping. Quando l’attaccante si trova alla sommità della sua manovra di “pitch-back” [rovesciamento], il suo<br />

muso è orientato verso un punto quasi direttamente al di sopra del difensore al punto “3”. Uno sguardo dall’alto<br />

a questa manovra ci svela che il cambio dei piani di manovra verticali nel pitch-back a muso in su ha avuto<br />

essenzialmente l’effetto di ridurre il raggio di virata dell’attaccante sul piano orizzontale, che è il piano di<br />

manovra del suo avversario. Come nelle altre manovre testa a testa, tale raggio minore dà all’attaccante della<br />

separazione delle rotte di volo, questa volta orizzontale e verticale al tempo stesso. Egli ha anche un vantaggio<br />

angolare, in gran parte a causa del suo raggio di virata più stretto sull’orizzontale e della geometria del muso<br />

contro muso.<br />

70


Al punto “3” l’attaccante può scendere in volo rovescio puntando verso il bersaglio per il lancio di un<br />

missile dall’emisfero frontale, se ne è equipaggiato; ma come abbiamo spiegato, l’orientamento verso il basso<br />

potrebbe non essere l’ideale per le prestazioni dei sensori dei missili. In questo caso l’attaccante sceglie di<br />

volare essenzialmente lungo una rotta rettilinea alla sommità della manovra, accelerando per migliorare le<br />

capacità di virata. Durante tale periodo il muso deriva verso una posizione ritardata, mentre il difensore gli<br />

passa sotto. Al punto “4” l’attaccante comincia la discesa, adoperando l’accresciuto rateo di virata e il raggio<br />

ridotto forniti dalla geometria di virata obliqua e dall’assistenza della gravità per guadagnare una<br />

vantaggiosissima posizione offensiva nell’emisfero posteriore del difensore al punto “5”.<br />

Al punto “2”, un inseguimento con anticipo in rollio risulta di solito in una picchiata più ripida e in un<br />

potenzialmente maggiore vantaggio angolare per l’attaccante di quanto possano fare le opzioni di inseguimento<br />

puro o ritardato; ma le precauzioni menzionate per gli attacchi in yo-yo alto o in tonneau valgono anche qui.<br />

Gli effetti delle manovre verticali e oblique sullo stato energetico di un aereo possono influenzare l’esito<br />

di uno scontro. Probabilmente il modo migliore di affrontare tale concetto è di determinare le capacità del<br />

caccia di sostenere i G (orizzontale, velocità costante) con date condizioni di peso, potenza, configurazione e<br />

altitudine. Se un caccia si trova in una manovra ascendente o discendente, questo stesso fattore di carico non<br />

può essere superato senza una perdita di energia. Per esempio, in una virata obliqua a muso in giù, il rateo di<br />

discesa è equivalente alla Potenza specifica negativa in eccesso (Ps). (Vedi la discussione su energia e<br />

manovrabilità nell’Appendice per la spiegazione di Ps). Se il pilota corregge il fattore di carico per mantenere<br />

una velocità costante, egli perde energia in maniera direttamente proporzionale al suo rateo di discesa, ma<br />

accresce anche il suo rateo di virata. Per conservare l’energia in una manovra simile deve ridurre i G e<br />

accelerare in maniera costante, il che, in questo piano di manovra obliquo risulta approssimativamente nello<br />

stesso rateo di virata che potrebbe avere in una virata livellata a velocità costante alla sua quota. Tuttavia, se si<br />

lascia crescere la velocità fino a un valore superiore a quello migliore per delle manovre sostenute, i G<br />

consentiti per il mantenimento dell’energia diminuiscono ulteriormente. In maniera simile, anche delle<br />

picchiate senza carico a velocità superiori a quella massima in orizzontale possono ridurre l’energia totale,<br />

anche se l’aereo continua ad accelerare.<br />

Forbice in rollata<br />

Mentre la forbice piana segue spesso un sorpasso orizzontale a bassa velocità, la forbice in rollata<br />

risultano più spesso da un sorpasso ad alta velocità o da un sorpasso seguito ad un attacco dall’alto verso il<br />

basso. In tali situazioni, il difensore cabra per ridurre la velocità e la componente in avanti dell’accelerazione,<br />

accrescendo ulteriormente i problemi di sorpasso dell’attaccante; quindi egli rolla verso il suo avversario,<br />

71


continuando a tirare il muso direttamente verso la posizione dell’attaccante, che muta di continuo. Se<br />

l’attaccante continua a tirare direttamente verso il difensore, i caccia cominciano a sviluppare delle rotte di volo<br />

gemelle a spirale, mentre entrambi effettuano dei tonneau uno intorno all’altro. La figura 2-20 rappresenta tale<br />

scenario.<br />

Qui il caccia attaccante (MiG-21) sorpassa il difensore (F-5E) con un alto TCA in un’attitudine a muso in<br />

giù al punto “2”. Riconoscendo l’imminente sorpasso, il difensore rolla di 90° dalla direzione iniziale<br />

dell’attacco e comincia a cabrare in verticale.<br />

Quando avviene il sorpasso, il difensore rolla per mantenere il suo vettore portanza puntato contro il<br />

bandito e continua a tirare per massimizzare il sorpasso. L’attaccante rolla simultaneamente per mantenere il<br />

suo vettore portanza sul difensore nel tentativo di puntare il bersaglio. La ridotta velocità del difensore e la sua<br />

attitudine a muso in su nell’approssimarsi al punto “3” danno quella che appare come una posizione molto<br />

migliore al punto “4”, ben al di sopra e leggermente dietro al suo avversario. I caccia continuano a tirare l’uno<br />

verso l’altro, col MiG a muso in su e l’F-5E a muso in giù fino al punto “5”. In questo punto il vantaggio<br />

sembra essersi rovesciato. Fino a quando la forbice è abbastanza neutra, il caccia nella parte alta del tonneau<br />

sembrerà avere una posizione vantaggiosa, ma la perderà nuovamente nella parte inferiore.<br />

Il successo, in questa manovra come in molte altre, dipende sia dalle rispettive prestazioni degli aerei che<br />

dalla tecnica dei piloti. A differenza della forbice piana, la variante in rollata non è una gara vinta dal caccia che<br />

riesce a volare più lento. Anche se la componente diretta in avanti del vettore velocità è ancora il fattore<br />

decisivo, l’angolo d’elica (cioè l’inclinazione di cabrate e picchiate) di solito ha un impatto maggiore su questa<br />

componente della velocità di quanto non abbia la velocità assoluta, assumendo che la differenza tra le velocità<br />

non sia eccessiva. La forbice in rollata è quindi una gara di gestione dell’energia, un commercio di velocità e<br />

posizione nel quale delle elevate prestazioni di virata a bassa velocità sono un fattore critico, e altrettanto<br />

importanti sono l’accelerazione e la controllabilità a velocità ridotta. La figura 2-21 illustra le tecniche<br />

impiegate per avere la meglio nella forbice in rollata.<br />

Il setup iniziale di questo scenario è lo stesso dell’esempio precedente.<br />

72


Entrambi gli aerei hanno all’incirca la stessa energia e le stesse prestazioni, e il MiG (l’attaccante) userà<br />

le stesse tattiche di prima – cioè tirare continuamente verso il difensore. Ma questa volta, anziché rollare verso<br />

l’attaccante fra gli istanti “2” e “3”, il difensore continua a tirare su in verticale. Una volta in candela, questo<br />

caccia rolla rapidamente, ponendo il proprio vettore portanza davanti alla posizione dell’attaccante<br />

(inseguimento con anticipo), come mostrato nella figura 2-19. A differenza di quell’esempio, tuttavia, qui<br />

l’avversario (l’attaccante) non è costretto alla manovra in orizzontale, così cabra obliquamente verso il caccia in<br />

alto, riducendo la separazione delle rotte di volo generata dalla manovra verticale del difensore.<br />

La direzione scelta dal difensore per arrestare la sua rollata al punto “3” viene calcolata in modo che la<br />

discesa in volo rovescio con le ali orizzontali lo ponga, al punto “4”, il vertice della manovra, col muso diretto<br />

verso un punto quasi direttamente al di sopra della prevista posizione del bandito in quell’istante. Tornando<br />

ancora alla figura 2-19, questa situazione è analoga al punto “3” di quell’esempio. Le rappresentazioni in pianta<br />

di entrambi gli esempi mostrano come in questo punto essi siano essenzialmente una manovra muso contro<br />

muso. La mossa in verticale del caccia più in alto ha creato della separazione verticale, e l’aver puntato il<br />

proprio muso direttamente sull’avversario (vista dall’alto) il più rapidamente possibile ha massimizzato il suo<br />

vantaggio angolare. La fase successiva della manovra del caccia più in alto sarà programmata per trarre<br />

vantaggio da questa separazione, adoperando la geometria del muso contro muso e l’assistenza della gravità, e<br />

per convertirla nel maggiore vantaggio di posizione.<br />

Nella figura 2-21, lo F5-E passa direttamente al di sopra del MiG al punto “4” e picchia in verticale nel<br />

suo emisfero posteriore. Questa manovra fa sì che il pilota del MiG inverta la propria virata, rollando a sinistra<br />

allo scopo di mantenere il proprio vettore sostentamento sul caccia in alto e anche per mantenerne la visuale.<br />

Questi requisiti gli impediscono di andare puramente in verticale, ed egli è costretto a mantenere la propria<br />

direzione di volo su un piano obliquo, il che accresce la sua velocità sul terreno rispetto a quella dell’avversario.<br />

La cosa importante nella [tattica] è sopprimere le azioni utili del nemico ma permettere le sue azioni<br />

inutili. Tuttavia, fare soltanto questo è difensiva.<br />

Miyamoto Musashi (1584-1645)<br />

Samurai e filosofo giapponese<br />

Oltre 60 vittorie in combattimenti corpo a corpo<br />

Scegliendo una rollata con anticipo al punto “3”, e mantenendo un piano di manovra costante fino al<br />

punto “5”, il caccia in alto ha in effetti “averaged out” la posizione del suo avversario durante tale intervallo.<br />

L’inseguimento con anticipo viene impiegato durante la prima metà della picchiata rovesciata, e durante la<br />

seconda metà risulta un inseguimento ritardato, il che ha pressappoco lo stesso effetto dell’inseguimento puro<br />

73


(ovvero il mantenere il vettore sostentamento sul bandito) per tutta la picchiata. Tale tecnica massimizza il<br />

guadagno angolare oltre che l’efficienza energetica del caccia in alto.<br />

Avvicinandosi alla posizione “5”, il pilota dello F-5E determina che non è stata generata una separazione<br />

sufficiente ad evitare un sorpasso. Quindi, in una picchiata puramente verticale, egli effettua un’altra rollata<br />

anticipata e cabra con le ali livellate al fondo della sua manovra, passando il più vicino possibile dietro al<br />

bandito. Questa porzione della manovra è analoga all’inversione e al conseguente sorpasso descritti nella<br />

forbice piana. Più aggressiva sarà la rollata anticipata al punto “5”, più piccoli saranno la separazione musocoda<br />

e il TCA al momento del sorpasso. Se tale anticipo viene esagerato, è possibile che si finisca per schizzare<br />

davanti al bandito e perdere l’offensiva. Se si prende un anticipo insufficiente, il caccia in alto passerà dietro al<br />

MiG al fondo della manovra, regalando della preziosa separazione che l’avversario potrebbe impiegare per<br />

virare intorno e portare il proprio muso al traverso mentre il caccia lo F-5E si avvicina al vertice della sua<br />

successiva manovra verticale.<br />

Una ulteriore considerazione, estremamente importante in questa fase, è l’elevata velocità all’aria del<br />

caccia quando comincia il recupero. Dato che si prevede un’altra manovra verticale dopo l’imminente sorpasso,<br />

il pilota deve assicurarsi un’adeguata velocità all’aria al fondo del loop, tale da consentirgli di completare la<br />

manovra con un adeguato controllo in cima. Questa velocità all’aria va guadagnata il più in fretta possibile con<br />

una picchiata senza carico all’incirca al punto “5”.<br />

Il recupero può avere inizio quando ci si approssima alla velocità richiesta, adoperando un fattore di<br />

carico prossimo alle capacità di sopportazione dei G per quelle particolari condizioni di velocità e quota. Con<br />

due caccia molto simili nelle prestazioni energetiche, questo porterà solitamente il caccia in picchiata a sfondare<br />

al di sotto della quota del suo avversario al momento del sorpasso. Tale situazione è accettabile fin quando la<br />

differenza di quota non è tanto grande da permettere al bandito di abbassarsi per un tiro non mirato con le<br />

mitragliatrici mentre il caccia in picchiata gli passa sotto. D’altro canto, non è vantaggioso, per il pilota del<br />

caccia in picchiata, ritardare il recupero dopo aver raggiunto la velocità desiderata, poiché è preferibile, se<br />

possibile, passare al di sopra del bandito.<br />

Dopo il sorpasso, lo F-5E continua a tirare fino alla verticale pura al punto “6” e rolla come prima per<br />

mirare verso un punto calcolato in modo da essere direttamente al di sopra della posizione del suo avversario<br />

quando loF-5E raggiunge il vertice del loop. Tirando fino alla cima di ogni manovra in verticale, è importante<br />

che il pilota del caccia in alto non esiti o “galleggi” in una condizione priva di carico, ma continui ad applicare<br />

dei G per riportare giù in fretta il muso. Qualsiasi ritardo sulla cima concede del tempo al bandito per mettere il<br />

muso più in alto, rallentando la sua velocità in avanti e anche riducendo la separazione delle linee di volo. La<br />

quantità appropriata di G da impiegare al vertice di ogni loop è generalmente piccola (da 1 a 2 G), poiché a<br />

questo punto la maggior parte dei caccia saranno lenti e incapaci di tirare molto di più. (Se il caccia non lento al<br />

vertice, probabilmente nel precedente recupero era stata raggiunta una velocità eccessiva). Aggiunto al G della<br />

gravità, tuttavia, questo fattore di carico può produrre delle sostanziali prestazioni di virata a basse velocità.<br />

Bisognerebbe impiegare il massimo dei G consentiti al vertice di ogni loop, a differenza che al fondo della<br />

manovra, quando dei livelli sostenuti di G sono appropriati.<br />

Un’ulteriore nota sull’avvicinamento all’apice del loop: non è necessario che l’attaccante incroci la linea<br />

di volo del bandito a questo punto (come mostrato nella figura 2-21) perché la forbice in rollata funzioni. A<br />

seconda di quanto bruscamente vira il bandito, potrebbe essere necessario ritardare la discesa per assicurarsi di<br />

incrociare la sua linea di volo. Ciò non è vantaggioso, poiché ogni ritardo riduce i vantaggi successivi. In questa<br />

situazione è meglio scendere all’interno della linea orizzontale di volo dell’avversario, come illustrato in figura<br />

2-19. A meno che non si determini che un sorpasso potrebbe essere evitato al fondo della manovra, tuttavia,<br />

bisogna prendere cura di accertarsi che la discesa venga continuata fino a un’attitudine verticale.<br />

Al punto “7” in questo esempio, il caccia in alto ha la separazione necessaria per evitare un altro sorpasso,<br />

quindi, piuttosto che la rollata anticipata e il recupero con le ali orizzontali come prima, esso effettua un<br />

recupero in rollata per giungere in una posizione offensiva di inseguimento ritardato al punto “8”.<br />

Nel caso che le cose non funzionassero come vorrebbe, il difensore (sullo F-5E) potrebbe volersi<br />

disimpegnare dalla forbice in rollata e abbandonare il combattimento. Il momento per prendere questa decisione<br />

è durante la discesa verso le picchiate verticali, le posizioni “5” e “6” di questo esempio. Se le cose non<br />

sembrano rosee in quei momenti, il pilota del caccia in alto dovrebbe modificare il suo recupero in modo da<br />

minimizzare la separazione e massimizzare il TCA nel passaggio successivo. Idealmente egli vorrà passare<br />

direttamente al disopra del bandito su una rotta esattamente opposta (TCA di 180°) e andare via in picchiata in<br />

un’estensione, come descritto nella figura 2-18.<br />

74


Per diventare abili ci vuole un buon addestramento<br />

Colonnello Erich “Bubi” Hartmann, Aviazione tedesca<br />

Per ricapitolare, la tecnica più efficace nella forbice in rollata limita tutte le virate ai piani verticali<br />

(ovvero cabrate e picchiate con le ali livellate) fino a quando non si raggiunge un’attitudine puramente<br />

verticale. Tutti i cambiamenti di rotta (virate orizzontali) vengono effettuati rollando in posizione verticale. Le<br />

rollate anticipate vengono normalmente impiegate sia in cabrata che in picchiata. Al vertice di ogni loop<br />

bisogna impiegare il massimo dei G, e mantenere un livello sostenuto di G sul fondo. Il controllo sulla velocità<br />

è molto importante, in particolare nel recupero.<br />

Tornando per un istante alla figura 2-21, considerate come la condizione che ha provocato la forbice in<br />

rollata, e infine la perdita dell’offensiva per l’attaccante, è stato il sorpasso avvenuto fra i punti “1”e “2”. Se<br />

l’attaccante avesse compreso prima la situazione avrebbe potuto rollare portando le ali in orizzontale<br />

(effettuando un quarto di rollata) al punto “1”, cabrare in verticale per minimizzare il sorpasso (come con lo yoyo<br />

alto), e probabilmente mantenere l’offensiva anche se ne fosse risultata una forbice in rollata.<br />

Quando entrambi i caccia sono abbastanza simili nelle prestazioni e adoperano le tattiche qui delineate, la<br />

forbice piana si evolve spesso in un inseguimento complanare sul piano verticale. Si applica ancora la stessa<br />

tecnica, solo che non sono richieste rollate. Per avere successo, un pilota deve controllare la velocità, modulare<br />

il fattore di carico rispetto alla velocità all’aria per ottenere le migliori prestazioni sostenute, e tirare l’anticipo<br />

(ovvero usare il massimo dei G) al vertice del loop e il ritardo (usare dei G sostenuti) al fondo.<br />

La cosa più importante per un pilota da caccia è conseguire la sua prima vittoria senza eccessivi shock.<br />

Colonnello Werner Molders, Luftwaffe<br />

115 vittorie, 2ªGM e Guerra Civile spagnola<br />

Spirale difensiva<br />

La spirale difensiva è essenzialmente una forbice in rollata molto stretta che va dritta giù. Si verifica<br />

abbastanza spesso quando un caccia ha conseguito una posizione ravvicinata nell’emisfero posteriore contro un<br />

avversario lento. La figura 2-22 rappresenta un esempio di questa manovra.<br />

75


Alfine di generare un certo AOT per rovinare una soluzione di puntamento delle armi, il difensore lento<br />

può rollare quasi rovesciato e andare giù bruscamente, usando l’assistenza della gravità. Per mantenere<br />

l’anticipo per un tiro con la mitragliatrice, l’attaccante segue il bersaglio nella spirale a muso in giù, come<br />

mostrato al punto “2”. A questo punto i caccia hanno rollato per porre il proprio vettore portanza sull’altro, e<br />

sono entrati in una forbice piana verticale e discendente, o spirale difensiva. La manovra di rollata è piuttosto<br />

efficace per guastare le soluzioni di puntamento delle mitragliatrici, poiché il piano di manovra cambia di<br />

continuo, ma ovviamente c’è un limite molto concreto alla durata di questa tattica – la terraferma.<br />

Come con la forbice piana, il successo della spirale difensiva dipende ampiamente dalla velocità in avanti,<br />

o in questo caso, in basso. Il rateo di discesa è il prodotto della velocità all’aria e della ripidezza della picchiata.<br />

La distanza solitamente ravvicinata alla quale si effettua la manovra richiede ai caccia di rollare rapidamente<br />

per mantenere la visuale dell’avversario, al di sopra del piano delle ali. Questa rollata continua tende a<br />

mantenere in orizzontale il vettore portanza, impedendo il recupero e prolungando il ripido angolo di discesa.<br />

La maggior parte degli aerei tendono ad accelerare piuttosto rapidamente quando cominciano una<br />

picchiata con una bassa velocità all’aria. Coi due caccia a velocità pressoché uguale nella spirale, è<br />

l’accelerazione relativa a cambiare la separazione muso-coda. Un’accelerazione minima è il fattore<br />

desiderabile,quindi ridurre la potenza al minimo, estrarre aerofreni o paracadute frenanti, invertire la spinta, o<br />

qualsiasi azione che riduca la spinta in avanti o aumenti la resistenza aerodinamica è appropriata. Alle basse<br />

velocità, la componente principale della massima resistenza aerodinamica totale è di solito la resistenza indotta,<br />

che in genere viene massimizzata mantenendo il più elevato angolo di attacco controllabile. (Vedi l’Appendice<br />

per la trattazione della resistenza aerodinamica). Normalmente, qualsiasi configurazione che accresca la<br />

portanza massima a una data velocità all’aria, come flap e slat estesi, accresce anche la resistenza indotta.<br />

Un’eccezione a tale regola potrebbero essere i caccia con le ali ruotabili. Anche se la massima portanza si<br />

ottiene di solito con le ali estese alla massima apertura, questa configurazione tende anche a rendere l’ala più<br />

efficiente da un punto di vista portanza-resistenza aerodinamica, e la resistenza indotta potrebbe essere ridotta<br />

in tali condizioni.<br />

Tornando all’esempio della figura 2-22, il difensore ha ridotto la sua accelerazione al minimo,<br />

consentendo alla velocità sempre maggiore dell’attaccante di ridurre la separazione a zero (punto “3”); al punto<br />

“4” sarà stato sorpassato dal di sotto. A questo punto, quello che in origine era il difensore torna a condurre il<br />

gioco,e può modulare la propria potenza e configurazione per stabilizzare e mantenere la separazione musocoda<br />

desiderata mantenendo al tempo stesso la propria posizione nella spirale, in attesa che il bandito inizi il<br />

recupero. Quando ciò accade, il caccia in basso potrebbe presentare un eccellente bersaglio stabile per un tiro<br />

con le mitragliatrici. Similmente, il punto “4” potrebbe essere un buon momento per il caccia in alto per<br />

abbandonare il combattimento se lo desidera. Egli può rollare per porre il proprio vettore sostentamento sul<br />

bandito, iniziare il recupero, generare il massimo TCA passando sopra al bandito, e compiere un’estensione per<br />

ottenere separazione.<br />

Questa tattica di decelerazione (in realtà di accelerazione minima) può essere particolarmente efficace per<br />

dei caccia in grado di generare una grande quantità di resistenza aerodinamica indotta, come pure per quelli<br />

equipaggiati di inversione di spinta. Tuttavia è necessario prendere delle precauzioni. Se decide di sfruttare la<br />

posizione offensiva guadagnata con questa tecnica, il caccia in alto farebbe meglio a non mancare l’opportunità<br />

di sparare mentre il bandito effettua il recupero, poiché il caccia in basso di solito completerà il suo<br />

livellamento con un’energia superiore, che potrebbe adoperare in seguito per riprendere il vantaggio.<br />

Via via che la spirale difensiva procede, molti caccia tendono ad accelerare un po’. Se si mantiene la<br />

massima AOA controllabile, tale velocità accresciuta risulterà in un più grande fattore di carico e in una<br />

maggiore capacità di virata (al di sotto della velocità angolare). Con angoli di picchiata ripidi, la maggior parte<br />

dei cambiamenti di direzione richiesti per mantenere la visuale dell’avversario al di sopra del piano delle ali,<br />

sono ottenuti rollando. Una maggiore velocità consente che una quantità maggiore di tali cambiamenti di rotta<br />

possano essere compiuti virando, e risultano in una graduale riduzione dell’angolo di picchiata con una<br />

accresciuta velocità all’aria. Anche se ulteriori aumenti della velocità all’aria ridurranno ancora di più l’angolo<br />

di picchiata, con angolazioni superiori ai 40° la maggiore velocità fa di più che compensare il diminuito angolo<br />

di discesa ottenuto, risultando in un maggiore rateo di discesa. Se, come risultato del disegno aerodinamico, un<br />

caccia riesce a mantenere una velocità uguale o inferiore a quella del suo avversario, generando al tempo stesso<br />

un maggiore rateo di virata, esso avrà un angolo di picchiata meno ripido e un rateo di discesa ridotto. Se<br />

l’angolo di picchiata dovesse scendere al di sotto di 30° circa, diventerebbe il fattore dominante nel rateo di<br />

discesa. In questo caso, va impiegata la configurazione per la massima potenza, la minima resistenza<br />

aerodinamica e la massima portanza, allo scopo di migliorare il rateo di virata e ridurre l’angolo di picchiata e il<br />

76


ateo di discesa. Se durante la spirale la velocità cresce al di sopra della velocità angolare, la decelerazione è<br />

d’obbligo senza riguardo per l’angolo di discesa.<br />

Tornando per un momento all’inizio di questa manovra, il successo nella spirale difensiva riposa<br />

ampiamente sulla capacità di indurre l’avversario a seguirvi nella mossa iniziale a muso in giù. Questa reazione<br />

è probabile se l’attaccante sta cercando di ottenere una soluzione di tracciamento con le mitragliatrici sul<br />

difensore facendo corrispondere il suo angolo di sbandamento al punto “1” della figura 2-22. La spirale<br />

difensiva può quindi essere una tattica di difesa dalle mitragliatrici particolarmente efficace, ma può sottoporre<br />

il difensore a un tiro non mirato a breve distanza all’inizio della spirale. In genere il difensore dovrebbe entrare<br />

nella spirale rollando abbastanza velocemente da sopravanzare l’angolo di rollata dell’attaccante. Mentre<br />

l’attaccante tenta di eguagliare l’attitudine del difensore, egli si trova all’improvviso al punto “2” della spirale,<br />

col difensore che ha già avviato le tattiche di decelerazione. Rallentando la manovra in tal modo, il difensore<br />

può evitare di “spaventare” l’attaccante. Una rollata di scatto nella spirale informa immediatamente l’attaccante<br />

delle intenzioni del difensore, consentendogli di contrastarlo efficacemente ritardando la propria discesa. Anche<br />

se tale tecnica (ovvero la rollata di scatto) toglierebbe il bersaglio dal pericolo immediato di essere tracciato<br />

dalle mitragliatrici, aumentando temporaneamente la separazione muso-coda, essa lascerebbe il difensore<br />

esposto al lancio di un missile dal quarto posteriore, provocherebbe probabilmente la perdita della visuale<br />

dell’attaccante, e permetterebbe di solito all’attaccante di mantenere l’offensiva.<br />

Per l’attaccante, una delle contromisure più efficaci per la spirale difensiva, quando la si riconosce<br />

abbastanza presto, è di continuare la virata livellata al punto “1” per passare direttamente al di sopra della<br />

posizione del bersaglio, e quindi cominciare la discesa. Tale tattica rende estremamente difficile per il difensore<br />

mantenere la visuale, e genera una separazione sufficiente per precludere la perdita immediata dell’offensiva a<br />

causa di un sorpasso verticale.<br />

Il successo prospera solo nella perseveranza – incessante, instancabile perseveranza<br />

Barone Manfred von Richthofen<br />

Se effettuata correttamente, la spirale difensiva può offrire a un difensore pressato da vicino<br />

un’opportunità per la fuga o persino una posizione temporanea per un tiro ravvicinato con le mitragliatrici. A<br />

meno che l’attaccante non perda la visuale o commetta errori grossolani, tuttavia, è poco probabile che questa<br />

manovra produca una buona opportunità per il lancio di un missile o risulti in una posizione offensiva duratura<br />

per il difensore.<br />

Se uno dei caccia arresta a un certo punto la sua manovra in rollata e inizia un recupero con le ali livellate,<br />

la spirale difensiva è finita, e le tattiche in decelerazione non sono più appropriate. Il caccia che inizia per primo<br />

il recupero offre al suo avversario l’opportunità di continuare la spirale fino a una posizione nell’emisfero<br />

posteriore o contro il lato ventrale, e probabilmente perde temporaneamente il contatto visivo. Se a questo<br />

punto l’avversario ha generato un vantaggio verticale, ed è equipaggiato di mitragliatrici, potrebbe avere<br />

l’opportunità per un tiro. In caso contrario, probabilmente è opportuno per l’avversario cogliere questa<br />

possibilità per fuggire. La fuga potrebbe essere effettuata rollando verso l’angolo cieco dell’avversario, quindi<br />

tirando direttamente lontano dell’avversario a tutta potenza e nelle condizioni di massima portanza.<br />

Se il bandito è munito di missili, probabilmente sarà necessario che il fuggitivo viri di nuovo leggermente<br />

verso il bandito dopo aver raggiunto un’attitudine quasi livellata, per riacquisire il contatto visivo e controllare<br />

se è stato lanciato un missile durante la manovra di estensione.<br />

Finché la spirale è abbastanza regolare, può essere possibile uscire dalla manovra semplicemente<br />

livellando le ali e recuperando AOA alla massima potenza e alla massima portanza. Il primo caccia a tentare<br />

l’uscita da una posizione neutra dovrebbe salire al di sopra di un avversario con prestazioni simili e dovrebbe<br />

avere una maggiore energia. Anche se l’avversario si troverà probabilmente nell’emisfero posteriore, gli ci<br />

vorrà un po’ di tempo per risollevare il muso per un tiro con la mitragliatrice, sempre che abbia l’energia<br />

sufficiente per farlo. Questo ritardo è spesso sufficiente perché il caccia più in alto estenda oltre la portata<br />

efficace delle mitragliatrici o si metta in posizione offensiva sopra all’avversa-rio con minore energia.<br />

Estendersi da un bandito equipaggiato di missili, tuttavia,può essere pericoloso.<br />

Combatti come ti addestri<br />

Motto, US Navy Fighter Weapons School (TOPGUN)<br />

77


78<br />

Capitolo 3<br />

Manovre uno-contro-uno<br />

Aerei simili<br />

Combatti per volare, vola per combattere, combatti per vincere<br />

Motto, US Navy Fighter Weapons School (TOPGUN)<br />

Ai fini di quest’opera, aerei simili denota dei caccia che abbiano essenzialmente delle prestazioni uguali<br />

sotto tutti gli aspetti. Data l’influenza umana sulle prestazioni dei caccia pilotati, degli aerei simili non sono<br />

necessariamente equivalenti nelle prestazioni, poiché in un qualsiasi giorno, anche con lo stesso pilota, è<br />

improbabile che un aereo duplichi costantemente una data manovra in modo che tutti i parametri siano entro<br />

tolleranze più ristrette del 5 o 10 per cento. Per questa ragione è logico, nella maggior parte dei casi,<br />

considerare come simili delle prestazioni che si discostino al massimo del 10%. Tuttavia, considerando la<br />

moltitudine di possibili differenze costruttive e l’influenza di ogni variante sui molti parametri delle prestazioni,<br />

per ottenere l’uguaglianza in tutti gli aspetti delle prestazioni richiede quasi che gli aerei siano dello stesso<br />

modello. Persino fra aerei dello stesso tipo, il carico di carburante e di armi e la configurazione possono alterare<br />

il peso e la resistenza aerodinamica abbastanza da creare delle differenze nelle prestazioni oltre il 10%.<br />

Nella maggior parte dei casi, la resistenza al combattimento gioca un ruolo importante nel significato<br />

delle differenze di prestazioni. Più a lungo un caccia può affrontare il combattimento, più significativo può<br />

essere un piccolo differenziale nel rendimento. Il tempo a disposizione per il combattimento per la maggior<br />

parte dei caccia moderni è nell’ordine dei cinque minuti o anche meno, quindi differenze maggiori nelle<br />

prestazioni possono essere considerate entro i limiti dell’uguaglianza.<br />

Nel mondo attuale, che contiene un numero limitato di grandi esportatori di armi e delle alleanze politiche<br />

costantemente mutevoli, il combattimento fra caccia simili è altamente probabile. Il fatto è che la similarità<br />

nelle prestazioni sottolinea l’importanza di tattiche accuratamente concepite ed eseguite per una vittoria rapida<br />

e decisiva. Già solo per questa ragione lo studio delle ACM fra caccia simili e importantissima.<br />

In questo, e in molti dei capitoli successivi, la trattazione delle ACM non considera i fattori ambientali<br />

esterni che potrebbero influenzare le decisioni tattiche. In questo ambiente “sterile” non ci si preoccupa del<br />

tempo, delle ECM, di altri aerei ostili non visti, del fuoco da terra o di qualsiasi altra cosa che potrebbe<br />

costringere a profondi cambiamenti di tattica. Salvo ove diversamente specificato, gli effetti di questi fattori<br />

reali sono trattati in altri capitoli.<br />

In modo simile, c’è ovviamente un numero infinito di possibili condizioni di partenza per uno scontro in<br />

ACM. I limiti negli scopi di questo libro richiedono che a essere trattato in dettaglio sia essenzialmente un solo<br />

scenario iniziale – grosso modo un avvicinamento neutro, co-energetico, dal quarto anteriore. Le tattiche<br />

raccomandate in questo e nei seguenti capitoli non possono essere ottimizzate per ogni scenario di<br />

combattimento aereo concepibile, ma sono state selezionate per presentare un’ampia gamma di concetti e<br />

principi tattici che possano essere applicati efficacemente in molte situazioni incontrate comunemente. Questo<br />

non significa che altre tecniche non possano essere superiori; ma i metodi qui presentati sono basati su solidi<br />

principi tattici e dovrebbero essere abbastanza efficaci entro i limiti imposti. Attenzione: discostarsi anche di<br />

poco da tali postulati potrebbe invalidare un intero concetto tattico.<br />

Nel derivare delle tattiche da impiegare contro un aereo simile, sono disponibili due approcci di base: il<br />

combattimento di “angolare” e il combattimento “energetico”. Queste definizioni si riferiscono al primo<br />

obiettivo dello scontro. Nel combattimento angolare il tattico cerca per prima cosa di guadagnare un vantaggio<br />

di posizione (angolare), anche a spese dell’energia relativa, e quindi tenta di mantenere o migliorare tale<br />

vantaggio fino a raggiungere i parametri di tiro richiesti.<br />

Lo scopo del combattimento energetico è di guadagnare un vantaggio energetico sull’avversario senza<br />

però cedere un vantaggio di posizione decisivo. Una volta raggiunto un vantaggio energetico sufficiente, questo<br />

deve essere convertito in un vantaggio di posizione letale, solitamente senza cedere l’intero margine energetico.<br />

Nel caso di aerei simili, ognuna di queste teorie tattiche ha vantaggi e svantaggi, che dipendono in gran parte<br />

dalle armi coinvolte. Quindi vengono trattati sia il combattimento angolare che quello energetico.


Il tipo che vince è il tipo che fa meno errori grossolani<br />

Solo mitragliatrici<br />

Tenente Jim “Huck” Harris, USN<br />

Istruttore della US Navy Fighter Weapons School<br />

Finché un caccia ha abbastanza quota e velocità per manovrare, e il suo pilota ha una buona conoscenza<br />

tattica, coscienza della propria situazione, e volontà di sopravvivenza, il pilota può negare una soluzione di<br />

puntamento delle mitragliatrici a un avversario su un aereo uguale. Per tale ragione è di solito più pratico<br />

manovrare per l’involucro del tiro non mirato; poi se l’avversario fa un errore, potrebbe ancora essere<br />

disponibile un’opportunità di tiro. Un ragionevole involucro di tiro non mirato, come descritto nel capitolo 1, si<br />

trova nell’emisfero posteriore del bersaglio a distanza ravvicinata, richiede un eccesso di anticipo, ed è<br />

accresciuto se l’attaccante manovra sullo stesso piano del bersaglio. L’ottenimento di tale involucro è<br />

l’obiettivo finale delle tattiche descritte in questa sezione.<br />

Tutto ciò che avevo imparato sul combattimento aereo mi insegnava che un uomo aggressivo, che spinge<br />

al combattimento, è il pilota che ha successo nel combattimento e che ha le opportunità migliori di sopravvivere<br />

alle battaglie e di tornare a casa.<br />

Major Robert S. Johnson, USAAF<br />

Il combattimento angolare<br />

Nel tentativo di guadagnare un vantaggio di posizione contro un avversario simile, un tattico angolare ha<br />

essenzialmente due scelte: può virare più bruscamente o più abilmente. Anche se l’obiettivo principale di un<br />

combattimento angolare è di conseguire un vantaggio di posizione, le considerazioni sull’energia non possono<br />

essere ignorate impunemente.<br />

Un caccia angolare che corre per il cielo col pilota che tira sulla sbarra più che può, di norma perderà<br />

dell’energia nel corso della manovra. Poiché l’energia potenziale [altitudine] è limitata, tale perdita d’energia<br />

significa alla fine perdita di velocità. Se il caccia angolare diventa troppo lento, la manovrabilità ne soffre,<br />

sicché alla fine giunge a un punto tale da avere delle prestazioni insufficienti a conseguire un ulteriore<br />

vantaggio di posizione, o persino a mantenere i precedenti guadagni. Il tattico angolare prudente deve quindi<br />

conseguire i suoi guadagni angolari nel modo più efficace possibile, in modo da sconfiggere il suo avversario<br />

prima di raggiungere il punto critico di perdita di manovrabilità.<br />

Quasi tutti i casi in cui delle macchine sono state abbattute, sono stati dei combattimenti brevissimi, e la<br />

raffica giusta è arrivata nello spazio di un minuto dall’inizio delle ostilità vere e proprie.<br />

Lt. Colonel W.A. “Billy” Bishop, RAF<br />

Nel capitolo precedente sono stati definiti due tipi di virate: muso contro coda e muso contro muso. Là la<br />

discussione ha evidenziato il fatto che prendere il sopravvento nella virata muso contro coda richiede un<br />

eccesso di rateo di virata mentre un raggio di virata ridotto e una minore velocità portano al successo nel caso<br />

del muso contro muso. Poiché un raggio di virata sostenuto è solitamente più sensibile alla riduzione della<br />

velocità di un rateo di virata sostenuto (vedi in Appendice la discussione sulle prestazioni di virata sostenuta), le<br />

virate muso contro muso forniscono di solito il maggiore guadagno angolare per nodo di velocità perduto. In<br />

altre parole, la geometria del muso contro muso è energeticamente più efficiente. Per questa ragione, le tattiche<br />

angolari qui raccomandate sono basate principalmente sulla virata muso contro muso.<br />

Vola con la testa e non coi muscoli. Questo è il modo di allungare la vita per un pilota da caccia. Il pilota<br />

da caccia tutto muscoli e niente cervello non vivrà mai abbastanza a lungo da arrivare alla pensione.<br />

Colonnello Willie Batz, Aviazione tedesca<br />

237 vittorie, II GM<br />

A parte la direzione della virata, un’altra considerazione del combattimento angolare è il piano di virata.<br />

Le trattazioni precedenti hanno mostrato come le virate oblique riducono il rateo orizzontale di virata di un<br />

caccia, così, ipotizzando che l’avversario viri livellato, il caccia angolare può usare la virata obliqua per<br />

79


accrescere i guadagni angolari durante le manovre muso contro muso. Ora, questo lascia aperta la questione:<br />

“La virata obliqua va effettuata col muso in su o in giù?”<br />

Quando due caccia uguali si incontrano quasi frontalmente, la massima separazione che risulterà da una<br />

successiva, immediata virata muso contro muso sarà all’incirca il diametro della virata. Come sottolineato nel<br />

capitolo precedente, a queste distanze il raggio di tale virata è il fattore principale per guadagnare un vantaggio<br />

angolare. Il raggio della virata viene minimizzato, di regola, tirandola massimo dei G ad una velocità pari o<br />

inferiore a quella angolare. La maggior parte dei caccia, tuttavia, decelereranno rapidamente durante una<br />

manovra simile, provocando al caccia angolare un’eccessiva perdita di energia prima che un avversario uguale<br />

possa essere eliminato con un’arma da emisfero posteriore. Concedere all’avversario un vantaggio energetico<br />

troppo grande può portare grossi guai (se ne parlerà più in là in questo capitolo).<br />

Una risposta a questo dilemma è virare a muso in giù, scambiando quota con vantaggio angolare, anziché<br />

dissanguare la velocità. La Figura 3-1 mostra come potrebbe funzionare. All’istante “1”, i due caccia si<br />

avvicinano frontalmente, a quota e velocità grosso modo uguali. Dato che l’energia sembra essere quasi sempre<br />

una merce preziosa e difficile da ottenere durante uno scontro, entrambi i piloti dovrebbero cercare a questo<br />

punto di afferrare tutta quella che possono. Il tattico angolare ha regolato la sua velocità ascensionale migliore<br />

dal punto di vista energetico, e sta cabrando alla massima potenza a quella velocità per guadagnare energia<br />

(quota) il più rapidamente possibile. (Vedi la trattazione delle prestazioni ascensionali in Appendice). Tuttavia,<br />

dato che il tattico angolare vorrà impegnare lo scontro alla velocità d’angolo, e al momento è più veloce, egli<br />

inizia una cabrata in candela al punto “1”. Questa cabrata riduce la velocità senza incorrere in una perdita di<br />

energia totale, e genera anche una separazione verticale delle linee di volo, che sarà utile per una virata con<br />

anticipo.<br />

Questa tattica della cabrata è appropriata per la maggior parte dei caccia a quote medio-basse, poiché in<br />

queste condizioni la migliore velocità ascensionale di solito supera la velocità d’angolo. I caccia a elica e i jet<br />

subsonici alle alte quote, tuttavia, di solito cabrano meglio a velocità inferiori a quella d’angolo. Se è questo il<br />

caso, il caccia angolare dovrà accelerare fino alla velocità d’angolo, o il più possibile vicino a essa, e cabrare a<br />

quella velocità, anche a un rateo ridotto.<br />

Quando non c’è velocità all’aria in eccesso, rispetto alla velocità d’angolo, da dissipare<br />

nell’avvicinamento per il primo passaggio, la cabrata non è necessaria.<br />

Il tattico angolare livella quando raggiunge la velocità d’angolo e vira in maniera brusca esattamente al<br />

punto “2” per accumulare una ulteriore separazione laterale delle line di volo. Mentre il bandito si avvicina, il<br />

pilota del caccia angolare inverte la virata e inizia una aggressiva virata con anticipo a muso in giù contro<br />

l’avversario. Gli obiettivi di questa virata iniziale sono di forzare la reazione del bandito, metterlo<br />

immediatamente in uno stato d’animo difensivo, e in generale vedere di cosa è fatto. In questo caso l’avversario<br />

80


è “di pasta buona”, perché contrasta a sua volta con una brusca virata verso l’attacco, portando via tutta la<br />

separazione con un passaggio ravvicinato al punto “3”.<br />

Un buon pilota da caccia deve avere un tratto molto spiccato – l’aggressività.<br />

Major John T. Godfrey, USAAF<br />

Se è in grado di afferrare un vantaggio angolare sostanziale al primo passaggio, il tattico angolare<br />

dovrebbe approfittare di questo dono e continuare la sua virata a sinistra muso in giù nella direzione muso<br />

contro coda. In questo caso tuttavia il pilota inverte per mettersi nelle condizioni di muso contro muso. Egli<br />

deve ancora essere molto vicino alla velocità d’angolo, e immediatamente dopo l’inversione tira il massimo dei<br />

G nella sua virata a destra a muso in giù per minimizzare il raggio di virata. La virata a muso in giù riduce la<br />

decelerazione ad alti G e aggiunge anche un piccolo beneficio dalla geometria fuori piano. Tale virata al<br />

massimo dei G viene di norma effettuata col vettore sostentamento puntato direttamente contro il bandito, o<br />

leggermente al di sotto, facendo sì che il caccia angolare scenda un po’ al di sotto della quota del bandito<br />

mantenendo al tempo stesso una velocità all’aria sufficiente per le manovre verticali. Dopo pochi secondi di<br />

ciò, i G vengono diminuiti un po’ e il muso viene riportato in su verso un’attitudine livellata; il tempo della<br />

manovra viene regolato in modo che il caccia angolare possa trovarsi a cabrare verso il bandito al passaggio<br />

successivo.<br />

La virata iniziale al massimo delle prestazioni dopo l’inversione (punto “3”) dovrebbe porre il caccia<br />

angolare all’interno del raggio di virata di un bandito che viri su un piano quasi livellato. Un’altra inversione e<br />

una virata anticipata nell’avvicinamento al passaggio successivo (punto “4”) dovrebbe convertire la separazione<br />

risultante delle linee di volo in un vantaggio angolare. Dopo la porzione iniziale della virata muso contro muso,<br />

tuttavia, i G devono essere diminuiti per consentire al caccia angolare di riguadagnare un po’ della quota persa<br />

e conservare velocità. Come regola generale, i caccia angolari armati di sole mitragliatrici dovrebbero restare<br />

entro circa un quarto del raggio di virata, o metà della portata efficace delle mitragliatrici, o meno, della quota<br />

del bandito, e il pilota non dovrebbe lasciar diminuire la velocità al di sotto di quella richiesta per portare il<br />

muso in verticale, se necessario. Queste precauzioni aggiungono un certo grado di sicurezza alle tattiche<br />

angolari, e dovrebbero ancora metterlo in grado di guadagnare fra 20° e 30° su un avversario simile alla prima<br />

virata. Il tattico angolare non può permettersi di essere troppo avido quando affronta un avversario abile su un<br />

aereo simile.<br />

Attraverso tutta la sequenza di tattiche angolari, eccettuato possibilmente il passaggio iniziale al punto<br />

“3”, il caccia angolare dovrebbe incontrare il bandito venendo da sotto in su a ogni passaggio. Questa tattica<br />

incoraggia l’avversario a rispondere virando a muso in giù, il che consente al caccia angolare di continuare a<br />

muso in giù nella virata successiva senza perdere troppa quota rispetto al bandito. Attaccare da sotto scoraggia<br />

inoltre il pilota avversario dall’effettuare una ripida cabrata prima del passaggio per fare uso della sua energia<br />

in eccesso, poiché una cabrata simile accrescerebbe, almeno temporaneamente, il vantaggio angolare<br />

dell’attaccante. Inoltre, superare la linea di volo del bandito dal basso verso l’alto è notevolmente meno<br />

pericoloso che superare da sopra, che inviterebbe l’avversario ad avviare una forbice in rollata. Dato che, dopo<br />

il primo passaggio, il bandito avrà probabilmente un vantaggio energetico, il tattico angolare dovrà evitare di<br />

partecipare a una forbice in rollata. Se il difensore cabra bruscamente a un sorpasso e il pilota del caccia<br />

angolare giudica di non essere in grado di portare rapidamente il muso del suo aereo sul bandito per un tiro con<br />

le mitragliatrici, sarà necessaria una picchiata di estensione per ottenere della separazione per una fuga o per<br />

ritornare in condizioni più favorevoli.<br />

Sorpassare il bandito al punto “4” con un buon mordente può offrire all’attaccante un’opportunità da non<br />

perdere per un tiro non mirato nel quarto anteriore. Il fatto che gli si spari addosso pone maggiormente<br />

l’avversario nella condizione difensiva, e dovrebbe costringerlo ad una reazione difensiva, che toglierà energia<br />

al suo aereo e probabilmente darà al caccia angolare un vantaggio maggiore. Il tiratore potrebbe anche essere<br />

tanto fortunato da mettere dei colpi a segno. È verosimile che un vantaggio angolare al passaggio faccia anche<br />

sì che il difensore perda temporaneamente il contatto visivo quando il caccia angolare lo sorpassa a ore sei e<br />

vola verso il lato ventrale del bandito. In tale situazione c’è nel bandito una fortissima tendenza a invertire la<br />

direzione della virata per riguadagnare la visuale, che è esattamente ciò che vuole il tattico angolare.<br />

Tale inversione riavvia una condizione muso contro muso, nella quale il raggio di virata più ristretto e la<br />

minore velocità del caccia angolare porteranno ulteriori guadagni al passaggio successivo.<br />

Se il bandito non inverte al punto “4”, il pilota del caccia angolare deve continuare a pressare il proprio<br />

vantaggio in direzione muso contro coda, usando alternativamente yo-yo alti e bassi (figure 2-7 e 2-6) per<br />

81


effettuare dei passaggi di mitragliamento ripetuti sul bandito, realizzando al tempo stesso dei piccoli vantaggi<br />

angolari ad ogni passaggio. Se tale sequenza continua, l’attaccante dovrebbe infine mettere dei colpi a segno o<br />

costringere il difensore a un’inversione o ad una cabrata in candela.<br />

Una volta sul nemico, non dovete aspirare semplicemente a colpirlo, ma a restargli avvinghiati dopo<br />

l’attacco.<br />

Miyamoto Musashi<br />

Nella figura 3-2 (una continuazione dello scontro iniziato nella figura 3-1), il bandito inverte e saetta al<br />

punto “4” in una virata obliqua a destra in cabrata. Anche il caccia angolare tira su bruscamente all’interno<br />

della virata dell’avversario e minaccia un tiro con le mitragliatrici quando il difensore raggiunge il punto più<br />

alto all’istante “5”. Dato che il caccia angolare di norma ha meno energia, probabilmente non sarà in grado di<br />

raggiungere la quota del difensore al punto “5”, ma tutto ciò che si richiede per un tiro con le mitragliatrici è<br />

che il tiratore si porti entro la distanza efficace delle armi con un certo anticipo. Senza l’energia sufficiente per<br />

schizzare fuori portata, il bandito è costretto a una picchiata difensiva indietro verso l’attaccante. La figura3-3<br />

mostra la fine di questo scontro.<br />

Dalla sua posizione di vantaggio sotto e dietro il bandito, il tattico angolare a questo punto ce la mette<br />

tutta in una virata anticipata per posizionarsi per un tiro non mirato, mentre il bersaglio picchia davanti a<br />

bruciapelo e troppo lento per difendersi dal tiro, punto “6”. Una virata anticipata “cieca” sul piano è<br />

efficacissima per tale scopo, ma, come detto in precedenza, questa tattica richiede molta pratica e può essere<br />

rischiosa. Normalmente si perde ben poco virando leggermente fuori piano, in modo che il bersaglio possa<br />

essere mantenuto in vista su un lato del muso del caccia angolare.<br />

Nella situazione appena descritta al punto “6”, il bandito dovrebbe essere ben presto carne morta.<br />

Tuttavia, se il colpo va a vuoto, la situazione potrebbe mutare piuttosto rapidamente. Il caccia angolare molto<br />

probabilmente sorpasserà verticalmente ad un livello energetico inferiore a quello del bandito. Questo potrebbe<br />

consentire al bandito di sfuggire o di costringere ad una forbice in rollata, che tornerebbe a suo vantaggio.<br />

Anche se probabilmente a questo punto non c’è più molto da fare per impedire la fuga del bandito, il tattico<br />

angolare deve fare attenzione alla forbice in rollata. Alla distanza minima egli potrebbe effettuare un quarto di<br />

rollata lontano dal bandito continuare il suo recupero. Dopo aver raggiunto una separazione che garantisca una<br />

certa sicurezza, egli può reingaggiare il combattimento da una posizione neutra o allontanarsi.<br />

82<br />

Non ci sono abbattimenti come un abbattimento con la mitragliatrice.<br />

Lt. Commander Joe “Hoser” Satrapa, USN<br />

Istruttore di tiro


Il combattimento energetico<br />

Questa tattica consiste nell’accumulare un vantaggio energetico e quindi convertirlo in una posizione per<br />

il tiro non mirato. La figura 2-15 rappresenta un metodo col quale un vantaggio energetico può essere impiegato<br />

per generare una separazione verticale e una possibile opportunità di tiro.<br />

Contro un avversario uguale, tuttavia, può essere difficile per il tattico energetico guadagnare sul suo<br />

avversario un margine energetico sufficiente per evitare di essere minacciato al vertice di una cabrata in<br />

candela.<br />

La forbice in rollata (descritta anche nel Capitolo 2) fornisce un’altra tattica, probabilmente più pratica,<br />

attraverso la quale un vantaggio energetico può risultare in molteplici opportunità di tiro o di disimpegno,<br />

mettendo al tempo stesso il caccia energetico in grado di restare per tutto il tempo all’offensiva. In vista di tali<br />

vantaggi, la forbice in rollata, rappresentata in figura 2-21, sarà l’obiettivo finale di questo paragrafo. Dato un<br />

ragionevole vantaggio energetico iniziale e una buona tecnica, la forbice in rollata dovrebbe risultare in<br />

un’opportunità di tiro non mirato contro un caccia simile nel giro di una o due virate. Tali opportunità di tiro<br />

sono di solito conseguite al fondo delle manovre verticali, ma prima di dare inizio a tale passaggio di<br />

mitragliamento, è importante che il pilota del caccia energetico raggiunga la velocità richiesta dal suo aereo per<br />

effettuare manovre verticali. Questo gli assicura la capacità di continuare la forbice in rollata, conservare<br />

l’offensiva, e generare ulteriori opportunità di tiro se il primo non ha successo.<br />

L’esito della forbice piana con caccia simili dipende altamente dai relativi stati energetici all’inizio della<br />

manovra.<br />

La figura 3-4 illustra un metodo attraverso il quale il tattico energetico può assicurarsi di avere un<br />

vantaggio di energia sul proprio avversario prima che i due caccia inizino la forbice. Prima dell’istante “1” i<br />

caccia si trovano in una situazione di avvicinamento nel quarto anteriore.<br />

83


Un immaginario radar potrebbe dare un’idea della velocità dell’avversario durante questo intervallo.<br />

Come nel combattimento angolare, il tattico energetico non deve accontentarsi di una partenza neutra. Prima<br />

del passaggio per una virata anticipata,bisogna generare una separazione delle linee di volo, come descritto in<br />

figura 3-1. In questo caso,tuttavia, il pilota del caccia energetico non sta cercando la velocità d’angolo al<br />

passaggio, così lo stacco e la virata anticipata saranno probabilmente effettuati su un piano livellato. Il tattico<br />

energetico dovrebbe anche evitare durante tale manovra di perdere velocità fino al di sotto di quella per il<br />

miglior rateo di virata sostenuta o per la manovra verticale. La virata anticipata, quindi, potrebbe non essere<br />

così aggressiva come con le tattiche angolari. Se il bandito consente al caccia energetico un buon mordente al<br />

primo passaggio, la virata anticipata dovrà essere continuata nella stessa direzione per pressare il vantaggio. In<br />

questo caso il pilota del caccia energetico dovrebbe pensare se passare alle tattiche angolari, poiché di solito tali<br />

metodi sono più efficaci contro un avversario non aggressivo. In questo esempio, tuttavia, si ipotizza che il<br />

bandito viri contro il caccia attaccante, portando via tutta la separazione delle linee di volo e generando un<br />

passaggio neutro al punto “1”.<br />

L’aggressività era fondamentale per avere successo nel combattimento aria-aria e se beccavate un pilota<br />

da caccia sulla difensiva lo avevate fregato prima di cominciare a sparare.<br />

Capitano David McCampbell, USN<br />

Maggiore asso dell’US Navy, II GM<br />

34 vittorie (9 in una sola missione)<br />

Dopo aver determinato la direzione della virata del bandito al passaggio, il pilota del caccia energetico<br />

inizia una virata sostenuta livellata nella direzione muso contro muso. Se la velocità è maggiore di quella<br />

richiesta per il potenziale di manovra verticale, la virata iniziale dovrà essere al massimo dei G, quindi i G<br />

potranno essere diminuiti per mantenere la velocità di manovra verticale. Poiché la tattica energetica prevede di<br />

manovrare orizzontalmente, qualsiasi separazione verticale (fino a circa un quarto del raggio di virata) che il<br />

bandito potrebbe conseguire al passaggio sarebbe inutile per lui, quindi se il caccia energetico riesce a<br />

guadagnare un vantaggio di quota al primo passaggio dovrebbe mantenere tale quota.<br />

Una volta che ha inizio la serie di virate muso contro muso, il pilota del caccia energetico deve<br />

monitorare accuratamente le prestazioni di virata del suo avversario, usando le proprie come metro di paragone.<br />

Mantenendo la minore velocità possibile, compatibilmente con il potenziale di manovra in verticale, il caccia<br />

energetico manterrà il proprio raggio di virata entro limiti ristretti, minimizzando qualsiasi vantaggio angolare<br />

che il bandito potrebbe guadagnare nelle virate muso contro muso. Anche se il bandito è più veloce, esso<br />

potrebbe ancora essere in grado di ottenere un buon mordente sul caccia energetico durante la prima virata<br />

adoperando il massimo dei G; ma ulteriori miglioramenti significativi nella posizione del bandito durante le<br />

successive virate muso contro muso richiederebbero al pilota di ridurre la velocità all’aria al di sotto di quella<br />

del caccia energetico.<br />

Una volta che il bandito abbia guadagnato un vantaggio di posizione tirando un alto numero di G nella<br />

virata muso contro muso, il suo pilota avrà la fortissima tentazione di continuare tale tattica per accrescere il<br />

vantaggio, risultando in una rapida decelerazione. Il tattico energetico può monitorare tale processo tenendo<br />

d’occhio il vantaggio angolare del bandito ad ogni passaggio. In generale, maggiore è il guadagno del bandito<br />

nella posizione angolare ad ogni passaggio, maggiore è la differenza di velocità fra i due caccia. Grandi<br />

guadagni del bandito (fra 20° e 30°) indicano un sostanziale vantaggio di velocità per il caccia energetico.<br />

84


Guadagni angolari più piccoli (10° o meno), tuttavia, possono significare una differenza minima. In questo<br />

caso, l’avversario mostra un solido giudizio tattico, sperando di guadagnare alla fine una posizione per il tiro<br />

non mirato o di costringere il caccia energetico a salire con solo un piccolo vantaggio energetico, come<br />

descritto nella trattazione del combattimento angolare. In un caso simile il pilota del caccia energetico dovrebbe<br />

prendere in considerazione l’uscita dal combattimento adoperando un’estensione del tipo muso-coda (figura 2-<br />

18) prima che il suo avversario abbia guadagnato un vantaggio di posizione troppo grande. Non è remunerativo<br />

prendersela col “Barone Rosso”.<br />

La più piccola dose di vanità è fatale nel combattimento aereo. Piuttosto, la sfiducia in sé stessi è la<br />

qualità alla quale molti piloti devono il protrarsi della propria esistenza.<br />

Captain Edward V. “Eddie” Rickenbacker, USAS<br />

Maggiore Asso US, I GM<br />

26 vittorie<br />

Per accertare il vantaggio angolare dell’avversario, è necessario comparare le relative posizioni dei musi.<br />

Il momento più agevole per farlo è quando il bandito punta contro il caccia energetico. In questo momento<br />

l’angolo rispetto al muso del bandito (Angle Off the Nose – AON) è pari a zero, e il suo vantaggio angolare è<br />

uguale all’AON del caccia energetico. Così, se dopo la prima virata muso contro muso il pilota del caccia<br />

energetico guarda verso ore undici o ore una e vede il muso del bandito puntato direttamente contro di sé,<br />

l’avversario ha un vantaggio di circa 30°. Il tattico energetico dovrà continuare a virare verso il proprio<br />

avversario (anche se non esattamente in piano fino a quando il bandito ha abbastanza anticipo per il tiro non<br />

mirato) fino quando il bandito si avvicina a ore sei. Invertire prima cederebbe della separazione, risultando in<br />

un vantaggio angolare accresciuto per il bandito al passaggio successivo senza riduzione di velocità.<br />

Ipotizzando che il bandito stia migliorando rapidamente la propria posizione a ogni virata, il pilota del<br />

caccia energetico dovrà continuare il processo muso contro muso fino a quando il suo avversario non avrà<br />

conseguito un vantaggio angolare fra i 60° e i 90°, dopo di che si inizia una cabrata con le ali livellate quando il<br />

bandito incrocia dietro al caccia energetico. Se il bandito procede in una manovra abbastanza livellata, il tattico<br />

energetico può allora costringerlo vantaggiosamente a una forbice in rollata, poiché il suo avversario si troverà<br />

ben al di sotto della velocità necessaria per la manovra in verticale. Se in risposta il bandito cabra bruscamente,<br />

il pilota del caccia energetico dovrà continuare con una cabrata in candela. In questo caso, la sua maggiore<br />

energia gli consentirà di giungere più in alto del suo avversario, ottenendo la separazione verticale per un<br />

attacco mentre il bandito costretto a livellare o a picchiare (figura 2-15).<br />

Quando il vostro avversario si getta contro di voi… fingete debolezza. Quando l’avversario sarà giunto<br />

abbastanza vicino, aumentate improvvisamente la distanza… rovesciandovi. Ritornate energicamente… e<br />

afferrate la vittoria mentre l’avversario dà segni di rilassamento.<br />

Miyamoto Musashi<br />

Abbiamo descritto qui una serie di virate muso contro muso poiché tale manovra rende più facile<br />

mantenere la visuale dell’avversario. In particolare, quando il bandito guadagna un maggiore vantaggio<br />

angolare, le virate muso contro coda possono risultare in lunghi periodi ciechi dopo ogni passaggio. Un’altra<br />

complicazione delle virate muso contro coda (illustrate in figura 3-5) è che un avversario più veloce nella virata<br />

completerà la propria, nell’istante “3” (puntando genericamente il muso in direzione del caccia energetico), a<br />

distanza maggiore. Tale separazione gli consentirà di accelerare senza virare per un certo tempo prima di dover<br />

iniziare una virata con anticipo per conseguire il massimo vantaggio angolare sul caccia energetico al passaggio<br />

successivo.<br />

Il periodo di accelerazione e la maggiore separazione fra i caccia rendono più difficile giudicare l’energia<br />

relativa del bandito.<br />

Nei casi in cui il mantenere la visuale dell’avversario non sia considerato un problema, una serie di virate<br />

muso contro coda sarà realmente superiore alla tecnica muso contro muso allo scopo di sottrarre energia al<br />

bandito. Una volta che il bandito abbia ridotto leggermente la propria velocità e il raggio di virata effettuando<br />

una brusca virata iniziale muso contro muso, potrà ottenere ulteriori guadagni angolari senza tirare così<br />

duramente nelle virate successive – e un numero ridotto di G del bandito risulta in una minore perdita di<br />

energia. Le virate muso contro coda, invece, richiedono che il bandito continui con un maggiore rateo di virata<br />

per tutta la manovra, virando duramente e perdendo energia per ogni grado di vantaggio.<br />

85


Anche se il bandito tira lo stesso fattore di carico in ogni situazione, la dinamica del muso contro muso gli<br />

fa guadagnare un dato vantaggio angolare all’incirca in metà del tempo necessario con le virate muso contro<br />

coda. Ovviamente, meno tempo passato con un numero elevato di G significa meno energia perduta e una<br />

minore differenza di velocità quando il pilota del caccia energetico decide di cabrare.<br />

Il tempo più lungo proprio dell’uso del metodo muso contro coda solleva altre questioni. Più tempo speso<br />

in questa manovra prevedibile significa esporre entrambi i caccia ad un pericolo maggiore in ambiente ostile.<br />

La durata del combattimento è un altro fattore. Entrambi i caccia potrebbero non avere carburante a sufficienza<br />

per conseguire un vantaggio sostanziale con le virate muso contro coda. Nel nostro caso, comunque, mantenere<br />

il contatto visivo con l’avversario è la considerazione più importante. Se ciò non può essere fatto agevolmente<br />

durante una virata muso contro coda, il tattico energetico può essere costretto alla tecnica muso contro muso, e<br />

dovrà semplicemente accettarne gli inconvenienti.<br />

Anche se per questa parte del combattimento energetico è stata evocata una virata livellata, questa non è<br />

certamente un requisito. Infatti, ci sono alcuni preziosi vantaggi in delle virate, in picchiata o in cabrata,<br />

leggermente oblique, particolarmente nel caso del muso contro coda. Per esempio, una spirale discendente può<br />

consentire al caccia energetico di mantenere la velocità tirando al tempo stesso fino al limite massimo<br />

strutturale dei G. Dato che non può tirare con sicurezza fino a un fattore di carico maggiore con un aereo simile,<br />

il bandito può guadagnare un vantaggio angolare in una virata muso contro coda solo a un rateo ridotto. Se il<br />

caccia energetico rimane vicino alla velocità d’angolo, l’avversario potrebbe trovarsi completamente in scacco<br />

fino quando la quota consentirà la continuazione della spirale discendente. Questa tecnica potrebbe essere<br />

preziosa, in particolare quando il caccia energetico si trovi in una posizione iniziale di svantaggio. In questo<br />

modo il bandito può essere mantenuto al di fuori dei parametri di tiro fino quando il suo pilota non perde<br />

interesse o rimane senza carburante ed è costretto a disimpegnarsi. Tale virata muso contro coda in scacco è<br />

stata battezzata “Lufbery”, dal nome dell’asso americano Raoul Lufbery, che combatté con la Lafayette<br />

Escadrille francese e lo US Air Service durante la I guerra mondiale.<br />

Anche se il metodo a muso in giù rallenta il rateo di guadagno angolare per il bandito sia nella situazione<br />

muso contro muso che muso contro coda, è implicito uno scambio. A causa del maggiore numero di G del<br />

caccia energetico, è verosimile che il bandito tiri un minor numero di G in eccesso durante la manovra,<br />

risultando in un guadagno angolare più efficace. Questo può significare una minore differenza di velocità fra i<br />

caccia quando il cacciatore energetico cabra.<br />

Tuttavia è vero anche il contrario, per le virate a muso in su. Un caccia energetico in una virata<br />

ascendente deve tirare un minor numero di G se deve mantenere una certa velocità. Questo lascia all’avversario<br />

un margine di G più grande con cui giocare, e tipicamente egli lo impiegherà per guadagnare un vantaggio<br />

angolare più rapidamente, perdendo un’energia relativamente maggiore nel processo. Una spirale a muso in su<br />

tende a ridurre il tempo necessario a far perdere la quantità desiderata di energia al bandito in una virata muso<br />

contro coda. Comunque questo è raramente un requisito nelle virate muso contro muso, e l’impiego della<br />

tecnica a muso in su nella situazione muso contro muso potrebbe consentire al bandito di afferrare un vantaggio<br />

di posizione letale prima che il pilota energetico se ne renda conto.<br />

86


Per il combattimento energetico, hanno la stessa importanza la riduzione del tempo dello scontro e la<br />

limitazione del numero di virate muso contro coda necessarie a sottrarre la quantità desiderata di energia del<br />

bandito. Per esempio, se in una virata sostenuta, livellata o a muso in giù, sono necessari tre passaggi perché il<br />

bandito acquisti circa 90° di vantaggio angolare, ogni passaggio sottopone il caccia energetico a un possibile<br />

tiro non mirato con le mitragliatrici. Inoltre, mentre il combattimento muso contro coda procede, il bandito<br />

tipicamente sorpassa con un angolo maggiore, il che risulta in periodi ciechi più lunghi e in una possibilità<br />

accresciuta che il pilota del caccia energetico perda il contatto visivo. Impiegando la tecnica della virata a muso<br />

in su, il tattico energetico dovrebbe essere in grado di ridurre il numero di passaggi richiesti (idealmente a uno),<br />

limitando di conseguenza l’esposizione a tali pericoli.<br />

Dal punto di vista delle prestazioni energetiche, la velocità ottimale per un caccia energetico impegnato in<br />

virate muso contro coda è all’incirca la velocità per il massimo rateo di virata sostenuta, ipotizzando<br />

ovviamente che tale valore sia maggiore della velocità minima per la manovra verticale. Il fattore di carico,<br />

tuttavia, dovrebbe essere mantenuto all’incirca sui due terzi della capacità massima di G sostenibili a tale<br />

velocità, e i PS rimanenti dovrebbero essere adoperati per cabrare.<br />

A seconda del rateo col quale il bandito guadagna il suo vantaggio angolare all’inizio della prima virata,<br />

tale angolo di salita e i G potrebbero dover essere modificati. Per esempio, se il bandito non vira<br />

aggressivamente, il tattico energetico potrebbe ridurre i G ed aumentare l’angolo di cabrata in modo che il<br />

bandito guadagni gradi più rapidamente e riduca il numero di passaggi richiesti. Al contrario, se l’avversario<br />

dovesse virare molto bruscamente, o rifiutarsi di seguire il caccia energetico nella sua cabrata, potrebbe essere<br />

necessario che il pilota del caccia energetico aumenti i G e ritorni a una virata livellata o persino a muso in giù.<br />

Non si può consentire al bandito di guadagnare molto più di 90°, né può essergli consentito di accumulare<br />

un’eccessiva separazione verticale (come succederebbe se egli non cabrasse dopo che il caccia energetico lo ha<br />

fatto), poiché entrambi tali fattori gli facilitano il compito di puntare verso il caccia energetico quando questo<br />

inizia la cabrata in candela.<br />

Un altro aspetto del combattimento energetico che merita attenzione sono le tecniche di difesa contro le<br />

mitragliatrici. A ogni passaggio, il caccia energetico è sottoposto un tiro non mirato nell’emisfero anteriore da<br />

parte del bandito. A causa dell’alta velocità di avvicinamento propria dell’approccio nell’emisfero anteriore,<br />

l’avversario ha pochissimo tempo per prendere la mira con cura, ma potrebbe sempre avere successo a meno<br />

che il caccia energetico non esegua un buon scarto difensivo. Ipotizzando che l’attaccante si avvicini all’incirca<br />

alla stessa quota, il difensore può rollare rapidamente con le ali livellate, dritto o rovesciato, proprio quando il<br />

bandito si avvicina alla portata di tiro con l’anticipo. Un rapido, brusco strappo fuori piano, seguito da una<br />

rollata di 180° e da un altro strappo, o da una brusca manovra a G negativi, bastano di solito a impedire il tiro.<br />

Nel passaggio finale del combattimento, quello in cui il tattico energetico pensa di cabrare, una picchiata<br />

precoce nella difesa anti-mitragliatrici può avere altri benefici. Se l’attaccante picchia per continuare il<br />

mitragliamento, la successiva cabrata in candela del caccia energetico potrebbe risultare in un sorpasso verticale<br />

a muso in giù da parte del bandito, che darebbe al caccia in candela un vantaggio ancor più grande nella<br />

successiva forbice in rollata.<br />

Anche se le tattiche energetiche consentono spesso all’avversario di guadagnare un vantaggio angolare in<br />

cambio di un margine energetico, tali tattiche non devono necessariamente essere di natura difensiva. Se il<br />

caccia energetico è in grado di ottenere un buon vantaggio angolare sull’avversario (nell’ordine dei 90°), si può<br />

adoperare l’inseguimento ritardato in una virata muso contro coda per far perdere energia al bandito. Il caccia<br />

energetico mantiene il suo migliore rateo di virata sostenuta, costringendo il difensore a virare più duramente<br />

per mantenere la visuale e neutralizzare il vantaggio di posizione dell’attaccante. Una volta che il bandito abbia<br />

riguadagnato la neutralità angolare, il caccia energetico dovrebbe aver generato un margine energetico<br />

sufficiente per cominciare la manovra verticale, come rappresentato nelle figure 2-15 e 2-19.<br />

Questa tecnica è più sicura del lasciare all’avversario un vantaggio angolare.<br />

Nelle competizioni di [tattica] è male lasciarsi guidare dal nemico. Dovete sempre essere in grado di<br />

guidare il nemico.<br />

Miyamoto Musashi<br />

Fino ad ora si è ipotizzato che l’avversario manovri quasi in orizzontale; ma cosa succede se invece<br />

effettua una ripida cabrata dopo il primo passaggio? Manovrando fuori piano, il bandito potrebbe essere in<br />

grado di eseguire un attacco dall’alto sul caccia energetico che vira in orizzontale, costringendolo a effettuare<br />

una cabrata difensiva e ad entrare immediatamente in una forbice in rollata. Se il bandito ha un vantaggio<br />

87


energetico al passaggio (un fattore che potrebbe essere difficile da determinare), una forbice in rollata potrebbe<br />

essere vantaggiosa per lui in questa prima fase del combattimento.<br />

Quando il bandito esegue una virata obliqua a muso in su al primo passaggio, il caccia energetico può<br />

contrastarlo con una virata muso contro coda, che dovrebbe impedire al caccia angolare di ottenere dei<br />

guadagni senza perdere energia.<br />

Per manovre quasi verticali del bandito, il tattico energetico dovrebbe virare solo quel tanto che basta a<br />

mantenere la visuale dell’avversario; quindi dovrebbe continuare una cabrata alla velocità ascensionale ideale<br />

per aumentare le distanze. Quando il bandito si approssima al vertice della sua cabrata, il caccia energetico può<br />

iniziare una virata obliqua tornando verso il bandito nella direzione muso contro coda. Durante la sua virata di<br />

ritorno, il pilota del caccia energetico dovrà mantenere il suo vettore di spinta direttamente sul bandito, o<br />

leggermente al di sotto, per ridurre la separazione verticale entro un quarto del raggio di virata al passaggio<br />

successivo, e dovrà tirare abbastanza da limitare i guadagni angolari del bandito a 90° o meno. Se possibile, il<br />

tattico energetico non dovrà lasciare che la propria velocità scenda al di sotto di quella richiesta per le manovre<br />

verticali.<br />

Se siete davvero pratici di [tattica], riconoscerete le intenzioni del nemico e avrete così molte opportunità<br />

di vittoria.<br />

Miyamoto Musashi<br />

88<br />

Comparazione delle tattiche energetiche e angolari<br />

Nello scenario con le sole mitragliatrici, le tattiche angolari ed energetiche appena trattate possono essere<br />

entrambe efficaci.<br />

Le tattiche angolari sono implicitamente più aggressive, ponendo l’avversario in una posizione difensiva<br />

sin dai primi momenti dello scontro, e possono avere un considerevole impatto psicologico, in particolare su un<br />

avversario inesperto. Generalmente tale tecnica è inoltre più rapida delle tattiche energetiche, un aspetto<br />

importante quando un caccia è limitato da una autonomia troppo piccola.<br />

Le tattiche energetiche, d’altra parte, richiedono più pazienza e allenamento. Il controllo sulla velocità è<br />

importantissimo, come pure la capacità di giudicare accuratamente lo stato energetico del bandito. Questa<br />

tecnica richiede anche abilità nella forbice in rollata, una manovra difficile da padroneggiare. Sotto gli aspetti<br />

positivi, a parte la possibilità di un tiro non mirato nell’emisfero anteriore, che di norma può essere impedito<br />

con un piccolo scarto a ogni passaggio, la tattica energetica trattata è implicitamente più sicura delle tattiche<br />

angolari. Fino a quando il vantaggio angolare del bandito è limitato a circa 90°, e non viene iniziata una<br />

manovra verticale con un vantaggio energetico insufficiente, è possibile effettuare una separazione e concludere<br />

lo scontro in qualsiasi momento.<br />

In confronto, la tecnica angolare non concede abbastanza opportunità per determinare l’energia<br />

dell’avversario. Una volta iniziata la mossa verticale, il pilota energetico sta “scommettendo” sulla sua capacità<br />

di costringere il bandito a tornare giù per primo. Se non è in grado di farlo a causa di una energia insufficiente o<br />

delle manovre azzeccate dell’avversario, il tattico angolare potrebbe trovarsi al vertice della sua cabrata in<br />

candela, privo di velocità e di idee, senza potere andare altro che giù, e con un nemico infuriato al di sopra. Il<br />

caccia angolare può assicurarsi in qualche modo contro tale condizione mantenendo almeno una velocità<br />

sufficiente per una cabrata in candela.<br />

Con una qualsiasi delle tattiche appena delineate, ogni volta che l’avversario effettua un approccio dal<br />

quarto anteriore, si dovrebbe pensare a tentare una breve raffica di mitragliatrici al passaggio. Anche se in<br />

genere non si ha un’alta percentuale di centri, è utile per stabilire gli stati psicologici di offensiva e difensiva tra<br />

gli avversari, e potrebbe mandare in pezzi i piani dell’altro. Il pilota deve valutare il possibile valore di tale tiro<br />

rispetto agli effetti sui requisiti delle proprie manovre e sulle scorte di munizioni.<br />

Ogni volta che il vostro avversario cerca di picchiare su di voi o vi attacca in qualsiasi modo, la cosa<br />

migliore da fare è virare contro di lui, tirare su il muso della vostra macchina e sparare.<br />

Lt. Colonel W.A. “Billy” Bishop, RAF<br />

A meno che un pilota non abbia seguito un addestramento intensivo sulle tattiche energetiche, in questo<br />

scenario è probabilmente preferibile un prudente impiego delle tecniche angolari. Con aerei simili, tuttavia, è<br />

spesso necessario prendere ciò che ti lascia l’avversario. Per esempio, se il nemico sembra andare per tentativi


alla prima virata, il cacciatore esperto in genere si “lancerà alla gola” con tattiche angolari aggressive ma<br />

controllate. Dall’altro lato, di fronte a un avversario aggressivo, la rotta migliore potrebbe essere di prenderlo<br />

“di finezza” con tattiche energetiche.<br />

Nello scenario uno-contro-uno-simili, diventa spesso vantaggioso cambiare tattica durante lo scontro. Per<br />

esempio, se il combattimento inizia adoperando delle tattiche angolari aggressive, e l’avversario risponde<br />

angolo per angolo per una o due virate, ci sono ottime possibilità che lo scontro degeneri rapidamente in una<br />

pericolosa forbice piana lenta a bassa quota.<br />

L’esito di uno scontro simile dipende spesso da quale pilota perde per primo il controllo e si schianta o<br />

esaurisce il carburante. Normalmente il tattico angolare non dovrebbe lasciare che lo scontro raggiunga un<br />

simile stallo; egli dovrebbe invece effettuare la transizione a un combattimento energetico. Questo si fa<br />

normalmente convertendosi a una virata muso contro coda al passaggio successivo e rilassando il numero di G<br />

al valore minimo richiesto per mantenere la visuale del bandito. Questa virata viene proseguita, lasciando che<br />

l’aereo acceleri verso la velocità per il migliore rateo di virata sostenuta (o cabrando nella virata a basso numero<br />

di G se l’aereo è al di sopra di tale velocità), correggendo i G e l’angolo di cabrata/picchiata in modo che il<br />

nemico guadagni circa 90° al passaggio successivo. A questo punto l’eccesso di velocità all’aria viene<br />

scambiato con un vantaggio di quota coi metodi descritti in precedenza. Se un caccia è molto lento quando il<br />

pilota comincia a usare le tattiche energetiche, potrebbe essere necessario picchiare l’aereo nella virata per<br />

raggiungere la velocità minima per la manovra verticale prima di iniziare la candela. Bisogna aver cura di non<br />

ritardare la transizione alle tattiche energetiche così a lungo (ovvero fino a quando il caccia è troppo basso e<br />

lento) da non lasciare più un’altitudine sufficiente per tale manovra.<br />

Quando si raggiunge una situazione di stallo, vincete con una tecnica che il nemico non si aspetta.<br />

Miyamoto Musashi<br />

Potrebbe sorgere anche il caso inverso, in cui l’avversario rifiuta di prendere il vantaggio angolare offerto<br />

dal caccia energetico. Questa situazione potrebbe evidenziarsi prima del completamento della prima virata<br />

muso contro coda, e invita il tattico energetico ad avviare delle tattiche angolari, normalmente cominciando uno<br />

yo-yo basso attraverso il cerchio.<br />

Riconoscere la necessità di transizioni tattiche come queste, ed effettuarle, sono il segno di una grande<br />

esperienza in un pilota da caccia. Di solito, una volta avviato un piano tattico, un pilota con poca esperienza lo<br />

continuerà fino alla sua conclusione.<br />

Missili solo per quarto posteriore<br />

Gli AAM per il quarto posteriore (Rear Quarter – RQ), come quelli trattati nel capitolo sugli armamenti,<br />

sono spesso a ricerca di calore. Come per gli altri missili, ci si può attendere che abbiano dei limiti di portata<br />

massima e minima, e dei requisiti di puntamento oltre ai loro limiti di AOT. Anche se questo involucro di tiro<br />

(portata min, portata max, e AOT) varia grandemente con la velocità, quota, manovre e altri fattori del<br />

cacciatore e del bersaglio, in questo paragrafo assumeremo per semplicità dei valori fissi e dei limiti costanti di<br />

portata min e max e limiti di AOT di più o meno 45°. Anche se di solito tale involucro è molto più ampio di<br />

quello richiesto per un tiro non mirato con la mitragliatrice, esso non è necessariamente più facile da soddisfare.<br />

Questo è in parte dovuto alla relazione fra la posizione del muso di un caccia attaccante (puntamento) e la<br />

manovra risultante (posizione). Al fine di raggiungere una certa posizione nello spazio (cioè l’involucro di tiro)<br />

i caccia convenzionali devono ottenere delle posizioni del muso rigidamente definite; ma la posizione del muso<br />

richiesta perché il caccia raggiunga l’involucro di tiro potrebbe non soddisfare i requisiti di puntamento del<br />

missile. Il requisito di puntamento per questo paragrafo della trattazione è la “vista dalla canna” (boresight),<br />

ovvero il muso del caccia deve puntare direttamente sul bersaglio (AON uguale a zero).<br />

Con le mitragliatrici, la portata massima è una delle limitazioni più severe, ma può essere spesso<br />

soddisfatta con l’impiego di tecniche di inseguimento anticipato. Fortunatamente per questo sistema d’arma,<br />

l’inseguimento anticipato è compatibile coi requisiti di puntamento anticipato. Inoltre, le altre limitazioni<br />

dell’involucro, portata min e AOT, sono abbastanza poco restrittive per il tiro non mirato per poter essere<br />

soddisfatte anch’esse simultaneamente.<br />

Per i missili RQ, la portata min e l’AOT sono di solito le limitazioni dell’involucro più dure da rispettare.<br />

Purtroppo, l’inseguimento puro, che è compatibile coi requisiti di puntamento ipotizzati, risulta in una portata<br />

decrescente e in un AOT crescente contro un bersaglio in manovra. Questo è l’esatto contrario dell’effetto<br />

89


desiderato. L’inseguimento ritardato, che tende ad aumentare la portata e a diminuire l’AOT, è molto più<br />

compatibile coi requisiti dei missili RQ; tuttavia, una volta ottenuta una posizione di tiro, questa tecnica lascia<br />

di solito il caccia con un grande AON che deve essere ridotto a zero per soddisfare le limitazioni di puntamento.<br />

Prima che si riesca a farlo, un bersaglio con un rateo di virata comparabile avrà probabilmente accresciuto<br />

ancora una volta l’AOT oltre i limiti di tiro. Questa situazione evidenzia il valore della capacità del missile di<br />

puntare fuori dall’asse longitudinale.<br />

Per i missili RQ [“Rear Quarter” – regione posteriore], la portata minima e l’AOT sono di solito i limiti<br />

dell’involucro più difficili da soddisfare. Sfortunatamente, l’inseguimento puro, che è compatibile con i<br />

requisiti di puntamento ipotizzati, risulta in una minore distanza e in un accresciuto AOT, contro un bersaglio in<br />

manovra. Questo è l’esatto contrario dell’effetto desiderato. L’inseguimento ritardato, che tende ad accrescere<br />

la distanza e a diminuire l’AOT, è molto più compatibile coi requisiti dei missili RQ; tuttavia, una volta<br />

raggiunta una posizione di tiro, questa tecnica lascia di solito il cacciatore con un grande AON che va ridotto a<br />

zero per soddisfare le costrizioni del puntamento. Prima che si riesca a fare ciò, un bersaglio con una velocità di<br />

virata simile avrà probabilmente accresciuto ancora una volta l’AOT oltre i limiti di tiro. Tale situazione<br />

illumina il valore della capacità di lancio di un missile fuori dall’asse.<br />

Un’ulteriore difficoltà sorge dai confini della portata minima in congiunzione con un limite di AOT e un<br />

bersaglio in manovra. La figura 3-6 illustra l’“effetto di rotazione dell’involucro”. Questa figura rappresenta un<br />

bersaglio in manovra negli istanti ‘1’ e ‘2’ insieme agli involucri di lancio dei missili appropriati alla sua<br />

posizione in quegli istanti. Anche se qui vengono rappresentati in due dimensioni, gli involucri sono in realtà<br />

dei segmenti di cono tridimensionali. Viene mostrato anche il centro (cuore) di questi involucri, oltre alla<br />

direzione da seguire se l’attaccante deve mantenere la posizione al centro dell’involucro di tiro. Normalmente<br />

all’attaccante non si richiede di mantenere una posizione tanto rigida, ma questo esempio serve a illustrare il<br />

movimento dell’involucro di tiro di un missile RQ e l’effetto della velocità di virata e della distanza di un<br />

bersaglio su quel movimento. In aggiunta alla velocità del bersaglio stesso, l’involucro ruota a una velocità<br />

proporzionale al prodotto della velocità di virata del bersaglio per la distanza. Quanto maggiore è la velocità di<br />

virata e la velocità assoluta del bersaglio, più grande sarà il limite della portata minima del missile, e più<br />

difficile per l’attaccante manovrare per entrare e restare all’interno dell’involucro di tiro per un certo tempo.<br />

A causa degli effetti combinati dell’interrelazione fra la direzione di volo e la posizione del muso, e<br />

l’effetto di rotazione dell’involucro, le tattiche destinate all’impiego dei missili RQ contro aerei simili di solito<br />

si concentrano sulla riduzione al minimo della capacità di rateo di virata del bersaglio, conservando al tempo<br />

stesso un vantaggio di prestazioni sull’attaccante. Le tattiche energetiche sono le uniche adatte allo scopo.<br />

Dato che gli aerei convenzionali generano la capacità di rateo di virata mantenendo la velocità entro certi<br />

limiti e sacrificando quota per guadagnare l’aiuto della gravità, bisogna prendere in considerazione l’energia<br />

90


totale (velocità e altitudine) per conseguire un vantaggio nelle prestazioni di virata. A meno che un caccia non<br />

sia in grado di generare un significativo vantaggio energetico, l’abituale perdita di energia durante l’ingaggio<br />

risulta spesso in qualcosa di simile a una forbice piana a bassa velocità o in una virata muso-coda in scacco<br />

all’altezza delle cime degli alberi.<br />

Non sono mai andato in aria pensando che avrei perso.<br />

Il combattimento angolare<br />

Maggiore Randy “Duke” Cunningham, USN<br />

Le tattiche angolari tracciate per lo scenario con le sole mitragliatrici non sono altrettanto adatte per il<br />

caso dei missili RQ, ma con delle piccole modifiche possono essere efficaci. In riferimento alla figura 3-1, il<br />

caccia angolare non ha più la minaccia di un tiro non mirato al punto “4” per costringere il bandito a una<br />

cabrata fuori dal piano col muso in alto. Questo dà al bandito la libertà di continuare una virata in piano o col<br />

muso in basso, lasciando temporaneamente il pilota angolare in una posizione offensiva nell’emisfero<br />

posteriore; ma con un deficit di energia, e probabilmente uno svantaggio nelle prestazioni di virata, il pilota del<br />

caccia angolare potrebbe avere dei momenti difficili cercando di migliorare o solo di mantenere la propria<br />

posizione. In questo caso, il tattico angolare potrebbe effettuare uno yo-yo basso dopo il sorpasso per mantenere<br />

la pressione sul bandito.<br />

È probabile che il bandito, messo di fronte a una situazione di sorpasso al punto “4”, tenti di capitalizzare<br />

rovesciandosi col muso in alto, come mostrato dalla figura 3-7.<br />

Se lo fa, il pilota del caccia angolare dovrebbe cabrare bruscamente per puntare contro il bandito e<br />

metterlo sotto minaccia il più rapidamente possibile. Se non fosse in grado di puntare sul bersaglio e<br />

costringerlo a tornare giù, l’attaccante dovrà tirare per una posizione dietro e al di sotto del bandito, come<br />

mostrato al punto “5”. Il caccia angolare dovrebbe cabrare il più vicino possibile alla quota del bandito al punto<br />

“5”, mantenendo al tempo stesso una velocità sufficiente per manovrare. La posizione desiderata al punto “6” è<br />

leggermente dietro e sotto al bandito, con una separazione muso-coda minima e la fusoliera del caccia angolare<br />

il più possibile allineata a quella del bandito.<br />

Al punto “6”, entrambi i caccia saranno prossimi alla velocità minima controllabile. La posizione del<br />

caccia angolare costringe il pilota del caccia più in alto a virare con una ripida sbandata, o a effettuare una serie<br />

di inversioni simili a una forbice piana, allo scopo di mantenere la visuale del suo avversario dietro e al di sotto.<br />

Il tattico angolare deve manovrare secondo necessità in modo da rimanere fuori dalla visuale sul lato ventrale<br />

del bandito. La preoccupazione sulla posizione del suo avversario costringerà alla fine il bandito a mettere il<br />

91


muso del suo apparecchio in una ripida picchiata per accrescere le proprie prestazioni di virata. La figura 3-8<br />

rappresenta la fine della partita.<br />

Dopo che il bandito ha messo il muso in giù, il caccia angolare dovrà proseguire in una virata piana finché<br />

il bandito non si avvicina alla stessa altitudine. A questo punto il pilota del caccia angolare può rollare in<br />

rovesciata e tirare giù il muso verso la verticale (punto “7”). Dopo aver sorpassato la quota del caccia angolare,<br />

il bandito di solito avvierà un recupero per accrescere l’AOT e mantenere la visuale.<br />

Se la virata viene coordinata in maniera corretta, il caccia angolare dovrebbe essere in grado di tirare il<br />

muso verso il bersaglio e sparare (punto “8”) prima che l’AOT cresca oltre i limiti. Se l’attaccante dovesse<br />

cominciare la sua picchiata troppo presto, si troverà ad avere una separazione muso-coda insufficiente e<br />

probabilmente condurrà ad una spirale difensiva.<br />

Se la picchiata viene effettuata troppo tardi, il bersaglio potrebbe generare un AOT sufficiente a<br />

precludere un tiro valido.<br />

Il coordinamento è davvero fondamentale per questa conclusione, e l’opportunità per il tiro verrà mancata<br />

piuttosto di frequente. Coordinando la picchiata al punto “7” è di solito preferibile esagerare col ritardo,<br />

piuttosto che con l’anticipo.<br />

Un’eccessiva separazione muso-coda provocata da una verticale ritardata di norma consente al caccia<br />

angolare di mantenere una posizione offensiva; ma una separazione troppo ridotta risulta spesso in una spirale<br />

difensiva, dalla quale entrambi i caccia potrebbero ottenere un vantaggio.<br />

Se intorno al punto “7” diventa evidente che non si prevede il tiro, l’attaccare ha l’opportunità di scegliere<br />

se sganciarsi o continuare il combattimento. Si può riuscire a sganciarsi rollando in direzione opposta rispetto a<br />

quella mostrata dalla figura 3-8 e allontanandosi dal bandito. Quando un pilota si allontana da un caccia dotato<br />

di missili, tuttavia, è imperativo mantenere la visuale finché non avrà superato la distanza massima di lancio.<br />

Accelerare alla massima velocità e picchiare a bassa quota di solito aiuta a sganciarsi riducendo la portata<br />

massima di tiro di un missile ostile.<br />

Se il tattico angolare sceglie di inseguire il bandito dopo un tiro mancato, può attendersi che il suo<br />

avversario estenda per aumentare la separazione o torni indietro in una manovra col muso in su, che spesso<br />

risulta in una forbice in rollata.<br />

Quindi l’attaccante deve aver cura di raggiungere la sua velocità per la manovra in verticale prima di<br />

recuperare dalla picchiata, anche se questa richiedesse di superare il bandito in verticale. La minaccia del caccia<br />

angolare in profondità nel suo emisfero posteriore potrebbe indurre il bandito a recuperare a una velocità troppo<br />

bassa, dando un vantaggio al pilota angolare nella successiva forbice in rollata.<br />

92


Il Combattimento Energetico<br />

Le tattiche energetiche descritte nella sezione sul combattimento con le sole mitragliatrici sono quasi<br />

interamente pertinenti allo scenario con missili RQ. Anche se questo scenario elimina la minaccia di un tiro con<br />

le mitragliatrici nell’emisfero anteriore a ogni passaggio, ci sono altri pericoli insiti nell’impiego delle tattiche<br />

energetiche con queste armi.<br />

Per esempio, anche se questi missili vengono definiti “Rear Quarter”, un bersaglio molto lento con una<br />

ridotta capacità di G non è in grado di presentare un grado elevato di LOS al missile nella fase terminale e<br />

quindi potrebbe essere vulnerabile ad AOT molto maggiori di un bersaglio dotato di una elevata manovrabilità.<br />

Il caccia energetico sarà lento e vulnerabile alla sommità delle sue manovre verticali. Andare in candela senza<br />

un vantaggio energetico sufficiente, consentire al bandito di conseguire più di 90° di vantaggio di posizione, o<br />

cabrare in maniera sostanziale prima che il bandito attraversi le ore sei potrebbe permettere all’avversario di<br />

mettere il muso sul caccia energetico per un magnifico tiro rapido. Anche se questi errori potrebbero causare<br />

dei problemi anche nello scenario con le sole mitragliatrici, essi sono ancor più letali qui, poiché la maggiore<br />

portata dei missili può superare un notevole vantaggio di quota del bersaglio sul tiratore.<br />

Ci si può attendere che nella forbice in rollata sia necessario un maggior numero di virate per soddisfare i<br />

parametri di un missile RQ che per raggiungere l’involucro di tiro non mirato con le mitragliatrici. Dato che il<br />

caccia energetico consegue un vantaggio nella forbice in rollata, esso sarà presto in grado di puntare verso il<br />

suo avversario per un breve periodo di tempo durante il recupero del bandito. Quanto prima un missile potrà<br />

essere puntato contro il bersaglio, e più presto il bandito dovrà cominciare il suo recupero per accrescere l’AOT<br />

oltre i limiti del missile. La minaccia potrebbe indurre il difensore a cominciare il recupero prima di aver<br />

raggiunto la velocità desiderata, e spesso conduce a un vantaggio accresciuto per il caccia energetico al<br />

successivo loop della forbice. Il tattico energetico può affrettare questo processo effettuando una aggressiva<br />

virata anticipata sulla sommità del suo loop. Ogni ciclo della forbice risulterà generalmente in un minore AOT<br />

quando il caccia energetico punterà giù verso il bandito.<br />

La figura 3-9 mostra la conclusione di questo scenario. Al punto “1” il caccia energetico si trova in una<br />

posizione offensiva molto vantaggiosa di inseguimento ritardato al fondo della sua manovra di forbice in<br />

rollata. Mentre il bandito prosegue il suo loop obliquo, il caccia energetico cabra in candela. Approssimandosi<br />

all’assetto verticale, il pilota del caccia energetico proietta il prossimo percorso di volo del bandito e rolla in<br />

modo da porre il vettore ascensionale davanti alla posizione del bandito (punto “2”). Quindi picchia<br />

bruscamente ancora una volta verso un assetto verticale, ma non prima che il bandito abbia messo giù il muso.<br />

Idealmente, quando il tattico energetico comincia a picchiare alla sommità del suo loop, dovrebbe essere<br />

direttamente sopra il suo avversario. Quindi si dovrebbe puntare il muso sul bersaglio il più rapidamente<br />

possibile, ed effettuare il tiro (punto “3”) prima che il bandito possa generare degli angoli eccessivi.<br />

Nel combattimento energetico con le sole mitragliatrici, per entrare nella forbice in rollata veniva<br />

prescritta una cabrata in candela. Questo è il metodo più efficace dal punto di vista energetico per convertire un<br />

eccesso di energia in altitudine; ma questo è un lusso che potrebbe non essere sempre concesso al pilota del<br />

caccia energetico, soprattutto contro un avversario dotato di missili. La maggiore portata e i requisiti di<br />

puntamento più larghi di queste armi potrebbero consentire al caccia angolare di tirar su il muso, puntare e<br />

lanciare ancora prima che il caccia energetico possa completare la sua candela. Una tecnica per impedire tutto<br />

questo richiede di sostituire una cabrata a spirale, illustrata nella figura 3-10, a quella con le ali livellate. Dopo<br />

avere disperso l’energia del bandito, e dopo aver deciso di scambiare della velocità per un vantaggio di quota<br />

(punto “1”), il tattico energetico dovrebbe cominciare a tirare il muso del suo caccia sempre più in alto, in<br />

maniera concreta, continuando a virare in direzione muso-coda. Questo costringe il caccia angolare (bandito) a<br />

virare considerevolmente più lontano per puntare il suo bersaglio. Il pilota energetico deve osservare<br />

attentamente il bandito da sopra la spalla interna, e monitorarne con attenzione la posizione del muso.<br />

Inizialmente ci si può aspettare che il bandito tenti di seguire il caccia energetico nella spirale, tirando<br />

continuamente il muso in alto e intorno verso il suo bersaglio, e potrebbe sembrare che guadagni degli angoli.<br />

Ma alla fine, quando la spirale si stringe, il guadagno angolare del bandito prenderà a rallentare, e poi il suo<br />

angolo di cabrata sembrerà stabilizzarsi (punto “2”). Questa è un’indicazione del fatto che il bandito non ha più<br />

la velocità necessaria per tener su il muso per puntare il suo bersaglio, ed è l’indizio per il tattico energetico del<br />

fatto che adesso è al sicuro per drizzare la sua cabrata fin quasi in verticale, e per cercare una posizione sopra e<br />

dietro al bandito.<br />

Questo si fa livellando le ali e cabrando verso la verticale pura. Il bandito potrà quindi essere riacquisito<br />

sopra la spalla opposta, e l’angolo di rollata e la direzione di volo potranno essere aggiustati per portare il<br />

93


caccia energetico in una posizione sopra e dietro all’avversario (punto “3”). Una posizione simile rende<br />

estremamente difficile per il bandito mantenere la visuale.<br />

94


Se nel frattempo il bandito dovesse tener su il muso e continuare a virare, il caccia energetico potrà<br />

continuare la sua candela per conseguire il massimo vantaggio di quota, restando scarico il più possibile.<br />

Avvicinandosi alla sommità della sua candela, il pilota del caccia energetico lascia cadere il muso, punta sul<br />

bersaglio, e spara (punto “4”). Anche se il tiro disponibile a questo punto è ad un’elevata angolazione, il<br />

bandito dovrebbe essere lentissimo, incapace di cabrare verso il missile, e troppo lento per presentare al missile<br />

un problema di inseguimento, anche a 90° dalla coda. Finché il missile può acquisire il bersaglio, le probabilità<br />

di un centro di solito sono elevate. In ogni caso, la manovra difensiva del bandito lo metterà indubbiamente in<br />

una posizione vulnerabile per un tiro successivo.<br />

Il coordinamento temporale dell’inversione in verticale del caccia energetico dipende da molti fattori,<br />

inclusi la portata minima e massima dei missili, le probabilità di acquisizione del bersaglio da parte del missile<br />

al crescere dell’angolo, e il raggio di virata degli aerei. L’ultimo di questi fattori comporta la possibilità di un<br />

95


pericoloso sorpasso verticale nel caso che il bersaglio non venga distrutto, quindi è desiderabile almeno una<br />

separazione minima dei raggi di virata prima di mettere giù il muso. Se dovesse verificarsi un sorpasso simile,<br />

sarà necessario che il tattico energetico effettui un’estensione muso-coda per sganciarsi o per ricominciare le<br />

tattiche energetiche. Se in un qualsiasi momento durante la cabrata in candela il muso del bandito cade, è spesso<br />

necessario terminare la cabrata, puntare e sparare rapidamente prima che il bersaglio oltrepassi la portata<br />

massima. La tecnica di inversione in verticale dipende molto dalle caratteristiche di manovrabilità dell’aereo (la<br />

tecnica di inversione in verticale viene trattata in dettaglio nel capitolo seguente).<br />

Questo esempio reale della tecnica di cabrata in spirale si trova in Thunderbolt! del Maggiore Robert S.<br />

Johnson.<br />

L’abitudine portò la mia testa a girarsi intorno per guardarmi dietro. Appena in tempo per veder balzare<br />

un Focke-Wulf, con le .30 che saettavano dal muso. La mia mano sinistra serrò in avanti con violenza sulla<br />

manetta, la mano destra diede uno strattone indietro e a sinistra sulla barra, il cuore mi andò in testa e il<br />

Thunderbolt balzò in su. Feci correre il Barile in una stretta virata a sinistra in cabrata, restando giusto sopra e<br />

davanti al Focke-Wulf che mi inseguiva… Per colpirmi, il [tedesco] doveva prima virare al mio interno, e poi<br />

trascinare su il muso per mettere le sue pallottole davanti a me. Il Focke-Wulf semplicemente non ce la faceva.<br />

A 8.000 piedi andò in stallo mentre il Thunderbolt ruggiva tranquillamente; mi rovesciai e mi agganciai alla sua<br />

coda.<br />

96<br />

Comparazione delle Tattiche Energetiche e Angolari<br />

Ancora una volta, la maggior parte dei commenti fatti nella sezione sulle sole mitragliatrici si applicano a<br />

questo caso, eccetto per il fatto che le tattiche energetiche sono più pericolose in questo ambiente. Anche se in<br />

questo scenario sono più difficili, le tattiche angolari sono ancora efficaci, e offrono l’ulteriore vantaggio di una<br />

posizione offensiva per tutto lo scontro.<br />

Non bisogna pensare che si debba sempre essere il primo ad attaccare senza riguardo per la situazione e le<br />

circostanze, ma allo stesso tempo è generalmente desiderabile essere colui che dà inizio all’attacco e quindi<br />

mette l’avversario in posizione difensiva.<br />

Miyamoto Musashi<br />

Solo Missili Ogni-Aspetto<br />

Come detto nel capitolo sugli armamenti, i missili per tutti gli aspetti impiegano in genere la guida radar o<br />

IR e possono essere lanciati contro il bersaglio da qualsiasi direzione. Le prestazioni di entrambi questi sistemi<br />

di guida di solito vengono migliorate quando l’arma guarda al bersaglio verso l’alto con lo sfondo di un cielo<br />

limpido. Seppure tecnicamente capaci per ogni aspetto, la maggior parte di queste armi va meglio in certe<br />

situazioni che in altre, con l’aspetto al traverso che di solito provoca le difficoltà maggiori. Come con altri<br />

missili, anche questi hanno dei limiti di portata massima e minima e dei requisiti di puntamento. Anche se molti<br />

missili per ogni aspetto hanno anche la capacità di puntare fuori asse, la guida è solitamente ottimizzata quando<br />

il missile viene lanciato entro pochi gradi dalla LOS del bersaglio (spesso con un lieve anticipo); quindi ai fini<br />

di questa sezione assumeremo che i missili per ogni aspetto si limitino a un lancio lungo l’asse.<br />

Inerente alla capacità per ogni aspetto è l’opportunità di un tiro nella regione anteriore prima del primo<br />

passaggio dello scontro, possibilmente ancor prima di raggiungere la portata visiva. Ipotizzando che sia<br />

disponibile tale opportunità, non bisogna lasciar passare questo tiro, specialmente perché un avversario<br />

equipaggiato nella stessa maniera potrebbe non esitare.<br />

Un missile in aria prima del passaggio stabilisce una situazione psicologica fra i combattenti, che pone<br />

immediatamente il pilota dell’aereo bersaglio in un atteggiamento mentale difensivo. Inoltre, un tiro del genere<br />

deve essere onorato da una manovra difensiva che quasi certamente rompe i piani del difensore, e di solito pone<br />

l’aereo lanciatore in posizione offensiva con un’energia maggiore del suo avversario ancor prima che abbiano<br />

inizio le manovre. Tuttavia, dato che la manovra è il tema centrale di questa sezione, si assumerà che nessuno<br />

dei due aerei abbia la possibilità di lanciare prima del primo passaggio.


In un ingaggio visivo con missili per ogni aspetto, i requisiti di portata minima e puntamento sono di<br />

solito i più difficili da soddisfare. Ancora una volta, queste restrizioni si oppongono l’una all’altra, poiché i<br />

soliti requisiti di puntamento lungo l’asse o con anticipo tendono a ridurre la separazione.<br />

Il Combattimento Angolare<br />

Le tattiche descritte per gli AAM RQ, che sono semplicemente una versione meno capace delle armi di<br />

questo scenario, sono ampiamente applicabili e risulteranno come prima in posizioni di lancio nell’emisfero<br />

posteriore. Tuttavia, una migliore capacità nell’aspetto rende l’involucro di lancio più facile da raggiungere e<br />

risulta in meno opportunità di tiro perdute.<br />

Facendo riferimento alla figura 3-1, la prima fase del combattimento angolare raccomandata sia per le<br />

mitragliatrici che per i missili RQ, un tiro per un missile ogni-aspetto potrebbe essere disponibile fra i punti “3”<br />

e “4”. Ci si può attendere che la separazione fra gli aerei a questo punto sia pari al raggio di virata di un caccia,<br />

il che potrebbe soddisfare i requisiti di portata minima di lancio di alcuni missili quando sono impiegati da certi<br />

caccia.<br />

La metà del gioco di questo combattimento angolare, come mostrato dalla figura 3-7, potrebbe fornire<br />

anch’essa un’opportunità di lancio al punto “5”. Anche se è probabile che la separazione in questo punto sia<br />

minore della portata minima nominale, la tipica lentezza e carenza di mano0vrabilità del caccia più in alto in<br />

questa situazione potrebbe renderlo vulnerabile.<br />

La fine di questo ingaggio, la figura 3-8, rimane la stessa del caso dei missili RQ, tranne per il fatto che è<br />

consentito un maggiore AOT per il lancio. Qui bisogna notare che la posizione finale di tiro prodotta da queste<br />

tattiche è un tiro verso il basso, probabilmente con una chiusura negativa (ovvero una distanza crescente). Tali<br />

parametri possono causare problemi per molti missili ogni-aspetto, in particolare quelli a guida radar.<br />

Anche se possono essere efficaci, queste tattiche non ottengono il massimo dei vantaggi dalle capacità dei<br />

missili ogni-aspetto. La figura 3-11 mostra un approccio un po’ più pulito. Qui la virata muso-coda viene<br />

impiegata per generare la separazione necessaria a soddisfare i limiti di portata minima del missile. Al punto<br />

“1” i caccia si incontrano nell’approccio standard dalla regione anteriore. Una separazione laterale minima e un<br />

vantaggio angolare al passaggio sono l’ideale per questo metodo. Quando gli aerei si incrociano, il caccia<br />

angolare comincia una virata muso-coda attraverso le ore sei del bandito.<br />

Fra gli istanti “1” e “2”, bisogna monitorare attentamente l’aspetto dell’avversario, e il caccia angolare<br />

deve virare abbastanza vigorosamente per eguagliare il rateo di virata del bandito. Raggiungendo il punto “2”,<br />

una posizione neutra con un aspetto del bersaglio di circa 90°, il pilota del caccia angolare comincia una virata<br />

al massimo delle prestazioni per puntare sul bersaglio il più rapidamente possibile. Il segmento della manovra<br />

fra i punti “2” e “3” può essere effettuato obliquamente col muso in basso per fornire un lancio verso l’alto al<br />

punto “3”, se si desidera un tiro del genere.<br />

Al punto “2” di questa manovra, il caccia angolare richiede la velocità in grado di massimizzare il suo<br />

rateo medio di virata (ovvero minimizzare il tempo richiesto) fra quell’istante e il punto “3”. Anche se la<br />

velocità d’angolo porta il massimo rateo di virata istantaneo, molti caccia non possono sostenere questa velocità<br />

per più di pochissimi gradi di virata. Di solito per questo motivo è desiderabile una velocità un po’ superiore. Il<br />

tipico arco dal punto “2” al punto “3” è di circa 135°, quindi la velocità migliore al punto “2” può essere<br />

determinata dai progettisti o sperimentalmente come quella velocità iniziale che minimizza il tempo per una<br />

virata livellata di questa magnitudo. Il pilota dovrebbe conoscere la velocità ideale per un dato peso,<br />

configurazione e altitudine alla massima potenza. Generalmente, un aumento del peso, della resistenza<br />

aerodinamica o della quota richiedono una maggiore velocità iniziale.<br />

Arrivare al punto “2” con una velocità ideale non è un affare semplice, poiché la velocità in quel punto<br />

dipende dalla velocità iniziale al passaggio (punto “1”) e dalla manovra fra i punti “1” e “2”. Dato che i caccia<br />

possono rallentare più facilmente di quanto possano accelerare nel corso di pesanti manovre, di norma è<br />

consigliabile per il caccia angolare avere un eccesso di velocità al passaggio iniziale. Se con questa velocità<br />

superiore non si riesce a uguagliare il rateo di virata del bandito fra i punti “1” e “2”, è possibile impiegare una<br />

riduzione di potenza, gli aerofreni o una cabrata per ridurre la velocità e accrescere le prestazioni di virata. È<br />

essenziale che il caccia angolare giunga al punto “2” almeno con angolo neutro.<br />

97


La scelta dei piani di manovra dal punto “2” al punto “3” dipende ampiamente dalla velocità del caccia al<br />

punto “2”.<br />

A questo punto bisognerà avere eliminato qualsiasi eccesso di velocità, ma a volte brusche manovre del<br />

bandito fanno sì che il caccia angolare giunga al punto “2” con una velocità all’aria minore di quella desiderata.<br />

Questo deficit può essere parzialmente colmato da una virata obliqua col muso in basso, ma bisogna prendere<br />

un paio di precauzioni. Qualsiasi differenza di quota causata da tale manovra risulta in maggiori requisiti di<br />

virata per mettere il muso sul bersaglio, ritarda il tiro, e riduce la separazione fra gli aerei. Un altro fattore è la<br />

difficoltà nel mantenere il piano di manovra. Così come la distanza più breve fra due punti è una linea retta, la<br />

virata più breve fra i punti “2” e “3” è un piano di manovra costante.<br />

Quando il suo aereo vira fuori dal piano di manovra del bersaglio, è difficile per il pilota prevedere il<br />

piano finale di attacco al punto “3”, e quindi quel piano non può essere stabilito in maniera affidabile al punto<br />

“2”. Qualsiasi errore di calcolo risulta nella necessità di una maggiore virata e in una separazione ridotta al<br />

lancio. A causa di queste complicazioni di solito è meglio tenere il vettore portanza sul bandito per tutto il corso<br />

della manovra dal punto “1” al punto “3”, senza riguardo per le scelte di manovra del bersaglio. Al punto “2”<br />

può stabilirsi una lieve differenza nei piani di manovra per compensare una velocità inferiore a quella<br />

desiderata o per fornire un tiro leggermente verso l’alto.<br />

La procedura appena descritta fornisce tipicamente una separazione fra gli aerei pari a circa due volte il<br />

raggio di virata del caccia. La separazione reale al lancio tuttavia dipende ampiamente dal livello della manovra<br />

del bandito. Se l’avversario vira la massimo delle sue prestazioni per tutto lo scontro, e il caccia angolare<br />

eguaglia tali prestazioni come prescritto, la separazione sarà minima o inesistente. La capacità di puntamento<br />

fuori dall’asse è preziosa per aumentare la separazione al lancio in questa manovra, poiché il missile può essere<br />

lanciato prima che il caccia angolare completi la virata.<br />

Se il missile manca il bersaglio al punto “3”, il caccia angolare può trovarsi con un considerevole<br />

svantaggio energetico, a seconda della manovra difensiva del bersaglio. Se dopo questo tiro a vuoto il pilota del<br />

caccia angolare non ha una posizione offensiva, dovrà superare il bandito con una separazione minima delle<br />

linee di volo e quindi cominciare una manovra di estensione muso coda per guadagnare una certa separazione<br />

per sfuggire. Non è raccomandato tornare a scontrarsi con un bandito munito di missili ogni-aspetto.<br />

Un’altra tattica angolare vitale per i missili ogni-aspetto implica la tattica testa a testa descritta per scenari<br />

con altre armi, attraverso la quale il tattico angolare cerca di guadagnare un piccolo vantaggio angolare a ogni<br />

passaggio. insieme al guadagno angolare a ogni virata, anche la separazione fra gli aerei nell’istante in cui<br />

l’aereo è preso di mira lungo l’asse tende ad aumentare durante la serie di virate testa a testa. Una volta<br />

conseguito un vantaggio angolare di circa 90°, la separazione fra gli aerei al momento del puntamento lungo<br />

l’asse dovrebbe essere equivalente all’incirca al raggio di virata di un caccia. Questo metodo è generalmente<br />

inferiore alla tattica muso-coda, poiché prende più tempo e di solito genera meno separazione per il tiro.<br />

Tuttavia facilita la conservazione della visuale dell’avversario, poiché viene ridotta la separazione massima, e<br />

rende anche più difficoltosa la fuga per il bandito.<br />

Qualunque metodo si scelga, a meno che l’arma non abbia un requisito di portata minima davvero piccolo<br />

o il caccia abbia un raggio di virata molto ampio, è verosimile che la separazione per il lancio spinga i requisiti<br />

di portata minima al punto di mira lungo l’asse. Se ci sono delle funzioni del sistema d’arma che devono essere<br />

eseguite prima del lancio (come acquisizione radar, aggancio e ritardi nel tiro), di solito bisogna trovare dei<br />

98


modi per completarle prima del punto di mira longitudinale. Qualsiasi ritardo oltre questo punto può significare<br />

una opportunità di tiro perduta. Con limiti di portata minima lunghi, raggi di virata piccoli, o ritardi inevitabile<br />

del sistema d’arma, il tattico angolare potrebbe essere costretto a usare le tattiche angolari più convenzionali<br />

raccomandate per le armi limitate alla regione posteriore. Se è così, la piena potenzialità dei missili ogni-aspetto<br />

può essere utilizzabile in questo scenario solo in situazioni di approccio dalla regione anteriore (prima del<br />

primo passaggio) o quando il caccia angolare comincia lo scontro con un vantaggio di posizione.<br />

Il Combattimento Energetico<br />

Le tecniche energetiche descritte per gli scenari precedenti offrono all’avversario un temporaneo<br />

vantaggio di posizione angolare, in cambio di una riduzione della sua velocità. Anche se la virata muso-coda è<br />

ideale per questo processo, i missili per ogni-aspetto possono rendere questa tattica inutilizzabile perché le<br />

maggiori separazioni previste fra gli aerei potrebbero consentire all’avversario di soddisfare i propri requisiti di<br />

portata minima, come mostrato nella figura 3-11. Il tattico energetico potrebbe quindi essere costretto a usare la<br />

meno efficiente procedura testa a testa (figura 3-4). In certi casi, anche la separazione consentita da questo<br />

metodo potrebbe non essere accettabile. Mentre un tiro con la mitragliatrice dall’emisfero anteriore può essere<br />

sventato di solito da un rapido scarto fuori dal piano di brevissima durata, un missile per ogni aspetto deve<br />

essere onorato con una manovra difensiva radicale che deve essere continuata finché l’arma sembra avere la<br />

benché minima possibilità di guida. Una manovra del genere pone quasi invariabilmente il caccia energetico in<br />

posizione difensiva e lo rende estremamente vulnerabile a un secondo tiro da parte del bandito. Inoltre, una<br />

volta che l’avversario ha un sostanziale vantaggio di posizione (e di solito bisogna concedere questo vantaggio<br />

per assicurarsi un vantaggio di velocità adeguato per il caccia energetico), la capacità di portata massima e<br />

ogni-aspetto di queste armi rendono quasi impossibile la fuga tramite estensioni muso-coda per caccia simili.<br />

Ipotizzando che le capacità di portata minima dei missili implicati precludano delle opportunità di lancio<br />

durante le virate testa a testa, le tattiche energetiche potrebbero essere un’opzione accettabile per questo<br />

scenario. Come nello scenario coi missili RQ, la manovra di cabrata in candela del caccia energetico potrebbe<br />

dover essere modificata in una spirale ascendente, come mostrato dalla figura 3-10. A causa dell’inefficienza<br />

energetica inerente alle virate testa a testa e alla manovra di candela in spirale, è difficile conseguire un<br />

vantaggio di quota sufficiente contro un caccia simile per evitare un sorpasso in verticale in caso di tiro a vuoto.<br />

Coi missili ogni-aspetto, il pilota del caccia energetico può permettersi il lusso di una forbice in rollata dopo<br />

tale sorpasso, poiché l’avversario potrebbe avere un vantaggio angolare piuttosto grande. Invece di norma, dopo<br />

un tiro a vuoto, il tattico energetico dovrebbe tentare la fuga con l’uso di un’estensione muso-coda, come<br />

rappresentato nella figura 3-12. Questo può essere fatto picchiando verso la posizione a ore sei del bandito<br />

(punto “2”), quindi iniziando un graduale recupero in rullata, virando leggermente al contempo in direzione<br />

muso-coda nel tentativo di raggiungere una rotta approssimativamente a 180° da quella del bandito (punto “3”).<br />

Durante il recupero, bisogna avere cura di non incrociare la coda del bandito, poiché questo incoraggerebbe il<br />

pilota avversario a invertire la direzione della propria virata. Se il bandito inverte, anche il caccia energetico<br />

deve invertire per ristabilire la condizione muso-coda, e poi continuare l’estensione. Il recupero graduale va<br />

proseguito finché il caccia energetico non raggiunge un assetto di lieve picchiata, e nel frattempo il pilota deve<br />

concentrarsi per accelerare rapidamente al fine di guadagnare separazione, virando solo quel tanto che basta a<br />

mantenere la visuale del bandito lontano nella regione posteriore. Questa accelerazione in picchiata deve essere<br />

proseguita per ottenere la massima velocità alla minima quota possibile per restringere l’involucro dei missili<br />

dell’avversario. Il pilota che estende deve cercare di mantenere la visuale dell’avversario il più a lungo<br />

possibile, e tornare indietro solo se viene osservato il lancio di un missile entro i limiti apparenti della portata.<br />

Questa tecnica costringe il bandito ad effettuare virate maggiori di 180° (dopo il punto “2”) per porre il proprio<br />

muso sul caccia energetico, dando spesso il tempo sufficiente per allontanarsi oltre i limiti della portata.<br />

Confronto fra Tattiche Energetiche e Angolari<br />

Le opportunità di tiro offerte dalle tecniche energetiche di solito implicano condizioni di visuale verso il<br />

basso. Al contrario, quelli presentati all’avversario sono più spesso tiri verso l’alto, più desiderabili per la<br />

maggior parte delle armi. Le armi con capacità di puntamento fuori dall’asse longitudinale presentano un<br />

pericolo ancora maggiore per un caccia energetico. Considerando tutti i pericoli e gli svantaggi delle tattiche<br />

energetiche in questo scenario, queste non sono raccomandate, poiché le tattiche angolari offrono maggior<br />

possibilità di successo.<br />

99


Scenari con più Armi<br />

Piuttosto spesso, i caccia moderni sono equipaggiati con più di una classe di armi, il più delle volte un<br />

cannone in combinazione con missili RQ o ogni-aspetto. Questa situazione nell’armamento costringe il tattico a<br />

decidere quale involucro desideri soddisfare; ovvero, quale sarà la sua arma principale.<br />

Mitragliatrici e Missili per Regione Posteriore.<br />

Come detto nella sezione sui missili RQ, l’involucro per il tiro non mirato con la mitragliatrice è<br />

notevolmente più facile da soddisfare quando un caccia si scontra con un avversario simile. Per questo motivo è<br />

raccomandabile che la mitragliatrice venga considerata l’arma principale per questo scenario, con la grande<br />

portata dei missili che serve a precludere la possibilità che l’avversario si allontani e fugga.<br />

Sia il metodo energetico che angolare descritti nella sezione con le sole mitragliatrici possono essere<br />

efficaci, con le tattiche angolari probabilmente preferibili a meno che il pilota non abbia un esteso<br />

addestramento nelle tattiche energetiche.<br />

In molti casi, il vantaggio relativo al primo passaggio determinerà la scelta migliore per la tattica. Una<br />

volta che il caccia abbia raggiunto una posizione ragionevole per il tiro non mirato, il bandito potrebbe essere<br />

più preoccupato di manovrare per evitare le armi del suo avversario che del proprio aereo, il che di solito porta<br />

a ulteriori vantaggi offensivi per l’attaccante. Dopo che il caccia avrà un sostanziale vantaggio di posizione,<br />

diventerà molto difficile per il bandito guadagnare una separazione sufficiente per tentare di sfuggire al lancio<br />

di un missile. Tale lancio costringe quindi il bandito a virare verso l’attaccante per evitare il missile,<br />

riportandosi alla portata delle sue mitragliatrici. Questo processo continua finché il bandito non ha più l’energia<br />

per evitare il tiro delle mitragliatrici o per evitare i missili.<br />

Mitragliatrici e Missili Ogni-aspetto<br />

In questo caso la scelta dell’arma principale dipende ampiamente dalle qualità del missile nel campo della<br />

manovra, o dalla sua “compatibilità al dogfighting”. Un missile dogfight-compatibile ha una portata minima<br />

piccola rispetto al raggio di virata dei caccia (ovvero, meno di due volte il raggio di virata contro bersagli<br />

manovranti nella regione anteriore), un ritardo di sistema minimo o nullo una volta soddisfatto l’involucro, e<br />

una capacità di puntamento fuori asse utilizzabile in situazioni di manovra altamente dinamiche. Questi missili<br />

sono di solito preferibili alle mitragliatrici, principalmente per una maggiore letalità. Tuttavia, se il missile non<br />

ha almeno due di queste tre qualità, l’involucro del tiro non mirato potrebbe essere più facile da soddisfare di<br />

quello del missile. In questo caso la mitragliatrice potrebbe essere l’arma principale, e il missile potrebbe fare<br />

da deterrente alla fuga, come con le armi RQ.<br />

100


Quando il missile ogni-aspetto è compatibile con l’ambiente di manovra, diventa l’arma prediletta. In<br />

questo caso andrebbero adoperate le tattiche angolari, preferibili alla procedura muso-coda illustrata nella figura<br />

3-11. Senza riguardo per la scelta di questo metodo o di una delle tecniche testa a testa, un missile dovrebbe<br />

essere lanciato alla prima opportunità, anche se la separazione fosse marginale. Tale lancio potrebbe avere<br />

successo, ma anche se non lo avesse, la manovra difensiva del bersaglio lo pone di solito in una posizione<br />

molto vulnerabile per un successivo tiro con la mitragliatrice.<br />

Armi Diverse<br />

Finora in questo capitolo si è ipotizzato che gli avversari avessero un armamento identico. Anche se<br />

questa è una situazione molto verosimile con aerei simili, non sempre è vera. Problemi nei rifornimenti,<br />

esaurimento delle munizioni, o guasti al sistema, per esempio, possono risultare in capacità diverse negli<br />

armamenti. In questa sezione si indagano le combinazioni di armi più comuni.<br />

Mitragliatrici contro Missili per Regione Posteriore.<br />

Dato che la mitragliatrice è un’arma per combattimento ravvicinato e il missile ha in genere una portata<br />

superiore, è vantaggioso per il pilota del caccia dotato di sole mitragliatrici restare il più vicino possibile al suo<br />

avversario dotato di missili. Le tattiche angolari delineate nella sezione per le sole mitragliatrici servono a tale<br />

scopo meglio dei metodi energetici qui descritti. Poiché i parametri per il tiro non mirato con le mitragliatrici<br />

sono di solito più facili da soddisfare di quelli dei missili RQ, il caccia con le sole mitragliatrici potrebbe avere<br />

qualche vantaggio in questo scenario. Il caccia equipaggiato di missili, tuttavia, avrà le possibilità migliori per<br />

sganciarsi in sicurezza da situazioni difensive. Il mitragliere potrebbe avere la vita più difficile con la<br />

separazione, a meno che non si sganci da una posizione di vantaggio.<br />

A scopo difensivo, dall’altro lato, il pilota del caccia coi missili vorrà mantenere la propria velocità e<br />

separazione dal caccia con le mitragliatrici. Le tattiche energetiche sono ideali allo scopo. Il pilota del caccia<br />

coi missili dovrebbe quindi tentare di esaurire l’energia del suo avversario, e quindi iniziare una manovra di<br />

cabrata in candela per acquisire un vantaggio.<br />

Nel caso in cui il caccia coi missili sia anche equipaggiato di mitragliatrici, il suo pilota dovrebbe ancora<br />

impiegare le tattiche energetiche, per la sicurezza aggiuntiva implicita nella velocità più elevata, una maggiore<br />

separazione dalle armi dell’avversario, e migliori opportunità di sganciarsi. La mitragliatrice, tuttavia, dovrà<br />

essere la sua arma principale, poiché i suoi parametri saranno più facili da soddisfare. Il missile diventa poi il<br />

mezzo per impedire la fuga dell’avversario.<br />

Mitragliatrici contro Missili Ogni-aspetto<br />

Anche in questo scenario, il pilota armato di mitragliatrici dovrà restare vicino al suo avversario armato di<br />

missili per negargli la separazione per la portata minima. A tale scopo vanno adoperate esclusivamente le<br />

tattiche angolari e le manovre testa a testa. Se il caccia dotato di missili inverte la rotta al passaggio per creare<br />

una situazione muso-coda come quella rappresentata in figura 3-11, il pilota dotato di mitragliatrici dovrà<br />

prendere una decisione rapida. La scelta è fra estendere e disimpegnarsi, continuare la manovra muso-coda, o<br />

invertire la rotta per riavviare la situazione testa a testa. La scelta migliore dipende principalmente da quando il<br />

bandito inverte e dalle capacità del suo sistema d’arma nell’am-bito della manovra. L’opzione del disimpegno è<br />

disponibile di solito se il passaggio avviene con un elevato TCA e se il pilota dotato di mitragliatrici ha una<br />

buona velocità. Virando solo quel tanto che basta per tenere il bandito nella visuale, picchiando a bassa quota, e<br />

accelerando alla massima velocità, il pilota dotato di mitragliatrici di solito può superare i limiti della portata<br />

massima. La direzione in cui punta al momento del passaggio può avere una certa importanza, perché il pilota<br />

dotato di mitragliatrici potrebbe non voler rischiare di dover tornare indietro e incrociare il caccia dotato di<br />

missili per tornare alla base.<br />

Anche la continuazione della manovra muso-coda può essere un’opzione per il pilota dotato di<br />

mitragliatrici in una situazione simile. Virando al massimo rateo, il pilota dotato di mitragliatrici di norma può<br />

ridurre la separazione al di sotto della portata minima prima che il caccia dotato di missili possa prendere la<br />

mira. Ma quando l’armamento del bandito è altamente compatibile con l’ambiente manovriero (come definito<br />

in precedenza), e in particolare se ha capacità utili di mira fuori dall’asse, questa potrebbe essere un’opzione<br />

101


pericolosa. Anche un’inversione immediata da parte del pilota armato di mitragliatrici per ricreare la condizione<br />

di testa a testa, potrebbe consentire all’avversario un tiro con un’arma del genere.<br />

Qui il disimpegno potrebbe essere l’opzione da preferire.<br />

Un breve ritardo nell’inversione del caccia dotato di missili, o una seconda inversione, alterano la<br />

situazione in maniera considerevole. Una volta ben stabilito in una direzione di virata, il pilota armato di<br />

mitragliatrici deve disimpegnarsi o continuare in quella direzione, anche se ciò risultasse in una condizione<br />

muso-coda. Una virata testa a testa ritardata da parte del pilota dotato di mitragliatrici potrebbe generare una<br />

grossa separazione, consentendo al pilota dotato di missili di soddisfare i suoi requisiti di portata minima.<br />

Per quanto riguarda le tattiche per il caccia armato di missili in questo scenario, sia le tattiche angolari che<br />

energetiche sono adoperabili. Il metodo angolare della figura 3-11 è probabilmente preferibile, poiché è più<br />

veloce, assoggetta il caccia armato di missili a meno tiri non mirati da parte del caccia dotato di mitragliatrici, e<br />

fa pieno uso della capacità ogni aspetto disponibile. Ovviamente, se possibile, il caccia dotato di missili dovrà<br />

tirare frontalmente contro il bandito prima del primo passaggio.<br />

Poiché è probabile che il caccia armato di mitragliatrici tenti una manovra testa a testa al passaggio,<br />

lasciargli una certa separazione laterale (fino a circa un quarto del raggio di virata) potrebbe incoraggiare invece<br />

una virata muso-coda, poiché una virata dalla parte opposta potrebbe dare al caccia armato di missili un<br />

vantaggio angolare. Un altro trucco che potrebbe rivelarsi utile in questa situazione è una “finta” virata.<br />

Avvicinandosi al passaggio, il pilota del caccia dotato di missili può sbandare bruscamente verso il pilota dotato<br />

di mitragliatrici, usando il timone al massimo per tenere il muso livellato, ma virando poco o niente. Vedendo<br />

ciò, è probabile che il pilota dotato di mitragliatrici viri in direzione opposta rispetto a quello armato di missili<br />

per creare una situazione di testa a testa. In questo caso, non appena si verifica il passaggio e il caccia armato di<br />

missili si trova fuori dalla visuale sul lato ventrale del suo avversario, il pilota potrà invertire per stabilire una<br />

virata muso-coda, come desiderato. Abbastanza spesso questa tattica farà perdere completamente la visuale al<br />

pilota del caccia armato di mitragliatrici. In ogni caso, quando comprenderà la situazione sarà di solito troppo<br />

tardi perché posa invertire nel testa a testa senza incrementare ancora di più la separazione.<br />

In questo scenario il pilota del caccia dotato di missili può adoperare anche le tattiche energetiche, dato<br />

che il suo avversario presenta una minaccia ridotta senza capacità missilistica. Le tecniche coinvolte sono<br />

quelle descritte nelle sezioni con le sole mitragliatrici e con i soli missili. In questo caso, tuttavia, il caccia<br />

armato di missili ha la possibilità aggiuntiva di tiri contro l’emisfero frontale da posizioni opposte nella forbice<br />

in rollata. La massima possibilità che ciò avvenga si verifica quando il caccia dotato di missili giunge alla<br />

sommità delle sue manovre verticali e punta in basso verso il caccia dotato di mitragliatrici che ha appena<br />

cominciato a cabrare.<br />

La precedente trattazione è valida anche per altre combinazioni di armamenti. Ad esempio, se il caccia<br />

armato di mitragliatrici avesse anche dei missili RQ, le tattiche rimarrebbero essenzialmente immutate, ma i<br />

missili tenderebbero a restringere le possibilità di sganciamento dell’avversario. In maniera simile, l’inclusione<br />

di mitragliatrici e missili RQ nell’arsenale del caccia armato di missili ogni-aspetto probabilmente non altererà<br />

le tattiche del suo pilota se le armi ogni-aspetto sono compatibili col dogfight. Tuttavia, con un missile ogniaspetto<br />

meno capace, la mitragliatrice potrebbe essere l’arma più efficace in questo ambiente. Una situazione<br />

simile fa pendere le tattiche ideali a favore di quelle descritte nella sezione per le sole mitragliatrici.<br />

102<br />

Manovre Difensive<br />

Se pensate “Ecco un maestro di… [tattica]”, perderete sicuramente.<br />

Miyamoto Musashi<br />

Tutti gli scenari considerati fino a questo punto hanno assicurato essenzialmente partenze uguali, sia per<br />

angoli che per energia, per entrambi i caccia. Ovviamente non sarà sempre così. Quando si parte con un<br />

vantaggio sull’avversario, il corso dell’azione è abbastanza semplice: il vantaggio deve essere spinto, usando le<br />

tattiche angolari o energetiche secondo le necessità, finché non si vince il combattimento, o si perde il<br />

vantaggio, o si richiede uno sganciamento, possibilmente per considerazioni sul carburante. Quando un pilota<br />

riconosce di avere un vantaggio e poi lo perde, ha perso il combattimento anche se lui e il suo avversario sono<br />

ancora neutrali. Questo è il momento migliore per lui per comprendere che ha di fronte un avversario superiore<br />

ed eseguire immediatamente un “bugout” [fuga]. Una volta stabilita una tendenza in un ACM uno contro uno, è<br />

raro che questa venga rovesciata senza un grave errore da parte del pilota vincente. Non è salutare puntare tutto<br />

sui futuri errori di un avversario. È molto più saggio ammettere che quel tipo potrebbe essere il Barone Rosso,


sganciarsi finché c’è ancora un’opportunità, e tornare un altro giorno, quando potrà essere sorpreso e colpito<br />

alla schiena. I giorni dei cavalli bianchi della cavalleria sono finiti con Re Artù.<br />

Il mio sistema era sempre di attaccare il [nemico] quando era in svantaggio se possibile, e se ero attaccato<br />

in svantaggio di solito interrompevo il combattimento, perché secondo la mia opinione i [tedeschi] in aria<br />

devono essere battuti al [loro] stesso gioco, che è l’astuzia. Credo che il modo corretto di dare battaglia sia di<br />

abbattere il maggior numero possibile di nemici col minimo di rischi, spese e perdite dalla propria parte… Odio<br />

abbattere una [vittima] senza che mi veda, perché anche se questo metodo va d’accordo con la mia dottrina, è<br />

contrario a quel po’ di spirito sportivo che mi è rimasto… Al contempo, quando si viene presi in posizione di<br />

svantaggio, e si è costretti a combattere, bisogna sempre… combattere a più non posso, perché per quanto<br />

riguarda il combattimento aereo coi [tedeschi], niente è efficace come l’audacia, e il [nemico] viene preso in<br />

contropiede quando si mostra audacia.<br />

Maggiore James T.B. McCudden, RAF<br />

57 vittorie, 1ª Guerra mondiale<br />

Anche se nessun vero pilota da caccia lo ammetterebbe, è possibile anche cominciare un combattimento<br />

in svantaggio, o trovarsi in tale situazione durante uno scontro. Questa è la situazione che “divide gli uomini dai<br />

ragazzi”, e richiede il massimo delle capacità e dell’astuzia.<br />

Il pilota, dopo aver riconosciuto di essere in svantaggio (e un pilota da caccia di successo deve essere in<br />

grado di riconoscere tale situazione), deve definire il tipo e la dimensione di tale svantaggio. Uno svantaggio<br />

angolare è abbastanza facile da vedere: il caccia che ha il muso puntato più vicino al proprio avversario ha il<br />

vantaggio angolare. La dimensione di questo vantaggio è semplicemente la differenza fra le virate richieste a<br />

ciascun caccia per puntare contro l’altro. Come spiegato in precedenza, la dimensione di questo vantaggio<br />

angolare è più facile da definire quando un caccia punta direttamente contro l’altro (il suo AON è pari a zero),<br />

poiché questo lascia un solo angolo da stimare.<br />

Un vantaggio energetico può essere molto più difficile da riconoscere e definire di un vantaggio angolare.<br />

Un vantaggio energetico può avere la forma di un eccesso di velocità, di quota, o di entrambe. Un vantaggio di<br />

quota è facile da vedere, ma determinare un vantaggio energetico complessivo può essere difficile a causa della<br />

possibile differenza di velocità fra i due caccia. In particolare nelle situazioni a bassa velocità, tuttavia, bisogna<br />

assumere che il caccia più in alto abbia un certo margine energetico, a meno che il pilota del caccia più in basso<br />

non abbia qualche ragione per credere che il proprio aereo sia significativamente più veloce. Le differenze nella<br />

velocità possono essere molto difficili da determinare.<br />

Probabilmente il metodo più efficace di determinarla per il pilota è osservare le manovre del bandito in<br />

relazione alle proprie, come spiegato insieme alle tattiche energetiche. Con aerei simili, quello che vira più<br />

bruscamente perde più velocità, eccetera. Quando i caccia sono al di sotto della velocità d’angolo, il rateo<br />

istantaneo di virata può essere un buon indicatore, poiché in genere il caccia più veloce virerà più velocemente.<br />

Le virate testa a testa forniscono forse la misura migliore della velocità relativa. In tale situazione, a meno che<br />

uno dei due caccia non abbia un significativo vantaggio angolare, un avversario più veloce sembrerà avanzare<br />

lungo l’orizzonte, e viceversa. Inoltre, quando due avversari simili manovrano vicino alle loro capacità<br />

massime, quello più lento resterà di norma all’interno della linea di volo dell’aereo più veloce nelle virate testa<br />

a testa.<br />

Sfortunatamente, quando viene colto di sorpresa, il pilota potrebbe non avere il lusso di compiere una<br />

comparazione rapida e sicura dell’energia. Il metodo più sicuro è probabilmente una cabrata in candela<br />

immediata fino a velocità zero. Poi, ipotizzando che il bandito faccia altrettanto, il caccia che termina più in alto<br />

è quello con la maggiore energia (ovvero, tutta l’energia viene convertita in altitudine, dove le differenze sono<br />

subito evidenti). Tuttavia, una gara di cabrate non è saggia, se un pilota non è sicuro del proprio stato energetico<br />

relativo, poiché in cima sarà in guai seri se sarà il primo a ricadere.<br />

Un MiG a ore sei è sempre meglio che nessun MiG<br />

Pilota da caccia americano anonimo<br />

103


104<br />

Manovra con uno Svantaggio Angolare<br />

Il primo punto da ricordare per un pilota quando si trova in qualsiasi tipo di svantaggio è di evitare il<br />

panico. Non è mai troppo tardi per un pilota da caccia finché non è morto, e in ogni caso non gliene importa.<br />

Davvero poche buone mosse vengono generate nel panico, quindi è imperativo effettuare delle manovre<br />

accurate e deliberate. Secondo, il pilota difensore non deve tentare di passare direttamente dalla difesa<br />

all’offesa. Il primo obiettivo deve essere riguadagnare la posizione neutra senza essere colpito. A quel punto il<br />

pilota potrà decidere di concludere lo scontro e fuggire, o continuare da una posizione neutra come discusso in<br />

precedenza. Troppo spesso il pilota troppo impaziente spenderà una quantità eccessiva di energia nel massimo<br />

sforzo per passare dalla difensiva angolare all’offensiva angolare, solo per scoprire di trovarsi sulla difensiva<br />

energetica e non riuscire a mantenere il proprio vantaggio angolare.<br />

C’è un’ampia gamma nei gradi di svantaggio angolare, da quasi neutrale ad armi in volo. È indispensabile<br />

valutare istantaneamente la situazione e compiere solo la reazione necessaria. Una virata spezzata è uno spreco<br />

se basta una virata brusca.<br />

Cominciando con la situazione più facile, quando viene rilevato un bandito con un vantaggio angolare<br />

nell’emisfero frontale, la reazione dipende ampiamente dalla portata e dalle armi coinvolte. Se il nemico è<br />

equipaggiato di mitragliatrici ma è al di fuori della portata di tiro o gli manca l’anticipo appropriato, si richiede<br />

una virata complanare. Questa deve essere abbastanza brusca da tirare il bandito fino al muso entro il momento<br />

in cui si raggiunge la massima portata di tiro efficace, in modo che il difensore abbia una opportunità di tiro<br />

uguale. Se il bandito ha già soddisfatto i parametri per il tiro non mirato, è necessaria la difesa dalle<br />

mitragliatrici. Le tecniche coinvolte sono già state trattate nei particolari. Se il vantaggio angolare iniziale del<br />

bandito fosse giudicato troppo grande perché l’attaccante possa incontrarlo frontalmente, ma i parametri per le<br />

mitragliatrici non sono stati ancora soddisfatti, il difensore può effettuare una virata complanare stretta quel<br />

tanto che basta a mantenere stabile la situazione angolare e osservare la mossa successiva dell’avversario. Se<br />

l’attaccante comincia a soddisfare i parametri delle mitragliatrici (cioè tira dell’anticipo avvicinandosi), il<br />

difensore può dare inizio alle manovre difensive contro le mitragliatrici. Le altre risposte probabili<br />

dell’attaccante sono di derivare verso una posizione di inseguimento ritardato o iniziare una manovra fuori<br />

piano, come uno yo-yo alto o un attacco in vite orizzontale. In entrambi i casi il pericolo immediato è passato, e<br />

il difensore può cominciare a lavorare per riguadagnare la neutralità angolare.<br />

Se l’attaccante sceglie l’inseguimento ritardato, il difensore deve continuare a tirare verso di lui quel tanto<br />

che basta a impedirgli di raggiungere il punto cieco a ore sei. In certi casi ciò può richiedere l’uso del massimo<br />

dei G e una leggera virata col muso picchiato per mantenere la velocità e il rateo di virata. Tuttavia, se diventa<br />

evidente che tale virata in picchiata deve essere più ripida di 10-15° per mantenere la visuale, la mossa migliore<br />

di solito è una rapida inversione della virata. Un’inversione potrebbe essere pericolosa contro un avversario<br />

armato di mitragliatrici e con u n vantaggio angolare, come spiegato precedentemente, ma di norma è<br />

preferibile al perdere la visuale o al dare all’avversario un eccessivo vantaggio di quota a questo punto. Se si<br />

esegue un’inversione, questa deve essere livellata o lievemente in picchiata.<br />

Un’inversione in cabrata finisce spesso in una gara in candela o in una forbice in vite, entrambe non<br />

raccomandate finché il difensore non ha avuto la possibilità di valutare l’energia del bandito. Dopo l’inversione,<br />

il difensore deve cercare di incontrare frontalmente il bandito per neutralizzare il suo vantaggio angolare. Di<br />

norma, durante la virata testa a testa, il difensore deve restare allo stesso livello o al di sotto dell’avversario, ad<br />

una velocità pari o inferiore a quella d’angolo. In questo caso le tattiche angolari sono appropriate poiché lo<br />

scopo del difensore è di guadagnare dell’angolazione, da difensiva a neutrale. La differenza di quota deve<br />

essere tuttavia mantenuta all’incirca pari a un quarto del raggio di virata, anche se sono richieste diverse<br />

ripetizioni di questo processo per neutralizzare del tutto il vantaggio dell’avversario.<br />

Tornando alla virata difensiva iniziale, se si riesce a mantenere la visuale in una virata muso-coda<br />

livellata o col muso leggermente picchiato, questa manovra va continuata in maniera abbastanza stretta finché<br />

non ci sia più alcun pericolo che il bandito raggiunga l’angolo cieco. A questo punto il difensore potrebbe<br />

continuare una manovra di estensione muso-coda e fuggire. Se questo non si dimostrasse praticabile, dovrebbe<br />

iniziare uno yo-yo basso, tirando abbastanza bruscamente da rendere evidente un deciso guadagno<br />

nell’angolazione (ovvero, il bandito si muove in avanti lungo il tettuccio). Il rapporto di guadagno angolare va<br />

aggiustato in modo che il difensore incontri il bandito frontalmente al passaggio successivo.<br />

Se la risposta del bandito alla virata difensiva iniziale è una manovra fuori dal piano, il difensore è<br />

nuovamente sollevato dalla pressione immediata. Quando manovra fuori dal piano l’attaccante non guadagna<br />

più in angolazione, così bisogna concludere rapidamente la virata difensiva e cominciare un’estensione scarica


in assetto picchiato. Il difensore deve comunque mantenere il suo angolo di sbandata originale, per evitare di<br />

rivelare le proprie intenzioni all’avversario. Questa manovra di estensione fa guadagnare al difensore sia della<br />

separazione che dell’energia che potranno essere trasformati in seguito in angolazione. Una volta che l’angolo<br />

di cabrata dell’attaccante raggiunge il picco e questi ricomincia a tirare in piano, il difensore deve decidere se<br />

ha abbastanza separazione per compiere una fuga sicura. Se è così, questa è probabilmente la mossa più<br />

prudente. È già stato commesso un errore nel concedere all’avversario di avere l’offensiva iniziale; un altro<br />

errore potrebbe rivelarsi facilmente fatale. Tuttavia, ipotizzando che una fuga non sia praticabile, il difensore<br />

dovrebbe tornare verso l’attaccante per la direzione più breve, mantenendo il vettore portanza sul bandito o<br />

leggermente al di sotto.<br />

Questa tecnica assicura al difensore di incontrare il bandito allo stesso livello o leggermente al di sotto.<br />

Ancora una volta, la differenza di quota deve essere limitata a un quarto del raggio di virata. Tale virata deve<br />

essere stretta appena quel tanto che basta per portare via il vantaggio angolare dell’avversario sul piano<br />

orizzontale, e deve essere completata con la minima differenza di quota possibile. Se non ci riesce al primo<br />

tentativo, il difensore può ripetere l’intero processo, cominciando questa volta probabilmente con un minore<br />

svantaggio angolare, fino ad ottenere la neutralità.<br />

Quando un attaccante comincia con un grande vantaggio angolare sul difensore, magari superiore a 90°,<br />

la reazione difensiva iniziale dipende nuovamente dall’armamento del nemico e dalla sua portata. Potrebbe<br />

essere possibile, ad esempio, sorpassare un bandito armato di sole mitragliatrici nell’emisfero posteriore, a<br />

seconda delle velocità relative e della rapidità di avvicinamento. Un vantaggio angolare così grande, tuttavia,<br />

mette spesso l’attaccante molto vicino ai suoi parametri di tiro, quindi la difesa dalle sue armi è di norma<br />

prioritaria. Per le mitragliatrici questa è una stretta virata complanare verso il bandito finché si avvicina ai<br />

parametri di tiro, quindi qualche sorta di manovra fuori piano per guastare il puntamento dell’attaccante.<br />

Quando ci si aspetta che l’attaccante sia armato di missili, si deve cominciare una virata complanare spezzata<br />

verso la minaccia (potrebbe già esserci un missile in aria), mantenendo il vettore portanza leggermente al di<br />

sotto del bandito. Questa tecnica dovrebbe cominciare rapidamente a ridurre il vantaggio angolare<br />

dell’attaccante, tenendolo possibilmente al di fuori dei parametri dei missili RQ, generando al contempo una<br />

situazione di sguardo verso il basso per il missile del bandito e conservando velocità per una successiva<br />

manovra difensiva contro il missile. Se in qualsiasi momento parte un missile, il difensore deve avviare<br />

immediatamente le tattiche di difesa antimissile trattate prima. Se non ci sono missili in aria, la virata spezzata<br />

iniziale viene di solito continuata finché il vantaggio del bandito non viene ridotto a circa 90°, dopo di che può<br />

essere alleggerita per stabilizzare la situazione mentre si riduce lo sciupio di energia.<br />

Un’eccezione a questa regola potrebbe sorgere quando un attaccante è equipaggiato con sensori di calore<br />

ogni-aspetto; in tal caso la virata spezzata può essere continuata finché il bandito non scende al di sotto della<br />

portata minima.<br />

Una volta entro la portata minima del missile o al di fuori dei parametri angolari, l’attaccante armato di<br />

mitragliatrici può continuare a premere per un tiro, oppure cominciare il ritardo, oppure cominciare una<br />

manovra fuori piano, come prima. Nel primo caso, bisogna effettuare una manovra difensiva anti-mitragliatrice<br />

al momento appropriato. Un tentativo da parte dell’attaccante per un tiro ad elevata deviazione con la<br />

mitragliatrice condurrà di solito ad un sorpasso con una grande velocità di chiusura e una ridotta separazione<br />

muso-coda – lo scenario ideale perché il difensore effettui un’inver-sione muso contro muso. Ancora una volta,<br />

tale inversione va eseguita con assetto livellato o leggermente picchiato, nel tentativo di costringere ad una<br />

forbice piana. Questa manovra dovrebbe essere a vantaggio del difensore, poiché è probabile che si verifichi a<br />

velocità inferiore e all’interno del raggio di virata dell’attaccante. Se dopo il sorpasso il bandito dà inizio a una<br />

forbice in vite o ad una candela, di norma il difensore deve tentare una estensione muso-coda in picchiata per<br />

fuggire, a meno che non sia equipaggiato di missili e in grado di andare rapidamente incontro ai parametri di<br />

tiro. Andare in verticale col bandito di solito non è saggio, perché è probabile che il bandito abbia maggiore<br />

energia.<br />

Se l’attaccante sceglie l’opzione del ritardo, la virata livellata o leggermente picchiata va continuata nel<br />

tentativo di ridurre il vantaggio dell’attaccante a circa 90° o meno quando incrocia a ore sei. Con un TCA così<br />

elevato è tuttavia improbabile che il difensore sia in grado di mantenere la visuale del bandito in una virata<br />

muso-coda prolungata, quindi bisogna dare inizio a una inversione quando il bandito incrocia ore sei. Questa<br />

brusca virata muso contro muso in assetto picchiato va eseguita a una velocità pari o inferiore a quella d’angolo<br />

nel tentativo di ridurre il più possibile il vantaggio angolare del bandito al passaggio successivo, limitando al<br />

tempo stesso la differenza di quota a circa un quarto del raggio di virata. Al successivo incontro potrebbe essere<br />

necessaria una manovra difensiva anti-mitragliatrice, ma l’attaccante dovrebbe avere solo un tiro non mirato<br />

105


nell’emisfero frontale. Dopo il secondo passaggio, il difensore può tornare alle tecniche delineate prima in<br />

questa sezione per la difesa contro avversari con un vantaggio angolare più piccolo.<br />

Un attaccante che sceglie una manovra di riposizionamento fuori piano al primo passaggio può essere<br />

contrastato come se avesse un vantaggio angolare minore, ovvero con una estensione scarica. In questo caso,<br />

tuttavia, è probabile che la manovra fuori piano dell’attaccante non sia così radicale, concedendo meno tempo<br />

per l’estensione e costringendo il difensore a tornare indietro prima. La stessa tecnica di ritorno di prima è<br />

ancora appropriata; effettuare una brusca virata nella direzione più vicina mantenendo il vettore portanza sul<br />

bandito o leggermente al di sotto. Questo dovrebbe ridurre il vantaggio angolare dell’attaccante al passaggio<br />

successivo, e il ciclo può essere ripetuto, a seconda della reazione dell’attaccante.<br />

Dopo il primo passaggio, si applicano essenzialmente le stesse tecniche difensive senza riguardo per<br />

l’armamento dell’attaccante. Le inversioni difensive, tuttavia, sono più sicure contro banditi privi di<br />

mitragliatrici, e la fuga è più difficile contro un nemico equipaggiato di missili.<br />

Oltre a un’iniziale presa angolare, l’avversario potrebbe avere anche un vantaggio energetico. In generale,<br />

la disparità angolare andrebbe corretta per prima, perché è di norma la più pericolosa delle due. Dopo aver<br />

riottenuto la neutralità con l’angolazione, è più facile raddrizzare il bilancio energetico.<br />

Manovre con uno svantaggio energetico<br />

All’inizio dello scontro il pilota potrebbe sospettare che il nemico abbia un vantaggio energetico, con o<br />

senza un vantaggio angolare. Inoltre, se deve riguadagnare la parità angolare, il difensore deve ipotizzare di<br />

avere uno svantaggio energetico. Dopo tutto, probabilmente è stato necessario consumare dell’energia per<br />

annullare il vantaggio angolare iniziale dell’attaccante. Con questo in mente, l’obiettivo successivo del<br />

difensore deve essere o la fuga, un’opzione spesso disponibile da una posizione angolare neutra, o riguadagnare<br />

la parità energetica. Anche se la tendenza potrebbe essere stata in favore del difensore, questi deve riconoscere<br />

di essere ancora in svantaggio, quindi fuggire per tornare un altro giorno è certamente una scelta onorevole.<br />

D’altra parte, l’avversario non è riuscito a capitalizzare il vantaggio angolare iniziale, e il solo modo di vincere<br />

con il solo vantaggio energetico e far finire l’avversario al suolo. Il difensore ha quindi ragione di essere<br />

positivo sulle proprie possibilità di successo a questo punto.<br />

Così come recuperare uno svantaggio angolare richiede delle tattiche angolari, correggere un deficit<br />

energetico richiede delle tattiche energetiche. La virata testa a testa è lo strumento principale del difensore per<br />

consumare l’energia di un avversario più veloce. Quando due caccia si incontrano essenzialmente di fronte ed<br />

effettuano delle virate testa a testa com-planari, è il caccia col raggio di virata più piccolo a ottenere un<br />

vantaggio al passaggio successivo. Per uguagliare il raggio di virata, un caccia più veloce deve tirare<br />

sostanzialmente più G e consumare energia molto più rapidamente di un avversario più lento. La figura 3-13<br />

illustra un esempio di questo processo.<br />

Al punto “1” dell’esempio i caccia si incontrano quasi frontalmente all’incirca alla stessa quota, ma il<br />

bandito è sostanzialmente più veloce. Al passaggio, se il difensore vuole ingaggiare, controlla la direzione della<br />

virata del bandito e comincia rapidamente una virata livellata sostenuta in direzione del muso contro muso.<br />

La maggiore velocità del bandito fa sì che egli abbia un raggio di virata molto più grande del caccia<br />

difensore, quindi il bandito è costretto a tirare di più per limitare il guadagno angolare del difensore al<br />

106


successivo passaggio. Nel frattempo, il difensore prosegue semplicemente la sua virata sostenuta e inverte al<br />

punto “2”, prendendosi tutto il vantaggio angolare concessogli dal bandito, e magari tentando un tiro non mirato<br />

con la mitragliatrice. In questo caso il bandito ha virato stretto, portando via la maggior parte del vantaggio<br />

angolare del difensore, ma consumando di conseguenza la velocità in eccesso, mentre il difensore ha mantenuto<br />

la velocità. Dopo questo secondo passaggio, il bandito inverte per mantenere la visuale, generando un’altra<br />

virata muso contro muso. Il caccia difensore continua semplicemente la sua virata sostenuta.<br />

Approssimandosi al terzo passaggio, al punto “3”, il guadagno angolare del difensore non è aumentato in<br />

maniera notevole dal passaggio precedente. Questa è un’indicazione che i due caccia hanno ora velocità quasi<br />

uguali. Il caccia difensore è riuscito a neutralizzare il vantaggio energetico dell’attaccante conservando, o<br />

persino guadagnando al tempo stesso degli angoli. Il difensore può ora continuare con tattiche angolari o<br />

energetiche a sua scelta, da una partenza neutra.<br />

Tornando al punto “2” dell’esempio precedente, cosa succederebbe se il bandito rifiutasse di invertire la<br />

propria virata a questo punto, e continuasse invece verso destra, in muso-coda? In questo caso, visto il suo<br />

vantaggio angolare al passaggio, il difensore sarebbe ancora in vantaggio. Prima di tutto c’è una buona<br />

possibilità che il bandito perda la visuale durante questa virata. Secondo, il bandito deve virare di più del<br />

difensore per generare un passaggio frontale al successivo incontro, dando al difensore un’altra eccellente<br />

opportunità di fuga. Dato che una velocità inferiore non offre al difensore un vantaggio intrinseco in condizioni<br />

muso-coda, questi deve sfruttare tale opportunità per accelerare. La virata muso-coda va proseguita<br />

(ipotizzando che il difensore scelga di restare nell’ingaggio), ma stretta solo quel tanto che basta ad assicurare<br />

un incontro frontale al successivo passaggio. Così facendo, il difensore scambia il proprio vantaggio angolare al<br />

punto “2” con della velocità aggiuntiva, mentre l’attaccante deve virare di più, restando con ben poche<br />

possibilità di accumulare energia.<br />

Al passaggio successivo, se il difensore è ancora incerto sulla propria energia relativa, si può riprovare la<br />

tecnica testa a testa. Tuttavia, se il caccia difensore è in grado di accelerare fino alla velocità per il migliore<br />

rateo di virata sostenuta, è tempo di cominciare delle tattiche offensive angolari o energetiche.<br />

Una tecnica ancor più efficiente per questa situazione (ovvero una virata muso coda del bandito<br />

continuata al punto “2”) dal punto di vista energetico è un’accelerazione scarica subito dopo il passaggio (punto<br />

“2”) fino a quando il bandito non ha riguadagnato gli angoli perduti nella prima virata testa a testa. Quando il<br />

bandito raggiunge una direzione esattamente opposta a quella del difensore, questi può riprendere la sua virata<br />

muso-coda sostenuta con la nuova velocità più elevata.<br />

Entrambe queste tecniche possono tuttavia essere pericolose contro un avversario equipaggiato di missili<br />

ogni-aspetto, poiché potrebbe ancora essere in grado di portare il muso in posizione per primo, con una<br />

separazione sufficiente a soddisfare i parametri di portata minima.<br />

Le tecniche delineate in congiunzione alla figura 3-13 dovrebbero funzionare contro un bandito grosso<br />

modo alla stessa quota, ma cosa succede se egli ha un sostanziale vantaggio di quota al primo passaggio o cabra<br />

ripidamente durante lo scontro? Qui la regola generale è di lavorare sotto al bandito, farlo scendere per<br />

ingaggiare, e cercare di confinare la lotta sul piano orizzontale. Un avversario con maggiore energia e con un<br />

vantaggio di quota potrebbe essere più lento o più veloce del difensore, e potrebbe non essere subito evidente<br />

qual è il caso. Dato che la più tecnica della virata testa a testa appena descritta è fondata sul fatto che il<br />

difensore abbia un raggio di virata più piccolo, potrebbe non essere efficace contro un avversario più in alto e<br />

più lento. Un mezzo del difensore per correggere tale situazione è di cabrare verso il bandito, o durante<br />

l’avvicinamento al primo passaggio o durante la prima virata, lasciando diminuire la velocità fino alla<br />

dimensione adatta ala raggio minimo di virata sostenuta. Per la maggior parte dei moderni caccia a reazione in<br />

condizioni di combattimento normali, questa velocità è pari grosso modo a 1,5 volte la velocità di stallo sotto<br />

spinta per il suo peso, configurazione, potenza e altitudine (di solito un po’ inferiore per i caccia a pistoni).<br />

Questa velocità varia a seconda dei diversi tipi di caccia, ed è spesso superiore a quote molto elevate, quindi<br />

bisogna consultare i grafici delle prestazioni. In genere, l’impiego di qualsiasi configurazione (flap, slat, ecc.)<br />

che diminuisca la velocità di stallo sotto spinta è vantaggioso per questa tattica. Se vengono impiegati, tuttavia,<br />

l’uso di strumenti che aumentino la resistenza aerodinamica senza carico o diminuiscano la spinta di<br />

avanzamento va interrotto prima dei periodi di accelerazione. Operando in questa sfera di velocità, il difensore<br />

può star certo che un bandito non potrà superarlo nelle prestazioni in virate testa a testa, senza riguardo per la<br />

velocità dell’avversario. La tattica della virata testa a testa consentirà quindi al difensore di mettere l’attaccante<br />

sotto una pressione angolare, costringendolo a spendere in risposta il suo vantaggio energetico.<br />

Bisogna comunque ricordare che la velocità per il raggio minimo di virata sostenuta sarà inferiore alla<br />

velocità d’angolo per il difensore, e questa potrebbe non essere una condizione salutare in un ambiente di<br />

107


combattimento ostile dove esista la possibilità di SAM o di altri caccia ostili. Inoltre, se dopo che il difensore<br />

cabra per ottenere la velocità ideale per la manovra il bandito ha ancora un vantaggio di quota sostanziale,<br />

l’attaccante potrebbe essere in grado di compiere un attacco dall’alto e costringere a una manovra difensiva.<br />

Tale manovra potrebbe essere difficile a velocità ridotta.<br />

Come alternativa a questa tattica, il difensore potrebbe mantenere velocità e quota ed effettuare invece<br />

una virata muso-coda sostenuta. In risposta a questa mossa è probabile che il bandito effettui una virata in<br />

assetto picchiato, possibilmente guadagnando degli angoli al passaggio successivo, ma spendendo qualcosa del<br />

proprio margine energetico nel processo. Una volta ridotto il vantaggio di quota, il difensore può tornare alla<br />

tecnica testa a testa o alle tecniche, descritte in precedenza, appropriate per avversari con un vantaggio angolare<br />

o di velocità.<br />

Un avversario che manovra in verticale o su una diagonale ripida dopo un passaggio frontale potrebbe<br />

essere in grado di adoperare la sua geometria verticale per contrastare il raggio di virata più piccolo del<br />

difensore nelle virate testa a testa. Questo potrebbe consentire al bandito di mantenere il proprio vantaggio<br />

energetico effettuando al tempo stesso attacchi ripetuti sul difensore. La risposta a tale tattica è molto simile a<br />

quella raccomandata contro lo yo-yo alto; praticamente un’accelerazione senza carico dopo il passaggio finché<br />

l’angolo di cabrata del bandito raggiunge il picco, quindi un brusco ritorno nella direzione più vicina,<br />

mantenendo il vettore portanza sul bandito o leggermente al di sotto.<br />

Questa tecnica dovrebbe limitare il guadagno angolare del bandito costringendo al tempo stesso<br />

l’attaccante a spendere il suo vantaggio energetico. Un avversario equipaggiato di missili ogni-aspetto potrebbe<br />

essere in grado di soddisfare i parametri di tiro con queste manovre verticali, così il difensore potrebbe preferire<br />

un tentativo di fuga immediata se il bandito cabra in candela. Un tiro da molto al di sopra del bersaglio, tuttavia,<br />

potrebbe essere severamente limitato dal guardare verso il basso oltre che al limite per quanto riguarda la<br />

portata minima, e il difensore dovrebbe essere ben posizionato per una manovra difensiva. Tutte le volte che si<br />

incontra un bandito da molto al di sotto, come potrebbe succedere dopo una manovra come quella appena<br />

descritta, il difensore deve di norma fare ogni sforzo per ridurre la separazione verticale dell’avversario subito<br />

prima del passaggio. Una cabrata in candela al passaggio fino a circa un quarto del raggio di virata dalla quota<br />

del bandito dovrebbe limitare le opportunità dell’attaccante per una virata anticipata e per un efficace attacco<br />

dall’alto.<br />

108<br />

Riassunto<br />

Nell’ambiente uno contro uno, fra aerei simili, l’abilità del pilota è il fattore fondamentale nel determinare<br />

il successo o il fallimento. Le tattiche vengono selezionate principalmente sulla base delle capacità delle armi a<br />

disposizione dell’av-versario, e sono pensate per ottimizzare le prestazioni dell’aereo al fine di conseguire i<br />

parametri di tiro prima che l’avversario raggiunga i suoi parametri. A seconda delle condizioni iniziali e dal mix<br />

di armi, potrebbero essere preferibili sia le tattiche angolari che quelle energetiche. La vittoria dipende<br />

dall’avere un piano tattico prima dello scontro e dall’eseguirlo in maniera aggressiva.<br />

Lo spirito aggressivo, l’offensiva, è dappertutto l’oggetto principale in guerra, e il cielo non è<br />

un’eccezione.<br />

Barone Manfred von Richthofen


Capitolo 4<br />

Manovra uno contro uno,<br />

Aerei dissimili<br />

Dei caccia dissimili sono degli aerei che hanno delle caratteristiche delle prestazioni diverse da quelle<br />

dell’avversario di oltre il 10 per cento. Le dimensioni delle prestazioni di maggiore interesse sono le prestazioni<br />

di virata (sia istantanea che sostenuta) e le prestazioni energetiche (cabrata, accelerazione e velocità).<br />

Ovviamente ci sono molti altri modi di distinguersi per dei caccia (ad esempio, prestazioni di rollio e picchiata,<br />

dimensioni, limiti di visibilità del pilota, resistenza al combattimento e capacità radar). Anche l’influenza di<br />

alcuni di questi fattori verrà trattata ove appropriato.<br />

Come spiegato in Appendice, le prestazioni istantanee sono determinate principalmente dal rapporto del<br />

sostentamento aerodinamico sul peso dell’aereo a velocità ridotte (ossia sotto la velocità d’angolo) e dal<br />

rapporto della resistenza strutturale sul peso dell’aereo a velocità elevate. Tranne in casi di estrema disparità<br />

nella resistenza strutturale fra i caccia (nell’ordine di un vantaggio del 50% al massimo strutturale dei G per un<br />

aereo), di solito tale limite non è importante ai fini del combattimento aereo come il limite aerodinamico.<br />

Quando il pilota di un caccia si trova in una grave situazione difensiva, e fino a un certo punto quando è<br />

prossimo ad una posizione offensiva letale, userà qualsiasi quantità di G sia richiesta per salvarsi o per ottenere<br />

il tiro. Un paio di rivetti saltati o un rivestimento spiegazzato è un piccolo prezzo da pagare per la vita di un<br />

pilota o per un aereo nemico abbattuto. Dalla prima guerra mondiale ci sono stati ben pochi esempi in cui un<br />

pilota abbia realmente perso le ali. Bisogna tuttavia attenersi ai limiti strutturali in tempo di pace, poiché degli<br />

sforzi eccessivi conducono a tempi di manutenzione allungati, spese e addestramento perduto. Bisogna quindi<br />

trovare dei modi per vincere entro i limiti progettuali dell’apparecchio.<br />

Le capacità relative nelle prestazioni istantanee di virata a velocità relativamente ridotta dei due caccia<br />

possono essere determinate comparando i loro grafici velocità-carico (V-n, vedi Appendice). L’aereo con la<br />

maggiore capacità di G utilizzabili a una data velocità ha delle prestazioni istantanee di virata superiori (cioè un<br />

rateo di virata più veloce e un raggio più piccolo) a quella velocità. Questa capacità di G rispecchia il massimo<br />

rapporto portanza/peso del caccia, che dipende in larga misura dal rapporto fra il peso del caccia e la superficie<br />

di sostentamento complessiva, chiamato comunemente “carico alare”. Come spiegato in Appendice, il solo<br />

carico alare può essere fuorviante al riguardo se un caccia ha un’ala più efficace nel produrre sostentamento,<br />

probabilmente come risultato di flap e slat manovrabili. Il modo di calcolare il carico alare fornisce un’ulteriore<br />

complicazione, come illustrato nella figura 4-1. Il carico alare del caccia F-14 qui illustrato potrebbe essere<br />

fissato convenzio0nalmente in 97 libbre per piede quadrato, sulla base dell’area ombreggiata nella sagoma di<br />

sinistra. La fusoliera molto larga di questo aereo, tuttavia, fornisce una grossa parte del sostentamento<br />

complessivo, in particolare con un elevato AOA, quindi un valore più realistico del carico alare (54 libbre per<br />

piede quadrato) potrebbe essere basato sull’area ombreggiata della sagoma di destra.<br />

A causa di tali complicazioni sarà necessario fare delle assunzioni per semplificare la discussione sulle<br />

manovre. Si assumerà quindi che il termine ridotto carico alare denoti delle prestazioni istantanee di virata<br />

superiori e una velocità minima inferiore.<br />

Le prestazioni di virata sostenuta sono un po’ più complesse. L’Appendice spiega che la capacità di G<br />

sostenuti è il risultato del rapporto peso/spinta (T/W) di un caccia combinato alla sua efficienza aerodinamica,<br />

che può essere espresso come il suo rapporto fra portanza e resistenza aerodinamica (L/D) in particolari<br />

condizioni di manovra. Ma i G da soli non fanno le prestazioni di virata, poiché il rateo e il raggio di virata<br />

dipendono anche dalla velocità. Velocità inferiori a un dato livello di G migliorano sia il rateo che il raggio di<br />

virata. Mantenendo costante tutto il resto, gli aerei con un ridotto carico alare tendono a conseguire il loro<br />

migliore risultato di G sostenuti a una velocità inferiore, e quindi hanno spesso un vantaggio nella virata<br />

sostenuta. È tuttavia possibile che un caccia con un elevato carico alare abbia un rateo di virata sostenuta<br />

migliore a velocità più elevata sopportando un numero molto più alto di G, che nel caso di aerei<br />

aerodinamicamente simili può essere ottenuto con un maggiore T/W. Il raggio di virata sostenuta, tuttavia, è in<br />

funzione della velocità al punto che il caccia con un ridotto carico alare è quasi sempre in vantaggio qui, senza<br />

riguardo per il T/W.<br />

109


In questo capitolo si assume, ove non diversamente specificato, che un caccia con un ridotto carico alare<br />

abbia un migliore rateo di virata sostenuta e un raggio di virata sostenuta più stretto del suo avversario con un<br />

carico alare maggiore.<br />

Le prestazioni energetiche riflettono il PS di un caccia in particolari condizioni di volo. Il PS a una data<br />

velocità è una funzione del rapporto fra la spinta eccedente e il peso dell’aereo, come mostrato dall’Equazione 4<br />

in Appendice, ed è una misura della capacità del caccia di cabrare o accelerare in tali condizioni. Il T/W di un<br />

caccia è un buon indice delle sue prestazioni energetiche. Tale rapporto viene di solito espresso in termini di<br />

spinta statica al livello del mare e di un peso in combattimento rappresentativo. Per gli aerei a pistoni, al posto<br />

del T/W viene adoperato un parametro noto come “carico per cavallo”, il rapporto fra il peso dell’aereo e la<br />

potenza al freno (di norma la potenza massima al livello del mare).<br />

Entrambe queste misure possono tuttavia essere fuorvianti, perché le condizioni operative di quota e<br />

velocità possono influenzare due caccia in modi diversi. Ad esempio, a bassa quota, un caccia con un motore a<br />

pistoni relativamente potente ad aspirazione normale potrebbe avere un carico per cavallo inferiore e<br />

prestazioni migliori di un caccia turbo-compresso; ma quest’ultimo conserverebbe meglio la propria potenza a<br />

tale quota e potrebbe avere prestazioni energetiche superiori ad altitudini più elevate. Similmente, con aerei a<br />

reazione, le prestazioni possono variare di molto col disegno dell’aspirazione, così un caccia potrebbe avere un<br />

più alto T/W e prestazioni migliori a bassa velocità ma essere inferiore a velocità più elevate.<br />

Anche l’efficienza aerodinamica di un caccia, in particolare il suo rapporto portanza/resistenza<br />

aerodinamica, è di importanza fondamentale per le prestazioni energetiche, specialmente ad elevato numero di<br />

G o ad alta velocità. Al fine di semplificare la discussione, tuttavia, il termine elevato T/W implica un maggiore<br />

rateo ascensionale, un’accelerazione più veloce, e la capacità di una velocità massima maggiore rispetto<br />

all’avversario.<br />

Ovviamente le prestazioni di un caccia possono essere un soggetto complesso, e i soli numeri non sempre<br />

raccontano l’intera storia. Lo sviluppo di tattiche efficaci contro aerei dissimili dipende comunque altamente da<br />

una profonda conoscenza di tutti gli aspetti delle prestazioni relative e del progetto dei caccia, oltre a una<br />

completa familiarità del pilota col proprio aereo e coi sistemi d’arma. Dei test comparativi, in cui dei caccia<br />

nemici vengono fatti volare contro caccia amici, sono innegabilmente il modo migliore per raccogliere queste<br />

informazioni cruciali.<br />

Uno dei nostri successi in quel periodo fu il “Circo Viaggiante Rosarius”. Questo era una squadriglia<br />

composta da tutti gli aerei di preda in grado di volare che eravamo riusciti a trovare. Questi viaggiavano per<br />

tutto l’Occidente da un’unità all’altra per familiarizzare i nostri piloti con le tecniche del nemico. I comandanti<br />

potevano pilotare personalmente questi tipi nemici. In questo modo scoprimmo che avevamo di solito avevamo<br />

sovrastimato le loro prestazioni. Il circo si dimostrò un grande successo.<br />

Tenente Generale Adolf Galland, Luftwaffe<br />

Ridotto Carico Alare contro Elevato Rapporto Spinta-Peso<br />

Gli incontri fra un caccia con un ridotto carico alare e un nemico con un più elevato T/W sono piuttosto<br />

comuni. In questo caso ogni caccia ha dei vantaggi e degli svantaggi nelle prestazioni rispetto al proprio<br />

110


avversario. La strategia d’ingaggio per il pilota è di sfruttare le debolezze più gravi del suo avversario ottenendo<br />

al contempo il massimo vantaggio dai maggiori punti di forza del proprio aereo.<br />

Si assume che i vantaggi più grandi nelle prestazioni del caccia con un ridotto carico alare siano delle<br />

buone prestazioni istantanee di virata, una ridotta velocità minima, e un raggio di virata sostenuta più stretto. In<br />

alcuni casi questi aerei possono avere anche un significativo vantaggio nel rateo di virata sostenuta. Le<br />

debolezze includono delle prestazioni inferiori per cabrata e accelerazione in condizioni di G ridotti, e una<br />

bassa velocità “finale”.<br />

Queste caratteristiche sono ideali per le tattiche angolari illustrate nel capitolo precedente. Uno dei<br />

problemi del pilota di un caccia con un ridotto carico alare è come avvicinarsi a un avversario dotato di<br />

maggiore velocità. Questo può essere fatto attraverso la geometria con l’impiego dell’inseguimento puro o<br />

anticipato. Anche degli attacchi in yo-yo alto o basso o in vite orizzontale possono essere utili. Dato che<br />

l’avversario con un alto T/W ha migliori capacità ascensionali e un migliore potenziale verticale, il pilota del<br />

caccia con un ridotto carico alare deve tentare di limitare il più possibile il combattimento al piano orizzontale.<br />

Le virate testa a testa fanno l’uso migliore di un vantaggio nel raggio di virata, e delle virate anticipate possono<br />

essere devastanti per la superiorità nella virata istantanea. Una forbice piana dovrebbe essere letale per il caccia<br />

con elevato T/W poiché esso soffre di uno svantaggio sia nelle prestazioni di virata che nella velocità minima.<br />

L’aereo col carico alare minore potrebbe anche avere qualche vantaggio nella forbice in vite a causa della<br />

migliore controllabilità a velocità ridotta, ma di solito non è un vantaggio grande come nella forbice piana. Nei<br />

casi in cui il nemico con elevato T/W abbia un vantaggio nel rateo di virata sostenuta, la forbice in vite va di<br />

solito evitata.<br />

Dall’altro lato, il pilota di un caccia ad elevato T/V deve concentrarsi sulle tattiche energetiche quando<br />

incontra un avversario con un carico alare ridotto. L’inseguimento ritardato e delle manovre oblique/verticali<br />

sono ingredienti necessari.<br />

La geometria muso-coda è di solito preferibile per l’ipotizzata disparità nel raggio di virata.<br />

La spirale difensiva potrebbe essere utile se il pilota del caccia con il maggiore rapporto T/W si trova in<br />

grave svantaggio. Un aereo con un elevato carico alare di solito può generare una resistenza aerodinamica<br />

indotta molto maggiore di un aereo con carico alare ridotto, il che può condurre a un rapido sorpasso verticale e<br />

a un conseguente vantaggio di posizione per il caccia con elevato T/W. Tuttavia, se non è possibile<br />

capitalizzare velocemente tale vantaggio, il bandito con un ridotto carico alare potrebbe usare le sue prestazioni<br />

superiori nella virata a bassa velocità per alleggerire la sua spirale e riguadagnare la posizione superiore mentre<br />

la manovra continua.<br />

Il Combattimento Angolare: Sole Mitragliatrici<br />

Le tattiche angolari raccomandate nello scenario con le sole mitragliatrici fra caccia simili, sono quasi<br />

tutte applicabili al caccia con un ridotto carico alare in questo caso. Ci sono comunque delle piccole differenze<br />

nei particolari. Ad esempio, nel caso degli aerei simili, ciascuno dei caccia cercava di guadagnare un vantaggio<br />

energetico sull’altro cabrando o accelerando prima del primo passaggio. In questo caso, il maggiore T/W del<br />

bandito potrebbe consentirgli di vincere questa gara prima dello scontro e di conseguire un vantaggio di<br />

velocità e/o di altitudine. Per ridurre al minimo questo fattore, il pilota del caccia angolare deve scegliere di<br />

incrociare ad una quota bene al di sopra di quella alla quale ci si potrebbe aspettare dei banditi, in modo che il<br />

suo vantaggio di quota iniziale possa compensare le prestazioni del bandito prima dell’ingaggio e fornire al<br />

caccia con un basso T/W un vantaggio energetico, o almeno rendere la sua energia quasi pari a quella del caccia<br />

con un elevato T/W all’inizio del combattimento. Essendo probabile che il caccia con un ridotto carico alare<br />

abbia delle capacità inferiori per quanto riguarda la velocità massima, un certo vantaggio di quota è desiderabile<br />

al passaggio per aiutare ad assicurare la parità energetica. Considerazioni pratiche come la visibilità e le<br />

prestazioni dei sistemi d’arma, tuttavia, potrebbero impedire l’uso di questa tecnica.<br />

Un’altra considerazione è la superiorità delle prestazioni del caccia col carico alare inferiore alle basse<br />

velocità. Ad esempio, la sua migliore velocità ascensionale, la migliore velocità nella virata sostenuta, e la<br />

velocità minima nella manovra verticale sono probabilmente tutte inferiori di quelle del suo avversario con un<br />

carico alare maggiore. Questa efficienza a bassa velocità migliora le prestazioni relative nella situazione di<br />

virata testa a testa. Il caccia angolare potrebbe avere anche qualche vantaggio nel rateo di virata sostenuta, che<br />

lo metterebbe in grado di ottenere dei guadagni angolari nelle virate muso-coda con un ridotto sacrificio di<br />

energia relativa, ma questo processo sarebbe molto lento ed è decisamente inferiore alla tecnica testa a testa.<br />

111


Nelle tattiche di combattimento individuale, l’aggressività è la chiave del successo. …Il nemico sulla<br />

difensiva ti dà un vantaggio, perché cerca di evitarti, e non di abbatterti.<br />

Maggiore Thomas B. “Tommy” McGuire, USAAF<br />

Approssimandosi al passaggio iniziale, il caccia angolare deve cercare di generare una certa separazione<br />

fra le linee di volo per una virata anticipata, come mostrato in figura 3-1. La superiorità nelle prestazioni di<br />

virata dovrebbe dare al caccia con un minore carico alare un certo vantaggio angolare al passaggio. Se il<br />

bandito tira dritto o si allontana dall’attacco per ristabilire una situazione testa a testa, il caccia angolare deve<br />

continuare nella direzione di virata originaria. Se il bandito vira verso l’attacco, invece, si richiede<br />

un’inversione della virata, come rappresentato in figura 3-1. Dato che il pilota del caccia col minore carico alare<br />

non deve ottimizzare le proprie prestazioni di virata per ottenere un vantaggio sull’avversario, la velocità<br />

migliore per l’ingaggio è di solito quella per il migliore rateo di virata sostenuta, anziché la velocità d’angolo.<br />

Dato che l’energia è così fondamentale per questo caccia, il pilota deve manovrare solo per quanto<br />

necessario. Spesso si possono conseguire dei piccoli vantaggi angolari nelle situazioni di testa a testa<br />

semplicemente adoperando delle virate sostenute livellate.<br />

Questo deve essere un attacco iniziale che in superficie sia molto forte e veloce, ma che vi lasci qualche<br />

riserva. Non spendete tutta la vostra energia nel primo attacco.<br />

Miyamoto Musashi<br />

Il resto della sequenza del combattimento angolare mostrato dalle figure 3-1, 3-2 e 3-3, e la discussione su<br />

queste figure, si applicano anche qui. Il caccia con un più elevato T/W potrebbe tuttavia conseguire un<br />

maggiore vantaggio nell’altitudine della cabrata in candela, impedendo al caccia angolare di minacciare un tiro<br />

con la mitragliatrice al punto “5” della figura 3-2. In questo caso la tattica di nascondersi dietro al bandito,<br />

come mostrato dalla figura 3-7, può essere utile.<br />

Le prestazioni istantanee di virata dovrebbero dare al pilota del caccia angolare un tiro non mirato più<br />

facile, o persino un tiro a inseguimento alla conclusione [figura 3-3].<br />

Se si sbaglia il tiro, il bandito di solito può andare in picchiata e sfuggire ancor più facilmente di quanto<br />

farebbe nel caso di aerei simili, poiché qui ha migliori prestazioni di accelerazione e velocità massima. Se<br />

tuttavia il bandito decide di restare a combattere tornando indietro in una ripida verticale, il pilota del caccia<br />

angolare deve assicurarsi di avere la velocità minima per la manovra verticale prima di seguire il bandito. Tale<br />

manovra potrebbe risultare o in una ripetizione della sequenza della figura 3-2 o in una forbice in vite. In<br />

quest’ultimo caso il caccia con un ridotto carico alare è di norma in vantaggio per la migliore controllabilità a<br />

bassa velocità.<br />

Nel corso del combattimento, il pilota del caccia angolare può essere un po’ meno preoccupato dei<br />

sorpassi di quanto non sarebbe nel caso di aerei simili, poiché il raggio di virata più ampio e la maggiore<br />

velocità del bandito gli rendono più difficile passare in vantaggio dopo il sorpasso del caccia angolare. Bisogna<br />

comunque evitare dei grandi sorpassi, perché potrebbero consentire al bandito un vantaggio temporaneo, e<br />

probabilmente un tiro non mirato, dopo un giro di una forbice in vite. È necessario osservare la velocità minima<br />

per la manovra verticale tutte le volte che il caccia angolare si trova vicino al bandito per pararsi da manovre in<br />

candela. L’avidità è il peggiore nemico del pilota angolare. Questi deve evitare di cercare di afferrare angoli più<br />

velocemente di quanto non gli permettano le prestazioni del suo aereo. Quando non è più possibile effettuare<br />

ulteriori guadagni angolari a velocità maggiori di quella richiesta per la manovra verticale, il caccia col<br />

maggiore carico alare deve aver consumato la propria velocità fino a una dimensione pari o inferiore a quella<br />

del caccia angolare, sicché al bandito dovrebbe restare poco potenziale verticale. In questo caso il pilota del<br />

caccia angolare può scendere in sicurezza a velocità inferiori e finire il suo avversario.<br />

112<br />

Non lasciate che il [nemico] vi giochi cabrando o virando fino a quando perdete la vostra velocità.<br />

Maggiore Thomas B. “Tommy” McGuire, USAAF<br />

Nel caso di caccia dissimili, è meno probabile che il pilota del caccia col maggiore carico alare lasci al<br />

caccia angolare i vantaggi della geometria testa a testa. Non collaborando, il bandito può rendere le cose più<br />

difficili. Ad esempio, potrebbe scegliere di invertire la direzione della propria virata dopo il primo passaggio,<br />

ristabilendo una condizione muso-coda, come mostrato dalla figura 4-2.<br />

È verosimile che la reazione (inversione) del bandito col maggiore T/W qui raffigurata abbia luogo in<br />

qualche istante dopo il primo passaggio, quando questi osserva l’inversione testa a testa del caccia angolare.


Un’inversione a questo punto richiede al bandito di “scalciare il suo avversario in coda”, e di solito risulta in un<br />

prolungato periodo cieco durante il quale il caccia angolare è fuori dalla visuale. Tale manovra, eseguita ben<br />

dopo il passaggio, può far perdere del tutto la visuale del caccia angolare al bandito, specialmente quando sono<br />

coinvolti caccia piccoli e veloci, quindi non è del tutto priva di rischi.<br />

Il pilota del caccia angolare può accrescere le proprie possibilità di essere perduto di vista a questo punto<br />

effettuando un cambiamento radicale nel suo piano di manovra (cioè una cabrata in candela o una picchiata). La<br />

figura 4-3 mostra un possibile approccio di metà partita in questa situazione.<br />

In questa visuale dall’alto i caccia al punto “3” sono posizionati inizialmente come in figura 4-2.<br />

A causa dell’inversione tarda del bandito e delle migliori prestazioni di virata del caccia col carico alare<br />

ridotto, il caccia angolare ha già un significativo vantaggio a questo punto, ma si trova probabilmente bene al di<br />

fuori della portata efficace delle mitragliatrici. Il compito del pilota angolare in questa situazione muso-coda è<br />

di portarsi all’interno della virata del bandito, accumulare una certa separazione, e anticipare la virata<br />

dell’avversario alla virata successiva. Più il caccia angolare riesce ad addentrarsi nella direzione di volo del<br />

bandito durante la virata anticipata, più separazione riuscirà a ottenere e più efficace sarà la virata precoce. Il<br />

pilota del caccia angolare deve quindi “avvolgersi” in una stretta virata ad elevato numero di G per puntare il<br />

più rapidamente possibile ad un punto che si stima sia al centro della virata del bandito, come rappresentato<br />

nella figura 4-3. In questa particolare illustrazione, la rotta risultante pone inizialmente il caccia angolare quasi<br />

in un inseguimento puro (ovvero puntato contro il bandito); ma a seconda della geometria, può risultare un<br />

inseguimento anticipato, o in certi casi persino un inseguimento ritardato. Una determinazione visiva esatta del<br />

centro della virata del bandito è quasi impossibile, ma può essere stimata in maniera abbastanza precisa notando<br />

che giacerà molto vicino ad una linea perpendicolare all’asse della fusoliera del bandito e a una certa distanza<br />

da esso.<br />

113


Tirare pochi gradi d’anticipo su un bandito che vira stretto mostrando in pieno la pianta (ovvero con<br />

aspetto a 90°) è vicino all’ideale.<br />

Una volta stabilitosi sulla rotta appropriata, il pilota del caccia angolare deve cercare di raggiungere il<br />

proprio obiettivo (il punto di virata precoce) il più velocemente possibile. Questo si effettua generalmente con<br />

una accelerazione scarica per riprendere la velocità perduta con la prima virata. La velocità non va comunque<br />

accresciuta indiscriminatamente.<br />

Appena il suo aereo raggiunge il punto per la virata anticipata, il pilota deve adoperare una virata con un<br />

raggio minimo per al fine di sfruttare il massimo vantaggio dalla separazione disponibile. Il raggio minimo di<br />

virata, preso in media su un breve periodo di tempo, si ottiene di solito cominciando la virata intorno alla<br />

velocità d’angolo, tirando il massimo dei G disponibili, e lasciando diminuire la velocità al termine della virata.<br />

Il pilota del caccia angolare deve quindi cercare di accelerare fra i punti “4” e “5” finché il suo aereo non<br />

raggiunge la velocità d’angolo. Se il punto per la virata precoce non viene raggiunto entro quel momento, si può<br />

avviare una cabrata a velocità costante per accumulare ulteriore separazione in verticale e fornire un aiuto da<br />

parte della gravità per la successiva virata anticipata.<br />

La determinazione del punto di virata anticipata, il punto “5”, è come sempre un fatto di giudizio ed<br />

esperienza nell’analizzare il movimento relativo. Idealmente la virata anticipata viene condotta vicino al<br />

massimo dei G e risulta in un passaggio quasi direttamente al di sopra, al di sotto o leggermente dietro al<br />

bandito per il massimo vantaggio. Questa geometria è ideale anche per un tiro non mirato con la mitragliatrice<br />

al passaggio. Ancora una volta, tuttavia, bisogna aver cura di non lasciare scendere eccessivamente la velocità<br />

al di sotto di quella richiesta per la manovra verticale, giusto nel caso che il bandito cabri in candela al<br />

momento del sorpasso. La geometria muso-coda rende ancor più difficile giudicare il livello energetico del<br />

bandito.<br />

La figura 4-3 mostra solo un piccolissimo vantaggio angolare per il caccia angolare al passaggio (punto<br />

“6”), e nella pratica è spesso così. In realtà, la geometria e le prestazioni di virata relative possono essere tali da<br />

metter il bandito in grado di ottenere un altro passaggio testa a testa neutro. Nella maggior parte dei casi,<br />

tuttavia, questo richiederebbe il dispendio di una grande quantità di energia, che alla fine condurrebbe a dei<br />

problemi per il caccia col carico alare maggiore.<br />

Il punto “6” della figura 4-3 è essenzialmente uguale al punto “3” della figura 3-1 e al punto “2” della<br />

figura 4-2 (tranne per il fatto che i due caccia sono probabilmente più lenti), sicché il pilota del caccia angolare<br />

può ripetere la stessa inversione nel tentativo di ristabilire la più vantaggiosa condizione testa a testa. A seconda<br />

del vantaggio ottenuto al passaggio, tuttavia, per lui potrebbe essere preferibile limitarsi a continuare col musocoda.<br />

In generale, una volta guadagnato un vantaggio angolare di circa 60-70°, per il caccia angolare è<br />

probabilmente meglio continuare muso-coda.<br />

Così facendo si provoca un considerevole periodo cieco per il bandito, durante il quale questi potrebbe<br />

perdere del tutto la visuale o innervosirsi e tirare più bruscamente, consumando quantità ancora maggiori<br />

dell’energia del suo apparecchio. Un’inversione in tali condizioni provoca invece un periodo cieco per il<br />

cacciatore angolare, e a causa del tempo sprecato durante l’inversione, in una ridotta crescita del vantaggio di<br />

posizione. Come con le tattiche testa a testa, le virate muso-coda continuate possono portare alla fine il caccia<br />

col minore carico alare in una posizione letale, ma per giungere a tal punto sarà quasi certamente necessario più<br />

tempo. Ancora una volta, il caccia angolare deve prendere solo quanto gli concede il proprio vantaggio nelle<br />

prestazioni di virata, raschiando solo pochi gradi per volta e conservando al contempo almeno la velocità per la<br />

manovra verticale.<br />

In questa discussione, fino a questo punto, si è ipotizzato che il pilota del caccia col più alto T/W manovri<br />

pressoché in orizzontale. Egli ha tuttavia l’opzione della verticale. La figura 4-4 mostra come il pilota del<br />

caccia angolare possa affrontare tale situazione. Questa illustrazione ha inizio, come prima, con l’approccio<br />

frontale. Il caccia angolare tenta di guadagnare la separazione per una virata anticipata, come negli esempi<br />

precedenti; ma questa volta, anziché annullare tale separazione con un passaggio frontale ravvicinato, il bandito<br />

col maggiore T/W tira immediatamente in verticale. Vista l’ipotesi di pari energia di questa trattazione, a questo<br />

punto il caccia angolare può cabrare col bandito. Ma anche con una partenza co-energetica, tuttavia, il maggiore<br />

PS del bandito con un elevato T/W durante la cabrata in candela gli consentirà di solito di raggiungere una quota<br />

più elevata. Nei casi in cui la disparità del PS non è troppo grande, il caccia angolare potrebbe essere in grado di<br />

cabrare abbastanza in alto da minacciare un tiro con la mitragliatrice alla sommità, costringendo il bandito a<br />

tornare giù per una virata anticipata. In pratica, tuttavia, di solito non c’è alcuna certezza di avere la stessa<br />

energia al passaggio iniziale. Se invece il bandito avesse un considerevole vantaggio energetico a questo punto,<br />

tentare una cabrata in candela con lui potrebbe rivelarsi disastroso. Se non fosse in grado di minacciare il<br />

114


andito al vertice, il pilota del caccia angolare potrebbe ritrovarsi ad essere troppo lento per difendersi dal<br />

bandito che picchia da sopra. Più avanti nello scontro, dopo che il pilota del caccia angolare ha avuto<br />

abbastanza tempo per assicurarsi la parità energetica, si può tentare di cabrare insieme al bandito con maggior<br />

sicurezza. In questo caso una sequenza di manovra simile a quella descritta nelle figure 3-2 e 3-3 potrebbe<br />

costringere il bandito a tornare giù per una virata anticipata. Se non ha energia a sufficienza per minacciare un<br />

tiro con la mitragliatrice alla sommità, il pilota del caccia angolare può ricorrere alla tattica illustrata dalla<br />

figura 3-7 (ovvero nascondersi dietro al bandito per costringerlo a tornare giù).<br />

Tutte le volte che si impegna in una gara in cabrata, il pilota del caccia angolare deve aver cura di non<br />

lasciare che la propria velocità scenda al di sotto di quella richiesta per il controllo nel volo livellato (ovvero la<br />

velocità di stallo a motore acceso). Una volta messo il muso quasi in verticale, è fin troppo facile lasciar<br />

crollare la velocità al di sotto di tale valore, fino a zero, nel tentativo di ottenere qualche metro di quota in più<br />

dalla cabrata. Se si lascia accadere ciò, il muso dell’aereo diventerà ben presto un “cercatore di terra”, cadendo<br />

in un assetto quasi verticale col muso in basso. Anche se il pilota riesce a mantenere il controllo durante tale<br />

manovra, egli avrà ben pochi G a disposizione coi quali parare un attacco da parte del bandito più in alto, che<br />

ora è stato astutamente messo nella regione posteriore.<br />

Se durante una cabrata in candela diventa evidente che il bandito la concluderà molto più in alto, il pilota<br />

del caccia angolare deve riportare immediatamente il muso in giù a un assetto quasi livellato in una direzione il<br />

più lontana possibile dal bandito, mantenendo la contempo la visuale del suo avversario. Questa tattica genera<br />

separazione e dà al caccia angolare del tempo per accumulare velocità per la manovra difensiva.<br />

La tattica illustrata nella figura 4-4 è più conservativa e probabilmente più appropriata all’inizio dello<br />

scontro del cabrare col bandito al primo passaggio. Qui, osservando la candela del bandito, il pilota del caccia<br />

angolare livella semplicemente le proprie ali e cabra. Anche un’accelerazione scarica potrebbe essere<br />

appropriata durante questo segmento se la sua velocità fosse sostanzialmente al di sotto di quella richiesta per le<br />

migliori prestazioni di cabrata. La cabrata consente al caccia col carico alare minore di accumulare energia<br />

quasi al massimo rateo, mentre il bandito col più alto T/W resta con un elevato numero di G nella sua salita<br />

verticale, guadagnando poca o nessuna energia nel processo. Simultaneamente, il caccia angolare sta creando<br />

della separazione orizzontale e riducendo il vantaggio di quota del bandito.<br />

Il caccia angolare deve continuare in linea retta finché il bandito non si avvicina al vertice del suo loop.<br />

Qualsiasi virata durante questo intervallo spreca soltanto della preziosa energia, poiché il bandito può annullare<br />

qualsiasi virata semplicemente rollando mentre si trova in assetto quasi verticale.<br />

Quando il bandito si avvicina al vertice del loop (punto “3”), il pilota del caccia angolare rolla per mettere<br />

il bandito in perpendicolare rispetto alle ali (ovvero punta il vettore sostentamento su di lui), e fa girare il<br />

115


proprio aereo per generare un AOT di circa 90° (punto “4”). A quel punto può rilassare i G ma continuare a<br />

virare obliquamente in alto verso il bandito solo quel tanto che basta a tenerlo a circa 90° dalla coda.<br />

Questa tattica ha molti benefici effetti per il caccia angolare. La virata complanare tenendo il bandito a un<br />

AOT di 90° presenta al bandito il rateo di LOS orizzontale più elevato possibile, costringendolo a virare<br />

principalmente in orizzontale per guadagnare un vantaggio di posizione. La virata obliqua poco profonda e a<br />

bassa velocità del bandito gli impedisce di guadagnare grosse quantità di energia. Nel frattempo il caccia<br />

angolare sta virando con G piuttosto ridotti vicino alla velocità ideale per la manovra, e di solito può conservare<br />

o addirittura aggiungere energia durante questo segmento. Inoltre, consentendo al bandito di restare molto<br />

vicino ai limiti angolari di un involucro per la mitragliatrice, il pilota del caccia angolare lo incoraggia a<br />

proseguire la sua manovra con qualche speranza di successo.<br />

La tattica dell’“esca” viene proseguita finché il bandito non si avvicina ai parametri di tiro di portata e<br />

anticipo. A quel punto (punto “5”) il pilota del caccia angolare effettua una manovra difensiva antimitragliatrici<br />

fuori dal piano, in questo caso col muso in giù (essenzialmente una vite orizzontale al di sotto ad<br />

elevato numero di G). Una volta che si è osservato il muso del bandito cadere dietro una posizione di anticipo<br />

appropriata, il caccia angolare può invertire, costringendo a un sorpasso a distanza ravvicinata (punto “6”). Tale<br />

sorpasso, col bandito allo stesso livello di energia o al di sotto, dovrebbe fornire al caccia angolare col carico<br />

alare ridotto un prezioso vantaggio di posizione offensiva. Resta solo da premere questo vantaggio fino a una<br />

posizione letale, come trattato in precedenza.<br />

Ora che sono stati presentati diversi scenari di combattimento angolare, bisogna prestare una certa<br />

attenzione alla conclusione della partita. Quando si trova di fronte a un imminente tiro con le mitragliatrici da<br />

parte di un avversario con un carico alare ridotto, il bandito con un elevato T/W tenterà spesso di difendersi in<br />

verticale. Se sente di potere superare il suo avversario in candela, è probabile che ci provi. Come discusso<br />

nell’ultimo esempio, quando il pilota del caccia angolare sente di avere la parità energetica, cabrare in candela<br />

col bandito potrebbe essere corretto. Altrimenti, le tattiche illustrate dalla figura 4-4 sono più sicure.<br />

Quando viene preso a bassa velocità con una certa quota a disposizione, è più probabile che il bandito con<br />

un elevato carico alare tenti una spirale difensiva. Come detto nel capitolo 3, questa può essere una difesa molto<br />

efficace contro le mitragliatrici, e un abile uso delle tattiche di decelerazione potrebbe persino fruttare una<br />

posizione offensiva per il bandito, in particolare se il pilota angolare tenta di premere per un tiro con le<br />

mitragliatrici mentre si sviluppa la spirale. Se il pilota angolare lascia al bandito una certa separazione verticale<br />

iniziale, tuttavia, può mantenere una posizione offensiva (al di sopra del bandito). Il pilota del caccia angolare<br />

allora si limita ad aspettare e ad inchiodare il bandito durante la ripresa.<br />

Giudicare quando tornare giù dopo il bandito può significare uno scampato pericolo, poiché seguirlo<br />

troppo da vicino può risultare in un sorpasso verticale, e un eccessivo ritardo potrebbe consentire al difensore di<br />

picchiare fuori portata.<br />

Tuttavia, se dovesse verificarsi un sorpasso verticale, e il pilota del caccia angolare dovesse trovarsi<br />

livellato col bandito o al di sotto di esso nella spirale, le tattiche di decelerazione non andrebbero tentate.<br />

Invece, il pilota del caccia col carico alare ridotto può continuare la spirale per debellare qualsiasi soluzione per<br />

le mitragliatrici, uscendo lentamente al tempo stesso dalla picchiata a piena potenza e al massimo della<br />

portanza. Il vantaggio nelle prestazioni di virata del caccia col carico alare minore dovrebbe consentire al suo<br />

pilota di ridurre più velocemente l’angolo della sua picchiata, facendo sì che il bandito con elevato carico alare<br />

lo sorpassi in verticale, passando nuovamente sulla difensiva.<br />

116<br />

Il Combattimento Energetico: Sole Mitragliatrici<br />

Tutto ciò che in aria è al di sotto di me, specialmente se è un monoposto… è spacciato, perché non può<br />

sparare posteriormente.<br />

Barone Manfred von Richthofen<br />

Gli scenari precedenti per le tattiche angolari dovrebbero rendere evidente il compito del pilota del caccia<br />

energetico.<br />

Il pilota del caccia col maggiore T/W deve evitare di farsi sparare finché non riesce ad accumulare un<br />

grosso margine di energia, che gli consenta di cabrare in candela bene al di sopra del suo avversario e di<br />

posizionarsi per un attacco con le mitragliatrici dall’alto verso il basso. Un approccio ripido a un passaggio<br />

dall’alto con le mitragliatrici aiuta il caccia col carico alare elevato a compensare le sue deficienze nelle<br />

prestazioni di virata. Il rateo di rollata può sostituirsi al rateo di virata per compiere la maggior parte dei


cambiamenti di direzione richiesti per manovrare verso un involucro di tiro con le mitragliatrici, e in un assetto<br />

di ripida picchiata il caccia energetico deve opporsi ad una gravità minore di quella che dovrebbe affrontare<br />

effettuando una virata livellata. Va notato, tuttavia, che mentre l’approccio per le mitragliatrici può essere una<br />

ripida picchiata, il passaggio per il tiro vero e proprio di solito ha maggiore successo se può essere un po’ più<br />

livellato, come discusso in precedenza. Anche con questi vantaggi, comunque, il pilota del caccia energetico<br />

non deve attendersi un lungo tiro con inseguimento contro un caccia con un carico alare ridotto ben pilotato e<br />

con un sostanziale vantaggio nella virata istantanea, poiché quasi sempre il bandito può generare delle<br />

prestazioni di virata sufficienti a tenere il caccia energetico al di fuori di parametri di inseguimento stabili. Le<br />

maggiori eccezioni a questa regola ricorrono quando il bandito perde la visuale del suo attaccante o si trova<br />

prossimo alla velocità di stallo all’altezza degli alberi. Anche se il pilota del caccia energetico può lavorare per<br />

creare tali condizioni, spesso si conseguirà prima un’opportunità per un letale tiro non mirato.<br />

Ovviamente, un caccia energetico deve avere un sostanziale vantaggio di quota sul suo avversario<br />

immediatamente prima di un passaggio dall’alto con le mitragliatrici. L’esatta quantità necessaria di tale<br />

vantaggio dipende da molti fattori, ma in generale il vantaggio di quota deve essere all’incirca equivalente al<br />

raggio minimo di virata istantanea del caccia energetico. Ovvero, un caccia in grado di generare un raggio<br />

minimo di virata orizzontale di 2.000 piedi alla velocità d’ingaggio e alla velocità ideale (cioè al di sotto della<br />

velocità d’angolo), richiederà un vantaggio di quota di circa 2.000 piedi per un efficace attacco con le<br />

mitragliatrici dalla verticale o ripidamente dal di sopra. Ci si può aspettare che un caccia angolare ben pilotato<br />

neghi tale vantaggio di quota, se possibile, tutte le volte che il caccia energetico si trova vicino alla portata delle<br />

mitragliatrici. Il bandito potrebbe farlo cabrando col caccia energetico o conservando energia sufficiente a<br />

consentirgli una cabrata verticale, se necessario, per incontrare l’attaccante in picchiata quasi frontalmente.<br />

Il pilota del caccia con un elevato T/W, quindi, deve accumulare un vantaggio energetico sufficiente a<br />

consentirgli di cabrare più in alto del bandito con un ridotto carico alare della quantità richiesta. Poi se il<br />

bandito si impegna in una gara in candela, il pilota del caccia energetico si limita ad attendere che il suo<br />

avversario giunga al vertice della cabrata, e quindi balza su di lui dal di sopra prima che il bandito possa<br />

picchiare e guadagnare una velocità sufficiente per delle manovre difensive efficaci. Questa sequenza è stata<br />

trattata unitamente alla figura 2-15.<br />

Ci sono almeno due trappole in questa tattica, tuttavia. La più grave è la possibilità che la gara in candela<br />

si verifichi prima che il caccia col maggiore T/W abbia accumulato un vantaggio energetico abbastanza grande.<br />

Gli effetti di tale errore sono stati descritti sotto le tattiche angolari con le sole mitragliatrici in questo e nel<br />

precedente capitolo, e sono rappresentati nelle figure 3-3 e 3-8. L’altra possibilità è che il bandito rifiuti di<br />

unirsi a una gara in candela, e adoperi invece il tempo libero durante la cabrata del caccia energetico per<br />

accumulare energia per una successiva mossa difensiva o una tattica di “adescamento” come quella mostrata<br />

dalla figura 4-4. Questi sono solo due dei fattori che rendono questo combattimento energetico particolarmente<br />

difficile.<br />

Ingaggio con un Vantaggio Energetico Iniziale.<br />

A seconda delle prestazioni relative, il pilota del caccia energetico potrebbe essere in grado di assicurarsi<br />

il vantaggio energetico desiderato al primo passaggio, raggiungendo una velocità bene al di sopra delle capacità<br />

massime del bandito con un ridotto T/W. Questo è comune quando un caccia supersonico ingaggia un bandito<br />

che si limita a velocità subsoniche.<br />

L’eccesso di velocità necessario può essere stimato adoperando un diagramma Altitudine-Mach (H-M) o<br />

l’Equazione 3 in Appendice prima dell’ingaggio. Ipotizzando una certa quota per l’ingaggio, il massimo livello<br />

energetico raggiungibile dal bandito può essere localizzato sullo schema. Aggiungendo il vantaggio energetico<br />

(altitudine) desiderato al livello energetico del bandito si determina il livello energetico approssimativo<br />

richiesto al caccia ad elevato T/W. La velocità alla quale il livello energetico desiderato interseca la quota di<br />

ingaggio rappresenta la velocità necessaria per il caccia energetico.<br />

Il vantaggio di velocità necessario per fornire un dato vantaggio di quota nella cabrata in candela dipende<br />

molto dalla velocità del bandito. Per esempio, un vantaggio di 2.000 piedi su un bandito che viaggia a 100 nodi<br />

di velocità reale (knots true airspeed – KTAS) richiederà al caccia energetico di avere circa 130 nodi di velocità<br />

in eccesso (230 KTAS in totale).<br />

Ma col bandito a 500 KTAS, il caccia energetico avrà bisogno all’incirca di soli 540 KTAS (un vantaggio<br />

di soli 40 nodi). Anche se un bandito più veloce richiede un minore vantaggio di velocità perché il caccia<br />

energetico ottenga un certo margine nella quota di cabrata in candela, questo fenomeno è controbilanciato in<br />

117


larga parte dal fatto che caccia più veloci richiedono in genere un maggiore margine di quota. Le cifre date qui<br />

sono solo delle stime grossolane, poiché non prendono in considerazione i possibili mutamenti energetici<br />

durante le manovre in candela.<br />

Ipotizzando che il vantaggio energetico possa essere ottenuto al primo passaggio, il pilota del caccia ad<br />

elevato T/W può scegliere di cabrare immediatamente, come mostrato dalla figura 4-5. La maggiore differenza<br />

fra questo scenario e quello della figura 4-4 deriva dal grande vantaggio energetico del caccia ad elevato T/W in<br />

questo caso, che mette il caccia energetico in grado di restare bene al di sopra del suo avversario, e facilita le<br />

sue manovre nel piano verticale.<br />

In questo scenario il caccia energetico ha un sostanziale vantaggio di velocità nell’avvicinamento al<br />

passaggio (punto “1”) oltre a una quota lievemente superiore. Insieme, questi vantaggi di quota e velocità<br />

formano il margine energetico desiderato dal caccia ad elevato T/W. In questo caso, lo scopo del vantaggio di<br />

altitudine non è solo di fornire un ulteriore margine energetico, ma anche di indurre il bandito ad una brusca<br />

manovra col muso in su. Lasciando una certa separazione verticale (cioè passando quasi direttamente al di<br />

sopra del bandito) si dà al bandito lo spazio per una virata anticipata, ma esso dovrà virare quasi puramente in<br />

verticale per avvantaggiarsene. Qui un’eccessiva separazione potrebbe dare all’avversario con un carico alare<br />

ridotto l’opportunità per un ragionevole tiro non mirato al passaggio, mentre un vantaggio verticale troppo<br />

piccolo non gli offrirebbe un grande incentivo alla candela. Un vantaggio di altitudine al passaggio pari a circa<br />

un quarto del migliore raggio di virata del bandito è di solito un buon compromesso.<br />

Nella figura 4-5 il caccia angolare comincia una virata anticipata quasi verticale al punto “1”, mentre il<br />

caccia energetico continua dritto per alcuni secondi. Qui il pilota del caccia energetico deve stabilire se il<br />

bandito ha scelto di cabrare al momento giusto per ottenere l’anticipo per un tiro non mirato con le<br />

mitragliatrici al passaggio. Se è così, è opportuno un rapido scarto fuori piano (livellato) per rovinare il tiro<br />

prima che egli cominci a cabrare a sua volta. Questo lieve ritardo nella cabrata del caccia energetico aiuta<br />

inoltre il pilota a mantenere la visuale del bandito al di sotto. Il caccia energetico deve cominciare la propria<br />

cabrata, a livelli di G sostenuti, appena il bandito comincia ad avvicinarsi alla portata efficace delle<br />

mitragliatrici. Virare in alto e lontano dal bandito a questo punto incrementa il rateo di LOS visto dal bandito, e<br />

di conseguenza accresce l’anticipo richiestogli, costringendolo a tirare più duramente e a raggiungere un assetto<br />

di cabrata più alto.<br />

Se il bandito continua a tirare per una raffica, deve essere costretto a una cabrata molto ripida al passaggio<br />

(punto “2”). Dei lievi scarti a destra e a sinistra durante la cabrata complicano il problema del puntamento del<br />

bandito e potrebbero anche aiutare a tenerlo in vista.<br />

118


Durante il segmento successivo di questa manovra il caccia energetico deve continuare una cabrata ad ali<br />

livellate e G sostenuti, e riacquisire visivamente il bandito. Una volta raggiunto un assetto verticale, il pilota del<br />

caccia ad elevato T/W può sbandare leggermente da una parte o dall’altra, se necessario, per allineare le proprie<br />

ali in perpendicolare alla posizione del bandito, e quindi tirare leggermente oltre la verticale verso il bandito.<br />

Durante il resto della candela verso il punto “3”, il caccia energetico deve allentare fino a una condizione di G<br />

pari a zero o leggermente negativi al fine di ottenere la quota di cabrata più elevata possibile. Simultaneamente,<br />

deve cominciare a derivare verso una posizione direttamente al di sopra del bandito. Tuttavia bisogna avere<br />

cura di non posizionarsi troppo presto direttamente al di sopra e davanti all’avversario. Se la separazione<br />

dell’altitudine al punto “3” non oltrepassa la portata efficace delle mitragliatrici del bandito, a questo punto<br />

l’avversario potrebbe spruzzare un po’ di piombo, costringere a una manovra difensiva, e prendere l’offensiva.<br />

Se la manovra viene eseguita nei tempi giusti, il caccia energetico si troverà sopra il bandito vicino al vertice<br />

della sua candela, con la massima separazione verticale, proprio quando il bandito è più preoccupato di<br />

controllare il suo aereo a velocità ridotta e meno di puntare le sue armi.<br />

Dopo avere stabilito l’assetto di cabrata appropriato e cominciato la deriva verso il bandito, il pilota del<br />

caccia energetico può scegliere di far rollare il proprio aereo in condizione scarica per puntare una delle<br />

estremità alari verso il bandito.<br />

Questa tattica, nota come “profiling”, riduce l’area del caccia energetico visibile al bandito, rendendo più<br />

probabile che l’avversario lo perda di vista. Questo può anche facilitare al pilota del caccia energetico il<br />

119


compito di tenere d’occhio il bandito, e riduce la possibilità di volare di fronte alle mitragliatrici<br />

dell’avversario.<br />

Al punto “3” il bandito esaurisce la velocità e il suo muso comincia a cadere verso l’orizzonte. Lasciare<br />

che il bandito cominci per primo la propria cabrata assicura anche che la concluderà per primo. Una volta<br />

raggiunto un assetto lievemente picchiato, il bandito rolla in verticale per riguadagnare la visuale del caccia<br />

energetico al di sopra, e inizia un’accelerazione scarica col muso in basso. Vedendo il muso del bandito che<br />

comincia a cadere, il pilota del caccia energetico deve giudicare se esiste una separazione verticale sufficiente<br />

per un attacco efficace con le mitragliatrici. In caso contrario, la candela può essere continuata fino a quando<br />

non è disponibile la separazione necessaria. Una volta creata tale separazione, il pilota del caccia energetico può<br />

puntare molto rapidamente il proprio muso in basso verso il bandito per ridurre la minimo il tempo<br />

dell’accelerazione dell’avversario. Ciò può essere fatto con una configurazione per la massima portanza (flap,<br />

slat, eccetera), e usando il massimo dei G disponibili per lasciarsi cadere nell’emisfero posteriore del bandito<br />

per un attacco in picchiata con le mitragliatrici.<br />

Quando si vola a velocità molto ridotte, il pilota del caccia energetico potrebbe scegliere invece di<br />

spingersi oltre la sommità o di impiegare una “inversione di timone” in cima alla sua candela. Detta a volte<br />

anche “virata a martello”, quest’ultima manovra fa sì che l’aereo ruoti sul suo asse verticale, girandosi<br />

lateralmente da un assetto cabrato a uno picchiato. Nella maggior parte degli aerei, l’inversione di timone si<br />

effettua in condizioni di scarico applicando tutto il timone nella direzione in cui il pilota vuole che il muso cada.<br />

Sembra che questa tecnica sia stata impiegata per la prima volta in combattimento da Max Immelmann,<br />

una aviatore tedesco della 1ª guerra mondiale e uno dei primi assi della caccia al mondo (conseguì la sua quinta<br />

vittoria pochi giorni dopo Oswald Boelcke, un altro grande cacciatore e tattico tedesco). Una delle tattiche<br />

preferite di Immelmann era di effettuare un attacco in picchiata ad alta velocità sulla sua vittima, quindi cabrare<br />

in verticale, effettuare un’inversione di timone, e picchiare nuovamente per un altro attacco, e così via, fino a<br />

quando il bersaglio non era distrutto. Questa tattica confondeva i suoi avversari Alleati a tal punto che essi la<br />

soprannominarono la “Virata Immelmann” ed erano convinti che sfidasse le leggi dell’aerodinamica. Una volta<br />

visualizzata, la tecnica venne ampiamente copiata da ambo le parti. Oggi esiste una manovra acrobatica di<br />

precisione nota come “Immelmann”, ma è notevolmente diversa dall’originale.<br />

L’Immelmann moderno comincia con la prima metà di un loop fino alla posizione rovesciata, seguita da<br />

una rollata al vertice in posizione normale.<br />

La Virata Immelmann fu un grande successo… Ma più tardi, quando furono disponibili motori più<br />

potenti, fu una mossa pericolosa, perché il pilota in basso poteva cabrare dietro al Fokker e attaccarlo mentre<br />

pendeva quasi immobile in verticale, non del tutto sotto controllo, e presentava un facile bersaglio.<br />

Air Vice-Marshal J.E. “Johnnie” Johnson, RAF<br />

Passare direttamente al di sopra del bandito e poi picchiare verso le sue ore sei rende quasi certo che<br />

l’avversario perderà temporaneamente la visuale del caccia energetico. Di fronte a queste tattiche, il bandito<br />

essenzialmente ha solo due opzioni. Può cominciare a virare quasi immediatamente su un piano livellato o<br />

leggermente obliquo, tentando di riguadagnare la visuale e di ostacolare l’imminente tiro dell’attaccante, o può<br />

continuare una accelerazione scarica in picchiata. Nel primo caso è improbabile che la sua difesa abbia<br />

successo, a causa del basso numero di G disponibili a una velocità tanto ridotta. Nella seconda opzione quasi<br />

certamente non riavrà la visuale dell’attaccante e sarà costretto a tirare a indovinare sul momento in cui<br />

effettuare la spezzata contro le mitragliatrici. Se indovina giusto, la difesa contro le mitragliatrici potrebbe<br />

essere più efficace data la maggiore velocità. Sbagliare potrebbe mettere fine allo scontro.<br />

Nel caso in cui il pilota del caccia energetico sbagli il tiro al punto “4”, è probabile un sorpasso verticale.<br />

Alla portata minima l’attaccante può scaricare o rollare via dal bersaglio (un quarto di vite dalla parte opposta)<br />

e continuare a picchiare per acquisire separazione. Generalmente il suo vantaggio di velocità nella picchiata lo<br />

porterà oltre la portata delle mitragliatrici prima che l’avversario possa invertire e minacciare un tiro. La<br />

separazione e il vantaggio di velocità possono quindi essere adoperati per uscire dal combattimento o per<br />

tornare per un altro passaggio frontale. Se il sorpasso verticale non è grande e il caccia energetico ha raggiunto<br />

almeno la velocità di manovra al sorpasso, il pilota può scegliere di cabrare immediatamente in un’altra<br />

rovesciata in verticale e ripetere il suo attacco da sopra. Tuttavia, se il sorpasso porta l’attaccante<br />

sostanzialmente al di sotto dell’altitudine del bandito (vicino all’equivalente del raggio di virata del bandito), il<br />

caccia energetico deve per prima cosa tornare a cabrare vicino alla quota del bandito prima di iniziare una<br />

seconda manovra verticale.<br />

120


Altrimenti il vantaggio di quota all’apice della seconda rovesciata potrebbe essere inferiore al necessario,<br />

risultando in un sorpasso ancora maggiore al successivo passaggio.<br />

Se il caccia energetico è soggetto a restrizioni contro situazioni prolungate di G pari a zero o negativi,<br />

potrebbero essere necessarie delle modifiche a queste tattiche. I sistemi del carburante o del lubrificante di<br />

molti apparati di spinta potrebbero provocare un arresto temporaneo del motore o persino dei danni permanenti<br />

se sottoposti a tali condizioni operative. Tuttavia, il pilota del caccia energetico dovrebbe essere ancora in grado<br />

di fare uso di questa tattica in tali condizioni rilassando i G dopo la cabrata iniziale fino a un fattore di carico<br />

leggermente positivo per la durata della manovra in candela.<br />

Un bandito ben pilotato può contrastare efficacemente queste tattiche in molti modi. Un metodo è non<br />

cabrare col caccia energetico al primo passaggio, ma di contrastarlo con la manovra descritta nella figura 4-4.<br />

Anche dopo essersi impegnato nella candela, il bandito può complicare le cose se riconosce la situazione<br />

abbastanza precocemente. In questo caso può interrompere prima la candela, prima di esaurire la velocità<br />

all’aria, livellando su una rotta lontana dal caccia energetico, riguadagnando la velocità per la manovra, e poi<br />

tornando indietro, come nella figura 4-4, o tentando la fuga. normalmente in questa situazione non è<br />

vantaggioso per il caccia energetico continuare la cabrata in candela fino a una velocità ridotta per<br />

massimizzare l’altitudine della cabrata. Invece dovrebbe rollare a seconda del necessario per porre il bandito<br />

sulla linea della portanza e continuare a tirare oltre la sommità del loop a livelli sostenuti di G. Questa<br />

situazione è rappresentata in figura 4-6.<br />

In questo esempio entrambi i caccia iniziano una cabrata in candela al passaggio, come nella figura 4-5.<br />

Questa volta, tuttavia, il pilota del caccia col ridotto T/W riconosce il grande vantaggio energetico<br />

dell’avversario e conclude la cabrata, livellando per stabilire un angolo di cabrata sostenibile al punto “3”.<br />

Una volta raggiunto un assetto di candela in verticale al punto “3”, il caccia energetico vede che il suo<br />

avversario sta livellando, e continua a tirare fino alla sommità del loop a livelli sostenuti di G. Quando il caccia<br />

energetico giunge al vertice al punto “4”, il bandito comincia una virata a sinistra lievemente cabrata per<br />

riprendere l’ingaggio. Il pilota del caccia energetico continua a tirare giù il proprio muso quasi fino alla<br />

verticale pura (punto “5”), quindi effettua una rollata completa per riacquisire visivamente il bandito e puntare<br />

il vettore sostentamento davanti all’attuale posizione del bandito (ovvero effettua una rollata con anticipo). Una<br />

volta puntato verso il basso, il caccia energetico scarica e accelera mentre esegue la rollata con anticipo. Il<br />

pilota prosegue tale accelerazione fino ad approssimarsi alla velocità di manovra verticale, aggiustando l’angolo<br />

di sbandata a seconda del necessario in modo che un’uscita con le ali livellate risulti in un passaggio ravvicinato<br />

121


col bandito al successivo incontro. Al punto “6” il pilota del caccia energetico ha cominciato il suo recupero ad<br />

ali livellate e G sostenuti. Questo recupero non deve essere rinviato più di quanto necessario per riacquistare la<br />

velocità per la manovra verticale al fondo, poiché qualsiasi ritardo potrebbe dare al bandito la separazione<br />

verticale per una virata con anticipo al passaggio. Il pilota del caccia energetico deve resistere alla tentazione di<br />

effettuare un recupero in rollata, perché questo spreca energia.<br />

Avvicinandosi al passaggio al punto “6”, il bandito decide di cabrare bruscamente per ottenere della<br />

separazione e per un attacco in vite. Se il recupero del caccia energetico è stato eseguito correttamente il<br />

bandito dovrà eseguire un sacco di manovre dure e che consumano parecchia energia per ottenere un qualsiasi<br />

sostanziale vantaggio di posizione al passaggio. in tal caso è improbabile che al bandito rimanga del potenziale<br />

verticale. L’avversario sta semplicemente cercando di intimidire il pilota del caccia energetico, sperando di<br />

spingerlo con un bluff a delle manovre difensive che gli facciano consumare energia.<br />

In risposta, il pilota del caccia energetico deve essere consapevole del fatto che la sua migliore difesa è il<br />

rifugio ad alta quota. Le manovre difensive devono essere limitate forse a un rapido scarto fuori piano, in un<br />

momento scelto in maniera appropriata, seguito da un’altra cabrata (punto “7”). A seconda delle dinamiche<br />

della situazione, questa seconda cabrata potrebbe non dovere essere continuata fino alla verticale pura. Una<br />

volta che il pilota del caccia energetico ha determinato che la propria cabrata e (possibilmente) la picchiata del<br />

bandito hanno generato una separazione di quota sufficiente, egli deve terminare immediatamente la cabrata<br />

con una rapida rollata e una picchiata per un attacco con le mitragliatrici.<br />

Nel caso della figura 4-6, il pilota del caccia energetico non è stato in grado di evitare di recuperare al<br />

disotto del suo avversario al secondo passaggio dato che doveva raggiungere la velocità per la manovra<br />

verticale. Quando è possibile, comunque, è più vantaggioso restare per tutto il tempo al di sopra della quota del<br />

bandito, in modo che l’avversario sia costretto ad effettuare i suoi attacchi col muso alzato, lottando con la<br />

gravità e perdendo più velocità. Fare fondo al di sotto del bandito gli consente di ottenere un maggiore<br />

vantaggio angolare al passaggio e rende il bluff del nemico più credibile.<br />

Tuttavia, tranne che per sorpassi di quota molto grossolani da parte del caccia energetico, l’attacco del<br />

bandito può ancora essere sventato in maniera efficace da un rapido scarto fuori dal piano.<br />

La difesa contro i [caccia] giapponesi si risolve nella superiore velocità dei nostri caccia… Le misure<br />

offensive variano a seconda del numero dei nemici, ma sono sempre colpisci e scappa, perché gli [Zero]<br />

possono superarci nelle manovre di circa due a uno.<br />

Maggiore Richard I. “Dick” Bong, USAAF<br />

Maggiore Asso US della II GM<br />

40 vittorie<br />

122<br />

Ingaggio senza un Vantaggio Energetico Iniziale.<br />

Tutte le tattiche precedenti sono fondate sul fatto che il caccia col maggiore T/W abbia un vantaggio<br />

energetico significativo al primo passaggio. Se questo non può essere assicurato, saranno necessari altri metodi<br />

per guadagnare tale margine energetico durante l’ingaggio. Per farlo, è necessario che le prestazioni energetiche<br />

(PS) siano ottimizzate rispetto a quelle dell’avversario. Un maggiore T/W di solito conferisce al caccia<br />

energetico un vantaggio di PS in condizioni di G ridotti, soprattutto durante accelerazioni e cabrate scariche.<br />

Non è necessariamente così per condizioni di virate dure, quando l’ala presumibilmente più grande o la<br />

maggiore efficienza del caccia angolare potrebbero dare in realtà a questo aereo migliori prestazioni energetiche<br />

(ovvero un PS più elevato per un dato fattore di carico, rateo o raggio di virata). Quindi, al fine di ottimizzare le<br />

prestazioni energetiche relative, il pilota del caccia col maggiore rapporto T/W deve minimizzare le virate e<br />

massimizzare le accelerazioni e le cabrate a basso numero di G. Qualsiasi virata necessaria deve essere<br />

effettuata nella maniera più efficiente possibile dal punto di vista energetico, che di solito significa la manovra<br />

verticale. La figura 4-7 illustra come queste generalità possono essere messe in pratica.<br />

In questo esempio gli avversari si avvicinano frontalmente al punto “1”. Come negli ingaggi precedenti,<br />

ci si può attendere che il bandito col carico alare ridotto tenti di generare una certa separazione delle linee di<br />

volo per una virata anticipata prima del passaggio. Il pilota del caccia energetico lo contrasta virando verso il<br />

bandito per ridurre la separazione laterale e in questo modo riduce il potenziale vantaggio angolare del bandito<br />

al passaggio (punto “2”).


Qualsiasi angolo diate al bandito al primo passaggio vi ossessionerà per tutto il resto del combattimento.<br />

Tenente Jim “Huck” Harris, USN<br />

A differenza dell’esempio precedente, qui si ipotizza che i caccia abbiano un’energia all’incirca<br />

equivalente (stessa velocità e stessa quota) al primo passaggio. Grazie al maggiore T/W del proprio aereo, il<br />

pilota del caccia energetico può cabrare immediatamente e superare in candela il suo avversario, ma questo in<br />

genere non è consigliabile. Un motivo è che il bandito potrebbe essere più veloce di quanto ipotizzato. Un altro<br />

è la scelta dei tempi implicata in una gara di cabrata. Di norma il caccia che comincia la cabrata per primo<br />

giungerà per primo al vertice. Anche se il caccia col minore T/W non riuscirà a raggiungere la stessa altitudine,<br />

sarà notevolmente più manovrabile, avvicinandosi al vertice della propria cabrata, del caccia energetico che<br />

cabra per primo. A questo punto il caccia energetico sarà molto lento e vulnerabile mentre comincia ad<br />

accelerare o torna giù. Se il caccia angolare riesce ad avvicinarsi abbastanza da minacciare un attacco a questo<br />

punto, il caccia col maggiore carico alare può trovarsi in guai seri.<br />

Per evitare tale situazione, il caccia energetico accelera fino alla velocità migliore per la cabrata (o, se è<br />

più veloce, rallenta con una ripida cabrata) e cabra dritto in avanti a tutta forza. Durante questo segmento le<br />

virate saranno ridotte al minimo richiesto per mantenere la visuale del bandito. In questo modo il caccia<br />

energetico guadagna della separazione dal bandito per evitare di essere minacciato al vertice di una successiva<br />

cabrata e allo stesso tempo accumula un vantaggio energetico mentre il bandito sta virando e molto<br />

probabilmente spreca energia.<br />

Una volta che il bandito completa la sua virata ed è nuovamente puntato nella direzione generica del suo<br />

avversario (punto “3”), il pilota del caccia energetico comincia una cabrata ad ali livellate e G sostenuti per<br />

guadagnare dell’ulteriore separazione verticale. Prima di cominciare questa cabrata, il caccia energetico deve<br />

avere almeno la velocità per la manovra verticale. Se questo valore è più elevato della migliore velocità di<br />

cabrata, la cabrata fra i punti “2” e “3” andrà eliminata o abbreviata per consentire l’accelerazione fino alla<br />

velocità richiesta per la richiamata. Dato che la velocità decresce durante la cabrata in candela, il pilota del<br />

caccia energetico deve ridurre costantemente i G per approssimarsi alla capacità di G sostenuti del suo aereo a<br />

quella velocità, altrimenti della preziosa energia andrà perduta nella manovra verticale.<br />

Avvicinandosi al vertice della cabrata (punto “4”), il caccia energetico dovrà essere leggermente più<br />

veloce della velocità di stallo a 1-G e dovrà tirare solo all’incirca un G positivo mentre è rovesciato.<br />

La separazione fra i caccia al punto “3” e le manovre verticali del caccia energetico danno un certo<br />

respiro al bandito fra i punti “3” e “4”. Ci si può aspettare che egli faccia uso di questo periodo per<br />

123


iguadagnare parte del suo deficit energetico cabrando o accelerando. Ma dato che ha un minore T/W, il caccia<br />

angolare non può controbilanciare tutto il margine energetico guadagnato dal caccia col T/W più elevato<br />

durante la precedente estensione in cabrata. Ipotizzando che il caccia energetico non consumi energia nella<br />

candela, questo dovrebbe arrivare al punto “4” con un vantaggio energetico significativo.<br />

Avvicinandosi all’assetto puramente verticale nella sua richiamata fra i punti “3” e “4”, il pilota del caccia<br />

energetico deve studiare la posizione e le manovre del bandito. L’obiettivo è di arrivare al vertice della candela,<br />

il punto “4”, il più vicino possibile alla diretta verticale del bandito. Se questo è ancora a una certa distanza<br />

orizzontale quando il caccia energetico raggiunge la verticale, potrebbe essere desiderabile ritardare il<br />

completamento della rovesciata di pochi secondi per lasciare avvicinare il bandito. Questo può essere fatto<br />

scaricando in assetto quasi verticale e continuando la candela.<br />

Questa tattica può essere accompagnata da un profiling, come spiegato in precedenza. In questo modo si<br />

possono guadagnare degli extra di tempo e altitudine cabrando in candela con una velocità all’aria ridottissima,<br />

ed effettuando poi un’inversione di timone o una picchiata al momento appropriato.<br />

Nel caso rappresentato, tuttavia, il bandito è abbastanza vicino perché la rovesciata possa essere<br />

continuata. Quindi il pilota del caccia energetico rolla per mettere il bandito in perpendicolare rispetto alle ali, e<br />

continua a tirare nel tentativo di passare direttamente al di sopra del bandito senza alcuna manovra orizzontale.<br />

Il bandito potrebbe sventare questi sforzi virando in orizzontale dopo la manovra di rollata del caccia<br />

energetico, ma questa dovrebbe avere ben poco effetto a parte ridurre ulteriormente l’energia del bandito.<br />

Nello scontro rappresentato nella figura 4-7 il bandito comincia una virata obliqua sulla destra in cabrata<br />

al punto “4”. Dopo avere incrociato al di sopra del bandito, il caccia energetico picchia in maniera ripida verso<br />

l’emisfero posteriore del suo avversario. Durante la prima parte di questa discesa ( fra i punti “4” e “5”) il<br />

caccia energetico adopera l’inse-guimento ritardato, mantenendo il muso del proprio aereo puntato leggermente<br />

dietro al bandito, spingendo verso il prolungamento delle ore sei. Questa tecnica risulta in una linea di volo a<br />

spirale, con la maggior parte dei cambiamenti di direzione compiuti facendo sbandare l’apparecchio. Durante<br />

questo periodo il fattore carico deve essere minimizzato per permettere una maggiore accelerazione.<br />

Questa tecnica di inseguimento ritardato dovrebbe costringere il bandito a virare duro e a cabrare più<br />

ripidamente per mantenere la visuale del caccia energetico in picchiata, consumando così ancor più energia. Al<br />

punto “5” il pilota del caccia energetico determina che la separazione e il vantaggio angolare sono tali da potere<br />

iniziare un attacco efficace dall’alto con le mitragliatrici. Quindi comincia a virare più duramente, diminuendo<br />

l’angolo della picchiata, e tirando all’interno della virata del bandito effettuando la transizione all’inseguimento<br />

puro e quindi a quello anticipato. Al punto “6” il caccia energetico ha raggiunto un AOT piuttosto elevato, ma<br />

si trova in una posizione di tiro efficace contro il bandito relativamente lento e meno manovrabile.<br />

In questo esempio il vantaggio nelle prestazioni energetiche del caccia col maggiore T/W era sufficiente<br />

per fornire un’opportunità di attacco dopo una sola mossa verticale, ma potrebbe non essere sempre così.<br />

Giungendo al vertice della rovesciata (punto “4”) il pilota del caccia energetico potrebbe scoprire che il bandito<br />

ha virato precocemente ed è già vicino al punto “5”, sfalsato dalla verticale e molto più in alto di prima. In<br />

questa situazione un attacco potrebbe essere ancora possibile tirando direttamente in un inseguimento<br />

anticipato, virando testa a testa col bandito quando la manovra viene vista dall’alto, e invertendo per il tiro<br />

quando ci si avvicina alla portata utile. Di solito comunque questa tecnica risulta in un approccio in picchiata<br />

molto ripida, e in una posizione con un elevato AOT che potrebbe non essere efficace. L’approccio ripido<br />

risulta anche in un grande sorpasso verticale dopo il passaggio per il tiro, il che potrebbe causare dei problemi<br />

in seguito. Di conseguenza, questa tattica testa a testa è più adatta quando il pilota del caccia energetico intende<br />

solo cogliere qualsiasi colpo disponibile alla prima opportunità e poi uscire dal combattimento in una<br />

estensione in picchiata ad alta velocità.<br />

Se invece il pilota del caccia energetico intende continuare a lavorare per una posizione di tiro efficace,<br />

dovrà impiegare ancora l’inseguimento ritardato, costringendo il bandito a virare in orizzontale mentre il caccia<br />

energetico accelera fino alla velocità per la manovra verticale per un’altra rovesciata con le ali livellate. La<br />

figura 4-8 mostra questa tattica. In questo esempio il pilota del caccia energetico giunge alla sommità della<br />

rovesciata al punto “4” per trovare il bandito sfalsato al di sotto, che effettua una virata anticipata in cabrata.<br />

Comprendendo di avere a disposizione un vantaggio di quota insufficiente e che è stata sviluppata<br />

un’angolazione eccessiva per un attacco efficace con le mitragliatrici, il caccia energetico picchia in verticale e<br />

rolla per un inseguimento ritardato, puntando il vettore portanza leggermente dietro al bandito. Un richiamo in<br />

rollata viene proseguito finché l’aereo non ha accelerato fino alla velocità per la manovra verticale, e la rollata è<br />

regolata nel tempo in modo da porre il caccia energetico approssimativamente su una rotta opposta a quella del<br />

bandito sull’orizzontale.<br />

124


Questa tecnica costringe il bandito a virare in un cerchio completo per inseguire ancora, e gli impedisce di<br />

compiere guadagni energetici apprezzabili. Al punto “5”, il caccia energetico può tornare immediatamente in<br />

una seconda estensione e rovesciata, che questa volta risulterà in un maggiore vantaggio di quota e in migliori<br />

possibilità di attacco. questo processo può essere ripetuto finché non si consegue una posizione di tiro efficace o<br />

non si desidera sganciarsi.<br />

Nella discesa fra i punti “4” e “5” nella figura 4-8, è desiderabile completare la richiamata al di sopra<br />

della quota del bandito. Questo fa sì che il bandito continui a virare a muso in su, lo mantiene caricato, e non gli<br />

permette di virare in maniera più efficiente col muso in basso dopo un sorpasso verticale. Tuttavia è molto più<br />

importante raggiungere la velocità per la manovra verticale prima che il caccia energetico cominci la sua<br />

successiva rovesciata. Sfondare leggermente al di sotto della quota del bandito in genere non costituisce un<br />

problema. Grandi separazioni verticali possono tuttavia permettere al bandito di eseguire una virata anticipata<br />

col muso in basso, e di raggiungere una posizione di tiro temporanea durante il richiamo. Se costretto a<br />

richiamare rapidamente per evitare tale situazione, il pilota del caccia energetico deve effettuare<br />

un’accelerazione scarica orizzontale o in picchiata dopo il richiamo per guadagnare la velocità per la manovra<br />

verticale prima di tentare un’altra rovesciata. Potrebbe essere necessario abbassare un’ala o virare leggermente<br />

per mantenere la visuale del bandito durante tale estensione.<br />

Un’alternativa praticabile alla tattica energetica dell’estensione in cabrata appena trattata è la tecnica<br />

energetica raccomandata per gli aerei simili nel capitolo precedente, ovvero la serie di virate testa a testa vicino<br />

alla velocità minima per la manovra verticale, come rappresentato nella figura 3-4. Nel caso di un bandito<br />

particolarmente aggressivo, o tutte le volte che il vantaggio del caccia angolare nelle prestazioni di virata non è<br />

eccessivo, questa tattica potrebbe riuscire a consumare la velocità del bandito abbastanza da permettere al<br />

caccia energetico di cabrare in candela e cominciare dei passaggi con le mitragliatrici dall’alto.<br />

Un vantaggio di questo metodo è che facilita la conservazione della visuale di un avversario più piccolo,<br />

poiché le separazioni durante l’ingaggio sono molto ridotte. Il difetto principale è che potrebbe non essere<br />

efficace in caso di caccia diversi. Un caccia con un ridotto carico alare in genere sostiene le sue prestazioni di<br />

virata a una velocità inferiore rispetto al suo avversario, risultando in un raggio di virata inferiore. Il raggio più<br />

piccolo può risultare in guadagni angolari contro l’avversario in manovre testa a testa senza consumare energia.<br />

125


Inoltre, la velocità di manovra verticale del caccia col carico alare ridotto è in genere inferiore a quella del<br />

suo avversario con un carico alare maggiore, quindi una velocità ridotta può essere accettata senza la perdita<br />

completa del potenziale verticale. Quindi, se ha pazienza, il caccia angolare può ottenere piccoli guadagni<br />

angolari a ogni virata testa a testa finché il caccia energetico cabra in candela con solo un piccolo vantaggio di<br />

velocità. Il caccia angolare potrà quindi essere in grado di andare in candela col suo avversario e sorprenderlo<br />

alla sommità della manovra.<br />

La difesa del caccia energetico contro tale tecnica è un’attenta osservazione delle manovre del bandito<br />

durante le prime virate testa a testa. Se dopo le prime due virate il bandito non è prossimo a un vantaggio<br />

angolare di 90°, il pilota del caccia energetico deve fare uso della sua velocità superiore per eseguire<br />

un’estensione muso-coda per uscire dal combattimento o per guadagnare una separazione sufficiente per<br />

tornare indietro, incontrare il bandito in termini neutri, e provare qualcos’altro.<br />

Probabilmente un’opzione migliore per il caccia energetico in questo scenario sarebbe una virata musocoda<br />

sostenuta. Questa procedura è stata trattata nel capitolo precedente; i suoi vantaggi sono ancora maggiori<br />

in questo caso. Poiché è raro che il caccia col minore T/W abbia una sostanziale superiorità nel rateo di virata<br />

sostenuta, una tale manovra lo costringe a virare più duramente che a livelli di G sostenuti per guadagnare un<br />

rapido vantaggio angolare. Il pilota del caccia energetico deve mantenere la velocità più elevata fra quella per il<br />

migliore rateo di virata sostenuta o per la manovra verticale, in una virata orizzontale o cabrata, e osservare le<br />

prestazioni di virata del bandito. Una virata in cabrata poco inclinata è di solito preferibile, poiché questa di<br />

solito induce il bandito a consumare energia più rapidamente. Se appare che il bandito guadagnerà un vantaggio<br />

maggiore di 90° alla prima virata, si può cominciare una virata col muso leggermente picchiato per mantenere<br />

la velocità limitando al contempo il vantaggio angolare dell’avversario al passaggio a circa 90°. In questo caso<br />

il caccia energetico dovrebbe avere al sorpasso un margine di velocità adeguato per cominciare una rovesciata<br />

in sicurezza.<br />

Tuttavia, se il caccia angolare dovesse guadagnare sostanzialmente meno di 90° dopo circa due virate, il<br />

vantaggio di velocità del caccia energetico potrebbe essere inadeguato. In tale situazione il pilota del caccia<br />

energetico dovrebbe probabilmente prendere in considerazione la possibilità di sganciarsi, poiché potrebbe<br />

essere meglio tornare un altro giorno e sperare in un avversario più facile. Altrimenti si potrebbe adoperare<br />

un’estensione muso-coda per guadagnare una separazione sufficiente per tornare indietro e incontrare<br />

nuovamente il bandito in posizione neutra. A partire da questo punto si possono cominciare delle tattiche di<br />

estensione/rovesciata.<br />

Bisogna comprendere che, come in economia, niente è gratuito nelle tattiche. I commerci per impiegare la<br />

tecnica di virata muso-coda più efficiente, come detto in precedenza, includono un’ulteriore difficoltà nel<br />

giudicare l’energia del bandito e problemi accresciuti nel mantenere la visuale. In ogni caso, se il vantaggio del<br />

bandito nelle prestazioni di virata è molto grande, il piota del caccia energetico potrebbe trovare necessario<br />

impiegare la rovesciata in spirale modificata (figura 3-10) per evitare di essere colpito durante il richiamo.<br />

Dei resoconti di combattimenti reali coronati da successo con l’impiego di tattiche energetiche sono rari,<br />

ma l’esempio seguente è una bellezza. Qui il P-51B Mustang di John Godfrey ha probabilmente un carico alare<br />

inferiore del 20% rispetto al Focke-Wulf 190D-9, e Godfrey accresce ulteriormente il proprio vantaggio con un<br />

abile impiego dei flap. Il Focke-Wulf, tuttavia, potrebbe avere un carico di potenza migliore del 20%. Ecco due<br />

maestri all’opera:<br />

Un aereo si stava avvicinando, e a causa del muso allungato pensavo fosse un Mustang. Virando verso di<br />

lui ricevetti uno shock; non era né un Mustang né un Me-109, ma un nuovo Focke-Wulf; il suo muso allungato<br />

era l’ultima miglioria al famoso FW. Si diceva che questi aerei col muso più lungo avessero più cavalli dei loro<br />

predecessori, e fossero capaci di far passare a un Mustang un brutto quarto d’ora. Ci incontrammo praticamente<br />

di fronte e entrambi facemmo sbandare i nostri aerei preparandoci per un dogfight.<br />

Girammo su noi stessi. A volte il FW si avvicinava, e altre volte, quando dovevo abbassare i miei flap per<br />

stringere la virata, ero in posizione per sparare; ma il tedesco, sentendo la mia posizione superiore, continuava a<br />

dondolarsi nella sua virata, guadagnando velocità e cabrando rapidamente, e col vantaggio di quota si sarebbe<br />

poi gettato sulla mia coda. Il tempo era a suo favore, poteva combattere in quel modo per un’ora e avere ancora<br />

abbastanza carburante per atterrare dovunque sotto di lui. Io dovevo ancora volare su 400 miglia di territorio<br />

nemico prima di potere atterrare. Bisognava fare qualcosa. Gettando la prudenza al vento sollevai i flap,<br />

picchiai e richiamai in una ripida virata, abbassando leggermente i flap allo stesso tempo. I G erano terrificanti,<br />

ma funzionò, e inchiodai il Jerry. Premetti il capezzolo e aspettai, ma non successe nulla, niente di niente. Le<br />

mie mitragliatrici non sparavano.<br />

126


Con quest’ultimo azzardo avevo perso quota ma ero riuscito a puntare le mie armi volando sotto il FW.<br />

Con questo vantaggio di quota lui venne giù, richiamò bruscamente, e mi fu di nuovo appiccicato in coda. I<br />

cannoni da 20mm eruttarono e potei vedere quelle che sembravano palle da golf passarmi accanto. Un po’<br />

meno deviazione e quelle palle da golf dall’apparenza innocua sarebbero esplose all’istante a contatto col mio<br />

aereo. “Non voltare mai le spalle al nemico” era il nostro motto, ma non avevo scelta. Voltando l’aereo sulla<br />

schiena mi tirai la barra nelle budella. Il mio throttle era spalancato e lo lasciai così mentre picchiavo. La<br />

lancetta si fermò su 600 miglia orarie – era fin dove poteva arrivare sul quadrante. Richiamando mi aspettavo<br />

che in qualsiasi momento si strappassero le ali, visto quanto sobbalzava l’aereo. La parte finale della mia<br />

richiamata mi portò nelle nuvole. Fui grato di essere sfuggito al FW dal muso lungo, perché quel pilota era<br />

sicuramente il migliore che avessi mai incontrato.<br />

Aspetti Pratici del Combattimento Energetico.<br />

Anche se le tattiche precedenti sono accademicamente corrette in un ambiente sterile, ci sono delle<br />

considerazioni pratiche che complicano un po’ le cose nel combattimento reale. Una di queste è la difficoltà nel<br />

mantenere la visuale dell’avversario. Le tattiche di estensione/rovesciata risultano nella generazione di grandi<br />

distanze fra il cacciatore e il bandito. Inoltre, il pilota del caccia energetico passa la maggior parte del proprio<br />

tempo a guardare il bandito dietro le spalle, rendendo ancor più difficile l’inseguimento visivo. Un bandito<br />

molto piccolo potrebbe costringere il caccia energetico a ridurre i suoi tempi di estensione, conseguendo così un<br />

vantaggio energetico più piccolo a ogni estensione. Anche guardarsi dietro le spalle complica il controllo<br />

dell’aereo per il pilota del caccia energetico. Per esempio, è difficile giudicare un assetto con le ali orizzontali<br />

per cominciare una rovesciata mentre si guarda indietro. Anche velocità e quota dell’aereo potrebbero dovere<br />

essere giudicate a sensazione, poiché il pilota potrebbe non essere in grado di permettersi di staccare gli occhi<br />

dal bandito per dare un’occhiata agli strumenti. Ciò potrebbe essere particolarmente pericoloso durante gli<br />

scontri a bassa quota, poiché più di un pilota si è esteso dritto nel terreno mentre si guardava indietro. Un<br />

secondo membro di equipaggio è molto utile per queste tattiche, poiché il carico di lavoro può essere suddiviso<br />

fra l’osservazione del bandito e il monitoraggio delle prestazioni dell’apparecchio.<br />

Il disegno dell’aereo è un altro fattore da tenere in considerazione. Una visibilità posteriore scarsa, una<br />

velocità per la manovra verticale molto elevata (cioè molto al di sopra della migliore velocità di cabrata),<br />

cattive caratteristiche di manovrabilità a velocità ridotta, o limitazioni del sistema di spinta a bassi G possono<br />

rendere impraticabili queste tattiche.<br />

Anche uno strato di nubi può impedire l’impiego offensivo della rovesciata.<br />

Un’altra considerazione è la possibilità di altri caccia ostili nell’area, o anche la minaccia di un missile<br />

terra-aria. Il caccia energetico è particolarmente vulnerabile a simili minacce mentre si trova a velocità ridotta<br />

vicino alla sommità della rovesciata. Inoltre, dato che i piloti tendono a concentrare l’attenzione sull’orizzonte,<br />

il pilota di un aereo che manovra in verticale può essere quasi certo di essere visto da un caccia nelle vicinanze<br />

in un’ampia gamma di quota, rendendo ancor più probabile un attacco da parte di un nemico non visto.<br />

Tutte queste considerazioni pratiche presentano gravi limitazioni all’impiego delle tattiche energetiche e<br />

rendono molto difficile il loro impiego, anche in situazioni sterili; queste richiedono molto addestramento per<br />

essere efficaci. Le alternative, quando un pilota è armato di un aereo con un aereo dotato di capacità di virata<br />

inferiori, includono le tattiche “colpisci e scappa”. Queste di solito consistono nel pedinamento di un bandito<br />

che non sospetta di nulla, nel balzargli addosso in un attacco ad alta velocità con le mitragliatrici, e nell’uscire<br />

dall’area. A differenza del caccia angolare con un basso T/W, il caccia energetico ad alta velocità ha di solito la<br />

possibilità di ingaggiare e sganciarsi a suo piacimento, specialmente nell’ambiente con sole mitragliatrici.<br />

Un’altra possibilità è “coalizzarsi” sul bandito dalla virata migliore adoperando delle tattiche con più aerei, che<br />

saranno il soggetto della prossima trattazione.<br />

C’è una grossa differenza se vi trovate in una vera guerra o se state giocando alla guerra.<br />

Colonnello Erich “Bubi” Hartmann, Aviazione tedesca<br />

Il Combattimento Angolare: Solo Missili per Regione Posteriore<br />

Il pilota di un caccia con un carico alare ridotto equipaggiato solo con armi RQ può impiegare<br />

essenzialmente le stesse tattiche dello scenario con le sole mitragliatrici. Nei fatti, per questo caccia potrebbe<br />

essere necessario passare all’interno dell’involucro di tiro delle mitragliatrici per raggiungere i parametri dei<br />

127


missili, il che dimostra il valore delle mitragliatrici anche per un caccia armato di missili. A causa dell’effetto di<br />

rotazione dell’involucro, come spiegato nel capitolo precedente, e della velocità superiore del bandito col<br />

maggiore T/W, il caccia angolare in genere non è in grado di spingersi direttamente verso l’involucro RQ del<br />

suo avversario. Finché il bandito è più veloce, il pilota del caccia angolare deve impiegare l’inseguimento<br />

anticipato o puro per serrare le distanze, ma entrambe le opzioni conducono a un AOT crescente contro un<br />

bersaglio manovrante. Una volta che il bandito col carico alare maggiore sia stato costretto a consumare energia<br />

al punto che il caccia angolare sia altrettanto o più veloce, sarà possibile adoperare l’inseguimento ritardato per<br />

raggiungere l’involucro dei missili.<br />

Le tattiche angolari già descritte sono disegnate per fare uso della superiorità del caccia col carico alare<br />

ridotto nelle prestazioni di virata per guadagnare un vantaggio angolare stabile inducendo al contempo il<br />

bandito a consumare la propria energia con delle brusche manovre difensive. Se il bandito con un elevato carico<br />

alare lascia continuare tale processo troppo a lungo, il paziente pilota di un caccia angolare può raggiungere<br />

infine una posizione letale per il lancio di un missile, a meno che l’avversario non faccia un uso abile e ben<br />

sincronizzato della verticale o non esca dal combattimento. A causa della sua portata ben maggiore, il missile<br />

può creare delle serie limitazioni per il caccia energetico sia nella manovra che nel disimpegno.<br />

Come esempio, prendete in considerazione lo scenario rappresentato nella figura 4-4, dove il caccia<br />

energetico cabra in candela al primo passaggio. Quando il suo aereo è equipaggiato di missili, il pilota del<br />

caccia angolare può avere molte meno esitazioni a cabrare insieme al suo avversario. Egli può salire dietro al<br />

bandito e lanciare ancor prima che il caccia energetico raggiunga il vertice della candela. La sola minaccia di un<br />

tiro del genere di solito costringerà il bandito a richiamare troppo rapidamente alla sommità della sua manovra<br />

per aumentare l’AOT prima che venga lanciato il missile.<br />

Senza nemmeno lanciare il missile, il pilota del caccia angolare può consumare l’energia del bandito e<br />

ridurre l’altitudine della sua candela, costringendolo a tornare giù per una virata anticipata. Anche se il bandito<br />

riesce a generare un AOT che supera i parametri nominali di lancio del missile, un’arma con adeguate<br />

informazioni di guida (di solito il calore degli scarichi del bersaglio) può ancora avere successo, poiché il<br />

bersaglio sarà lento e incapace di manovrare efficacemente per la difesa.<br />

Un espediente che un bandito con un elevato T/W potrebbe impiegare richiede di cabrare verso il sole.<br />

Mettendo il proprio aereo fra il sole e il caccia angolare, il bandito potrebbe evitare il lancio di un missile ostile<br />

a ricerca di calore, poiché un’arma del genere sarebbe molto verosimilmente ingannata dal calore del sole.<br />

Potrebbe diventare molto difficile anche mantenere la visuale dell’avversario quando si è costretti a guardare<br />

molto vicino al sole. Una visiera scura sul casco è molto utile in tale situazione, soprattutto se può essere<br />

abbassata nei momenti critici e rimossa rapidamente quando non serve. In genere le visiere (anche quelle<br />

“chiare”) non sono raccomandate nel combattimento aereo, poiché qualsiasi cosa in più fra gli occhi del pilota e<br />

il suo avversario rendono più difficile l’acquisizione e l’inseguimento visivo.<br />

Un’altra tecnica utile per osservare un bandito vicino al sole è chiudere un occhio e coprire il disco solare<br />

col palmo di una mano, un pollice o un polpastrello. Questa tecnica di solito è efficace, a meno che il bandito<br />

non posizioni il suo aereo perfettamente nel sole, il che è piuttosto difficile da realizzare.<br />

Chiusi un occhio, tenendo la punta del mignolo davanti all’orbita aperta, coprendo appena la<br />

fiammeggiante sfera solare di fronte all’occhio aperto. Trovai che era impossibile per un nemico venire giù<br />

uscendo dal sole su un bersaglio in movimento senza mostrarsi da qualche parte fuori dal mio mignolo se<br />

tenevo costantemente la parte fiammeggiante fuori dalla visione.<br />

Colonnello Gregory “Pappy” Boyington, USMC<br />

Anche un radar è piuttosto utile in questa situazione per i caccia che ne sono equipaggiati. Appena il<br />

pilota del caccia angolare riconosce l’intenzione dell’avversario di cercare il nascondiglio del sole, deve<br />

stabilire un aggancio radar. Dopo, se il bandito si perde nel sole, il radar potrà fornire indizi preziosi su dove<br />

guardare per riacquisirlo visivamente. Uno sporco, marcio trucco dal quale guardarsi in questi casi è<br />

un’inversione nel sole. Per esempio, il bandito potrebbe sembrare volare nel sole dalla sinistra, invertire<br />

direttamente nel sole, quando è invisibile, e venire fuori inaspettatamente dal lato sinistro.<br />

Anche il pilota del caccia angolare può manovrare per complicare il tentativo del bandito di nascondersi<br />

nel sole. Ad esempio, se il bandito comincia una cabrata quasi verticale verso il sole, il caccia angolare può<br />

volare a destra o a sinistra, in perpendicolare rispetto alla direzione di volo dell’avversario. Similmente, se il<br />

bandito è bene al di sopra e si avvicina al sole da una parte, il caccia angolare può volare in orizzontale verso il<br />

sole o in direzione opposta, con lo stesso effetto, oppure può effettuare ripide cabrate o picchiate. La portata del<br />

128


missile complica grandemente i tentativi di disimpegno del caccia energetico. Quando il bandito tenta di<br />

scappare, spesso il caccia angolare può virare bruscamente, puntare e tirare prima che il bersaglio superi la<br />

portata massima. Questo è particolarmente vero quando è probabile che il pilota del caccia energetico voglia<br />

disimpegnarsi, ovvero quando comincia a sentirsi sulla difensiva con la velocità ridotta e il suo avversario in<br />

vantaggio angolare. Una volta lanciato un missile, il bersaglio eseguirà di solito una virata spezzata difensiva,<br />

riducendo ulteriormente la propria energia. Delle virate difensive continue contro il missile, o un tentativo di<br />

impedirne il lancio virando per mantenere l’attaccante ad un elevato AOT, risultano in un arco. Il pilota del<br />

caccia angolare può allora impiegare l’inseguimento anticipato per serrare ancora le distanza e costringere a<br />

continuare lo scontro. Il lancio “a effetto” di un missile, anche quando il bersaglio è fuori portata, indurrà<br />

spesso a una virata difensiva e impedirà la fuga del bandito.<br />

Cominciai a sparare quando ero ancora troppo lontano. Era soltanto uno dei miei trucchi. Non volevo<br />

tanto colpirlo quanto spaventarlo, e riuscii a prenderlo in trappola. Cominciò a volare lungo linee curve e questo<br />

mi consentì di avvicinarmi.<br />

Barone Manfred von Richthofen<br />

Una volta che le tattiche angolari siano riuscite a porre il caccia dal carico alare ridotto entro i parametri<br />

di tiro con le mitragliatrici, questo potrebbe essere troppo vicino e con un eccessivo AOT per il lancio di un<br />

missile RQ. La figura 4-9 mostra come si possa raggiungere la posizione desiderata. Al punto “1” di questo<br />

esempio, il caccia angolare è in inseguimento puro all’interno della virata del bandito e nel suo emisfero<br />

posteriore, ma è troppo sfasato rispetto alla coda del bersaglio per il lancio efficace di un missile RQ<br />

(l’involucro nominale di tiro è illustrato dietro il bersaglio nei punti “1” e “4”).<br />

La geometria della situazione è tale che un inseguimento puro continuato da parte del caccia angolare gli<br />

consentirebbe di avvicinarsi, ma questo resterebbe al di fuori dei parametri angolari fino ad essere entro la<br />

portata minima. Il bandito è costretto a proseguire la sua virata difensiva ad arco, poiché qualsiasi riduzione dei<br />

G consentirebbe all’attaccante di entrare più a fondo nell’emisfero posteriore.<br />

Per cominciare la transizione ai parametri dei missili RQ, l’attaccante tira dapprima un po’ di anticipo<br />

(punto “2”) per aumentare l’avvicinamento. Una volta stabilitosi nell’inseguimento anticipato l’attaccante<br />

rilassa la propria virata, consentendo al bandito di derivare verso il proprio muso a distanza ravvicinata, quindi<br />

prosegue una virata anticipata per passare il più vicino possibile dietro al bandito (punto “3”). Viene quindi<br />

effettuata una virata istantanea massima per portare il muso in direzione del bersaglio prima che venga superata<br />

la portata massima o che l’involucro ruoti via (punto “4”).<br />

Passando il più possibile vicino al bandito al punto “3”, l’attaccante ha a disposizione più tempo per il<br />

lancio prima che il bersaglio possa aprire alla portata massima. La velocità ideale per il caccia angolare al punto<br />

“3” è un po’ al di sopra della velocità d’angolo, poiché questa massimizza le sue capacità medie nel rateo di<br />

virata durante la virata fra i punti “3” e “4”. Il punto “2” è anche una buona opportunità per una rollata di<br />

spostamento ritardata, che potrebbe essere altrettanto efficace. Va notato che l’attaccante attraversa<br />

probabilmente un involucro efficace per il tiro non mirato con le mitragliatrici fra gli istanti “2” e “3”, e può<br />

avvantaggiarsene se opportunamente equipaggiato.<br />

Nell’istante “3” di questo scenario, il bandito potrebbe decidere di invertire, rovinando probabilmente il<br />

tiro. Questo tuttavia può solo rimandare l’inevitabile, poiché l’attaccante può conservare l’offensiva e ripetere il<br />

129


proprio tentativo di transizione dall’altro lato. Ogni volta che il bandito esegue una tale brusca inversione<br />

consuma ancora energia.<br />

Un’altra opzione per il bandito al punto “3” è una cabrata verticale. In questo caso l’attaccante deve<br />

decidere se le sue prestazioni gli consentono di cabrare dietro al bandito e tirare. Ovviamente, a questo punto la<br />

velocità per la manovra verticale sarebbe desiderabile, ma potrebbe non essere richiesta. Il caccia angolare deve<br />

solo portare il proprio muso abbastanza in alto da puntare al bersaglio e lanciare prima di esaurire la velocità<br />

all’aria. Questo, tuttavia, è un proposito rischioso, poiché se per qualche motivo si sbaglia il tiro, il caccia<br />

angolare rimane in una posizione molto vulnerabile.<br />

L’opzione più sicura è estendere per allontanarsi, come mostrato in figura 4-4, e ritornare in condizioni<br />

migliori.<br />

130<br />

Il Combattimento Energetico: Solo Missili per Regione Posteriore<br />

Per quanto il combattimento energetico possa essere difficile nell’ambiente con le sole mitragliatrici, la<br />

sostituzione coi missili RQ complica ulteriormente le cose, sia dal punto di vista offensivo che difensivo. Anche<br />

se le tattiche energetiche descritte offrono delle ragionevoli prospettive per ottenere un letale tiro non mirato<br />

con le mitragliatrici contro un avversario con un carico alare ridotto, in genere non è così quando i caccia sono<br />

limitati ai parametri per i missili RQ. Un caccia più manovrabile sembra avere quasi sempre le prestazioni di<br />

virata necessarie a ruotare via dall’avversario il proprio cono letale proprio nel momento critico. L’eccezione è<br />

quando il bandito dal T/W ridotto è molto lento e non è in grado di creare problemi al sistema di inseguimento<br />

del missile. In questi casi i missili “solo RQ” possono assumere capacità ogni-aspetto. Contro un bandito ben<br />

pilotato, tuttavia, tale situazione è piuttosto difficile da generare, e anche se fosse possibile potrebbe richiedere<br />

più tempo di quanto consentano l’autonomia in combattimento o la prudenza in un ambiente di combattimento.<br />

Contro un bandito del quale si conosce la limitata autonomia in combattimento, tuttavia, le tattiche energetiche<br />

offrono un modo per restare ingaggiati in maniera neutrale finché il bandito non è costretto a ritirarsi a causa<br />

del carburante. A quel punto egli diventa piuttosto vulnerabile. Far sì che l’avversario esaurisca il carburante va<br />

bene quanto colpirlo.<br />

A causa delle limitazioni delle armi, l’obiettivo immediato delle tattiche energetiche nello scenario coi<br />

missili RQ potrebbe essere quello di far sì che l’avversario perda la visuale. A tale scopo, l’impiego di tattiche<br />

di estensione/rovesciata, come mostrato dalla figura 4-7, può essere efficace, specialmente contro un bandito<br />

più grosso. L’estensione fra i punti “2” e “3” in questo esempio presenta al bandito la vista del caccia<br />

energetico che si ritira rapidamente con un aspetto di coda.<br />

Questa ridotta area visibile e la distanza estesa mentre il bandito si trova in un virata ad elevato numero di<br />

G (che riduce l’acutezza della vista del pilota riducendo la pressione sanguigna agli occhi) accresce la<br />

possibilità che il bandito perda la visuale durante questo segmento.<br />

Non puoi combattere ciò che non puoi vedere.<br />

Anonimo<br />

Un altro fattore di primaria importanza per il caccia energetico è la posizione del sole. Ogni volta che è<br />

praticabile, ogni estensione e rovesciata dovrebbe essere fatta in direzione del sole, costringendo l’avversario a<br />

guardare verso il sole il più a lungo possibile. Questo è particolarmente importante nello scenario coi missili<br />

RQ, poiché per il bandito è più difficile mantenere la visuale in tale situazione, e la presenza del sole potrebbe<br />

anche impedire il lancio di un missile a ricerca di calore durante l’estensione o la successiva rovesciata.<br />

Entrambi questi fattori sono così importanti in questo scenario che sarebbe giustificato eseguire delle<br />

considerazioni o delle manovre prima dell’ingaggio, o persino una virata muso-coda orizzontale dopo il primo<br />

passaggio, perché l’estensione e la rovesciata possano essere effettuate contro il sole.<br />

Durante la rovesciata stessa, il profiling va eseguito tutte le volte che è praticabile per rendere ancor più<br />

difficoltosa l’acquisizione visiva. Giungendo alla sommità della rovesciata (punto “4” della figura 4-7), il pilota<br />

del caccia energetico deve tentare di passare direttamente al di sopra del bandito e di adoperare l’inseguimento<br />

ritardato, come raffigurato, per scendere in spirale verso l’involucro di tiro. Durante tale approccio bisogna<br />

prestare grande attenzione a restare nella regione poco visibile delle ore sei del bandito, in modo che il caccia<br />

energetico sia più difficile da riacquisire se il pilota avversario ha perduto la visuale, poiché di solito, in tali<br />

condizioni, la tendenza per lui è di rilassare notevolmente la propria virata.


E questo processo non riesce a far sì che l’avversario perda il contatto visivo, possono essere effettuati<br />

ulteriori tentativi di estensione/rovesciata finché lo permette l’autonomia in combattimento.<br />

Se durante un attacco in picchiata diventa evidente che il bandito non ha perso il contatto visivo, il caccia<br />

energetico può continuare l’inseguimento ritardato dal lato caldo, costringendo l’avversario a continuare la sua<br />

virata dura e scoraggiando un’inversione. Durante questa manovra il caccia energetico deve mantenere una<br />

rispettosa distanza dal proprio avversario, entro i limiti di lancio missili, mentre accumula velocità. Un sorpasso<br />

e una successiva inversione del bandito durante questo intervallo potrebbero porre il caccia energetico in una<br />

posizione pericolosa. Una volta riguadagnata la velocità per la manovra verticale, il pilota del caccia energetico<br />

ha la possibilità di continuare una virata orizzontale per l’inseguimento ritardato finché il suo muso è puntato<br />

verso il sole, che è di norma il momento ideale per un’altra estensione.<br />

Oppure il caccia energetico può impiegare la manovra di estensione muso-coda rappresentata in figura 3-<br />

12.<br />

Insieme alle tecniche già trattate, ci sono altri punti pratici che vale la pena di menzionare sul diventare<br />

invisibili e rimanerlo durante una rovesciata. Per esempio, il pilota del caccia energetico deve essere cosciente<br />

del livello della scia di condensazione. A seconda della temperatura e umidità dell’aria, il vapore acqueo negli<br />

scarichi dei motori, sia a reazione che alternativi, può condensarsi in una scia di vapore che trasforma un<br />

piccolo caccia invisibile in un aereo di linea, visibile per centinaia di miglia. Questo è in genere un fenomeno<br />

delle alte quote, che può essere previsto in maniera piuttosto accurata dai meteorologi. Una determinazione più<br />

precisa del livello di scia può essere effettuata prima dell’ingaggio cercando l’eventuale scia durante una<br />

cabrata. Bisogna riconoscere comunque che il livello di scia è sensibile anche alla temperatura degli scarichi,<br />

quindi se possibile questo controllo andrebbe effettuato alla potenza di combattimento. Ad esempio, la scia dei<br />

jet potrebbe apparire a quote diverse a seconda che il caccia adoperi o meno i postbruciatori. Il più delle volte la<br />

scia si presenta avvicinandosi alla sommità di una rovesciata nei combattimenti ad alta quota. Il livello di scia<br />

potrebbe richiedere di completare la manovra verticale il più rapidamente possibile anziché continuare una<br />

cabrata in candela alla massima quota raggiungibile.<br />

Un’altra considerazione è nota come “sbuffo del bruciatore”. Molti motori a reazione scaricano una<br />

quantità considerevole di carburante incombusto tutte le volte che i postbruciatori vengono inseriti e/o<br />

disinseriti. Questo carburante può lasciare una “nube” a sbuffo o una breve scia, che richiama l’attenzione sulla<br />

posizione del caccia. Se questo viene riconosciuto come un problema, il pilota del caccia energetico deve<br />

inserire i postbruciatori all’inizio dello scontro e resistere alla tentazione di cambiare le regolazioni della<br />

potenza se c’è una qualsiasi possibilità che il bandito abbia perduto il contatto visivo. Tali cambiamenti<br />

potranno essere effettuati quando il caccia energetico passa vicino all’avversario, ovviamente nella vista in<br />

pianta, o quando è posizionato nella zona cieca del bandito.<br />

Sono le piccole cose che ti costano una vittoria.<br />

Capitano Reade Tilley, USAAF<br />

Anche le “scie vorticose” possono causare dei problemi al caccia energetico. Queste sono scie di<br />

condensa che si formano quando la pressione dell’aria si riduce all’improvviso quando l’aria passa su una<br />

superficie aerodinamica.<br />

Particolarmente prevalenti in condizioni umide, queste scie di condensa possono allungarsi per distanze<br />

considerevoli dietro le estremità alari o altre aree ad elevata portanza dell’aereo, specialmente in presenza di un<br />

vortice. In date condizioni di umidità, le scie vorticose possono apparire a un livello di G prevedibile. Se il<br />

fattore di carico dannoso viene determinato prima dello scontro, il pilota del caccia energetico potrebbe essere<br />

in grado di ridurre o eliminare le scie vorticose mantenendo i G al di sotto di questo livello durante le parti<br />

critiche delle manovre verticali. In certe condizioni, tuttavia, le scie vorticose possono essere prodotte a livelli<br />

di G talmente bassi da essere inevitabili.<br />

Un fenomeno naturale che può davvero aiutare il pilota del caccia energetico nel posizionare<br />

correttamente il proprio aereo fra il bandito e il sole è noto come “aureola del pilota”. Questo effetto, provocato<br />

dalla diffrazione della luce solare intorno al corpo di un aereo, produce spesso un anello di luce visibile contro<br />

il terreno o le nuvole in basso. In condizioni di umidità o foschia, questo cerchio di luce può apparire sospeso a<br />

mezz’aria e sembrare spostarsi al di sotto dell’aereo che lo produce. Quando l’ombra dell’aereo è visibile,<br />

appare al centro dell’aureola. Quindi, quando anche il bandito appare nell’aureola, questi deve guardare<br />

direttamente verso il sole per vedere il suo avversario. Con un po’ di pratica, il pilota del caccia energetico può<br />

imparare a “pilotare” la sua aureola sul bandito per complicare l’acquisizione e l’inseguimento visivo.<br />

131


Un’ulteriore considerazione nel tentativo di scomparire del caccia energetico sono le emissioni<br />

magnetiche. Come detto prima, molti caccia sono equipaggiati di ricevitori di allarmi radar che servono a<br />

rilevare i segnali radar emessi dagli aerei nemici e a mostrare al pilota la direzione della minaccia. Dato che i<br />

missili RQ a ricerca di calore in genere non dipendono da input radar, il caccia energetico può pensare di<br />

spegnere il suo trasmettitore radar durante uno scontro con un avversario equipaggiato di RWR. Se è<br />

praticabile, questa procedura può celare la posizione dell’attaccante in un momento critico.<br />

Vista l’importanza dell’azione di scomparire del caccia energetico nello scenario con i missili RQ, le<br />

tattiche di estensione possono essere più fruttuose delle opzioni testa a testa o muso-coda descritte, in<br />

particolare quando ci sono grandi differenze nelle prestazioni dei due apparecchi. Tuttavia, quando il sole è<br />

molto alto e brillante, quando le prestazioni non variano di molto fra i caccia, o quando un grosso caccia<br />

energetico ingaggia un caccia angolare molto più piccolo, queste tattiche possono essere più utili. In questo<br />

scenario le maggiori prestazioni di virata del caccia angolare rendono quasi necessario per il caccia energetico<br />

l’impiego della rovesciata modificata in spirale, come rappresentata nella figura 3-10. Si deve porre particolare<br />

enfasi sulla scelta del momento della rovesciata e sull’impiego del sole. Cominciare una rovesciata prima che il<br />

bandito sia destinato a un sorpasso, lasciare che l’avversario guadagni un eccessivo vantaggio angolare, non<br />

riuscire a cabrare nel sole, o interpretare male l’energia del bandito può essere fatale.<br />

Se sembra che le cose non vadano bene, il pilota del caccia energetico deve prendere in considerazione<br />

l’ipotesi di sganciarsi, prima di passare decisamente alla difensiva. Sganciarsi da una caccia armato di missili,<br />

tuttavia, può essere più difficile che nello scenario con le sole mitragliatrici. Il caccia energetico deve cercare di<br />

mantenere una velocità elevata, e deve incrociare il bandito con una separazione minima fra le rotte di volo e il<br />

più possibile frontalmente. Dopo può eseguire un’estensione virando in direzione muso-coda solo quel tanto<br />

che basta per mantenere la visuale del bandito. È importantissimo osservare l’avversario durante tutto lo<br />

sganciamento per osservare qualsiasi possibile lancio di missili. Il bandito va tenuto molto vicino ai limiti di<br />

visibilità posteriori del caccia energetico per accrescere la componente della velocità di apertura. Mantenere un<br />

angolo di sbandata prossimo ai 90° durante questa estensione potrebbe consentire al pilota del caccia energetico<br />

di mantenere la visuale e di ridurre i requisiti per la virata. Si può lasciar cadere il muso dell’aereo, producendo<br />

un percorso di volo balistico, che accrescerà la velocità e diminuirà la quota, riducendo la portata massima di<br />

tiro del bandito.<br />

Le alternative praticabili includono una cabrata e un’estensione verso il sole, oppure nascondersi in una<br />

nuvola, ed entrambe potrebbero precludere il lancio di un missile a ricerca termica.<br />

Il pilota del caccia energetico in ritirata non deve tentare di evitare il lancio di un missile virando per<br />

aumentare l’AOT, poiché questo risulta in un arco, che potrebbe consentire anche a un avversario più lento di<br />

serrare le distanze e costringere a ingaggiare nuovamente. Se viene lanciato un missile da quella che sembra<br />

quasi la distanza massima, il bersaglio dovrà impiegare dapprima tutte le contromisure difensive a corto di<br />

manovre (flares, chaff, riduzione della potenza, ecc.), osservando al tempo stesso l’avanzamento del missile.<br />

Una virata difensiva spezzata va eseguita solo quando il pilota bersaglio non riesce ad attendere oltre. Anche<br />

allora, una tale virata va prolungata solo fin quando è assolutamente necessario prima di riprendere<br />

l’estensione. Se la spezzata viene ritardata, il missile potrebbe perdere la poppa. La prima indicazione di ciò<br />

sono spesso delle oscillazioni di ampiezza crescente nella direzione di volo del missile.<br />

132<br />

Il Combattimento Angolare: Solo Missili Ogni-Aspetto<br />

Essenzialmente tutti i commenti relativi al combattimento angolare fra caccia simili equipaggiati di<br />

missili ogni-aspetto sono applicabili allo scenario con i caccia diversi. Le tattiche trattate in relazione alla figura<br />

3-11 sono particolarmente efficaci in questo caso per il vantaggio nelle prestazioni di virata del caccia col<br />

carico alare ridotto. Una complicazione potrebbe essere la perdita di energia risultante dalla brusca virata prima<br />

del lancio (fra gli istanti “2” e “3” della figura 3-11). Dopo aver lanciato il missile, o se per qualche motivo non<br />

effettua il lancio al punto “3”, il pilota del caccia angolare deve rilassare la propria virata e accelerare per<br />

riguadagnare parte dell’energia perduta prima del passaggio successivo. Le manovre successive possono<br />

ricordare quelle rappresentate in figura 3-3, e possono essere seguite da un altro tentativo di virata muso-coda.<br />

Il Combattimento Energetico: Solo Missili Ogni-Aspetto<br />

Questo è uno scenario davvero poco invidiabile per un caccia con un elevato carico alare. La tecnica di<br />

estensione/rovesciata potrebbe funzionare contro un missile a ricerca di calore, sempre che la rovesciata venga


eseguita col sole alto. L’opportunità di lancio fornita da questa tattica al pilota del caccia energetico, quando<br />

giunge al vertice della sua manovra verticale, sarà generalmente verso il quarto anteriore, guardando quasi<br />

dritto in basso verso il suo avversario. Senza una adeguata protezione da parte del sole, durante la rovesciata il<br />

caccia energetico sarà vulnerabile al missile del bandito, poiché il caccia col minore carico alare raggiungerà<br />

per primo un involucro di lancio. Contro un avversario equipaggiato di missili a guida radar, questa tattica<br />

sarebbe probabilmente un suicidio. Gli stessi commenti si applicano essenzialmente allo scontro con un iniziale<br />

vantaggio energetico, come rappresentato in figura 4-5, tranne per il fatto che questo metodo potrebbe essere<br />

più sicuro della tattica di estensione/rovesciata quando il sole è estremamente alto.<br />

Le virate muso-coda orizzontali vanno evitate, poiché queste risultano esattamente nella situazione<br />

rappresentata come ideale per il caccia angolare in questo scenario. Le serie di testa a testa introdotte nel<br />

capitolo precedente (figura 3-4) e amplificate nella trattazione delle tattiche energetiche all’inizio di questo<br />

capitolo potrebbero essere efficaci qui. La geometria testa a testa mantiene al minimo la separazione fra gli<br />

aerei e potrebbe “intrappolare” il caccia angolare all’interno dei suoi requisiti di portata minima di tiro. Se in<br />

questo modo si riesce a consumare l’energia del bandito in maniera sufficiente a negargli qualsiasi potenziale<br />

verticale, un rovesciata in spirale (figura 3-10) potrebbe risultare un una opportunità di tiro per il caccia<br />

energetico. Questa potrebbe essere l’unica tattica efficace contro un missile a guida radar con capacità di<br />

dogfight, ma è ancora eccessivamente pericolosa. Un pilota competente su un caccia dal carico alare ridotto di<br />

solito può conservare abbastanza potenziale verticale per sollevare il proprio muso per il tiro prima che il caccia<br />

energetico possa completare la propria rovesciata.<br />

Giungendo alla sommità della rovesciata verticale, il pilota del caccia energetico deve cercare di tirare<br />

alla prima opportunità e quindi assumere un inseguimento ritardato. Continuare nell’inseguimento puro durante<br />

la picchiata, come quando l’attaccante preme per un tiro migliore mentre si avvicina alla portata minima,<br />

potrebbe risultare in un sorpasso, con conseguenze disastrose. Se il bandito è equipaggiato con un’arma per<br />

ogni aspetto a ricerca di calore, un abile impiego del sole può consentire molteplici attacchi in rovesciata e<br />

picchiata. Di solito, tuttavia, una seconda rovesciata dopo una manovra di inseguimento ritardato avrà inizio<br />

con una notevole separazione laterale, consentendo probabilmente al bandito di raggiungere più facilmente i<br />

parametri di tiro. Se il caccia energetico sopravvive a una rovesciata in questo scenario, il pilota deve<br />

probabilmente considerarsi fortunato e far seguire il proprio attacco da un’estensione muso-coda e da uno<br />

sganciamento come mostrato dalla figura 3-12.<br />

In questo difficile scenario, la tattica migliore per il caccia col maggiore carico alare è probabilmente di<br />

sparare per primo, frontalmente, prima del primo passaggio, e uscire dallo scontro senza riguardo per i risultati<br />

del tiro. Un’alternativa ancora migliore, quando è possibile, sarebbe di avvicinarsi al nemico non visti e<br />

sparargli alla spalle – a meno che non vi vengano sottratti dei punti per la sportività!<br />

Considerazioni su Armamenti Molteplici<br />

Come trattato nel capitolo precedente, i caccia moderni portano spesso una combinazione di armi ariaaria,<br />

in genere mitragliatrici insieme a missili RQ o ogni-aspetto. Questo offre al pilota una certa possibilità di<br />

scelta su quale involucro di tiro cercare di soddisfare per primo.<br />

Nel caso del caccia col carico alare ridotto, l’aggiunta dei missili RQ al proprio arsenale ha ben pochi<br />

effetti sulle sue tattiche nell’ambiente sterile uno contro uno, a parte quello di facilitargli il compito. Dovrebbe<br />

ancora considerare le mitragliatrici come le sue armi principali, ma come è stato spiegato nella sezione sul<br />

combattimento angolare coi missili RQ di questo capitolo, il missile serve a negare al bandito col maggiore<br />

T/W l’opzione di sganciarsi a suo piacimento. Il missile consente inoltre al pilota del caccia del caccia angolare<br />

di minacciare più seriamente il suo avversario con un T/W più elevato da una posizione di maggiore svantaggio<br />

energetico e offre un’offesa più potente contro le tattiche energetiche del bandito. La mitragliatrice e lo AAM<br />

per la regione posteriore sono armi che si completano a vicenda per il cacciatore con un ridotto carico alare.<br />

Per il caccia col carico alare maggiore, tuttavia, questo non è affatto vero. Come spiegato in precedenza,<br />

un caccia del genere ha ben poche possibilità di raggiungere un involucro di lancio per un missile RQ contro un<br />

avversario con un ridotto carico alare che riesca a mantenere il contatto visivo. In genere, questo scenario offre<br />

due opzioni al caccia con un elevato T/W. L’opzione più rischiosa è di impiegare delle tattiche con le<br />

mitragliatrici per ottenere un tiro non mirato.<br />

Bisogna comunque prestare maggiore attenzione alla posizione del sole e alla tecnica della rovesciata, a<br />

causa della minaccia dei missili del bandito. Il principale fattore di rischio in questa opzione comprende la<br />

possibilità di un tiro a vuoto e il quasi inevitabile sorpasso ravvicinato con un basso TCA, che potrebbe<br />

133


consentire al bandito di invertire per il lancio di un missile. L’approccio più conservativo è l’impiego di tattiche<br />

per i missili RQ, con lanci ad elevata angolazione dall’alto verso il basso, e concentrarsi sul far perdere il<br />

contatto visivo all’avversario. Tale approccio offre migliori opportunità di fuga. Qui tuttavia è opportuna una<br />

nota di prudenza. Anche se la seconda opzione può essere più sicura in un ambiente sterile, può richiedere più<br />

tempo, esponendo così il caccia energetico a un rischio più grande nella pericolosa arena del combattimento.<br />

Inoltre, il tempo aggiuntivo potrebbe non essere disponibile se l’autonomia in combattimento è limitata.<br />

Quando entrambi gli aerei sono equipaggiati di mitragliatrici e missili ogni-aspetto, il pilota del caccia col<br />

carico alare ridotto si trova di fronte a una scelta simile. Qui la soluzione sporca e veloce è la virata muso-coda<br />

e la tattica del missile per la regione anteriore rappresentata in figura 3-11. Anche qui il rischio è quello di un<br />

tiro a vuoto, probabilmente a causa della posizione del sole, di un malfunzionamento del sistema d’arma, o un<br />

lancio errato del missile, poiché questa tattica lascia il caccia angolare esposto a un tiro di ritorno da parte del<br />

bandito. L’opzione più conservativa in questo caso è di impiegare le tattiche con le mitragliatrici, cercando di<br />

restare vicino al bandito (con virate testa a testa, ecc.), intrappolando i suoi missili entro i limiti di portata<br />

minima. Il pilota del caccia angolare deve comunque usare prudenza, senza spendere tanta energia, tentando un<br />

tiro con le mitragliatrici, da non poter sollevare il muso per lanciare un missile se il bandito cabra in candela. In<br />

questo scenario la mitragliatrice va adoperata più come una minaccia che come arma principale. La sua<br />

funzione è di far sì che il bandito con un elevato T/W consumi energia e poi tenti la fuga, cabrando o<br />

picchiando, che si dimostrerebbe fatale. Il pilota del caccia angolare deve impiegare le tattiche con le<br />

mitragliatrici in maniera conservativa, approfittando di ogni possibilità di tiro che gli viene offerta, ma nella<br />

maggior parte dei casi lo AAM ogni-aspetto sarà ancora l’arma letale. Il principale svantaggio delle tattiche con<br />

le mitragliatrici è il tempo maggiore richiesto. Nel caso di un bandito piccolo, tuttavia, tale fattore può essere<br />

compensato dalle ridotte distanze, che rendono più facile mantenere il contatto visivo.<br />

Purtroppo per il caccia energetico, le tetre prospettive appena descritte vanno bene anche per questo<br />

scenario. La combinazione del missile ogni-aspetto con capacità di dogfight e la superiorità nelle prestazioni di<br />

virata del bandito col minore carico alare è estremamente pericolosa. Come detto nella sezione sul<br />

combattimento energetico con missili ogni-aspetto di questo capitolo, le virate testa a testa possono essere<br />

adoperate per consumare l’energia di un avversario troppo aggressivo; ma l’aggiunta delle mitragliatrici in<br />

questo scenario rende tale tattica ancor più pericolosa e difficile.<br />

Un’estensione e rovesciata nel sole alto possono funzionare nel caso di AAM a ricerca di calore; nel caso<br />

di missili a ricerca radar è richiesta un sacco di fortuna. Una possibilità, specialmente contro un bandito più<br />

grosso, è un’estensione muso-coda in picchiata dopo il primo passaggio frontale. Questa tattica può far sì che il<br />

bandito perda il contatto visivo, consentendo al caccia energetico di tornare indietro per un tiro. Anche se<br />

l’avversario mantiene il contatto visivo, l’estensione potrebbe eccedere la sua portata massima di tiro finché il<br />

caccia energetico non comincia il ritorno. Una virata orizzontale o col muso in basso da parte del caccia<br />

energetico per tornare a ingaggiare può mettere il bandito in condizione di guardare in basso, riducendo<br />

probabilmente l’efficacia dei suoi missili, mentre il caccia energetico guarda idealmente verso l’alto. La<br />

capacità di tirare fuori dall’asse può essere molto preziosa qui nel tentativo di sparare per primi. Potrebbe essere<br />

necessario ridurre la potenza durante la virata per il nuovo ingaggio per ritardare l’opportunità del lancio di un<br />

missile a ricerca di calore da parte del bandito, se questi ne è equipaggiato. La massima potenza può essere<br />

applicata nuovamente dopo che il bandito avrà raggiunto la portata minima, ma anche così questa tattica<br />

difensiva risulterà in una grossa perdita di energia, lasciando il caccia col maggiore carico alare molto<br />

vulnerabile se il bandito non è stato distrutto.<br />

134<br />

Armamento Diverso<br />

Così come le prestazioni dei due aerei possono essere diverse, anche le capacità delle loro armi possono<br />

variare. In aggiunta agli scenari con armamenti simili per le coppie di prestazioni già trattate, ci sono almeno<br />

venti possibili combinazioni di prestazioni degli apparecchi e di carichi bellici. Ovviamente, coprire tutte queste<br />

possibilità diventerebbe piuttosto noioso e sarebbe probabilmente inutile. Invece, faremo riferimento solo a un<br />

paio delle combinazioni più probabili.<br />

Fino agli anni ’50, le mitragliatrici e i razzi non guidati erano essenzialmente le sole armi aria-aria<br />

disponibili.<br />

All’incirca in quel periodo divennero operativi gli AAM per RQ a ricerca di calore. Alcuni caccia già<br />

esistenti furono modificati per portare tali armi, e altri nuovi caccia vennero progettati per il loro impiego. Molti<br />

dei nuovi progetti si concentravano su un elevato T/W per ottenere capacità supersoniche a spese del carico


alare e delle prestazioni di virata. Venne teorizzato che le grandi velocità di questi nuovi caccia avrebbero<br />

precluso il classico dogfight manovrato, quindi le prestazioni di virata non sarebbero state più importanti. Allo<br />

stesso modo, la mitragliatrice non sarebbe stata un’arma efficace in tale ambiente, quindi venne eliminata da<br />

alcuni dei nuovi progetti in favore dei missili. Questa tendenza risultò infine in combattimenti fra vecchi caccia<br />

con un ridotto carico alare, equipaggiati di sole mitragliatrici, e nuovi caccia con un elevato T/W, armati di<br />

missili e mitragliatrici o di soli missili.<br />

L’aggiunta dei missili RQ per i caccia ad elevato T/W ha scarso effetto nell’ambiente sterile dello<br />

scenario uno contro uno con sole mitragliatrici, già discusso. In un vero combattimento, tuttavia, lo AAM<br />

fornisce diversi importanti vantaggi. Il momento in cui è più probabile soddisfare i parametri di lancio dei<br />

missili RQ rimangono quei casi in cui il bandito con un carico alare ridotto non ha la visuale dell’attaccante,<br />

perde il contatto visivo, o cerca di fuggire. In tali condizioni il missile è molto più letale delle mitragliatrici e di<br />

solito permette una distruzione più rapida perché non richiede di buttare giù il bandito. Lanciare il missile<br />

richiede anche meno tempo e concentrazione dei tiri con la mitragliatrice. Tutti questi fattori si combinano per<br />

rendere il caccia con un elevato T/W meno prevedibile e meno vulnerabile in un ambiente ostile.<br />

Che il caccia con un elevato T/W e armato di missili sia equipaggiato o meno di mitragliatrici, le tattiche<br />

energetiche sono considerevolmente più sicure e più efficaci contro un bandito dotato di sole mitragliatrici,<br />

poiché le alte velocità implicate e la maggiore separazione fra gli aerei, comuni in questi metodi, rendono più<br />

difficile il compito dell’avversario. Il lancio di un missile potrebbe essere più difficile da ottenere per il caccia<br />

energetico, ma tentare è meno rischioso. Un tiro a vuoto con le mitragliatrici contro un avversario con un<br />

ridotto carico alare può lasciare il caccia energetico lento e molto sulla difensiva. Per questa ragione (autonomia<br />

e ambiente permettendo), per il pilota del caccia energetico potrebbe essere più prudente aspettare di poter<br />

lanciare un missile piuttosto che tentare un abbattimento rapido con le mitragliatrici.<br />

I missili RQ nemici provocano due gravi problemi al caccia col carico alare ridotto e armato di<br />

mitragliatrici. Dato che con queste armi un attaccante può sparare da distanze molto maggiori, la rilevazione<br />

visiva iniziale di un attacco è più difficile. Inoltre, il missile complica ulteriormente la possibilità che questo<br />

caccia sia in grado di fuggire una volta ingaggiato. Tuttavia le tattiche per il combattimento con le mitragliatrici<br />

non cambieranno in maniera apprezzabile, e le tattiche angolari saranno ancora appropriate. Mantenere un<br />

vantaggio angolare a distanza ravvicinata con le tattiche angolari elimina efficacemente la minaccia dei missili<br />

RQ. Quando il bandito con un elevato T/W non è equipaggiato anche di mitragliatrici, il pilota del caccia<br />

angolare armato di mitragliatrici e con un ridotto carico alare può essere ancor più aggressivo. La mancanza di<br />

un’arma di breve gittata per ogni-aspetto lascia il bandito privo di difese contro radicali virate anticipate, e gli<br />

rende più difficile capitalizzare un sorpasso da parte del caccia armato di mitragliatrici.<br />

Un caccia senza mitragliatrici… è come un aereo senza ali.<br />

Brigadier Generale Robin Olds, USAF<br />

Durante i primi anni del conflitto in Vietnam, i MiG-17 Fresco, dotati di un ridotto carico alare e di un<br />

basso T/W, si opponevano agli F-4 Phantom americani. Con un vantaggio tecnologico di quasi dieci anni, un<br />

potente radar aria-aria, missili Sparrow a guida radar semiattiva, Sidewinder RQ a ricerca di calore, e la<br />

capacità di raggiungere velocità supersoniche, il Phantom poteva essere considerato più che pari al subsonico<br />

MiG-17, armato di sole mitragliatrici. Tuttavia, diverse circostanze attenuanti mutarono l’equilibrio. Il missile<br />

ogni-aspetto a lunga gittata Sparrow, ad esempio, spesso non poteva essere usato, poiché di solito era<br />

impossibile identificare il bersaglio come ostile se non visivamente a breve distanza. A quel punto il MiG-17<br />

era probabilmente all’interno della portata minima dell’arma e tendeva a restarci nel corso delle manovre<br />

successive. Dato che questo missile non era “dogfight compatibile”, e in genere i Phantom erano privi di<br />

mitragliatrici, solo l’RQ Sidewinder restava utilizzabile contro i più manovrabili MiG. Anche così, le tattiche<br />

energetiche avrebbero dovuto consentire all’F-4 di fuggire o di restare ingaggiato in una situazione neutra fino a<br />

quando il pilota del MiG perdeva il contatto visivo o era costretto a ritirarsi. Purtroppo per gli americani, gli<br />

equipaggi dei Phantom spesso erano poco addestrati nelle tecniche energetiche, si trovavano di fronte un aereo<br />

nemico molto più piccolo e difficile da seguire visivamente, e a volte mancavano della autonomia in<br />

combattimento necessaria a scontri prolungati lontano dalle loro basi. Queste circostanze portarono a frequenti<br />

scontri con dure virate, a vantaggio dei MiG. Questi a volte erano favoriti anche da un migliore controllo radar<br />

terrestre, e potevano avvistare e identificare gli F-4 a grandi distanze perché i loro motori fumavano<br />

terribilmente. Quindi i MiG raggiungevano spesso una posizione di tiro, o almeno guadagnavano un sostanziale<br />

vantaggio, prima di essere rilevati. I piloti vietnamiti, tuttavia, in genere mancavano della competenza<br />

135


necessaria per sfruttare appieno i vantaggi delle loro molte opportunità, e persero più caccia di quanti ne<br />

abbattessero in combattimento.<br />

Più avanti nella guerra, i piloti della US Navy raccolsero i frutti del migliore addestramento fornito<br />

dall’appena creato Navy Fighter Weapons School (TOPGUN) presso la Naval Air Station di Miramar in<br />

California. Il brano che segue si trova in Fox Two del Maggiore Randy “Duke” Cunningham. In questo scontro,<br />

Cunningham e il suo Radar Intercept Officer sul seggiolino posteriore, “Willie” Driscoll (detto a volte “Irish”),<br />

intascarono la loro quinta vittoria (la terza di quella missione) diventando i primi assi americani in Vietnam.<br />

Stavano volando su un F-4J Phantom con missili Sparrow a guida radar semiattiva e Sidewinder a ricerca di<br />

calore (senza mitragliatrici); il loro avversario era un battagliero asso vietnamita su un MiG-17 Fresco<br />

equipaggiato probabilmente di sole mitragliatrici (anche se si dice che all’epoca alcuni portassero dei missili<br />

Atoll a ricerca di calore). In tali condizioni di combattimento si stima che l’F-4 avesse un vantaggio di T/W di<br />

circa il 20%, ma un carico alare maggiore dell’80% rispetto al MiG. In questo combattimento Cunningham<br />

cercò di impiegare le tattiche energetiche, ma ebbe ben poco successo contro il bandito abilmente pilotato.<br />

Frustrato, alla fine Duke arrischiò un disperato azzardo e vinse. Per inciso, “Fox Two” è un segnale radio<br />

adoperato per avvertire gli altri aerei amici in zona dell’imminente lancio di un missile Sidewinder.<br />

Mentre facevamo rotta per la costa a 10.000 piedi, avvistai un altro aeroplano sul muso, leggermente in<br />

basso, che veniva dritto su di noi. Era un MiG-17. Dissi ad Irish di vedere quanto potevamo passare vicino al<br />

MiG per portare via quanta più separazione laterale possibile perché non potesse invertire tanto facilmente alle<br />

nostre ore sei. Eravamo soliti fare la stessa cosa contro gli A-4 a Miramar dato che i due aerei erano<br />

virtualmente identici nelle prestazioni. Questo si dimostrò il mio primo errore quasi fatale… Gli A-4 non hanno<br />

mitragliatrici nel muso.<br />

L’intero muso del MiG si accese come un albero di Natale! Dei BB grossi come zucche volarono verso il<br />

nostro F-4.<br />

Tirai bruscamente in verticale pura per distruggere la soluzione di inseguimento [del nemico]. Quando<br />

venni fuori dalla cabrata a sei G mi sforzai per vedere il MiG al di sotto mentre il mio F-4 saliva dritto. Ero<br />

sicuro che sarebbe andato in una virata orizzontale, o che sarebbe semplicemente fuggito come avevano fatto<br />

molti in passato. Quando mi guardai dietro da sopra al mio seggiolino eiettabile ebbi la sorpresa della mia vita:<br />

ecco il MiG, capottino a capottino con me, ad appena 300 piedi di distanza!... Cominciai a sentirmi stordito. Il<br />

mio stomaco si annodava. Non c’era paura negli occhi di quel tipo mentre salivamo di circa 8.000 piedi.<br />

Accesi i postbruciatori e cominciai a superare il mio avversario, ma questo eccesso di prestazioni mi pose<br />

davanti a lui. Quando cominciai a recuperare alla sommità, lui cominciò a sparare. Il mio secondo errore quasi<br />

fatale – gli avevo dato una direzione di volo prevedibile, e lui ne aveva tratto vantaggio. Fui costretto a rollare e<br />

a strappare dalla parte opposta.<br />

Lui strappò proprio dietro di me.<br />

Non volendo ammettere che quel tipo mi stava battendo, dissi a Willie, “Quel F.D.P. è davvero fortunato!<br />

D’accordo, adesso lo prendiamo!” Tirai giù per accelerare col MiG a ore quattro. Lo osservai e attesi finché non<br />

mise giù il muso, quindi cabrai verso di lui e rollai alla sommità, mettendomi alle sue ore cinque. Anche se ero<br />

troppo vicino con un angolo eccessivo rispetto alla sua coda per lanciare un missile, la manovra mi mise in una<br />

posizione vantaggiosa. Pensai di averlo superato nel pilotaggio – un eccesso di fiducia rimpiazzò la paura.<br />

Mi abbassai, tenendo il timone al massimo, e lui cabrò verso di me, sparando! Pensai, “Oh no, forse<br />

questo tipo non è solo fortunato, dopotutto!” Aveva adoperato la stessa manovra che avevo tentato io, cabrando<br />

contro di me e costringendomi a un sorpasso – eravamo nella classica forbice in rollata. Quando il suo muso<br />

andò giù io cabrai verso di lui.<br />

Durante l’addestramento avevo combattuto nella stessa situazione. Avevo imparato che se il mio<br />

avversario aveva il muso troppo alto, potevo scattare in basso, usando vantaggiosamente un G, quindi correre<br />

verso le sue ore sei prima che potesse girarsi e arrivare a tiro.<br />

Quando rallentammo a 200 nodi, seppi che era il momento di saltar fuori… Il raggio di virata superiore<br />

del MiG, accoppiato con dei G disponibili più elevati a quella velocità, cominciarono a dargli un costante<br />

vantaggio. Quando sollevò il suo muso appena un po’ troppo in alto, strappai verso di lui. Ponendo il mio aereo<br />

a quasi 180°, Willie ed io eravamo due miglia davanti a lui, fuori dalla portata dei suoi missili, ad una velocità<br />

all’aria di 600 nodi.<br />

Con l’energia recuperata, effettuai un’inversione verticale a 60° col muso in su verso il MiG che premeva.<br />

Lui cabrò dritto dietro a noi, e ancora una volta, con le superiori capacità ascensionali del Phantom, lo superai<br />

136


in candela mentre schizzava BB nella nostra direzione. Era una copia carbone del primo ingaggio di qualche<br />

secondo prima, mentre andavamo in una forbice in rollata.<br />

Ancora una volta fummo costretti a sganciarci mentre vantaggio e svantaggio cambiavano parte. Mentre<br />

schizzavamo via per riprendere energia per la seconda volta, Irish venne fuori all’[interfono], “Ehi, Duke, come<br />

va lassù?<br />

Questo tipo sa davvero quel che fa. Forse dovremmo chiudere la giornata”.<br />

Questo quasi mi accecò dalla rabbia. Pensare che un [bandito] aveva non solo respinto i miei attacchi ma<br />

era passato in vantaggio su di me due volte!<br />

“Aspetta Willie. Prenderemo questo tipo!”<br />

“Va a prenderlo, Duke. Sono dietro di te!”<br />

Irish si sporgeva dalla carlinga, sforzandosi di mantenere la visuale del MiG mentre io picchiavo di nuovo<br />

verso di lui per la terza volta. Ragazzi, era bello avere quel secondo paio d’occhi là dietro, specialmente con un<br />

avversario che sapeva cos’è il combattimento aereo. Era molto raro che i piloti dei caccia americani trovassero<br />

un MiG che combatteva in verticale. Al nemico piaceva combattere in orizzontale per lo più, o semplicemente<br />

fuggire, se non era in vantaggio.<br />

Ancora una volta incontrai il MiG-17 frontalmente, questa volta non allineato perché non potesse<br />

adoperare le mitragliatrici. Quando cabrai in verticale pura vidi di nuovo quel tipo determinato a pochi piedi di<br />

distanza. Una volta Winston Churchill scrisse, “In guerra, se non riesci a battere il nemico al suo stesso gioco, è<br />

quasi sempre meglio adottare qualche variante sorprendente”. Mi venne in mente un’idea da ultima spiaggia.<br />

Tirai duramente verso il suo aereo e strappai il throttle indietro al minimo,tirando fuori gli aerofreni allo stesso<br />

tempo.<br />

Il MiG mi schizzò davanti per la prima volta! Il muso del Phantom era 60° sopra l’orizzonte con la<br />

velocità all’aria crollata a 150 nodi in un istante. Dovetti dare il massimo dei postbruciatori per mantenere la<br />

mia posizione. Il pilota nemico, sorpreso, cercò di rollare sul dorso sopra di me. Usando solo il timone per<br />

evitare di mettere in stallo l’F-4 coi diruttori sulle ali, rollai verso il lato cieco del MiG. Lui tentò di invertire la<br />

propria rollata, ma quando le sue ali sbandarono bruscamente dovette andare momentaneamente in stallo,<br />

facendo cadere il muso, e ponendomi alle sue ore sei ma ancora troppo vicino per un tiro. “Non è un posto in<br />

cui stare con un MiG-17”, pensai, “a 150 nodi… così lento, può fartela sotto il naso”.<br />

Ma era rimasto troppo a lungo. Più tardi scoprimmo che quel superbo pilota da caccia, successivamente<br />

identificato come “Colonnello Tomb” dell’Aviazione Nord Vietnamita, si era rifiutato di sganciarsi quando il<br />

suo controllore GCI [ground-controlled intercept – controllo terrestre intercettazione] gli aveva ordinato di<br />

tornare alla base. Dopo la guerra scoprimmo che “Tomb”, presumibilmente con 13 aerei americani al suo<br />

credito, avrebbe dovuto tornarci di corsa se voleva scendere prima di spegnersi.<br />

Si rovesciò al vertice e andò giù dritto. Strappai bruscamente e lo seguii. Anche se non pensavo che un<br />

Sidewinder si sarebbe guidato giù in verticale, col calore del terreno a cui guardare, chiamai “Fox Two” e ne<br />

schizzai fuori uno. Il missile partì dal binario e andò dritto verso il MiG. Vi fu solo un piccolo lampo, e pensai<br />

che lo avesse mancato. Quando avviai il lancio del mio ultimo Sidewinder, vi fu un improvvisa fiammata. Dal<br />

17 eruttò del fumo nero. Non sembrava fuori controllo… il caccia continuò semplicemente a scendere,<br />

schiantandosi al suolo con un angolo di circa 45°.<br />

Dopo il missile RQ, la successiva rivoluzione nel combattimento aereo fu lo sviluppo di AAM ogniaspetto<br />

davvero dogfight-compatibili. Anche se i missili ogni-aspetto radar-guidati sono stati operativi fin dagli<br />

anni ’50, non fu prima della metà degli anni ’70 che tali armi furono perfezionate al punto da diventare un<br />

fattore di cui tenere conto dopo il primo passaggio di un dogfight visivo. All’incirca allo stesso tempo fecero la<br />

loro comparsa gli AAM a ricerca di calore con capacità ogni-aspetto. A questo punto la maggior parte dei<br />

caccia, con o senza mitragliatrici, trasportavano dei missili RQ, e a volte i caccia più avanzati venivano adattati<br />

alle nuove armi (o erano già compatibili con esse). Così, gli incontri fra caccia ad elevato T/W armati con AAM<br />

ogni-aspetto, e aerei con un ridotto carico alare con mitragliatrici e missili RQ sono oggi possibili.<br />

Per il caccia con un elevato T/W e un grosso carico alare, l’aggiunta di armi ogni-aspetto migliora<br />

grandemente il potenziale offensivo. È molto difficile ottenere un buon tiro RQ contro un bersaglio che vira<br />

meglio usando le tattiche energetiche quasi obbligatorie, ma questi metodi consentono a un caccia con un<br />

elevato T/W di generare costantemente delle opportunità di tiro ogni-aspetto. Sfortunatamente, questi tiri sono<br />

il più delle volte del tipo verso il basso, che potrebbe limitarne l’utilità in diverse condizioni.<br />

Dal punto di vista difensivo, il lavoro del pilota del caccia ad elevato T/W è reso più difficile<br />

dall’inclusione dei missili RQ nell’arsenale dell’avversario. Le cabrate in candela vanno coordinate ed eseguite<br />

137


con precisione notevolmente maggiore, e la solita opzione di fuga potrebbe non essere più disponibile per il<br />

caccia energetico.<br />

In questo caso il pilota di un caccia con un carico alare ridotto deve stare più attento alla propria<br />

condizione energetica durante lo scontro. Egli non può più permettersi il lusso di consentire al caccia energetico<br />

di cabrare impunemente in candela per guadagnare della separazione. Ogni volta che il bandito cabra, il caccia<br />

angolare deve o lanciare un ordigno, o tentare immediatamente una fuga oltre la portata visiva. In questo<br />

scenario è ancor più fondamentale per il caccia col carico alare ridotto seguire rigidamente le linee guida delle<br />

tattiche angolari; egli deve usare la geometria testa a testa per rimanere all’interno dei parametri di portata<br />

minima del bandito, e deve restare al di sotto della quota del bandito tutte le volte che si trova posizionato nel<br />

suo emisfero anteriore.<br />

A oggi non sembra esserci alcun valido esempio di veri combattimenti con questo scenario, anche se di<br />

certo potenzialmente esistono. Ci sono stati diversi conflitti in cui si sono verificate queste combinazioni di<br />

armi, fra cui l’incidente del golfo di Sidra (1981), la guerra della Falklands (1982), gli scontri della Valle del<br />

Bekaa in Libano (1982), e la guerra in corso fra Iran e Iraq. In tutti questi casi, comunque, i caccia ad elevato<br />

T/W equipaggiati di armi ogni-aspetto avevano anche almeno la parità nelle prestazioni di virata, se non una<br />

completa superiorità nella virata istantanea o sostenuta, o in entrambe. Questo scenario viene trattato nella<br />

sezione successiva.<br />

138<br />

Scontri con singole diversità<br />

Finora questo capitolo si è occupato di situazioni in cui un caccia con un basso T/W e un ridotto carico<br />

alare scendeva in campo contro un aereo con T/W e carico alare elevati.<br />

Questo accostamento può essere chiamato “doppia diversità”, poiché ci sono differenze significative in<br />

entrambi i parametri fondamentali delle prestazioni.<br />

Un’altra situazione verosimile è quella in cui i due caccia siano simili in uno di questi parametri ma uno<br />

dei due abbia un vantaggio significativo nell’altro. Ad esempio, entrambi gli aerei potrebbero avere un T/W<br />

simile, mentre uno ha un vantaggio significativo nel carico alare; o entrambi potrebbero avere un carico alare<br />

simile, ma esserci una disparità nel T/W. Questi sono esempi di condizioni di “monodiversità”.<br />

Carico alare Ridotto contro Elevato con T/W Simile<br />

In questa situazione il caccia col carico alare ridotto dovrebbe godere di un considerevole vantaggio nelle<br />

prestazioni istantanee di virata, e probabilmente anche una significativa superiorità nella virata sostenuta. Di<br />

conseguenza, il pilota di un caccia simile deve basare le proprie tattiche su questo vantaggio di virata e<br />

condurre un combattimento angolare. Anche se la parità di T/W rende questo combattimento più facile di<br />

quello descritto in precedenza per il caccia con un basso T/W, esso non è privo di pericoli. Il pilota del caccia<br />

col carico alare ridotto deve essere cosciente dell’energia e non cercare di arraffare angoli più velocemente di<br />

quanto consenta il suo vantaggio nelle prestazioni di virata. La similarità del T/W consente una maggiore<br />

aggressività, ma l’avidità da parte del cacciatore angolare permetterà all’avversario di adoperare efficacemente<br />

delle contro-tattiche basate sull’energia. Per il pilota del caccia angolare è buona regola mantenere almeno la<br />

velocità per la manovra verticale a ogni passaggio come protezione contro la possibile candela dell’avversario.<br />

Velocità inferiori sono accettabili una volta che il bandito abbia palesemente consumato la propria velocità al<br />

punto da mancare di qualsiasi potenziale verticale. La velocità di manovra verticale per il caccia col carico alare<br />

ridotto dovrebbe essere un po’ inferiore a quella dell’avversario col carico alare maggiore.<br />

Dall’altra parte della medaglia, il pilota del caccia con un elevato carico alare ha un problema serio: non<br />

ha un vantaggio di prestazioni da sfruttare. Di solito in questo caso dovrebbe scegliere le tattiche energetiche,<br />

perché almeno in quell’area c’è parità. Egli deve comunque riconoscere che l’avversario possiede un caccia<br />

superiore nel dogfight, e dovrebbe vincere un combattimento uno contro uno, ipotizzando che le capacità dei<br />

due piloti siano uguali. Tenendo questo in mente, il pilota del caccia energetico deve impegnarsi con<br />

l’intenzione di valutare rapidamente la tecnica dell’avversario, e sganciarsi se questo si rivela essere il Barone<br />

Rosso.<br />

Vista l’equivalenza nel T/W, le tattiche di estensione/rovesciata descritte in precedenza generalmente non<br />

sono applicabili. Questo metodo si basa sullo sfruttamento di una superiorità nel rateo ascensionale, che in<br />

questo scenario non esiste. Al fine di guadagnare un vantaggio energetico se non esiste inizialmente, il pilota<br />

del caccia col maggiore carico alare deve aumentare l’energia più velocemente del suo avversario (il che può


essere fatto sfruttando una velocità di picchiata superiore e un elevato rateo di accrescimento dell’energia ad<br />

alta velocità in un’estensione in picchiata), o indurre il bandito a consumare energia più velocemente (che può<br />

essere fatto con tecniche di virata sostenuta). Quest’ultimo metodo consente la valutazione delle prestazioni di<br />

virata del bandito sulla base delle sue capacità sostenute note rispetto a quelle dell’aereo con un elevato carico<br />

alare.<br />

Ad esempio, ipotizzando che alla velocità ideale il caccia con un elevato carico alare possa sostenere un<br />

rateo di 10°/sec, sicché una virata di 360° richiederebbe circa 36 secondi per essere completata. Se il bandito<br />

può sostenere 11°/sec alla velocità ideale (un vantaggio del 10%, che può essere considerato significativo),<br />

potrà guadagnare circa 30° in una virata muso-coda senza perdere un solo nodo di velocità all’aria rispetto<br />

all’avversario. Tuttavia, arraffare vantaggi angolari più grandi di così ad ogni virata, verrà pagato caro dal<br />

bandito in termini di energia. Armato di questa conoscenza, il pilota del caccia energetico con un elevato carico<br />

alare può giudicare la gestione energetica del suo avversario osservando i guadagni angolari del bandito. Il<br />

pilota del caccia energetico deve avviare una virata muso-coda alla velocità per il massimo rateo di virata<br />

sostenuta (o alla velocità di manovra verticale, se è maggiore), in orizzontale o lievemente cabrata. La<br />

posizione del muso del bandito andrà monitorata da vicino, e l’angolo di cabrata corretto per consentire al<br />

bandito un guadagno angolare di circa 90° alla fine di un giro. Se il bandito appare guadagnare angoli troppo<br />

velocemente, il pilota del caccia energetico passerà a una virata col muso in basso, mantenendo la velocità, per<br />

rallentare i guadagni angolari dell’avversario. Dall’altro lato, se il bandito sembra conseguire un vantaggio<br />

angolare ridotto nella virata, l’angolo di cabrata può essere aumentato, riducendo i G per mantenere la velocità,<br />

per consentire all’avversario di guadagnare dei gradi più rapidamente.<br />

Se il bandito tira dell’anticipo avvicinandosi al successivo passaggio (ovvero alla fine della prima virata),<br />

al pilota del caccia energetico potrebbe essere richiesto di eseguire una rapida manovra difensiva antimitragliatrici<br />

fuori piano prima di dare inizio a una strappata verticale per scambiare il proprio vantaggio<br />

energetico con della separazione di quota al sorpasso. Quando un avversario adopera l’inseguimento ritardato<br />

nell’approccio al passaggio, conservando la separazione muso coda per minimizzare il sorpasso, la candela in<br />

spirale sarà probabilmente necessaria per negare un tiro al bandito durante la cabrata.<br />

Contro un avversario equipaggiato di missili ogni-aspetto, la tecnica della virata muso-coda potrebbe<br />

essere inutilizzabile, poiché potrebbe consentire al bandito di soddisfare i parametri di portata minima durante<br />

la prima virata. In questo caso il pilota del caccia energetico potrebbe dover impiegare invece una meno<br />

efficiente virata testa a testa, adoperando essenzialmente le stesse procedure ma riducendo la velocità al valore<br />

minimo consentito dal potenziale di manovra verticale.<br />

Questa velocità inferiore mantiene un raggio di virata ridotto, costringendo l’avversario a consumare più<br />

energia per ottenere dei vantaggi angolari. La tecnica testa a testa dovrebbe aiutare a mantenere la separazione<br />

entro i limiti di portata minima del bandito, consumando per bene al tempo stesso la sua energia. Il pilota del<br />

caccia energetico non deve comunque lasciar proseguire questa manovra in una forbice piana ripetuta, poiché<br />

l’avversario col carico alare minore potrebbe conseguire ulteriori piccoli vantaggi senza consumare ulteriore<br />

energia.<br />

Un avversario che rifiuta di accettare un grosso vantaggio angolare alla prima virata o è molto poco<br />

aggressivo o sta giocando con furbizia adoperando la propria superiorità nelle prestazioni di virata per<br />

rosicchiare pochi gradi per volta senza consumare energia. Per il pilota del caccia energetico potrebbe essere<br />

difficile determinare l’identità del bandito, ma “Paghi col tuo denaro e corri i tuoi rischi”. Il bandito poco<br />

aggressivo può essere battuto con le tattiche angolari, quindi la procedura usuale è di fare una mossa aggressiva<br />

contro il bandito e controllare la sua reazione. Una bandito che contrasta efficacemente tale mossa va lasciato in<br />

pace, e il pilota del caccia energetico deve impiegare un’estensione muso-coda per allontanarsi e sganciarsi. Se<br />

la difesa del bandito è inetta, il pilota attaccante deve saltargli dritto addosso. Normalmente bisogna evitare una<br />

forbice in rollata contro un bandito ben pilotato, poiché di solito l’avversario andrà meglio in questa manovra, a<br />

meno che non abbia una condizione energetica considerevolmente inferiore.<br />

T/W Elevato contro T/W Ridotto con Carico Alare Simile<br />

In questo scenario, il caccia col T/W elevato deve avere un vantaggio di accelerazione e velocità<br />

ascensionale, come pure un migliore rateo di virata sostenuta e una maggiore velocità di punta. Le capacità di<br />

virata istantanea devono tuttavia essere simili. In questo caso, il pilota del caccia col maggiore T/W può<br />

impiegare sia le tattiche angolari che quelle energetiche, ma i metodi angolari sono probabilmente preferibili<br />

perché più veloci, meno complessi, e più offensivi. Il pilota del caccia angolare può essere piuttosto aggressivo<br />

139


in un combattimento simile, poiché il suo vantaggio nel T/W gli offre un’assicurazione contro le possibili<br />

tattiche energetiche dell’avversario.<br />

Se il pilota del caccia col maggiore T/W sceglie il combattimento energetico, le tattiche di estensione in<br />

cabrata/rovesciata sono di norma molto efficaci, ma anche altri metodi potrebbero essere utili. Il pilota del<br />

caccia energetico può provare ad afferrare un vantaggio angolare iniziale, quindi adoperare l’inseguimento<br />

ritardato e lasciare che la propria superiorità nella virata sostenuta consumi l’energia del bandito nelle virate<br />

muso-coda. Una volta che l’avversario avrà neutralizzato il vantaggio angolare, o ne avrà guadagnato uno<br />

piccolo per sé, il pilota del caccia energetico può dare il via alla manovra verticale. La mossa verticale iniziale è<br />

in genere una spirale ascensionale cominciata attraverso il cerchio da parte del bandito. Anche una strappata in<br />

verticale con le ali livellate potrebbe funzionare, sempre che il bandito sia equipaggiato di sole mitragliatrici.<br />

Altrimenti l’ampia separazione laterale al momento della cabrata potrebbe consentire al bandito di sollevare il<br />

muso, puntare e tirare mentre il caccia energetico si avvicina al vertice della candela.<br />

Consumare l’energia del bandito adoperando un inseguimento ritardato offensivo potrebbe richiedere<br />

diverse virate, poiché in questo caso spetta all’avversario col T/W minore decidere quanto velocemente<br />

desidera scambiare energia con angoli. Il bandito può prolungare considerevolmente questo combattimento<br />

virando col muso in basso, scambiando altitudine con rateo di virata mantenendo al contempo la velocità. In<br />

questo caso il caccia energetico in genere deve seguire il bandito in basso, mantenendo un piccolo vantaggio di<br />

quota, poiché, se si lascia accumulare troppo la differenza di quota, l’avversario potrebbe adoperare la<br />

separazione verticale per una virata anticipata in candela e un tiro non mirato. In modo simile, picchiare sul<br />

bandito da un considerevole vantaggio di quota tende a restituire il margine energetico guadagnato, e potrebbe<br />

risultare in un sorpasso verticale e in una forbice in rollata. Dato che il bandito più in basso ha mantenuto la<br />

velocità e adesso ha un’energia equivalente, in questa manovra potrebbe guadagnare un vantaggio temporaneo.<br />

È quindi preferibile seguire semplicemente il bandito in basso leggermente dal di sopra fino a quando non<br />

raggiunge una quota ridotta ed è costretto a cominciare a scambiare velocità con rateo di virata. Quando il<br />

bandito avrà consumato la velocità sarà molto più facile da maneggiare.<br />

Un magnifico esempio di questo procedimento si trova in uno scontro fra il Barone Manfred von<br />

Richthofen (dieci vittorie all’epoca) e il primo Asso britannico, il Maggiore Lanoe Hawker (nove vittorie), il 23<br />

Novembre 1916. Il tedesco pilotava un Albatros D-II contro il de Havilland DH-2 inglese. I caccia erano grosso<br />

modo equivalenti nelle prestazioni di virata, ma l’Albatros aveva un vantaggio significativo nella cabrata e nella<br />

velocità massima. Ecco come von Richthofen descrisse il combattimento nel suo libro Il Rosso Combattente<br />

dell’Aria (non sono disponibili versioni diverse!).<br />

L’inglese provò a prendermi alle spalle mentre io cercavo di mettermi dietro a lui. Così continuammo a<br />

girare in tondo come matti uno dietro l’altro a una quota di circa 10.000 piedi.<br />

Prima girammo venti volte a sinistra, poi trenta volte a destra. Entrambi cercavamo di andare dietro e<br />

sopra all’altro.<br />

Ben presto scoprii di non avere incontrato un principiante. Non aveva la minima intenzione di<br />

interrompere la lotta. Viaggiava in una scatola che virava magnificamente. Tuttavia, la mia cassa saliva meglio<br />

della sua. Ma alla fine riuscii a mettermi sopra e dietro al mio compagno di walzer inglese.<br />

Quando fummo scesi a circa 6.000 piedi senza aver concluso nulla di particolare, il mio avversario<br />

dovette scoprire che era tempo per lui di congedarsi. Il vento mi era favorevole, poiché ci aveva spinti sempre<br />

di più verso le posizioni tedesche. Alla fine eravamo sopra Bapaume, circa mezzo miglio dietro il fronte<br />

tedesco. Quel tipo superbo era pieno di coraggio, e quando giungemmo a circa 3.000 piedi mi salutò<br />

allegramente come per dire, Beh, come va?<br />

I cerchi che facevamo uno intorno all’altro erano così stretti che il loro diametro non era probabilmente<br />

maggiore di 250 o 300 piedi. Ebbi il tempo di osservare per bene il mio avversario. Guardai giù nella sua<br />

carretta potei vederne ogni movimento del capo. Se non avesse avuto il casco avrei potuto vedere che tipo di<br />

espressione stesse facendo.<br />

Il mio inglese era un buon sportivo, ma in breve le cose divennero un po’ troppo calde per lui. Doveva<br />

decidere se atterrare in territorio tedesco o volare verso le linee inglesi. Ovviamente tentò quest’ultima<br />

possibilità, dopo essersi sforzato invano di sfuggire ai miei looping e trucchi del genere. Allora i suoi primi<br />

proiettili mi stavano volando intorno, perché fino ad allora nessuno dei due era stato in grado di sparare.<br />

Quando fu giunto a circa 300 piedi, tentò di fuggire volando su una rotta a zig-zag, che rende difficile<br />

sparare per un osservatore a terra. Quello fu il momento a me più favorevole. Lo seguii a una quota fra 250 e<br />

140


150 piedi, sparando per tutto il tempo. L’inglese non poteva fare altro che cadere. Ma l’inceppamento della mia<br />

mitragliatrice quasi mi derubò del mio successo.<br />

In uno scenario del genere, il pilota di un caccia con un ridotto T/W ha decisamente le mani impegnate,<br />

perché non ha davvero nessun vantaggio di prestazioni da sfruttare. Avrà davvero un brutto quarto d’ora per<br />

vincere un combattimento energetico contro un pilota dalle capacità simili, e anche un combattimento angolare<br />

non sarà una passeggiata. Tuttavia, l’equivalenza nelle prestazioni di virata (nelle virate istantanee) favorisce le<br />

tattiche angolari. È necessario che sia un combattimento angolare piuttosto paziente, adoperando virate testa a<br />

testa e lavorando sotto al bandito, come spiegato in precedenza. Se l’avversario riesce a guadagnare in una<br />

cabrata in candela un vantaggio di quota troppo grande per essere minacciato, il caccia angolare può tentare di<br />

guadagnare separazione allontanandosi in picchiata e poi tornare indietro bruscamente per incontrare il bandito<br />

quasi frontalmente per ricominciare daccapo il combattimento. In genere la fuga non è disponibile per il pilota<br />

del caccia più lento, a meno che non riesca a far perdere il contatto visivo al suo avversario. Probabilmente<br />

l’equipaggiamento più utile per il pilota del caccia con T/W minore in uno scontro del genere è una radio con<br />

cui chiedere aiuto.<br />

Condizioni di Doppia Superiorità e Doppia Inferiorità<br />

La qualità della cassa conta poco. Il successo dipende dall’uomo che vi siede dentro.<br />

Barone Manfred von Richthofen<br />

Una condizione di “doppia superiorità” si verifica quando un caccia ha al tempo stesso un T/W<br />

significativamente superiore e un carico alare inferiore rispetto al proprio avversario. Ovviamente lo sfortunato<br />

avversario in questa situazione ha una “doppia inferiorità”.<br />

Solo lo spirito d’attacco che alberga in un cuore coraggioso darà il successo a qualsiasi aereo da caccia,<br />

non importa quanto sia avanzato.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

La doppia superiorità è una condizione per la quale un pilota da caccia darebbe volentieri diverse parti<br />

semi-essenziali della propria anatomia. Un caccia doppiamente superiore ha la velocità e l’accelerazione per<br />

costringere un avversario a combattere, e la manovrabilità per vincere il combattimento. In tale situazione il<br />

caccia superiore deve scegliere in genere le tattiche angolari, per una varietà di ragioni. Questo metodo è<br />

generalmente più semplice e rapido, e facilita la conservazione del contatto visivo e dà all’avversario meno<br />

opportunità di tiro e meno possibilità di fuggire. Il pilota del caccia superiore può essere piuttosto aggressivo in<br />

questo scenario, usando le proprie prestazioni di virata per passare in vantaggio, e affidandosi alla potenza per<br />

tenersi fuori dai guai. La velocità inferiore per la manovra verticale e un maggiore PS forniscono una certa<br />

misura di sicurezza contro le possibili tattiche energetiche del bandito, ma il caccia angolare può ancora perdere<br />

lo scontro se ci prova con abbastanza impegno. Se corre in giro con gli artigli sfoderati e i capelli in fiamme,<br />

senza alcun riguardo per l’energia, potrebbe consentire anche a un avversario inferiore di guadagnare un<br />

sostanziale vantaggio energetico e di convertirlo in un vantaggio di posizione temporaneo ma letale. Questo di<br />

solito può essere evitato lasciando che l’aereo superiore faccia il lavoro col proprio passo, che di solito sarà<br />

abbastanza rapido. A parte un eccesso di aggressività da parte del pilota, il controllo della velocità è il problema<br />

più grosso del caccia superiore. Un eccesso di potenza può risultare spesso in un eccesso di velocità, e in una<br />

tendenza a sorpassare o oltrepassare l’avversario. Nelle migliori circostanze tali sorpassi prolungano il<br />

combattimento, il che, in particolare quando sono coinvolti dei missili, potrebbe essere fatale. In questo caso la<br />

soluzione è un impiego giudizioso della potenza. Nello scontro sterile uno contro uno, il pilota del caccia<br />

superiore deve di norma cercare di mantenere la propria velocità pari o leggermente inferiore a quella<br />

dell’avversario.<br />

In questo scenario il pilota del caccia inferiore è davvero nei guai. Potrebbe non essere in grado di evitare<br />

lo scontro, e potrebbe non essere in grado di fuggire una volta agganciato. Tuttavia, tali problemi possono<br />

essere alleviati da una ispezione pre-volo davvero approfondita, seguita dalla decisione di passare la giornata al<br />

bar. Se questo lusso non è disponibile, delle tattiche colpisci-e-scappa ad alta velocità o scontri con più aerei<br />

potrebbero offrire qualche sollievo; altrimenti il caccia inferiore dovrà essere molto bravo e molto fortunato.<br />

141


142<br />

Se lui è superiore vado a casa, aspettando un giorno migliore.<br />

Colonnello Erich “Bubi” Hartmann, Aviazione tedesca<br />

Con un aereo inferiore, la vittoria in uno scontro uno contro uno deve venire da tattiche superiori e<br />

tecniche migliori.<br />

Dato che le tattiche energetiche sono tanto più complesse di quelle angolari, esse tendono a ingrandire le<br />

differenze nelle capacità dei piloti. Questo è uno dei motivi per cui le tattiche energetiche sono raccomandate in<br />

questo scenario. A parte prolungare l’agonia, le tecniche energetiche potrebbero consentire al pilota dell’aereo<br />

inferiore di tenere lontano l’avversario finché non perde interesse o non sia costretto a ritirarsi a causa del<br />

carburante. A tale scopo l’ideale è la virata discendente muso-coda ad alto numero di G. Se l’avversario è<br />

equipaggiato di missili RQ, questa tattica potrebbe consentire al pilota dell’aereo inferiore di tenere il bandito<br />

abbastanza lontano dalla coda da impedirgli il lancio mentre in maniera inaspettata riduce la potenza o aziona<br />

gli aerofreni per rallentare e quindi generare una rapida chiusura con l’avversario. Poi al momento critico può<br />

effettuare una virata spezzata verso il bandito per produrre un sorpasso. Se il bandito non riconosce questa<br />

trappola abbastanza presto e non esegue immediatamente un quarto di rollata allontanandosi e strappando verso<br />

l’alto, il caccia inferiore potrebbe essere in grado di invertire per un tiro a buon mercato. Se il bandito non cabra<br />

quasi in verticale, il difensore potrebbe avere una possibilità di scaricare e accelerare scendendo e<br />

allontanandosi, generando della separazione per prolungare il combattimento, o persino facendo perdere il<br />

contatto visivo al bandito. Quando il bandito è equipaggiato di mitragliatrici, il difensore deve attendersi un tiro<br />

non mirato prima del sorpasso ed essere preparato a debellarlo con un brusco scarto fuori piano.<br />

Non ci si può aspettare che le tattiche di estensione in rovesciata/estensione possano funzionare in questo<br />

scenario per il caccia inferiore, dato che l’avversario ha un vantaggio di PS. Le altre tattiche energetiche trattate,<br />

destinate a consumare l’energia del bandito con una virata muso-coda (o testa a testa nel caso di un bandito<br />

molto piccolo o equipaggiato di missili ogni-aspetto), possono ancora essere efficaci contro un avversario<br />

inesperto o noncurante.<br />

Il seguente episodio, che si trova in Thunderbolt!, dell’asso dell’USAAF della 2ª GM Robert S. Johnson,<br />

è uno dei migliori esempi disponibili dell’impiego delle tattiche energetiche (estensione in picchiata/rovesciata)<br />

per sconfiggere un avversario doppiamente superiore. L’incontro descritto è un finto combattimento<br />

sull’Inghilterra fra Johnson (P-47C) e un pilota non identificato della RAF su un nuovo Spitfire IX. Lo Spitfire<br />

aveva un carico per cavallo migliore di circa il 25% e un carico alare di circa il 25% inferiore. I soli vantaggi<br />

nelle prestazioni del Thunderbolt erano una maggiore velocità di punta, una accelerazione superiore in picchiata<br />

(a causa del maggiore peso e densità del P-47), e migliori prestazioni in rollata (v. l’Appendice per una<br />

discussione sulle prestazioni di rollata e accelerazione). Johnson, certamente uno dei più grandi piloti da caccia<br />

per natura di tutti i tempi, adoperò in maniera difensiva le proprie prestazioni di rollata per darsi la possibilità di<br />

accumulare un vantaggio energetico in una estensione in picchiata.<br />

Volammo insieme in formazione, poi decisi di vedere cosa aveva quell’aereo a suo favore.<br />

Aprii il throttle al massimo e il Thunderbolt si portò lentamente in avanti. Un istante dopo del fumo<br />

usciva dagli scarichi dello Spit mentre il pilota mi veniva dietro. Non poteva farcela; il grosso Barile aveva un<br />

deciso vantaggio in velocità.<br />

Sogghignai allegramente; avevo sentito così tanto su questo aereo che volevo mostrare il Thunderbolt al<br />

suo pilota. Il Barile continuava ad allontanarsi dallo Spitfire; improvvisamente tirai indietro sulla barra e<br />

sollevai il muso. Il Thunderbolt zoomò su, librandosi nel cielo spruzzato di nubi. Guardai fuori alle mie spalle;<br />

lo Spit si sforzava di eguagliarmi, ma era appena in grado di mantenere la posizione.<br />

Ma il mio vantaggio era solo nella zoomata – una volta in cabrata stabile, mi prese. Rimasi a bocca aperta<br />

mentre il fumo veniva fuori dagli scarichi e lo Spitfire mi schizzò accanto sorpassandomi come se fossi stato<br />

fermo. Se sapeva arrampicarsi quell’aereo! Corse su in una cabrata che non potevo uguagliare col Barile.<br />

Adesso era il suo turno; le ampie ali ellittiche sbandavano, ruotavano, e lo Spit mi venne incontro urlando,<br />

deciso a fare di me un boccone.<br />

Si faceva divertente. Sapevo che avrebbe potuto virare all’interno del pesante Thunderbolt; se avessi<br />

cercato di tenere una virata stretta lo Spitfire sarebbe scivolato dritto al mio interno. Sapevo anche che avrebbe<br />

potuto superare facilmente il mio caccia in cabrata. Rimasi fuori da quelle trappole per sempliciotti. La prima<br />

regola in questo genere di combattimenti: non combattere nel modo in cui il tuo avversario combatte meglio.<br />

Niente virate brusche; non cabrare; tienilo alla tua quota.<br />

Eravamo a 5.000 piedi, lo Spitfire scivolava duro virando e avvicinandosi alla mia coda. Virare non<br />

sarebbe servito a niente; si sarebbe lanciato dritto al mio interno come se fossi stato un camion carico di


cemento, e sarebbe venuto fuori in posizione di tiro. Beh, avevo anch’io un paio di giochetti. Il P-47 era più<br />

veloce, e gettai la barca in una rollata. Proprio là lo presi. Il Barile poteva superare in rollata qualsiasi aereo in<br />

aria, nessuno escluso. Con la mia velocità, la rollata era il mio unico vantaggio, e feci pieno uso del modo in cui<br />

il Thunderbolt poteva roteare. Lanciai il Barile in una dannata rollata sinistra, con l’orizzonte che piroettava<br />

follemente, una volta, due volte, in una terza. Mentre lui virava a sinistra per seguirmi, io pestai sul timone a<br />

destra, schiantando la barra sulla destra. Continuammo a girare intorno, sinistra, destra, sinistra, destra. Potei<br />

lanciarmi in più di due rollate prima che lo Spitfire avesse completato la prima. E questo distrusse la sua<br />

capacità di virare al mio interno. Rifiutai semplicemente di virare. Ogni volta che cercava di seguirmi in una<br />

rollata, saettavo via dalla parte opposta, allargando lo spazio fra i due aerei.<br />

Quindi giocai l’asso. Lo Spitfire artigliava selvaggiamente l’aria, cercando di seguirmi in una rollata,<br />

quando feci cadere il muso. Il Thunderbolt ululò e corse verso il terreno. Lo Spitfire aveva appena cominciato a<br />

seguirmi – ed ero un bel po’ avanti a lui adesso – quando strattonai indietro la barra e gettai il Barile in una<br />

cabrata in candela. In una cabrata dritta o in virata, la macchina inglese era in vantaggio. Ma uscendo da una<br />

picchiata, non c’è caccia inglese o tedesco che possa avvicinarsi a un Thunderbolt che corre su in una zoomata.<br />

Prima che il pilota dello Spit capisse cos’era accaduto, io ero alto sopra di lui, col Thunderbolt che si stava<br />

girando. E fu tutto – perché negli istanti successivi il pilota dello Spitfire fu stupito di vedere un Thunderbolt,<br />

meno manovrabile e più lento nella salita, correre dritto verso di lui, con otto mitragliatrici puntate orribilmente<br />

alla sua carlinga.<br />

Considerazioni Tattiche su V/STOL ed Elicotteri<br />

Il progresso dell’aviazione e della tecnologia degli armamenti hanno dato vita a diversi tipi di caccia “non<br />

convenzionali”. Fra questi vanno annoverati i caccia a decollo e atterraggio breve o verticale (V/STOL), e gli<br />

elicotteri.<br />

V/STOL contro Caccia Convenzionali<br />

Attualmente esistono due varianti distinte nel progetto dei V/STOL. La prima da considerare è il tipo a<br />

vettore di spinta, esemplificato dall’Harrier inglese. Questo progetto ha quattro ugelli di scarico per il reattore<br />

che possono ruotare per dirigere gli scarichi direttamente all’indietro, o verso il basso, o anche leggermente in<br />

avanti. Due ugelli sono posizionati dietro e due davanti al centro di gravità, in modo che l’aereo possa essere<br />

sostenuto a mezz’aria dalle quattro colonne degli scarichi del jet rivolte verso il basso, come le gambe di un<br />

letto a quattro piedi. L’Harrier ha un solo motore, ma potrebbero seguire caccia plurimotore di questo tipo.<br />

Quando si trova a velocità molto ridotte, l’assetto dell’aereo viene controllato da piccoli scarichi d’aria dal<br />

motore situati nel muso e/o nella coda e nelle estremità alari.<br />

Al fine di decollare e atterrare in verticale, questo tipo di caccia deve avere un rapporto T/W superiore a<br />

1. Quando l’aereo è caricato pesantemente di armi e carburante, tuttavia, il peso potrebbe superare la spinta; in<br />

questo caso l’aereo richiede una breve corsa orizzontale e l’assistenza delle ali per farsi sostentare dall’aria o<br />

per atterrare in sicurezza. Inoltre, dato che la spinta dei jet viene diminuita dalle quote elevate o dalle alte<br />

temperature, in certe condizioni operative potrebbe essere necessaria una breve corsa di decollo e atterraggio,<br />

anche con pesi ridotti. E ancora, la capacità di decollare e atterrare in un breve spazio consente di operare da<br />

aeroporti piccoli e improvvisati in aree avanzate del campo di battaglia, da piste danneggiate, e dai ponti delle<br />

navi.<br />

Il secondo tipo di caccia V/STOL è il progetto a turbina di sostentamento, come il russo Yak-36 Forger.<br />

Questo tipo incorpora uno o più (due nel Forger) jet di sostentamento che scaricano solo verso il basso; questi<br />

vengono impiegati in congiunzione col motore(i) principale(i). il motore primario del Forger ha due scarichi<br />

rotanti situati nella parte posteriore, come l’Harrier, per veicolare la spinta verso il basso o all’indietro. I jet di<br />

sostentamento sostengono la parte anteriore dell’aereo e il motore principale sostiene quella posteriore quando<br />

l’aereo rimane sospeso.<br />

Le capacità aggiuntive dei caccia V/STOL non vengono ottenute senza una controparte. Le principali<br />

limitazioni di questi progetti sono la portata limitata e una ridotta capacità di trasporto degli armamenti rispetto<br />

ai caccia convenzionali di livello tecnologico simile. I requisiti di spinta elevata e pesi ridotti lasciano un<br />

margine ristretto per grosse strutture, grandi quantità di carburante, o grossi carichi bellici. Questi caccia,<br />

quindi, sono di solito piccoli, dotati di armamento e corazzatura leggeri, con raggio d’azione e autonomia in<br />

combattimento limitati. Anche se T/W e carico alare devono essere paragonati a quelli di un aereo avversario<br />

143


per avere una certa rilevanza nelle prestazioni di un caccia, è possibile fare delle generalizzazioni. Dato che una<br />

componente verticale della spinta migliora le prestazioni di decollo e atterraggio, non sono necessarie delle<br />

grandi ali. Inoltre, ali grandi riducono le prestazioni alle alte velocità e accrescono il peso, quindi i caccia<br />

V/STOL tendono ad avere ali relativamente piccole ed elevati carichi alari, che possono degradare le<br />

prestazioni di virata. Anche così, un T/W implicitamente alto mantiene piuttosto elevate le prestazioni di virata<br />

sostenuta. È tuttavia probabile che le prestazioni istantanee di virata soffrano a causa dell’elevato carico alare.<br />

Alcuni caccia V/STOL possono migliorare le proprie prestazioni istantanee di virata con una tecnica<br />

chiamata “VIFFing” (vectoring in forward flight – vettorializzazione in volo in avanti), in cui la<br />

vettorializzazione della spinta può essere adoperata per aiutare le ali. Puntando gli scarichi in basso (rispetto<br />

all’aereo), il vettore di spinta accresce istantaneamente il fattore di carico di circa 1G. In condizioni di bassa<br />

velocità e basso numero di G, questa caratteristica può raddoppiare le prestazioni istantanee di virata, ma a<br />

velocità e numero di G elevati il suo effetto sarà minimo. Inoltre bisogna pagare per queste prestazioni di virata<br />

aggiuntive. Dato che essenzialmente tutta la spinta è diretta verso il basso, non c’è una componente in avanti ad<br />

opporsi alla resistenza aerodinamica, e quindi l’aereo decelererà ancor più rapidamente di un aereo<br />

convenzionale che effettui una manovra simile. Il caccia V/STOL che opera in questo modo avrà bisogno di<br />

tutto quel buon T/W per accelerare fuori dal suo buco energetico dopo la virata.<br />

Non tutti i V/STOL hanno la possibilità di usare la vettorializzazione della spinta in questo modo. In<br />

particolare, i progetti a getto di sostentamento hanno spesso delle coperture sulle prese d’aria che si aprono<br />

verso l’esterno per deviare l’aria nelle turbine di sostentamento. Questi deflettori potrebbero avere dei limiti di<br />

velocità, e se non li hanno, agiranno certamente come aerofreni, aumentando ulteriormente la decelerazione. Un<br />

altro problema del disegno a turbina di sostentamento/jet di sostentamento è il flusso del carburante. Spingere<br />

quei jet per una virata magica può raddoppiare il flusso totale del carburante e diminuire enormemente<br />

l’autonomia in combattimento. I jet di sostentamento di solito sono destinati all’uso durante il decollo e<br />

l’atterraggio, e devono essere trasportati come un peso morto per il resto della missione.<br />

Questo elemento di solito aumenta il peso dell’aereo e diminuisce lo spazio per lo stivaggio del<br />

carburante, e potrebbe portare anche all’installazione di un motore principale più piccolo. Tutti questi handicap<br />

tendono a ridurre il T/W e l’autonomia in combattimento dei V/STOL del tipo a jet di sostentamento, di solito<br />

inferiore al tipo a puro vettore di spinta.<br />

Le caratteristiche uniche dei caccia V/STOL li rendono adatti alle tattiche energetiche. Le loro buone<br />

capacità di virata sostenuta, accelerazione e zoomata possono essere capitalizzate dai metodi energetici. Alcuni<br />

modelli sono in grado di orientare gli ugelli degli scarichi molto in avanti, per impiegarli come invertitori di<br />

spinta in aria. Questa caratteristica fornisce una rapida decelerazione e, possibilmente in congiunzione con<br />

prestazioni istantanee di virata accresciute, possono essere utili per provocare o evitare i sorpassi. Una rapida<br />

decelerazione ha un valore incalcolabile anche nei primi stadi di una forbice piana o di una spirale difensiva.<br />

Normalmente, il VIFFing va riservato per tali situazioni difensive o di fine offensiva.<br />

Un’eccezione lampante a questa regola è tuttavia l’inversione verticale dopo una cabrata in candela. Se gli<br />

ugelli posteriori possono essere deviati verso il basso (verso il ventre dell’aereo) mentre il caccia è quasi in<br />

verticale in una zoomata a bassa velocità, l’aereo può essere fatto picchiare in avanti e “ribaltare” molto<br />

velocemente per puntare in basso verso il bandito. In alternativa, la vettorializzazione della spinta può essere<br />

impiegata per aumentare i G al vertice di una manovra convenzionale di looping. Questa capacità, come pure le<br />

prestazioni solitamente buone di virata sostenuta e una buona manovrabilità a velocità ridotta, può renderli<br />

avversari molto duri in una forbice in rollata. Tutti questi attributi, e la taglia piccola, risultano spesso in un<br />

buon caccia energetico; ma le tattiche energetiche e la complessità aggiuntiva nell’operare con questo tipo di<br />

apparecchi richiedono piloti estremamente abili e un addestramento aria-aria straordinario.<br />

La capacità di ruotare gli ugelli di scarico posteriori di un caccia verso l’alto rende i caccia V/STOL o<br />

altri tipi a vettore di spinta più adatti alle tattiche angolari. Quando si combina con una struttura che si comporta<br />

bene ad elevati angoli di attacco, il VIFFing, come il sistema di controllo del vettore di spinta discusso in<br />

precedenza per i missili, può far sì che un caccia ruoti intorno al proprio centro di gravità e scambi letteralmente<br />

le estremità virtualmente a quasi velocità. La capacità di puntare rapidamente in qualsiasi direzione può essere<br />

estremamente preziosa, in particolare quando l’aereo è equipaggiato di missili ogni-aspetto. Ancora una volta,<br />

tuttavia, queste manovre di vettorializzazione della spinta vanno adoperate con giudizio a causa della grande<br />

dissipazione di energia che ne risulta.<br />

La capacità di galleggiare a mezz’aria dei V/STOL viene spesso sopravvalutata nell’ambiente aria-aria.<br />

Prima di tutto, la maggior parte dei V/STOL non hanno questa capacità per pesi e quote operativi reali. Anche<br />

se questi aerei potessero fermarsi a mezz’aria, il controllo dell’assetto di solito non è adeguato al puntamento di<br />

144


armi di tipo boresight, a meno che il bandito non voli davanti all’arma. Armi in grado di puntare fuori dall’asse<br />

longitudinale potrebbero rendere più realizzabile questa tattica; ma un aereo immobile presenta pur sempre una<br />

fonte di calore ogni-aspetto ed è un’anatra seduta praticamente per qualsiasi arma nell’arsenale del nemico, sia<br />

aria-aria che terra-aria (lo AAM a guida radar Doppler è una notevole eccezione a questa regola).<br />

Per un caccia convenzionale che si oppone a un V/STOL, le tattiche angolari di solito sono più adatte. Il<br />

pilota del caccia angolare deve tenere a mente la capacità del bandito V/STOL di generare sorpassi ed essere<br />

pronto ad effettuare un quarto di rollata in allontanamento e ad alzarsi nel caso il V/STOL si getti<br />

improvvisamente in una “virata da pipistrello”. In tal caso il bandito ha molto probabilmente abbandonato le<br />

sue capacità verticali per delle prestazioni di virata accresciute, quindi il caccia angolare può trovare un rifugio<br />

sicuro a quote maggiori, sempre che lui stesso abbia gestito correttamente l’energia. Se il pilota del caccia<br />

angolare si lascia andare molto al di sotto della velocità per la manovra verticale, tale sorpasso risulterà<br />

probabilmente risulterà in una forbice piana, ponendolo in un profondo e serio kimchi. Anche la forbice in<br />

rollata va evitata, a meno che il bandito non abbia una palese scarsità di energia, come dopo una virata magica;<br />

e una spirale difensiva va respinta a ogni costo. In breve, il pilota del caccia convenzionale otterrà spesso i<br />

migliori risultati dall’impiego precoce di prudenti tattiche angolari per mantenere la pressione sul bandito<br />

V/STOL ed esaurirne l’energia. Poi, quando il pilota del V/STOL deciderà di adoperare la sua capacità di<br />

VIFFing per un combattimento lento, il pilota del caccia angolare potrà passare alle tattiche energetiche. Se non<br />

si riesce a concludere rapidamente lo scontro, e si lascia che il bandito recuperi la propria energia, per il pilota<br />

del caccia del caccia convenzionale potrebbe essere necessario riprendere le tattiche angolari ancora una volta.<br />

Elicotteri contro Caccia Convenzionali<br />

Anche se generalmente in passato gli elicotteri non sono stati considerati macchine aria-aria, molti<br />

elicotteri d’attacco di oggi sono pesantemente armati e possono offrire dei problemi interessanti ai caccia ad ala<br />

fissa. Paragonati ai caccia a reazione convenzionali, gli elicotteri sono così lenti da non poter tenere loro dietro,<br />

quindi non sono in grado di cercare e ingaggiare offensivamente degli aerei più veloci. Quindi è più probabile<br />

che gli scontri avvengano mentre l’elicottero pensa agli affari propri o rende la vita difficile alle forze di terra.<br />

Anche se probabilmente l’elicottero sarà l’attaccato più che l’attaccante all’inizio dello scontro, un elicottero<br />

ben pilotato è tutt’altro che inerme.<br />

Anche il primitivo può essere un’arma.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Una delle prime azioni difensive di un pilota di elicottero quando deve fronteggiare l’attacco di un’ala<br />

fissa è picchiare il più in basso possibile e accelerare alla massima velocità volgendosi al tempo stesso verso<br />

l’attaccante. Questa reazione serve a molti scopi. Operare a quote molto basse degrada i sistemi d’arma del<br />

bandito negando al pilota la vista verso l’alto necessaria per ottimizzare il funzionamento del radar e le capacità<br />

di guida dei missili a ricerca di calore e a guida radar. Volare semplicemente a bassa quota basta a sconfiggere<br />

la maggior parte dei radar a impulsi, che non riescono a distinguere il bersaglio dagli echi del terreno (clutter).<br />

Anche se i sofisticati radar a impulsi Doppler (PD)sono teoricamente in grado di rilevare e inseguire un<br />

bersaglio che vola a bassa quota, il loro funzionamento sarà di solito degradato da un effetto di “jamming”<br />

dovuto al rotore dell’elicottero. Dato che il PD vede soltanto oggetti in movimento, il bersaglio reale apparirà<br />

circondato da molti altri “bersagli”, poiché ogni pala del rotore aumenta e diminuisce alternativamente la<br />

propria velocità sul terreno a ogni giro. Normalmente un radar e un missile Doppler avranno grandi difficoltà<br />

per mantenere una traccia stabile dell’elicottero stesso con tutte queste distrazioni, che potrebbero risultare in<br />

una guida erratica, aumentando l’errore al momento dell’esplosione, e probabilmente l’impatto del missile col<br />

suolo. Questo fenomeno rovina anche la maggior parte degli inneschi ad effetto Doppler, provocando un<br />

innesco precoce e la detonazione della testata. Anche gli inneschi attivi hanno problemi in questo ambiente,<br />

poiché potrebbero esplodere a causa degli echi del suolo prima di rilevare il bersaglio. Quando si sa che l’arma<br />

principale dell’attaccante è un missile a guida radar Doppler, il pilota dell’elicottero può scegliere se volare<br />

grosso modo ad angolo retto rispetto all’approccio del bandito, il che (come descritto nel capitolo 1) dovrebbe<br />

eliminare completamente l’eco radar principale, o almeno nasconderlo nei clutter del terreno. Questa tattica<br />

lascia solo le pale del rotore come bersagli per il radar e complica ulteriormente il compito del missile. Restare<br />

sospesi a mezz’aria servirebbe allo stesso scopo, ma renderebbe l’elicottero estremamente vulnerabile ad altre<br />

armi.<br />

145


Volare verso l’attaccante ha altri vantaggi. L’accresciuta chiusura riduce il tempo a disposizione del<br />

bandito per sparare con le mitragliatrici o lanciare dei missili, e se l’attaccante tenta di seguire l’elicottero<br />

visivamente per sparare con un arma con puntamento lungo l’anima, il bersaglio in movimento fa sì che il<br />

tiratore debba accrescere rapidamente il proprio angolo di picchiata. Questa è una manovra assai scomoda per il<br />

pilota di un caccia ad alta velocità vicino al terreno, e spesso fa sì che l’attaccante interrompa un passaggio di<br />

tiro prima di raggiungere la distanza più efficace. Puntare verso l’attaccante tende anche a nascondere gli<br />

scarichi dell’elicottero a un missile a ricerca di calore.<br />

Il volo a bassa quota è il pane quotidiano della maggior parte dei piloti di elicottero, ed essi sono a loro<br />

agio in questo ambiente. Non è così per il tipo medio dei caccia, che molto probabilmente sarà a disagio nel<br />

tentare di allineare le armi su un bersaglio mobile, altamente manovrabile, e che vola a bassa quota. Questo<br />

fattore è un grosso vantaggio per l’elicottero.<br />

Il suo pilota deve anche essere cosciente dello sfondo che presenta al suo avversario e adoperare qualsiasi<br />

opportunità a propria disposizione per rendere le cose il più difficili possibile al bandito. Questo può essere<br />

fatto posizionandosi su un terreno variegato, che si fonda il più possibile con lo schema di colorazione<br />

dell’elicottero. Una mimetizzazione scura su uno sfondo scuro funziona al meglio, poiché su un terreno chiaro<br />

le ombre potrebbero evidenziare l’elicottero in giornate di sole. Un terreno maculato è di solito più efficace di<br />

un colore uniforme, a meno che la mimetizzazione dell’aereo non corrisponda esattamente al terreno. Anche<br />

ombre, alberi e colline possono essere nascondigli molto utili. In genere acqua, erba alta e aree polverose vanno<br />

evitate a causa dell’effetto del rotore su queste superfici. Al meglio, un velivolo che vola a bassa quota è molto<br />

difficile da rilevare e seguire visivamente. Con un piccolo sforzo può essere reso quasi invisibile.<br />

Il pilota di un elicottero deve tentare anche una mascheratura IR quando fronteggia la minaccia di un<br />

missile a ricerca di calore. Tuttavia, la mascheratura visiva e quella IR si escludono spesso a vicenda, poiché lo<br />

sfondo caldo di un deserto, di solito di colore chiaro, offre i problemi maggiori per un missile IR. Anche<br />

superfici improbabili come acqua e neve possono essere specchi efficaci di energia IR, in particolare se il<br />

bandito sta attaccando verso un sole brillante.<br />

Come caccia, l’elicottero è l’epitome stessa di un aereo a basso T/E e carico alare ridotto, godendo di<br />

eccezionali capacità di virata ma di prestazioni energetiche assai scarse rispetto a un caccia ad ala fissa. Quindi<br />

le tattiche angolari, come quelle descritte in precedenza in questo capitolo e nel Capitolo 3, possono essere<br />

applicate all’elicottero nella loro forma più pura. Le armi più utili per l’elicottero nell’arena aria-aria includono<br />

il più delle volte delle mitragliatrici orientabili, puntate manualmente o montate in una torretta; mitragliatrici<br />

fisse in caccia; razzi non guidati; e AAM a ricerca di calore. Tuttavia è raro che il collimatore di u n elicottero<br />

sia ottimizzato per l’arena aria-aria, quindi le armi non guidate richiedono un sacco di deviazione del Kentucky<br />

per l’impiego contro caccia veloci.<br />

Una volta soddisfatte le priorità immediate di portarsi a bassa quota e virare verso l’attaccante, l’elicottero<br />

deve affrontare il compito di sventare qualsiasi possibile tentativo di tiro fatto dal bandito prima del primo<br />

passaggio. Il lavoro dell’attac-cante è reso più difficile se l’elicottero non vola direttamente incontro<br />

all’attaccante, ma con un’angolazione di 30-45°. Questa tattica costringe l’attaccante a virare per stabilire<br />

l’anticipo per un tiro con mitragliatrici, razzi non guidati o bombe (esatto, bombe!), o per inseguire con un<br />

missile di tipo boresight. Quando il bandito si sarà stabilito sulla rotta corretta per sganciare la sua arma e starà<br />

avvicinandosi alla portata di tiro, l’elicottero dovrà virare bruscamente verso l’attaccante e incrociare il suo<br />

muso verso il lato opposto. Questo costringe il bandito a virare per ristabilire il giusto anticipo o la rotta<br />

appropriata per il puntamento di tipo boresight. Quando l’attaccante si avvicina nuovamente alla rotta<br />

appropriata, l’elicottero può incrociarne di nuovo il muso, tenendolo sfasato e rovinandogli il tiro. Uno o due di<br />

questi scarti dovrebbero essere tutto ciò che serve prima che il bandito raggiunga la portata minima. Gli<br />

elicotteri equipaggiati di mitragliatrici montati in torretta che sparano in avanti potrebbero essere in grado di<br />

tenere l’attaccante sotto tiro durante la maggior parte del suo approccio, anche durante gli scarti. Non bisogna<br />

nemmeno trascurare l’opportunità di lanciare frontalmente un missile ogni-aspetto, probabilmente mentre il<br />

bandito incrocia il muso durante uno scarto. L’angolazione dell’elicottero, che guarda verso l’alto, dovrebbe<br />

dare una migliore discriminazione del bersaglio, rendendo questo tiro più efficace di quello simile, ma che<br />

guarda verso il basso, dell’attaccante. Anche qualche dozzina di razzi non guidati scagliati di fronte<br />

all’attaccante prima del passaggio possono avere un effetto straordinario sulla sua mira.<br />

146


Essere sotto tiro fa male al sistema nervoso.<br />

Captain Willy Coppens<br />

Principale Asso dell’Aviazione Belga, I GM<br />

37 vittorie (36 delle quali su palloni frenati)<br />

Anche se nessun pilota da caccia che si rispetti porterebbe una bomba, non si può dire che tipo di fauna si<br />

possa trovare su un campo di battaglia, quindi bisogna tenere in considerazione un attacco di questo tipo. Se si<br />

vede cadere un qualsiasi genere di proiettile balistico dall’aereo nemico, l’elicottero deve allontanarsi<br />

immediatamente dal punto di impatto previsto e fare strada per guadagnare separazione il più rapidamente<br />

possibile. Le probabilità di essere realmente colpiti da una bomba di questo genere sono piccole (specialmente<br />

quando viene sganciata da un pilota da caccia), ma le schegge possono essere letali a più di 2.000 piedi dal<br />

punto della deflagrazione.<br />

Avvicinandosi al passaggio, il pilota dell’elicottero deve cercare di generare della separazione fra le rotte<br />

di volo e anticipare la virata del bandito come raccomandato per il caccia angolare negli scenari precedenti.<br />

Visto lo strettissimo raggio di virata dell’elicottero, anche una separazione laterale minima può essere<br />

convertita in grandi guadagni angolari al passaggio. Se il bandito continua dritto o cabra dopo il passaggio,<br />

l’elicottero può continuare a far girare il muso per tirare prima che il bersaglio estenda oltre la portata utile. Se a<br />

questo punto il tiro non avesse successo, e il bandito oltrepassasse la portata massima, il pilota dell’elicottero<br />

potrebbe pensare a sganciarsi per cercare un’area protetta o un nascondiglio. Se questo genere di porto sicuro<br />

non è disponibile, o se il pilota dell’elicottero comincia a prendere gusto a giocare al pilota da caccia, può<br />

scegliere di inseguire il bandito, attendere che torni indietro, e ripetere la tattica del passaggio frontale. Tuttavia,<br />

a meno che il pilota dell’elicottero non abbia una notevole esperienza aria-aria, questo è probabilmente un<br />

errore.<br />

Se il bandito strappa bruscamente in verticale al passaggio e il pilota dell’elicottero non riesce ad<br />

effettuare un tiro, questi deve seguire l’attaccante a bassa quota e cercare di mettersi sotto al bandito mentre<br />

questi completa la manovra verticale. Questo trucco rende più difficile un secondo attacco da parte del bandito,<br />

poiché questi avrebbe bisogno di un ripido angolo di picchiata. I piloti di solito evitano le picchiate ripide a<br />

bassa quota per paura di sbagliare nel giudicare la richiamata e di colpire il suolo. Quando il bandito si avvicina<br />

da sopra, l’elicottero può salire in una virata in cabrata obliqua sotto l’attaccante per il lancio di un’arma RQ<br />

con visuale verso l’alto, o almeno può nascondersi sotto l’avversario, costringendolo a virare con forza per<br />

riguadagnare il contatto visivo.<br />

Tornando per un momento al primo passaggio, se il bandito ad ala fissa vira duro verso l’elicottero,<br />

portando via la maggior parte della separazione laterale e impedendo un’efficace virata anticipata, l’elicottero<br />

potrebbe avere dei problemi nel girarsi abbastanza in fretta da ottenere un tiro. Se ciò accade, l’elicottero può<br />

continuare la classica tattica angolare illustrata dalla figura 3-1; cioè, invertire testa a testa. In questo caso,<br />

tuttavia, c’è una tale disparità nella velocità e nel raggio di virata che una semplice inversione e una virata testa<br />

a testa in orizzontale dovrebbe porre rapidamente l’elicottero all’interno della direzione di volo dell’attaccante,<br />

rendendo impossibile per il pilota del caccia ad ala fissa puntare il proprio muso sull’elicottero per un altro<br />

attacco. il pilota dell’elicottero deve continuare la virata per almeno 90°, quindi raddrizzare o invertire in una<br />

graduale virata anticipata, mantenendo 20°-30° di anticipo sul bandito. Bisogna avere cura di non virare con<br />

tanta forza durante la virata anticipata da far sì che l’elicottero voli davanti al bandito. Questa situazione può<br />

essere prevista osservando la deriva del bandito contro l’orizzonte lontano, e assicurandosi che questo<br />

movimento apparente sia sempre in avanti. Infine, se il bandito continua la propria virata, il pilota<br />

dell’elicottero può giocare la propria virata anticipata per arrivare ad una posizione ravvicinata per il tiro con le<br />

mitragliatrici o entro i parametri dei missili RQ. Poco dopo la conclusione della virata testa a testa, potrebbe<br />

essere disponibile un’opportunità per il lancio di un missile ogni-aspetto, ammesso che possano essere<br />

soddisfatti i parametri di portata minima.<br />

Ora l’altra faccia della medaglia. Come fa un caccia ad ala fissa ad attaccare un elicottero? Si è dimostrato<br />

che un elicottero può essere un avversario molto difficile, ma il caccia ad ala fissa ha dei vantaggi che possono<br />

essere sfruttati. Per dirne una, è più probabile che il pilota dell’elicottero abbia ben poca esperienza di aria-aria,<br />

quindi potrebbe non essere una minaccia seria come potrebbe suggerire la discussione precedente. Comunque,<br />

prudenza e tortuosità formano la migliore politica.<br />

Per prima cosa c’è il problema di quale arma impiegare, dato che il pilota del caccia ha una scelta. La<br />

mitragliatrice può essere molto efficace contro un elicottero, in particolare quando l’attacco è non visto; ma<br />

come detto, fare centro su un elicottero evasivo può essere piuttosto difficile e può esporre il caccia a un tiro di<br />

147


itorno. Inoltre, molti collimatori radar con calcolatore d’anticipo sono più che inutili in questo ambiente a<br />

causa del clutter del terreno e degli effetti delle pale del rotore. L’attaccante potrebbe trovare più efficace un<br />

semplice mirino fisso, specialmente alle basse quote. Si narrano storie di un pilota israeliano che avrebbe<br />

effettuato otto passaggi con le mitragliatrici su un elicottero prima di passare al mirino fisso per l’abbattimento.<br />

Razzi non guidati, lanciati in grandi salve, possono essere armi letali, poiché una maggiore dispersione aumenta<br />

le possibilità di un centro, e un’accresciuta distanza di tiro può mantenere l’attaccante al di fuori della portata<br />

efficace delle mitragliatrici dell’elicottero. È comunque improbabile che il pilota dell’elicottero spari molto<br />

vedendo una moltitudine di razzi venire verso di lui! I razzi lanciati singolarmente offrono scarse possibilità di<br />

successo.<br />

Anche se ogni vero pilota da caccia odia ammetterlo, le bombe possono essere le migliori armi<br />

antielicottero per le basse quote. Il meccanismo per l’abbattimento qui non è necessariamente un centro diretto,<br />

difficile da ottenere contro un bersaglio evasivo, ma l’ampio disegno della frammentazione. Con una tipica<br />

bomba da 500 libbre, uno scarto di 500 piedi sarebbe probabilmente sufficiente a provocare dei danni a un<br />

elicottero che vola a bassa quota (ovvero sotto i 1.000 piedi).<br />

Tuttavia, anche questo grado di precisione non è facile da ottenere contro un bersaglio mobile ed evasivo<br />

che deve essere anticipato notevolmente quando viene sganciata la bomba. A tale scopo sono di solito migliori<br />

le bombe ritardate (Ritardate non si riferisce al livello intellettivo delle bombe, ma agli apparecchi ad elevata<br />

resistenza aerodinamica che ritardano la velocità della bomba dopo lo sgancio, consentendo al bombardiere una<br />

maggiore separazione dal disegno della frammentazione prima dell’impatto dell’arma). Le armi ritardate<br />

consentono al bombardiere di sganciare più in basso e più vicino al bersaglio per una migliore precisione, e il<br />

loro tempo di caduta più breve (per lo sgancio più ravvicinato) dà al bersaglio meno tempo per le azioni<br />

evasive. Anche se uno sgancio così ravvicinato potrebbe portare il caccia entro la portata delle mitragliatrici del<br />

bersaglio, è probabile che il pilota dell’elicottero perda qualsiasi intenzione offensiva quando la bomba è in<br />

aria.<br />

Una notevole eccezione a questa regola si verifica quando l’elicottero è equipaggiato di missili ogniaspetto<br />

a ricerca di calore. In questo caso, una corsa di bombardamento ad alta velocità e bassa quota potrebbe<br />

consentire all’elicottero il lancio di un missile verso l’alto e il quarto anteriore, prima che il caccia raggiunga il<br />

punto di sgancio della bomba. Un metodo d’attacco migliore sarebbe quello di avvicinarsi all’elicottero ad alta<br />

quota e con una regolazione di potenza bassa, bene al di là della portata massima del missile. Dopo lo sgancio<br />

della bomba, o delle bombe, il caccia dovrà eseguire un richiamata ed estensione ad alta velocità e a bassa<br />

quota sul prolungamento delle ore sei del bandito. I postbruciatori, che accrescono la traccia IR del caccia di<br />

molte grandezze, non dovrebbero essere necessari dopo una picchiata da alta quota e non vanno adoperati. Le<br />

bombe a bassa resistenza aerodinamica (non ritardate) sono in genere migliori per questa tattica a causa del<br />

tempo di caduta ridotto dopo uno sgancio da quote elevate. Sia con le bombe ritardate che a bassa resistenza<br />

aerodinamica, gli inneschi regolati per esplodere istantaneamente al contatto col suolo, o anche leggermente<br />

prima, sono ideali per l’accresciuto disegno della frammentazione che ne risulta.<br />

Anche le bombe a grappolo (bombe che dispensano grandi quantità di piccole “bombette” dopo lo<br />

sgancio) possono essere efficaci contro gli elicotteri, ma sono generalmente inferiori alle bombe generiche per<br />

questa missione a causa del disegno ridotto della frammentazione dell’ordigno a grappolo. Anche se quest’arma<br />

a “pallettoni” rende più verosimile un centro diretto, questo sarebbe probabilmente necessario per distruggere il<br />

bersaglio, e sarebbe ancora piuttosto difficile da ottenere contro un elicottero evasivo. La bomba a grappolo<br />

sarà meglio delle bombe generiche contro un elicottero ad alta quota, ma in quel caso saranno probabilmente<br />

più appropriate altre armi aria-aria.<br />

Anche gli AAM possono essere utilizzabili contro gli elicotteri. Le armi a guida radar, tuttavia, hanno seri<br />

problemi, come notato in precedenza, e probabilmente sarebbero piuttosto inefficaci, specialmente contro un<br />

bersaglio a bassa quota.<br />

Un missile a guida Doppler potrebbe avere una chance se venisse impiegato in un attacco frontale a bassa<br />

quota, in modo che la velocità di chiusura dell’elicottero aiuti il missile a distinguere il bersaglio dai clutter del<br />

terreno. I disturbi dei lobi laterali, descritti nel Capitolo 1, sono il problema degli attacchi RQ con quest’arma, e<br />

potrebbero richiedere un lancio da quota maggiore, verso il basso.<br />

I sensori di calore sono molto più adatti a questo scenario, ma non sono privi di problemi. Gli elicotteri<br />

hanno spesso degli scarichi schermati che riducono la loro traccia IR, e i gas caldi possono essere dispersi dal<br />

rotore. Guardando verso il basso, specialmente su terreni desertici caldi, dei sensori di calore per solo RQ<br />

potrebbero essere più efficaci della loro controparte ogni-aspetto perché sono meno sensibili alle radiazioni IR<br />

di sottofondo. I missili RQ a ricerca di calore vanno lanciati tutte le volte che può essere rilevata la fonte di<br />

148


calore del bersaglio, senza riguardo per l’aspetto. Anche gli AAM “RQ” possono avere capacità ogni-aspetto<br />

contro aerei lenti che non siano in grado di generare velocità elevate o alti fattori di carico.<br />

Se tutto il resto fallisce, una passaggio ad alta velocità molto basso sopra l’elicottero romperà molto<br />

probabilmente il flusso dell’aria attraverso le pale del rotore abbastanza da perdere la perdita del controllo, e<br />

potrebbe spingere un elicottero a bassa quota contro il suolo.<br />

Probabilmente la tattica migliore da impiegare contro un elicottero e strisciargli addosso e attaccarlo con<br />

bombe, mitragliatrici, razzi non guidati o missili IR. Se viene rilevato dal bersaglio, il meglio che il pilota di un<br />

caccia ad ala fissa possa sperare è un passaggio frontale. Virare con un elicottero è infruttuoso è può essere<br />

decisamente pericoloso. Se il primo attacco non ha successo e sono necessarie più corse, può essere adoperata<br />

una variante della tattica di estensione. A ogni passaggio il pilota del caccia deve virare duramente verso<br />

l’elicottero per ridurre la separazione laterale al minimo, quindi estendere a bassa quota e ad alta velocità,<br />

virando in direzione muso-coda solo il necessario per mantenere il contatto visivo.<br />

Se l’elicottero è equipaggiato di missili è importante restare bassi per evitare di dare al bandito<br />

l’opportunità di guardare verso l’alto, e smettere di usare i postbruciatori prima che il bandito possa completare<br />

la sua virata e tirare. La combinazione dell’elevata velocità del caccia, della bassa quota, e della velocità ridotta<br />

dell’elicottero, contribuisce a ridurre la portata massima dei missili dell’elicottero probabilmente alla metà di<br />

quella prevedibile per gli scontri fra caccia a quote superiori. Contro elicotteri non equipaggiati di missili, una<br />

graduale cabrata potrebbe essere più agevole durante l’estensione.<br />

Questa va continuata finché il caccia non è ben al di fuori della portata dei missili dell’elicottero, e finché<br />

il caccia non può effettuare un’inversione per incontrare di nuovo l’elicottero frontalmente e avere ancora<br />

abbastanza separazione per il puntamento delle mitragliatrici, dei missili o delle bombe. Una riduzione della<br />

potenza e un’inversione obliqua col muso in su potrebbero consentire al pilota del caccia di stringere la virata e<br />

di far girare il muso più velocemente. La lunghezza dell’estensione può essere accorciata dalla necessità di<br />

mantenere la visuale dell’elicottero, e di conseguenza il tempo per il puntamento potrebbe essere ridotto. Se ci<br />

sono a disposizione due caccia, uno potrebbe orbitare in alto intorno al combattimento, seguendo l’elicottero e<br />

dirigendo il caccia ingaggiato nel caso il suo pilota perda di vista il bandito. Oppure entrambi i caccia<br />

potrebbero ingaggiare l’elicottero simultaneamente da direzioni diverse. Tuttavia è richiesta della prudenza<br />

quando i caccia sganciano delle bombe, poiché bisogna dare alla frammentazione di una bomba il tempo di<br />

dissiparsi prima che il secondo caccia entri nell’area.<br />

In generale, a parte i commenti sugli effetti delle pale del rotore, le tattiche e le considerazioni qui<br />

delineate sono relative alla maggior parte degli scontri a bassa quota fra caccia con una disparità molto grande<br />

nelle prestazioni.<br />

149


150<br />

Capitolo 5<br />

Tattiche di Sezione,<br />

Due contro Uno<br />

Non rompete mai la formazione in elementi di meno di due velivoli. Restate in coppia. Un uomo da solo è<br />

un passivo, una squadra di due velivoli è una risorsa. Se rimanete separati, unitevi immediatamente ad altri<br />

aerei amici.<br />

Maggiore Thomas B. “Tommy” McGuire, USAAF<br />

Retroscena<br />

Sezione è il termine adoperato per descrivere una squadra di due caccia che agiscono in concerto contro<br />

l’avversario.<br />

Tale concetto venne impiegato per la prima volta all’inizio della prima guerra mondiale dai tedeschi<br />

Oswald Boelcke e Max Immelmann. Anche nell’infanzia del combattimento aereo, fu subito evidente che gli<br />

scontri uno contro uno avevano dei gravi difetti nell’applicazione pratica. Fra questi era una difesa inadeguata<br />

contro attacchi di sorpresa da parte di un avversario non visto. Si è stimato che in tutta la storia del<br />

combattimento aereo, fra l’80 e il 90% dei piloti da caccia abbattuti non abbiano avuto coscienza del pericolo<br />

che correvano fino al momento dell’attacco. Quindi la sorpresa, e viceversa evitare la sorpresa, va considerata<br />

l’elemento fondamentale del combattimento aereo.<br />

La prima regola di tutti i combattimenti aerei è vedere l’avversario per primi. Come il cacciatore che<br />

pedina la sua preda e manovra senza farsi notare nella posizione più favorevole per ucciderla, il caccia<br />

all’apertura di un dogfight deve rilevare l’avversario il prima possibile al fine di ottenere una posizione<br />

superiore per l’attacco.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

La maggior parte degli aerei, e in particolare i caccia monoposto, hanno angoli ciechi che non possono<br />

essere monitorati visivamente in maniera continuativa da parte del pilota. La parte inferiore dell’aereo e<br />

l’emisfero posteriore sono di solito le aree più problematiche. Anche se queste regioni possono essere<br />

sporadicamente controllate sbandando e facendo virare l’aereo, questa tecnica potrebbe non essere adeguata<br />

contro un attaccante con una chiusura elevata. Inoltre, il combattimento uno contro uno, e in particolare<br />

l’impiego delle armi, richiedono che l’attenzione dell’attaccante sia dedicata interamente all’avversario che<br />

vede, lasciandogli ben poche opportunità di difendersi da un secondo attacco.<br />

Non ci sono occhi per la vostra schiena, né per chi viene da sotto… se siete da soli avete troppi angoli<br />

ciechi.<br />

Colonnello Erich “Bubi” Hartmann, GAP<br />

In teoria, fare operare due caccia insieme può alleviare questo problema, facendo sì che ognuno dei due<br />

piloti copra la zona cieca dell’altro prima di qualunque scontro e consentendo a un pilota di proseguire un<br />

attacco con la consapevolezza che le proprie aree vulnerabili sono coperte dal suo gregario. Una ricaduta di<br />

questa strategia è il vecchio principio militare della concentrazione delle forze, poiché è possibile portare una<br />

maggiore potenza di fuoco sull’avversario.<br />

Anche se questo principio di “appoggio reciproco” suona abbastanza semplice, esso ha dato vita a una<br />

moltitudine di dottrine tattiche progettate per sfruttare i suoi vantaggi. Molte di queste dottrine hanno avuto un<br />

certo successo in determinate condizioni di combattimento. Qui verranno trattate tre delle più comuni, ma<br />

bisogna riconoscere che possono esserci molte varianti tattiche per ogni dottrina più ampia, che ovviamente non<br />

possono essere trattate tutte nei particolari.


Fighting Wing [Ala da Combattimento]<br />

La tattica dell’ala di combattimento, a volte chiamata “ali saldate”, designa un leader e un gregario. Le<br />

principali responsabilità del leader sono la navigazione, la ricerca del nemico nell’emisfero anteriore, la<br />

pianificazione dell’attacco, e le manovre durante l’ingaggio, ed ha una responsabilità secondaria per la<br />

copertura visiva dell’emisfero posteriore. Il gregario vola in una formazione piuttosto libera col leader; il suo<br />

compito principale è di mantenere una sorveglianza difensiva dell’emisfero posteriore, e ha compiti secondari<br />

nell’emisfero anteriore.<br />

La posizione del gregario viene mostrata nella figura 5-1. Nella realtà non è una posizione rigida, ma<br />

un’area di manovra grosso modo descritta da uno spazio aereo a forma di cono che si estende per circa 60° a<br />

poppavia della coda del leader. La distanza dal leader varia con le prestazioni degli aerei coinvolti. In generale<br />

il gregario deve mantenere una separazione sufficiente a precludere ogni pericolo di collisione col leader in<br />

caso di pesanti manovre inaspettate, ma essere abbastanza vicino da facilitare il compito di restare dietro al<br />

leader durante virate al massimo delle prestazioni. Questo compito della formazione diventa quasi impossibile<br />

quando si lascia che la separazione fra gli aerei si avvicini all’equivalente del raggio minimo di virata degli<br />

aerei coinvolti. A causa dell’aumento della velocità dei caccia e del loro raggio di virata a partire dalla prima<br />

guerra mondiale, anche la separazione massima nell’ala di combattimento sono aumentate in maniera<br />

drammatica. Le tipiche separazioni massime sono lievitate da circa 200 piedi nella I guerra mondiale a 600<br />

piedi nella II seconda guerra mondiale, 1.000 piedi durante la guerra di Corea, e 3.000 piedi per il conflitto in<br />

Vietnam. Dato che il raggio di virata aumenta con l’altitudine, alle alte quote possono funzionare delle<br />

separazioni pari fino al doppio di questi valori. Anche le distanze minime per una manovra agevole si sono<br />

estese, principalmente come risultato della possibilità di una maggiore chiusura fra leader e gregario, da 20-30<br />

piedi durante l’era dei biplani a 200-300 piedi per i jet moderni.<br />

La “formazione” dell’ala di combattimento in realtà non è affatto una formazione, ma una dottrina tattica<br />

di ingaggio. Le formazioni pre-ingaggio adoperate con l’ala da combattimento sono ampiamente cambiate.<br />

Queste sezioni possono incrociare in “scaglioni”, col gregario indietro e su un lato, come rappresentato in figura<br />

5-1 (scaglione destro quando il gregario si trova alla destra del leader). Il gregario può anche volare<br />

direttamente al traverso del leader in quella che è nota come formazione in “linea di fronte” o “dispiegamento<br />

di combattimento”. I caccia possono anche scegliere di navigare in “scia”, uno direttamente dietro all’altro, una<br />

formazione nota anche come “linea di fila”. La separazione fra gli aerei in queste formazioni di crociera è<br />

variata tipicamente da un estremo all’altro, fra le distanze minime e massime qui delineate. Il gregario è di<br />

solito “ribassato” (a una quota inferiore) di pochi piedi, il che gli rende più facile restare fuori dal cammino se il<br />

leader dovesse decidere di virare bruscamente verso il gregario. Al tempo dei biplani, un rialzo era comune<br />

perché il gregario avesse una migliore visibilità guardando in avanti e in basso. I meriti e i difetti di ognuna di<br />

queste formazioni tattiche pre-ingaggio vengono trattati in un capitolo successivo. Qui basta dire che lo<br />

scaglione è probabilmente la formazione tattica più ampiamente usata in congiunzione con l’ala di<br />

combattimento, ma che la linea di fronte è probabilmente migliore, poiché questo sistema offre a entrambi i<br />

piloti una visuale uguale dell’emisfero posteriore dell’altro. La difficoltà con la linea di fronte è che il gregario<br />

è inizialmente davanti alla posizione prescritta per l’ala di combattimento e potrebbe non essere in grado di<br />

raggiungerla in caso di pesanti manovre inaspettate.<br />

151


152<br />

Manovre in Ingaggio<br />

Una volta cominciato l’ingaggio, il leader dell’ala di combattimento essenzialmente combatte l’avversario<br />

uno contro uno, mentre il gregario gli resta attaccato con tutte le sue forze. Il gregario deve cercare di<br />

mantenere una posizione a una distanza tale dalla coda del leader da dargli la migliore visuale possibile del suo<br />

vulnerabile emisfero posteriore e per dare al leader la possibilità di controllare le ore sei del gregario. Entro<br />

certi limiti, una maggiore separazione fra i caccia fornisce anche una migliore copertura visiva e un supporto<br />

più rapido da parte del gregario se il leader dovesse essere attaccato. In generale, tuttavia, maggiore è la<br />

separazione fra i caccia e più avanti vola il gregario, più difficile sarà mantenere la posizione. È quindi<br />

necessaria una grande quantità di pratica per produrre un gregario efficace per l’ala di combattimento.<br />

Sono soprattutto gli occhi del mio gregario che voglio. Un uomo non può vedere abbastanza. Quando<br />

sono attaccato voglio che prima mi avverta, e dopo pensi. Ogni situazione è diversa e il gregario deve avere<br />

l’iniziativa e l’abilità per afferrare correttamente la situazione e agire di conseguenza. Non ci sono regole per un<br />

gregario… Il dovere principale di un gregario è la protezione del leader del proprio elemento. Tutta l’attenzione<br />

del leader è presa dalla distruzione di un aereo nemico… Dei buoni gregari, dei gregari furbi, sono la risposta<br />

alle preghiere di un leader.<br />

Lt. Colonel John C. Meyer, USAAF<br />

Oltre a una migliore copertura difensiva, la tattica dell’ala difensiva ha molti altri vantaggi rispetto alle<br />

operazioni di un solo aereo in un ambiente di combattimento. Uno dei maggiori vantaggi è che un pilota<br />

necessita di molto meno addestramento per volare abbastanza bene in un’ala da combattimento col suo leader<br />

che per metterlo in grado di sopravvivere da solo. Dei piloti da caccia addestrati sono quasi sempre scarsi in<br />

tempo di guerra, e l’ala da combattimento permette ai piloti inesperti di ingaggiarsi in combattimento sotto la<br />

tutela di un leader veterano con rischi ridotti. Un vero combattimento è il migliore maestro, ma storicamente il<br />

maggiore livello di attrito per i piloti da caccia si è verificato durante le loro prime missioni belliche. L’ala da<br />

combattimento può condurre la nuova recluta attraverso il suo periodo vulnerabile mentre serve all’utile<br />

funzione di offrire del supporto visivo al proprio leader. Un secondo paio d’occhi può essere preziosissimo<br />

nell’ambiente del combattimento.<br />

Una percentuale continuamente crescente di piloti giovani e inesperti veniva abbattuta prima che<br />

raggiungessero il loro decimo volo operativo – ben presto fu superiore al cinque per cento.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

L’altro grande vantaggio dell’ala da combattimento è la concentrazione di fuoco. Il leader essenzialmente<br />

manovra due piattaforme di tiro anziché una soltanto. Sotto le regole fondamentali dell’ala da combattimento<br />

c’è la responsabilità del gregario di restare col proprio leader e coprirlo, non di ingaggiare il bandito. Qualsiasi<br />

attenzione dedicata all’avversario viene sottratta al potenziale difensivo del gregario. Contro la maggior parte<br />

dei caccia avversari in manovra, quando la concentrazione del fuoco non è fondamentale ed è probabile che le<br />

opportunità di tiro siano fuggevoli, di solito sarà solo il leader a sparare. Ma piuttosto spesso la reazione<br />

difensiva di un caccia nemico all’attacco del leader richiede un tiro da parte del gregario. Contro bersagli<br />

pesantemente corazzati e non manovranti, specialmente bombardieri, il leader può dare via libera al gregario<br />

per sparare, simultaneamente o in rapida successione, per fare l’uso migliore di tutta la potenza di fuoco<br />

disponibile. Al gregario potrebbe anche essere consentito di finire un avversario sconfitto o azzoppato come un<br />

modo efficace per accumulare fiducia ed esperienza nell’uso delle armi in combattimento. In questo caso il<br />

leader fa strada al gregario l’attacco e assume temporaneamente egli stesso i compiti e la posizione di gregario.<br />

Nel caso di un gregario relativamente esperto, potrebbe esserci un accordo prima dell’ingaggio fra i membri<br />

della squadra perché il gregario attacchi i banditi che vede per primo, e assuma temporaneamente la guida. Di<br />

regola, comunque, il gregario deve cercare di portare gli occhi del leader sul bandito e lasciare che sia lui a<br />

decidere se e come attaccare. Ovviamente, se il leader è gravemente minacciato da un attaccante, e compito del<br />

gregario avvertire il leader e contrattaccare immediatamente.<br />

È vero che il primo abbattimento può influenzare tutta la futura carriera di un pilota da caccia. Molti a cui<br />

la prima vittoria sull’avversario è stata a lungo negata da circostanze sfortunate o da cattiva fortuna possono<br />

soffrire di frustrazione o sviluppare dei complessi di cui non si libereranno mai più.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe


Un altro scenario in cui l’ala da combattimento fornisce concentrazione di fuoco è con i caccia multiposto<br />

con armi per l’emisfero posteriore. Lo spazio ristretto fra gli aerei rende difficile per un attaccante balzare<br />

su un caccia senza finire sotto il tiro di entrambi. Questo spiega anche parte della logica dietro le formazioni<br />

serrate dei bombardieri.<br />

Analisi della Dottrina dell’Ala di Combattimento<br />

In aggiunta ai suoi ovvi benefici, la dottrina dell’ala di combattimento ha dei gravi difetti. Con<br />

l’eccezione della formazione pre-ingaggio in linea di fronte, la posizione del gregario dietro al leader risulta in<br />

una visuale ridotta delle ore sei del gregario. Inoltre, una volta ingaggiato, è verosimile che il leader sia troppo<br />

indaffarato col bandito per dare adeguato appoggio al proprio gregario in ogni caso. Anche se in teoria il<br />

gregario ha il solo fardello della responsabilità di una vigilanza difensiva, in pratica egli è tanto occupato a<br />

mantenere la posizione durante le manovre più dure da essere di ben poco valore difensivo sia per il leader che<br />

per sé stesso. In questo caso egli è letteralmente “appeso ad asciugare”. Molti gregari sono andati perduti senza<br />

che il leader nemmeno se ne accorgesse.<br />

Anche la mancanza di efficienza offensiva è un grave problema di questa dottrina. Il bandito combatte<br />

essenzialmente contro un solo avversario. Vedere uno dei suoi avversari gli assicura virtualmente di vederli<br />

entrambi. Da un punto di vista offensivo, il leader dell’ala di combattimento deve ingaggiare l’avversario uno<br />

contro uno. Se il suo aereo è superiore al bandito questo può essere pratico, ma chiaramente egli non può<br />

sperare di sconfiggere un caccia migliore e ben pilotato a meno che il bandito non venga colto di sorpresa.<br />

Anche questo è più difficile con due aerei che con uno, poiché la sezione è più visibile.<br />

Né l’ala di combattimento è compatibile con la maggior parte delle tattiche energetiche. Come descritto in<br />

precedenza, la maggior parte di questi metodi richiedono al caccia energetico di scambiare il vantaggio di<br />

posizione per un margine energetico, quindi di convertire quell’energia in un vantaggio di posizione con una<br />

cabrata in candela. Anche se il leader di una sezione di ala da combattimento potrebbe essere in grado di<br />

venirne fuori in sicurezza, la zoomata spesso lascia il gregario indietro, più in basso, e molto vulnerabile. Le<br />

tattiche angolari sono molto più adatte all’ala di combattimento, ma è improbabile che portino al successo a<br />

meno che i caccia della sezione non abbiano un vantaggio sui loro avversari nelle prestazioni di virata. Se non<br />

fosse così, la sezione potrebbe essere costretta a fare ricorso ai metodi colpisci e scappa, ma in certe circostanze<br />

(ad esempio quando gli aerei della sezione hanno un ampio vantaggio energetico su un bandito non<br />

equipaggiato di missili ogni-aspetto) le tattiche di estensione/rovesciata possono funzionare. Di solito per<br />

questo metodo è richiesto un considerevole vantaggio di T/W (o vantaggio energetico iniziale), poiché il leader<br />

è costretto a usare parzialmente la potenza a beneficio del gregario. Altrimenti il gregario avrà delle difficoltà a<br />

tenergli dietro durante le estensioni e le zoomate.<br />

Era mia opinione che nessun abbattimento valesse la vita di un gregario… Ai piloti della mia unità che<br />

perdevano dei gregari in questo modo era proibito di guidare una [sezione]. Invece venivano fatti volare come<br />

gregari.<br />

Colonnello Erich “Bubi” Hartmann, Aviazione Tedesca<br />

Pur con tutti i suoi difetti, l’ala da combattimento è sopravvissuta dalla prima guerra mondiale fino ai<br />

combattimenti aerei più recenti, e probabilmente continuerà a trovare applicazione finché esisteranno i caccia<br />

con un equipaggio umano. Nella maggior parte dei casi è ancora superiore allo scontro uno contro uno in un<br />

ambiente di combattimento ostile.<br />

Doppio Attacco<br />

Il doppio attacco, noto anche con molti altri nomi, è un sistema col quale ogni aereo di una coppia di<br />

caccia può appoggiare l’altro senza restare nella rigida struttura prescritta dall’ala da combattimento. Questa<br />

dottrina permette alla sezione di dividersi, consentendo attacchi sequenziali coordinati. In questo metodo ci<br />

sono ancora un leader e un gregario, ma la relazione può cambiare in un senso o nell’altro durante uno scontro.<br />

153


154<br />

Considerazioni pre-ingaggio<br />

Le formazioni pre-ingaggio adoperate con la dottrina del doppio attacco sono generalmente le stesse<br />

dell’ala da combattimento (scaglione, linea di fronte o linea di fila), tranne per il fatto che la separazione fra gli<br />

aerei può essere un po’ accresciuta poiché non c’è più bisogno che il gregario resti vicino dietro al suo leader<br />

una volta che la sezione viene ingaggiata. La maggiore separazione fra i caccia può fornire una migliore<br />

copertura dell’emisfero posteriore del compagno di squadra, dà ai caccia un maggiore spazio di manovra per<br />

contrattaccare un bandito che attacchi l’altro caccia, e rende più difficile per un bandito da solo vedere o<br />

attaccare entrambi i caccia simultaneamente.<br />

La separazione ideale fra i caccia che usano la dottrina del doppio attacco dipende da diversi fattori, uno<br />

dei quali è il raggio di virata degli apparecchi coinvolti. Serve a poco che il gregario rilevi un attacco contro il<br />

suo compagno se non può fare rapidamente qualcosa. Oltre ad avvertire il pilota minacciato perché intraprenda<br />

delle azioni evasive, il gregario deve essere in grado di esercitare una pressione offensiva sull’attaccante in un<br />

tempo minimo. In genere, questo compito è più semplice quando la separazione fra i caccia è nell’ordine di una<br />

o due volte il raggio di virata, poiché questo dà al gregario lo spazio di manovra per virare e puntare le armi<br />

contro l’avversario. Questo spazio di manovra spesso non è disponibile nella formazione serrata dell’ala da<br />

combattimento. Ovviamente, la spaziatura laterale ideale varierà col raggio di virata, poiché tale parametro<br />

delle prestazioni varia con la velocità e la quota dei caccia.<br />

Anche il campo visivo della carlinga e l’armamento del nemico sono considerazioni importanti. Per<br />

illustrare l’interazione di questi fattori apparentemente non correlati, la figura 5-2 mostra due caccia in<br />

formazione di linea di fronte, o dispiegamento di combattimento. Questa figura rappresenta i tipici “coni<br />

ciechi” dietro a ogni caccia. Almeno uno dei piloti ha la visuale non ostruita dalla carlinga di tutto lo spazio<br />

aereo intorno alla sezione, tranne la regione fra gli aerei segnata a rombi e marcata come “danger zone “ [zona<br />

di pericolo]. Gli archi servono a rappresentare la portata massima di tiro efficace delle armi del nemico nella<br />

regione posteriore di ogni caccia. Tali armi possono essere mitragliatrici, razzi o missili. Lo scopo è di<br />

distanziare i caccia in modo che un nemico non possa raggiungere i parametri di tiro senza farsi rilevare.<br />

Visualizzate come un maggiore capo visivo dalla carlinga, e dei coni ciechi più ristretti, tenderebbero a<br />

spingere indietro la zona pericolosa. Un effetto simile viene ottenuto accrescendo la separazione laterale fra i<br />

caccia. Qui si può vedere anche come lasciare arretrare uno dei caccia dietro all’altro farebbe recedere<br />

ulteriormente la zona pericolosa dal caccia di testa, offrendogli maggiore protezione, ma facendola avvicinare<br />

la caccia in scia, rendendolo più vulnerabile.<br />

Questa illustrazione dovrebbe rendere chiaro come la maggiore portata massima degli AAM abbia dato<br />

un colpo mortale alla distanza ravvicinata richiesta dalla dottrina dell’ala da combattimento, che era stata così<br />

efficace in un ambiente con sole mitragliatrici.<br />

La portata massima di tiro delle armi del nemico, in particolare gli AAM, può variare in maniera<br />

sostanziale con l’altitudine, la velocità dei caccia, la chiusura del bandito, eccetera. Per i caccia che si<br />

difendono potrebbe quindi essere necessario prendere in considerazione questi fattori. In generale, quote più<br />

elevate e velocità inferiori richiedono maggiori separazioni fra i caccia se si vuole negare a un bandito<br />

l’opportunità per il lancio di un AAM entro la zona di pericolo della sezione. La tipica separazione fra i caccia<br />

in dispiegamento da combattimento in un moderno ambiente con AAM è di 1-2 miglia.


Anche le dimensioni fisiche degli aerei coinvolti recitano un ruolo importante nel determinare la<br />

spaziatura ideale della sezione. Mentre la separazione minima dipende largamente da considerazioni su raggio<br />

di virata, campo visivo e armamenti, la distanza massima è limitata dalle dimensioni degli aerei e dalle<br />

condizioni di visibilità. I caccia devono restare abbastanza vicini da ridurre il pericolo di perdersi di vista nelle<br />

condizioni di visibilità prevalenti. Quando ci si avvicina ai limiti di questa distanza, ogni pilota deve passare<br />

sempre più tempo a controllare il suo compagno di squadra, il che lascia meno tempo per scansioni offensive o<br />

difensive. A meno che i caccia nemici non siano considerevolmente più grandi degli amici, la taglia del bandito<br />

è spesso un fattore più restrittivo di quella degli aerei della sezione. Quando un bandito si avvicina alla distanza<br />

di tiro entro il cono cieco di un caccia, la distanza del bandito dal gregario preso di mira potrebbe essere<br />

considerevolmente più grande della separazione fra i caccia. Quindi la spaziatura fra i caccia deve essere<br />

ristretta per fornire una ragionevole certezza che un nemico che si avvicina ai parametri di tiro su un caccia sarà<br />

rilevato dall’altro.<br />

Sotto molte condizioni di visibilità, dimensioni del bandito e portata delle armi, la separazione massima<br />

consentibile fra i caccia potrebbe essere minore di quella richiesta per assicurare che il nemico non possa tirare<br />

entro la zona di pericolo della sezione. In tali circostanze, una velocità elevata e una quota ridotta possono<br />

restringere l’involucro di tiro degli AAM del bandito abbastanza da risolvere il problema. Anche lasciar<br />

muovere i caccia avanti e indietro [weaving] può essere d’aiuto, riducendo efficacemente le dimensioni dei coni<br />

ciechi. Il weaving tuttavia rende i caccia più rilevabili a causa dell’accresciuta probabilità che il sole si rifletta<br />

su varie parti degli aerei, attirando l’attenzione del nemico. Il weaving rallenta anche l’avanzamento della<br />

sezione, il che potrebbe consentire a un bandito più lento di avvicinarsi da dietro.<br />

La separazione verticale ideale fra i caccia della sezione viene determinata da fattori ambientali, di<br />

prestazioni e di disegno strutturale. Ad esempio, il gregario non vorrà essere rialzato al fianco del suo leader dal<br />

lato del sole, poiché la visione di quest’ultimo verrebbe a essere disturbata dal sole mentre controlla l’emisfero<br />

posteriore del suo gregario. Di norma il gregario sarà più in alto dal lato opposto del suo leader rispetto al sole,<br />

e in basso dal lato del sole.<br />

Grandi separazioni verticali fra i caccia possono ridurre le capacità difensive, poiché l’aereo più in basso<br />

potrebbe non essere in grado di cabrare rapidamente al livello del gregario per prestare assistenza senza perdere<br />

tanta velocità da diventare inefficace. Caccia con prestazioni seriori possono quindi permettersi maggiori<br />

separazioni di quota.<br />

Il disegno strutturale degli aerei rientra nel quadro a causa del suo effetto sul campo visivo della carlinga.<br />

Un moderno caccia ad ala bassa, ad esempio, ha spesso un campo visivo più ristretto indietro e verso il basso a<br />

causa dell’ostacolo dell’ala. In questo caso, se un caccia è più in alto, la sua ala potrebbe oscurare un’ampia<br />

porzione dell’emisfero posteriore del gregario. Se necessario tale problema può essere alleviato facendo<br />

sbandare l’aereo periodicamente per controllare la regione nascosta, ma in generale è meglio evitare del tutto il<br />

problema correggendo l’altitudine relativa degli aerei.<br />

155


In generale, entro i limiti descritti, maggiori distanziamenti, sia orizzontali che verticali, forniscono un<br />

migliore potenziale offensivo. Questo è in parte perché separazioni maggiori consentono una maggiore<br />

flessibilità di manovra e in parte perché è meno probabile che i caccia nemici vedano entrambi i caccia<br />

contemporaneamente. Tuttavia, questo migliore potenziale offensivo potrebbe essere guadagnato al costo di una<br />

ridotta capacità difensiva, a causa dei fattori di visibilità e prestazioni. Di solito la sezione prudente opterà per<br />

separazioni prossime ai limiti minimi in aree di grande minaccia, o quando le possibilità immediate di<br />

ingaggiare offensivamente sono scarse. Separazioni più ampie sono più appropriate in condizioni di minaccia<br />

ridotta e nelle ultime fasi di un attacco offensivo.<br />

156<br />

Manovre in Ingaggio<br />

È nella fase di ingaggio che il doppio attacco si allontana in maniera più drammatica dalla dottrina<br />

dell’ala da combattimento. Per esempio, quando il nemico viene avvistato dal gregario, non si perde tempo a<br />

portare gli occhi del leader sul bersaglio. Se il gregario si trova in una posizione favorevole e considera<br />

l’attacco consigliabile, egli assume la guida e attacca. Il nuovo gregario si posiziona in modo da coprire il suo<br />

compagno di squadra, di solito in alto al di sopra del combattimento. Dato che il gregario viene sollevato dal<br />

requisito di serrare la formazione, può dedicare tutta l’attenzione al compito più importante di fornire<br />

un’efficace copertura visiva. Anche i suoi requisiti di manovra vengono ridotti, così il gregario può sfruttare<br />

questa opportunità per accrescere il proprio livello energetico, rendendosi più efficace nel caso in seguito venga<br />

ingaggiato.<br />

È meraviglioso come un pilota diventi allegro dopo avere abbattuto la sua prima macchina; il suo morale<br />

aumenta almeno del 100 per cento.<br />

Capitano Ira “Taffy” Jones, RAF<br />

40 Vittorie, I GM<br />

Una volta che la sezione si è divisa, c’è un sottile passaggio, dal rapporto leader/gregario fra i piloti a un<br />

rapporto caccia ingaggiato/caccia libero. Il pilota del caccia ingaggiato è quello più strettamente coinvolto con<br />

l’avversario. Essenzialmente, è il leader della sezione in quel momento. Il primo dovere del caccia ingaggiato in<br />

un doppio attacco offensivo è di premere l’attacco. Il risultato di tale tentativo sarà o la distruzione del bersaglio<br />

o la perdita dell’offensiva. Al primo segno che l’offensiva sta per essere perduta (ad esempio, sorpasso<br />

imminente, consumazione dell’energia, ecc.), il caccia ingaggiato deve sganciarsi immediatamente e chi9amare<br />

il gregario perché assuma l’offensiva. Quindi i ruoli caccia ingaggiato/caccia libero si invertono, e il pilota del<br />

nuovo caccia libero assume i compiti di copertura visiva e di recupero dell’energia spesa finché non viene<br />

richiamato nel combattimento dal pilota ingaggiato.<br />

Solo un uomo può abbattere un avversario. Se un aviatore ha affrontato il suo nemico, gli altri non<br />

possono assisterlo. Possono solo osservare e proteggergli le spalle. Altrimenti, potrebbe essere attaccato da<br />

dietro.<br />

Barone Manfred von Richthofen<br />

Per essere più efficace, il pilota del caccia libero del doppio attacco deve mantenere in vista il caccia<br />

ingaggiato e restare abbastanza vicino da offrire un adeguato supporto visivo e una risposta rapida a un attacco<br />

contro il suo compagno di squadra senza mettersi in mezzo. Al fine di fornire il più rapido potenziale di<br />

reazione difensiva, il pilota del caccia libero deve mantenere un elevato livello energetico (preferibilmente più<br />

alto di quello del caccia ingaggiato), minimizzare la separazione dal combattimento, ed evitare che il<br />

combattimento si allontani troppo al di sotto della linea delle sue ali. Probabilmente la tecnica più efficace per<br />

soddisfare questi parametri è di manovrare su un piano perpendicolare a quello del combattimento. Per<br />

esempio, se il bandito e il caccia ingaggiato effettuano virate essenzialmente orizzontali, il caccia libero può<br />

eseguire una serie di loop verticali o su una diagonale molto ripida intorno al combattimento. Può anche<br />

adoperare una serie di yo-yo alti e bassi. Viceversa, se il combattimento progredisce in verticale, il caccia libero<br />

può girare intorno al combattimento in virate orizzontali. In questo modo il caccia libero rimane vicino al<br />

combattimento e può mantenere il caccia ingaggiato entro 90° dal muso per una risposta difensiva più rapida.<br />

Questo è particolarmente importante per caccia con una virata lenta. Inoltre, in questo modo il rateo di virata<br />

del caccia libero viene “sganciato” dal combattimento. Questo significa che si può lasciare che il


combattimento in sé vada avanti per due o tre virate mentre il caccia libero completa una sola rivoluzione su un<br />

piano perpendicolare. Il caccia libero può quindi tenere un numero inferiore di G e accumulare una riserva di<br />

energia per le future manovre offensive o difensive. Nella maggior parte delle situazioni che coinvolgano il<br />

doppio attacco, ci sono caccia liberi e caccia ingaggiati ben definiti, ma non è sempre così. Per esempio, quando<br />

entrambi i piloti hanno il bersaglio in vista prima dell’attacco, potrebbero effettuare una “separazione<br />

offensiva” nel tentativo di “fare forcella” o circondare il bandito. Uno scenario del genere è illustrato in figura<br />

5-3. In questo caso la sezione incontra un bandito frontalmente (Punto “1”) e prende un’ampia separazione<br />

offensiva, costringendo l’avversario a scegliere quale dei due caccia ingaggiare (punto “2”). Questa scelta dà<br />

all’altro caccia della separazione fra le linee di volo, che il pilota adopera per effettuare una virata anticipata per<br />

guadagnare un buon vantaggio al passaggio (punto “3”).<br />

Nel caso della divisione offensiva, al bandito viene consentito di scegliere quale caccia ingaggerà. Finché<br />

non viene effettuata tale scelta, entrambi gli aerei della sezione sono teoricamente dei caccia ingaggiati. Se il<br />

bandito continua allegramente dritto, entrambi i caccia possono invertire nel suo emisfero posteriore. Quando il<br />

bandito sceglie di ingaggiare un caccia, questo dovrebbe lasciare l’altro in una posizione offensiva più<br />

favorevole. In seguito al passaggio, questo caccia più offensivo assumerà di solito il ruolo di caccia ingaggiato<br />

e comincerà le manovre di doppio attacco; o entrambi i caccia potrebbero scegliere di sganciarsi insieme<br />

dall’attacco per una manovra di colpisci e scappa.<br />

Nel corso della 2ª GM, l’ala da combattimento fu la dottrina tattica dell’U.S. Army Air Force (USAAF)<br />

nel teatro europeo. Poche squadre estremamente esperte, tuttavia, riconobbero i limiti di questa tattica e<br />

svilupparono le loro varianti, in genere lungo le linee del doppio attacco. Probabilmente la più famosa di queste<br />

coppie era formata dai Capitani John Godfrey (16.33 vittorie) e Don Gentile (19.83 vittorie). I successi di questi<br />

piloti furono talmente straordinari che si dice che il Reichsmarschall della Luftwaffe Hermann Göring abbia<br />

affermato che avrebbe scambiato due delle sue migliori squadriglie per la loro cattura. Il seguente incontro<br />

suona come la forcella di un doppio attacco. Godfrey e Gentile volano su P-51B Mustang contro un solitario<br />

Me 109.<br />

“Sganciati! Sganciati! Uno in arrivo su di te a ore 4!”<br />

“Okay, sgancio a tribordo”, disse Gentile.<br />

Si sganciarono insieme e il 109 eseguì un passaggio frontale.<br />

“Tutto a posto, Johnny”, disse Gentile, “quando torna indietro alla prossima virata tu rompi a destra e io<br />

romperò a sinistra”.<br />

Girarono in cerchio e il 109 si inserì per un altro attacco frontale. Sembrava deciso e arrabbiato. Era<br />

abbastanza audace da giostrare con due Mustang.<br />

Mentre gli aerei puntavano dritti l’uno contro le ogive degli altri, Gentile ordinò l’astuta manovra:<br />

“Adesso!”<br />

Gentile si sganciò bruscamente sulla sinistra; Godfrey a destra. Strapparono indietro la barra, cabrarono e<br />

vennero giù in vite sulla coda del 109<br />

Anche sulla difensiva, i ruoli di caccia ingaggiato-caccia libero possono diventare un po’ confusi. Tutte le<br />

volte che un caccia passa sulla difensiva, l’altro deve attaccare immediatamente il bandito. In questo caso ci<br />

saranno due caccia ingaggiati finché il bandito non verrà messo sulla difensiva, liberando il primo caccia che si<br />

157


era trovato sulla difensiva. Questa situazione viene illustrata nella figura 5-4. in questo scenario il caccia di<br />

destra è minacciato da un bandito rilevato a ore sei. Il pilota minacciato si sgancia sulla destra, lontano dal suo<br />

gregario, per difendersi dall’attaccante. Se il bandito continua a premere l’attacco, come mostrato qui, viene<br />

spesso a trovarsi preso in un sandwich dal secondo caccia.<br />

Il sandwich è una manovra difensiva ideale quando è possibile identificare il caccia minacciato all’inizio<br />

dell’attacco. Tale identificazione dalle formazioni di crociera più ampie rese disponibili dalla dottrina del<br />

doppio attacco. quando il bandito non si dedica chiaramente a un caccia sin dall’inizio del proprio attacco, una<br />

“spaccata difensiva” può essere adoperata per forzare la mano dell’attaccante. Questa tecnica viene illustrata<br />

dalla Figura 5-5.<br />

In questo scenario la sezione di caccia incrocia in dispiegamento da combattimento, in linea di fronte,<br />

quando viene rilevato un bandito a ore sei all’istante “1”. La posizione dell’attaccante fra i caccia, e la distanza<br />

relativamente grande, rendono difficile determinare quale dei caccia il bandito intenda attaccare. Quindi i caccia<br />

effettuano una spaccata difensiva verso nord e verso sud, allontanandosi l’uno dall’altro. Ipotizzando che<br />

l’attaccante sia al di là della portata delle proprie armi, queste virate possono essere del tipo a sostegno<br />

energetico piuttosto che delle spezzate. La spaccata difensiva costringe rapidamente l’attaccante a scegliere<br />

l’uno o l’altro caccia, e, pressando l’attacco su un caccia, il bandito deve voltare le spalle all’altro, perdendo<br />

spesso di vista il caccia libero. In questo scontro il caccia a nord viene ingaggiato in maniera più pesante ed è<br />

decisamente sulla difensiva. Il difensore può aspettarsi di vedersi sparare addosso intorno al punto “2” se il<br />

bandito porta dei missili ogni-aspetto, e quasi certamente dovrà effettuare una difesa anti-mitragliatrici intorno<br />

al punto “3” contro un attaccante così equipaggiato.<br />

Il sorpasso del bandito fra i punti “3” e “4” lascia il pilota del caccia ingaggiato (ipotizzando che a questo<br />

punto sia ancora vivo) con la scelta se continuare la sua virata, come mostrato, o di invertire testa a testa,<br />

stabilendo una forbice.<br />

Contro un avversario equipaggiato di mi tagliatrici con un deciso vantaggio angolare, invertire a questo<br />

punto sottoporrebbe il difensore a un altro tiro, a meno che il difensore non sia più manovrabile (ad es., se ha un<br />

raggio di virata più stretto). L’opzione dell’inversione tende anche a trascinare il combattimento lontano dal<br />

caccia libero, ritardando un eventuale aiuto. Ingaggiare il bandito in un combattimento a coltello a bassa<br />

velocità e a distanza ravvicinata può persino lasciare il caccia libero senza possibilità di intervenire, poiché un<br />

missile lanciato contro il bandito in queste condizioni potrebbe facilmente dirigersi invece sul caccia amico.<br />

Questo ridurrebbe molto la popolarità del pilota del caccia libero al bar al ritorno dalla missione.<br />

Qui l’opzione migliore è probabilmente di continuare la virata nella stessa direzione, come mostrato al<br />

punto “4”.<br />

158


Questa azione ritarda qualsiasi ulteriore tiro da parte dell’attaccante e riporta il combattimento verso il<br />

caccia libero.<br />

Se in questo caso il bandito continua a pressare l’attacco, mostrerà il ventre al caccia libero proveniente<br />

da sud. Questo sarà allora in una posizione eccellente per prendere il bandito a sandwich, probabilmente non<br />

visto, e otterrà i parametri per il tiro con la mitragliatrice o coi missili. Se il bandito si accorge dell’attacco del<br />

caccia libero, potrebbe verificarsi uno scambio, col bandito che rilascia il difensore originario per concentrarsi<br />

sull’altro caccia. In questo caso l’originario caccia libero diventa ingaggiato, di solito almeno in una situazione<br />

di parità, e può dare inizio a manovre di uno contro uno o di sganciamento. Nel frattempo l’originario difensore<br />

è libro di riprendere fiato, recuperare un po’ di energia, e assumere una posizione di copertura, di solito in alto<br />

al di sopra del combattimento, in attesa del proprio turno con l’avversario mentre fa la guardia contro altri<br />

banditi (i cosiddetti “wild-card”).<br />

Ancora una volta la squadra costituita da Godfrey e Gentile fornisce un esempio in combattimento per la<br />

spaccata difensiva. Anche la manovra che segue la spaccata è altamente rappresentativa della dottrina del<br />

doppio attacco offensivo.<br />

Don fu il primo a vedere il Me-109.<br />

“Johnny, a ore sei in alto c’è un bandito da solo”.<br />

Guardai dietro, ed eccolo là in alto sopra di noi. Spalancai gli occhi incredulo mentre il suo muso si<br />

abbassava e veniva giù verso di noi.<br />

“Don, quel pazzo figlio di puttana vuole saltarci addosso”.<br />

“Lo so. Quando grido “sganciati”, tu ti sganci verso destra, e io verso sinistra”.<br />

Rimasi a guardare mentre il 109 scendeva sempre più vicino. “Sganciati, Johnny”.<br />

Tirai bruscamente verso destra, e dapprima pensai di essermi sganciato troppo tardi poiché il 109 strappò<br />

sulla mia coda. Strinsi la mia virata e incontrai Don a metà del cerchio mentre cercava di sparare sul 109 in un<br />

attacco frontale. Circolai altre due volte, col Jerry sulla coda, prima che Don riuscisse a invertire la sua virata e<br />

a venir giù per un attacco da dietro. Ma quel pilota tedesco era un aviatore capace e scaltro. Quando Don mise<br />

le sue armi in direzione di tiro, effettuò una S spezzata e picchiò verso il terreno. Don e io lo seguimmo, coi<br />

motori che ruggivano nell’inseguimento. Lui uscì dalla sua picchiata e sbandò sulla sinistra, il che lo portò<br />

vicino a me. Lo seguii e sparai. Tuttavia non era tipo da star seduto e fermo, e mutò la sua virata per oscillare<br />

verso Don. Io lo seguii, sparando a intermittenza. Don, nel frattempo, aveva cabrato per guadagnare quota, e io<br />

tenni il Jerry occupato in una stretta virata. Quando sparai, vidi dei lampi nelle sue ali, nella fusoliera e persino<br />

nel motore, ma il pilota non voleva lanciarsi. Virando tutto il tempo e perdendo quota, eravamo ormai<br />

all’altezza delle cime degli alberi, e il motore del 109 emetteva fumo. Non ebbi un preavviso del fatto che stavo<br />

esaurendo le munizioni, ma quando mi preparai per la raffica finale, e premetti il capezzolo, seguì solo silenzio.<br />

“Finiscilo, Don. Ho esaurito completamente le munizioni”.<br />

159


Don, che era rimasto a manovrare sopra di noi in attesa che il Jerry uscisse dalla virata, sfrecciò davanti a<br />

me ed effettuò un passaggio contro il coraggioso pilota tedesco. I suoi colpi andarono a segno, e il 109 si<br />

schiantò sul terreno. 1<br />

Una variante comune della spaccata difensiva è una spaccata alto/basso. In questo caso uno dei caccia<br />

cabra bruscamente (in verticale o obliquamente verso il gregario) mentre l’altro vira allontanandosi in<br />

orizzontale o col muso in basso. Questa tattica genera al tempo stesso una separazione orizzontale e una<br />

verticale e costringe ancora una volta l’attaccante a fare una scelta. Se attacca il caccia in basso, quello più in<br />

alto può arrivare al culmine del suo loop verticale o obliquo e picchiare sul bandito. Questa può essere una<br />

tattica molto efficace quando una sezione viene attaccata da un avversario con un ridotto T/W che non ha la<br />

spinta per raggiungere il caccia più in alto nella sua cabrata.<br />

Tuttavia la spaccata alto/basso ha delle gravi limitazioni. Una di queste è la velocità ridotta che risulta<br />

dalla cabrata del caccia alto, che lo lascia vulnerabile a un eventuale secondo attaccante non visto. Un’altra è il<br />

magnifico tiro verso l’alto che presenta a un avversario armato di missili. Una terza considerazione è l’energia<br />

relativa di attaccante e difensore. Se il bandito si avvicina dalla regione posteriore a una quota uguale o<br />

superiore, ha un vantaggio energetico sui caccia che si difendono. Questo margine energetico potrebbe<br />

consentire anche a un caccia di potenza ridotta di cabrare col caccia più in alto, prenderlo al vertice del loop, e<br />

provocare seri guai prima che il caccia in basso possa diventare un fattore.<br />

La spaccata alto/basso è stata adoperata in maniera molto efficace dai MiG-15 cinesi e russi contro gli F-<br />

86 Sabre americani in Corea. I MiG restavano molto veloci, vicino alla velocità massima di entrambi gli aerei,<br />

sicché i Sabre attaccanti non riuscivano a guadagnare un vantaggio energetico significativo. Dato che i MiG<br />

avevano un vantaggio sostanziale nel T/W rispetto ai Sabre armati di sole mitragliatrici, il MiG che cabrava di<br />

solito non correva il pericolo di essere raggiunto nella sua zoomata.<br />

In generale, la spaccata alto/basso non va tentata contro la minaccia di un missile ogni-aspetto, o quando<br />

la sezione viene attaccata da un caccia pressappoco equivalente nelle capacità di zoomata. I relativi meriti del<br />

sandwich (caccia che virano nella stessa direzione) e della spaccata (caccia che virano allontanandosi l’uno<br />

dall’altro in orizzontale o in verticale) dipendono da parecchi fattori. Uno di questi è la distanza alla quale viene<br />

rilevato l’attacco. Per essere efficace, il sandwich (figura 5-4) richiede che l’attaccante si avvicini a una<br />

distanza pari approssimativamente alla separazione laterale fra i caccia difensori e che si dedichi stabilmente a<br />

un bersaglio. Se l’attacco viene scoperto presto, potrebbe essere possibile ritardare le manovre difensive fino a<br />

poco prima del punto di tiro del bandito, per lasciare che la distanza diminuisca e che venga determinato il<br />

bersaglio. Qui ovviamente un lieve errore di calcolo sarebbe una disgrazia. Anche la lunga gittata degli AAM<br />

dell’attaccante potrebbe precludere questa possibilità. In tali circostanze, la spaccata difensiva (figura 5-5), sia<br />

del tipo orizzontale che alto/basso, potrebbe essere più adatta.<br />

È evidente che il sandwich e la spaccata alto/basso, che pongono il caccia libero in una posizione<br />

minacciosa fra i 90 e i 180° di virata, sono più efficaci della spaccata orizzontale destra/sinistra, che richiede<br />

tipicamente una virata fra 270 e 360° prima di poter conseguire una posizione utile per il tiro. Un altro<br />

svantaggio della spaccata orizzontale difensiva è la grande separazione generata fra i caccia (diverse miglia alle<br />

velocità di oggi), che può far sì che il pilota del caccia libero perda di vista il combattimento, con risultati<br />

disastrosi. La spaccata alto/basso, quando è appropriata, riduce tale separazione in maniera significativa.<br />

Un’altra tattica è una specie di combinazione fra il sandwich e la spaccata. La “mezza spaccata”, come<br />

illustrato nella figura 5-6, implica che un pilota viri allontanandosi bruscamente dal suo gregario, che a sua<br />

volta estende dritto in avanti. In pratica il pilota del caccia che estende potrebbe aver bisogno di virare<br />

leggermente per mantenere la visuale del suo gregario e dell’attaccante, e potrebbe anche scegliere di picchiare<br />

o cabrare mentre estende.<br />

Al punto “1” la sezione (in dispiegamento di combattimento) rileva un attaccante dietro che si avvicina<br />

rapidamente, ma ancora fuori portata. Il pilota del caccia a sud vira a sinistra (allontanandosi dal gregario)<br />

adoperando livelli di G sostenuti per conservare energia e separarsi dal gregario. Il pilota del caccia a nord, nel<br />

frattempo, estende essenzialmente in linea retta e osserva il bandito e il proprio gregario. In questo caso il<br />

bandito sceglie di attaccare il caccia a sud, un fatto che diventa evidente prima del punto “2”. Il difensore<br />

adesso stringe la propria virata per sventare l’attacco, mentre il gregario torna indietro per prendere l’attaccante<br />

in un sandwich. La figura 5-7 illustra come può reagire la sezione se il bandito attacca il caccia che estende.<br />

In questo scenario le posizioni al punto “1” sono le stesse dell’esempio precedente, e la sezione impiega<br />

la stessa mezza spaccata. Questa volta, tuttavia, il bandito segue il caccia che estende. Quando la situazione<br />

diventa chiara, al punto “2”, il pilota del caccia a sud inverte la direzione della propria virata per tornare verso il<br />

160


gregario, che continua a estendere, virando solo per mantenere di vista il bandito. L’estensione “trascina” fuori<br />

il bandito e aiuta il gregario a posizionarsi per un tiro. Al punto “3” l’attaccante ha serrato le distanze<br />

abbastanza per costringere il difensore a effettuare una spezzata verso il suo attacco. Ma a questo punto il<br />

caccia libero ha ottenuto un sandwich (punto “4”). Un attacco in vite cominciato al punto “3” può aiutare il<br />

caccia libero a guadagnare una posizione offensiva.<br />

Come con la spaccata difensiva pura, la mezza spaccata costringe l’attaccante a dedicarsi a un caccia o<br />

all’altro, sicché la sezione può definire chiaramente qual è il caccia ingaggiato e quale quello libero. La<br />

separazione viene accresciuta per lasciare spazio di manovra al caccia libero, ma non tanto da rendere probabile<br />

che i difensori perdano di vista l’attaccante o l’altro caccia. Inoltre, di solito il sandwich può essere stabilito più<br />

rapidamente con questo metodo che con la spaccata difensiva pura.<br />

Un’altra tattica difensiva che merita di essere citata a questo punto venne sviluppata dalla U.S. Navy<br />

all’inizio della seconda Guerra mondiale. Per un certo periodo dopo l’ingresso degli Stati Uniti nel conflitto, la<br />

marina trovò i suoi caccia F4F Wildcat malamente sorpassati dagli Zero giapponesi, che potevano superare il<br />

Wildcat sia in virata che in cabrata. I punti forti del Wildcat, a parte una velocità massima leggermente<br />

superiore, erano un migliore rapporto di rollata, particolarmente a velocità elevate, una corazzatura più pesante,<br />

e un armamento più adatto agli scontri caccia contro caccia (la maggior parte dei modelli avevano sei<br />

mitragliatrici da mezzo pollice di contro allo Zero con due cannoni da 20mm e due mitragliatrici sincronizzate<br />

della classe delle .30).<br />

Per sopravvivere in queste condizioni, la Marina adottò delle tattiche colpisci-e-scappa e si affidò<br />

pesantemente al lavoro di squadra all’interno di sezioni di due caccia e fra di esse. La classica tattica difensiva<br />

dell’epoca era nota come manovra difensiva al traverso, o più comunemente “ordito di Thatch”, dal nome del<br />

LCDR John Thatch, che la introdusse. La figura 5-8 mostra come funzionava.<br />

Al punto “1” i caccia sono in un dispiegamento di combattimento piuttosto ampia (circa 1.000 piedi per<br />

l’F4F) quando viene attaccato il caccia a nord. I caccia virano immediatamente uno verso l’altro. Nel caso<br />

illustrato il bandito pressa il suo attacco sul caccia a nord e viene incontrato quasi frontalmente al punto “2” dal<br />

caccia libero con tutte le mitragliatrici fiammeggianti. I piloti dei Wildcat erano più che felici di andare faccia a<br />

faccia contro uno Zero in questo modo grazie alla maggiore potenza di fuoco e a un aereo più resistente. I piloti<br />

della Marina erano anche bene addestrati al tiro con elevata deviazione e agli attacchi nella regione anteriore.<br />

161


Dopo avere incontrato il proprio gregario (punto “2”), il pilota difensore adopera il suo rateo di rollata<br />

superiore per invertire rapidamente la propria virata e preparare un altro passaggio col suo gregario, che inverte<br />

a sua volta. Questa tecnica genera dei passaggi di tiro ripetuti contro il bandito, e consente inoltre al difensore<br />

di fornire protezione al suo gregario se questo viene attaccato da un secondo bandito. Il segreto di questa tattica<br />

è l’ampia formazione iniziale in linea di fronte (separazione maggiore del raggio di virata dei caccia) e la<br />

grande potenza di fuoco. A causa del tipo di tiro a breve distanza ed elevato angolo di aspetto fornito, questa<br />

tecnica non sarebbe appropriata per caccia equipaggiati solo di missili RQ, o anche di missili ogni-aspetto, a<br />

meno che non abbiano ottime capacità di portata minima. In scenari simili, il sandwich o la mezza spaccata<br />

probabilmente andrebbero meglio. Nella situazione per la quale era stato sviluppato, tuttavia, l’ordito di Thatch<br />

era molto efficace. Può anche essere considerato il precursore di una nuova dottrina di ingaggio per i caccia<br />

conosciuta come “coppia libera”, discussa più avanti in questo capitolo.<br />

Analisi della Dottrina del Doppio Attacco<br />

Il doppio attacco consente a due caccia di separarsi per fornirsi un migliore supporto reciproco. Ci sono<br />

ancora un leader e un gregario, come nell’ala di combattimento, ma i ruoli possono invertirsi più volte durante<br />

uno scontro a seconda di quanto richiesto dalla situazione. Dopo l’inizio dello scontro, il rapporto<br />

leader/gregario diventa caccia libero-caccia ingaggiato. Dal punto di vista offensivo, dopo l’attacco iniziale, che<br />

può essere effettuato da entrambi i caccia simultaneamente o in rapida successione, il caccia col maggiore<br />

potenziale offensivo diventa il caccia ingaggiato e comincia delle manovre uno contro uno mentre il caccia<br />

libero assume una posizione di copertura. I compiti del pilota del caccia libero sono di restare nell’area in<br />

generale e di mantenere una sorveglianza visiva contro altri aerei ostili, ma questi non è legato rigidamente al<br />

caccia ingaggiato, come nell’ala da combattimento. La responsabilità del pilota del caccia ingaggiato è di<br />

attaccare e distruggere il bersaglio, se possibile. Se il vantaggio offensivo viene messo in pericolo, il pilota del<br />

caccia ingaggiato deve chiamare in aiuto il gregario e sganciarsi prima di dover passare davvero sulla difensiva.<br />

Quindi i ruoli di caccia ingaggiato-caccia libero si invertono, e lo scontro continua. Nell’offensiva il pilota del<br />

caccia libero deve tentare di mantenere una posizione favorevole dalla quale attaccare il bandito se necessario,<br />

ma non deve ingaggiare fino a quando non viene chiamato dal pilota ingaggiato. L’eccezione a questa regola si<br />

verifica quando il caccia ingaggiato passa sulla difensiva. In questo caso il pilota del caccia libero è obbligato<br />

ad attaccare immediatamente il bandito, mentre il pilota del caccia ingaggiato fa del suo meglio per non farsi<br />

sparare. Quando non si trova in situazioni estreme, il caccia ingaggiato sulla difensiva dovrebbe essere in grado<br />

di manovrare in modo da facilitare al caccia libero il raggiungimento di una posizione offensiva, come illustrato<br />

nelle figure da 5-4 a 5-8.<br />

162


I vantaggi della dottrina del doppio attacco su quella dell’ala da combattimento sono considerevoli. Dal<br />

punto di vista offensivo, è molto più efficiente ed efficace consentire ai caccia di separarsi. L’attacco a forcella<br />

può essere assolutamente devastante. In uno scontro, la divisione dei ruoli permette al pilota ingaggiato una<br />

maggiore libertà tattica rispetto all’ala da combattimento. Egli non deve preoccuparsi di superare in manovra il<br />

proprio gregario e di rimanere isolato. Inoltre, egli è adesso libero di adoperare sia le tattiche energetiche che<br />

quelle angolari a seconda di quale sia più appropriata. Adoperando questi metodi, una coppia di caccia può<br />

sconfiggere anche un avversario più capace. Un pilota attacca il bandito, facendogli consumare energia, fino a<br />

quando non può più mantenere un vantaggio offensivo. Poi il pilota ingaggiato chiama il suo gregario perché<br />

assuma l’attacco e il ciclo si ripete. Il bandito è costretto a combattere ognuno dei due caccia in rapida<br />

successione e gli viene negata l’opportunità di riguadagnare l’energia perduta. Nel frattempo il caccia libero<br />

accumula energia per un nuovo attacco. alla fine in questo modo l’avversario è consumato fino a quando non<br />

può più difendersi con successo. La sua preoccupazione col partner corrente potrebbe anche fargli perdere di<br />

vista il caccia libero, risultando in un più efficace attacco non visto al ciclo successivo.<br />

Il doppio attacco è superiore anche dal punto di vista difensivo, in particolare in un ambiente con dei<br />

missili. La possibilità di formazioni di crociera più ampie forniscono una migliore copertura visiva del<br />

vulnerabile emisfero posteriore e dà ai caccia più spazio di manovra per appoggiarsi reciprocamente quando<br />

vengono attaccati. Una maggiore separazione laterale e verticale rende anche meno probabile che vengano visti<br />

entrambi da un eventuale attaccante. Inoltre, dato che non è richiesto che il gregario resti dietro al leader una<br />

volta ingaggiato, egli può mantenere più comodamente una formazione di crociera in linea di fronte, che<br />

fornisce un migliore appoggio visivo reciproco. Un volta che il leader viene ingaggiato, il pilota del caccia<br />

libero può essere molto più efficace dal punto di vista difensivo, poiché è richiesta una quantità minore di<br />

attenzione per mantenere la posizione. L’opzione della sezione di separarsi quando è attaccata rende molto<br />

difficile per un bandito premere un attacco su un caccia senza essere rapidamente minacciato dall’altro.<br />

Tuttavia il doppio attacco non è tutto rose e fiori. Questa dottrina richiede più addestramento, esperienza e<br />

giudizio da parte del gregario rispetto all’ala da combattimento. Anche le comunicazioni sono più critiche,<br />

soprattutto se la sezione non ha combattuto molto insieme. La mancanza o la perdita di una radio, o il disturbo<br />

delle comunicazioni, possono ostacolare la coordinazione e ridurre di molto l’efficacia del doppio attacco.<br />

un’altra possibilità da tenere in considerazione in un ambiente ostile è il bandito “wild card”. Gli scontri due<br />

contro uno possono rapidamente diventare due contro due o due contro molti. Se il pilota del caccia libero viene<br />

attaccato e costretto a difendersi, il caccia ingaggiato potrebbe essere lasciato senza appoggio in un momento<br />

critico, risultando in due scontri uno contro uno. A causa della maggiore separazione fra i caccia e delle loro<br />

163


direzioni di volo ampiamente variabili durante un doppio attacco, è considerevolmente più facile per un aereo<br />

ostile spaccare la sezione, interrompendo l’appoggio reciproco. Per lo stesso motivo, il doppio attacco comporta<br />

un maggiore rischio che i caccia vengano separati semplicemente perdendosi di vista.<br />

Anche se alcuni principi del doppio attacco furono impiegati durante la prima guerra mondiale, in genere<br />

si considera che la dottrina sia stata sviluppata durante la guerra civile spagnola, alla fine degli anni ’30, da<br />

Werner Mölders, della Legione Condor tedesca. L’installazione della radio nella maggior parte dei caccia<br />

tedeschi, l’accresciuta difficoltà nel difendersi da attacchi ad elevata velocità da dietro, e la necessità di<br />

ingaggiare avversari più manovrabili, portò all’impiego della coppia libera, che i tedeschi chiamarono rotte.<br />

Questa dottrina fornì alla Luftwaffe un considerevole vantaggio sui loro nemici all’inizio della seconda guerra<br />

mondiale, ma alla fine venne accettata e impiegata in un certo grado dalla maggior parte delle forze aeree<br />

alleate, e oggi sopravvive probabilmente come la dottrina aria-aria più comunemente usata.<br />

164<br />

Coppia Libera<br />

Perché far comandare il grado, quando l’abilità può farlo meglio?<br />

Commander Randy "Duke" Cunningham, USN<br />

“Coppia libera” [Loose deuce] è il nome popolare di una dottrina tattica sviluppata dalla U.S. Navy<br />

durante il conflitto in Vietnam. Più che una dottrina completamente nuova, la coppia libera è in realtà una<br />

variante piuttosto minore del doppio attacco, ma oggi il suo impiego è abbastanza generalizzato da meritargli<br />

una trattazione qui.<br />

Somiglianze col Doppio Attacco<br />

Come il doppio attacco, la coppia libera è basata su una coppia sciolta di caccia in appoggio reciproco. La<br />

filosofia pre-ingaggio e le formazioni di crociera sono essenzialmente identiche in queste due dottrine. Il<br />

dispiegamento da combattimento è probabilmente la formazione di crociera più comune, per tutti i motivi<br />

descritti sopra. Viene designato un leader prima dell’ingaggio, ma una volta ingaggiati i piloti tornano ai ruoli<br />

di caccia ingaggiato-caccia libero. Anche le varianti dell’attacco a forcella (figura 5-3) sono il pane quotidiano<br />

della coppia libera. Le manovre difensive della coppia libera sono essenzialmente identiche a quelle del doppio<br />

attacco, e le tecniche illustrate nelle figure da 5-4 a 5-8 sono tutte pertinenti.<br />

Manovre in Ingaggio<br />

Nella filosofia di manovra in ingaggio, tuttavia, le due dottrine divergono. La principale responsabilità del<br />

pilota del caccia libero nella coppia libera è di posizionarsi per il proprio attacco sul bandito, anziché limitarsi a<br />

coprire il caccia ingaggiato. Mentre il caccia libero del doppio attacco offensivo è principalmente difensivo, e<br />

attende la chiamata del caccia ingaggiato prima di attaccare, il caccia libero della coppia libera non è sottoposto<br />

a tali restrizioni. Ogni pilota è responsabile della scansione visiva per il suo gregario e per sé stesso. Il pilota<br />

ingaggiato dedica comunque la maggior parte della propria attenzione all’offensiva, e i compiti del pilota libero<br />

sono divisi a metà fra l’offesa e la difesa.<br />

Nella dottrina del doppio attacco, il pilota del caccia ingaggiato combatte col bandito uno contro uno<br />

finché non distrugge il bersaglio o non si trova di fronte a un’imminente perdita dell’offensiva. Idealmente, non<br />

dovrebbero mai esserci due caccia ingaggiati offensivamente allo stesso tempo. Un caccia si sgancia dal<br />

bersaglio prima che l’altro lo ingaggi. Non è così con la coppia libera, poiché il pilota del caccia libero lavora<br />

costantemente per ottenere una posizione d’attacco favorevole e quindi colpisce per conto suo. Questo potrebbe<br />

risultare in entrambi i caccia che attaccano il bersaglio simultaneamente, ma delle manovre offensive sostenute<br />

contro lo stesso aereo vanno evitate. Una volta che il caccia libero lancia il proprio attacco, il pilota<br />

originariamente ingaggiato dovrebbe sganciarsi per riaccumulare energia e posizionarsi per un altro attacco.<br />

C’è una particolare gratificazione nel ricevere le congratulazioni dalla propria squadriglia per una vittoria<br />

in aria. Per un pilota vale di più degli applausi di tutto il mondo esterno. Significa che ti sei guadagnato la<br />

fiducia di uomini che condividono le apprensioni, le aspirazioni, le prove e i pericoli del combattimento fra<br />

aerei.<br />

Capitano Edward V. "Eddie" Rickenbacker, USAS


Anche se la distinzione fra il doppio attacco e la coppia libera può sembrare minima, essa risulta in alcune<br />

grosse differenze tattiche. Mentre nella dottrina del doppio attacco ci si aspetta che il pilota del caccia<br />

ingaggiato ottenga l’abbattimento mentre il caccia libero resta fuori dai piedi e sorride, il più delle volte nella<br />

coppia libera è il caccia libero ad ottenere il colpo. Il caccia ingaggiato prepara l’abbattimento costringendo o<br />

inducendo il bandito a manovrare in maniera prevedibile, rendendo così più facile al caccia libero posizionarsi<br />

per un tiro. Questo è esattamente il ruolo del caccia ingaggiato nelle situazioni difensive adoperando il doppio<br />

attacco, come detto congiuntamente alle figure da 5-4 a 5-8. La coppia libera porta questa filosofia anche<br />

nell’offensiva. Questo non significa che il pilota del caccia ingaggiato non debba tentare di abbattere il bandito<br />

se se ne presenta l’occasione, ma non deve rischiare di perdere l’offensiva (ad es., rischiando un grosso<br />

sorpasso o sprecando eccessivamente energia) per farlo. Quando si oppone a un caccia di manovrabilità pari o<br />

superiore, questo significa spesso che il pilota ingaggiato deve essere meno aggressivo nel proseguire il suo<br />

attacco. un esempio classico di ciò è illustrato nella situazione mostrata dalla figura 5-9.<br />

In questo scenario, il caccia ingaggiato ha raggiunto una posizione offensiva nell’emisfero posteriore del<br />

bandito, ma è ancora al di là della portata efficace delle mitragliatrici (ipotizzando di avere solo le<br />

mitragliatrici). La dottrina del doppio attacco richiederebbe un inseguimento puro e anticipato per serrare alla<br />

portata delle armi con un anticipo appropriato per un tiro non mirato con un elevato angolo di deviazione contro<br />

il bersaglio che vira duramente al punto “1” (direzione di volo spezzata). Se questo attacco non ha successo, il<br />

caccia ingaggiato molto probabilmente sorpasserà e perderà l’offensiva.<br />

L’attaccante avrà probabilmente consumato parecchia energia in questo attacco ad elevato numero di G, e<br />

potrebbe persino correre il pericolo di passare sulla difensiva se il bandito decide di sfruttare il sorpasso<br />

invertendo per iniziare una forbice piana o in vite. Come minimo il sorpasso ravvicinato ad elevata angolazione<br />

diminuisce temporaneamente la pressione sul bandito, lasciando al difensore l’opzione di invertire, scaricare<br />

per accelerare, o allontanarsi in picchiata per sfuggire prima che il caccia libero possa passare all’attacco.<br />

La dottrina della coppia libera detterebbe un approccio meno aggressivo a questa situazione. Anziché<br />

tirare per un tiro immediato ma con una bassa percentuale di successo, il pilota del caccia ingaggiato impiega<br />

invece l’inseguimento puro e ritardato, per stabilire una posizione dominante in profondità nell’emisfero<br />

posteriore del bandito (freccia intera).<br />

Mantenendo un’accresciuta separazione muso-coda col difensore al punto “2”, il pilota ingaggiato evita<br />

un sorpasso eccessivo, conserva la propria energia, e consegue una posizione temporanea di inseguimento<br />

ritardato.<br />

165


Se il bandito inverte dopo il punto “2”, si assoggetta a un attacco con le mitragliatrici, come mostrato<br />

dalla freccia tratteggiata al punto “3”. Egli è quindi incoraggiato a continuare a virare nella direzione originaria<br />

(freccia intera verso il punto “3”), il che lo rende prevedibile per un lungo periodo di tempo. Questa<br />

prevedibilità potrebbe consentire al caccia libero di posizionarsi per un attacco non visto più letale ed efficace.<br />

Come regola generale, il caccia ingaggiato deve costringere l’avversario a una virata prevedibile di 360° per<br />

consentire al caccia libero una ragionevole possibilità di successo, specialmente quando sono implicate solo<br />

armi RQ. Soddisfatto questo compito, il caccia ingaggiato avrà servito il suo scopo – ma se il pilota ingaggiato<br />

lascia che il bandito cambi manovra in maniera imprevista (possibilmente a causa di un attacco prematuro<br />

fallito), i piani del pilota del caccia libero vengono rovinati e il combattimento si prolunga inutilmente. Il<br />

bandito potrebbe anche essere imprevedibile se il caccia ingaggiato non esercita una pressione sufficiente. Il<br />

bersaglio deve essere minacciato a un punto tale che qualsiasi cambiamento significativo alle sue manovre<br />

difensive lo farebbe colpire dal caccia ingaggiato. Esercitare solo la giusta quantità di pressione è il compito<br />

fondamentale del pilota ingaggiato. Egli deve pianificare ed eseguire l’attacco con l’obiettivo di mantenere tale<br />

pressione il più a lungo possibile, e deve sfruttare solo quei tiri che gli consentano di mantenere tale pressione.<br />

Questa tecnica ha una strettissima analogia nel basket. Il portatore di palla all’attacco può tentare di<br />

caricare attraverso la difesa, prendendo qualsiasi opportunità gli si presenti di tirare al canestro, a rischio di<br />

farla intercettare, oppure può proseguire la propria carica solo finché non si trova la strada bloccata, e quindi<br />

passare a un compagno smarcato per un canestro facile. Nel doppio attacco, il compagno di squadra (caccia<br />

libero) si posiziona per il balzo offensivo, mentre nella coppia libera cerca un tiro libero. Il portatore di palla (il<br />

caccia ingaggiato nella coppia libera) prepara il tiro costringendo la difesa a concentrarsi sul proprio gioco<br />

verso il canestro.<br />

Il pilota del caccia libero nella dottrina della coppia libera ha la responsabilità di posizionarsi il più<br />

rapidamente possibile in una posizione di tiro letale. Il primo passo di tale procedimento è di prevedere il futuro<br />

percorso di volo del bandito e il movimento risultante dell’involucro letale delle armi. Il pilota deve quindi<br />

decidere il modo più veloce per raggiungere tale involucro, e manovrare di conseguenza. Questo processo,<br />

illustrato nella figura 5-10, sottolinea l’importanza della prevedibilità del bandito.<br />

Al punto “1” di questo scenario, i caccia hanno preso in una forcella il bandito, che sta incontrando<br />

frontalmente il caccia a sud. Il gregario, provenendo da nord, ha effettuato una virata anticipata e ha un buon<br />

mordente offensivo al passaggio, costringendo il bandito a virare duramente a sinistra per difendersi. Dato che<br />

il pilota del caccia a nord si trova nella posizione migliore per esercitare pressione, assume il ruolo di caccia<br />

ingaggiato. Anziché tentare un attacco immediato con elevata angolazione, tuttavia, il caccia ingaggiato evita di<br />

sorpassare le ore sei del difensore rilassando in una posizione ritardata al punto “2”, spingendo il bandito<br />

intorno in una prevedibile virata a sinistra. Un’inversione da parte del bandito a questo punto lo sottoporrebbe a<br />

un attacco con le mitragliatrici da parte del caccia ingaggiato.<br />

166


Nel frattempo il pilota del caccia libero tira su il muso in una zoomata in cabrata abbastanza ripida ed<br />

estende in linea retta. Guardandosi dietro le spalle al punto “2”, egli ha una bella visuale del combattimento e<br />

può cominciare a pianificare il proprio attacco. Il bandito si trova in una virata ascendente obliqua a sinistra<br />

poco profonda, e il caccia ingaggiato lo sta spingendo intorno al cerchio adoperando l’inseguimento ritardato in<br />

uno yo-yo basso. Se questa situazione prosegue il caccia ingaggiato alla fine tirerà all’interno della virata del<br />

bandito al fine di serrare le distanze e mantenere la pressione offensiva. Se il pilota del caccia libero può<br />

attaccare dall’esterno la virata del bersaglio, dal lato ventrale, avrà creato una forcella. Quindi, il pilota del<br />

caccia libero gioca la sua virata obliqua fra i punti “2” e “4” per un attacco dall’alto con le mitragliatrici contro<br />

il ventre del bandito al punto “4”. Un simile attacco non visto, ben pianificato, dovrebbe avere alte probabilità<br />

di successo.<br />

Una analisi di questo scontro mostra che il caccia ingaggiato ha fatto un buon lavoro nel mantenere la<br />

pressione offensiva sul bandito, occupando l’attenzione del difensore e costringendolo a una virata prevedibile<br />

per circa 270°. Questo ha dato al pilota del caccia libero il tempo necessario per proiettare il percorso di volo<br />

del bandito e posizionarsi per un tiro efficace. La cabrata del caccia libero al punto “1” serve a diversi scopi.<br />

Prima di tutto, l’estensione in linea retta dà al caccia libero del tempo finché non si determina il flusso del<br />

combattimento. Se il caccia ingaggiato avesse sorpassato al punto “2”, e il bandito avesse invertito, il<br />

combattimento avrebbe potuto procedere verso destra invece che a sinistra come illustrato.<br />

Evitando di impegnarsi immediatamente in una virata a sinistra o a destra al passaggio, il pilota del caccia<br />

libero si è conservato la possibilità di effettuare una virata obliqua a destra o a sinistra al punto “2” per<br />

ottimizzare il proprio attacco dopo che lo scontro si è fissato in uno schema prevedibile. L’estensione mette<br />

anche il caccia libero al di fuori dei limiti orizzontali del combattimento per facilitare un’entrata dal lato<br />

ventrale. Inoltre, allontanarsi dal combattimento e zoomare bene al di sopra del piano della virata del bandito<br />

accresce le possibilità che l’avversario perda di vista il caccia libero. Una piccola virata da una parte o dall’altra<br />

fra i punti “1” e “2” potrebbe essere giustificata se il pilota del caccia libero potesse approfittare del sole per<br />

mascherare il proprio attacco.<br />

La scelta del pilota libero di una cabrata al punto “1” può essere alterata anche dalle armi disponibili.<br />

Posizionarsi al di sopra del combattimento è piuttosto favorevole per un attacco con le mitragliatrici, poiché<br />

l’attacco dall’alto offre un margine d’errore più elevato e viene praticato spesso. I missili, tuttavia, portano ad<br />

altre considerazioni. Potrebbe essere preferibile, per esempio, estendere in picchiata al punto “1”, il che darebbe<br />

167


al caccia libero un tiro dal basso più desiderabile quando ritorna nel combattimento, oltre a generare una<br />

maggiore separazione dal bersaglio per delle considerazioni sulla portata minima del missile. Tale estensione<br />

verso il basso potrebbe anche ostacolare la visuale del difensore togliendo il caccia libero dalla quota del<br />

bandito, e mascherando probabilmente l’aereo contro il terreno. Per un attacco con missili RQ il pilota libero<br />

deve generalmente pianificare il tentativo per un ingresso dal lato ventrale e un lancio il più vicino possibile ai<br />

90° dalla coda del bersaglio sul lato ventrale (freddo). Anche se questo AOT elevato non è esattamente “regione<br />

posteriore”, potrebbe essere ideale per la guida del missile se è possibile l’acquisizione con questo aspetto. Un<br />

AAM lanciato contro il lato ventrale dl bersaglio tende a restarvi per la maggior parte del suo volo, rendendo<br />

poco probabile che il pilota del bersaglio lo veda. Mentre il bersaglio continua a virare lontano dal missile,<br />

viene presentato un aspetto sempre più di coda, il che diminuisce il grado di incrocio della rotta e migliora<br />

l’innesco nel finale. Pianificare un lancio con AOT di 90° dal lato ventrale fornisce anche un maggiore margine<br />

di errore, poiché se il pilota del caccia libero fosse leggermente in ritardo nel posizionarsi per il tiro, potrebbe<br />

avere ancora una buona opportunità di lancio RQ.<br />

Un’altra considerazione è pertinente in situazioni in cui il bandito è equipaggiato di missili ogni-aspetto.<br />

Nello scontro mostrato nella figura 5-10, il caccia libero presenta al bandito un magnifico tiro verso l’alto<br />

all’incirca al punto “3”.<br />

L’opzione dell’estensione in picchiata appena discussa per il caccia libero al punto “1” potrebbe fornire<br />

una certa protezione da questa situazione. Un’altra opzione per il caccia libero contro un missile ogni-aspetto è<br />

di cabrare ripidamente in verticale al punto “1”, rovesciarsi al culmine del combattimento, e attaccare il bandito<br />

dall’alto all’interno della sua virata, con le mitragliatrici o i missili ogni-aspetto. Questa manovra è stata<br />

illustrata nella figura 2-19. Restare all’interno della virata del bandito in questo modo gli impedisce di puntare<br />

verso il caccia libero per tirare e genera una specie di forcella in verticale col caccia ingaggiato che arriva da<br />

sotto. Tuttavia per il bandito è un po’ più facile difendersi, con una virata spezzata a sinistra nella direzione<br />

generica di entrambi gli antagonisti. È anche più probabile che il caccia libero venga visto in un attacco<br />

dall’interno (lato caldo) della virata del bandito.<br />

Al punto “2” nella figura 5-10 il pilota del caccia libero sceglie una virata obliqua a destra come ideale<br />

per il proprio attacco. Questa opzione è nota come “controcorrente”, poiché il caccia libero vira in direzione<br />

opposta rispetto alla corrente generale del combattimento, ad es., il caccia libero vira a destra mentre il bandito<br />

gira a sinistra. Questa opzione risulta piuttosto spesso nell’attacco più veloce per il caccia libero. In questo caso<br />

il caccia libero è in posizione quando il bandito completa circa 270° di virata. L’opzione “nella corrente”, col<br />

caccia libero che gira a sinistra in questo caso, avrebbe richiesto circa 360° di virata da parte del bandito perché<br />

il bandito raggiungesse una posizione di tiro.<br />

Anche se la manovra controcorrente di solito è più rapida, essa è anche più difficile. Durante le fasi finali<br />

dell’attacco (dal punto “3” al punto “4”), i caccia si avvicinano quasi frontalmente con una chiusura elevata e<br />

l’aspetto del bersaglio che cambia velocemente. Queste condizioni rendono molto critico sincronizzare l’attacco<br />

e portano a un gran numero di opportunità dio tiro perdute. Anche se l’attacco nella corrente prende più tempo,<br />

le cose cambiano molto più lentamente nella fase finale dell’attacco, così l’approccio può essere meno<br />

affrettato, con una sincronizzazione più facile e una maggiore precisione. Generalmente la manovra nella<br />

corrente risulta in una maggiore separazione per considerazioni di portata minima dei missili. Un altro fattore è<br />

il mantenimento della visuale del combattimento. In questo caso la virata controcorrente consente al pilota del<br />

caccia libero di osservare il bandito durante l’intera manovra. L’opzione nella corrente qui avrebbe richiesto di<br />

“calciare il combattimento attraverso la coda”, con ulteriori possibilità di perdere la visuale, almeno<br />

temporaneamente. Questa tuttavia non è una caratteristica generale della manovra nella corrente. In alcune<br />

situazioni le virate controcorrente richiedono di tirare il bandito attraverso la coda, così questo fattore va preso<br />

in considerazione nella pianifi9cazione dell’attacco del caccia libero.<br />

168<br />

Responsabilità Caccia Ingaggiato-Caccia Libero<br />

Sommariamente, la responsabilità principale del pilota del caccia libero nella dottrina della coppia libera è<br />

di abbattere il bandito il più rapidamente possibile, senza mettersi inutilmente in pericolo. In genere questo<br />

obiettivo viene raggiunto più efficacemente mantenendo la visuale del bandito, adoperando il piano verticale, e<br />

mantenendo un livello energetico elevato mentre si manovra verso il lato ventrale del bersaglio. Quando<br />

conviene, le condizioni ambientali vanno sfruttate per mascherare l’attacco (ad es., il sole o i nascondigli sul<br />

terreno). La responsabilità secondaria del pilota del caccia libero è di mantenere una copertura visuale difensiva<br />

per sé stesso e per il proprio gregario come protezione contro ulteriori minacce da aerei, SAM, eccetera.


Il pilota ingaggiato della coppia libera, dall’altro lato, ha principalmente la responsabilità di mantenere la<br />

pressione offensiva sul bandito per costringerlo a un percorso di volo prevedibile per il caccia libero. Se durante<br />

tale processo il bandito presenta un’opportunità, il pilota ingaggiato non deve esitare a spazzarlo via; ma in<br />

generale, se il bandito può essere costretto a un percorso di volo prevedibile, il caccia libero avrà l’opportunità<br />

più veloce di raggiungere una posizione letale. Il pilota del caccia ingaggiato deve impiegare inseguimento<br />

anticipato, puro o ritardato, yo-yo alto o basso, e attacchi in vite secondo necessità per restare una minaccia<br />

offensiva seria il più a lungo possibile senza consumare troppo la propria energia. Anche se il bandito può<br />

essere indotto a seguire un percorso di volo prevedibile da una posizione difensiva (ad es., la tecnica di<br />

trascinamento illustrata in figura 5-7), questa tecnica è meno desiderabile perché il bandito di solito ha<br />

l’opzione di sganciarsi o di passare la propria attenzione da un caccia all’altro in momenti critici, frustrando o<br />

ritardando l’esito desiderato per lo scontro. Il pilota del caccia ingaggiato deve quindi mantenere un livello<br />

energetico elevato ed esercitare un solido giudizio sulla quantità di pressione che può essere esercitata senza<br />

aumentare il rischio di passare sulla difensiva. Una volta intrappolato in una situazione difensiva seria, il caccia<br />

ingaggiato diventa più un ostacolo che un vantaggio per il caccia libero, specialmente in condizioni di forbice a<br />

bassa velocità, in cui il bandito è imprevedibile e troppo vicino al caccia ingaggiato per costituire un bersaglio<br />

sicuro. Ogni volta che si trova di fronte a un’imminente perdita dell’offensiva, o quando non può essere<br />

mantenuta un’efficace pressione offensiva, il pilota ingaggiato deve richiamare il suo gregario nel<br />

combattimento e assumere il ruolo di caccia libero se è praticabile. La responsabilità secondaria del pilota del<br />

caccia ingaggiato è di mantenere una sorveglianza visiva difensiva per sé e per il caccia libero. In pratica, dato<br />

che il caccia ingaggiato dovrà dedicare quasi tutta la propria attenzione al bandito, è probabile che la sua<br />

sorveglianza sia molto marginale, lasciando al caccia libero la maggior parte del carico difensivo. Dei caccia<br />

con un equipaggio di più elementi possono essere più efficaci da questo punto di vista, dato che i compiti<br />

offensivi e difensivi possono essere divisi fra i membri dell’equipaggio.<br />

Analisi della Dottrina della Coppia Libera<br />

La coppia libera ha qualche considerevole vantaggio su altre dottrine nello scenario due contro uno.<br />

L’impiego dei caccia in un rapporto tiratore/tiratore, anziché nei ruoli tiratore/copertura, come nel doppio<br />

attacco, risulta in una efficienza offensiva molto più grande. Quando una sezione combatte contro un avversario<br />

che vira meglio, la dottrina del doppio attacco di solito richiede un tempo considerevole per consumare<br />

l’energia del bandito prima che si possa ottenere una posizione di tiro efficace. La coppia libera, dall’altro lato,<br />

può fornire un’opportunità di tiro più velocemente, spesso entro un solo giro.<br />

Dal punto di vista difensivo, contro una minaccia singola, le dottrine del doppio attacco e della coppia<br />

libera sono essenzialmente identiche. In un ambiente non sterile, tuttavia, i caccia in coppia libera sono più<br />

vulnerabili all’attacco poiché l’attenzione del pilota del caccia libero è divisa fra responsabilità offensive e<br />

difensive. Facendo riferimento alla figura 5-10, ad esempio, notate come i caccia possano offrirsi ben poca<br />

assistenza reciproca al punto “2”. Una chiamata di “sgancio” da parte del gregario in caso di attacco da parte di<br />

un secondo bandito o dell’avvistamento di un SAM è praticamente tutto l’aiuto che possa essere offerto per un<br />

considerevole periodo di tempo coi caccia così ampiamente separati nella distanza e nella direzione di volo. Un<br />

buon caccia libero nel doppio attacco, tuttavia, sarebbe molto probabilmente alto sopra il combattimento al<br />

punto “2”, all’interno della virata del bandito, in una posizione molto migliore dal punto di vista difensivo.<br />

La sola difesa appropriata è l’offesa<br />

Air Vice-Marshal J. E. "Johnnie" Johnson, RAF<br />

Anche se il doppio attacco potrebbe fornire una difesa più efficace contro minacce inaspettate in un<br />

ambiente due contro uno non sterile, in alcuni casi la migliore offesa potrebbe essere davvero la migliore difesa.<br />

La carenza di efficienza offensiva nella dottrina del doppio attacco, in particolare quando i caccia si oppongono<br />

a un bandito che vira meglio, prolunga lo scontro in maniera non necessaria, assoggettando di conseguenza la<br />

sezione a un più elevato rischio di essere attaccata. In molti casi, in particolare in ambienti di minaccia bassa o<br />

media, la manovra della coppia libera permette alla sezione di concludere rapidamente lo scontro e di unirsi in<br />

una buona formazione difensiva prima di giungere sotto un secondo attacco. Una sezione che adopera la<br />

dottrina del doppio attacco correrebbe un rischio più elevato di vedersi balzare addosso un altro bandito, ma<br />

probabilmente sarebbe in grado di fendersi meglio da un attacco simile. In un ambiente con una minaccia molto<br />

elevata, tuttavia, quando anche una sezione in coppia libera può aspettarsi di essere assalita durante uno scontro<br />

169


due contro uno, il doppio attacco potrebbe essere la dottrina preferibile. Il doppio attacco diventa più pratico<br />

anche contro un aereo o un pilota molto inferiore, poiché lo scontro può essere concluso rapidamente.<br />

Le comunicazioni fra i caccia sono essenziali per una buona efficacia sia nella coppia libera che nel<br />

doppio attacco. Il pilota del caccia ingaggiato nel doppio attacco deve dare al caccia libero quanto più preavviso<br />

possibile prima di chiamarlo ad assumere il ruolo offensivo. Similmente, il pilota libero potrebbe aver bisogno<br />

di comunicare un’azione difensiva al pilota ingaggiato in caso di un secondo attacco.<br />

Nella coppia libera entrambi i caccia hanno compiti difensivi che richiedono delle comunicazioni. Inoltre,<br />

il pilota ingaggiato deve dire al suo gregario cosa sta cercando di costringere il bandito a fare e quanto si aspetta<br />

di riuscirvi. Nel frattempo, il pilota del caccia libero probabilmente ha un’immagine migliore dell’intera<br />

situazione e spesso può facilitare il lavoro dirigendo il pilota ingaggiato in modo da influenzare la virata del<br />

bandito in una direzione o nell’altra. Dal punto di vista difensivo questo può significare che il caccia ingaggiato<br />

trascina il bandito nella direzione migliore per la posizione del caccia libero. All’offensiva la manovra del<br />

bandito può a volte essere influenzata da sorpassi intenzionali e dando al bandito una certa separazione dei<br />

percorsi di volo durante un passaggio nella regione anteriore per indurre una virata nella direzione voluta. Tutte<br />

le direttive offensive da parte del pilota libero al caccia ingaggiato sono comunque solo dei suggerimenti, e il<br />

pilota ingaggiato non deve seguire nessuna direttiva che lo sottoporrebbe a rischi inaccettabili.<br />

Un’altra situazione che richiede comunicazioni rapide si verifica quando il bandito “svia” la propria<br />

attenzione da una caccia all’altro. Tale passaggio di solito richiede uno scambio dei ruoli caccia libero-caccia<br />

ingaggiato, e deve essere richiamato all’istante dal pilota che se ne accorge per primo. La coppia libera crea<br />

anche dei problemi nella definizione chiara dei ruoli caccia libero-caccia ingaggiato, poiché vi sono molti<br />

esempi in cui entrambi gli aerei attaccano simultaneamente. In genere è responsabilità del pilota libero<br />

annunciare il proprio attacco e chiedere uno scambio di ruoli se giudica di essere posizionato meglio per<br />

assumere i compiti di caccia ingaggiato. Nei casi in cui entrambi i caccia restano ingaggiati per un certo periodo<br />

di tempo, l’efficacia difensiva e offensiva viene danneggiata. Nessuno dei piloti è in grado di fornire<br />

un’efficace sorveglianza difensiva in questa situazione. Inoltre, i due caccia ingaggiati tendono a derivare verso<br />

lo stesso pezzo di cielo (in genere all’interno della virata del bandito), dove sono facili da vedere e possono<br />

essere combattuti come un solo aereo, come la situazione dell’ala da combattimento. I caccia tendono anche a<br />

mettersi l’uno sulla strada dell’altro, e aumenta il pericolo di collisioni a mezz’aria. La dottrina del doppio<br />

attacco soffre di meno problemi nella definizione dei ruoli perché le responsabilità vengono divise più<br />

chiaramente.<br />

Le comunicazioni sono sempre state un problema nel combattimento aereo, e probabilmente lo saranno<br />

sempre. È necessaria molta attenzione nell’addestramento per assicurare commenti tempestivi, descrittivi e<br />

brevi. Si devono adoperare dei segnali di chiamata personali e dei codici di abbreviazione, e tutte le<br />

comunicazioni di un pilota devono essere confermate dall’altro. Nelle situazioni di combattimento potrebbero<br />

esserci centinaia di caccia nell’area della stessa frequenza radio, che potrebbero rendere persino le<br />

comunicazioni essenziali virtualmente impossibili. Questa situazione va evitata ogni volta che è possibile con<br />

l’impiego di molte diverse frequenze tattiche (ma tutti i caccia in un’area di ingaggio locale devono avere la<br />

stessa frequenza), e bisogna osservare una rigida disciplina radio.<br />

Anche il disturbo intenzionale delle comunicazioni potrebbe far parte della vita in combattimento, e di<br />

solito viene praticato diffondendo un rumore ad elevata potenza sulle frequenze tattiche dell’avversario. Radio<br />

a prova di disturbo, trasmissioni brevissime, e frequenti cambi di canale possono offrire un certo sollievo.<br />

Anche operare a quota molto bassa può migliorare le comunicazioni, poiché il terreno può oscurare i<br />

trasmettitori di disturbo dell’avversario basati a terra.<br />

Spesso due piloti molto vicini possono comunicare adeguatamente anche attraverso il rumore. Questo,<br />

unito alle comunicazioni piuttosto ridotte richieste dal doppio attacco, potrebbe favorire questa dottrina rispetto<br />

alla coppia libera in condizioni di grave disturbo. Con la pratica entrambe le dottrine sono ancora utilizzabili in<br />

questo ambiente, ma ci si può attendere un’efficienza ridotta da entrambe. La dottrina dell’ala da<br />

combattimento è probabilmente meno influenzata dal disturbo delle comunicazioni (intenzionali o meno), ma a<br />

seconda del tipo di aereo del bandito, del suo armamento, e delle capacità del pilota, l’ala da combattimento<br />

potrebbe non essere efficace, né in difesa né all’offesa.<br />

Alcune forme di comunicazione non verbale possono essere utili in condizioni di comunicazioni<br />

disturbate o di silenzio radio. In formazioni pre-ingaggio molto serrate, si possono usare dei segnali manuali. In<br />

formazioni più ampie, si può segnalare con movimenti codificati dell’aereo del leader, come sbandate, brevi<br />

virate ripetute o piccole cabrate e picchiate.<br />

170


Altri segnali visivi, come scaricare un po’ di carburante, sganciare i serbatoi ausiliari e creare degli sbuffi<br />

dai postbruciatori, sono stati adoperati. Durante la prima guerra mondiale, prima dell’installazione delle radio<br />

sui caccia, anche delle pistole lanciarazzi con un codice di colori sono state ampiamente adoperate come<br />

strumenti da segnalazione.<br />

In aria non potete trovare un generale o un colonnello. Chi aveva più abbattimenti era il leader…<br />

Funzionava benissimo in guerra.<br />

Colonnello Erich "Bubi" Hartmann, GAP<br />

La complessità delle dottrine del doppio attacco e della coppia libera richiedono un grado elevato di<br />

addestramento ed esperienza dei piloti per essere efficaci. Mentre il gregario nella dottrina dell’ala da<br />

combattimento ha poche responsabilità a parte volare in formazione e mantenere una sorveglianza difensiva,<br />

non è certamente così nelle dottrine più avanzate. In particolare nella coppia libera, ad entrambi i piloti viene<br />

richiesto un livello elevato di responsabilità, abilità e giudizio.<br />

Per la massima efficienza i membri della sezione devono continuamente addestrarsi, parlare, mangiare e<br />

dormire insieme. Ogni membro della squadra deve sapere cosa sta pensando l’altro, cosa farà nelle varie<br />

situazioni, le sue forze e le sue debolezze. Questa conoscenza intima serve anche a ridurre il bisogno do<br />

comunicazioni in combattimento.<br />

Bisogna conoscere il proprio compagno di volo.<br />

Manovre Uno contro Due<br />

Barone Manfred von Richthofen<br />

Le precedenti discussioni hanno dimostrato la potenza e l’efficacia di due caccia che operano in appoggio<br />

reciproco contro un solo avversario. Ma che succede dall’altra parte della medaglia? Come può un solo caccia<br />

sopravvivere e persino prevalere quando viene superato in numero di due a uno? La risposta è “Con molta<br />

attenzione!” Prima di tutto il pilota del solitario, quando ingaggia due avversari, deve comprendere che sta già<br />

infrangendo una delle regole cardinali della guerra aerea: Non ingaggiare senza un vantaggio. Questo saggio<br />

consiglio può essere ignorato solo con grande rischio. In questo caso il pilota solitario è superato nel numero,<br />

così ha già un colpo contro di sé, e difficilmente potrà permettersene un altro. Egli dovrà soppesare tutti i fattori<br />

tattici con cura e tentare di ottimizzarli a suo favore.<br />

Manovre Offensive<br />

Bisogna costringere il nemico alla battaglia, non lasciarsi costringere alla battaglia.<br />

Maggiore Sholto Douglas, RAF<br />

6 Vittorie, 1ªGM<br />

(Maresciallo della RAF durante la II GM)<br />

Il vantaggio della sorpresa e dell’offensiva sono due dei fattori più importanti da prendere in<br />

considerazione. Il pilota solitario deve pedinare con cura le proprie vittime e ottenere una posizione favorevole<br />

prima di impegnarsi nell’attacco.<br />

Alto nell’emisfero posteriore della sezione, uscendo dal sole, è una posizione favorevole. Da un simile<br />

trespolo il caccia potrebbe essere in grado di picchiare non visto sulla sezione, serrare velocemente ed eliminare<br />

uno dei banditi prima che la sezione sappia cosa l’ha colpita. Se ci riesce, e si trova ancora in una posizione<br />

favorevole, l’attaccante potrebbe scegliere di prendere il bandito rimasto uno contro uno, o semplicemente di<br />

allontanarsi in picchiata e sganciarsi ad alta velocità. Se il primo attacco non ha successo, di solito si richiede la<br />

soluzione dello sganciamento. A seconda di considerazioni sull’armamento e sull’ambiente, anche altri attacchi<br />

potrebbero essere fattibili o persino preferibili, ma l’approccio in picchiata dall’alto ha sempre avuto più<br />

successo.<br />

Se dovete combattere solo con gli occhi, non adoperando strumenti [come] il radar… allora la prima cosa<br />

che faccio è andare verso il sole e uscire dal sole quando comincio l’attacco… Con gli occhi volate sempre nel<br />

sole e fate in modo da non avere mai il sole nella porta di servizio… È molto pericoloso.<br />

Colonnello Erich "Bubi" Hartmann, GAP<br />

171


Quando si prepara a ingaggiare offensivamente una sezione, il pilota solitario si trova di fronte la scelta di<br />

quale bandito attaccare per primo. In genere la scelta migliore è il bandito più vulnerabile, che di solito è quello<br />

più indietro nelle formazioni scaglionate o in scia. L’emisfero posteriore di questo bandito “risucchiato” è<br />

probabilmente meno sorvegliato visivamente, facilitando la sorpresa. Inoltre, il bandito “acuto”, quello più<br />

avanti nella formazione, richiederà un certo tempo per essere aggirato in modo da giungere in posizione per<br />

appoggiare il gregario. La figura 5.11 rappresenta il metodo preferito per attaccare una coppia scaglionata.<br />

Questa figura mostra una sezione di banditi in formazione scaglionata. Al punto “1” il solitario serra sul<br />

gregario da una posizione assai prossima a ore sei, probabilmente in picchiata per accrescere la velocità di<br />

chiusura e avvantaggiarsi della posizione del sole per la sorpresa, e per ottenere una maggiore velocità d’attacco<br />

per una eventuale fuga se l’attacco fosse avvistato o non avesse successo. L’area a ore sei in alto è molto<br />

difficile da difendere, ma potrebbe non essere ideale a causa di condizioni ambientali (ad es. nubi alte che<br />

potrebbero evidenziare l’attaccante) e dell’armamento, così potrebbe essere preferibile un approccio in cabrata.<br />

Un utile compromesso è di picchiare leggermente sotto la quota del bandito e poi attaccarlo dalle ore sei in<br />

basso in una lieve cabrata.<br />

A seguito dell’attacco iniziale sul gregario, il pilota singolo può giudicare la situazione e decidere se<br />

continuare l’attacco sul leader (traccia 2) o interrompere e saettare verso casa (traccia 2’). I fattori da<br />

considerare sono le condizioni del carburante, il grado della sorpresa conseguita, il successo del primo attacco,<br />

e le prestazioni relative degli aerei dei banditi e delle loro armi e piloti. Spesso un pilota singolo abbastanza<br />

aggressivo che riesce a conseguire un attacco di sorpresa può demoralizzare una sezione ostile al punto di farle<br />

dimenticare completamente il suo potenziale offensivo e reagire solo sulla difensiva. Lo scontro che segue<br />

descrive John Godfrey sul suo P-47 mentre effettua un attacco involontario su una coppia di ignari Me-109<br />

tedeschi che stavano evidentemente pedinando una formazione di bombardieri B-17 Flying Fortress (“Big<br />

Friends”).<br />

Quando vidi i due Me-109 alle spalle delle Fortezze, mi staccai dalla formazione e picchiai verso di loro.<br />

“Camicia Azzurro Porpora Uno, qui è Camicia Azzurro Porpora Due. Coprimi. Sto picchiando su due 109 che<br />

attaccano il box più arretrato dei Grossi Amici. Chiudo”<br />

Non ci fu risposta. Guardandomi alle spalle vidi che nessuno mi seguiva, ma era troppo tardi per cambiare<br />

idea; mi ero dedicato all’attacco e dovevo proseguirlo. C’era una copertura di nubi in basso, e forse questo<br />

influenzò il mio giudizio.<br />

I due Me-109 volavano beatamente inconsapevoli del mio approccio da 8.000 piedi sopra di loro. Il loro<br />

Numero Due volava più indietro come facevamo noi. Per questo motivo lo scelsi come mio primo bersaglio, e<br />

quando le sue ali toccarono entrambi i cerchi esterni del mio collimatore, gliele diedi. Dei colpi apparvero su<br />

tutto l’aereo e il suo motore prese improvvisamente a fumare. Volando ancora più veloce del Me-109 di testa,<br />

172


sbandai verso di lui e premetti di nuovo il pulsante di sparo. Colpi dappertutto, ma volava ancora. Mi raddrizzai<br />

in linea di fila con lui e sparai di nuovo. Pezzi del suo aereo volavano via. Col dito premuto fermamente sul<br />

pulsante di sparo osservai i frenetici sforzi del pilota mentre si ergeva in piedi nella carlinga e si gettava su un<br />

lato, precipitando accanto a me. Tirai su il mio aereo e lentamente la mia velocità all’aria diminuì.<br />

Come spiegato, la formazione in linea di fronte normalmente offre alla sezione la migliore osservazione<br />

difensiva e il potenziale di manovra. Attaccare una formazione in linea di fronte è quindi un po’ più difficile.<br />

Ancora una volta, bisogna pedinare la preda per raggiungere una posizione favorevole prima di attaccare. In<br />

questo caso non c’è un ritardatario da beccare, ma certe aree sono generalmente più vulnerabili di altre. Per<br />

esempio, dato che i compiti principali del gregario sono di mantenere la posizione col suo leader e di coprire<br />

visivamente il suo emisfero posteriore, quest’area è di solito ben difesa. Il leader, dall’altro lato, è spesso carico<br />

di responsabilità offensive e di navigazione e non deve osservare il gregario così attentamente per mantenere la<br />

posizione, così l’emisfero posteriore del gregario è solitamente meno ben guardato. Determinare quale sia il<br />

gregario in una formazione in linea di fronte non è sempre facile, ma concedendosi un po’ di tempo per<br />

l’osservazione, di solito l’attaccante può distinguere l’aereo del gregario come il caccia che manovra in maniera<br />

più radicale in un evidente sforzo di tornare in posizione dopo un cambio di direzione della sezione.<br />

Spesso ci sarà una certa separazione di quota fra i caccia, e tipicamente il gregario sarà il più alto dei due,<br />

concedendosi un certo margine energetico che può essere utile per mantenere la posizione durante manovre<br />

pesanti. Quando si esegue un attacco in picchiata, è di solito preferibile colpire per primo il bandito più in alto,<br />

poiché il bandito più in basso richiederà più tempo prima di diventare una minaccia a causa del suo livello<br />

energetico inferiore. Picchiare sul bandito permette anche di conservare l’impeto dell’attacco sul primo<br />

bersaglio anche contro il secondo. Inoltre, questa tecnica evita all’attaccante di trovarsi alla stessa quota dei<br />

banditi prima dell’Attacco, riducendo le possibilità di essere visto. La guardia visiva dei banditi di solito è<br />

migliore nella fascia della loro quota.<br />

Come in molti aspetti della tattica, c’è una certa differenza di opinioni sul fatto se attaccare il leader o il<br />

gregario di una sezione.<br />

Se attaccate una formazione… che è dispiegata… in maniera tale che il rischio è uguale nell’attaccare<br />

entrambi gli aerei, prendetevela sempre con quello che sembra guidare; potrebbe essere un colpo grosso!<br />

Group Captain Reade Tilley, RAF<br />

Il leader nella maggior parte dei casi sarà più esperto e più pericoloso, e quindi sarà il bersaglio più<br />

prezioso; ma è probabile che sia anche più difficile da sorprendere. È vero che una volta eliminato il leader<br />

della sezione, il gregario sarà meno efficace come singolo, rendendo più facile ottenere una doppietta. Se un<br />

leader continua a perdere gregari, tuttavia, non resterà un leader molto a lungo, e potrà essere beccato dopo che<br />

sarà stato degradato a gregario.<br />

Le qualifiche del tempo di pace per le promozioni – età e anzianità – non valgono in guerra.<br />

Air Vice-Marshal J. E. “Johnnie” Johnson, RAF<br />

Mantenendo uguale tutto il resto, un attacco da destra contro la sezione nemica è spesso più efficace.<br />

Questo perché la normale configurazione dei comandi di un caccia, pensata per un destrorso, rende più difficile<br />

per il pilota girarsi sulla destra che sulla sinistra per un controllo visivo. Per lo stesso motivo, le virate difensive<br />

spezzate sulla destra sono di solito un po’ più lente.<br />

Attaccate sempre un caccia nemico solitario leggermente al tribordo della linea di poppa, poiché il 95%<br />

dei piloti mantiene un controllo visivo migliore sul lato di babordo, poiché è più naturale girare sia il corpo che<br />

l’aereo a sinistra.<br />

Group Captain Reade Tilley, RAF<br />

Quando è necessario attaccare una sezione da sotto, il bandito più in basso è di norma il bersaglio<br />

prescelto. Bisogna riconoscere, tuttavia, che il bandito più in alto avrà una maggiore energia del bersaglio, e<br />

potrà quindi diventare più rapidamente una minaccia. Di norma non andrebbe eseguito un attacco ascendente, a<br />

meno che l’attaccante non possa mantenere un significativo margine di velocità sui banditi. Anche così, il pilota<br />

solitario non deve prevedere di restare col bandito basso per più di un rapido e aggressivo attacco, prima di<br />

volgere la propria attenzione al bandito più in alto.<br />

173


La figura 5-12 illustra un metodo di attacco contro una sezione in linea di fronte. In questo scenario, la<br />

sezione dei banditi è in linea di fronte, col gregario scalato in alto sul fianco destro. Al punto “1” il caccia<br />

picchia sul gregario da una posizione in alto e leggermente all’esterno della sezione. A parte le ragioni già<br />

discusse, un attacco dall’esterno della sezione sul lato del gregario è stato scelto in questo caso per diversi altri<br />

motivi. Primo, quest’area riceve una minore attenzione visiva dal pilota dell’aereo bersaglio, poiché l’area<br />

principale sotto la sua responsabilità si trova all’interno, verso le ore sei del leader e della sezione nel suo<br />

complesso. Secondo, un tale approccio accresce la distanza fra l’attaccante e il leader della sezione sul lato<br />

opposto della formazione e gli presenta un profilo ridotto, ed entrambe le cose limitano le possibilità che<br />

l’attaccante venga rilevato dal leader. Terzo, quest’angolo di avvicinamento fornisce una buona visuale di<br />

entrambi i banditi durante l’attacco.<br />

Sempre da sopra, raramente allo stesso livello, mai al di sotto.<br />

Major Edward “Mick” Mannock, RAF<br />

In questo esempio, l’attacco viene avvistato quando il caccia si avvicina alla portata massima di tiro dei<br />

missili, e il bersaglio si sgancia. Se è possibile, a questo punto l’attaccante deve mettere un missile in aria,<br />

anche se è ancora fuori dai parametri, giusto per dare al bandito qualcosa a cui pensare diverso dal supporto<br />

reciproco. Che l’attacco iniziale riesca o meno, la picchiata porterà l’attaccante attraverso la sezione e giù verso<br />

il successivo bersaglio (o minaccia). In questo caso entrambi i banditi rompono in direzione dell’attaccante,<br />

consentendo al caccia di scivolare sul leader, che si è ritrovato in scia. Questa è una situazione davvero<br />

vantaggiosa per l’attaccante, poiché ora può lavorare sul leader tenendo d’occhio al tempo stesso il gregario<br />

sullo stesso lato dell’aereo. La posizione del gregario sul davanti lascia al caccia solitario un sacco di tempo per<br />

martellare il leader prima di doversi preoccupare della seconda minaccia. Il punto “2” presenta anche una<br />

situazione ideale per la fuga, in cui l’attaccante può invertire e allontanarsi in picchiata, a ore sei di entrambi i<br />

banditi (traccia fino al punto “3”).<br />

Se siete in svantaggio, è bene non restare mai troppo a lungo dietro a una macchina.<br />

Lt. Colonel W. A. "Billy" Bishop, RAF<br />

Le Figure 5-6 e 5-7 illustravano la mezza spaccata, una delle contromosse più efficaci offerte dalle<br />

dottrine del doppio attacco e della coppia libera contro attacchi simili. La figura 5-13 mostra una tecnica che<br />

l’attaccante può usare in risposta alla manovra difensiva della mezza spaccata. Qui la scena iniziale è identica a<br />

quella della figura 5-12. Ancora un volta l’attaccante deve mettere un missile in aria a questo punto, poiché<br />

174


evidentemente è stato visto e non deve più preoccuparsi che la fumata del missile tradisca la sua posizione.<br />

Anche se a questo punto viene lanciato solo a effetto, un ordigno per aria dà all’attaccante un grande vantaggio<br />

psicologico, ipotizzando ovviamente che il suo carico bellico gli permetta un simile spreco. È verosimile anche<br />

che un bersaglio sotto attacco da parte di un missile spenda molta più energia nella manovra difensiva,<br />

rendendolo meno minaccioso in seguito.<br />

Il pilota del caccia più a sud (il leader in questo caso), determinando di non essere immediatamente<br />

minacciato per il momento, estende per guadagnare separazione dal suo gregario. Anziché premere per un<br />

passaggio con le mitragliatrici sul bersaglio originario, o sganciarsi verso il secondo bandito come nella figura<br />

5-12, l’attaccante allenta in una posizione ritardata sul bandito a nord mentre tiene un occhio sul bandito più a<br />

sud. Al punto “2” l’attaccante non è ancora arrivato al sorpasso del bersaglio originario, e ha creato una certa<br />

confusione su quale sia il bandito minacciato. L’attaccante sta davvero inseguendo il bandito a sud, o sta<br />

stabilendo una posizione ritardata su quello più a nord? Una condizione scarica, o una lieve virata con una<br />

ripida sbandata verso il bandito a nord, potrebbe rendere più efficace questa finta, finché si riesce a tenere<br />

d’occhio l’altro bandito. Quando l’attaccante è equipaggiato di mitragliatrici, questa posizione ritardata può<br />

essere molto minacciosa per il bandito più a nord, poiché un’inversione della sua direzione di volo a questo<br />

punto lo assoggetterebbe ad un attacco con le mitragliatrici col gregario probabilmente troppo lontano per<br />

offrire un qualsiasi aiuto. Se l’attaccante è equipaggiato di soli missili, questo tranello potrebbe essere meno<br />

credibile, ma ancora efficace.<br />

Al punto “2” il bandito a nord ha volto la coda al gregario e sta aprendo molto rapidamente. Con una<br />

grande separazione in distanza e direzione di volo, ci vorrà un po’ di tempo prima che il bandito a nord possa<br />

essere di qualche aiuto al leader. A questo punto l’attaccante cambia bersaglio e insegue il secondo bandito, il<br />

cui pilota continua a trascinarlo e chiama il gregario per una forchetta. Purtroppo per i banditi, la spaccata ha<br />

generato a questo punto una separazione tale che il gregario non può tornare nel combattimento abbastanza<br />

presto. Fra i punti “3” e “4”, l’attaccante fa un passaggio con le mitragliatrici o i missili sul secondo bandito, e<br />

poi inverte, uscendo dallo scontro al punto “5”. L’attaccante deve comprendere che fra i punti “2” e “4” sarà<br />

preso in una forchetta e molto probabilmente perderà la visuale del primo bersaglio mentre si concentra sul<br />

secondo. Egli dovrà quindi essere consapevole della fluidità della situazione e fare attenzione a non premere il<br />

suo secondo attacco troppo a lungo o a non virare tanto da essere trascinato indietro verso il primo bandito,<br />

dove la fuga potrebbe essere incerta. Notate che al punto “5” i banditi si incontrano quasi frontalmente, col<br />

175


mutuo supporto interrotto e la sezione nello scompiglio. Ci vorrà un po’ di tempo prima che questi banditi<br />

possano riunirsi in una formazione difensiva efficace per parare ulteriori attacchi.<br />

Il punto “2” dello scontro precedente è critico. Lo scambio dell’attaccante a questo punto sottopone la<br />

coordinazione dei banditi al massimo sforzo. Se il bandito a nord non eseguisse un inversione in questo punto,<br />

si troverebbe arenato nel campo a destra, ancor più lontano dall’azione.<br />

Riassumendo, quando il pilota di un caccia singolo attacca una sezione, deve ricercare l’elemento<br />

sorpresa. Un attacco nell’emisfero posteriore del bandito più arretrato è generalmente l’ideale. L’attacco<br />

dovrebbe essere pianificato in modo che i banditi possano essere minacciati uno per volta, con la minaccia<br />

minima per l’attaccante da parte dell’altro bandito. Se l’attaccante viene avvistato, deve generare il massimo<br />

della confusione sparando e cambiando nei momenti critici. Se possibile entrambi i banditi devono essere tenuti<br />

d’occhio, e la concentrazione su un solo bandito deve essere tenuta al minimo. Se i banditi restano con le ali<br />

saldate, possono essere ingaggiati come un solo avversario, col gregario come bersaglio più probabile. Quando i<br />

banditi impiegano una spaccata efficace, tuttavia, è generalmente non va a favore del singolo ingaggiarsi in un<br />

combattimento prolungato. In questo caso l’attaccante deve cercare di evitare una forchetta mantenendo<br />

entrambi i banditi sullo stesso lato del proprio aereo, e deve pianificare un colpisci e scappa a meno che uno dei<br />

banditi non venga distrutto rapidamente o il singolo non abbia un vantaggio significativo nell’armamento, nelle<br />

prestazioni o nell’addestramen-to.<br />

Manovre Difensive<br />

Parlando in generale, a meno che il caccia singolo non abbia un tremendo vantaggio di armamento o<br />

prestazioni, manovrare a lungo con una sezione di avversari ben coordinati può essere poco salutare e non è<br />

raccomandabile. Bisogna ricercare l’elemento sorpresa e un vantaggio offensivo nello sforzo di ridurre<br />

rapidamente lo svantaggio a una situazione uno contro uno più gestibile. Se non si può raggiungere questa<br />

meta, l’obiettivo del pilota singolo sarà di sganciarsi e vivere per combattere un altro giorno.<br />

La velocità è vita.<br />

Manuale di tattica israeliano<br />

Tuttavia, il lusso della sorpresa e di un vantaggio offensivo non è sempre disponibile, quindi il pilota da<br />

caccia ben vestito deve avere qualche tecnica nell’armadio per sopravvivere a un attacco da parte di una sezione<br />

avversaria finché non riesce a generare un’opportunità di fuga o finché non arriva un aiuto. La teoria generale<br />

qui è di mantenere entrambi i banditi in vista, o di averne uno sott’occhio e avere una buona idea della<br />

posizione e della potenziale minaccia dell’altro, e tentare di evitare situazioni difensive critiche. Di regola,<br />

l’energia deve essere conservata religiosamente, ma ci sono occasioni in cui l’energia deve essere scambiata<br />

con una posizione. Gli esempi che seguono dovrebbero servire a illustrare alcune di queste tecniche.<br />

176


Nella figura 5-14 il caccia singolo viene avvicinato da una sezione ostile che comincia una spaccata<br />

offensiva a nord e a sud al punto “1”, nel tentativo di fare forcella, come mostrato nella figura 5-3. Il pilota<br />

singolo sceglie un lato della formazione nemica e vira bruscamente (ma senza sprecare energia) in quella<br />

direzione, cercando di uscire dalla forchetta (punto “2”). Nello scegliere una direzione di virata, il singolo deve<br />

prendere in genere il lato del caccia ostile più vicino, se c’è una differenza discernibile nelle distanze. In<br />

risposta a questa tattica, il bandito deve continuare ad allontanarsi dal suo gregario per ottenere una forchetta. Il<br />

gregario avrà bisogno di un certo tempo per reagire alla situazione e cominciare la sua virata per rientrare<br />

nell’azione. A questo punto (punto “2”) il bandito a nord è stato lasciato in qualche modo fuori dal<br />

combattimento, mentre l’altro bandito se ne allontana, sicché il singolo sorpasserà il bandito più a sud molto<br />

prima che il gregario possa mettersi in posizione di tiro RQ.<br />

Mentre la situazione si sviluppa, il pilota solitario deve guardare attentamente il bandito più a nord per<br />

osservarne le reazioni. Se questo reagisce rapidamente, potrebbe essere in grado di guadagnare una posizione<br />

offensiva efficace prima che il solitario sorpassi il bandito a sud. Questo potrebbe richiedere al singolo di<br />

tornare di nuovo a sinistra per negare l’attacco dal nord. In generale, il passaggio al bandito al nord deve essere<br />

ritardato il più a lungo possibile senza consentirgli di guadagnare un eccessivo vantaggio di posizione. Quanto<br />

significa eccessivo dipende dalle prestazioni relative dei caccia e dall’armamento del bandito. Se il solitario può<br />

rimandare fino a passare all’esterno del bandito a sud, è probabile che quest’ultimo viri a sud (muso-coda col<br />

solitario), mettendo i banditi in scia (punto “3”). Lasciare al primo bandito una certa separazione delle rotte di<br />

volo al passaggio potrebbe indurre il suo pilota a virare verso sud, come mostrato. Ora il solitario può tornare<br />

bruscamente indietro a sinistra per negare al gregario l’attacco da nord. Se i banditi hanno missili ogni-aspetto,<br />

il solitario deve essere preparato a effettuare una manovra difensiva in torno al punto “3”. A questo punto il<br />

solitario non corre più alcun pericolo immediato per il primo bandito, e può concentrarsi sulla difesa dal<br />

secondo. Se al secondo bandito non è stato concesso un vantaggio di posizione significativo, il suo attacco può<br />

essere sventato e il solitario dovrebbe essere in grado di sganciarsi prima che il primo bandito possa tornare nel<br />

combattimento.<br />

Lasciare al primo bandito un piccolo vantaggio offensivo al passaggio lo induce ad avviare una virata di<br />

ingaggio. Di conseguenza, è probabile che i piloti di entrambi i banditi si considerino nel ruolo di “caccia<br />

ingaggiato”, generando confusione e riducendo l’efficacia della manovra di doppio attacco o coppia libera.<br />

Quando si riesce a indurre i banditi a virare nella stessa direzione come in questo caso, il loro appoggio<br />

reciproco, sia offensivo che difensivo, è scarso.<br />

Una tattica nella quale i 109 sono particolarmente abili è nota come “Boxing”. I 109 arrivano in cima e si<br />

separano in due gruppi, uno su ogni tuo lato. All’improvviso un gruppo viene giù per attaccarti dal traverso. Tu<br />

viri per andare incontro all’attacco, l’altro gruppo arriva e si siede sulla tua coda. Se stai guidando una sezione<br />

o una squadriglia puoi fregarli facilmente impiegando metà della tua forza per guardare un lato e l’altra metà<br />

per l’altro. Quando ti trovi da solo e due ti inscatolano, è facile, sempre che lavori velocemente. Quando il<br />

primo comincia la sua picchiata, tagli la manetta, strappi il muso in virata, spari uno spruzzo veloce davanti a<br />

lui, poi scivoli in una rozza mezza vite, tieni la barra bene indietro, e recuperi rapidamente in una virata in<br />

scivolata. Il secondo 109 ti avrà perso di vista sotto la sua ala. Dovresti essere in una buona posizione per<br />

cabrare e dargli una raffica a breve distanza.<br />

177


Una sezione di banditi ben coordinata, tuttavia, spesso può impedire al solitario di arrivare fuori dalla<br />

sezione al passaggio. Questo accade quando il pilota del bandito libero (in questo caso il bandito più a nord)<br />

reagisce rapidamente alla virata del caccia singolo lontano da lui. La figura 5-15 mostra questa situazione.<br />

Come nello scenario precedente, la sezione dei banditi si separa al punto “1” e il caccia risponde con una virata<br />

verso sud. Questa volta, tuttavia, il bandito a nord reagisce rapidamente, tornando indietro per serrare sul<br />

solitario e applicare una pressione immediata. Se il difensore continua nel suo tentativo di arrivare all’esterno<br />

del bandito a sud, il bandito a nord otterrà una posizione davvero minacciosa. Ancora una volta il difensore<br />

rimanda il più a lungo possibile, e poi vira duramente a sinistra per negare l’attacco del bandito a nord (punto<br />

“2”). Così facendo, il solitario deve allontanarsi dal bandito a sud, dandogli della separazione laterale e<br />

probabilmente un certo vantaggio di posizione. In questo caso il pilota del caccia più a sud sceglie di<br />

avvantaggiarsi di questa separazione laterale, virando attraverso la coda del caccia e arrivando in una posizione<br />

testa a testa al punto “3”.<br />

La situazione del solitario al punto “3” dipende in maniera pesante dalle armi coinvolte e dalle prestazioni<br />

relative degli aerei. Quando il solitario è più veloce, potrebbe essere in grado di fuggire, come mostrato dal<br />

percorso di volo tratteggiato verso il punto “4”. Se il solitario è più lento, il difensore potrebbe non avere<br />

l’opzione della fuga, ma la stessa carenza di velocità e il probabile vantaggio nel raggio di virata del suo caccia<br />

potrebbero essere adoperati per balzare sul bandito ingaggiato (l’origi-nario bandito a sud), che ha virato testa a<br />

testa. Il bandito libero (in origine il bandito a nord) ha sorpassato ed è stato gettato fuori dal combattimento.<br />

Questo dà al pilota solitario una quantità considerevole di tempo per concentrarsi sul bandito ingaggiato prima<br />

che il bandito libero possa ridiventare una minaccia. In questa situazione una mitragliatrice sarebbe molto<br />

preziosa per il solitario, poiché quest’arma darebbe probabilmente risultati più rapidi contro il bandito<br />

ingaggiato nella forbice piana o in vite che probabilmente si svilupperà. Qui il compito del solitario è di<br />

distruggere rapidamente il bandito ingaggiato, ma per farlo non deve rallentare al punto da rendere impossibile<br />

la difesa contro il bandito libero. Il pilota del caccia libero ha anche la disperata necessità di riacquisire e<br />

seguire visivamente il bandito libero.<br />

Questo potrebbe essere difficile, poiché molto probabilmente si perderà temporaneamente la visuale al<br />

sorpasso che avviene al punto “3”, ma riacquistarla è importante per determinare il punto al quale il caccia<br />

singolo deve abbandonare il bandito ingaggiato e difendersi dal bandito libero.<br />

Anche se il bandito libero non viene riacquisito visivamente, tuttavia, il compito del suo pilota non è<br />

semplice. Egli deve fare molta strada per ricongiungersi al combattimento, e il pilota di un bandito ingaggiato<br />

che lotta per la vita non può rendere prevedibile il caccia singolo. Il bandito libero verosimilmente avrà anche<br />

un grosso vantaggio di velocità quando rientrerà nell’azione, il che rende critico e difficile scegliere il momento<br />

dell’attacco. Inoltre, inseguire un aereo con le mitragliatrici in una forbice, in particolare una forbice in vite, è<br />

quasi impossibile, e sganciare un missile in una forbice a bassa velocità è come gettare una moneta per decidere<br />

quale aereo è il bersaglio.<br />

178


Un abbattimento è un abbattimento.<br />

Anonimo<br />

La figura 5-16 mostra come il pilota singolo può rispondere all’attacco del caccia libero più avanti in<br />

questo scontro. Al punto “4”, il solitario ha guadagnato un buon vantaggio sul bandito ingaggiato nella forbice,<br />

ma non è stato in grado di dare il colpo di grazia. Nel frattempo il bandito libero sta rientrando nel<br />

combattimento da sud. Il pilota del solitario vede il bandito libero e determina che un’inversione per continuare<br />

la forbice metterebbe l’attaccante in un vantaggio troppo grande. Quindi il solitario si sgancia dal bandito<br />

ingaggiato per difendersi dal bandito libero, generando un sorpasso al punto “5”. A questo punto il difensore ha<br />

l’opzione di tentare una fuga (il percorso tratteggiato fino al punto “6’”) o di continuare lo scontro invertendo<br />

come mostrato dal percorso fino al punto “6”. Contro banditi molto più veloci, la prima opzione potrebbe non<br />

essere disponibile, e se viene tentata il difensore dovrà osservare attentamente i banditi per determinare se ne<br />

hanno abbastanza o intendono spingere il loro attacco. la seconda opzione è essenzialmente una ripetizione<br />

della fase precedente dello scontro; ovvero, malmenare un bandito (in questo caso quello che ha appena<br />

sorpassato) mentre si tiene traccia dell’altro.<br />

Se i banditi portano dei missili ogni-aspetto, essi possono rendere molto pericolosi degli scambi come<br />

quelli della figura 5-16. In questo caso una stretta vicinanza al bandito ingaggiato potrebbe essere la migliore<br />

protezione per il solitario contro il bandito libero. Il bandito ingaggiato può essere adoperato come scudo fino a<br />

quando il bandito libero non raggiunge la portata minima per i suoi missili, e dopo il solitario potrà effettuare lo<br />

scambio con più sicurezza.<br />

L’F-4 aveva dei postbruciatori che formavano una fonte di calore più calda dei MiG, e con il MiG e il mio<br />

gregario entrambi in vista era difficile tirare, per timore che il missile colpisse il mio “wingie”.<br />

Commander Randy "Duke" Cunningham, USN<br />

Tornando per un momento alla figura 5-15, e ipotizzando che i banditi siano più manovrabili ma più lenti,<br />

il solitario non può semplicemente permettersi di rimanere legato uno contro uno col bandito ingaggiato come<br />

appena delineato. Il successo in una simile impresa richiede delle tattiche energetiche. Come descritto nei<br />

capitoli precedenti, le tattiche energetiche comportano un processo piuttosto prolungato di virate molto<br />

prevedibili per consumare l’energia dell’avversario, quindi qualche tipo di zoomata in candela in un momento<br />

critico per convertire un margine energetico in un vantaggio di posizione. Contro dei banditi che adoperano la<br />

dottrina del doppio attacco, si può lasciare che questo processo continui per un po’, poiché di solito sembrerà<br />

che il bandito ingaggiato stia vincendo lo scontro nei primi stadi. In questo caso ci si può aspettare che il<br />

bandito libero rimanga fuori dal combattimento, ma avrà l’opportunità di conservare la propria energia. Le<br />

tattiche energetiche richiedono al pilota solitario di dedicare grandissima attenzione al bandito ingaggiato e alle<br />

sue prestazioni, il che ostacola la possibilità di tenere d’occhio il bandito libero.<br />

179


Quando si raggiunge il momento adatto per la zoomata, il bandito libero con una elevata energia potrebbe<br />

essere benissimo in una posizione minacciosa. Al pilota del caccia solitario sarebbe necessaria una tecnica quasi<br />

sovrumana e un sacco di fortuna per scegliere correttamente il momento della sua zoomata in modo da essere<br />

immune da entrambi i banditi. I missili dei banditi rendono questo processo ancor più pericoloso, poiché i tiri<br />

verso l’alto contro un bersaglio molto lento saranno verosimilmente superiori alle opportunità verso il basso del<br />

solitario. È molto difficile anche nascondere un aereo nel sole contro due banditi molto distanziati.<br />

Se i banditi impiegano la tecnica della coppia libera, la stessa prevedibilità e il tempo richiesti nelle<br />

tattiche energetiche consentiranno di solito a un bandito libero ben pilotato di raggiungere una posizione<br />

offensiva efficace, spesso non visto. Alla luce di queste realtà non è raccomandato che un caccia con un elevato<br />

carico alare tenti uno scontro prolungato con un aereo della sezione di banditi. Invece il pilota solitario deve<br />

mantenere un’energia elevata e adoperare la velocità superiore del suo aereo per separarsi dal combattimento<br />

ogni volta che se ne presenti la possibilità. Il punto “3” della figura 5-15 è uno di questi punti, seguendo dei<br />

passaggi successivi nel quarto anteriore con entrambi i banditi. Il solitario con un elevato T/W potrebbe essere<br />

in grado di estendere da entrambi i banditi (linea tratteggiata verso il punto “4’”), avendo cura di osservare<br />

almeno l’avversario più minaccioso, probabilmente quello sulla sinistra (l’originario bandito a sud) in questo<br />

caso.<br />

Contro banditi armati di sole mitragliatrici, qui la fuga potrebbe essere possibile. Quando gli avversari<br />

sono equipaggiati di missili, tuttavia, potrebbe essere ben presto necessario difendersi da un ordigno, passare<br />

ancora una volta attraverso i banditi, e tentare un’altra estensione. Questo processo può essere ripetuto (ovvero,<br />

cercare di uscire da una forcella e superare ciascun bandito uno alla volta il più possibile frontalmente) finché il<br />

solitario non riesce a fuggire… almeno in teoria.<br />

Spesso possono sorgere dei problemi quando il pilota solitario perde temporaneamente di vista uno dei<br />

banditi ed è allora gravemente minacciato. Mantenere un’energia adeguata è un altro problema, specialmente<br />

quando un singolo deve difendersi da missili ostili. Inoltre una ridotta autonomia di combattimento potrebbe<br />

costringere a una fuga in condizioni non ideali.<br />

In uno scenario in cui il caccia singolo ha un vantaggio di T/W molto grande su banditi non equipaggiati<br />

di missili ogni-aspetto, il pilota del caccia solitario può scegliere di restare ingaggiato offensivamente<br />

impiegando tattiche di estensione/rovesciata come quelle descritte nel capitolo precedente (figura 4-7). Finché<br />

180


entrambi i banditi possono essere mantenuti in vista, il pilota solitario può essere in grado di effettuare ripetuti<br />

passaggi attraverso la sezione ostile a velocità elevata, approfittando di tiri nella regione anteriore coi missili o<br />

con le mitragliatrici quando sono disponibili.<br />

Riassunto delle manovre uno contro due<br />

Anche se quello uno contro due non è certamente uno scenario attraente, ci sono numerosi esempi in tutta<br />

la storia del combattimento aereo in cui un singolo caccia, ben pilotato e aggressivo, è riuscito a massacrare una<br />

formazione avversaria. Gli ingredienti necessari includono l’ottenere un vantaggio offensivo per mezzo di un<br />

attacco a sorpresa colpisci e scappa, conservare un’energia elevata, e sapere quando sganciarsi. Quando viene<br />

preso in situazioni neutre o difensive, il pilota solitario deve manovrare per evitare una forcella mantenendo<br />

entrambi i banditi sullo stesso lato del proprio aereo, cercare di seguire entrambi gli avversari, conservare<br />

un’elevata energia, e cercare delle opportunità di fuga. Costretto a manovrare contro due avversari ben pilotati,<br />

il pilota di un singolo caccia deve essere particolarmente aggressivo nel tentativo di tagliare rapidamente lo<br />

svantaggio. Gli scontri prolungati da manovre per tentativi conducono inevitabilmente a situazioni difensive più<br />

gravi per il singolo.<br />

Note:<br />

1. Grover C. Hall, Jr., 1000 Destroyed, p. 209.<br />

2. John T. Godfrey, The Look of Eagles, pp. 107-8.<br />

3. Ibid., pp. 83-84.<br />

4. Group Captain Reade Tilley, "Fighter Tactics," USAF Fighter Weapons<br />

Review (Summer 1981), p. 10.<br />

181


182<br />

Capitolo 6<br />

Tattiche di sezione,<br />

Due contro Due<br />

I vantaggi del supporto reciproco e la potenziale efficacia delle manovre in sezione sono state descritte nel<br />

capitolo precedente. Il riconoscimento di questi benefici nel combattimento aereo è diventato quasi universale,<br />

sicché la coppia fa parte delle dottrine della caccia delle forze aeree della maggior parte delle nazioni da un<br />

certo tempo. Anche se molte dottrine prescrivono delle formazioni pre-ingaggio con più di due aerei, in<br />

particolare divisioni di quattro aerei, una volta ingaggiate queste divisioni si separano normalmente in elementi<br />

di due aerei, e i piloti tentano di coordinare le loro manovre e di fornirsi un appoggio reciproco. Nella maggior<br />

parte dei casi, queste coppie tentano anche di cooperare con l’altra sezione (o sezioni) della loro divisione<br />

originaria. Questa tecnica viene esaminata più in dettaglio nel prossimo capitolo.<br />

Poiché la coppia è diventata di così largo uso, il combattimento fra sezioni ostili è piuttosto comune, e<br />

quindi l’addestra-mento per questo scenario ha una grande importanza. Questo capitolo è dedicato agli elementi<br />

coinvolti nell’impiego di una sezione di caccia contro un’altra; ma prima di picchiare all’attacco<br />

dell’argomento, sono necessari alcuni commenti generici.<br />

Limiti umani e carico di lavoro<br />

Il tipo che non vedi ti ucciderà.<br />

Brigadier General Robin Olds, USAF<br />

Anche se le tattiche discusse qui sono basate su molti degli stessi principi introdotti nel capitolo<br />

precedente, sulla manovra due contro uno, in pratica l’aggiunta di uno o più aerei all’equazione fa un mondo di<br />

differenza. La ragione sono i limiti umani. La maggior parte delle persone può fare una cosa alla volta. Molte<br />

persone particolarmente abili e bene addestrate (si spera che questo gruppo includa i piloti da caccia) può<br />

eseguire due compiti contemporaneamente. Nel combattimento aereo questo potrebbe includere manovrare<br />

contro un bandito mentre si tiene traccia della posizione di un gregario e gli si fornisce una certa copertura<br />

visiva difensiva. Per il pilota del caccia libero dello scenario due contro uno, a seconda della dottrina, i compiti<br />

includono il controllo e il posizionamento del proprio aereo rispetto sia al bandito che al caccia ingaggiato e il<br />

tenere traccia dell’altro aereo (per non parlare delle proprie ore sei). Per essere gestibile, questo carico di lavoro<br />

richiede un esteso addestramento.<br />

Lo scenario due contro due complica ulteriormente le cose con l’aggiunta di un secondo bandito che<br />

richiede a sua volta di essere monitorato. Questo dà a ciascun pilota tre aerei da osservare durante delle pesanti<br />

manovre, mantenendo al contempo una certa facciata di osservazione difensiva contro ulteriori banditi.<br />

Risultato: Sovraccarico! Anche nell’ambiente sterile, pochissimi piloti da caccia riescono ad affrontare questo<br />

carico di lavoro in maniera coerente, senza riguardo per la quantità di addestramento ricevuto, un fatto che può<br />

turbare, considerata la probabilità di questo scenario in combattimento.<br />

[Come] quasi tutti gli altri piloti che arrivano per la prima volta faccia a faccia [col nemico] in aria, non<br />

riuscivo a comprendere che quelle erano vere, vive macchine ostili. Ero affascinato da esse e volevo girargli<br />

intorno per guardarle bene.<br />

Lt. Colonel W. A. "Billy" Bishop, RAF<br />

Le reazioni umane in condizioni di sovraccarico di lavoro sono un fenomeno ben fissato. Dapprima<br />

l’operatore dedica una minore attenzione a ciascun compito nel tentativo di completarli tutti. A un certo punto,<br />

tuttavia, questo processo porta a trascurare un processo, il che rende l’operatore inefficace in quell’area. A<br />

seconda dell’importanza relativa percepita di ogni compito, l’operatore potrebbe allora concentrarsi sul<br />

completamento di un compito a detrimento o esclusione degli altri, o lasciarlo cadere del tutto a favore di un<br />

compito più critico. Più a lungo sussistono queste condizioni di sovraccarico, più compiti verranno scartati per<br />

consentire all’operatore di concentrarsi sull’elemento percepito come maggiormente critico, risultando alla fine<br />

in ciò che potrebbe essere definita “ossessione da compito”. Gli studenti principianti di volo strumentale


possono mettere facilmente questo processo in relazione con la tendenza a fissarsi su uno strumento a<br />

esclusione di tutti gli altri durante momenti frenetici di volo cieco. Aggiungete a questa situazione lo stress del<br />

combattimento aereo, e il prevedibile risultato potrebbe essere definito, coi termini di un profano, come<br />

“Andare all’inferno in un canestro”.<br />

Chi si agita in combattimento farà sicuramente degli errori.<br />

Barone Manfred von Richthofen<br />

Cosa si può fare per ridurre l’impatto di questi noti limiti umani? La rotta più ovvia passa per la pratica e<br />

un costante addestramento, perché il pilota diventi esperto in ciascuno compito della propria missione e possa<br />

eseguire ognuno con meno attenzione e sforzi, lasciando così più tempo per gli altri. Anche procedure<br />

standardizzate e schemi abitudinari possono recitare una parte importante consentendo al pilota di svolgere<br />

“automaticamente” certe parti della missione nel suo complesso mentre dedica il cervello ad altro. È qui che<br />

delle solide fondamenta nelle basi della manovra aerea e nelle tattiche uno contro uno sono vitali. Il pilota non<br />

ha semplicemente il tempo per pensare alle tecniche ideali di virata e accelerazione, o se la situazione richiede<br />

uno yo-yo alto o un attacco in vite, se gli devono restare le facoltà mentali per gli altri elementi della sua<br />

missione. Meno concentrazione deve spendere il giocoliere su ciascun oggetto, e più palle potrà tenere in aria<br />

per più tempo. A differenza del nuoto e della bicicletta, tuttavia, le capacità richieste per il successo nel<br />

combattimento con più aerei vengono perdute rapidamente e devono essere continuamente praticate per essere<br />

conservate.<br />

Deve essere capace di fare un loop, di rovesciare la sua macchina, e fare varie altre “bravate” – non che<br />

queste siano davvero necessarie durante un combattimento, ma per il fatto di aver fatto queste cose parecchie<br />

volte acquista un’assoluta fiducia, e quando arriva il combattimento non si preoccupa di come si comporterà la<br />

macchina. Egli può dedicare tutto il proprio tempo a combattere l’altro tipo, la parte del pilotaggio viene<br />

d’istinto.<br />

Lt. Colonel W. A. "Billy" Bishop, RAF<br />

Il sovraccarico può essere ridotto anche riducendo il numero di compiti che ogni pilota deve eseguire per<br />

completare la sua missione. In certo modo questa è la base sulla quale sono costruite tutte le dottrine tattiche di<br />

supporto reciproco discusse in precedenza, ovvero, la divisione delle responsabilità. Adoperare la dottrina<br />

dell’ala da combattimento in uno scontro due contro due, ad esempio, consente al leader di combattere un<br />

bandito mentre tiene traccia dell’altro: solo due grossi compiti. Nel frattempo il gregario deve solo volare in<br />

formazione e mantenere una vedetta difensiva: di nuovo, solo due grossi compiti. Le tattiche, tuttavia, sono<br />

strade a doppio senso, poiché anche le tattiche dell’avversario vengono influenzate. In questo caso l’uso dell’ala<br />

da combattimento da parte di una sezione riduce il numero di aerei da osservare da parte della sezione opposta,<br />

poiché entrambi gli aerei dell’ala da combattimento rimangono abbastanza vicini da essere considerati come<br />

una singola unità. Questa tattica, quindi, rende più facile il lavoro dei caccia avversari, e potrebbe essere<br />

autodistruttiva. Evidentemente la scelta della dottrina tattica deve essere basata su tutti i fattori noti e<br />

prevedibili, e in molti casi anche su ipotesi e congetture.<br />

Un secondo metodo per ridurre il carico di lavoro del pilota è l’impiego di aerei con equipaggio multiplo.<br />

Un secondo uomo in ogni aereo può essere in grado di ricoprire alcuni dei compiti del pilota durante il<br />

combattimento, come tenere traccia di un bandito o svolgere compiti di vedetta difensiva per il proprio caccia o<br />

per il gregario. Il disegno e l’impiego di caccia con equipaggi multipli ha tuttavia delle contropartite, poiché<br />

essi sono di solito aerei più grossi, complessi e costosi, e spesso hanno prestazioni ridotte rispetto ai caccia<br />

monoposto.<br />

Un’altra strategia per minimizzare il sovraccarico sul pilota è rendere ognuno dei compiti necessari nel<br />

combattimento aereo il più semplice possibile. Questa è per lo più una funzione del progetto dell’aereo e dei<br />

sistemi d’arma. Ogni compito è composto da un gran numero di sotto-compiti, ciascuno dei quali richiede una<br />

parte dell’attenzione e del tempo del pilota. Ridurre il numero e la difficoltà di questi sotto-compiti rende il<br />

lavoro nel suo complesso più rapido e facile, rendendo libero il pilota di “tenere più palle in aria”.<br />

Caratteristiche desiderabili nel progetto di un aereo da caccia includono delle buone qualità di maneggevolezza<br />

in tutti i regimi operativi, motori affidabili che riescano ad incassare maltrattamenti, una visibilità dalla carlinga<br />

priva di ostacoli, e comunicazioni chiare e affidabili. Fattori come questi vengono spesso trascurati dai<br />

progettisti, ma essi possono essere importanti come gli altri preconizzatori dell’efficacia in combattimento di un<br />

183


caccia, come le prestazioni di virata, cabrata e velocità. Questo è particolarmente vero per gli scontri con più<br />

aerei. Un altro fattore importantissimo in questo ambiente sono le dimensioni relative degli aerei e gli effetti<br />

della mimetizzazione sulla rilevabilità visiva. Ovviamente il pilota preferirà volare sull’oggetto più piccolo in<br />

cielo al fine di rendere al suo avversario l’acquisizione visiva e la tracciatura il più difficoltose possibile.<br />

Nell’area dei sistemi d’arma, gli involucri efficaci e la letalità sono due dei fattori più importanti. La<br />

capacità ogni-aspetto è desiderabile, perché può ridurre di molto le manovre richieste per ottenere una posizione<br />

di tiro. Un’elevata letalità è necessaria perché il caccia sia in grado di distruggere il bersaglio alla prima<br />

opportunità. Il prezzo di tempo e attenzione necessari per un secondo tentativo potrebbe essere inaccettabile<br />

nell’ambiente ostile del combattimento. Altri fattori, meno evidenti, includono i ritardi dei sistemi d’arma,<br />

come i tempi di regolazione di collimatore e radar, che devono essere minimizzati; e dei requisiti di puntamento<br />

rilassati (ovvero, missili guidati con capacità di puntamento fuori asse). Gli interruttori per l’impiego dei<br />

sistemi d’arma devono essere ridotti al minimo, e il disegno e la disposizione devono mettere il pilota in grado<br />

di manipolarli senza guardare dentro la carlinga o togliere le mani o i piedi dai comandi dell’aereo. Inoltre, il<br />

pilota trarrebbe beneficio se tutte le letture e le informazioni necessarie per la piena operatività dell’apparecchio<br />

e dei sistemi d’arma fossero mostrati in modo che i suoi occhi possano rimanere fuori dalla carlinga per tutto il<br />

tempo dello scontro.<br />

Non dico di aver combattuto questa azione in maniera ideale, ma condussi la mia formazione in una<br />

posizione di tiro piuttosto favorevole. Via la sicura dagli interruttori delle mitragliatrici e dei razzi! Già a grande<br />

distanza incontrammo un notevole fuoco difensivo [dai bombardieri]. Come al solito in un dogfight, ero teso ed<br />

eccitato: dimenticai di togliere la seconda sicura per i razzi. Non partirono. Ero nella migliore posizione di tiro,<br />

avevo mirato con cura e premuto il pollice sul pulsante di sgancio – senza risultati. Da impazzire per qualsiasi<br />

pilota da caccia!<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

(Durante il suo ultimo scontro in combattimento,<br />

dopo otto anni di combattimenti e 104 vittorie)<br />

Senza riguardo per l’addestramento o per i tentativi di minimizzare il numero e la difficoltà dei compiti di<br />

un pilota da caccia in combattimento, è ancora verosimile che egli raggiunga un punto di saturazione se viene<br />

esposto al difficile ambiente di un combattimento due contro due per un periodo di tempo prolungato. Il tempo<br />

per il quale un pilota può tenere tutte le palle in aria dipende da tutti i fattori discussi e molti altri. Questo tempo<br />

può anche cambiare di giorno in giorno, a seconda delle condizioni fisiche e mentali del pilota, del tempo,<br />

eccetera. Una volta raggiunto il sovraccarico, passerà un altro lasso di tempo prima che sopraggiunga una<br />

calamità, come l’attacco sul caccia di un bandito non visto. In riconoscimento del fatto che questo risultato è<br />

solo questione di tempo, bisogna ideare delle tattiche tenendo a mente il sovraccarico. Per esempio, quando la<br />

sezione di caccia prevede di essere sovraccaricata molto prima dei banditi (ad esempio, per il livello di<br />

esperienza dei piloti, il progetto relativo degli aerei, o le loro dimensioni relative), si possono adottare delle<br />

tecniche colpisci e scappa per limitare l’esposizione all’ambiente due contro due. Oppure la sezione può<br />

pianificare di iniziare lo scontro in maniera offensiva e aggressiva, con la speranza di ridurre rapidamente lo<br />

svantaggio, e poi effettuare il passaggio a un atteggiamento difensivo più conservatore, quando ci si avvicina al<br />

punto previsto di sovraccarico.<br />

Scappai precipitosamente verso le nostre linee, madido di paura. Vomitai brandy e latte e bile sul mio<br />

pannello strumenti. Sì, era un volare davvero romantico, diceva più tardi la gente, come un cavaliere errante nel<br />

nitido cielo azzurro del combattimento individuale.<br />

"W. W. Windstaff," RFC<br />

Asso americano anonimo della 1ª guerra mondiale<br />

Viceversa, se ci si può aspettare che i banditi raggiungano il sovraccarico per primi, le tattiche possono<br />

essere orientate verso il prolungamento del tempo di ingaggio e il mantenimento di una pressione costante sui<br />

banditi, col minimo dei rischi, fino a quando la sezione avversaria non commetta un errore critico. In questo<br />

caso si è visto che ci si può attendere la maggior parte delle perdite all’inizio di uno scontro due contro due,<br />

mentre è verosimile che la sezione avversa abbia la migliore consapevolezza della situazione. Via via che lo<br />

scontro si prolunga, la sezione che conserva più a lungo la consapevolezza della propria situazione (cioè la<br />

sezione che andrà meno probabilmente incontro al sovraccarico) godrà di sempre maggiori probabilità di<br />

successo.<br />

184


Se tornate da un’operazione con un abbattimento ma senza il vostro gregario, avete perso la battaglia.<br />

Lt. Colonel Dietrich Hrabak, Luftwaffe<br />

125 vittorie, 2ª GM<br />

Nello sviluppo di una dottrina tattica due contro due, bisogna attribuire alle considerazioni sul<br />

sovraccarico un peso perlomeno pari a quello del raffronto fra le prestazioni e i sistemi d’arma degli aerei.<br />

L’addestramento per questo scenario dovrebbe enfatizzare anche la capacità del pilota di riconoscere i segni di<br />

un imminente sovraccarico di compiti, in modo da poterne tenere debito conto (ad esempio sganciandosi o<br />

passando a tattiche difensive) prima che avvenga il disastro. Riconoscere il sovraccarico dell’avversario è più<br />

difficile, e di norma questa situazione non appare fino a quando non provoca errori evidenti.<br />

Dottrina Tattica due contro due<br />

Tutti questi fattori sono importanti nelle tattiche due contro due, alle quali il resto di questo capitolo si<br />

dedica più specificatamente. Queste tattiche sono basate sulle stesse dottrine descritte nel capitolo precedente<br />

sugli scenari due contro uno e uno contro due.<br />

La praticabilità della dottrina dell’ala da combattimento nell’arena del due contro due dipende<br />

ampiamente dalla dottrina di ingaggio del nemico, e anche dalle prestazioni relative di piloti, aerei e sistemi<br />

d’arma. Se anche i banditi usano l’ala da combattimento, lo scenario due contro due diventa essenzialmente uno<br />

contro uno. In questo caso si applicano tutte le tattiche discusse nel capitolo sull’uno contro uno, incluse le<br />

modifiche rese necessarie dalle rispettive prestazioni degli aerei e dei sistemi d’arma. Una discussione su tale<br />

situazione non è quindi necessaria.<br />

Quando ci si aspetta che i banditi impieghino una dottrina tattica più avanzata (ovvero qualche forma di<br />

doppio attacco o di coppia libera), la sezione in ala da combattimento può essere considerata come il solitario<br />

come descritto nella discussione su uno contro due nel capitolo precedente. Nella realtà i caccia dalle ali saldate<br />

saranno probabilmente meno efficaci del solitario, dal punto di vista offensivo, perché saranno più facili da<br />

vedere e meno manovrabili. Tuttavia dovrebbero essere equipaggiati meglio dal punto di vista difensivo, grazie<br />

alla disponibilità di un paio d’occhi in più. Il successo in tali condizioni dipende dagli stessi fattori delineati per<br />

l’ala da combattimento negli scenari due contro uno. Il leader conduce il piano delle manovre offensive e<br />

difensive mentre il gregario mantiene la posizione dell’ala da combattimento e fornisce la vedetta difensiva e il<br />

supporto. La sorpresa e il vantaggio offensivo vanno ricercati ogni qualvolta sia possibile prima dello scontro,<br />

di norma con lo scopo di colpire e scappare se l’attacco iniziale non dovesse avere successo. Se è costretta a<br />

ingaggiare nel ruolo del solitario contro due banditi, la sezione in ala da combattimento deve tenere traccia di<br />

entrambi i banditi, mantenere un’energia elevata, impiegare degli scambi al momento giusto, e cercare delle<br />

opportunità di fuga. In generale, senza un vantaggio iniziale e la sorpresa, le probabilità di successo in questo<br />

scenario sono scarse per la sezione in ala da combattimento, a meno che non possieda un tremendo vantaggio<br />

nelle prestazioni dei piloti, degli aerei e dei sistemi d’arma.<br />

Nella situazione inversa, una sezione di caccia che adoperi il doppio attacco o la coppia libera contro<br />

banditi con le ali saldate può essere adoperata con elevate probabilità di successo. Quando ci si aspetta che<br />

anche la sezione avversaria impieghi una delle dottrine tattiche più avanzate, la situazione diventa molto più<br />

interessante.<br />

Fase di attacco<br />

Le figure 5-11, 5-12 e 5-13 illustravano alcuni metodi raccomandati coi quali un caccia singolo poteva<br />

attaccare una sezione di banditi che operavano in appoggio reciproco. Queste metodi sono ugualmente<br />

applicabili al caso di una sezione che ne attacca un’altra dall’emisfero posteriore con qualche elemento di<br />

sorpresa. La formazione d’attacco più utile per questo caso viene considerata di solito lo scaglione risucchiato<br />

(dove il gregario è a più di 45° a poppavia del traverso del leader) o scia. Questo arrangiamento fornisce dei<br />

rapidi attacchi sequenziali su ciascun bandito a turno, e al tempo stesso una certa protezione per il caccia di<br />

punta durante l’attacco. Bisogna tuttavia riconoscere che tale formazione è piuttosto scarsa sulla difensiva, e il<br />

suo impiego è raccomandato solo per breve tempo per migliorare il potenziale offensivo durante un vero<br />

attacco. Al fine di evitare spiacevoli sorprese, i caccia dovrebbero mantenere in generale un atteggiamento più<br />

difensivo, come la formazione aperta o uno scaglione ad angolo acuto (dove il gregario è ad oltre 45° dalla coda<br />

del leader), fino a subito prima della vera e propria corsa d’attacco.<br />

185


Le regole delineate nel capitolo precedente su quale bandito attaccare per primo sono ugualmente<br />

applicabili qui. In generale, il bandito a poppavia della formazione è più vulnerabile, e andrebbe assalito per<br />

primo. Per le formazioni in linea di fronte il bandito più in alto è di solito più vulnerabile, poiché il gregario più<br />

in basso ci metterà di più a offrirgli supporto.<br />

Quando due banditi in formazione aperta si trovano grosso modo alla stessa quota, il gregario (quando<br />

può essere individuato) è di solito quello più facile da sorprendere. In tale situazione potrebbe anche essere<br />

possibile attaccare tutti e due i banditi simultaneamente.<br />

Ma che succede se non si riesce a ottenere la sorpresa, e le due sezioni si voltano l’una verso l’altra<br />

avvicinandosi frontalmente, essenzialmente neutre? La forcella, come illustrato nella figura 5-3, è ancora il<br />

principale metodo di attacco.<br />

In questo caso ogni sezione dovrebbe tentare normalmente di prendere l’altra in una forchetta. La sezione<br />

con la separazione laterale iniziale più ampia, o la sezione che comincia la forcella per prima, in genere si trova<br />

in vantaggio. La figura 6-1 illustra l’uso della forcella contro le tre formazioni standard per i caccia: linea di<br />

fronte, scaglione e scia.<br />

In ogni caso la sezione amica (parte inferiore della figura) comincia in linea di fronte, poiché, come<br />

spiegato in precedenza, questa è di norma la formazione pre-ingaggio più efficace. Al punto “1” del primo<br />

esempio viene rilevata una formazione ostile che si avvicina frontalmente, anch’essa in linea di fronte.<br />

Ipotizzando che nessuno dei caccia abbia missili con capacità ogni-aspetto, o che le sezioni siano già all’interno<br />

delle portate minime di tiro, la sezione amica comincia una forcella per convergere in una posizione<br />

sull’emisfero posteriore. Al punto “2” gli attaccanti sono riusciti a prendere in una forchetta la sezione ostile e<br />

ciascun caccia ha generato una certa separazione laterale per l’inversione e una virata anticipata verso i<br />

bersagli. Notate che al punto “3” ciascun pilota attaccante ha una visuale chiara di tutti gli aerei, dei bersagli e<br />

del gregario su un lato del proprio caccia. I banditi, invece, devono guardare a sinistra e a destra per avere un<br />

quadro completo, accrescendo grandemente i loro problemi di acquisizione visiva e tracciatura. Nessun<br />

difensore può tenere traccia di tutti a questo punto.<br />

In questa rappresentazione, fra i punti “3” e “4” i caccia attaccanti passano dietro ai banditi sul rispettivo<br />

lato della formazione, e attaccano quello sul lato opposto. Anche se gli attaccanti potrebbero avere accumulato<br />

una separazione laterale sufficiente a guadagnare un vantaggio sostanziale sul bandito più vicino, specialmente<br />

se i banditi proseguono in linea retta come mostrato, ci sarà una separazione ancora maggiore col bersaglio<br />

opposto. Inoltre, è verosimile che i banditi si sentano più minacciati dal caccia attaccante dal proprio lato della<br />

formazione, e virino verso questo attaccante per difendersi (è cioè probabile che ciascun bandito viri<br />

allontanandosi dal proprio gregario) come mostrato dai percorsi di volo tratteggiati dal punto “3”. Queste mosse<br />

difensive mostrano la coda di ogni bandito all’altro caccia attaccante, che in ogni caso potrebbe non essere stato<br />

visto dal bersaglio. Per tutte queste ragioni è più probabile che i caccia attaccanti abbiano migliori opportunità<br />

di tiro nell’emisfero posteriore contro il bandito sul lato opposto della formazione nemica. Se non si<br />

dimostrasse questo il caso, essi avrebbero la possibilità di scegliere uno dei due banditi all’ultimo istante,<br />

poiché hanno una chiara visuale dell’intera situazione per tutto l’attacco.<br />

186


Bisogna notare qui che anche se entrambi i banditi possono essere portati sotto attacco, la dottrina del<br />

doppio attacco non consente, in generale, di ingaggiare entrambi i banditi simultaneamente. Se non si ottiene<br />

almeno un abbattimento nell’attacco iniziale, il pilota del caccia più offensivo normalmente continuerà a<br />

pressare il proprio attacco, mentre l’altro pilota assumerà il ruolo di caccia libero.<br />

Un altro nome per questa tattica della forcella è “attacco al cuore”. Questo nome potrebbe venire dalla<br />

figura a forma di cuore descritta dai caccia attaccanti; ma potrebbe derivare anche dalle collisioni sfiorate che<br />

spesso si verificano fra gli attaccanti intorno al punto “4” di questa illustrazione. Il pericolo di una collisione<br />

può essere diminuito se gli attaccanti prendono anche una separazione di quota, uno che va in alto e uno in<br />

basso al punto “1”. Un beneficio aggiuntivo di questa procedura è di produrre contemporaneamente forcelle<br />

orizzontali e verticali, complicando ulteriormente i problemi dei banditi.<br />

Passando al secondo esempio della figura 6-1, vediamo lo stesso scenario di approccio, solo che i banditi<br />

sono scaglionati. A seconda della differenza di quota fra le sezioni opposte, il cambiamento nella formazione<br />

dei banditi potrebbe non essere immediatamente evidente agli attaccanti al punto “1”, ma questo non è critico.<br />

Essi cominciano semplicemente la loro forcella come prima, e al punto “2” il pilota sulla sinistra si accorge di<br />

187


dovere iniziare la sua controvirata per passare dietro al bandito dal suo lato della formazione. L’attaccante sulla<br />

destra, tuttavia, dato che il suo bandito è più lontano, deve ritardare o allentare la sua controvirata o rischierà di<br />

incrociare davanti al bandito del suo lato. Questo ritardo gli consente di accumulare una maggiore separazione<br />

laterale e risulta in un maggiore vantaggio angolare su questo bandito al passaggio, ipotizzando che il bandito<br />

non viri verso l’attacco. Così l’attaccante sulla destra avrà di solito un tiro migliore sul bandito in scia che sul<br />

leader. L’attaccante a sinistra può pressare il bandito sul lato opposto (quello in scia, in questo caso) come<br />

prima, e come risultato entrambi i caccia convergeranno sul bandito in scia, più vulnerabile, col leader nemico<br />

in una pessima posizione per offrire appoggio. In questo caso la forcella è auto-correttiva, e sia che il bandito in<br />

scia prosegua dritto, viri a destra (come mostrato dal percorso tratteggiato) o viri a sinistra, probabilmente è in<br />

un mucchio di guai.<br />

Il terzo esempio nella figura 6-1 mostra la sezione di banditi in scia o in una formazione scaglionata molto<br />

risucchiata. In questo caso dovrebbe essere evidente a entrambi gli attaccanti, entro il punto “2”, che stanno<br />

fronteggiando una formazione in scia (tutti questi esempi ipotizzano, naturalmente, che la sezione attaccante<br />

abbia entrambi i banditi in vista), il che rende il bandito a rimorchio il bersaglio più probabile per entrambi.<br />

Tale situazione è probabilmente anche la più pericolosa per gli attaccanti dal punto di vista del rischio di una<br />

collisione, e intorno al punto “3” potrebbe essere richiesta una certa coordinazione radio per chiarire quale dei<br />

caccia ha la guida dell’attacco.<br />

Ovviamente gli attaccanti vorranno distruggere entrambi i banditi, simultaneamente o in rapida<br />

successione nell’attacco iniziale. Gli attacchi a forcella, o “pinza”, sono progettati con questo obiettivo in<br />

mente – tuttavia, se si riesce ad eliminare un solo bandito, i caccia attaccanti dovrebbero essere ancora in una<br />

posizione offensiva e possono utilizzare le tattiche due contro uno già descritte per ingaggiare il bandito<br />

rimasto. Nei casi in cui entrambi i banditi sopravvivono all’attacco iniziale, governano le considerazioni<br />

delineate in precedenza, sia che la sezione tenti di ingaggiare due contro due o di sganciarsi. Anche gli obiettivi<br />

della missione hanno una parte importante in questa decisione. Scompaginare e ritardare semplicemente la<br />

formazione nemica, o costringere dei caccia-bombardieri a sganciare il loro carico offensivo per difendersi,<br />

potrebbe soddisfare lo scopo degli attaccanti. In altri casi, solo la distruzione dei banditi può essere accettabile.<br />

Alcune di queste considerazioni sono ulteriormente trattate nel capitolo 9, che discute delle missioni dei caccia.<br />

Le dottrine tattiche avanzate, quando vengono impiegate nell’ambiente due contro due, di solito tentano<br />

di isolare un bandito dal suo gregario, e quindi di eliminare ciascun bandito a turno usando le tecniche due<br />

contro uno. Degli esempi di questa procedura possono essere visti negli scenari della figura 6-1 con la<br />

formazione scaglionata e in scia. In ciascun caso il bandito in scia viene isolato e attaccato da entrambi i caccia.<br />

In maniera ideale, questo bersaglio può essere distrutto prima che il bandito leader, neutralizzato<br />

temporaneamente dalla sua posizione, possa ritornare e fornire appoggio al suo gregario.<br />

La figura 6-1 fornisce degli esempi di come questo approccio di tipo “divide et impera” possa essere<br />

perseguito attraverso l’uso di una forcella offensiva. La figura 6-2 illustra un’altra tecnica, chiamata a volta<br />

“tattica di trascinamento”. In questo esempio le sezioni opposte, entrambe in linea di fronte, si avvicinano<br />

frontalmente, come nel primo scenario della figura 6-1. Qui tuttavia gli attaccanti (parte inferiore della figura)<br />

separano un solo caccia in un apparente tentativo di forcella. L’altro caccia prosegue allegramente verso un<br />

passaggio frontale col bandito del suo stesso lato della formazione nemica. Al punto “2”, il caccia che fa<br />

forcella inizia una contro-virata all’indietro verso il bandito più vicino, che è costretto a difendersi virando<br />

verso l’attacco, mentre il caccia sulla destra vira allontanandosi dal proprio bandito. Questo allontanamento è<br />

destinato a indurre il bandito di destra ad allontanarsi dal suo gregario lasciandogli una separazione laterale e un<br />

certo vantaggio offensivo. Il bandito vede il ventre del caccia, la “Blue Max” gli lampeggia davanti agli occhi, e<br />

si butta in quello che gli sembra un abbattimento facile contro un nemico che apparentemente non lo ha visto. Il<br />

pilota che lo trascina deve sincronizzare il suo allontanamento con grande cura per non dare al bandito un tiro<br />

decente al passaggio (punto “3”), considerando le capacità delle sue armi. Nel frattempo il pilota che fa forcella<br />

passa all’esterno dei suo bandito al punto “3”, poi essenzialmente lo ignora e si dirige dritto verso l’altro<br />

bandito. Fra i punti “4” e “5”, il pilota del caccia trascinante continua ad adescare il bandito tenendolo vicino,<br />

ma preferibilmente appena al di fuori, a un involucro di tiro efficace. Contro un bandito più lento, fare arco è<br />

utile a tale scopo perché consente al bandito di restare abbastanza vicino perché non si disinteressi e cominci a<br />

guardarsi intorno per vedere cosa succede. Al punto “5” il bandito è stato risucchiato in un sandwich, col suo<br />

gregario lontano sulla sinistra e incapace di dare assistenza. In seguito alla distruzione di questo bandito, i<br />

caccia possono riunirsi in una buona formazione difensiva e uscire dal combattimento oppure ritornare a<br />

ingaggiare il bandito rimasto.<br />

188


Anche se il trascinamento può essere uno strumento molto utile, in generale è più rischioso, e quindi<br />

meno desiderabile, della forcella. Un trascinamento intenzionale pone uno dei caccia in uno svantaggio non<br />

necessario mentre serve da “esca”. Questo pilota potrebbe essere in grave pericolo se il suo gregario si trovasse<br />

sotto attacco e dovesse difendersi o semplicemente si distraesse e perdesse di vista il caccia trascinatore. C’è<br />

anche la possibilità che i banditi non cadano nel tranello, e potrebbero balzare entrambi sul caccia che fa<br />

forcella. In questo caso il trascinatore è spesso posizionato male per offrire un appoggio immediato. Questa<br />

tattica richiede una buona comunicazione e coordinazione, perché sarebbe un disastro se entrambi i caccia<br />

decidessero di trascinare allo stesso tempo!<br />

Manovre in ingaggio<br />

Ipotizzando che nessun bandito venga eliminato nell’attacco iniziale e siano indicate delle manovre due<br />

contro due, rimane la questione di quale dottrina tattica impiegare. Per i motivi esposti prima in questo capitolo,<br />

la dottrina dell’ala da combattimento dà poche promesse di successo, a meno che non ci si possa attendere che<br />

anche i banditi usino questa tattica (o operino come singoli caccia non coordinati) e possano essere battuti in un<br />

combattimento in virata, considerando gli opposti piloti, l’armamento, le condizioni di ingaggio, eccetera. Sia il<br />

doppio attacco che la coppia libera possono essere impiegati in questo scenario, ma entrambi richiedono delle<br />

modifiche. La questione di quale delle due dottrine sia migliore genererà sicuramente delle discussioni animate<br />

al bar.<br />

Nel capitolo precedente, un confronto fra queste due dottrine nell’ambiente due contro uno concludeva<br />

che la coppia libera è probabilmente più efficace in questo scenario per la maggiore efficienza offensiva. Tale<br />

vantaggio, tuttavia, non viene acquisito senza un costo, che in questo caso include dei requisiti di<br />

addestramento accresciuti, una capacità difensiva ridotta, e una maggiore dipendenza dalle comunicazioni (e<br />

quindi una maggiore vulnerabilità in un ambiente con comunicazioni disturbate). In scenari di due contro due<br />

con una minaccia medio-bassa, l’efficacia offensiva grandemente accresciuta della coppia libera probabilmente<br />

compensa questi svantaggi. Tuttavia, lo scenario due contro due può essere considerato semplicemente un<br />

ambiente due contro due ad altissima minaccia. È improbabile, ad esempio, che un bandito possa essere isolato<br />

e ingaggiato alla classica maniera della coppia libera (come illustrato nella figura 5-10 del capitolo precedente)<br />

senza interferenze del bandito libero. Lo stesso si applica ancora di più alla dottrina del doppio attacco (perché<br />

probabilmente ci vorrà più tempo per distruggere il bandito ingaggiato), ma almeno si può assegnare il caccia<br />

libero alla difesa contro qualsiasi attacco. A seguito di un attacco iniziale privo di successo con l’impiego della<br />

dottrina del doppio attacco, il caccia col migliore vantaggio offensivo dovrebbe ingaggiare uno dei banditi.<br />

189


Quindi il pilota del caccia libero assume la responsabilità di mantenere una tracciatura visiva del bandito libero<br />

e di coprire il caccia ingaggiato nel caso di attacchi da parte di questo o di altri (bradi) banditi). Se possibile il<br />

pilota del caccia libero deve evitare l’ingaggio, ma naturalmente deve difendersi se viene attaccato. In questo<br />

caso dovrà notificare la situazione al pilota ingaggiato e cercare di sganciarsi il più rapidamente possibile per<br />

riprendere le sue responsabilità di copertura. Se il caccia ingaggiato è minacciato, il pilota del caccia libero dà<br />

l’allarme e attacca il bandito minaccioso. Questo attacco, tuttavia, non ha lo scopo di ingaggiare, ma di<br />

rimuovere la minaccia sul caccia ingaggiato. La rapida distruzione del bandito attaccante è l’obiettivo, ma fare<br />

semplicemente in modo che il suo pilota interrompa l’attacco è sufficiente. Una volta computo questo, il caccia<br />

libero non deve pressare ulteriormente il proprio attacco; il farlo andrebbe di solito a scapito dei suoi doveri<br />

difensivi.<br />

Nel doppio attacco, il pilota del caccia libero deve esercitare molta disciplina se vuole soddisfare appieno<br />

le proprie responsabilità difensive nell’ambiente due contro due. Per entrambi i caccia c’è una spinta quasi<br />

insormontabile a restare impigliati in scontri uno contro uno separati. Questa situazione è davvero pericolosa in<br />

ambienti ostili, dove entrambi i caccia potrebbero essere assaliti da banditi bradi. I caccia ingaggiati uno contro<br />

sono anche molto vulnerabili ad attacchi da parte dell’altro membro della coppia di banditi, che potrebbe essere<br />

in grado di coordinare uno scambio in un momento critico.<br />

Perché la dottrina del doppio attacco sia praticabile nello scenario due contro due, i caccia devono avere<br />

prestazioni di virata perlomeno uguali a quelle degli aerei dei banditi. I caccia devono essere in grado di<br />

cavarsela uno contro uno coi banditi, poiché è verosimile che si verifichi tale situazione. Migliori prestazioni di<br />

virata consentono al caccia libero anche di frustrare attacchi da parte del bandito libero senza lasciarsi<br />

coinvolgere in prolungate manovre offensive o difensive. Anche il caccia ingaggiato trarrà beneficio da<br />

prestazioni di virata superiori, poiché le tattiche angolari adoperate al meglio con tale vantaggio, sottopongono<br />

il bandito ingaggiato a una maggiore pressione, rendendogli più difficile una fuga o il tentativo di sganciarsi<br />

temporaneamente per un attacco inaspettato sul caccia libero.<br />

Sarebbe ideale se, una volta ingaggiato, il pilota del caccia ingaggiato potesse proseguire il proprio<br />

attacco fino alla sconfitta del bandito. Scambiare i ruoli di caccia ingaggiato-caccia libero è pericoloso<br />

nell’ambiente due contro due, e se possibile va evitato. Ci sono due buoni motivi per questo. Primo, il pilota del<br />

caccia ingaggiato probabilmente perderà le tracce del bandito libero e avrebbe bisogno di una certa assistenza<br />

radio da parte del pilota del caccia libero per localizzare questo bandito durante qualsiasi scambio di ruoli.<br />

Anche se il bandito libero potesse essere localizzato, il nuovo caccia libero (l’ex caccia ingaggiato) si<br />

troverebbe probabilmente a un livello energetico ridotto e fuori posizione alò momento dello scambio di ruoli,<br />

impreparato a difendersi dal bandito libero o da bradi.<br />

Tuttavia uno scambio di ruoli è spesso necessario, quando entrambi i caccia passano sulla difensiva. Se il<br />

caccia ingaggiato si trova nei guai o viene minacciato da un secondo bandito, il caccia libero deve attaccare al<br />

fine di alleviare la minaccia. Una volta fuori dal pericolo immediato, il caccia ingaggiato deve assumere di<br />

norma il ruolo di caccia libero mentre il nuovo caccia ingaggiato continua a pressare il proprio attacco. In<br />

maniera simile, se il caccia libero viene ingaggiato in maniera difensiva, il pilota del caccia ingaggiato deve<br />

concludere il proprio scontro individuale il più rapidamente possibile e offrire assistenza al suo gregario come<br />

nuovo caccia libero.<br />

Se i banditi hanno un vantaggio di manovrabilità, di armamento o di addestramento, questo renderà<br />

verosimilmente lo scontro uno contro uno un proposito perdente, dato che sia il doppio attacco che la coppia<br />

libera vanno incontro a gravi problemi. Con qualche modifica, tuttavia, possono essere ancora applicabili<br />

nell’ambiente due contro due. Come detto prima, è inverosimile che un solo bandito possa essere isolato<br />

abbastanza a lungo perché gli attaccanti possano ingaggiarlo con le classiche manovre caccia ingaggiato-caccia<br />

libero senza interferenze da parte del bandito libero. Questa opportunità è ancor meno probabile quando una<br />

sezione viene ingaggiata da banditi superiori.<br />

In situazioni del genere il doppio attacco e la coppia libera possono evolvere in una serie di attacchi<br />

offensivi come le forcelle e i trascinamenti illustrati nelle figure 6-1 e 6-2. Alla conclusione di ciascun attacco,<br />

che abbia successo o meno, la sezione può ricongiungersi rapidamente in una formazione difensiva efficace (di<br />

solito la linea di fronte), e poi sganciarsi o manovrare per tornare indietro per un altro attacco. Se viene<br />

disturbata durante questa manovra difensiva, la sezione può impiegare una delle tecniche illustrate dalle figure<br />

da 5-4 a 5-8 (spaccate difensive, sandwich, ecc.).<br />

Lo scopo di questo metodo è di porre la più grande pressione offensiva sui banditi, minimizzando al<br />

contempo il rischi di essere separati in scontri uno contro uno probabilmente fatali. Se si tenta di restare<br />

ingaggiati offensivamente per un periodo di tempo prolungato con più banditi, in particolare con banditi più<br />

190


piccoli e manovrabili, c’è un rischio molto elevato di un attacco non visto su un caccia in un momento<br />

vulnerabile. Colpendo rapidamente e riunendosi per fornirsi un appoggio difensivo reciproco, la sezione riduce<br />

le probabilità di essere separata, ed è in grado di difendersi meglio da attacchi inaspettati.<br />

Uno degli svantaggi di questo metodo, tuttavia, è che nel rimettersi in formazione per una migliore difesa,<br />

gli attaccanti di solito pongono il bandito (o i banditi) in una posizione offensiva dietro la sezione, e in molti<br />

casi il nemico verrà perduto di vista. Questa è certamente una situazione indesiderabile, e a seconda<br />

dell’armamento dei banditi, a questo punto la scelta giusta potrebbe essere lo sganciamento, in particolare se i<br />

caccia hanno un vantaggio di velocità. Ritornare per fronteggiare la minaccia di missili ogni-aspetto da parte di<br />

più banditi non visti in genere non porta a raggiungere l’età per la pensione.<br />

Tecniche di inversione della sezione.<br />

Contro avversari meno formidabili, come quando un bandito è stato eliminato e quello rimasto non è<br />

equipaggiato di missili ogni-aspetto, un nuovo attacco può essere meno pericoloso. A questo punto è necessaria<br />

una tecnica per invertire la rotta di una sezione in formazione. La prima considerazione nello sviluppo di tale<br />

tattica deve essere l’appoggio difensivo reciproco. La figura 6-3 illustra qualche metodo comune.<br />

Con la virata sul posto, entrambi i caccia virano simultaneamente nella stessa direzione. In questo<br />

esempio i caccia cominciano al punto “1” in linea di fronte, alla stessa altitudine o con una certa separazione di<br />

quota. Il pilota sulla sinistra vira allontanandosi dal suo gregario e di solito lo perde di vista fra i punti “1” e<br />

“2”, riacquisendolo fra i punti “2” e “3”, dopo che il gregario incrocia dietro e tira all’interno della virata.<br />

Questa inversione offre una ragionevole copertura visiva al caccia che si trovava originariamente all’esterno<br />

della virata, ma pone l’altro caccia in scia e fuori dalla visuale durante la maggior parte dell’inversione. Un<br />

attacco contro il caccia in scia, al punto “2” per esempio, potrebbe essere disastroso.<br />

L’esempio successivo è la virata incrociata, in cui ciascun caccia vira verso l’interno e il proprio gregario.<br />

I caccia si incontrano muso contro muso subito prima del punto “2” e continuano la loro virata finché non si<br />

ristabiliscono in linea di fronte al punto “3”. Questa virata consente una migliore copertura visiva per i caccia<br />

nel corso di tutta l’inversione, poiché ogni pilota può vedere l’altro aereo, tranne probabilmente per pochi<br />

secondi dopo l’incrocio. Tuttavia nessuno dei due piloti è posizionato bene per potere offrire altro che un<br />

appoggio visivo e morale, in qualsiasi momento fra l’istante in cui i caccia si incrociano e quando riguadagnano<br />

la linea di fronte intorno al punto “3”. Un altro problema è la separazione che potrebbe verificarsi alla fine<br />

dell’inversione. Se i caccia cominciano la virata al punto “1” separati da meno del diametro di una virata ed<br />

effettuano delle virate livellate, la loro separazione aumenterà al punto “3”, provocando probabilmente la<br />

191


perdita della visuale e riducendo generalmente le capacità difensive. Una separazione così ampia faciliterà<br />

comunque un attacco a forcella contro dei banditi rilevati a grande distanza nell’emisfero posteriore. La virata<br />

incrociata può essere impiegata anche per ridurre la separazione quando la sezione è divisa originariamente da<br />

più di un diametro di virata.<br />

Alcuni dei problemi associati con l’accresciuta separazione nella virata incrociata possono essere alleviati<br />

da una manovra su piani separati. Entrambi i caccia possono virare obliquamente col muso in cabrata, o uno in<br />

cabrata e l’altro livellato o picchiato. Entrambi questi metodi tendono a ridurre la separazione laterale finale, ma<br />

l’ultimo ha dei preziosi benefici marginali. Uno è che il caccia più in basso ha una migliore copertura da parte<br />

del suo gregario più in alto. Inoltre, il fatto che i caccia non passino così vicini l’uno all’altro durante la virata<br />

rende più difficile a un bandito vedere e tracciare entrambi i caccia durante la manovra. Questo effetto viene<br />

accresciuto se il caccia più in alto al punto “1” cabra mentre l’altro rimane basso.<br />

La terza manovra rappresentata nella figura 6-3 è la virata spaccata, dove ciascun caccia vira<br />

allontanandosi dall’altro. questo metodo è utile come mezzo per consentire a dei caccia ravvicinati di ottenere<br />

un’ampia forcella contro banditi rilevati nell’emisfero posteriore, ma è indubbiamente l’inversione peggiore da<br />

un punto di vista difensivo. Ogni pilota è fuori dalla visuale del suo gregario per la maggior parte della virata, e<br />

le estese separazioni generate rischiano di portare a perdersi completamente di vista. I veloci caccia moderni<br />

possono trovarsi facilmente lontani da sei a otto miglia al punto “3”. A tali distanze è improbabile che un pilota<br />

trovi il suo gregario, a meno che non ci sia una palla di fuoco a segnare il punto! Questa manovra non è quindi<br />

raccomandata, tranne che per aerei con una virata molto stretta, possibilmente come tattica offensiva o<br />

difensiva contro una minaccia ben definita e in vista per entrambi i caccia. (La spaccata difensiva è stata trattata<br />

nel capitolo 5).<br />

Tutte le inversioni trattate fino a questo punto hanno in comune il problema di esporre entrambi i caccia<br />

ad attacchi da una direzione mentre virano per andare incontro a una minaccia da un’altra. Riferendosi alla<br />

figura 6-3, dei banditi che provenissero dall’alto della pagina (ovvero l’emisfero anteriore al punto “1”)<br />

potrebbero essere un grosso problema se bussassero sui caccia dal lato ventrale durante una di queste<br />

inversioni. Dato che ci sono ben poche difese da un attacco del genere, tutte queste inversioni possono essere<br />

piuttosto pericolose in un ambiente ostile, e sono più adatte per condizioni in cui il settore della minaccia possa<br />

essere ben definito.<br />

L’ultima illustrazione della figura 6-3 rappresenta la virata tattica, o “tac”. Nota anche come virata<br />

ritardata o doppio incrocio, qui ci si riferirà a questa virata come tattica, o tac, o ritardata, per evitare confusioni<br />

con la virata incrociata. La virata ritardata compie l’inversione in due segmenti di 90° ciascuno. Al punto “1” di<br />

questo esempio viene richiesta una “virata tac a sinistra”, per cui il caccia sulla destra comincia<br />

immediatamente una virata a sinistra. Il pilota del caccia sulla sinistra ritarda la propria virata per qualche<br />

secondo e continua dritto fino al punto “2”, quando anch’egli vira a sua volta a sinistra. Al punto “3” entrambi i<br />

caccia completano 90° di virata e riguadagnano una formazione in linea di fronte. Possono quindi proseguire in<br />

questa nuova direzione per un certo tempo, come mostrato, per avere un’opportunità di controllare<br />

approfonditamente l’area in tutte le direzioni, o cominciare immediatamente un’altra “tac novanta a sinistra”<br />

per completare l’inversione. Come con le altre virate descritte, la manovra su piani separati è utile anche con la<br />

virata ritardata. generalmente il caccia all’interno vira col muso in alto nel primo stadio (dal punto “1” al punto<br />

“3”) mentre quello all’esterno rimane orizzontale o picchiato. Al punto “4” il caccia alto all’esterno (sulla<br />

destra in questo caso) può picchiare verso l’interno della virata, mentre il caccia all’interno completa una virata<br />

a sinistra in cabrata dal punto “5” al punto “6”.<br />

Ci sono parecchi vantaggi in questo metodo rispetto agli altri descritti. I periodi in cui un caccia si trova in<br />

una cattiva posizione difensiva, o fuori visuale, sono mantenuti al minimo (qui un breve periodo fra i punti “2”<br />

e “3”, e di nuovo fra i punti “5” e “6”). In casi in cui il settore della minaccia non è ben definito, la virata tac<br />

fornisce la copertura visiva del lato ventrale della sezione per tutto il corso della virata. Dato che c’è un solo<br />

caccia per volta che effettua grosse virate in ogni dato momento, l’altro pilota è libero di spazzare il vulnerabile<br />

lato ventrale del suo gregario. Inoltre, dividere l’inversione in due segmenti di 90° con un segmento in linea<br />

retta (dal punto “3” al punto “4”) in mezzo, tende a mettere una minaccia dall’emisfero posteriore su un lato<br />

della sezione, all’interno della virata. In questo caso, un bandito che si trovi a una certa distanza nella scia della<br />

sezione al punto “1”, di norma verrà preso all’interno (sul lato sinistro) della virata della sezione al punto “6”.<br />

Restringere il settore della minaccia a una lato della sezione facilita di molto l’acquisizione visiva di un bandito<br />

attaccante. Qui il difetto, tuttavia, è che il grande raggio effettivo della virata della sezione è molto simile al fare<br />

arco nel caso uno contro uno, e consente al bandito di tagliare attraverso il cerchio e di guadagnare un<br />

vantaggio angolare sulla sezione.<br />

192


La virata tattica può essere molto utile anche quando la sezione vuole sganciarsi da banditi più lenti<br />

nell’emisfero posteriore ma deve aggirare o passare attraverso i banditi per tornare alla base. Tale situazione è<br />

illustrata nella figura 6-4. In questo scenario la sezione è in linea di fronte e nella direzione opposta alla base, e<br />

sospetta che un bandito più lento si trovi da qualche parte dietro e fuori portata. Forse il bandito ha delle armi<br />

ogni-aspetto e una manovrabilità superiore, e la sezione vuole evitare di impicciarsi con lui nella via di ritorno<br />

all’ovile. Una possibilità è una virata tattica di 90° a destra o a sinistra, seguita da una lunga estensione. È<br />

probabile che il bandito contrasti cercando di tagliare fuori la sezione usando un inseguimento anticipato (punto<br />

“2”). Alla fine, tuttavia, il bandito più lento deve derivare indietro ancora una volta in una lunga scia (punto<br />

“3”). A un certo punto la sezione esegue una seconda novanta tattica nella stessa direzione e dirige verso casa<br />

(punto “4”). Il bandito tenta di serrare usando di nuovo l’inseguimento anticipato, ma non riesce ancora ad<br />

avvicinarsi abbastanza per un tiro.<br />

Anche se è efficace, questa tattica può non essere praticabile in tutti i casi. L’estensione in linea retta fra<br />

le virate deve essere lunga, o il bandito potrebbe ancora riuscire a intercettare. Dei limiti determinati<br />

dall’autonomia in combattimento per il carburante o da restrizioni dell’area (ad esempio potrebbero esserci dei<br />

siti di SAM ostili su entrambi i lati dell’area di ingaggio) potrebbe costringere la sezione a una inversione più<br />

stretta, richiedendole di battersi per aprirsi la strada del ritorno verso il bar.<br />

Vale la pena di citare un ulteriore metodo di inversione per la sua utilità in situazioni selezionate. Questa<br />

è la rovesciata verticale in sezione, dove entrambi i caccia effettuano simultaneamente una mezza Ss cubana<br />

(ovvero una cabrata in verticale fino al vertice di un loop, quindi una vite verso un assetto orizzontale e una<br />

picchiata per tornare pressappoco alla quota originaria). Quando un bandito non equipaggiato di missili ogniaspetto<br />

e con un livello energetico inferiore si trova dietro alla sezione, questo metodo permette a quest’ultima<br />

di restare in linea di fronte per tutta l’inversione e anche di incontrare il bandito frontalmente con una<br />

separazione minima fra i percorsi di volo o di passargli al di sopra a una quota irraggiungibile. Contro un<br />

bandito dotato di sole mitragliatrici, un Immelmann in sezione potrebbe essere migliore.<br />

L’Immelmann (descritto nel capitolo 4) è una cabrata verticale fino al vertice di un loop, seguita da una<br />

rollata fino all’assetto orizzontale e da un’accelerazione, mentre si rimane grosso modo livellati. Questo metodo<br />

mantiene la sezione in alto sopra il bandito con un ridotto livello energetico, fuori dalla portata delle<br />

mitragliatrici. Un’altra possibilità è l’inversione verticale in sezione, dove entrambi i caccia cabrano in una<br />

zoomata quasi verticale, eseguono un’inversione di timone o qualche altra acrobazia per invertire la direzione a<br />

velocità ridottissima al vertice della zoomata, e accelerano in una ripida discesa per uno strappo simultaneo in<br />

ripresa.<br />

Se queste manovre possono essere molto preziose in certe situazioni, hanno dei gravi limiti. Dei banditi<br />

con un elevato livello energetico potrebbero prendere i caccia a bassa velocità in cima alla loro rovesciata, con<br />

risultati disastrosi, e i missili ogni-aspetto adorano quei bersagli alti e lenti. Queste tecniche possono essere<br />

pericolose anche in ambienti ad elevata minaccia, dove la sezione potrebbe essere assalita da banditi bradi o<br />

presi di mira dai SAM mentre gli aerei procedono a velocità ridotta.<br />

193


Colpisci-Riunisci-Colpisci<br />

Il migliore approccio alla battaglia… è la sorpresa, fate il vostro attacco e sparite e cominciate un nuovo<br />

attacco. Non lasciatevi ingaggiare in un dogfight.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Lo studio di un ipotetico scontro con l’impiego della tecnica “colpisci-riunisci-colpisci” può servire al<br />

meglio per illustrare la maggior parte degli elementi chiave impliciti nell’impiego di una sezione nell’ambiente<br />

due contro due. Nella figura 6-5 i caccia sono in linea di fronte in pattuglia diretti a nord quando i piloti<br />

avvistano una sezione ostile che si avvicina frontalmente. Al punto “1” viene chiamata una spaccata per<br />

prendere i banditi in una forcella, ma poco dopo l’inizio della spaccata, il leader dei banditi avvista il caccia a<br />

est e vira verso di esso. Quando il gregario comincia a seguire il suo leader, il pilota del caccia a ovest vede<br />

arrivare l’opportunità per un tiro, inverte bruscamente, e lancia un missile a ricerca di calore contro il lato<br />

ventrale del bandito in scia. Il tiro rimane inosservato, e sembra che il missile cominci a dirigersi verso il<br />

bersaglio.<br />

La figura 6-6 mostra che, fra il lancio del missile al punto “2” e l’impatto al punto “3”, il caccia a est e il<br />

bandito in testa si approssimano a un passaggio frontale ravvicinato. Il tiratore è ipnotizzato alla vista del fumo<br />

del proprio missile, della palla di fuoco e dal successivo lancio del bandito, e perde temporaneamente le tracce<br />

degli altri aerei. Nel frattempo il pilota del caccia a est deve scartare per evitare i detriti, vede il proprio gregario<br />

incrociargli davanti, e (dopo il grido di vittoria del tiratore) lo chiama perché venga a sinistra per riunirsi in<br />

linea di fronte (punto “4”). Durante tutta l’eccitazione i piloti di entrambi i caccia perdono di vista il leader dei<br />

banditi, e nessuno di loro sa se questi si sia sganciato o meno.<br />

194


Nella figura 6-7 i vincitori serrano la loro formazione per un migliore assetto difensivo, si assicurano di<br />

tenersi reciprocamente in vista, e controllano in fretta l’area visivamente. Avendo avuto successo fino a questo<br />

punto, la sezione ha voglia di tornare indietro per ingaggiare il bandito rimasto, così il leader chiama una tattica<br />

a sinistra al punto “5”, quindi ne chiama immediatamente un’altra per completare l’inversione al punto “6”. Il<br />

bandito, nel frattempo, ha entrambi i caccia in vista, ed essendo un po’ seccato ha pedinato la sezione da una<br />

certa distanza. Al punto “7” egli è in grado di convertirsi a una posizione di tiro nella regione posteriore del<br />

caccia più vicino e taglia corto con un missile a ricerca di calore.<br />

In quell’istante (punto “7”) il pilota del caccia a ovest vede il fumo quando il missile lascia il pilone e<br />

chiama il pilota bersaglio perché spezzi a sinistra verso il missile. Simultaneamente il caccia a ovest vira<br />

bruscamente a sinistra verso il bandito per prenderlo in un sandwich. Il vile bandito, tuttavia, ha altre idee, e<br />

passa al bandito occidentale (punto “8”). Nel frattempo, l’allarme tempestivo ha consentito al caccia bersaglio<br />

di evitare il missile attraverso una combinazione di brusche manovre, la riduzione della potenza e i flare. Il<br />

pilota ingaggiato (sul caccia a ovest) vede che il suo gregario è sopravvissuto al missile, segnala il cambio del<br />

bandito, e dirige il pilota del caccia libero perché inverta per tornare nel combattimento il più rapidamente<br />

possibile. Appena il bandito sorpassa al punto “8”, il pilota del caccia ingaggiato inverte testa a testa per tenerlo<br />

in vista e trascinarlo lontano dal caccia libero (per considerazioni di AOT e portata minima). Al punto “9” il<br />

bandito sorpassa di nuovo, e il caccia ingaggiato inverte, mantenendo l’interesse del nemico ma senza<br />

consentirgli di raggiungere i parametri per il tiro. Il bandito continua a inseguire la propria vittima,<br />

inconsapevole della posizione del caccia libero. Al punto “10” il bandito è stato trascinato davanti al caccia<br />

libero, e il pilota lancia un missile non visto per mettere fine allo scontro. Quindi i caccia si riuniscono in<br />

formazione difensiva e si dirigono verso lo champagne.<br />

195


Ho sempre pensato che girare in tondo, sempre più lentamente, fosse una cosa ridicola… Non è il modo<br />

di combattere. La tattica migliore è fare un passaggio, quindi sganciarsi e tornare indietro. Se non fai così perdi<br />

della gente; non bisogna essere avidi.<br />

Brigadier General Robin Olds, USAF<br />

Nell’analisi di questo scontro, è evidente il valore del primo contatto visivo col nemico, che ha luogo<br />

nella figura 6-5. Questo precoce “tally-ho” dà alla sezione amica l’iniziativa per cominciare una forcella<br />

offensiva contro la sezione ostile prima che possa verificarsi la situazione inversa. Come detto prima, l’attacco<br />

196


a forcella, o spaccata offensiva, è una delle tattiche associate con le dottrine del doppio attacco e della coppia<br />

libera. La risposta della sezione nemica a questo attacco indica che probabilmente il suo leader ha un solo<br />

caccia in vista, e il fatto che il gregario abbia seguito il suo leader senza un evidente tentativo di separarsi o di<br />

prendere in una forcella l’attaccante orientale può significare che egli non abbia visto nessuno dei due caccia, o<br />

che la sezione dei banditi intenda impiegare le tattiche dell’ala da combattimento.<br />

Una volta che la sezione di banditi comincia a virare a est, il pilota del caccia occidentale deve<br />

interrompere la sua manovra a forcella e invertire rapidamente per evitare di essere messo al di là della portata<br />

dei missili. Notate che egli tira con una angolazione elevata rispetto al lato ventrale del bersaglio, senza<br />

aspettare il tiro a ore sei precise. Come detto in precedenza, il tiro contro il lato ventrale può essere letale con<br />

un AAM nella regione posteriore a media distanza. Dopo il lancio, il tiratore compie un comunissimo errore<br />

osservando l’arma per tutto il suo percorso verso il bersaglio, e poi guardando esplodere il bandito. Questa<br />

pratica tende a dare al tiratore una visione dal tunnel, portandolo a perdere la coscienza della situazione. Una<br />

tecnica migliore potrebbe essere una rapida sbandata scarica a sinistra subito dopo il lancio per controllare<br />

visivamente il proprio lato ventrale giusto nel caso che un terzo bandito, inosservato, o un missile lo stiano<br />

minacciando. Dopo questa rapida “occhiata alla pancia”, il tiratore può invertire a destra per controllare il<br />

destino del bersaglio e localizzare gli altri aerei.<br />

Guarda, decidi, attacca, inverti.<br />

Major Erich "Bubi" Hartmann, Luftwaffe<br />

Per fortuna il pilota del caccia orientale ha una presa un po’ migliore sulla situazione ed è in grado di tirar<br />

fuori il tiratore dalle nubi a ore nove e di rimetterlo nella formazione in linea di fronte della figura 6-6.<br />

Riformare la sezione è probabilmente una buona mossa, poiché il caccia orientale non aveva alcun vantaggio<br />

sul leader dei banditi al passaggio, lo ha perso di vista poco dopo, e ha capito che la sezione stava operando in<br />

un ambiente ostile con uno scarso appoggio reciproco. Se uno dei due piloti avesse mantenuto il contatto visivo<br />

col leader dei banditi, probabilmente sarebbe stato preferibile un immediato reingaggio usando le tecniche due<br />

contro uno.<br />

Quando il nemico comincia a crollare dovete inseguirlo senza lasciargli la possibilità di andarsene. Se non<br />

riuscite a trarre vantaggio dal crollo del vostro nemico, egli potrebbe riprendersi.<br />

Miyamoto Musashi<br />

Nella figura 6-7 gli attaccanti si stringono in una buona formazione difensiva in linea di fronte, prendono<br />

un paio di profondi respiri, ed eseguono un’inversione con delle virate tattiche. Se avessero voluto tentare un<br />

aggiramento intorno al bandito per sganciarsi, avrebbero ritardato la seconda virata, come mostrato dalla figura<br />

6-4. In questo caso, tuttavia, i piloti intendono reingaggiare, quindi completano l’inversione il più rapidamente<br />

possibile. Qui la virata tattica è stata scelta perché offre una migliore protezione contro il bandito superstite, che<br />

non si vede, e anche contro dei bradi in un ambiente ostile. Tuttavia questa tecnica produce un grande raggio di<br />

virata per la sezione, il che potrebbe consentire a un bandito originariamente collocato direttamente dietro a<br />

guadagnare un maggiore vantaggio angolare. Se l’avversario fosse stato in vista dritto a poppavia in una<br />

situazione relativamente sterile, una virata incrociata o una spaccata avrebbero potuto offrire migliori capacità<br />

offensive, sempre che la distanza del bersaglio fosse sufficiente a consentire il completamento dell’inversione<br />

prima che l’avversario riesca a serrare su uno dei caccia. Una virata sul posto potrebbe essere più efficace<br />

contro un bandito in vista nell’emisfero posteriore ma non dritto a poppavia. L’obiettivo, quando il bandito è in<br />

vista, è di ridurre al minimo la separazione del suo percorso di volo dal centro della sezione (ovvero di<br />

incontrarlo frontalmente) e se possibile di generare una forcella.<br />

La sezione completa l’inversione al punto “6” in buone condizioni difensive; ma anche con la presunta<br />

formazione ideale per la copertura visiva, il bandito rimane inosservato fino a quando non lancia un missile.<br />

Questo non è un caso raro, in particolare quando sono coinvolti dei banditi piccoli e ben mimetizzati e delle<br />

condizioni di scarsa visibilità, poiché la distanza fra il bandito e il caccia bersaglio al punto “1” potrebbe essere<br />

di oltre un miglio, e dal caccia più lontano (il cui pilota ha le maggiori possibilità di vedere l’attaccante) di<br />

parecchie miglia. Il fatto che la rilevazione visiva del lancio del missile abbia permesso al bersaglio di evitare la<br />

distruzione sottolinea il valore dell’appoggio visivo reciproco. Gli AAM non visti sono quasi immancabilmente<br />

fatali.<br />

197


La decisione se tornare a ingaggiare un avversario non visto dipende da molti fattori. Fra i più importanti<br />

ci sono i sistemi d’arma del nemico. Nelle condizioni qui descritte (con un bandito non visto) la sezione può<br />

attendersi di ingaggiare sulla difensiva, il che potrebbe essere inaccettabile contro un avversario equipaggiato di<br />

AAM ogni-aspetto, missili senza fumo, o un’arma estremamente letale (definibile come un’arma che non possa<br />

essere evitata una volta lanciata) di qualsiasi tipo. queste armi rendono il reingaggio in condizioni difensive un<br />

proposito molto rischioso e richiedono una grande prudenza.<br />

Avvistando il missile ostile, il caccia più lontano (quello a sud-ovest nella figura 6-8) avverte il suo<br />

gregario di rompere, e contemporaneamente egli ingaggia l’attaccante. Fino a questo punto dello scenario la<br />

sezione potrebbe avere impiegato sia la dottrina della coppia libera che del doppio attacco, poiché tutte le<br />

tattiche adoperate finora (la formazione in linea di fronte, l’attacco a tenaglia, le virate tattiche, il sandwich)<br />

sono elementi di entrambe le dottrine tattiche. Al punto “8”, tuttavia, il doppio attacco richiederebbe di solito al<br />

caccia sud-occidentale (caccia ingaggiato) di ingaggiare il bandito in una manovra uno contro uno, mentre il<br />

caccia libero (dopo avere sventato l’attacco del missile) recupera la propria energia e assume un ruolo di<br />

copertura. La dottrina della coppia libera consente al pilota del caccia ingaggiato di impiegare una tecnica di<br />

trascinamento, con la quale egli consente all’attaccante di guadagnare un vantaggio offensivo non letale per<br />

intrappolarlo, dando al pilota del caccia libero il tempo di posizionarsi per un tiro. Se questo metodo fornisce<br />

probabilmente un abbattimento più rapido del bandito, si tratta di un rischio calcolato, in particolare in un<br />

ambiente ostile. Un gran numero di cose possono andare storte. Per esempio, il bandito potrebbe fare un tiro<br />

fortunato sul caccia ingaggiato, oppure il pilota del caccia libero potrebbe perdere di vista il combattimento o<br />

essere assalito da una bandito brado (o anche da un SAM), il che potrebbe portare ad avere entrambi i caccia<br />

ingaggiati difensivamente uno contro uno. Nello scegliere le loro tattiche, i piloti qui devono soppesare le<br />

possibilità e poi lanciare i dadi. La migliore efficacia offensiva e l’abbattimento più rapido forniti dalla coppia<br />

libera compensano la maggiore vulnerabilità difensiva? Se hanno successo, i piloti sono dei tattici brillanti; se<br />

no, sono sciocchi e probabilmente morti.<br />

198<br />

Ingaggio prolungato<br />

Nel precedente ipotetico scontro, l’attacco iniziale aveva successo, riducendo lo scenario a un due contro<br />

uno con un avversario non visto. Gli attaccanti sceglievano di riformarsi difensivamente prima di continuare lo<br />

scontro, il che forniva una certa protezione finché non riuscivano a riguadagnare l’offensiva. Se entrambi i<br />

banditi fossero sopravvissuti al primo attacco e fossero stati persi di vista, sarebbe stato opportuno lo<br />

sganciamento, almeno fino a quando i banditi non fossero stati localizzati e reingaggiati in condizioni<br />

favorevoli.<br />

Un’altra possibilità verosimile è la distruzione di un bandito, con l’altro avversario rimasto in vista di uno<br />

o entrambi i piloti amici. In questo caso il reingaggio immediato è di solito preferibile al riformarsi in maniera<br />

difensiva, tranne in ambienti molto ostili. Un reingaggio immediato mantiene la pressione sul bandito e trae<br />

vantaggio dalla sua temporanea confusione e paura risultanti dalla perdita del gregario nell’attacco iniziale.<br />

Ritardare l’attacco sul bandito superstite dà in genere al suo pilota un grande vantaggio, e molto spesso risulta<br />

nella perdita del contatto e nella successiva fuga del bandito, o nel reingaggio in termini meno che ideali per i<br />

caccia (come illustrato dall’esempio precedente). Quando entrambi i piloti hanno il bandito in vista, sia la<br />

dottrina del doppio attacco che della coppia libera forniscono un immediato attacco a forcella se i caccia sono<br />

posizionati in maniera favorevole. Altrimenti il caccia col maggiore potenziale offensivo attacca mentre il<br />

gregario assume il ruolo di caccia libero. Quando un solo pilota vede il bandito, può attaccare e ingaggiare<br />

l’avversario sotto la copertura del suo gregario fino a quando il caccia libero non ottiene il contatto visivo. A<br />

quel punto il caccia libero può posizionarsi per un tiro (coppia libera) o continuare i suoi compiti di copertura<br />

(doppio attacco) e aspettare il proprio turno col bandito.<br />

Nel caso in cui entrambi i banditi sopravvivano al primo attacco ma siano ancora in vista, la decisione se<br />

reingaggiare immediatamente dipende da fattori come l’ostilità dell’ambiente, se entrambi i piloti vedono i<br />

banditi, e dalla fiducia dei piloti nella loro capacità di gestire la minaccia. Se uno di questi fattori è negativo, lo<br />

sganciamento potrebbe essere l’opzione prudente. Altrimenti potrebbe essere preferibile una forcella o un<br />

attacco con trascinamento. Quando la situazione non permette simili attacchi coordinati, la dottrina del doppio<br />

attacco richiede che un caccia attacchi il bandito più vulnerabile mentre il gregario tiene a bada il bandito<br />

libero. Questo metodo può essere piuttosto efficace se i caccia hanno un vantaggio significativo nelle<br />

prestazioni e/o nei sistemi d’arma rispetto ai banditi, o se i piloti amici sono meglio addestrati dei banditi;<br />

altrimenti le tecniche della coppia libera sono probabilmente preferibili.


La dottrina della coppia libera in scontri prolungati due contro due richiede che ciascun caccia operi in<br />

maniera semi-autonoma, come negli scontri uno contro due descritti nel capitolo precedente. La tattica implica<br />

di neutralizzare il bandito più minaccioso (facendo in modo che sorpassi), e poi di attaccare l’altro bandito. È<br />

probabile che il secondo bandito sia preso dall’altro caccia e sia vulnerabile a un attacco. questo tuttavia non<br />

può essere prolungato in sicurezza, a causa della minaccia del bandito libero. Ciascuna caccia passa in questo<br />

modo da un bandito all’altro finché non si riesce a prendere un avversario che guarda dalla parte sbagliata.<br />

Questa è una tattica complessa e difficile da padroneggiare, principalmente a causa delle difficoltà insite<br />

nel mantenere le tracce di entrambi gli avversari. Il compito è reso più facile quando il nemico ha aerei più<br />

grandi e/o meno manovrabili e quando i caccia sono equipaggiati di missili ogni-aspetto e i banditi no. Banditi<br />

più grossi sono meno difficili da vedere, e una maggiore manovrabilità rende più facile neutralizzare un<br />

attaccante e riduce il tempo richiesto per raggiungere i parametri di tiro contro un bersaglio. Gli AAM ogniaspetto<br />

forniscono molte veloci opportunità di tiro con un minimo di manovre. Quando i banditi non possono<br />

essere eliminati rapidamente, i fattori discussi prima in questo capitolo sul sovraccarico di compiti devono<br />

essere presi in considerazione nel prendere la decisione se continuare o interrompere lo scontro. È meglio<br />

cominciare uno sganciamento troppo presto che troppo tardi, quando le considerazioni sul carburante o delle<br />

situazioni difensive critiche potrebbero complicare la fuga.<br />

L’appoggio difensivo reciproco durante manovre prolungate in coppia libera sono più per caso che per<br />

disegno. Ciascun pilota è responsabile principalmente di tenersi fuori dai guai tenendo le tracce di entrambi i<br />

banditi, conservare un’elevata energia, e non rimanere impigliato con un solo bandito per troppo tempo. È<br />

abbastanza difficile mantenere il contatto visivo con due banditi separati senza dovere anche spazzare le ore sei<br />

del gregario, ma il fatto che entrambi i caccia siano ingaggiati a distanza ravvicinata, e si scambino di continuo<br />

i banditi, porta inevitabilmente ad avvistamenti casuali del gregario. Quando sorgono queste opportunità, il<br />

pilota deve controllare rapidamente lo spazio aereo intorno al gregario con gli occhi, annunciare eventuali<br />

banditi in posizione minacciosa, e se possibile attaccarli. La semplice presenza di due caccia che minacciano<br />

alternativamente ciascun opponente impedisce all’avversario di concentrarsi su uno dei due caccia per molto<br />

tempo. Sapere che c’è un secondo caccia nella zona tende anche a rendere un singolo bandito meno aggressivo<br />

nei confronti di uno dei due caccia. Questa condizione viene a volte definita “appoggio reciproco per presenza”.<br />

Ancora una volta, l’esempio di un ipotetico scontro servirà a chiarire alcune delle tecniche implicite in<br />

questo metodo. La figura 6-9 rappresenta la stessa situazione di approccio frontale iniziale mostrata dalla figura<br />

6-5, tranne che questa volta i banditi vedono entrambi i caccia e si spaccano, negando agli attaccanti<br />

l’opportunità di un rapido abbattimento. Ciascun pilota amico continua la propria manovra a tenaglia nel<br />

tentativo di arrivare all’esterno della sezione ostile e di mantenere entrambi i banditi in vista sullo stesso lato<br />

dell’aereo. Questo tende a trascinare gli avversari lontano l’uno dall’altro, rendendo improbabile che riescano a<br />

mantenere le tracce dell’altra metà del combattimento.<br />

199


La figura 6-10 mostra che ciascun pilota oltrepassa il proprio bandito da vicino sul lato opposto rispetto al<br />

secondo bandito, e continua a virare nella stessa direzione verso il secondo bandito. Subito dopo il passaggio<br />

ogni pilota deve osservare il proprio bandito abbastanza a lungo da determinare in che direzione virerà prima di<br />

passare la propria attenzione sull’altro. Osservare le mosse del bandito al passaggio è importante per stimare il<br />

tempo a disposizione prima che possa diventare di nuovo una minaccia, per pianificare l’attacco sul secondo<br />

bandito, e per formare uno “schema mentale” su dove dovrebbe ricomparire il primo bandito dopo che il pilota<br />

si sarà concentrato per qualche secondo sull’altro. Approssimandosi al punto “3” i caccia si incontrano quasi<br />

frontalmente e hanno una possibilità di osservare le ore sei l’uno dell’altro mentre premono verso il bandito dal<br />

lato opposto del combattimento.<br />

Al punto “3” il pilota del bandito orientale vede l’attacco del caccia più vicino e vira bruscamente per<br />

negarlo, come mostrato dalla figura 6-11. Il pilota del caccia orientale ha visto il primo bandito che ha<br />

sorpassato virare verso nord; quindi pianifica di attaccare il bandito orientale dal lato sud per tenere entrambi<br />

gli avversari sullo stesso lato (nord). Dopo il passaggio al punto “4” il pilota del caccia orientale continua la sua<br />

virata a sinistra verso il settore della minaccia percepita e osserva che il bandito che ha appena superato ha<br />

virato verso sud. Quindi ricomincia a cercare l’altro bandito.<br />

Nel frattempo il pilota del caccia occidentale sta inseguendo il bandito a nord e non è stato ancora rilevato<br />

al punto “4”. A questo punto ha una buona posizione offensiva, ma è ancora al di fuori dei parametri dei missili<br />

RQ. Il pilota del bandito più a nord ha osservato per tutto il tempo il primo caccia che ha oltrepassato (ora il<br />

caccia orientale), e tira all’interno della sua virata per ottenere della separazione laterale al punto “4”. Il pilota<br />

del caccia orientale mette una “tacca” su questo bandito e manovra per negare il suo attacco e tenerlo sul lato<br />

sinistro (ovvero per mantenere entrambi i banditi a sud). Quando il bandito inverte per una virata anticipata<br />

(punto “5”) egli punta la propria coda al caccia occidentale, che non vede, e che lo ringrazia spazzandolo via.<br />

Entrambi i piloti possono quindi virare a nord, per lasciare la zona, o a sud, per trovare e ingaggiare il secondo<br />

bandito.<br />

200


La tecnica della coppia libera negli scontri due contro due può essere riassunta in questo modo: prima<br />

ciascun pilota nega qualsiasi attacco, mantenendo se possibile entrambi i banditi sullo stesso lato dell’aereo.<br />

Una volta neutralizzata la minaccia e notata la direzione della virata del bandito più vicino, si effettua un<br />

attacco sull’altro bandito. Tale attacco deve essere pianificato in modo che la virata finale possa essere<br />

effettuata in direzione del primo bandito, cioè verso il settore di minaccia previsto. Se si riesce a guadagnare un<br />

vantaggio offensivo, il bersaglio può essere inseguito, ma solo fino a quando entrambi i banditi possono essere<br />

mantenuti su un lato dell’aereo o si sa che il bandito libero non è una minaccia a causa della distanza, della<br />

rotta, ecc. Il pilota attaccante deve interrompere qualsiasi attacco e cambiare bandito prima di lasciarsi prendere<br />

in un sandwich.<br />

Studiando questo esempio di scontro, dovrebbe essere del tutto evidente come il successo ruoti sul fatto di<br />

mantenere la visuale di entrambi i banditi in momenti critici. Nei caccia monoposto questo di norma richiede<br />

che il pilota passi l’attenzione da un bandito all’altro quando diventano una minaccia o l’oggetto<br />

dell’inseguimento. I caccia a più posti hanno un netto vantaggio in questo ambiente, poiché con una<br />

coordinazione appropriata, la responsabilità dell’osservazione di ciascun bandito può essere scambiata fra i<br />

membri dell’equipaggio. Questa tecnica può ridurre le possibilità di perdere le tracce di un avversario mentre ci<br />

si concentra sull’altro. I risultati del fatto di focalizzare tutta l’attenzione su un avversario escludendo tutto il<br />

resto (noto come “catenaccio”) sono dimostrati dal destino dello sfortunato bandito di questo esempio. Anche<br />

se più paia di occhi possono migliorare l’efficienza di un caccia in un ambiente con più banditi, questo<br />

vantaggio è a volte controbilanciato, e a volte rovesciato, se i membri d’equipaggio aggiuntivi vengono ottenuti<br />

al costo di un aereo più grande e/o con manovrabilità e prestazioni degradate. Anche il campo visivo di ogni<br />

postazione è fondamentale.<br />

Il valore degli AAM ogni-aspetto in questo ambiente può essere apprezzato nella figura 6-10. con i missili<br />

ogni-aspetto, probabilmente entrambi i banditi possono essere presi sotto tiro intorno al punto “3” dell’esempio,<br />

concludendo quindi lo scontro molto più velocemente e riducendo l’esposizione dei caccia in questo ambiente<br />

pericoloso. Queste armi hanno anche delle implicazioni precedenti al primo incontro (figura 6-9), che verranno<br />

discusse in un capitolo successivo.<br />

Le capacità difensive dei caccia coinvolti in manovre in coppia libera protratte possono essere piuttosto<br />

scarse a causa delle ampie separazioni fra i caccia a esse inerenti, sia nella distanza che nella direzione, e<br />

sull’elevato carico posto sui piloti. Anche coi caccia biposto, c’è poco tempo a disposizione per i compiti di<br />

vedetta puramente difensiva, e bisogna trarre vantaggio da qualsiasi opportunità del genere che si presenti.<br />

L’appoggio difensivo reciproco per presenza tuttavia può essere efficace, specialmente in ambienti con<br />

minaccia medio-bassa. In tali scenari, l’abbattimento più rapido offerto dalla maggiore efficacia offensiva<br />

201


compensa spesso la minore difesa. In scenari molto ostili la tecnica di alternare offesa-difesa-offesa (ovvero<br />

colpisci-riunisci-colpisci) può essere più efficace.<br />

Un altro problema inerente alla coppia libera prolungata è la prospettiva che lo scontro si spezzi in due<br />

uno contro uno separati. Anche se questa situazione potrebbe essere gestibile da parte di caccia superiori, essa<br />

accresce la vulnerabilità alle tecniche di coppia libera dei banditi e ad ulteriori attacchi da parte di bradi. Spesso<br />

gli scontri uno contro uno si verificano a causa di una mancanza di scambi offensivi disciplinati o perché un<br />

pilota perde di vista un bandito fino a diventare criticamente difensivo. Mantenere una buona vigilanza e un<br />

livello elevato di energia riduce le possibilità che si verifichi tale situazione.<br />

Tornando per un istante all’esempio illustrato dalle figure da 6-9 a 6-11, notate che i caccia effettuavano<br />

tutte virate in direzione muso-coda (ovvero virano attraverso la coda del bandito) a ogni passaggio. Questo si<br />

verificava perché entrambi i banditi erano da un lato del caccia a ogni passaggio, sicché virando attraverso la<br />

coda del bandito più vicino il caccia virava anche verso l’altro bandito (ovvero verso il settore della minaccia).<br />

Virare verso il settore della minaccia è una delle chiavi della manovra in coppia libera. Dopo un passaggio<br />

frontale, è più probabile che un pilota viri muso-coda a causa della maggiore facilità nel mantenere la visuale<br />

dell’avversario appena incontrato. Incontrando ciascun bandito sul lato opposto del proprio gregario, il pilota<br />

della coppia libera può virare muso-coda verso il settore della minaccia, osservando al contempo la virata del<br />

bandito più vicino per futuro riferimento, e probabilmente indurre questo bandito a virare allontanandosi dal<br />

proprio settore minacciato.<br />

Quando un pilota non è in grado di oltrepassare un bandito dal lato desiderato, potrebbe dovere eseguire<br />

una virata muso contro muso per affrontare il settore della minaccia. Questa situazione è rappresentata nella<br />

figura 6-12, che è praticamente la stessa dello scenario di figura 6-10, solo che in questo caso il bandito<br />

occidentale è riuscito ad arrivare all’esterno del caccia occidentale al punto “2”. Il pilota del caccia occidentale<br />

effettua una virata muso contro muso verso la minaccia da est, mentre il bandito prosegue attraverso la coda del<br />

caccia in una virata a sinistra. Dato che questo bandito è stato indotto a virare di nuovo verso est (la direzione<br />

del suo settore minacciato), le possibilità che al caccia orientale si presenti l’opportunità di un facile<br />

abbattimento RQ sono molto ridotte. Inoltre, a seconda delle prestazioni di virata e della portata delle armi del<br />

bandito, il pilota del caccia più a nord (al punto “3”) potrebbe essere costretto a virare di nuovo a sud per<br />

difendersi dal lancio di un missile da parte del bandito occidentale. Una simile mossa difensiva potrebbe far sì<br />

che il caccia settentrionale viri davanti al bandito occidentale e in un pericoloso sandwich. Questa è quindi<br />

generalmente indesiderabile contro banditi che siano più manovrabili e abbiano dei missili a lunga gittata. In<br />

questo caso, in particolare contro banditi con minore energia, potrebbe essere preferibile una strappata in<br />

verticale al punto “2”, seguita da una rovesciata verso il bandito più vicino, un passaggio ravvicinato (questa<br />

volta sul lato giusto), e un’altra virata verso il settore della minaccia.<br />

Quando i banditi sono equipaggiati di missili ogni-aspetto, o quando hanno prestazioni energetiche pari o<br />

superiori, tuttavia, le manovre verticali possono essere piuttosto pericolose e di norma devono essere evitate.<br />

In generale, le manovre muso contro muso tendono a tenere gli aerei più vicini durante uno scontro, il che<br />

di solito è un beneficio per i caccia più grandi. Inoltre, i combattimenti ravvicinati possono limitare l’impiego<br />

dei missili ogni-aspetto di un nemico a causa delle restrizioni per la portata minima. Questo è particolarmente<br />

prezioso quando solo il nemico ne è equipaggiato.<br />

202


Riassunto<br />

Lo scenario due contro due può essere molto complesso, e l’esito dello scontro ruota spesso<br />

maggiormente su fattori come la coordinazione della sezione, le dimensioni degli aerei, e il numero dei membri<br />

degli equipaggi che sulle misure più largamente accettate delle prestazioni degli aerei. Le prestazioni degli aerei<br />

e dei sistemi d’arma rimangono degli attori importanti, ma l’impatto di questi fattori potrebbe essere facilmente<br />

messo in ombra dai parametri più oscuri del progetto dei caccia, e casualmente, nell’ambiente con più banditi.<br />

Caccia, sistemi d’arma e tattiche devono essere progettati per ridurre il carico sull’equipaggio. La stragrande<br />

maggioranza dei piloti da caccia perduti non avevano coscienza del loro attaccante finché non era troppo tardi.<br />

Ridurre il carico di lavoro dell’equipaggio, progettare i caccia con un migliore campo visivo e una visibilità<br />

minima, e l’impiego di dottrine tattiche che incorporino l’appoggio reciproco devono avere quindi<br />

un’importanza primaria.<br />

Finora abbiamo esaminato quattro dottrine tattiche: l’ala da combattimento, il doppio attacco, la coppia<br />

libera e le tecniche di ingaggio uno contro uno. Si è dimostrato che l’ala da combattimento è generalmente<br />

inefficace nell’ambiente due contro due, tranne contro avversari con una inferiorità nell’addestramento, negli<br />

aerei o nell’armamento. Ingaggiare la coppia di banditi in due combattimenti separati uno contro uno può essere<br />

efficace, sempre che i cacciatori abbiano una superiorità di armamento, prestazioni o abilità dei piloti. La<br />

mancanza di appoggio reciproco di questo approccio, tuttavia, può ridurre l’efficacia offensiva e lasciare i<br />

caccia vulnerabili ad attacchi coordinati da parte dei banditi oltre che da ulteriori caccia bradi nemici.<br />

Le dottrine del doppio attacco e della coppia libera impiegano attacchi iniziali essenzialmente identici<br />

(ovvero la forcella e il trascinamento) nel tentativo di eliminare uno o entrambi i banditi. Se necessario, un<br />

singolo avversario superstite può essere ingaggiato con maggiore sicurezza ed efficacia di una coppia (i relativi<br />

attributi di queste due dottrine nelle situazioni due contro uno sono stati visti nel capitolo precedente).<br />

La decisione di reingaggiare o sganciarsi è particolarmente critica se entrambi gli avversari sopravvivono<br />

a un attacco iniziale, poiché delle manovre due contro due prolungate sono un’impresa difficile e rischiosa. Di<br />

solito questa decisione può essere presa dal leader della pattuglia prima ancora che i caccia decollino; la<br />

decisione è basata su considerazioni come gli obiettivi della missione, i probabili avversari, la relativa<br />

esperienza dei piloti, i rispettivi progetti degli aerei e dei sistemi d’arma, e le condizioni ambientali. Gli<br />

sganciamenti sono più efficaci riducendo al minimo le esitazioni.<br />

Una volta che i caccia si siano impegnati due contro due, la dottrina del doppio attacco richiede che il<br />

caccia col maggiore potenziale offensivo ingaggi l’avversario più vulnerabile uno contro uno (offensivo), o la<br />

minaccia più grossa (difensivo), mentre il caccia libero protegge il caccia ingaggiato dagli attacchi da parte del<br />

203


andito libero o da bradi. Se uno dei caccia passa sulla difensiva, l’altro va immediatamente in suo aiuto in<br />

qualsiasi modo possibile. Questo metodo può essere piuttosto efficace, in particolare quando i caccia amici<br />

hanno la superiorità nell’abilità dei piloti, nelle prestazioni o nell’arma-mento. Il doppio attacco, tuttavia, può<br />

essere facilmente saturato da ulteriori banditi (più di due), e l’appoggio reciproco fra i caccia può essere<br />

efficacemente distrutto da attacchi determinati contro il caccia libero. In simili situazioni il combattimento<br />

tende a dividersi in due scontri separati, spesso con risultati indesiderabili. Il caccia libero (e quindi l’intera<br />

dottrina tattica) è particolarmente vulnerabile ai missili ogni-aspetto ostili.<br />

La dottrina della coppia libera durante scontri due contro due prolungati detta che ciascun caccia operi in<br />

maniera semi-autonoma, contrastando e attaccando alternativamente ciascun bandito a turno fino a quando uno<br />

non soccombe a un attacco non visto. L’appoggio difensivo reciproco avviene generalmente per la sola<br />

presenza, a meno che uno dei due caccia non passi sulla difensiva, e allora il gregario dovrà cercare di alleviare<br />

la minaccia il più velocemente possibile. Questo metodo è potenzialmente superiore al doppio attacco dal punto<br />

di vista offensivo, poiché a entrambi i caccia è consentito di assumere l’offensiva allo stesso tempo. Inoltre,<br />

dato che non si affida completamente alla capacità di superare nella manovra gli aerei avversari, la coppia libera<br />

può essere impiegata con successo contro caccia e armi nemiche superiori.<br />

I rispettivi meriti difensivi della coppia libera e del doppio attacco sono più aperti a discussione. Il fatto<br />

che, nel doppio attacco, il pilota del caccia libero abbia come solo compito la responsabilità della difesa sembra<br />

un argomento a favore della superiorità di questa dottrina sul meno strutturato appoggio reciproco “per<br />

presenza” disponibile durante le manovre di coppia libera. Il caccia libero del doppio attacco, tuttavia, può<br />

contrastare efficacemente solo un bandito libero alla volta, e anche questa capacità è discutibile quando gli<br />

amici si oppongono a caccia superiori o missili ogni-aspetto. Una volta neutralizzato il caccia libero, il doppio<br />

attacco essenzialmente non offre alcun appoggio.<br />

La coppia libera, d’altra parte, per la sua maggiore efficacia offensiva, fornisce abbattimenti più rapidi e<br />

quindi assoggetta la sezione a minori possibilità di interferenze da parte di ulteriori banditi in un ambiente<br />

ostile. Per i caccia della coppia libera c’è anche una minore tendenza a essere separati a essere separati in delle<br />

singolar tenzoni. Questi vantaggi, tuttavia, non vengono via a poco prezzo. La coppia libera impone un carico<br />

di lavoro accresciuto sugli equipaggi, che deve essere superato con un addestramento intensivo e mantenendo<br />

un’elevata competenza. Anche se la capacità del pilota è fondamentale per qualsiasi dottrina tattica, la coppia<br />

libera è generalmente più sensibile a un proficuo miglioramento nelle prestazioni del pilota che a un guadagno<br />

simile nelle prestazioni dell’aereo. Inoltre, caratteristiche del disegno del caccia come le dimensioni dell’aereo e<br />

il campo visivo del pilota possono avere un impatto maggiore del rapporto spinta/peso o del carico alare.<br />

In conclusione, la coppia libera sembra essere la dottrina tattica superiore nello scenario due contro due,<br />

se le capacità degli equipaggi sono elevate. Una notevole eccezione a questa generalizzazione si può trovare<br />

quando i caccia amici hanno un notevole vantaggio nelle prestazioni o nell’armamento in un ambiente sterile<br />

contro un nemico non equipaggiato di missili ogni-aspetto. La prudenza è comunque necessaria, perché la<br />

coppia libera è una dottrina tattica relativamente nuova e non è stata sottoposta al collaudo del tempo in vere<br />

condizioni di combattimento. Finché non saranno stati dimostrati in diversi teatri d’operazioni in un’ampia<br />

varietà di scenari di combattimento (e probabilmente molto tempo dopo), i meriti di questa dottrina resteranno a<br />

lungo discussi.<br />

204


Capitolo 7<br />

Tattiche di Divisione<br />

L’essenza della leadership… era, ed è, che ogni leader, dal comandante di pattuglia al comandante di<br />

gruppo, deve conoscere e pilotare i suoi aerei.<br />

Air Vice-Marshal J. E. "Johnnie" Johnson, RAF<br />

Retroscena<br />

Durante la prima guerra mondiale si riconobbe che fare operare due caccia insieme offriva una migliore<br />

sopravvivenza e un’accresciuta potenza di fuoco. Se due caccia sono un bene, perché tre, quattro o anche di più<br />

non dovrebbero essere ancora meglio? Inevitabilmente questa filosofia venne messa alla prova col prosieguo<br />

della guerra, e andò incontro a un certo successo. Numeri più grandi di aerei, sistemati in maniera appropriata,<br />

in teoria offrivano un’accresciuta sorveglianza difensiva. Era possibile portare una maggiore potenza di fuoco<br />

contro il nemico in un attacco iniziale, e le possibilità di essere ingaggiati da un numero superiore di nemici<br />

erano diminuite.<br />

Eravamo troppo occupati a combattere per preoccuparci di tattiche astute.<br />

Harold Balfour, RAF<br />

Pilota da caccia 1ª GM<br />

(in seguito Sottosegretario di Stato per l’Aria inglese)<br />

Aumentare le dimensioni delle formazioni di caccia, tuttavia, ha anche i suoi svantaggi. Più grande è la<br />

formazione, e più facile è vederla, e più difficile è il compito della formazione di ottenere un attacco a sorpresa.<br />

Le grosse formazioni sono anche meno manovrabili. Virare può anche diventare un’esercitazione nell’evitare le<br />

collisioni a mezz’aria, una situazione che diminuisce di molto la sorveglianza difensiva. Il leader della<br />

formazione deve pianificare ed eseguire con cura ogni manovra con prestazioni molto inferiori al massimo<br />

conseguibile, per consentire agli altri membri della formazione di mantenere la posizione. I ritardatari sono<br />

molto vulnerabili, e il loro numero deve essere ridotto al minimo. Anche le comunicazioni e il controllo di<br />

grandi numeri di aerei possono essere difficili. Dei segnali manuali possono essere dati e passati da aereo ad<br />

aereo se la distanza fra ogni velivolo è ridotta, come nella “V delle oche selvatiche” con parecchi caccia,<br />

popolare fra entrambi i contendenti alla fine della 1ª GM; ma è stato dimostrato che le formazioni serrate<br />

riducono di molto le capacità difensive, in particolare contro i moderni AAM. A volte durante, la prima guerra<br />

mondiale, per le segnalazioni si usavano dei razzi colorati (sparati da pistole Very), ma questi sono in genere<br />

poco pratici in particolare per i caccia moderni.<br />

L’avvento della radio nei caccia negli anni ’30 ha aiutato molto i compiti di comunicazione e controllo,<br />

ma non si può sempre contare sulle radio a causa della possibilità di malfunzionamenti, disturbi o interferenze. I<br />

movimenti dell’aereo del leader (come fare oscillare le ali) si sono dimostrati in generale il mezzo più efficace<br />

di comunicazione non verbale, ma non sono affatto infallibili.<br />

Una volta ingaggiati, è estremamente difficile, se non impossibile, tenere insieme un gran numero di<br />

caccia. Una battaglia fra grandi forze di caccia degenera il più delle volte in una “palla di pelo”, con ciascun<br />

pilota che lotta per la propria vita in maniera indipendente e dà un supporto reciproco solo con la propria<br />

presenza. Anche se una situazione simile può essere positiva dal punto di vista offensivo, difensivamente lascia<br />

molto a desiderare. Per esempio, sganciarsi da un combattimento del genere è estremamente pericoloso per un<br />

singolo caccia. Per questo motivo, molti comandanti di squadriglia nella prima guerra mondiale tentavano di<br />

riformare le loro formazioni prima di sganciarsi. Spesso facevano dipingere i loro aerei in colori brillanti o<br />

avevano una banderuola che fluiva da qualche parte dell’aereo per farsi riconoscere. In teoria, un pilota che<br />

restava separato in una mischia poteva trovare e raggiungere il proprio leader. Tuttavia il nemico concedeva<br />

molto raramente questo lusso.<br />

Sembra che sia stato il Servizio Aereo Tedesco ad avviare la tendenza verso formazioni di caccia sempre<br />

più grandi durante la prima guerra mondiale. Il probabile motivo, a parte l’inclinazione naturale verso le<br />

innovazioni tattiche di grandi leader come Boelcke e von Richthofen, è il fatto che essi erano spesso superati<br />

205


nel numero dai caccia alleati sul fronte occidentale. Volare in grandi formazioni consentiva spesso ai tedeschi<br />

di conseguire una superiorità locale nel numero in punti scelti tutte le volte che volevano. Naturalmente,<br />

tuttavia, gli alleati risposero con proprie formazioni ancor più grandi, portando a degli scontri davvero<br />

interessanti con fino a cinquanta caccia per parte.<br />

Uno dei principi guida del combattimento con una forza aerea è mettere insieme il peso, per numero, di<br />

una concentrazione numerica in punti decisivi.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Fra le due guerre mondiali, i progressi nella tecnologia aeronautica, ovvero un’accresciuta velocità e una<br />

minore manovrabilità, condussero molte potenze mondiali a concludere che i giorni del dogfight si fossero<br />

chiusi. Per i conflitti futuri il ruolo del caccia avrebbe dovuto essere l’intercettazione delle forze da<br />

bombardamento strategico. All’epoca i bombardieri erano favoriti ed erano ritenuti in grado di difendersi dai<br />

caccia grazie all’efficacia della pesante potenza di fuoco ammassata dalle grandi formazioni di bombardieri e<br />

dalla blindatura che erano in grado di trasportare. Quindi non avrebbero avuto bisogno della protezione di una<br />

scorta di caccia, e c’erano ben poche possibilità di scontri fra caccia. Di conseguenza, le lezioni sulle tattiche<br />

dei caccia apprese durante la prima guerra mondiale furono in gran parte dimenticate, e l’addestramento (quel<br />

poco che c’era) ruotava intorno all’intercettazione e alla distruzione dei bombardieri. Il progetto dei caccia<br />

prese a insistere sulla velocità e su un armamento e una corazzatura pesanti, e a trascurare la manovrabilità e il<br />

campo visivo della carlinga.<br />

Senza guerra, dimenticammo di costruire aerei dai quali si potesse vedere al di fuori.<br />

Colonel Erich “Bubi” Hartmann, GAP<br />

La formazione quasi universalmente accettata per i caccia in questo periodo era la V, con gli aerei<br />

posizionati con le estremità alari quasi a contatto, per concentrare il fuoco. Questa formazione (vedi figura 7-1)<br />

consentiva al leader di manovrare abbastanza bene e di volare attraverso le nuvole senza troppe possibilità di<br />

perdere i suoi gregari. Egli era in grado di colpire rapidamente per limitare l’esposizione al tiro difensivo dei<br />

bombardieri, e tutti i caccia potevano sparare contemporaneamente allo stesso bersaglio per la massima<br />

concentrazione del potere distruttivo.<br />

Tuttavia la V aveva dei difetti: poteva essere preso di mira solo un bombardiere per volta, e la formazione<br />

serrata consentiva di concentrare il tiro difensivo su tutti i caccia contemporaneamente. Il leader era anche<br />

l’unico che potesse avere verosimilmente un buon tiro, poiché i gregari doveva preoccuparsi maggiormente di<br />

non andare a sbattere contro qualcuno che di puntare le loro armi. Anche la portata del tiro dei gregari era<br />

maggiore, poiché essi dovevano cessare il fuoco quando il leader raggiungeva la distanza minima e<br />

interrompeva il proprio attacco.<br />

Diverse di queste V potevano operare insieme e coordinare i loro attacchi per portare altri bersagli sotto<br />

tiro e disperdere il fuoco difensivo. Le V aggiuntive si offrivano anche un certo appoggio visivo reciproco, dato<br />

che l’efficacia difensiva delle singole divisioni era molto limitata a causa dei requisiti della formazione. Una<br />

delle sistemazioni preferite per le V in pattuglia era quella di far formare a diverse V una V più grande spaziata<br />

con intervalli più ampi rispetto ai singoli elementi. Questa era una formazione abbastanza efficace per la<br />

copertura visiva incrociata, ma era difficile manovrare, così gli elementi spesso scivolavano in scia quando<br />

erano richieste delle manovre sostanziali. Questa sistemazione forniva comunque una buona copertura difensiva<br />

per tutti gli elementi tranne quello di coda.<br />

206


Questo quindi era il pensiero della maggior parte delle potenze aeree mondiali negli anni ’20 e ’30.<br />

Alcune furono in grado di collaudare questa dottrina durante i conflitti della fine degli anni ’30, in particolare la<br />

guerra civile spagnola e la guerra cino-giapponese. Questi conflitti rivelarono che la relativa superiorità dei<br />

bombardieri sui caccia dell’epoca era grandemente esagerata. Tutte le volte che i bombardieri incontrarono una<br />

resistenza determinata da parte dei caccia, essi subirono quasi sempre percentuali di perdite inaccettabili. Si<br />

scoprì che solo la superiorità aerea fornita dalla scorta dei caccia poteva dare ai bombardieri la protezione<br />

necessaria per completare con successo la loro missione. Il combattimento caccia contro caccia era tornato!<br />

La rivelazione tuttavia non fu subito evidente a quelle nazioni che non parteciparono attivamente a questi<br />

conflitti precedenti la seconda guerra mondiale. Persino i russi, che ebbero un ruolo attivo in entrambe le<br />

guerre, sembrarono perdere di vista il punto. Essi, insieme ai francesi e agli inglesi, continuarono a conservare<br />

la rigida dottrina della V durante la seconda guerra mondiale. Sembra che i tedeschi abbiano fatto l’uso<br />

migliore della loro esperienza, emergendo dalla guerra civile spagnola con l’impiego della coppia libera (rotte)<br />

e la divisione di quattro caccia composta di due coppie (schwarm). I giapponesi conservarono generalmente la<br />

divisione di tre aerei, nota come shotai, e la arrangiarono a V, a scaglioni, o in una formazione libera<br />

scaglionata in scia. Quest’ultima formazione (illustrata nella figura 7-2) forniva una migliore difesa visiva<br />

consentendo ai gregari di mantenere posizioni più libere rispetto al leader; spesso essi facevano la spola avanti e<br />

indietro per controllare la regione posteriore. Una volta ingaggiati, gli aerei della shotai restavano insieme,<br />

scendendo in scia per attacchi colpisci e scappa, o si speravano, e ogni aereo combatteva in maniera<br />

indipendente.<br />

La schwarme tedesca normalmente si dispiegava in una formazione a “quattro dita”, cosiddetta per la sua<br />

somiglianza alla posizione delle punte della quattro dita della mano (vedi figura 7-3). Lo spazio fra gli aerei di<br />

questa formazione era nell’or-dine dei 600 piedi, grosso modo equivalente al raggio di virata dei caccia, il che<br />

forniva un ampio spazio di manovra e una buona copertura visiva incrociata. Lo schwarm si separava<br />

tipicamente in due rotten per gli attacchi coordinati e gli scontri. Spesso diverse schwarme venivano combinate<br />

e coordinate per ammassare una forza aerea.<br />

La sistemazione a quattro dita si dimostrò ampiamente superiore alle formazioni più serrate degli alleati, e<br />

diede alla Luftwaffe un considerevole vantaggio all’inizio della guerra. Tuttavia fu ben presto copiata da quasi<br />

tutti i belligeranti. Quindi i tedeschi decisero che una sistemazione in linea di fronte avrebbe dato una copertura<br />

difensiva ancora migliore e, tipicamente, balzarono di un altro passo avanti rispetto ai loro avversari. Più avanti<br />

nella guerra, la formazione in linea di fronte, o “muro” (mostrata nella figura 7-4), fu generalmente favorita<br />

dalla Luftwaffe, e gli alleati conservarono le quattro dita.<br />

Cosa interessante, tuttavia, verso la fine della guerra i tedeschi impiegarono i loro nuovi caccia a reazione<br />

Me-262, i soli jet a vedere un impiego significativo in combattimento, nella vecchia V serrata (che chiamavano<br />

ketten). I caccia a reazione furono impiegati principalmente come intercettori contro i bombardieri piuttosto che<br />

per il dogfight, e le ketten fornivano un fuoco più concentrato oltre a un numero maggiore di divisioni con un<br />

numero limitato di aerei di quante ne sarebbero risultate da squadriglie di quattro aerei. Dato che ognuna delle<br />

divisioni (ketten) attaccava normalmente un solo bombardiere a ogni passaggio, più divisioni consentivano di<br />

attaccare un numero maggiore di bombardieri in un tempo più breve. La protezione difensiva contro attacchi di<br />

207


caccia in questa formazione ristretta era completata da un tremendo vantaggio di velocità sugli aerei alleati<br />

(circa 100 nodi), che rendeva l’intercettazione nella regione posteriore molto improbabile alle velocità del<br />

combattimento.<br />

Manovre pre-ingaggio<br />

Coi caccia ampiamente distanziati e quasi in linea di fronte come nelle formazioni delle quattro dita e del<br />

muro, mantenere la formazione nelle virate richiede una certa ingegnosità. Probabilmente il metodo più efficace<br />

è basato sulla virata a doppio incrocio, o virata tattica, discussa per due aerei nel capitolo precedente. La figura<br />

7-5 illustra come si applica questo concetto a una divisione di quattro aerei a quattro dita. Una divisione in linea<br />

di fronte virerà in maniera quasi identica.<br />

In questo caso il leader della divisione (chiamato a volte leader di squadriglia) vuole far virare la pattuglia<br />

di 90° a destra, verso la seconda sezione (elemento) di due caccia. Lo fa semplicemente virando a destra al<br />

punto “1”. Il gregario del leader della divisione, sulla sinistra in questo caso, vira subito bruscamente a destra<br />

per passare dietro al leader. La virata del gregario deve essere un po’ più stretta di quella del leader, e il<br />

gregario deve picchiare leggermente nella sua virata, incrociando al di sotto e dietro al leader, al fine di<br />

mantenere la velocità e riguadagnare rapidamente la giusta posizione al punto “2”. Nel frattempo il leader<br />

dell’elemento in genere cabra per incrociare al di sopra del leader della squadriglia, e sarà quasi dritto sulla<br />

verticale al punto “2”, avendo virato considerevolmente di meno. Dopo essere passato sopra al leader della<br />

squadriglia, il leader dell’elemento stringe la propria virata e si lascia cadere per riguadagnare la propria<br />

velocità e posizione al punto “3”. Il gregario del leader dell’elemento cabra col suo leader fra i punti “1” e “2”,<br />

incrocia sopra al leader della squadriglia, poi comincia una virata molto graduale, incrociando generalmente sul<br />

leader del suo elemento fra i punti “2” e “3” per assumere la propria posizione corretta sul lato opposto della<br />

formazione al punto “4”. Al punto “4” la divisione è di nuovo in quattro dita, ma è invertita; cioè, l’elemento è<br />

ora alla sinistra del leader della squadriglia anziché alla sua destra.<br />

208


Anche se questo esercizio può sembrare molto complesso sulla carta, con un po’ di pratica è davvero<br />

piuttosto semplice. Il leader dell’elemento esegue semplicemente una virata tattica sul leader della divisione, e i<br />

gregari fanno quanto è necessario per mantenere la posizione sui loro rispettivi leader. Essenzialmente, ogni<br />

elemento effettua una virata tattica, con un intervallo fra ognuna. I singoli aerei, tuttavia, devono spostarsi per<br />

distanze variabili dall’inizio alla fine della virata. I caccia originariamente all’esterno della virata dovranno<br />

volare più lontano. Dato che è probabile che tutti i caccia siano al massimo della potenza o quasi, la velocità<br />

dovrà essere corretta come necessario cabrando o picchiando rispetto agli altri aerei per mantenere le posizioni<br />

desiderate.<br />

Come nella virata tattica con due aerei, due di queste manovre possono essere eseguite nella stessa<br />

direzione per effettuare un’inversione completa. I vantaggi e gli svantaggi della virata tattica sono stati discussi<br />

nel capitolo precedente e restano gli stessi qui. Un’inversione di questo tipo prende un sacco di tempo e spazio,<br />

ma fornisce una buona copertura visiva incrociata per tutto il tempo.<br />

Insieme alla virata tattica, molte delle altre tattiche di virata descritte nel capitolo precedente per l’uso da<br />

parte di coppie di caccia, come la virata incrociata e la virata sul posto, possono essere adattate alla maggior<br />

parte delle formazioni in divisione, anche se alcune possono diventare piuttosto complesse con grandi numeri di<br />

aerei. In certi casi, tuttavia, il numero accresciuto dei caccia nella divisione e il necessario scaglionamento delle<br />

virate dei singoli aerei possono fornire una migliore copertura aerea per la divisione rispetto a quella di una<br />

sezione di due aerei che esegue la stessa manovra.<br />

L’ufficiale comandante è responsabile [di verificare] che né lui né nessuno dei suoi piloti venga sorpreso<br />

dal nemico. Se non riesce a vederlo, non è un buon leader.<br />

Barone Manfred von Richthofen<br />

Altre formazioni in divisione<br />

Fino a questo punto si è detto poco sulle formazioni in scia, in gran parte a causa delle loro inerenti<br />

debolezze difensive. Le formazioni in scia, o a scaglione risucchiato, possono essere tuttavia molto efficaci dal<br />

punto di vista offensivo, perché sono adatte ad attacchi sequenziali da parte degli elementi in scia. Quando sono<br />

coinvolti più di due caccia, le formazioni in scia possono essere previste anche per offrire un ragionevole<br />

atteggiamento difensivo. Un esempio è la “battle box”, una sistemazione di sezioni in scia come mostrato dalla<br />

figura 7-6.<br />

209


In questa formazione, la funzione difensiva viene fornita dalla copertura visiva incrociata entro ciascuna<br />

sezione, che può essere arrangiata in linea di fronte, come mostrato, o a scaglioni ad angolo acuto. La sezione in<br />

scia copre anche la sezione di testa e fornisce un migliore potenziale offensivo. Questi e arrangiamenti simili<br />

sono stati impiegati da quasi tutte le aviazioni a un certo punto dalla seconda guerra mondiale a oggi. Si<br />

possono aggiungere ulteriori sezioni alla stringa a infinito, ciascuna scalata verso l’alto o verso il basso come<br />

desiderato per migliorare la visuale o per ridurre la rilevabilità. La manovrabilità delle formazioni in scia è<br />

grandemente semplificata, poiché ogni elemento deve solo “seguire il leader”, e gli incroci coinvolgono solo<br />

due aerei per volta. Le capacità difensive delle formazioni in scia, seppure grandemente migliorate dagli<br />

elementi di due aerei, è ancora inferiore alle sistemazioni più in linea di fronte, poiché con le formazioni in scia<br />

gli elementi di testa sono sistemati male per prestare un rapido appoggio agli elementi in scia.<br />

Quando la divisione è composta da soli tre aerei, una modifica della vecchia V può essere utile. Questa<br />

formazione, rappresentata nella figura 7-7, pone una sezione in scia libera sul caccia di testa. Questa<br />

sistemazione è particolarmente adatta all’uso di tattiche di inganno. Il caccia di testa può andare in giro come<br />

un “capro espiatorio” sembrando impotente fino a quando non viene attaccato dal nemico, e in quel momento la<br />

sezione in scia, spesso sistemata più in alto, può gettarsi dentro e fare una bella festa a sorpresa. La separazione<br />

fra il leader e gli elementi in scia di questa formazione di norma deve essere tale che un bandito non possa<br />

scivolare entro i parametri delle sue armi dietro al caccia di testa senza entrare nell’involucro di tiro degli<br />

elementi in scia.<br />

Il [Tedesco] è un maestro nell’impiego delle tattiche di inganno coi capri espiatori, che sarebbero<br />

probabil-mente inermi come sembrano se non avessero mezza Luftwaffe che li tiene gelosamente d’occhio dal<br />

sole.<br />

Group Captain Reade Tilley, RAF<br />

210


Il contrario della V è la formazione a “sezione e pungiglione” rappresentata dalla figura 7-8. In questo<br />

caso il caccia singolo (il “pungiglione”) è in scia dietro alla sezione di testa per offrire l’elemento sorpresa.<br />

Questa era una delle tattiche preferite dalle Tigri Volanti durante la seconda guerra mondiale. I giapponesi, che<br />

normalmente volavano in divisioni di tre aerei, potevano essere attirati più facilmente in battaglia contro una<br />

sezione di due. Dopo il pungiglione poteva affondare.<br />

Anche se è magnifica quando funziona, questa tattica ha delle evidenti debolezze difensive, poiché il<br />

pungiglione è piuttosto vulnerabile. Essa è probabilmente più adatta come variante occasionale alla dottrina<br />

della sezione standard di due aerei che come dieta stabile. La posizione migliore per il pungiglione è<br />

generalmente in alto sopra la sezione dal lato del sole, e solo leggermente in scia. Se viene attaccato, il<br />

pungiglione deve di norma tentare di picchiare trascinando giù i suoi attaccanti verso l’appoggio della sezione.<br />

In un ambiente radar, un pungiglione posizionato molto in basso “nelle stoppie” potrebbe essere in grado di<br />

evitare la rilevazione da parte del nemico.<br />

Le tattiche sono come partite in un qualsiasi gioco di squadra. Ogni tattica ha i suoi punti forti e deboli, e<br />

può essere anticipata e sventata dagli avversari se i caccia “vanno al pozzo” troppo spesso con la stessa routine.<br />

Probabilmente il sistema più efficace è di impiegare una unità di combattimento di base, la sezione di due aerei<br />

ad esempio, in modo che gli equipaggi possano diventare abili nell’impiego. Quindi, a seconda del numero di<br />

aerei disponibili, della missione, e dell’opposizione prevista, queste unità possono essere combinate con le altre<br />

in scia o scaglionate in alto o in basso a seconda delle condizioni ambientali. Questa tecnica varia l’aspetto<br />

presentato al nemico e lo lascia sempre a chiedersi se si trova tutti in vista prima dell’attacco. I piloti nemici<br />

rendono a diventare piuttosto paranoici dopo avere attaccato un elemento di testa o basso un paio di volte.<br />

Manovre di Divisione in Ingaggio<br />

“DICTA BOELCKE”<br />

1. Cercate di assicurarvi dei vantaggi prima di attaccare. Se possibile, tenetevi il sole alle spalle.<br />

2. Portate sempre a termine un attacco una volta che lo avete iniziato.<br />

3. Sparate solo a distanza ravvicinata e solo quando il vostro avversario è correttamente nei vostri<br />

collimatori.<br />

4. Tenete sempre gli occhi sul vostro avversario, e non lasciatevi mai ingannare dai tranelli.<br />

5. In qualsiasi forma di attacco è essenziale assalire il vostro avversario da dietro.<br />

6. Se il vostro avversario picchia su di voi, non cercate di evitare il suo assalto, ma volategli incontro.<br />

7. Quando vi trovate sopra le linee nemiche, non dimenticate mai la vostra linea di ritirata.<br />

8. Attaccate al principio in gruppi di quattro o sei. Quando il combattimento si frammenta in una serie di<br />

singoli combattimenti, abbiate cura che non ci siano diversi su un solo avversario.<br />

211


(Nota: il capitano Oswald Boelcke, che redasse queste note, rimase ucciso in una collisione a mezz’aria<br />

col suo gregario mentre attaccavano entrambi lo stesso aereo).<br />

Capitano Oswald Boelcke<br />

Servizio Aereo Tedesco, 1916<br />

40 Vittorie<br />

Come detto in precedenza, la manovra in ingaggio con molti caccia in formazione rigida (ovvero<br />

l’equivalente per la divisione della dottrina dell’ala da combattimento) ha dei gravi limiti e in genere si è<br />

dimostrata efficace solo contro aerei non scortati e dalla scarsa manovrabilità come bombardieri e trasporti. È<br />

necessario qualcosa di più flessibile quando si prevedono degli scontri di caccia contro caccia.<br />

212<br />

Quattro Fluido<br />

Le dottrine più efficaci generalmente costruiscono le divisioni combinando due o più elementi di due<br />

caccia. I piloti della divisione tentano di restare insieme durante la fase pre-ingaggio e, quando è praticabile, di<br />

uscire insieme dallo spazio aereo ostile. Durante un attacco offensivo, gli elementi della divisione possono<br />

restare insieme o dividersi per attacchi coordinati, ma i piloti di ogni sezione cercano di restare insieme. Una<br />

volta che la divisione è stata separata, ogni elemento può operare secondo una qualsiasi delle dottrine di sezione<br />

descritte nei due capitoli precedenti. Gli elementi si possono anche fornire appoggio reciproco usando le<br />

tattiche del doppio attacco o della coppia libera, e non è necessario che la dottrina impiegata fra gli elementi sia<br />

la stessa impiegata entro ciascuna sezione.<br />

Considerate l’esempio di una divisione di quattro aerei composta di due sezioni. Ogni sezione può volare<br />

con le ali saldate, ma i due elementi possono cooperare come nel doppio attacco. ad esempio, una sezione può<br />

attaccare la formazione nemica, mentre l’altra sezione fornisce una copertura difensiva. Questa combinazione<br />

delle dottrine dell’ala da combattimento e del doppio attacco è comunemente nota oggi come “quattro fluido”,<br />

ed è stata ampiamente impiegata da molte aviazioni fin da quando venne introdotta da Werner Mölders nel<br />

corso della guerra civile spagnola, fino ad oggi.<br />

Nella dottrina del quattro fluido ogni sezione essenzialmente sostituisce un caccia della coppia del doppio<br />

attacco.<br />

Invece di un caccia ingaggiato e un caccia libero, il quattro fluido adopera una sezione ingaggiata e una<br />

sezione libera, ognuna che vola in la da combattimento. Con questa sostituzione, praticamente tutto ciò che si è<br />

detto fino a questo punto sul doppio attacco si applica al quattro fluido, inclusi gli attacchi offensivi, le<br />

contromosse difensive, e le manovre in ingaggio. Il quattro fluido offre rispetto al doppio attacco l’evidente<br />

vantaggio di un numero maggiore. La maggiore potenza di fuoco disponibile è particolarmente preziosa durante<br />

un attacco iniziale.<br />

L’efficacia di questa dottrina del quattro fluido è probabilmente dimostrata al meglio da una divisione di<br />

quattro aerei composta da caccia F6F Hellcat della U.S. Navy guidati dal Tenente Eugene Valencia (23 vittorie)<br />

durante la seconda guerra mondiale. La sua divisione, soprannominata la “Falciatrice di Valencia”, si vantava<br />

della distruzione di cinquanta aerei giapponesi senza nemmeno una perdita (o nemmeno un colpo). Questa<br />

squadra sviluppò le tattiche del quattro fluido, che all’epoca non erano affatto universalmente accettate dalla<br />

Navy, al livello di arte. Il nome di “Falciatrice” derivava dagli attacchi alternati dei due elementi della<br />

divisione, che si scambiavano i ruoli di elemento ingaggiato ed elemento libero (copertura), producendo<br />

un’azione simile a quelle delle lame di una falciatrice per il prato.<br />

Combinando l’ala da combattimento col doppio attacco, il quattro fluido guadagna un potenziale<br />

offensivo maggiore di quanto mettano a disposizione le dottrine con due velivoli. Anche dal punto di vista<br />

difensivo ci sono dei vantaggi. Più paia d’occhi correttamente posizionati consentono una migliore sorveglianza<br />

difensiva nella fase pre-ingaggio, e i gregari di ciascun elemento possono fornire una ulteriore assicurazione al<br />

proprio leader che non è disponibile nel doppio attacco. i gregari possono essere efficacissimi fattori difensivi<br />

una volta che la divisione è ingaggiata, in particolare quando il nemico è equipaggiato di sole mitragliatrici. Le<br />

maggiori portate di tiro degli AAM e le distanze serrate dei gregari nell’ala da combattimento riducono molto il<br />

valore difensivo dei gregari contro banditi equipaggiati di missili, ma un gregario può comunque fornire quanto<br />

meno un appoggio morale. La maggior parte del potenziale difensivo, quando si ingaggiano banditi<br />

equipaggiati di missili, deriva dall’elemento libero.<br />

Con quest’ultimo fatto in mente, sono state apportate delle modifiche alla dottrina del quattro fluido per<br />

migliorarla sia dal punto di vista offensivo che difensivo. Queste comportano un impiego più esteso del doppio


attacco e anche delle tecniche della coppia libera entro la cornice del quattro fluido. Durante un combattimento,<br />

per esempio, la sezione ingaggiata può accrescere ampiamente la propria efficacia offensiva impiegando i<br />

metodi della coppia libera, mentre la difesa, il principale difetto della coppia libera, viene fornita dalla sezione<br />

libera. Se lo scenario richiede un minore potere offensivo e una maggiore capacità difensiva, la sezione<br />

ingaggiata può usare il doppio attacco al posto della coppia libera. Questa sostituzione fornisce due strati di<br />

difesa: la sezione libera protegge la sezione ingaggiata, e il caccia libero dell’elemento ingaggiato protegge il<br />

caccia ingaggiato. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, questa ridondanza diventa eccessiva e sacrifica<br />

inutilmente del potenziale offensivo.<br />

In particolare in un ambiente AAM, si può ottenere dell’efficacia difensiva aggiuntiva rilassando le<br />

costrizioni dell’ala da combattimento sull’elemento libero. Durante gli scontri, la sezione libera generalmente è<br />

più vulnerabile agli attacchi a sorpresa, poiché un’ampia porzione dell’attenzione dei piloti deve essere dedicata<br />

alla sorveglianza della sezione ingaggiata. Consentire al gregario dell’elemento libero di mantenere una<br />

posizione flessibile, il più possibile in linea di fronte, fornisce un migliore appoggio difensivo reciproco entro la<br />

sezione libera. Il leader dell’elemento libero deve continuare a dare la caccia al combattimento alla maniera del<br />

doppio attacco, ma la posizione più libera del suo gregario consente a ciascun pilota della sezione di dividere la<br />

propria attenzione in maniera all’incirca uguale fra la difesa della propria formazione e la sorveglianza<br />

dell’elemento ingaggiato.<br />

Quando viene modificato come descritto, il quattro fluido è una dottrina offensiva estremamente potente e<br />

una noce molto dura da rompere. Tuttavia essa soffre degli stessi problemi associati al doppio attacco, ovvero la<br />

tendenza per la divisione a spezzarsi di fronte a un numero superiore, e le difficoltà quando la divisione si<br />

oppone a una minaccia da missili ogni-aspetto. È molto probabile che l’integrità della divisione venga spezzata<br />

da un attacco determinato sull’elemento libero durante uno scontro. La sezione libera è quindi costretta a<br />

difendersi e non può più fornire un appoggio diretto all’altro elemento della divisione. La situazione è tuttavia<br />

notevolmente meno critica rispetto a quando si verifica nel doppio attacco, poiché l’appoggio reciproco può<br />

ancora essere mantenuto entro ciascuna sezione della divisione. Ogni elemento deve impiegare la tecnica del<br />

doppio attacco o la coppia libera per mantenere l’integrità della sezione e sventare o respingere rapidamente gli<br />

avversari. Non appena sorge l’opportunità, ogni sezione deve tentare di raggiungere e appoggiare l’altra.<br />

Quando si affrontano numeri soverchianti, anche l’integrità della sezione è molto difficile da conservare<br />

durante uno scontro. Generalmente è futile, in queste condizioni, tentare un appoggio ravvicinato a livello<br />

divisionale dopo che la divisione abbia effettuato un attacco iniziale coordinato. Tuttavia l’integrità della<br />

sezione può ancora essere mantenuta, e la tecnica colpisci-riunisci-colpisci, descritta nel capitolo precedente,<br />

offre forse il piano più funzionale. In queste circostanze bisogna fare ogni sforzo per evitare estese manovre in<br />

sezione, offensive o difensive, poiché ci sono altissime probabilità che gli aerei della sezione vengano separati,<br />

lasciando ciascun caccia vulnerabile ad attacchi da più banditi. Un attacco offensivo va interrotto se non viene<br />

conseguito immediatamente il successo. In maniera simile, in situazioni difensive, bisogna afferrare ogni<br />

occasione per sganciarsi e riformare la sezione per un migliore appoggio reciproco.<br />

Una interessante tattica difensiva divisionale, ideata da Raoul Lufbery durante la prima guerra mondiale,<br />

è sopravvissuta fin nell’era moderna. Nota come “cerchio di Lufbery” o la “ruota”, questa tattica richiede a tutti<br />

i caccia di cadere in scia e seguire gli altri in giro intorno a un cerchio. Quando c’era un numero abbastanza<br />

elevato di caccia uniformemente distanziati, ciascuno di essi poteva coprire efficacemente la coda di quello che<br />

lo precedeva e scoraggiare qualsiasi attacco. la ruota veniva continuata fino a quando il nemico non cedeva e si<br />

ritirava, o fino a quando il leader della divisione non riusciva a riportare lentamente i suoi caccia nello spazio<br />

aereo amico.<br />

L’avvento dei missili ogni-aspetto distrusse l’efficacia di questa tattica, poiché per gli attaccanti non era<br />

più necessario entrare nella ruota per tirare. Anche i missili RQ di solito possono essere lanciati bene al di fuori<br />

dei confini del cerchio sul lato ventrale del bersaglio. Il cerchio di Lufbery poteva essere comunque piuttosto<br />

efficace in un ambiente con sole mitragliatrici. Le tecniche adoperate per contrastarlo con successo includevano<br />

l’attendere semplicemente che si esaurisse l’autonomia di combattimento dei difensori, finché non erano<br />

costretti ad abbandonare il cerchio e a sganciarsi verso la base. Anche degli attacchi colpisci e scappa ad alta<br />

velocità, usando delle ripide picchiate e riattacchi in cabrata e passaggi di tiri ad elevata deviazione con le<br />

mitragliatrici, potevano contrastare efficacemente la ruota. L’uso del piano verticale e di approcci ad elevata<br />

angolazione minimizzano l’esposizione dell’attaccante al fuoco difensivo degli altri aerei nel cerchio.<br />

Ingaggiare più banditi armati di missili ogni-aspetto è duro. In questo caso, l’elemento libero in un<br />

scontro in quattro fluido è piuttosto vulnerabile agli attacchi. Una volta che la divisione è ingaggiata da tali<br />

banditi, l’elemento libero è quasi obbligato a mantenere il contatto serrato al fine di negare al nemico i<br />

213


parametri di distanza minima per le sue armi. Di solito, quando i banditi si allontanano, l’elemento libero deve<br />

interrompere il proprio inseguimento in modo da poter conservare l’appoggio difensivo per l’elemento<br />

ingaggiato. Tuttavia, quando sono coinvolti degli AAM, lasciare al nemico la libertà di estendere significa<br />

invitarlo a voltarsi e lanciare. Questa complicazione riduce molto il valore dell’elemento libero nella difesa<br />

della divisione. Le tecniche attacca-riunisci-attacca in sezione finiscono in un dilemma simile. Liberare un<br />

bandito da un attacco per riunirsi in una formazione difensiva è quasi una garanzia che la sezione verrà salutata<br />

con un missile in faccia se si tenta di reingaggiare. Delle tecniche di colpisci e scappa in sezione potrebbero<br />

dimostrarsi la rotta prudente in questo scenario.<br />

214<br />

Dottrina del branco di oche<br />

Sorgono invariabilmente delle occasioni in cui i caccia non hanno il lusso di usare le tattiche colpisci e<br />

scappa, per quanto possano essere utili. Gli obiettivi della missione potrebbero richiedere un ingaggio<br />

prolungato del nemico per evitare perdite a bombardieri amici, trasporti, ricognitori, preziosi bersaglio terrestri,<br />

ecc.; o la divisione potrebbe essere attaccata e costretta a difendersi finché non è possibile la fuga. Quando una<br />

divisione viene fronteggiata da un numero grosso modo uguale di nemici i cui caccia, i piloti e le armi non<br />

siano chiaramente superiori, di norma usare il quattro fluido modificato è molto efficace. In genere, tuttavia,<br />

non ci si può attendere che una forza di caccia prevalga su una forza avversaria ben pilotata composta da un<br />

numero superiore di elementi indipendenti. Ad esempio, tre caccia che operano in maniera indipendente<br />

(ovvero, tre elementi separati) spesso getteranno il caos fra quattro caccia che operano in due sezioni in ala da<br />

combattimento (cioè due elementi indipendenti). Un numero maggiore di elementi indipendenti consente alla<br />

forza superiore di conseguire una situazione di due contro uno contro alcuni elementi ostili, mentre altrove<br />

vengono mantenute delle azioni di contenimento uno contro uno. Questa è la ragione principale dell’accresciuto<br />

potere offensivo della coppia libera rispetto all’ala da combattimento. L’altro vantaggio goduto da forze<br />

numericamente superiori è che è improbabile che tutti gli elementi siano ingaggiati allo stesso tempo, il che dà<br />

agli elementi liberi più opportunità di attaccare da posizioni non viste conservando più energia, e quindi un<br />

migliore potenziale di manovra. Questo è il principale vantaggio offensivo del doppio attacco rispetto all’ala da<br />

combattimento.<br />

Quando una forza di caccia viene affrontata da una forza nemica numericamente superiore, o da una forza<br />

di numero grosso modo uguale ma con aerei o armi migliori, il suo potenziale offensivo può essere ampliato se<br />

la forza amica si spezzetta in elementi più piccoli. In molti casi ciò significa lasciare che ogni aereo operi in<br />

maniera indipendente. Come nella coppia libera, in questo scenario la difesa di norma non è organizzata, ma in<br />

generale viene fornita attraverso la sola presenza. Più sono i caccia amici coinvolti, in generale, più efficace<br />

sarà l’appoggio reciproco per presenza, e questo genere di appoggio può essere efficace per molto tempo dopo<br />

che qualsiasi supporto organizzato si è interrotto. Sfortunatamente, l’appoggio reciproco organizzato il più delle<br />

volte si disintegra quando ogni elemento d’appoggio passa sulla difensiva, e in questo caso gli elementi<br />

possono essere di ben poco aiuto gli uni agli altri e l’appoggio reciproco per presenza è in gran parte inefficace.<br />

Questa situazione degrada fin troppo spesso in diversi combattimenti uno contro uno senza appoggio fra gli<br />

elementi. Per i migliori risultati, l’appoggio reciproco per presenza deve essere pianificato in precedenza, e le<br />

azioni indipendenti devono essere iniziate mentre la divisione è ancora offensiva o neutrale.<br />

La dottrina del “branco di oche” applica le tecniche della coppia libera a gruppi di tre o più caccia.<br />

Secondo tale dottrina, pattuglie e attacchi sono di norma coordinati a livello di divisione, o di più divisioni,<br />

come descritto per il quattro fluido. Una volta scesi in battaglia, tuttavia, ai singoli piloti è consentito di operare<br />

indipendentemente. Le tecniche implicate in tali scontri sono essenzialmente identiche a quelle trattate in<br />

congiunzione con lo scontro in coppia libera descritto dalle figure da 6-9 a 6-11, ma su scala maggiore.<br />

Basilarmente, ciascun pilota cerca di definire il settore minaccioso, neutralizzare qualsiasi attacco in modo da<br />

potere effettuare confortevolmente una virata finale verso il settore della minaccia, e di stare allerta per i “tiri<br />

d’occasione” su banditi ignari. Come nella coppia libera, in questa dottrina gli scontri uno contro uno sono da<br />

scoraggiare. I piloti devono virare solo quel tanto che è necessario per neutralizzare un attacco, o per<br />

posizionarsi per un proprio attacco aggressivo. In generale, una virata non andrebbe prolungata oltre i 90° in<br />

qualsiasi direzione senza un’inversio-ne, o almeno un’inversione in rollata e un controllo visivo del lato<br />

ventrale. Questo significa che se si avvista un bandito al quale non si può sparare entro 90° di virata, è meglio<br />

cercare un altro bersaglio. Alcune delle basi delle tattiche del branco di oche possono essere illustrate<br />

dall’esempio di scontro che inizia nella figura 7-9.


Al punto “1” di questo esempio l’intrepido pilota del caccia si avvicina alla “nube di banditi” da est.<br />

Questa nube di banditi rappresenta un volume di spazio aereo che sembra contenere il maggior numero di<br />

caccia nemici. A questo punto il pilota sceglie un bandito in una posizione vulnerabile al margine della nube e<br />

decide di attaccarlo. Sfortunatamente, il suo attacco viene scoperto e il bersaglio vira bruscamente per<br />

difendersi. Al punto “2” è diventato abbastanza evidente che non ci sarà a disposizione un abbattimento veloce,<br />

quindi l’attaccante interrompe il proprio attacco prima di essere costretto a un sorpasso critico e continua a<br />

osservare il bandito finché non è sicuro che sarà una minaccia immediata (punto “3”). Riconoscendo che il<br />

settore minaccioso (ovvero la nube di banditi) è ora sul lato destro, il pilota del caccia inverte bruscamente a<br />

destra per negare qualsiasi attacco che possa giungere da quella direzione.<br />

Al punto “4” della figura 7-10, il caccia ha completato una virata di circa 90° a destra. Dato che il pilota<br />

non è certo che tutti i banditi si trovino all’interno della nube, decide che è il momento di controllare il lato<br />

ventrale, e sbanda a sinistra per spazzare il lato sud. Non vedendo nulla, torna a sbandare rapidamente sulla<br />

destra giusto in tempo per scoprire un attacco da nord (punto “5”). Questo attacco richiede una virata spezzata<br />

215


verso il bandito, che sorpassa al punto “6”. La manovra difensiva lascia ora il pilota del caccia in una posizione<br />

difficile. Avendo già virato di circa 90° egli vorrebbe ora invertire, o almeno sbandare a sinistra per un<br />

controllo ventrale. Un’inversione, tuttavia, lo metterebbe verosimilmente in pericolo col bandito che lo ha<br />

sorpassato, risultando probabilmente in una forbice a bassa velocità (un posto niente affatto salutare in un<br />

ambiente ricco di banditi), o, bene che vada, costringendo il pilota a voltare la coda alla nube di banditi. Se a<br />

questo punto il pilota facesse anche solo una pausa per un controllo del lato ventrale, potrebbe presentare ai<br />

banditi un’opportunità per il lancio di un missile RQ, e molto probabilmente penetrerebbe nella nube di banditi.<br />

Una volta all’interno della nube, il pilota sarebbe in grande pericolo, perché non avrebbe più un settore di<br />

minaccia ben definito e potrebbe essere attaccato facilmente da più direzioni contemporaneamente.<br />

Nella figura 7-11 il pilota del caccia prende la decisione che per il momento sembra la meno pericolosa,<br />

continuare la sua virata difensiva a sud-est finché il settore minaccioso non viene posto sul lato sinistro. Al<br />

punto “7” quindi inverte in una lieve virata a sinistra, sbandato per dare una controllata approfondita alla sua<br />

regione posteriore sinistra, e accelera per riguadagnare un po’ dell’energia perduta nella recente spezzata<br />

difensiva. Al punto “8” egli nota un caccia amico subito a sinistra del muso, evidentemente inconsapevole di un<br />

bandito che lo attacca dalla sua destra.<br />

216


Il pilota lancia immediatamente una chiamata radio al suo gregario minacciato: “Sganciati a destra”. Poi,<br />

come mostrato dalla figura 7-12, il pilota del caccia libero rolla velocemente a destra per controllare il suo lato<br />

a sud e, trovandolo libero, ritorna a sinistra per prendere il bandito attaccante in una forchetta.<br />

Il bandito, che non ha visto il secondo caccia, continua a pressare il proprio attacco fino al punto “10”<br />

della figura 7-13, quando il caccia non visto raggiunge una posizione quasi “dritto a ore sei” e schizza fuori un<br />

missile. Mentre l’ordigno lascia il pilone, il tiratore rolla a destra per controllare il proprio lato ventrale (a est in<br />

questo caso), quindi si raddrizza per giudicare i risultati del proprio lancio.<br />

Al punto “11” della figura 7-14, il bandito esplode. All’incirca allo stesso momento, il pilota sulla<br />

difensiva, sollevato, annuncia che il carburante comincia a scarseggiare e che “si tira fuori”. A questo punto<br />

questo suona bene anche all’altro pilota, sicché quest’ultimo viene bruscamente a destra per congiungersi in<br />

linea di fronte, e la sezione riunita si allontana verso sud-est (punto “12”).<br />

Riassumendo, la dottrina del branco di oche è la tattica della coppia libera applicata a più di due caccia,<br />

con ciascun pilota che opera in maniera autonoma una volta cominciato lo scontro. Ogni pilota cerca di definire<br />

217


una nube di banditi che abbracci la maggior parte degli aerei nemici, e gira intorno al perimetro di questa<br />

regione ostile nel tentativo di cogliere delle vittime inconsapevoli lungo i suoi bordi. Gli attacchi vengono<br />

generalmente effettuati solo su quei banditi che offrono un tiro facile che richieda manovre minime. Se<br />

l’attacco viene scoperto, di norma deve essere interrotto e la caccia ripresa. Una regola utile è di non virare per<br />

più di 90° in una direzione in qualsiasi momento senza un’inversione o un controllo del lato ventrale. Quando si<br />

è attaccati, contrastare come necessario con l’obiettivo di fuggire il più rapidamente possibile, e di evitare<br />

manovre prolungate uno contro uno. Normalmente, in questo scenario i piloti dei caccia nemici sono cauti come<br />

gli amici, e sono riluttanti a premere un attacco contro un caccia che manovra in maniera difensiva.<br />

Di norma, si devono eseguire delle virate orizzontali o picchiate per mantenere una velocità adeguata a<br />

manovre difensive efficaci. Si devono evitare mosse col muso ripidamente in alto, a mano che gli amici non<br />

stiano affrontando banditi armati di sole mitragliatrici con prestazioni energetiche molto inferiori e non ci sia<br />

una nube di banditi ben definita. Similmente, le virate brusche devono essere evitate per conservare energia. Se<br />

è possibile, devono essere impiegati solo livelli di G sostenuti, e va mantenuta la velocità ideale per le manovre<br />

sostenute.<br />

Se possibile bisogna evitare completamente di penetrare nella nube di banditi. Se entra inavvertitamente<br />

nella nube, il pilota del caccia deve districarsi il più rapidamente possibile, usando controlli ripetuti sul lato<br />

ventrale in entrambe le direzioni.<br />

A questo punto c’erano quindici Camel e venti o più Fokker nella “rissa”, ed era diventata una questione<br />

di fortuna più che di corretto giudizio, perché sia i Camel che i Fokker si intrecciavano, facevano mezze viti,<br />

viravano e venivano giù, coi traccianti che volavano in tutte le direzioni. I [tedeschi] sapevano di essere buoni<br />

piloti, ed essendo coraggiosi, cercavano di buttare giù i loro avversari singolarmente. Questo più di ogni altra<br />

cosa fu la loro rovina, perché i piloti del “148th” vegliavano e ogni volta che un pilota era nei guai, due o più lo<br />

tiravano fuori abbattendo il Fokker. Uno dopo l’altro i Fokker andarono giù, sette in tutto.<br />

Nella dottrina del branco di oche, l’appoggio reciproco è per sola presenza. Ogni pilota è responsabile<br />

principalmente di badare a sé stesso, ma deve restare costantemente di vedetta per eventuali minacce contro<br />

caccia amici. Ogni volta che si avvista un gregario, bisogna controllare visivamente lo spazio aereo intorno al<br />

suo aereo per determinare se sia sotto attacco o se sta inseguendo un bandito che potrebbe costituire un facile<br />

bersaglio. L’uscita dall’area ostile deve essere effettuata insieme ad altri amici, se è praticabile. Quando un<br />

pilota sta per lasciare l’area, deve effettuare una chiamata di “bugout” (ritirata) sulla frequenza dei caccia in<br />

modo che i piloti amici che rimangono possano valutare la nuova situazione numerica.<br />

Se hai un sacco di piloti che ti volano intorno, molti con cui scappare, allora non sei molto furbo a<br />

guardarti intorno. Un sacco di gente non sta guardando affatto.<br />

Colonnello Erich “Bubi” Hartmann, GAP<br />

I problemi associati alle tattiche del branco di oche sono gli stessi della coppia libera, con le difficoltà<br />

aggiuntive che sorgono dal numero accresciuto di cacciatori e banditi. Con più banditi arrivano maggiori<br />

difficoltà nel determinare il settore minacciato, poiché alcuni nemici vengono quasi sempre trascurati a un certo<br />

momento. In genere durante lo scontro è presente un certo sovraccarico di compiti. Col proseguire della<br />

battaglia, la nube di banditi tende ad espandersi e diventa più difficile da definire. Quanto non è certo del<br />

settore minacciato, il pilota farebbe bene ad estendere per un distanza considerevole dal combattimento, anche<br />

se deve rimanere preferibilmente entro la portata visiva di qualcuno dei partecipanti, e quindi ritornare indietro<br />

nel tentativo di ridefinire la “palla di pelo” da una certa distanza. Estendere in direzione del sole o picchiare o<br />

cabrare per evidenziare il combattimento contro nubi basse o alte sono delle tecniche efficaci. Tuttavia bisogna<br />

esercitare la dovuta prudenza nel corso di queste manovre, poiché i piloti nemici potrebbero usare gli stessi<br />

metodi. Il pilota non può permettersi di fissarsi su alcuni aerei nel combattimento lontano e trascurare la propria<br />

sorveglianza difensiva.<br />

L’appoggio difensivo reciproco per presenza viene sacrificato quando un caccia lascia l’area immediata<br />

dell’ingaggio.<br />

Se si prende la decisione di tornare nel combattimento dopo l’estensione, ci sono due punti da tenere in<br />

mente. Prima di tutto il caccia deve avvicinarsi alla palla di pelo da bene al di sopra o al di sotto della quota<br />

generale dello scontro per evidenziare il combattimento contro uno sfondo favorevole, per minimizzare le<br />

possibilità di essere rilevato, e per fornire una maggiore separazione dei sentieri di volo per attaccare un ignaro<br />

bersaglio. Questa tecnica può anche fornire uno sguardo verso l’alto che migliori il lancio di un missile, e tende<br />

218


a limitare il settore minaccioso verticale, migliorando l’efficacia della sorveglianza. Il secondo punto è di<br />

evitare di puntare l’aereo direttamente verso la nube di banditi durante il ritorno, soprattutto nelle fasi finali<br />

dell’approccio. Posizionare il combattimento nella regione anteriore sinistra o destra permette ancora una volta<br />

di concentrare la sorveglianza in un quadrante definendo il settore minaccioso. Questa procedura migliora<br />

anche l’efficacia offensiva consentendo al pilota di prendere tempo per puntare e tirare nella palla di pelo<br />

mentre ne aggira i confini, anziché renderlo dipendente dalla geometria di tiro a disposizione nel momento in<br />

cui arriva a portata di tiro. Inoltre, mantenere il combattimento su un lato riduce le possibilità di penetrare<br />

accidentalmente in una nube di banditi mal definita.<br />

Comparazione tra le dottrine del Quattro Fluido e del Branco di Oche<br />

La scelta fra le due dottrine tattiche divisionali presentate spesso non è chiaramente definita, poiché<br />

ognuna ha dei punti forti e dei punti deboli. Entrambe, tuttavia, riconoscono i vantaggi che possono derivare dal<br />

numero, dall’appoggio reciproco, e dal coordinamento nelle fasi di pre-ingaggio, attacco e sganciamento. Il<br />

quattro fluido, soprattutto quando viene modificato per consentire all’elemento ingaggiato di impiegare le<br />

tecniche della coppia libera, offre un potere offensivo credibile mentre offre al contempo un efficace potenziale<br />

difensivo. Quando si ingaggia un numero inferiore o grosso modo equivalente di elementi indipendenti, o un<br />

nemico dalle capacità inferiori o grosso modo uguali, questo ammirevole equilibrio tra offesa e difesa spesso fa<br />

pendere la bilancia a favore del quattro fluido.<br />

Senza riguardo per il nome, le tecniche del quattro fluido non sono necessariamente limitate a gruppi di<br />

quattro caccia. Quando sono disponibili solo tre caccia, un singolo può servire da elemento libero, seppure con<br />

capacità diminuite. Se la forza comprende più di quattro caccia, essa deve essere generalmente suddivisa in<br />

gruppi di quattro o due per ragioni di manovrabilità, sorveglianza e controllo; ma una volta giunto il tempo di<br />

combattere, il leader del gruppo di solito decide quali divisioni o elementi dovranno ingaggiarsi e quali fornire<br />

copertura. La regola generale per questa decisione è di assicurarsi che i caccia ingaggiati godano quantomeno<br />

della parità numerica con le forze nemiche e che almeno un elemento venga mantenuto in riserva per fare la<br />

guardia contro ulteriori banditi o unirsi al combattimento se l’elemento o gli elementi ingaggiati dovessero<br />

finire nei guai.<br />

Quando attacchiamo una forza inferiore usiamo solo la forza necessaria e manteniamo sempre una<br />

pattuglia o un elemento come copertura.<br />

Lt. Colonel Gerald R. Johnson, USAAF<br />

È quando una forza viene contrastata da una forza nemica più grande, o equipaggiata con aerei o<br />

armamenti superiori, che la tattica del branco di oche è più utile. Uno scenario ipotetico vede una forza che si<br />

impegna a ingaggiarsi con elementi di due aerei contro una forza nemica superiore, attende la rottura quasi<br />

inevitabile dell’integrità della sezione, e poi cerca di salvare la situazione combattendo come singoli caccia; ma<br />

la dottrina del branco di oche permette a ciascun caccia di operare come singolo fin dall’inizio. Questa tattica<br />

moltiplica il potenziale offensivo della forza accrescendo grandemente il numero di elementi indipendenti, e si<br />

basa sull’appoggio difensivo per presenza quando è più efficace, mentre la forza amica è all’offensiva o<br />

neutrale. Come con la coppia libera, l’obiettivo è di tirare contro bersagli occasionali i cui piloti siano<br />

inconsapevoli dell’immediato pericolo. Se un bandito non è posizionato in modo da offrire un rapido<br />

abbattimento, o se mostra qualche reazione difensiva efficace, non va inseguito, ma neutralizzato. Quindi la<br />

caccia continua verso una vittima più facile. In questa dottrina bisogna evitare i combattimenti uno contro uno<br />

prolungati. Se un aereo viene ingaggiato sulla difensiva, l’obiettivo del suo pilot è di concludere lo scontro il<br />

più rapidamente possibile. Di solito questo significa fuggire dall’attaccante, ma a volte potrebbe essere<br />

necessario combattere fino a riguadagnare l’offensiva e a distruggere il bandito.<br />

Quando non è possibile fare nessuna delle due cose, il difensore chiama aiuto e fa del proprio meglio per<br />

sopravvivere finché qualche membro vicino della sua squadra non può prestargli appoggio.<br />

A causa del moltiplicarsi degli elementi indipendenti, dell’accresciuta capacità di mantenere l’offensiva, e<br />

dell’efficacia dell’appoggio reciproco per presenza in tali condizioni, le tattiche del branco di oche sono di<br />

norma più produttive del quattro fluido quando una forza si oppone a un nemico pari o superiore di numero. Per<br />

esempio, ipotizziamo che due divisioni di quattro aerei si ingaggino contro aerei, armamenti e piloti di capacità<br />

simili. Una divisione impiega il quattro fluido modificato, consentendo alla sua sezione ingaggiata di separarsi<br />

(in due elementi indipendenti) per manovrare in coppia libera, conservando al contempo un elemento libero in<br />

219


ala da combattimento (un elemento) per la copertura. Questa sistemazione frutta efficacemente un totale di tre<br />

elementi distinti. Nel frattempo, le divisioni avversarie usano le tattiche del branco di oche, separandosi in<br />

caccia singoli (quattro elementi indipendenti). Adoperando questo metodo, la divisione di oche supera<br />

effettivamente nel numero la divisione in quattro libero e ci si può attendere che abbia la meglio. È lo stesso<br />

principio che dà a una sezione che usi il doppio attacco o la coppia libera il predominio sugli avversari in ala da<br />

combattimento.<br />

Nelle situazioni in cui la forza amica supera il nemico in numero, il potere offensivo aggiunto della<br />

dottrina del branco d’oche non può giustificare la capacità difensiva ridotta. L’inefficienza è il risultato quando<br />

da una delle due parti c’è un numero soverchiante di caccia. È probabile che questi piloti passino un sacco di<br />

tempo a non intralciarsi e a reagire offensivamente o difensivamente, a spese dell’efficacia combattiva, ad aerei<br />

non identificati che poi si scoprono amici. In tali circostanze, tenere degli elementi liberi fuori dallo scontro alla<br />

maniera del quattro libero può pagare dei dividendi. Il numero di elementi ingaggiati conservati deve essere<br />

pari o leggermente superiore a quello del nemico. Quando si usa il quattro fluido modificato con più di quattro<br />

caccia, il risultato è una combinazione delle due dottrine, coi caccia ingaggiati che impiegano le tattiche del<br />

branco di oche e i caccia liberi il quattro fluido.<br />

In un dogfight come questo, quando le probabilità giocano pesantemente a vostro favore, c’è una grossa<br />

tentazione ad abbassare la guardia, ad avvicinarsi, e a martellare il nemico finché non cade. Troppi piloti si<br />

concentrano su un bersaglio e dimenticano di mantenere una attenta sorveglianza su amici e nemici; troppi aerei<br />

convergono, in un pericoloso movimento a imbuto, su una singola lotta, e il rischio di collisioni a mezz’aria è<br />

elevato.<br />

Air Vice-Marshal J. E. "Johnnie" Johnson, RAF<br />

220<br />

Divisioni di aerei diversi<br />

Piuttosto spesso l’impiego di diversi tipi di caccia all’interno della stessa divisione diventa necessario o<br />

desiderabile.<br />

Tale situazione può risultare dalla carenza di un certo tipo di aerei o da capacità complementari. Per<br />

esempio, un tipo di aereo può avere migliori capacità di navigazione, comunicazione, radar o armamenti, e un<br />

altro potrebbe avere prestazioni superiori come caccia diurno per bel tempo. Combinare questi due tipi potrebbe<br />

fornire una maggiore flessibilità e accresciute capacità nella missione.<br />

Ovviamente ci sono possibilità di combinazioni quasi illimitate per tali divisioni dissimili, e non tutte<br />

possono essere coperte qui. In generale, comunque, gli scenari più verosimili implicano piccoli numeri di aerei<br />

più grandi, più costosi, pesantemente armati, o con elevate capacità, in combinazione con numeri più grandi di<br />

caccia diurni più piccoli, economici, e altamente manovrabili. Per esempio, un singolo caccia sofisticato può<br />

fornire capacità radar o di navigazione per posizionare favorevolmente la divisione per un attacco, e magari<br />

armi in grado di tirare il primo colpo a grandi distanze, mentre una sezione di caccia diurni più semplici<br />

forniscono un migliore potenziale offensivo e difensivo ravvicinato.<br />

Le formazioni possibili per simili combinazioni includono la linea di fronte, col caccia sofisticato al<br />

centro affiancato dalla sezione di caccia diurni, o la V libera modificata come rappresentato nella figura 7-10,<br />

coi caccia diurni in scia. In entrambi i casi i caccia diurni, come membri difensivi della squadra prima<br />

dell’ingaggio, sono di norma scalati verso l’alto per fornire una risposta difensiva più rapida ad attacchi sul<br />

singolo e per dotarsi di una maggiore energia all’inizio di uno scontro.<br />

La V modificata offre generalmente una maggiore protezione dagli attacchi, in particolare contro missili<br />

RQ, e può anche consentire a piccoli caccia diurni di volare più vicini per facilitare il compito di mantenersi in<br />

vista. Un altro possibile vantaggio di questa formazione sorge quando i caccia diurni sono equipaggiati di<br />

missili ogni-aspetto, ma bisogna effettuare l’identificazione visiva (visual identification - VID) del bersaglio<br />

prima di tirare. Tale VID può essere eseguita dal pilota del caccia di testa, che può quindi lasciare via libera per<br />

il tiro ai caccia diurni in scia prima che il bersaglio valichi i loro limiti di portata minima. La V modificata porta<br />

anche alle tattiche di “adescamento”. I caccia nemici potrebbero essere fin troppo invogliati a balzare su un<br />

caccia di testa solo e poco manovrabile, ed essere assaliti a loro volta dai caccia diurni in scia.<br />

La sistemazione più in linea di fronte per i caccia può essere utile quando sono tutti equipaggiati di missili<br />

ogni-aspetto e possono essere verosimilmente liberi di tirare bene al di fuori dei parametri di portata minima. In<br />

questo caso tutti i caccia possono lanciare all’unisono per il massimo della potenza di fuoco, come la bordata di<br />

una nave da battaglia. Questa formazione contribuisce anche a un utilizzo efficace dell’attacco a forcella o


tenaglia da parte dei caccia diurni. Come illustrato nella figura 7-15, nella fase finale dell’approccio i caccia<br />

diurni possono utilizzare il loro vantaggio di quota per picchiare e accelerare davanti al leader per prendere il<br />

bersaglio in una forcella al momento della mischia.<br />

Una volta ingaggiati in un combattimento visivo ravvicinato, i caccia diurni sono nel loro elemento e in<br />

genere devono incaricarsene. Questo potrebbe essere uno scenario ideale per le tattiche del quattro fluido<br />

modificato; il singolo sofisticato fornisce la copertura sanando l’area visivamente e/o elettronicamente, mentre i<br />

caccia diurni ingaggiano usando i metodi della coppia libera. I caccia grossi e poco manovrabili devono essere<br />

tenuti generalmente fuori da questi pasticci, perché non è il loro campo e probabilmente si comporterebbero<br />

male. In un combattimento, degli aerei più grossi degli altri attirano i banditi come una fiamma attira le falene.<br />

Se uno di questi caccia viene ingaggiato, i caccia diurni saranno costretti a spendere la maggior parte dei loro<br />

sforzi per appoggiarlo. Quando un caccia passa sulla difensiva, ne soffre l’efficacia dell’intera divisione.<br />

In generale, nelle divisioni miste è importante designare le formazioni e assegnare le missioni, in modo<br />

che ogni tipo di caccia possa concentrarsi su ciò che sa fare meglio. Alcuni caccia vanno meglio nel dogfight,<br />

alcuni sono più pesantemente armati, e alcuni operano meglio di altri alle alte quote. Tutte le volte che è<br />

possibile, bisogna avvantaggiarsi di queste qualità.<br />

Un paio di esempi storici possono servire per illustrare questo punto. Durante la seconda guerra mondiale,<br />

la Luftwaffe adoperò spesso bimotori Me-110, Ju-88 e Me-410, pesantemente armati di cannoni e razzi non<br />

guidati, per attaccare i bombardieri alleati, mentre i più manovrabili Me-109 e Fw-190 tenevano occupata la<br />

scorta di caccia. All’inizio dello stesso conflitto nel Pacifico meridionale, gli americani adoperarono i caccia<br />

turbo-compressi P-38 come copertura in combinazione con P-39 e P-40 (equipaggiati di semplici compressori<br />

per altitudini medie) per le pattuglie di caccia contro i giapponesi.<br />

I P-39 e i P-40 restavano a bassa quota, dove potevano ottenere prestazioni decenti, mentre i P-38<br />

affrontavano qualsiasi minaccia ad alta quota.<br />

Fare operare delle sezioni miste non è privo di problemi. Spesso la velocità di crociera ideale di un tipo è<br />

significativamente inferiore a quella degli altri, richiedendo ad alcuni caccia di operare a velocità inferiori a<br />

quella ideale per tenere insieme la formazione. Questa condizione potrebbe risultare in una riduzione di<br />

autonomia, durata, o efficacia difensiva per uno o entrambi i tipi di caccia. In queste situazioni i caccia più<br />

veloci spesso fanno la spola da un lato all’altro in modo da rallentare l’avanzamento medio mantenendo al<br />

contempo un’elevata velocità all’aria per considerazioni di manovrabilità.<br />

Questa tecnica consente alla formazione mista di restare insieme, ma di solito riduce ulteriormente<br />

l’autonomia degli aerei più veloci, oltre a renderli più vulnerabili ad attacchi da dietro. Le formazione che fanno<br />

la spola sono anche più facili da avvistare.<br />

La fase di attacco può essere complicata dalle differenze nelle prestazioni degli aerei. Ad esempio,<br />

quando caccia supersonici e subsonici operano insieme, la sincronizzazione dell’attacco può essere difficile. La<br />

necessità che ciascun tipo di caccia entri in un combattimento in un dato momento vicino alle rispettive migliori<br />

221


velocità di ingaggio può influenzare le formazioni e le tattiche utilizzabili. La sincronizzazione per un attacco a<br />

tenaglia (figura 7-15), ad esempio, sarebbe difficile per dei caccia diurni subsonici che accompagnano un<br />

singolo supersonico. Perché tutti i caccia giungano sul bersaglio grosso modo contemporaneamente, o i caccia<br />

diurni dovranno cominciare il loro attacco ben più avanzati rispetto al singolo (formazione in sezione e<br />

pungiglione), o il singolo dovrà entrare nel combattimento come subsonico. Se nessuna delle due situazioni è<br />

soddisfacente, è possibile che i piloti debbano semplicemente accettare il fatto che ingaggeranno un po’ di<br />

tempo dopo il passaggio iniziale fra il nemico e il caccia o i caccia supersonici. In ogni caso, la situazione<br />

richiede di essere attentamente considerata.<br />

Anche la fase di ingaggio delle operazioni miste è più complessa. Le prestazioni relative dei vari tipi di<br />

caccia possono cambiare con la quota. Ad esempio, i jet subsonici (e i caccia a elica non turbo-compressi)<br />

generalmente hanno scarse prestazioni di combattimento alle alte quote, ma possono essere superiori a quelle<br />

basse. Ci sono due scuole di pensiero sul posizionamento verticale dei caccia ad elevate prestazioni e a<br />

prestazioni ridotte. Una raccomanda di dislocare i caccia dalle prestazioni ridotte allo stesso livello o al di sopra<br />

del gregario dalle prestazioni elevate. Il margine di quota accresce il livello energetico dei caccia dalle<br />

prestazioni ridotte all’inizio di uno scontro e consente loro di fornire un migliore appoggio agli altri caccia a<br />

quote più basse. Se gli aerei dell’elemento più alto vengono ingaggiati, possono trascinare il combattimento in<br />

basso, mentre i caccia dalle prestazioni elevate dovrebbero essere in grado di cabrare per prestare appoggio<br />

piuttosto rapidamente. Un problema di questa filosofia, tuttavia, è che entrambi i tipi di aerei potrebbero essere<br />

costretti a combattere, almeno per un certo tempo, a quote meno che ideali per le loro prestazioni; ovvero,<br />

caccia scarsi alle quote elevate potrebbero essere ingaggiati alle alte quote, e viceversa. Questo rende l’intera<br />

divisione più vulnerabile agli attacchi colpisci e scappa. Anche piazzare i caccia con le prestazioni inferiori a<br />

quote più elevate lascia la divisione più vulnerabile ad attacchi dall’alto verso il basso, che possono essere<br />

molto pericolosi a causa del veloce avvicinamento tipico di questi attacchi.<br />

La seconda filosofia richiede di mettere i caccia dalle prestazioni più elevate al di sopra di quelli con le<br />

prestazioni inferiori. Una divisione dispiegata in questo modo è più forte contro gli attacchi dall’alto, e ciascun<br />

tipo di caccia sarà più vicino al suo regime ideale se viene attaccato. L’elemento superiore in questa<br />

sistemazione può ancora appoggiare i caccia al di sotto, ma i caccia dalle prestazioni inferiori potrebbero non<br />

essere in grado di cabrare verso un combattimento ad alta quota. Di solito, tuttavia, questa situazione non è un<br />

grosso svantaggio, perché probabilmente questi caccia non si comporterebbero comunque un granché bene in<br />

un combattimento ad alta quota, e se necessario i caccia dalle prestazioni elevate possono trascinare lo scontro<br />

in giù a quote basse per avere appoggio. Durante gli scontri ad alta quota, i caccia dalle prestazioni inferiori<br />

devono restare generalmente al di sotto del combattimento, fornendo una sorveglianza difensiva e aspettando di<br />

balzare come alligatori affamati su qualsiasi bandito che cada giù dallo scontro.<br />

Anche lo sganciamento dai combattimenti misti merita una certa attenzione ravvicinata. Tipicamente, i<br />

caccia dalle prestazioni elevate saranno costretti a ritirarsi prima per motivi legati al carburante. Se si considera<br />

prudente che tutti i caccia amici lascino l’arena insieme, questo potrebbe limitare concretamente l’autonomia di<br />

combattimento dei caccia dalle prestazioni inferiori. Inoltre, i caccia veloci potrebbero non avere il lusso di una<br />

semplice fuga se sono costretti a rimanere coi loro gregari più lenti. Lo sganciamento potrebbe dover<br />

cominciare ancora prima se è necessario che questi caccia abbiano abbastanza carburante per combattere per<br />

aprirsi la strada verso casa. Spesso, complicazioni come queste cancellano qualsiasi vantaggio ottenuto<br />

attraverso le operazioni con caccia misti.<br />

222


Capitolo 8<br />

Tattiche con aerei illimitati<br />

Naturalmente, col numero crescente di aeroplani si hanno maggiori opportunità di abbattere i propri<br />

nemici, ma allo stesso tempo aumentano le possibilità di essere abbattuti a propria volta.<br />

Barone Manfred von Richthofen<br />

Nei capitoli precedenti c’è stata quantomeno l’ipotesi implicita che il numero di caccia ostili coinvolti<br />

nell’azione fosse noto alle forze amiche, anche se si è fatto spesso riferimento a ulteriori banditi bradi, non<br />

visibili. Assunzioni come queste sono necessarie per potere indagare alcuni dei punti più sottili dell’ACM; ma<br />

chiunque sia stato coinvolto in un vero combattimento capirà che la totale fiducia nella propria percezione di<br />

una data situazione viene conseguita raramente, o mai. Il grande stratega prussiano Karl von Clausewitz faceva<br />

riferimento a questo fenomeno come “nebbie di guerra”, una nebbia che cela la realtà ai combattenti. Nell’arena<br />

aria-aria questo può significare una conoscenza imperfetta dello stato energetico del proprio avversario, o<br />

incertezza riguardo al tipo di armi o di tattiche che potrebbe impiegare. Può anche significare che i caccia amici<br />

non potranno essere quasi mai assolutamente certi del numerosi aerei nemici che dovranno affrontare, prima o<br />

durante lo scontro. Quella sezione nemica è davvero da sola, o l’intera aviazione nemica si cela non vista nel<br />

sole?<br />

Qualunque soldato sa che durante la guerra non è sempre il ponderabile che conta, ma molto dipende<br />

dalla fortuna.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Ovviamente, se i caccia amici scelgono sempre di ipotizzare il caso peggiore, probabilmente non<br />

ingaggeranno mai e saranno quindi di ben poca utilità. Quindi la procedura standard adottata dalla maggior<br />

parte dei combattenti è di raccogliere e analizzare tutte le informazioni disponibili sulla situazione tattica da<br />

ogni possibile fonte, e quindi adottare delle tattiche di conseguenza. Nei primi giorni della guerra aerea, la<br />

conoscenza si limitava a quella fornita dai rapporti dello spionaggio sul numero e i tipi di aerei nemici e sulle<br />

difese terrestri nell’area, sulle precedenti tattiche nemiche, e a tutto ciò che i piloti riuscivano materialmente a<br />

vedere in aria. La seconda guerra mondiale vide il primo impiego su larga scala di stazioni radar basate a terra,<br />

sensori IR, data link e radio per passare e scambiare le informazioni tra le forze in volo. Anche i radar<br />

aeroportati vennero impiegati per la prima volta durante quel conflitto, ma erano utili principalmente per gli<br />

intercettori notturni e in condizioni di scarsa visibilità. Inevitabilmente, i progressi nella tecnologia dei sensori e<br />

delle comunicazioni erano seguiti da vicino dalle tecniche per neutralizzare o limitare il loro valore, come il<br />

disturbo e l’inganno. Tutte queste tecnologie elettroniche sono destinate ad accrescere la consapevolezza della<br />

situazione da parte delle forze amiche in battaglia e a negare queste preziose informazioni al nemico.<br />

L’incredibile attenzione ricevuta dalla tecnologia elettronica negli ultimi anni è una chiara indicazione<br />

dell’importanza della conoscenza della situazione nel combattimento aereo.<br />

Il compito del pilota da caccia è di ottenere quante più informazioni tattiche possibile da qualsiasi fonte<br />

disponibile e quindi filtrare e analizzare tali informazioni sulla base della conoscenza della propria fonte e della<br />

migliore stima della sua tempestività, precisione e affidabilità. Alcune delle informazioni ricevute possono<br />

essere contrastanti, ed è necessario il giudizio del pilota per separare il grano dalla crusca. La necessità di<br />

compiere tali giudizi è una delle ragioni della grande importanza dell’addestramento e dell’esperienza per il<br />

pilota da caccia. Molte di queste funzioni di raccolta e analisi delle informazioni possono essere ricoperte dal<br />

leader della pattuglia negli scenari con più aerei, ma l’esperienza e l’abilità dei singoli piloti in quest’area<br />

contribuisce enormemente al successo complessivo, poiché durante il combattimento ogni pilota, su scala<br />

maggiore o minore, deve dare dei giudizi tattici. La capacità di ciascun membro di una squadriglia di<br />

raccogliere e analizzare informazioni elettroniche e visive, e di passare informazioni critiche agli altri membri<br />

della propria squadriglia, gioca un ruolo significativo nell’efficienza complessiva della pattuglia e nel successo<br />

della missione.<br />

Un eccessivo affidamento su una qualsiasi fonte di informazioni tattiche è un problema comune e spesso<br />

conduce al disastro. Tale condizione può essere il risultato di una concreta mancanza di disponibilità di fonti di<br />

223


informazioni, della perdita di alcune fonti (attraverso il disturbo, ad esempio), o semplicemente dell’avere<br />

ignorato degli input disponibili. Il fatto di trascurare alcune informazioni disponibili può essere incoraggiato da<br />

una dottrina tattica che poggia in maniera pesante su una fonte a esclusione di altre, o può essere dovuto a un<br />

sovraccarico sensorio provocato da una quantità eccessiva di informazioni presentate al pilota in momenti<br />

critici. È un po’ come bere acqua da una manichetta antincendio. Una severa disciplina radio, praticata dai<br />

controllori oltre che dai piloti, è fondamentale per evitare il sovraccarico sensorio. Normalmente è impossibile<br />

che ogni partecipante coinvolto in una missione riporti tutto ciò che sa, vede o pensa a tutti gli altri. Ogni<br />

individuo deve analizzare le proprie informazioni e valutarne l’importanza in quel momento prima di accrescere<br />

la “pressione dell’acqua nella manichetta”. La capacità di eseguire questi compiti in maniera efficace richiede<br />

un addestramento e un’esperienza considerevoli a ogni livello.<br />

224<br />

Uno contro tanti<br />

Dei buoni aerei sono più importanti della superiorità numerica.<br />

Air Vice-Marshal J. E. "Johnnie" Johnson, RAF<br />

I capitoli precedenti di questo volume hanno spiegato le virtù e i benefici offerti dall’impiego di più<br />

caccia, di solito coppie di pattuglie composte da diverse coppie di aerei, negli scenari del combattimento aereo.<br />

I diversi vantaggi forniti dalle dottrine tattiche basate sull’appoggio reciproco sono state sviscerate abbastanza e<br />

non saranno ripetute qui, ma gli scambi che esse implicano meritano ulteriore attenzione. Ricordate, non esiste<br />

un pasto gratuito, né in economia né nel combattimento aereo.<br />

Il pilota da caccia è un carattere indipendente. Non gli piace avere troppa gente intorno. È un<br />

individualista.<br />

Colonnello Erich “Bubi” Hartmann, GAP<br />

Ad esempio, è più difficile nascondere diversi caccia che un solo aereo, sia dalla rilevazione visiva che<br />

dai sensori elettronici. Questo è un fattore fondamentale, poiché è stato dimostrato che la sorpresa costituisce<br />

grosso modo il 90% del successo nel combattimento aereo, sia dal punto di vista offensivo che difensivo.<br />

Anche le tattiche coordinate costringono i piloti a dividere la loro attenzione. Può essere necessario un tempo<br />

considerevole per tenere traccia dei gregari e mantenere una formazione corretta. Questo tempo non è<br />

disponibile per la sorveglianza visiva, per controllare i radar, analizzare la situazione tattica, fare dei piani,<br />

eccetera. L’attenzione richiesta a tale scopo contribuirà anche ad anticipare il sovraccarico di compiti e il<br />

malfunzionamento nella consapevolezza della situazione.<br />

È difficile per un gran numero di uomini cambiare posizione, quindi i loro movimenti possono essere<br />

previsti facilmente. Un individuo può cambiare idea facilmente, così i suoi movimenti sono difficili da<br />

prevedere.<br />

Miyamoto Musashi<br />

Inoltre, le tattiche in formazione di solito danno come risultato delle prestazioni effettive ridotte per gli<br />

aerei rispetto a un singolo caccia. I leader non possono usare il massimo della velocità, potenza o del potenziale<br />

di manovra, a causa della possibilità che i gregari non siano in grado di mantenere la posizione. Piccole<br />

variazioni individuali nelle prestazioni, anche fra aerei dello stesso tipo, contribuiscono a questo problema,<br />

come pure il normale tempo di reazione di un gregario che manovra in risposta alla azioni del proprio leader.<br />

Mantenere la posizione di solito richiederà un eccesso di manovre da parte dei gregari, il che ridurrà il loro<br />

potenziale energetico, diminuirà la loro autonomia in combattimento a causa del carburante, e li renderà più<br />

facili da avvistare a causa dei “lampi alari” e dell’incapacità di usare efficacemente il profiling. Coordinare più<br />

caccia richiede anche maggiori comunicazioni, col relativo carico di lavoro e una maggiore probabilità di<br />

rilevazione elettronica.<br />

Il brano seguente, tratto da Full Circle dell’Air Vice-Marshal “Johnnie” Johnson, RAF, descrive il<br />

pensiero tattico del Capitano Albert Ball, RFC (47 vittorie nella I guerra mondiale). Queste sono alcune delle<br />

ragioni per cui Ball preferiva usare il suo famoso metodo del “lupo solitario” piuttosto che guidare una<br />

divisione di caccia in combattimento. Ball scomparve misteriosamente nel maggio del 1917; Lothar von<br />

Richthofen, fratello del “Barone rosso”, venne accreditato per il suo abbattimento, ma la maggior parte degli<br />

storici sono convinti che egli sia stato vittima del fuoco da terra.


Una formazione di quattro o cinque aerei era molto più difficile da nascondere sul terreno, nelle nuvole o<br />

contro il sole di una macchina solitaria, e quindi la sorpresa, l’essenza di un attacco coronato da successo,<br />

sarebbe stata più difficile. Avrebbe dovuto attendere i ritardatari e i piloti inesperti che non riuscivano a<br />

mantenere una formazione stabile; quando attaccava da una virata in picchiata o da una curva di inseguimento<br />

ampia, doveva tirare indietro la manetta perché i suoi fiancheggiatori avessero abbastanza potenza per rimanere<br />

in linea di fronte. Questo significava che un attacco in squadra avrebbe preso molto più tempo del piatto balzo<br />

in picchiata di un singolo scout. Più tempo di solito significa meno sorpresa… Più grande era la formazione<br />

[tedesca] e meglio era, per quanto lo riguardava. Simili tattiche avrebbero concentrato il [nemico] in grandi,<br />

ingombranti, visibili branchi di oche, e sarebbero stati talmente indaffarati a controllarsi reciprocamente che un<br />

uomo poteva infilarsi e uscire prima che capissero cosa li avesse colpiti!<br />

Con questi fattori, nonché i vantaggi dell’appoggio reciproco, in mente, non è difficile sviluppare degli<br />

scenari per i quali delle operazioni autonome di singoli caccia potrebbero essere ideali. Una delle più ovvie di<br />

queste operazioni si effettua di notte o in condizioni di scarsa visibilità, quando potrebbe essere impossibile<br />

mantenere una formazione efficace o fornire un utile appoggio visivo reciproco. Le tattiche applicabili a<br />

operazioni simili dipendono molto dagli aerei e dai sistemi d’arma e non si prestano facilmente alle<br />

generalizzazioni; quindi vanno al di là degli scopi di questo volume.<br />

Un altro fattore che riduce l’importanza dell’appoggio reciproco e rende più pratiche le operazioni<br />

autonome è un sistema efficace e affidabile di sorveglianza e controllo esterno o interno. Questa capacità<br />

potrebbe essere fornita dall’interno da mezzi elettronici sofisticati come radar, sensori IR e/o sistemi RWR, ai<br />

quali ci si può affidare per ricevere un preavviso adeguato per attacchi da qualsiasi direzione. Tali sistemi<br />

interni possono essere completati o sostituiti da sensori e reti di controllo esterni come stazioni di<br />

intercettazione terrestri (ground-controlled-intercept – GCI) o aerei per stazioni di intercettazione aeroportate<br />

(airborne-intercept-control – AIC), che possono fornire allarmi difensivi ai singoli aerei mentre assistono nella<br />

localizzazione e identificazione del nemico ai fini dell’attacco. infatti, la funzione di appoggio visivo reciproco<br />

di un gregario può essere rimpiazzata elettronicamente. I fattori da considerare in questo caso includono<br />

l’affidabilità e l’efficacia di tali sistemi nelle condizioni ambientali e di EW previste, le possibili contromosse<br />

del nemico, e le rispettive capacità dei sistemi di sorveglianza e controllo amici e nemici.<br />

L’uomo forte è più possente da solo.<br />

Proverbio tedesco<br />

Anche le capacità degli armamenti hanno una portata significativa sulla praticabilità delle operazioni di<br />

singoli caccia. La capacità di armi ogni-aspetto amiche, e la loro assenza sui caccia nemici, accrescono<br />

enormemente le prospettive di successo per un singolo. Le manovre ridotte necessarie per soddisfare i parametri<br />

di tiro di un missile ogni-aspetto limitano l’esposi-zione del singolo alla possibilità di essere rilevato e la sua<br />

vulnerabilità alle minacce. Viceversa, la mancanza di missili ogni-aspetto presso il nemico rende più difficile<br />

un attacco di sorpresa sul singolo e accresce le opzioni di attacco e di fuga del singolo. Soprattutto quando<br />

entrambe le parti possiedono dei missili ogni-aspetto, la portata massima e il tipo di guida dei missili possono<br />

essere fondamentali. Se il singolo è in grado di lanciare contro il nemico restando al di fuori della sua portata di<br />

tiro, è ovvio che la sopravvivenza del singolo ne viene migliorata. La guida attiva o passiva, che mette il<br />

singolo in grado di “lanciare e partire” o di tirare e poi di difendersi da un ordigno nemico, può controbilanciare<br />

la portata maggiore fornita da armi con una più restrittiva guida semi-attiva. Un mezzo per identificare un<br />

bersaglio come ostile a grandi distanze, otticamente o elettronicamente, è un altro prezioso aiuto nel fornire la<br />

capacità di tirare per primi.<br />

L’identificazione del bersaglio a grande distanza è essenziale quando un pilota affronta una minaccia con<br />

capacità di missili ogni-aspetto, o dovrà essere sostituita da regole d’ingaggio (rules of engagement – ROE)<br />

molto permissive che consentano al caccia di tirare sui bersagli oltre la portata visiva (beyond visual range –<br />

BVR). Tali ROE sono spesso più facili da implementare quando il caccia singolo sa di essere il solo aereo<br />

amico nell’arena del combattimento, ma potrebbe essere impossibile quando più caccia operano<br />

autonomamente nella stessa area.<br />

Nella guerra aerea il fattore qualità è relativamente più decisivo del fattore quantità.<br />

Major Alexander P. de Seversky, USAAF<br />

13 vittorie col Servizio Aereo Navale dell’Impero Russo, I GM<br />

225


Un vantaggio significativo nelle prestazioni del caccia singolo sugli aerei nemici è un altro fattore che<br />

favorisce le operazioni autonome. Un vantaggio sostanziale nella velocità e la capacità di usarlo quando è<br />

richiesto pur completando la missione (autonomia di combattimento) sono probabilmente le qualità più preziose<br />

per il caccia singolo. Questa velocità migliora le possibilità di conseguire la sorpresa riducendo il tempo<br />

dell’attacco, diminuisce enormemente le probabilità di essere presi alle spalle dal nemico, restringe l’involucro<br />

di lancio dei missili contro l’emisfero posteriore, e facilita la fuga dei caccia amici da situazioni svantaggiose.<br />

Un significativo vantaggio di velocità può consentire al pilota del caccia singolo di trovare un rifugio dal quale<br />

attaccare o ritirarsi a volontà senza timore di attacchi da dietro. Ovviamente, maggiore è la portata delle armi<br />

nemiche per l’emisfero posteriore e maggiore dovrà essere il vantaggio di velocità per fornire tale rifugio. I<br />

missili ogni-aspetto nemici, la capacità di tiro fuori asse, e un elevatissimo rateo di virata potrebbero a loro<br />

volta controbilanciare il valore difensivo del vantaggio di velocità del caccia singolo.<br />

226<br />

La velocità è il cuscino della trascuratezza.<br />

Commander William P. “Willie” Driscoll, USNR<br />

5 vittorie come Radar Intercept Officer, conflitto del Vietnam<br />

Anche un vantaggio di tangenza può essere utile per un singolo, specialmente contro un nemico<br />

equipaggiato di sole mitragliatrici o missili a corto raggio. Questo rifugio in quota potrebbe consentire al caccia<br />

singolo di scegliere con cura le proprie opportunità di attacco e quindi tirare sul nemico con armi a lunga gittata<br />

con tiro verso il basso, o picchiare per un attacco di sorpresa ad alta velocità seguito da una zoomata per risalire<br />

a una quota sicura. Il margine di quota fornisce al singolo una difesa adeguata e consente al pilota di<br />

concentrarsi sull’offensiva. Le considerazioni importanti qui includono le capacità dei sistemi d’arma (Il<br />

bersaglio può essere rilevato e attaccato dall’alto?), condizioni ambientali (L’attacco sarà evidenziato da uno<br />

strato più alto di nubi o condensa?), e possibili minacce diverse dagli aerei nemici (ad es., dei SAM).<br />

Prendete una posizione col sole dietro le spalle… Dovete guardare in basso verso il nemico, e prendere<br />

posizione su luoghi leggermente più elevati.<br />

Miyamoto Musashi<br />

Altri fattori di progettazione che contribuiscono alla sopravvivenza del caccia singolo includono piccole<br />

dimensioni, una rilevabilità ridotta e un equipaggio composto da più membri con degli ampi campi visivi.<br />

Anche un vantaggio significativo nella manovrabilità e/o nell’armamento ha un certo valore, poiché tali fattori<br />

migliorano le capacità difensive del singolo e riducono il tempo richiesto perché raggiunga una posizione di<br />

tiro.<br />

Un altro fattore che potrebbe favorire le operazioni di un mezzo singolo è l’esistenza di un’arma nemica<br />

estremamente letale che è poco probabile riuscire a sconfiggere una volta lanciata entro i parametri. La difesa<br />

da un’arma del genere dipende dall’evitare l’involucro di tiro più che da manovre post-lancio, eccetera. La<br />

minore probabilità di essere rilevati, la possibilità di una maggiore velocità, e la minore quantità di manovre<br />

necessarie, inerenti ai caccia autonomi, contribuiscono ad evitare l’involucro di tiro nemico, mentre il maggiore<br />

appoggio visivo reciproco di un gregario probabilmente non sarebbe sufficiente a superare gli svantaggi di<br />

pattuglie con più aerei.<br />

Anche un ambiente con seri disturbi delle comunicazioni può diminuire i vantaggi del supporto reciproco.<br />

L’incapacità di comunicare liberamente aumenta l’attenzione necessaria per mantenere l’integrità della<br />

formazione e diminuisce la capacità di ciascun pilota di fornire appoggio all’altro. Tali condizioni portano<br />

spesso a operazioni involontarie di caccia singoli a causa dell’interruzione del supporto reciproco, una<br />

situazione solitamente più pericolosa delle operazioni autonome pianificate.<br />

Le operazioni pianificate di singoli aerei possono essere desiderabili tutte le volte che i loro vantaggi,<br />

enumerati in precedenza, superano i benefici dell’appoggio reciproco. Anche il numero dei caccia ostili deve<br />

essere preso come fattore di questa equazione, con numeri più grandi che in genere lavorano a svantaggio delle<br />

operazioni autonome. Le operazioni di aerei singoli potrebbero essere richieste in condizioni meno che ideali se<br />

c’è un solo caccia disponibile per una missione critica. Ogni qual volta sia possibile scegliere, comunque, la<br />

priorità della missione e le possibilità di completare la missione con successo devono essere soppesate contro le<br />

probabilità di sopravvivenza dell’aereo singolo. Potrebbe essere più saggio attendere rinforzi piuttosto che<br />

prendere di petto tutti i banditi da solo. La preparazione di un combattimento fra più aerei dovrebbe includere<br />

l’eventuale pianificazione di involontarie operazioni di singoli aerei, nel caso in cui il gregario venga abbattuto


o i caccia della formazione rimangano separati e si perda l’appoggio reciproco. È molto più facile decidere<br />

prima del decollo se una particolare missione e le condizioni prevalenti garantiscono le condizioni per<br />

proseguire come aerei singoli o se non sia meglio abortire.<br />

Offensiva in uno contro tanti<br />

Secondo la mia opinione, lo spirito aggressivo è tutto.<br />

Barone Manfred von Richthofen<br />

Una volta presa la decisione di proseguire le operazioni in condizioni di uno contro tanti, il pilota del<br />

caccia singolo deve pianificare le proprie tattiche in modo da poter fare uso di ogni vantaggio disponibile. Al<br />

fine di avere successo all’offensiva, tuttavia, il pilota solitario deve evitare di passare sulla difensiva. La difesa<br />

deve quindi essere la preoccupazione principale. Per avvantaggiarsi di un rifugio nella velocità, il singolo deve<br />

mantenersi di norma vicino alla velocità massima nello spazio aereo ostile. La quota più bassa possibile di<br />

solito è ideale per i suoi effetti “restringenti” sulla minaccia degli involucri dei missili. Contro dei banditi che<br />

portino solo mitragliatrici o AAM con una portata molto ridotta, le quote più elevate possono offrire un<br />

maggiore margine di velocità. Questo è particolarmente probabile quando un singolo caccia supersonico<br />

affronta dei banditi subsonici. L’alta quota consente al caccia supersonico di raggiungere più Mach, e quindi di<br />

avere un maggiore vantaggio di velocità, rispetto a un banditi limitato a velocità subsoniche. Questo maggiore<br />

vantaggio di velocità potrebbe controbilanciare la minaccia dell’accresciuta portata dei missili a una quota più<br />

alta.<br />

L’autonomia in combattimento è un’altra considerazione da fare quando si sceglie una quota operativa. Il<br />

volo ad alta velocità e a bassa quota è molto inefficiente, in particolare per i caccia a reazione, e un elevato<br />

consumo di carburante può ridurre le possibilità di completare la missione. Le operazioni a quote più elevate di<br />

norma risultano in portata e autonomia accresciute a una velocità prossima alla massima. Altre considerazioni<br />

includono la minaccia del fuoco ostile da terra; l’efficacia dei sistemi d’arma del singolo a bassa quota e in<br />

situazioni in cui si guarda verso il basso; l’efficacia delle armi e dei sensori del nemico guardando verso l’alto e<br />

verso il basso; e se il singolo sia più difficile da vedere guardando in su o in giù. Quest’ultimo fattore varia con<br />

le condizioni delle nubi, la posizione del sole, e la colorazione dell’aereo. I possibili effetti della quota sul GCI<br />

amico e nemico sono un altro punto da prendere in considerazione. Delle operazioni a quote molto basse<br />

possono permettere al singolo di evitare la rilevazione da parte del nemico, ma possono negare al pilota anche il<br />

prezioso aiuto offensivo e difensivo dei controllori amici.<br />

L’effetto del numero superiore nella decisione di attaccare è piccolo. Il vantaggio tattico di posizione -<br />

altitudine – sole – e direzione dell’attacco sono i fattori più influenti. Con questi fattori a mio favore, il numero<br />

di aerei nemici è irrilevante.<br />

Lt. Colonel John C. Meyer, USAAF<br />

Spesso, quando sceglie una quota operativa, il pilota si trova di fronte a scelte contrastanti. Queste il più<br />

delle volte implicano l’interazione del radar e di altri fattori, come nel precedente conflitto sul GCI di cui sopra.<br />

Un altro esempio è la scelta fra il restare alti per avvantaggiarsi del sole o di un rifugio di velocità/quota o di<br />

nuvole basse, e il degradare le capacità del radar del caccia ponendolo nella condizione di guardare verso il<br />

basso. In questo caso, andare a quote più basse probabilmente migliorerà il potenziale offensivo del caccia<br />

ottimizzando il funzionamento del suo radar, ma lascerà il singolo più vulnerabile alla rilevazione e all’attacco.<br />

tali scelte possono essere dure da fare, e richiedono una analisi accurata. Quante sono le probabilità che il radar<br />

venga degradato guardando in basso? Il GCI può supplire al radar del caccia? Quanto è probabile che il caccia<br />

venga rilevato a bassa quota? Se viene attaccato a bassa quota, quali sono le possibilità di fuga, considerando il<br />

numero dei banditi e le rispettive prestazioni di aerei e sistemi d’arma? Domande del genere devono avere<br />

risposte il più precise possibile al fine di soppesare le probabilità di successo della missione contro le possibilità<br />

di sopravvivere. Tranne per missioni davvero critiche, in cui il successo è assolutamente essenziale, di solito<br />

nello scenario uno contro tanti è più saggio scegliere l’approccio più sicuro. Il pilota che salva la pelle oggi può<br />

tornare domani in circostanze più favorevoli, a meno che ovviamente non pensi alla medaglia al valore.<br />

227


sotto<br />

228<br />

Non volavamo mai al di sopra delle nuvole perché ci saremmo disegnati contro di esse; volavamo al di<br />

Air Vice-Marshal J. E. "Johnnie" Johnson, RAF<br />

La scelta fra ottimizzare il potenziale offensivo o quello difensivo spesso si può conciliare giudicando i<br />

possibili risultati se si venisse attaccati. Se il pilota ritiene di essere in grado di rilevare e neutralizzare un<br />

attacco ostile e di potere sfuggire o sconfiggere rapidamente il nemico, prima di essere sopraffatto dal numero,<br />

ottimizzare il potenziale offensivo potrebbe essere una scelta ragionevole. Altrimenti è probabilmente più<br />

prudente assumere un atteggiamento più difensivo.<br />

Il capitolo 5 (“Tattiche di Sezione, Due contro Uno”) includeva una sezione sugli attacchi e le manovre<br />

offensive in uno contro due. Molte delle tecniche descritte in quella sezione sono applicabili allo scenario uno<br />

contro tanti e vale la pena di rivederle a questo punto. Tuttavia ci sono anche delle differenze significative.<br />

Quando si trova di fronte a una situazione nota di uno contro due, un pilota da caccia non visto può<br />

pedinare le sue vittime e posizionarsi per un attacco ideale a propria discrezione. In genere questo lusso non è<br />

disponibile nell’ambiente con uno contro un numero sconosciuto, poiché un tempo prolungato nell’arena del<br />

combattimento e l’attenzione che bisogna dedicare ai presunti bersagli lasciano il caccia singolo vulnerabile ad<br />

attacchi da parte di altre forze ostili. Il caccia singolo deve quindi operare principalmente in modalità difensiva,<br />

dedicando solo il tempo e l’attenzione assolutamente necessari alla prosecuzione di attacchi d’occasione.<br />

Cerco di attaccare uscendo dal sole. Se l’aereo nemico viene sorpreso, è fritto, ma il tempo è un fattore<br />

importante e non deve essere sprecato assicurandosi una posizione.<br />

Lt. Colonel John C. Meyer, USAAF<br />

Gli attacchi con missili e mitragliatrici contro l’emisfero anteriore sono spesso ideali per questo scenario,<br />

poiché un’elevata velocità di chiusura sul bersaglio limita il tempo richiesto per completare l’attacco e quindi<br />

riduce il tempo che bisogna dedicare alle funzioni offensive. Simili attacchi tendono anche a ridurre la quantità<br />

di manovre richieste all’attaccante, il che contribuisce a mantenere livelli energetici più elevati e rende più<br />

difficile per caccia nemici non visti raggiungere il singolo da dietro. Come verrà discusso più avanti in questo<br />

capitolo riguardo alle manovre difensive, un singolo è spesso più vulnerabile agli attacchi durante delle virate<br />

prolungate. Come regola generale, il pilota deve pianificare il proprio attacco in modo che non richiedano virate<br />

di oltre 90° senza l’opportunità di una inversione in vite e di un controllo del lato ventrale. I bersagli che non<br />

possono essere attaccati aderendo a questa regola devono se possibile essere abbandonati a favore di vittime più<br />

vulnerabili. Prima viene presa questa decisione e meglio è, poiché è più probabile che degli attacchi abortiti<br />

all’ultimo minuto vengano rilevati. Quando ci si sgancia da una posizione nell’emisfero posteriore di un<br />

bandito, una rotta verso l’inseguimento ritardato e una lieve virata in direzione muso-coda consentono al caccia<br />

singolo di guadagnare la massima separazione prima che il bandito possa portare il muso del proprio aereo nella<br />

direzione giusta (questa tecnica di estensione muso-coda è stata presentata nel capitolo 2).<br />

Decisi di effettuare un passaggio su questo [Zero giapponese]. Non cambiò mai molto la sua rotta, ma<br />

cominciò una gentilissima virata. Il mio Corsair chiuse gradualmente il distacco fra di noi. Stavo pensando:<br />

“Finché vira, sa di non essere al sicuro. Sembra troppo facile”.Allora mi ricordai di qualcosa che mi era<br />

successo a Burma con le Tigri Volanti, così invertii la rotta con violenza. E naturalmente, c’era il suo amichetto<br />

che ci veniva dietro. Stava solo aspettando che l’idiota, io, cominciasse il passaggio sul suo compagno.<br />

Colonnello Gregory “Pappy” Boyington, USMC<br />

Il radar interno del caccia e l’appoggio del GCI/AIC devono essere impiegati per identificare possibili<br />

vittime a grandi distanze e come aiuto nel posizionarsi precocemente in modo da ottimizzare la geometria<br />

d’attacco finale. Le procedure difensive (ovvero un’elevata velocità, una quota difensiva ideale, eccetera)<br />

vengono di solito adoperate all’inizio della fase d’attacco, con una transizione a una postura più offensiva, se<br />

necessario, ritardata fino all’ultimo momento praticabile. Le modalità di ricerca dei moderni radar aeroportati<br />

sono di solito ideali durante il posizionamento preliminare per l’attacco per trovare la formazione nemica e<br />

accertarsi che non ci siano altri banditi nell’area. Una volta che il radar del caccia aggancia un singolo<br />

bersaglio, il che potrebbe essere necessario per le manovre d’attacco finali, per l’acquisizione visiva o la guida<br />

delle armi, è probabile che l’attaccante perda di vista il quadro generale, come i cambiamenti nella formazione<br />

nemica, e sarà anche più suscettibile alla rilevazione da parte dell’equipaggiamento RWR dei banditi. Il punto a


cui si verifica tale aggancio di solito corrisponde al passaggio del caccia da una postura difensiva a una<br />

offensiva, e anche questa va ritardata fino all’ultimo momento. Intorno a un minuto dal punto di mescolarsi alla<br />

formazione nemica è in genere un riferimento utile per pianificare questa transizione. Un ritardo ancora più<br />

lungo è desiderabile se lo consentono le prestazioni dei sistemi d’arma e i requisiti di manovra. I radar “Trackwhile-scan”,<br />

che consentono di effettuare contemporaneamente la ricerca e l’inseguimento di bersagli multipli,<br />

possono essere molto preziosi in questo ambiente.<br />

Quando l’armamento del caccia singolo richiede la conversione a un attacco da poppa, il radar e il GCI<br />

devono essere impiegati per posizionare il caccia con un’ampia separazione laterale e verticale per consentire<br />

che l’inversione finale sia limitata a circa 90° o meno. La figura 8-1 è un esempio di questa tecnica.<br />

In questo esempio il caccia singolo rileva una possibile formazione ostile che si avvicina quasi<br />

frontalmente al punto “1”. Il caccia valuta rapidamente la situazione, determina che c’è una distanza sufficiente<br />

per posizionarsi per un attacco da poppa, e taglia da una parte per accumulare separazione laterale. A questo<br />

punto, quota e velocità vengono mantenute coerenti con la migliore difesa contro attacchi da parte di altre<br />

minacce nemiche. La direzione della deviazione deve essere basata sulle condizioni ambientali per ottimizzare<br />

l’attacco o la fuga dopo l’attacco, a seconda di quale appaia la fase più critica. Questo può significare deviare<br />

verso il sole per mascherare l’attacco, o verso il lato opposto per facilitare una ritirata verso il sole dopo un<br />

attacco colpisci e scappa. Una deviazione verso lo spazio aereo amico facilita la fuga nel caso in cui il caccia<br />

venisse rilevato a grande distanza e i banditi reagissero offensivamente, mentre tagliare dalla parte opposta<br />

fornisce una via di fuga più breve dopo un attacco. Questi fattori e molti altri influenzano le probabilità di<br />

successo della missione come quelle di sopravvivere, e devono essere presi attentamente in considerazione.<br />

La mimetizzazione e la rapidità sono due elementi principali dell’avvicinamento.<br />

Colonnello V. Dubrov, Aviazione Sovietica<br />

Il numero di gradi della deviazione effettuata dal pilota al punto “1” dipende in gran parte dalla distanza<br />

del bersaglio e dai limiti del radar del caccia. A grandi distanze una adeguata separazione laterale può essere<br />

ottenuta con deviazioni più piccole. Se il caccia è equipaggiato di radar, di solito è desiderabile che la virata<br />

non sia tanto radicale da porre i bersagli al di fuori dei limiti cardanici dell’antenna. In genere, l’ideale è la<br />

deviazione più piccola che possa generare la separazione laterale desiderata, poiché ciò riduce le manovre<br />

richieste nel corso dell’intercettazione.<br />

Dal punto “1” al punto “2” il cacciatore deve concentrarsi sulla difesa, mentre monitora la situazione in<br />

via di sviluppo per controllare eventuali cambiamenti nella geometria di intercettazione, la formazione dei<br />

banditi, altri aerei in zona, eccetera. Delle tecniche difensive utili durante questa fase vengono discusse più<br />

avanti in questo capitolo. Fra i punti “2” e “3”, il caccia determina che esiste una separazione laterale<br />

sufficiente per una conversione a poppa ideale. Questo è anche un buon punto per decidere se impegnarsi<br />

nell’attacco o abortire e fuggire. A questo punto la quantità desiderata di separazione laterale è una funzione<br />

della distanza del bersaglio, dell’angolo di deviazione, del raggio di virata del caccia e altri fattori, e va<br />

229


determinata in maniera empirica. Comunque è raramente inferiore a tre o quattro volte il raggio di virata del<br />

caccia.<br />

Al punto “3” il caccia si è impegnato nell’attacco e ha effettuato una virata di recupero in una direzione di<br />

inseguimento puro o ritardato. Se questa virata deve essere maggiore di 90°, deve essere effettuata in due fasi<br />

interrotte da un controllo del lato ventrale. In ogni caso, bisogna effettuare uno o due controlli sul ventre fra i<br />

punti “3” e “4”. Poco prima o poco dopo il punto “3” è spesso un momento ideale per effettuare la transizione<br />

da una postura difensiva a una offensiva agganciando un bersaglio col radar, riposizionandosi a una quota<br />

ideale per l’attacco, tentando di acquisire visivamente i bersagli, eccetera. La direzione selezionata al punto “3”<br />

deve essere scelta per porre l’attaccante vicino al traverso del bersaglio al punto “4”, da dove una conversione<br />

finale di 90° o meno giungerà infine entro l’involucro di tiro letale.<br />

Al punto “4” il caccia deve scegliere quale bandito attaccare. La geometria di questa particolare<br />

intercettazione favorisce un attacco sul bandito più lontano (a sud) grazie a una conversione meno radicale,<br />

anche se delle lievi variazioni di rotta fra i punti “3” e “4” possono invertire tale situazione. Una scelta ideale<br />

del bersaglio spesso diventa evidente solo all’ultimo istante, e spesso la scelta va ritardata fino ad allora. Delle<br />

conversioni brusche possono sprecare energia e ridurre le possibilità di fuga del caccia, ma delle virate lievi<br />

prolungate richiedono più tempo e lasciano il caccia più vulnerabile ad attacchi non visti durante la<br />

conversione. Qualcosa nella regione del massimo dei G sostenuti di solito è il miglior compromesso.<br />

Notate che l’attaccante, ipotizzando che egli sia equipaggiato di armi RQ, tira alla prima opportunità, al<br />

margine dell’involucro (punto “5”). Un ambiente molto ostile non concede il lusso di “addolcire” il tiro<br />

spingendosi al cuore dell’involucro. Il pilota si è concentrato quasi esclusivamente sull’offensiva fin dal punto<br />

“4” e a questo punto è molto vulnerabile a un attacco dal lato ventrale (ovvero da est). Dopo aver tirato, una<br />

rapida inversione e una virata a sinistra servono come difesa da un possibile missile nemico che si avvicini dal<br />

lato ventrale, sventa temporaneamente un tiro incombente con le mitragliatrici, consente al pilota di controllare<br />

visivamente la sua area più vulnerabile, e mette rapidamente della distanza fra l’attaccante e i caccia nemici<br />

conosciuti. Dopo essersi assicurato di avere le ore sei libere, l’attaccante può invertire rapidamente per valutare<br />

i risultati del proprio tiro e controllare la reazione dei banditi. Ritardare l’inversione difensiva fin dopo<br />

l’impatto del missile è un errore comune, e spesso fatale. Per questo motivo la guida semi-attiva del missile, che<br />

potrebbe limitare le manovre del tiratore dopo il lancio, è un fardello indesiderabile.<br />

Quando spari a un aereo nemico sei più vulnerabile a un attacco. Quando ti sganci da un attacco sganciati<br />

sempre con una violenta scivolata come se ti stessero sparando da dietro. Perché probabilmente lo stanno<br />

facendo.<br />

Group Captain Reade Tilley, RAF<br />

Un’altra differenza nelle procedure d’attacco fra lo scenario sterile uno contro due e contro un numero<br />

ignoto implica la scelta del bersaglio e la pianificazione post-attacco. nella situazione precedente, l’approccio<br />

raccomandato portava l’attac-cante da un bandito all’altro per passaggi di tiro sequenziali e un possibile<br />

ingaggio del secondo bandito uno contro uno nel caso in cui il primo fosse stato distrutto. L’ambiente ostile<br />

rende spesso gli attacchi in sequenza troppo rischiosi e quasi certamente preclude la manovra uno su uno se può<br />

essere evitata. Inoltre, anche se qui vengono indicati solo due banditi, queste procedure sono previste per essere<br />

applicabili a formazioni di qualsiasi dimensione. La tecnica raccomandata per tali situazioni è di scegliere un<br />

bersaglio che non porti l’attaccante in profondità nella formazione dei banditi, e di solito il bandito che si trova<br />

più indietro sul lato opposto soddisfa questi requisiti. Un altro punto che deve essere menzionato è l’accresciuta<br />

probabilità di essere rilevati inerente all’uso di un’arma. È altamente desiderabile che il caccia singolo sia ben<br />

posizionato per la fuga al momento dell’attacco.<br />

Abbattine ogni giorno uno solo, piuttosto che cinque oggi, dieci domani… è abbastanza. Dopo hai i nervi<br />

calmi e puoi dormire bene, ti fai la tua bevuta la sera e il mattino dopo sei di nuovo a posto.<br />

Colonnello Erich “Bubi” Hartmann, GAP<br />

Quando si attaccano dei bombardieri potrebbe essere necessario distruggerne quanti più possibile durante<br />

ogni intercettazione. In questo caso gli attacchi sequenziali discussi nella sezione sull’uno contro due del<br />

capitolo 5 potrebbero essere giustificati. Tuttavia bisogna prendere in considerazione gli effetti dell’attacco<br />

anche su un solo membro di una formazione nemica. Un attacco del genere, anche se non ha successo, può<br />

raggiungere lo scopo dell’attaccante rompendo la formazione dei bombardieri, spingendo i piloti nemici a<br />

230


sganciare le bombe o ad abbandonare la missione, ecc. Quando si attaccano dei caccia ostili, il pilota singolo<br />

generalmente deve cercare di controllare la propria avidità, andare su una sola vittima a ogni passaggio, e<br />

lasciare qualche bandito ai propri compagni.<br />

I banditi avvistati a breve distanza nell’emisfero anteriore possono essere attaccati se il bersaglio sembra<br />

non essere cosciente della presenza del caccia, e se l’attacco può essere effettuato senza virate continuate di più<br />

di 90°. Il pilota solitario deve continuamente pianificare e valutare le proprie possibilità di fuga durante un<br />

attacco. Questo deve essere interrotto non appena le vie di fuga accennino a chiudersi o il bandito effettui una<br />

manovra difensiva efficace. Si deve evitare un ingaggio offensivo prolungato.<br />

Vira per abbattere, non per ingaggiare.<br />

Commander William P. "Willie" Driscoll, USNR<br />

I caccia nemici che sembrino manovrare in maniera offensiva o difensiva contro il singolo sono candidati<br />

solo a dei missili ogni-aspetto o un tiro non mirato con le mitragliatrici. Il pilota del caccia singolo deve<br />

neutralizzare qualsiasi minaccia nell’emisfero anteriore virando duramente verso l’attacco per creare un<br />

passaggio frontale con una separazione minima fra i percorsi di volo. Dopo, a seconda della velocità,<br />

dell’armamento e del rateo di virata del bandito, il singolo potrebbe essere in grado di continuare dritto e<br />

lasciare la minaccia nella polvere. Le distanze dell’estensione possono essere accresciute se necessario virando<br />

leggermente in direzione muso-coda dopo il passaggio. Se il bandito è equipaggiato di missili, in genere si<br />

richiede una picchiata a bassa quota per ridurre la portata massima di tiro del nemico. Dei banditi più veloci<br />

devono essere controllati attentamente durante un’estensione per osservarne le reazioni. Il pilota da caccia deve<br />

considerarsi ancora sulla difensiva quando viene inseguito da un aereo più veloce.<br />

Lo stato del carburante è estremamente critico per le operazioni con un singolo aereo. Bisogna conservare<br />

una riserva sufficiente per una fuga alla massima velocità verso lo spazio aereo amico a qualsiasi velocità possa<br />

essere verosimilmente richiesta. Il pilota del caccia singolo deve anche tenere conto della possibilità di doversi<br />

aprire la strada combattendo per difendersi da caccia ostili, SAM, ecc. Un caccia a reazione a bassa quota coi<br />

postbruciatori in funzione può consumare quantità incredibili di carburante, quindi delle prudenti penetrazioni<br />

dello spazio aereo ostile potrebbero essere severamente limitate. In realtà, in molte condizioni di<br />

combattimento, un caccia singolo potrebbe trovarsi col carburante per la fuga al momento del decollo.<br />

Una volta datosi alla fuga, il pilota deve assumere di nuovo un atteggiamento difensivo. Se possibile,<br />

l’ingaggio deve essere evitato. Solo i banditi sulla linea di ritirata devono essere ingaggiati offensivamente, e<br />

solo se l’ingaggio non mette in pericolo la fuga. La sola differenza fra esaurire il carburante ed essere abbattuti<br />

è il negare a un pilota nemico di segnare un punto ben meritato.<br />

Nella maggior parte delle condizioni il pilota del caccia singolo non deve pensare di ritornare nell’arena<br />

del combattimento dopo essersi ritirato. Una volta giunto vicino allo spazio aereo amico, tuttavia, la maggior<br />

parte delle incertezze sui requisiti del carburante sono diminuite, e il pilota singolo potrebbe scoprire che gli<br />

rimane abbastanza carburante per un attacco su un bandito vicino già riconosciuto. In questo caso bisogna avere<br />

cura di assicurarsi che l’attacco non porti il caccia lontano dallo spazio aereo amico o ad una situazione<br />

difensiva.<br />

Un’altra situazione che potrebbe richiedere il ritorno alla lotta è quando un altro pilota amico si trova<br />

vicino in una posizione difensiva seria. Se c’è del carburante disponibile, anche un solo passaggio ad alta<br />

velocità attraverso il combattimento, e un tiro d’opportunità se è disponibile, spesso può alleviare la pressione<br />

abbastanza per permettere a un difensore duramente pressato di fuggire. Tale assistenza sarebbe indubbiamente<br />

apprezzata, e probabilmente meriterebbe una birra al ritorno al pub.<br />

È un codice d’onore aiutare un compagno in pericolo, e per quanto serie possano sembrare le<br />

conseguenze, c’è una sola cosa da fare – lanciarsi dentro, e dargli almeno un appoggio morale.<br />

Lt. Colonel W. A. "Billy" Bishop, RAF<br />

Difensiva Uno contro Molti<br />

In un ambiente ostile, il pilota di un caccia singolo deve considerarsi sulla difensiva ogni qualvolta non<br />

sia ingaggiato in un attacco offensivo. Questo di norma significa che il pilota solitario spende la stragrande<br />

maggioranza del proprio tempo in un atteggiamento difensivo, seppure, si spera, non attivamente difensivo. La<br />

discussione del capitolo 5 sulle tecniche difensive uno contro due sottolineavano l’importanza di tenere traccia<br />

231


di entrambi gli avversari perché si potesse ingaggiare un bandito finché l’altro non diventa una minaccia. Allora<br />

si può eseguire uno scambio e continuare il processo finché non si presenta un’opportunità di fuga o uno dei<br />

banditi non viene distrutto. Per definizione, nello scenario uno contro molti non si possono localizzare o<br />

tracciare tutti i caccia nemici. Si deve sempre assumere che in qualsiasi momento potrebbero sorgere degli altri<br />

banditi, essenzialmente da qualsiasi direzione. Normalmente questo elemento ignoto preclude al pilota prudente<br />

su un caccia singolo la scelta di ingaggiare un qualsiasi numero di banditi noti in un dogfight prolungato.<br />

Questo ovviamente non significa che il caccia singolo non debba tentare di essere offensivo; ma tale offesa<br />

deve limitarsi generalmente ad attacchi a sorpresa colpisci e scappa, come descritto nel paragrafo precedente, se<br />

il singolo vuole avere qualche possibilità di sopravvivere. Per la maggior parte dei piloti da caccia, la<br />

sopravvivenza si trova piuttosto in alto nella lista delle priorità.<br />

Spesso, nel calore della battaglia, i piloti da caccia tirano fuori qualche nuova tattica di sopravvivenza.<br />

Una delle più bizzarre è ricordata da Adolf Galland in The First and the Last.<br />

Con le prime raffiche da parte di quattro Mustang – rinsavii. Semplicemente scappai. Picchiando con la<br />

manetta aperta cercai di sfuggire ai Mustang che mi inseguivano, e che sparavano selvaggiamente… Le<br />

pallottole traccianti giungevano sempre più vicine. Dato che il mio FW-190 minacciava di disintegrarsi e io<br />

avevo ben poche scelte fra quelle che le regole del gioco consentono in tali situazioni imbarazzanti, feci<br />

qualcosa che aveva già salvato la mia vita due volte durante la Battaglia d’Inghilterra: sparai semplicemente<br />

con tutto quello che avevo nel vuoto davanti a me. Ebbe l’effetto desiderato sui miei inseguitori.<br />

All’improvviso videro il fumo lasciato dai proiettili venire verso di loro. Probabilmente pensarono di avere<br />

incontrato il primo caccia in grado di sparare all’indietro oppure che dietro di loro ci fosse un secondo caccia<br />

tedesco. Il mio trucco ebbe successo; fecero una virata a destra in cabrata e sparirono.<br />

La difesa nell’ambiente ignoto dell’uno contro tanti diventa un problema statistico su come ridurre le<br />

probabilità di farsi sparare addosso da un nemico non visto. Questo è un grosso e ovviamente difficilissimo<br />

dilemma, come è evidenziato dal fatto che circa il 90% delle perdite nei combattimenti aria-aria di tutte le<br />

guerre è stato il risultato di attacchi non rilevati. Alcune delle tecniche rivelatesi utili ai caccia singoli in questo<br />

scenario sono già state citate. Queste includono il mantenere una velocità elevata, scegliere quote operative<br />

favorevoli, l’uso di attacchi “colpisci e dividi”, ecc. Questa sezione scende un po’ di più nei particolari dell’arte<br />

e della scienza di restare vivi nell’ambiente uno contro tanti.<br />

La logica della teoria delle probabilità ci dimostrava incontestabilmente che il numero di ciascuno era<br />

finito dopo un certo numero di sortite. Per qualcuno era prima, per altri dopo.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Probabilmente la maggior quantità di tempo passata da un caccia singolo in questo ambiente sarà dedicata<br />

a incrociare, pattugliare o transitare in uno spazio aereo ostile. Questo include sia il posizionamento preingaggio<br />

che la fase di sganciamento o fuga. Il compito del pilota da caccia in questi momenti è di arrivare da<br />

un posto ad un altro senza farsi sparare addosso. Ovviamente, mantenere la velocità più elevata possibile in<br />

queste situazioni, coerentemente con la disponibilità di carburante, limiterà il tempo dell’esposizione del caccia.<br />

Un beneficio aggiuntivo della velocità è l’accresciuta difficoltà per i caccia nemici a raggiungere una posizione<br />

di tiro nell’emisfero posteriore. Un attacco del genere è in genere quello con le maggior probabilità di essere<br />

letale e di solito il più difficile da avvistare. Un sostanziale vantaggio di velocità per il caccia singolo può<br />

rendere un’intercettazione nell’emisfero posteriore virtualmente impossibile. In ogni caso, una maggiore<br />

velocità del caccia singolo richiede all’attaccante di impiegare un maggiore anticipo nella rotta per effettuare<br />

l’intercettazione da una posizione di partenza su un lato del percorso di volo del caccia, ponendo l’attaccante<br />

più avanti rispetto al caccia in difesa durante l’approccio e rendendo l’attacco più facile da rilevare. Gli attacchi<br />

nell’emisfero posteriore prendono anche più tempo contro un bersaglio più veloce, aumentando la possibilità<br />

che tale attacco venga notato. Inoltre, come è stato evidenziato prima, le dimensioni dell’involucro vulnerabile<br />

ai missili di un bersaglio sono ridotte da una velocità superiore. Presi insieme, questi fattori rendono<br />

probabilmente la velocità il più importante strumento difensivo per il caccia singolo nell’ambiente ignoto.<br />

Anche la scelta della quota è importante. Per il caccia singolo potrebbe essere possibile incrociare al di<br />

sopra della quota massima o della normale tangenza operativa dei caccia nemici. Tuttavia tale vantaggio di<br />

quota potrebbe dovere essere sostanziale, se il nemico fosse dotato di AAM, soprattutto perché le alte quote<br />

danno a queste armi una portata accresciuta. Tutte le volte che ci sia la possibilità di essere attaccati da un<br />

232


AAM o da un SAM, il caccia non deve stare tanto in alto da non essere in grado di non raggiungere almeno la<br />

velocità angolare ai fini delle manovre difensive. Inoltre, se il pilota solitario desidera evitare di essere<br />

avvistato, deve restare lontano dal livello della condensa. Incrociare al di sopra dello strato di condensa,<br />

tuttavia, può aiutare a rilevare un attacco nemico dal basso, mentre prendere posizione lievemente al di sotto<br />

può evidenziare gli attacchi da sopra.<br />

Anche delle quote molto basse possono avere dei vantaggi in questo scenario. I principali sono una<br />

portata grandemente ridotta per i missili nemici e, spesso, delle capacità di rilevazione diminuite per i radar<br />

avversari, sia dalle piattaforme terrestri che da quelle aeroportate. Bisogna tuttavia ricordare che un nemico in<br />

picchiata potrebbe essere in grado di raggiungere anche un aereo più veloce che incroci a bassa quota. Parlando<br />

in generale, a seconda delle circostanze, le quote molto alte o molto basse sono preferibili ai livelli medi. Se<br />

non altro, scegliere uno di questi estremi dimezza il probabile settore minaccioso. I fattori che favoriscono le<br />

operazioni ad alta quota includono la necessità di migliorare la copertura radar, il controllo, la navigazione e le<br />

comunicazioni amiche; il sole alto; uno strato di nubi medio-basso o un terreno chiaro che evidenzino alla vista<br />

gli altri aerei; la necessità di una autonomia operativa estesa; pesanti difese terrestri ostili alle basse quote, come<br />

AAA e SAM a breve raggio; armi affidabili con capacità di puntamento e tiro verso il basso; e caccia nemici<br />

equipaggiati solo di mitragliatrici o missili a corto raggio.<br />

Quando volate bassi sull’acqua o sul deserto, correggete la vostra quota in modo da poter vedere la vostra<br />

ombra sulla superficie; poi, oltre alla solita lieve spola, state in guardia e osservate l’acqua in cerca di altre<br />

ombre che seguano la vostra; queste potrebbero rappresentare aerei non amichevoli.<br />

Group Captain Reade Tilley, RAF<br />

Il contrario della maggior parte di questi fattori favorisce le operazioni a bassa quota. Inoltre, le tattiche a<br />

bassa quota potrebbero essere preferibili quando il nemico ha una migliore copertura radar sulla zona rispetto ai<br />

propri GCI; quando il nemico ha dei SAM a lungo raggio; quando i banditi non hanno la capacità di puntare e<br />

tirare verso il basso; e quando sono presenti strati di nubi medio-alte. Anche un vantaggio elevato nel (Q)-limite<br />

di pressione dinamica (essenzialmente una maggiore capacità di velocità all’aria indicata) può essere sfruttato al<br />

meglio alle basse quote, ma un vantaggio nel limite dei Mach è in genere più utile alle alte quote. Gli attacchi<br />

dall’alto verso il basso di solito sono più sicuri grazie a una chiusura più veloce e probabilmente da una<br />

maggiore velocità disponibile per la fuga dopo l’attacco. Una ulteriore considerazione sui radar di molti caccia<br />

è una minore efficacia a quote molto basse, come spiegato nel primo capitolo. Molte di queste considerazioni<br />

sono spesso in contrasto, ed è necessario che il pilota soppesi l’importanza di ciascuno per la propria<br />

sopravvivenza e per il successo della missione.<br />

Quando vengo attaccato da un numero molto superiore [di avversari], me ne tiro fuori usando la velocità,<br />

o le nubi… e solo come ultima risorsa picchiando fino a terra… Non mi piace il terreno… Il pericolo del fuoco<br />

delle armi leggere da terra… è grande… I due terzi delle perdite della nostra Squadriglia sono state provocate<br />

da armi leggere nemiche.<br />

Lt. Colonel John C. Meyer, USAAF<br />

Una volta scelte la velocità e la quota per ottimizzare le prospettive di sopravvivenza del caccia singolo in<br />

un dato insieme di condizioni, rimane una certa scelta di tecniche per transitare da un punto a un altro. La scelta<br />

è tra volare in linea retta e fare la spola. Quando il pilota solitario è abbastanza fortunato da avere quella che<br />

egli ritiene una velocità efficace o un rifugio in quota, quando è essenzialmente immune dagli attacchi<br />

dall’emisfero posteriore, il volo in linea retta è spesso preferibile. Questo metodo massimizza la velocità sul<br />

terreno, limitando il tempo di esposizione, aumentando l’autonomia di combattimento, e rendendo più difficile<br />

per aerei più lenti avvicinarsi da dietro. Quando si trova ad alta quota e si preoccupa di attacchi dal basso, il<br />

pilota può sbandare alternativamente prima da una parte e poi dall’altra, virando il meno possibile, per<br />

controllare i punti ciechi al di sotto del proprio aereo. Questa tecnica, tuttavia aumenterà le possibilità che i<br />

riflessi creati dalle ali allertino il nemico sulla presenza del caccia.<br />

Il [MiG-] 21 era così piccolo che ogni volta che si allontanava dritto da noi lo perdevamo di vista… Ogni<br />

volta che virava, riavevamo la vista della sua sagoma.<br />

Commander Randy "Duke" Cunningham, USN<br />

233


Nella maggior parte delle situazioni, tuttavia, saranno possibili attacchi nemici nell’emisfero posteriore,<br />

anche quando si vola in linea retta a velocità elevata. In questo caso, di solito è preferibile migliorare la capacità<br />

di rilevare un attacco del genere, anche correndo il rischio di accrescere la probabilità dell’attacco. Fare la spola<br />

fa esattamente questo. Rende il caccia più facile da vedere e da raggiungere, ma di solito migliora le chance di<br />

difendersi con successo da un attacco. un’eccezione a questa generalizzazione potrebbe essere quel “missile<br />

magico” citato in precedenza, che non può essere sventato una volta lanciato.<br />

Lo scopo del fare la spola è principalmente di consentire al pilota di un caccia singolo di coprire più<br />

facilmente la propria regione posteriore. Le solite aree cieche quasi dritte di poppa, specialmente la regione<br />

delle ore sei in basso, possono essere controllate visivamente a intermittenza sbandando e virando<br />

alternativamente nelle due direzioni. Su una data rotta, un caccia avrà un cono cieco dietro e/o al di sotto. Per la<br />

maggior parte degli aerei è necessaria una virata da 60° a 90° per controllare adeguatamente quest’area. Quindi<br />

la nuova rotta genera un nuovo cono cieco, e si può usare una virata di pari ampiezza nella direzione opposta<br />

per controllare di nuovo le ore sei, e così via. Le virate minori di 60-90° di solito non sono efficaci per tale<br />

scopo, e le virate di più di circa 90° in una direzione tendono a rendere il caccia prevedibile troppo a lungo, il<br />

che aiuta un bandito non visto a raggiungere una posizione per il tiro. Se sono richieste virate di più di 90°,<br />

queste devono essere effettuate in segmenti di meno di 90°, interrotte da un’inversione in vite e da un controllo<br />

visivo del lato ventrale.<br />

234<br />

Se è necessario volare sotto il sole, fatelo in una serie di stacchi da 45°.<br />

Group Captain Reade Tilley, RAF<br />

La sincronizzazione delle virate in una spola può essere molto importante. Lo scopo è di controllare le<br />

aree cieche alla ricerca di caccia all’attacco o missili in volo in modo che possano essere rilevati prima che<br />

raggiungano una posizione letale. In un ambiente con sole mitragliatrici, un caccia all’attacco deve essere<br />

avvistato da qualche parte fra la distanza massima alla quale può essere visto nelle condizioni di visibilità<br />

prevalenti visto di fronte, e la distanza alla quale le sue mitragliatrici diventano efficaci. La differenza fra<br />

queste due distanze, in congiunzione con la probabile velocità di chiusura del bandito, dà l’intervallo di tempo<br />

durante il quale bisogna controllare tutte le aree vulnerabili.<br />

Come esempio, considerate quello che potrebbe essere un tipico scenario durante la seconda guerra<br />

mondiale. Ipotizziamo che la visibilità in una data giornata sia tale che un bandito che serra da dietro possa<br />

essere visto a una distanza di circa mezzo miglio (3.000 piedi), e che ci si attenda che possa sparare da circa<br />

1.200 piedi. Questo lascia al caccia difensore una fascia di rilevamento di circa 1.800 piedi. Adesso ipotizziamo<br />

che il bandito possa guadagnare un piccolo vantaggio di velocità attaccando in picchiata, e con un piccolo aiuto<br />

da parte della geometria ci si possa attendere che si avvicini a circa 60 nodi (11 piedi/sec). Questo dà circa 18<br />

secondi disponibili al difensore per rilevare l’attacco. Quindi la spola andrà eseguita in modo che l’area cieca<br />

venga coperta ogni diciotto secondi. Se si effettua una virata fra i 60° e i 90° durante ogni intervallo di diciotto<br />

secondi, il caccia virerà con un rateo fra i 3° e i 5°/sec. Questa è una “spola da mitragliatrici” piuttosto lieve di<br />

qualcosa in meno di 2G alle velocità tipiche del periodo esaminato.<br />

Controllate il ventre perché il 50% del vostro aereo è sotto di voi.<br />

Lieutenant Jim "Huck" Harris, USN<br />

Adesso considerate un esempio più moderno, con caccia supersonici a reazione e AAM RQ. A causa della<br />

portata dei missili tipici, è del tutto verosimile che un attacco dall’emisfero posteriore non venga rilevato fino al<br />

lancio dell’ordigno, il momento in cui la scia del missile, si spera, metterà in allarme il difensore. Il compito,<br />

quindi, è di vedere il missile in un momento fra il lancio e l’impatto. Ipotizzando una tipica distanza di lancio di<br />

6.000 piedi, considerando velocità e quota del caccia, e una chiusura media che ci si può attendere dal missile di<br />

800 piedi/sec, il tempo di reazione a disposizione del difensore (ipotizzando che il missile venga rilevato al<br />

momento del lancio) sarà nell’ordine di sette secondi. (A peggiorare le cose, il tempo di rilevazione efficace<br />

potrebbe essere ancora meno, poiché ci vuole un paio di secondi per una manovra difensiva efficace). Sarebbe<br />

necessario un rateo di virata fra i 9° e i 13°/sec per completare una virata fra i 60° e i 90° durante tale intervallo,<br />

richiedendo dai 6 ai 7G per un caccia a velocità supersonica ridotta. Questo essenzialmente si riduce a continue<br />

virate spezzate per il caccia difensore, il che risulterà verosimilmente in una perdita di energia, accrescendo<br />

grandemente le probabilità di essere raggiunti da dietro, e sarà così fisicamente stancante per il pilota che ne


soffrirà la sua efficienza sia offensiva che difensiva. È quindi altamente probabile che simili manovre radicali,<br />

eseguite in maniera continuativa e abituale, diventino controproducenti.<br />

Ovviamente, in questo scenario è necessaria qualche modifica per questa procedura. Nei casi in cui il<br />

caccia singolo può ipotizzare un sostanziale vantaggio di velocità sui banditi, potrebbe essere preferibile<br />

affidarsi alla velocità per assicurare la coda dell’aereo, poiché solo i caccia nemici con una posizione quasi<br />

perfetta e un’eccellente tecnica di conversione avrebbero una possibilità di raggiungere un involucro di tiro. Per<br />

darsi maggiore sicurezza contro tale possibilità, il pilota può effettuare delle gentili virate avanti e indietro a<br />

intervalli di qualche secondo, o soltanto rollare alternativamente in entrambe le direzioni e possibilmente<br />

sbandare la coda con un eccesso di timone. Entrambe queste tecniche aumentano grandemente la copertura<br />

visiva RQ senza ridurre sostanzialmente la velocità sul terreno.<br />

Una tecnica di compromesso che potrebbe essere utile contro banditi più veloci o quelli con missili a<br />

lungo raggio, che rendono più verosimile un attacco RQ, è una combinazione della virata brusca e del controllo<br />

del ventre in rollata. Il pilota inizia questa procedura con una dura virata (approssimativamente al massimo dei<br />

G sostenuti) per i soliti 60-90°, seguita immediatamente da un’inversione in rollata per controllare la presenza<br />

di eventuali minacce provenienti dal lato ventrale.<br />

Tale sequenza è seguita da un volo in linea retta all’incirca per lo stesso tempo richiesto per la brusca<br />

virata, quindi viene ripetuta la sequenza virata e controllo ventrale, nella stessa direzione o in quella opposta. Il<br />

pilota deve scegliere la direzione della virata per ogni sequenza in modo da avanzare verso il proprio obiettivo<br />

ma senza diventare troppo prevedibile. Ci sono due vantaggi in questa tecnica. Uno è che le virate brusche<br />

possono fornire una difesa efficace contro missili non visti. Un altro è che un attaccante, vedendo una brusca<br />

virata da parte della sua presunta vittima, potrebbe pensare che l’attacco sia stato scoperto e sganciarsi piuttosto<br />

che rischiare di restare coinvolto in un combattimento prolungato con un avversario che si difende attivamente.<br />

Una azione aggressiva nelle fasi iniziali dell’attacco vi darà molto spesso un respiro e una rotta verso<br />

casa… Mostrare la volontà di combattere spesso scoraggia il nemico anche quando ci supera nel numero,<br />

mentre dall’altra parte, in altre occasioni, sganciandomi immediatamente verso il suolo, ho dato al nemico un<br />

“colpo sul braccio”, trasformando il suo attacco poco convinto in uno aggressivo.<br />

Lt. Colonel John C. Meyer, USAAF<br />

Tutte le volte che rileva un aereo nemico in una posizione minacciosa, il pilota solitario deve valutare<br />

rapidamente la minaccia potenziale e decidere il modo migliore di agire. Un bandito più lento, avvistato nei<br />

pressi della portata massima delle armi nell’emisfero posteriore può essere lasciato indietro virando per<br />

allontanarsi, ponendo il bandito vicino al limite di visibilità da poppa del caccia, ed estendendo ad alta velocità.<br />

I banditi più veloci, o quelli ben posizionati per una virata anticipata nell’emisfero anteriore, in genere<br />

richiedono una virata brusca per incontrare la minaccia il più possibile frontalmente con una separazione<br />

minima fra i percorsi di volo prima di tentare un’estensione e la fuga. Se durante questo processo le armi<br />

possono essere allineate, si deve sparare. Anche con possibilità di successo marginali, tale impiego delle armi<br />

può mettere il bandito in un atteggiamento difensivo e aiutare il pilota solitario a portare a termine la propria<br />

fuga. Ricordate che nell’ambiente ostile uno contro tanti, la manovra è riservata a scopi difensivi e all’attacco;<br />

non viene adoperata per ingaggi offensivi prolungati.<br />

I Fokker possono picchiare velocemente come noi. Prima dovete virare, sbandare di novanta gradi e<br />

continuare a virare. Non possono tenere i loro mirini su di voi. Osservate il sole per la direzione. Ora ce n’è uno<br />

sulla vostra destra - sparategli. Non cercate di colpirlo – dategli solo una spruzzata – perché se cercate di<br />

tenergli il mirino addosso dovrete volare in linea retta e darete agli altri un’opportunità su di voi. Ma gli mettete<br />

comunque il fiato sul collo e lui vira. Rapidi, virate nella direzione opposta. È fuori per un momento. Ora ce n’è<br />

un altro vicino a voi. Provate con lui – funziona! Virate di nuovo, siete fra loro e le linee. Ora andate verso di<br />

queste, col motore al massimo, e il muso in giù.<br />

Se è costretto a manovrare sulla difensiva, il pilota di un caccia singolo deve reagire come un animale<br />

messo alle strette e attaccare con tutta la ferocia e l’aggressività che riesce a raccogliere. La sopravvivenza a<br />

questo punto dipende da quanto rapidamente il pilota solitario riesce a distruggere il suo attaccante o a tornare<br />

neutrale e fuggire. Il tempo ha la massima importanza qui, poiché a ogni secondo cresce la possibilità che altri<br />

caccia ostili entrino nel combattimento. I piloti da caccia di solito considerano un aereo solo una preda facile, e<br />

hanno la tendenza a diventare noncuranti. Questa mancanza di aggressività da parte del nemico può portare<br />

rapidamente a situazioni offensive per un difensore ben pilotato e determinato. Anche mentre combatte con<br />

235


trasporto, tuttavia, il solitario deve cercare un’opportunità di fuga, e se se ne sviluppa una deve afferrarla,<br />

piuttosto che prolungare il combattimento. I dogfight aria-aria tendono ad attirare delle folle molto rapidamente<br />

coi loro caccia che vanno in circolo, i traccianti, il fumo dei missili, razzi, esplosioni, ecc. (Durante la seconda<br />

guerra mondiale i giapponesi erano noti per mettere in scena dei finti combattimenti per attirare i caccia<br />

nemici). Questo non è un posto per un pilota solitario in uno spazio aereo ostile, ed egli deve allontanarsi il più<br />

possibile dai guai alla prima opportunità. Fino a quel punto il solitario deve ingaggiare in manovre aggressive<br />

sulla base delle tecniche uno contro uno o uno contro due trattate nei capitoli precedenti. Durante questo<br />

processo il pilota deve combattere contro i banditi che vede, restando consapevole della possibilità di ulteriori<br />

minacce, non viste.<br />

236<br />

La migliore tattica difensiva individuale è un’offensiva dura e veloce, senza riguardo per le avversità.<br />

Major William D. "Dinghy" Dunham, USAAF<br />

16 Vittorie, II GM<br />

Tutte le volte che resta intrappolato in situazioni difensive, il pilota solitario deve gridare aiuto ad altri<br />

caccia amici che potrebbero trovarsi nelle vicinanze. I GCI/AIC possono avere un valore incalcolabile nel<br />

dirigere altre forze amiche nel combattimento.<br />

In passato, negli scontri di questo tipo con le sole mitragliatrici, i difensori hanno sfruttato un vantaggio<br />

nella velocità di picchiata per separarsi dai caccia nemici. Anche il volo fuori controllo è stato utile. Il difensore<br />

entra in qualche tipo di vite ad alta quota, quindi recupera e corre vicino al terreno. Gli attaccanti possono<br />

pensare che il difensore sia stato colpito e stia per schiantarsi, allentare la loro pressione per un istante, e dare al<br />

disperato solitario una possibilità per scappare. La vite è una manovra di difesa dalle mitragliatrici molto<br />

efficace, ma offre ben poca protezione contro gli AAM a causa del basso numero di G e della velocità all’aria<br />

ridotta.<br />

Le nuvole… sono utilissime per un pilota nei guai… È roba grandiosa per nascondercisi; le nubi<br />

stratiformi sono le più utili, perché puoi schizzarci dentro, o picchiare al di sotto per dare un’occhiata, e allo<br />

stesso tempo mantenere una rotta più o meno stabile verso la base e gli amici… Se siete inseguiti, virate di 90°<br />

in ogni nuvola in cui entrate.<br />

Group Captain Reade Tilley, RAF<br />

Le nuvole possono anche essere dei salvavita per un singolo in difesa. Piegare in una nuvola è una difesa<br />

molto efficace contro le mitragliatrici e i missili a ricerca di calore. In un ambiente con missili a guida radar,<br />

tuttavia, siano essi SAM o AAM, un combattimento prolungato nelle nubi può essere eccessivamente<br />

pericoloso. Il radar riesce a vedere attraverso le nuvole, tranne forse quelle che contengono pesanti piogge, ma<br />

il pilota bersaglio non può vedere il missile per difendersi. Quando si prevedono armi ostili a guida radar, il<br />

pilota di un caccia singolo può ancora saltare in una nube, cambiare direzione di circa 90°, e saltare fuori di<br />

nuovo per dare un’occhiata. Finché esiste la minaccia di missili a guida radar, il difensore non deve restare a<br />

lungo nelle nuvole. Similmente, volare per un qualsiasi periodo di tempo vicino a uno strato di nubi fra il caccia<br />

e la minaccia di un missile a guida radar non è saggio, perché un missile che salta fuori da uno strato di nuvole<br />

potrebbe non lasciare un tempo adeguato per una reazione difensiva.<br />

Le nuvole sono molto efficaci per le azioni evasive… Sono un buon modo per tornare a casa quando sei<br />

da solo.<br />

Lt. Colonel John C. Meyer, USAAF<br />

Il volo a quote molto basse tende a complicare i problemi di impiego dei missili o delle mitragliatrici da<br />

parte di un attaccante. Questo potrebbe consentire al difensore di trascinare i banditi verso caccia amici o verso<br />

il proprio spazio aereo. In situazioni disperate il difensore potrebbe persino trascinare i suoi antagonisti sulle<br />

difese di superficie ostili, poiché è improbabile che un bandito prosegua un attacco tra fitti lanci di SAM e<br />

AAA, anche se sono dalla sua parte. Il difensore, dall’altra parte, potrebbe preferire difendersi contro il fuoco<br />

da terra che da caccia minacciosi.


Pochi contro tanti<br />

Delle conquiste tecniche superiori – adoperate correttamente sia dal punto di vista tattico che strategico –<br />

possono battere qualsiasi forza numericamente molte volte superiore ma tecnicamente inferiore.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

In molte condizioni di combattimento i vantaggi dell’appoggio reciproco supereranno quelli dei caccia<br />

singoli. È così particolarmente quando gli aerei amici e quelli minacciosi e le capacità delle armi sono tali che<br />

non ci sia un rifugio affidabile in velocità o in quota per il solitario. La sezione di due caccia viene considerata<br />

dalla maggior parte delle dottrine l’elemento ideale per l’appoggio reciproco. Se è desiderabile combinare<br />

numeri più grandi in una sola missione, questi possono formare divisioni di diversi elementi di due aerei sotto il<br />

controllo complessivo del leader di una sezione. Una volta ingaggiate, tuttavia, le divisioni di solito tentano di<br />

mantenere solo l’integrità della sezione di due velivoli, poiché si è scoperto che questo è il numero massimo di<br />

aerei che possono essere coordinati accuratamente alle alte velocità e coi grandi raggi di virata dei caccia<br />

moderni. Questo segmento si occupa delle tecniche usate da una sezione di caccia che operino in un ambiente<br />

ostile superati di molto nel numero.<br />

I piloti da caccia non pensano al fatto di non potere tornare indietro. Sono invincibili, o pensano di<br />

esserlo, e devono esserlo. Nel fondo dei nostri cuori possiamo immaginare che un giorno qualche incidente ci<br />

porterà via, quando saremmo vecchi e ingrigiti, quando le nostre barbe si infileranno in mezzo ai comandi, o<br />

arriveremo al punto di non vedere bene o di non reagire velocemente – ma sappiamo che nessun cacciatore<br />

nemico è abbastanza bravo da abbatterci. Se succede è solo un incidente.<br />

Questi pensieri sono i “figliocci” che ci portiamo sulle spalle, e devono stare là – arroganti, egoistici<br />

figliocci maturati da tecniche ed esperienze di volo e fortificati dal motto “Attacca!” Non stare mai sulla<br />

difensiva. Abbatti il nemico prima che lui possa abbattere te. Tu sei migliore di lui, ma non dargli mai una<br />

possibilità. Potrebbe fare un colpo fortunato, ma tu sei invincibile. Muovi verso qualsiasi puntino nel cielo che<br />

somigli vagamente a un aeroplano. Muovi per attaccare, con gli interruttori accesi e il mirino pronto. Se non è<br />

un velivolo o se è un amico, tu sarai comunque pronto, e la tua arrogante fortuna durerà più a lungo.”<br />

Colonel Robert L. Scott, Jr., USAAF<br />

10 Vittorie, II GM<br />

Il capitolo 6 (“Tattiche di sezione, Due contro Due”) discuteva i meriti delle varie dottrine tattiche<br />

nell’ambiente due contro due e affermava che le dottrine del doppio attacco e della coppia libera sono<br />

probabilmente più adatte a questo scenario. La tecnica colpisci-riunisci-colpisci descritta lì può essere<br />

impiegata con entrambe le dottrine, fornendo un potenziale offensivo credibile con un buon appoggio reciproco.<br />

Come il caccia singolo nello scenario uno contro tanti, la sezione che opera nell’ambiente pochi contro tanti<br />

deve preoccuparsi principalmente della difesa. Degli scontri prolungati in virata devono essere evitati come la<br />

peste, perché tendono ad attirare altri caccia ostili, portano all’interruzione dell’appoggio reciproco, e<br />

favoriscono il sovraccarico di compiti, che lascia i caccia vulnerabili ad attacchi non visti. Il sistema colpisciriunisci-colpisci,<br />

esemplificato dalle figure dalla 6-5 alla 6-8, consente alla sezione di mantenere un<br />

atteggiamento difensivo efficace tranne durante brevi sequenze d’attacco, e scoraggia gli scontri prolungati.<br />

Queste qualità sono ideali per lo scenario pochi contro tanti.<br />

In Africa eravamo superati nel numero di venti a uno, quindi era impossibile ottenere un vero successo.<br />

Tirarsene fuori con l’osso del collo intero, tornare a casa tutti di un pezzo – quello era un successo.<br />

Major Hartmann Crasser, Luftwaffe<br />

103 Vittorie, II GM<br />

Come nella situazione uno contro tanti, la sezione nell’ambiente ostile sconosciuto spende la maggior<br />

parte del proprio tempo a transitare in uno spazio aereo ostile durante le fasi di ingresso, pattuglia, manovre preingaggio<br />

e uscita di una missione. La formazione in linea di fronte si è dimostrata la più efficace per l’appoggio<br />

difensivo reciproco della sezione, ed è quella raccomandata. Le piccole divisioni operano al meglio nelle<br />

sistemazioni in linea di fronte o a V libera (3 caccia) o a quattro dita. Una velocità elevata e la scelta di una<br />

quota ideale, come detto prima in questo capitolo, sono ancora una volta elementi critici nell’equazione per la<br />

sopravvivenza.<br />

237


Bisogna sempre puntare alla sorpresa… È più facile sorprendere una formazione di quattro o sei elementi<br />

che di uno o due. Questo probabilmente perché quelli in numero maggiore si sentono più sicuri della propria<br />

capacità di proteggersi, e probabilmente contano anche l’uno sull’altro per fare una certa guardia. Quando<br />

volate da soli o solo con un altro, si tratta sempre di voltarsi continuamente sul sedile, far virare la propria<br />

macchina a destra o a sinistra, guardare sopra e intorno o sotto di voi per tutto il tempo. È un lavoro davvero<br />

faticoso, quindi è del tutto naturale che quando avete altri tre o quattro uomini dietro di voi, passiate più tempo<br />

a guardare nella direzione in cui sperate che si trovino le macchine avversarie, se volete attaccarle, e a guardare<br />

qualsiasi vista interessante sul terreno.<br />

Nel precedente paragrafo sull’uno contro tanti, si è discusso molto dei meriti del fare la spola. Lo scopo di<br />

questa tattica è di dare al pilota di un caccia singolo delle migliori opportunità di coprire visivamente la sua<br />

vulnerabile regione posteriore. Con una formazione difensiva efficace, questa funzione viene eseguita con<br />

maggiore efficienza dalle visuali incrociate dei gregari. Se i piloti fanno la spola in formazione, singolarmente o<br />

all’unisono, l’emisfero posteriore dei loro gregari sarà periodicamente fuori dalla visuale e senza protezione da<br />

parte dell’appoggio reciproco. Considerando tale fatto e gli altri svantaggi della spola, è evidente che questa<br />

tecnica è controproducente. Nella maggior parte dei casi è più efficace per i caccia volare in linea retta e in<br />

orizzontale da un punto al successivo, mantenere rigidamente posizione e distanze all’interno della formazione,<br />

e affidarsi al gregario per la protezione visiva delle zone cieche del singolo caccia. Un’eccezione a tale regola<br />

potrebbe essere quando, a causa del campo visivo, della visibilità, delle armi che la minacciano, ecc., la<br />

formazione difensiva non viene considerata adeguata per coprire le aree vulnerabili. L’incapacità di comunicare<br />

fra i caccia, a causa di disturbi o malfunzionamenti, per esempio, è un’altra possibile eccezione. Ovviamente<br />

questo metodo richiede una fiducia assoluta nei gregari.<br />

La virata tattica (descritta nel capitolo 6) è un metodo ideale per manovrare una sezione in un ambiente<br />

ostile sconosciuto, e può anche essere adattata per l’impiego da parte di piccole divisioni (come rappresentato<br />

dalla figura 7-5). Come raccomandato per l’aereo singolo, le virate in sezione dovranno essere limitate a un<br />

massimo di 90°, e se possibile dovranno essere effettuate delle virate più piccole. Si dovrà fare un tratto in linea<br />

retta fra ogni cambio di direzione per assicurare una copertura adeguata della parte posteriore. Anche se le<br />

virate tattiche offrono un appoggio visivo reciproco migliore degli altri metodi trattati, c’è ancora una certa<br />

degradazione della copertura durante la manovra rispetto al volo in linea retta in linea di fronte. Le virate<br />

tattiche sono anche più flessibili di altri metodi, perché possono essere facilmente adattate a cambiamenti di<br />

direzione di meno di 90° con un buon appoggio reciproco per tutto il tempo, finché tutti i piloti conoscono la<br />

durata prevista della virata fin dall’inizio.<br />

Il sole è un’arma offensiva particolarmente efficace e il nemico ama usarla. Ogni qualvolta è possibile<br />

cerco di fare tutte le virate nel sole e cerco di non averlo mai alle spalle.<br />

Lt. Colonel John C. Meyer, USAAF<br />

Una buona formazione difensiva deve essere mantenuta finché è praticabile durante la fase delle manovre<br />

pre-ingaggio; i caccia possono effettuare una transizione a una sistemazione più offensiva negli stadi finali<br />

dell’attacco. Quando si incontrano i banditi nel loro emisfero anteriore, degli attacchi a forcella o con<br />

trascinamento, come quelli descritti nel capitolo 6, sono utili in questo scenario. Tuttavia, dato il migliore<br />

appoggio reciproco durante e dopo un attacco, la forcella è probabilmente preferibile nello scenario ignoto.<br />

Tutte le volte che è possibile, bisogna sparare con missili e mitragliatrici dall’emisfero anteriore del bersaglio<br />

durante gli attacchi a forcella o a tenaglia, poiché la conversione ai parametri di tiro RQ di norma richiede<br />

virate superiori ai 90°. Tali virate lasciano il caccia prevedibile troppo a lungo e vulnerabile ad attacchi da parte<br />

di banditi non visti. La figura 8-2 illustra la tecnica raccomandata per l’attacco a forcella nello scenario ignoto.<br />

Al punto “1” di questo esempio, la sezione di caccia, di pattuglia in linea di fronte, avvista quella che<br />

potrebbe essere una formazione ostile che si avvicina frontalmente. Se il contatto può essere identificato come<br />

ostile in questo momento, e i caccia sono equipaggiati con missili ogni-aspetto, gli ordigni devono essere<br />

lanciati alla massima portata relativa. In questo caso, tuttavia, i banditi non possono essere identificati come<br />

ostili, così i caccia cominciano una manovra a forcella per guadagnare posizioni più offensive. Al punto “2”<br />

ogni caccia ha completato una contro-virata verso una direzione di inseguimento puro o anticipato sul bandito<br />

più vicino. Durante le virate fra i punti “1” e “2”, gli attaccanti devono controllare visivamente l’area all’interno<br />

delle loro virate alla ricerca di attacchi da parte di altri caccia o missili ostili. A distanze inferiori, e con una<br />

visuale migliore per aspetto dei banditi, l’identificazione visiva è più probabile. Il primo pilota che identifica i<br />

238


anditi ostili chiama il VID al suo gregario, ed entrambi i piloti sono liberi di lanciare se sono equipaggiati di<br />

missili ogni-aspetto. Al punto “3” entrambi i caccia premono in avanti per un passaggio di tiri non mirati con le<br />

mitragliatrici nell’emisfero anteriore. Dopo aver proseguito i loro attacchi, stando attenti a non virare per più di<br />

90° durante il passaggio, ciascun pilota deve invertire e sganciarsi per controllare eventuali minacce sul lato<br />

ventrale. Al punto “4” i caccia sono di nuovo ben posizionati per riunirsi in linea di fronte e continuano la loro<br />

pattuglia o fuga.<br />

Ancora, quando si attacca una formazione ostile dall’emisfero posteriore, bisogna mantenere una buona<br />

formazione e atteggiamento difensivi fino all’ultimo momento pratico. Dopo i caccia possono passare a una<br />

formazione più offensiva a scaglione o in scia per attacchi sequenziali o simultanei. Gli attacchi simultanei su<br />

più bersagli sono solitamente preferibili, poiché un passaggio è tutto ciò che ci si può aspettare o che si può<br />

pianificare nell’ambiente ostile sconosciuto. Come negli attacchi dell’aereo singolo, ciascun pilota deve<br />

scegliere un bersaglio che limiti le possibilità di essere trascinato in profondità nella formazione nemica,<br />

complicando probabilmente le prospettive di fuga. La direzione di sganciamento deve essere stabilita dal leader<br />

della formazione prima dell’attacco per facilitare la ricomposizione della sezione il più rapidamente possibile.<br />

Se il vostro attacco è improvviso e aggressivo, il nemico sarà in svantaggio senza riguardo per il numero e<br />

la posizione.<br />

Lt. Colonel Gerald R. Johnson, USAAF<br />

Come regola nello scenario pochi contro tanti, gli attacchi non vanno effettuati senza un vantaggio<br />

offensivo e la prospettiva di tirare per primi. Anche le prospettive di fuga sono fondamentali nella decisione di<br />

attaccare. Ricordate, l’obiettivo è attaccare, non ingaggiare. La fuga oltre la portata visiva spesso è possibile<br />

anche per i caccia più lenti in seguito ad attacchi contro la regione anteriore. Se la fuga dopo un attacco è poco<br />

probabile a causa delle prestazioni o dell’armamento del bandito, la sezione di caccia deve scegliere le proprie<br />

vittime con molta cura con l’idea di distruggerne il più possibile nell’attacco iniziale e di ingaggiare i rimanenti<br />

239


su termini almeno di parità. Anche tale prospettiva, tuttavia, non è attraente in questo scenario a causa della<br />

possibilità dell’intervento di caccia nemici aggiuntivi durante lo scontro. Di solito è preferibile evitare lo<br />

scontro con un numero superiore di banditi del genere. Nell’ambiente ricco di bersagli dei pochi contro tanti,<br />

normalmente non è difficile trovare prede più facili.<br />

Solitamente, uno scontro prolungato in questo scenario è giustificato solamente quando lo dettano gli<br />

obiettivi della missione, o quando i caccia vengono attaccati e sono costretti a difendersi. In quest’ultima<br />

situazione i piloti devono impiegare una delle difese descritte nel capitolo 5, ovvero il sandwich o una delle<br />

varie spaccate difensive, per neutralizzare o distruggere gli attaccanti il più rapidamente possibile. Quando un<br />

piccolo numero di caccia viene ingaggiato da più banditi, la dottrina della coppia libera (o le tattiche del branco<br />

di oche per più di due caccia) sembrano offrire le migliori prospettive di mantenere l’appoggio reciproco (per<br />

presenza). Grazie alla sua elevata efficacia offensiva, questa dottrina generalmente dà anche gli abbattimenti<br />

più veloci, che sono fondamentali nell’arena ostile. Quando i caccia si impegnano nell’ingaggio di banditi dalla<br />

velocità superiore, di solito è preferibile continuare lo scontro fino alla conclusione piuttosto che tentare di<br />

fuggire e rischiare di essere raggiunti e re-ingaggiati sulla difensiva. Le difficoltà della fuga devono essere<br />

prese nella giusta considerazione quando si decide se usare i metodi colpisci-riunisci-colpisci contro un gran<br />

numero di banditi superiori.<br />

Anche se, nell’ambiente pochi contro tanti, gli elementi di una sezione o di una divisione devono<br />

generalmente pianificare di restare insieme per appoggiarsi reciprocamente, esiste un’elevata probabilità che si<br />

verifichino delle interruzioni e che i piloti si trovino in una situazione di uno contro tanti. Quindi, bisogna<br />

prevedere anche questa contingenza, e bisognerebbe prendere prima del decollo la decisione fondamentale se<br />

proseguire la missione in tali condizioni. Per la stessa ragione, i piloti devono essere bene addestrati nelle<br />

tecniche di sopravvivenza e di attacco degli aerei singoli. Il controllo dei GCI/AIC e dei punti di incontro<br />

preordinati sono degli aiuti preziosi nel riformare degli elementi separati.<br />

240<br />

Tanti contro tanti<br />

Lo scenario tanti contro tanti denota dei numeri grandi e grosso modo equivalenti di caccia amici e nemici<br />

nell’area del combattimento. Questi caccia possono trovarsi in missioni coordinate o essere nella stessa arena<br />

semplicemente per caso. Dato che è difficile controllare un grande numero di caccia, questi operano<br />

generalmente in sezioni o piccole divisioni in grado di coordinare i loro sforzi per conseguire un dato obiettivo.<br />

Ogni elemento può quindi operare proprio come nel caso di pochi contro tanti. Tutti i piloti devono essere<br />

addestrati nelle stesse tecniche in modo che possano unirsi ad altri caccia amici e operare con efficacia invariata<br />

se si trovassero a essere separati dai loro gregari nel calore della battaglia. Tutti i piloti devono monitorare la<br />

stessa frequenza radio per una migliore coordinazione, ma è assolutamente essenziale una severa disciplina<br />

radio se c’è la speranza che i piloti ricevano trasmissioni che siano una questione di vita o di morte.<br />

Nel volo in combattimento, un messaggio di panico è il più grande dei crimini. Fate pratica sul terreno<br />

con le stesse parole che usereste per coprire qualsiasi situazione in aria. Ripetetele di continuo finché non<br />

diventano automatiche.<br />

Group Captain Reade Tilley, RAF<br />

Anche se il metodo colpisci-riunisci-colpisci è ancora preferibile nella maggior parte degli scenari tanti<br />

contro tanti, la presenza di più caccia amici nell’area generica rende lo scontro un po’ meno rischioso. Inoltre, è<br />

verosimile che i caccia nemici siano meno aggressivi e meno propensi a uno scontro prolungato rispetto alle<br />

condizioni precedentemente esposte. La coppia libera e la tattica del branco di oche continuano a essere le più<br />

efficaci in questo ambiente. Altri elementi dovrebbero frenare dall’unirsi a uno scontro ormai maturo tra forze<br />

opposte grosso modo equivalenti in cui i caccia amici sembrano cavarsela. Una tattica più efficace è incrociare<br />

al di fuori della periferia di una tale palla di pelo, rimanere in un atteggiamento difensivo, e stare all’erta per<br />

banditi che uscissero dal combattimento e per l’arrivo di altre forze ostili.


Colui che entra nel combattimento rinchiuso in una solida corazza, ma privo dell’essenziale fiducia in sé<br />

stesso, è molto più nudo ed esposto alla morte di colui che si espone alla battaglia spoglio di qualsiasi<br />

protezione se non la propria abilità, e della fede in sé stesso e nel proprio gregario. La rettitudine è necessaria<br />

per la pace della propria coscienza, forse, ma è un ben povero sostituto dell’agilità…e la risoluzione di andare<br />

incontro al nemico in tutte le condizioni e contro tutte le avversità.<br />

Major Robert S. Johnson, USAAF<br />

241


242<br />

Capitolo 9<br />

Missioni dei caccia<br />

Usare un caccia come caccia-bombardiere quando la forza dell’arma della caccia è insufficiente per<br />

conseguire la superiorità aerea significa mettere il carro davanti ai buoi.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

La missione primaria dei caccia è la superiorità aerea; ovvero assicurare agli aerei amici l’uso dello spazio<br />

aereo al di sopra di aree di superficie critiche, e negare al nemico quello stesso spazio aereo. Il controllo del<br />

terreno più elevato è sempre stato uno dei fondamenti della guerra. Il controllo dell’aria consente il<br />

bombardamento tattico e strategico, l’appoggio aereo ravvicinato alle truppe e ai corazzati, l’invio di rinforzi e<br />

rifornimenti per via aerea o di superficie, la ricognizione, e altre missioni vitali per il successo di qualsiasi<br />

operazione militare. Anche se finora nessuna guerra è mai stata vinta sulla sola base della potenza aerea,<br />

l’avvento delle armi nucleari rende sicuramente più credibile questa possibilità per i conflitti del futuro.<br />

Il valore della potenza aerea divenne evidente nella prima guerra mondiale, quando gli aerei erano ancora<br />

nella loro infanzia. L’aeroplano non ebbe un ruolo centrale nell’esito di quel conflitto, ma fin dai primi giorni<br />

della seconda divenne inconcepibile pensare che una qualsiasi grande operazione militare potesse avere<br />

successo senza avere prima conseguito il dominio dell’aria. Questa evoluzione fu causata principalmente dalla<br />

crescita esponenziale della potenza di fuoco e delle capacità di distruzione degli aerei sviluppati fra le due<br />

guerre.<br />

La branca più importante dell’aviazione è l’inseguimento, che combatte per il controllo dell’aria e lo<br />

ottiene.<br />

Brig. General William "Billy" Mitchell, USAS<br />

Durante la seconda guerra mondiale, i devastanti bombardamenti tattici e il supporto aereo ravvicinato<br />

della Luftwaffe tedesca durante gli attacchi della blitzkrieg contro la Polonia, i Paesi Bassi e la Francia<br />

fornirono le prime prove dell’efficacia della potenza aere. L’importanza attribuita al dominio dell’aria è<br />

evidente dalla decisione tedesca di cancellare l’invasione dell’Inghilterra dopo non essere riusciti a sconfiggere<br />

la RAF durante la Battaglia d’Inghilterra. Il valore del dominio dell’aria fu dimostrato nuovamente dalla<br />

capacità dei bombardieri americani di perseguire il bombardamento strategico della Germania e del Giappone<br />

alla fine della guerra. A partire da quel conflitto, la superiorità aerea ha continuato a recitare un ruolo decisivo<br />

nella guerra convenzionale. Solo la guerriglia sembra resistere al peso schiacciante della potenza aerea, che<br />

potrebbe essere una delle principali ragioni dietro alla recente popolarità delle strategie guerrigliere.<br />

Un soldato che ha familiarità con la propria arma può avere il massimo effetto solo quando crede nel<br />

modo in cui viene impiegata tatticamente.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

I principali attributi militari dell’aeroplano, ovvero la velocità e la libertà di movimento, sono più adatti<br />

alle azioni offensive, poiché è molto difficile difendersi da un attacco che può giungere in qualsiasi momento,<br />

con pochissimo preavviso, essenzialmente da qualsiasi direzione. Questi stessi attributi, tuttavia, rendono<br />

l’aereo una delle armi difensive più efficaci contro gli attacchi dall’aria. Paradossalmente, il caccia è un’arma<br />

offensiva usata principalmente per missioni difensive.<br />

Per quanto il pilota di un caccia possa sentirsi offensivo quando attacca un altro aereo, il suo ruolo<br />

nell’analisi finale, è solitamente difensivo. Egli sta difendendo un bersaglio da un attacco nemico o dei<br />

bombardieri amici da caccia ostili. Solo molto raramente gli viene assegnato il compito di interdire i<br />

rifornimenti aerei del nemico ed i trasporti non direttamente coinvolti in azioni ostili o semplicemente di<br />

pattugliare su un territorio ostile alla ricerca di bersagli occasionali. Missioni come queste, tuttavia, sono più<br />

adatte ai vantaggi militari del caccia, e vengono rivestite per prime in questo capitolo.


La spazzata di caccia<br />

I piloti da caccia devono percorrere l’area loro assegnata come vogliono, e quando avvistano un nemico<br />

lo attaccano e lo abbattono; tutto il resto è spazzatura.<br />

Barone Manfred von Richthofen<br />

Una spazzata di caccia è una missione effettuata su un territorio ostile o conteso allo scopo di ingaggiare e<br />

distruggere i caccia nemici o altri bersagli aerei occasionali. La spazzata caccia è disegnata per stabilire il<br />

dominio dell’aria negando al nemico l’uso dello spazio aereo per i suoi scopi, e renderlo più sicuro per le forze<br />

amiche. Così, la spazzata può essere eseguita sia a scopo offensivo che difensivo, ma dato che la conduzione di<br />

questa missione consente al pilota di cercare e attaccare altri aerei da una posizione vantaggiosa, essa è<br />

offensiva per natura e adatta al carattere offensivo inerente al caccia. La spazzata, quindi, è la missione preferita<br />

dai cacciatori, e i tattici della caccia dovrebbero impiegare le tattiche della spazzata tutte le volte che è<br />

possibile, in congiunzione con altre missioni. Tale concetto verrà esplorato più approfonditamente in questo<br />

capitolo.<br />

Una forza aerea è per natura, secondo le sue leggi intrinseche, un’arma offensiva. La supremazia aerea è<br />

ovviamente essenziale per questo. Se quest’ultima è stata perduta, per prima cosa bisogna rafforzare la caccia.<br />

Perché solo la caccia può conseguire questo dominio essenziale perché i bombardieri, e con essi l’intera<br />

aviazione, possa passare ancora una volta all’offensiva.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Scenari<br />

Dato che l’obiettivo abituale della spazzata caccia è di ingaggiare i caccia nemici, è logico che tali<br />

rastrellamenti vengano condotti in aree in cui si attende un’elevata concentrazione di aerei ostili. Dalla prima<br />

guerra mondiale fino ai conflitti più recenti, i bersagli preferiti dalla spazzata caccia sono state probabilmente le<br />

basi della caccia nemica. Un attacco a sorpresa della caccia su un aeroporto ignaro che conduce delle operazioni<br />

di routine può essere devastante. Alcuni aerei stanno decollando, spesso in formazioni serrate, e stanno<br />

cabrando a bassa quota e a velocità ridotte; altri volano in cerchio per atterrare, in configurazione impura e con<br />

scarsità di carburante e munizioni, con dei piloti esausti. I piloti nemici sono su un territorio amico familiare, e<br />

sono in genere meno vigili.<br />

Un aereo a terra, col pieno di carburante e munizioni e incapace di evadere o rispondere al fuoco, era<br />

un’anatra seduta e uno dei più vulnerabili di tutti i bersagli militari e… la maggior parte della sua vita passava<br />

in questa posizione.<br />

Air Vice-Marshal . E. "Johnnie" Johnson, RAF<br />

Inoltre, gli aerei vengono spesso sorpresi a terra, dove sono “anatre sedute”, mentre rullano o vengono<br />

riforniti di carburante e munizioni fra le missioni. Indubbiamente è meglio attaccare un aereo nemico quando è<br />

a terra. Sfortunatamente, molte armi aria-aria moderne sono inefficaci contro i bersagli di superficie. Per questo<br />

tipo di missione, quindi, anche il vero pilota da caccia potrebbe prendere in considerazione di trascinarsi<br />

qualche ordigno aria-superficie. (Se lo fanno tutti, non sembra così brutto). Un’alternativa è di portarsi dietro<br />

dei caccia-bombardieri, che possono concentrarsi sui bersagli di superficie ma sono in grado di difendersi in<br />

maniera credibile o persino di unirsi alla festa aria-aria dopo avere scaricato gli altri bagagli. Questo tuttavia<br />

non è il momento di caricare i caccia con compiti di scorta.<br />

La capacità di attaccare dei bersagli di superficie è un elemento essenziale di una spazzata di caccia<br />

contro un aeroporto nemico. Altrimenti qualsiasi aereo sul terreno, e quelli che possono raggiungerlo<br />

rapidamente, avranno un rifugio sicuro. Riconoscendo il loro svantaggio in aria, i piloti nemici avranno ben<br />

pochi incentivi a venir fuori a giocare, ma per qualche motivo, i piloti da caccia sembrano preferire l’esito<br />

scontato di una battaglia aerea senza speranze al mangiare terra con le bombe che piovono intorno alle loro<br />

orecchie. Una sola bomba sul bar locale spesso chiude la partita. I piloti che sopravvivono a questo attacco<br />

dovrebbero essere accecati dalla rabbia e costituire un bersaglio facile in aria.<br />

Tuttavia gli aerei a terra non costituiscono sempre delle prede facili, perché potrebbero essere dispersi,<br />

mimetizzati, e riparati in bunker corazzati. Inoltre, visto il valore degli aeroporti e la probabilità che vengano<br />

243


attaccati, queste installazioni sono spesso fra le più pesantemente difese da armi terra-aria. Contro tali difese, è<br />

meglio che i rastrellamenti caccia si limitino a un solo veloce passaggio con l’intento di cogliere dei bersagli<br />

facili e ritirarsi prima che le difese di terra abbiano il tempo di reagire. Gli attacchi colpisci e scappa possono<br />

essere ripetuti spesso, in genere con risultati migliori di quelli ottenuti da un numero minore di attacchi<br />

sostenuti.<br />

Un comandante di squadriglia che sta seduto nella sua tenda a dare ordini e non vola, anche se ha il<br />

cervello di Salomone, non otterrà mai i risultati di chi, ogni giorno, guida le sue pattuglie sopra le linee e<br />

infonde nei suoi piloti l’“ésprit de corps”.<br />

Brig. General William "Billy" Mitchell, USAS<br />

Un’altra opportunità verosimile per una spazzata di caccia è al di sopra di una battaglia sulla superficie,<br />

che è spesso accompagnata da aerei da attacco al suolo che costituiscono dei bersagli gustosi mentre si<br />

dedicano al loro rivoltante mestiere. In quest’area ci si possono attendere anche gli aerei da trasporto,<br />

ricognizione e collegamento nemici. Tutti questi sono bersagli molto lucrosi grazie alla loro vulnerabilità e alla<br />

loro partecipazione diretta a una battaglia in superficie. In tali circostanze i caccia nemici devono essere evitati<br />

finché ci sono a disposizione bersagli più favorevoli, a meno che non costituiscano una minaccia per gli aerei<br />

amici.<br />

Per gli stessi motivi ci si può attendere dei rastrellamenti di caccia nemici in queste aree. Di solito è una<br />

buona politica, tutte le volte che ci sia la possibilità di incontrare dei caccia ostili, di dividere le forze amiche in<br />

elementi alti e bassi. La maggioranza può lavorare a una quota bassa, dove è più probabile trovare più bersagli<br />

preziosi. Il volo a bassa quota spesso rende questi bersagli più facili da vedere, perché si stagliano contro un<br />

orizzonte chiaro.<br />

I compiti dell’elemento ad alta quota in questo scenario sono principalmente difensivi. Questi aerei<br />

devono restare in una comoda posizione di copertura, facendo la guardia contro gli attacchi da parte di caccia<br />

nemici sull’elemento a bassa quota o contro altri aerei amici nella zona. In generale, essi devono evitare il<br />

contatto con aerei non minacciosi. Bisogna emanare un avvertimento radio verso qualsiasi amico minacciato;<br />

questo può bastare, ed è generalmente preferibile a un vero ingaggio coi caccia ostili. Se gli viene richiesto di<br />

lasciare la sua postazione difensiva, l’elemento di copertura deve avvisare l’elemento inferiore della situazione<br />

e se necessario sollecitare dell’aiuto.<br />

La quota superiore dell’elemento in alto potrebbe consentirgli di servire da collegamento radio coi GCI<br />

amici o coi centri di comando e controllo. Di solito questo elemento può anche fare un uso migliore del radar di<br />

bordo. Questi vantaggi, oltre a una migliore visuale generale del campo di battaglia, potrebbero consentire<br />

all’elemento superiore di dirigere l’elemento inferiore verso bersagli d’occasione. Per questi fattori, quando è<br />

disponibile più di un tipo di caccia, quello con gli equipaggiamenti radio e radar più sofisticati riceve di solito i<br />

compiti di copertura. Questi aerei devono comunque avere delle buone capacità di combattimento aereo, perché<br />

è più probabile che ingaggino dei caccia ostili. Queste due qualità potrebbero richiedere l’assegnazione della<br />

copertura a tipi misti di caccia.<br />

In generale in questo scenario, come in molti altri, è giusto stare molto in alto o molto in basso, anche se<br />

l’elemento superiore potrebbe essere limitato nella quota se vuole dare un appoggio visivo efficace all’elemento<br />

inferiore. In questo caso potrebbe essere preferibile avere un elemento alto, uno medio e uno basso, a seconda<br />

del numero di aerei disponibili e delle difese terrestri. Gli aerei alle quote medie di solito vengono facilmente<br />

rilevati e ingaggiati dalle armi terra-aria e aria-aria. I campi di battaglia sono noti per le pesanti difese antiaeree<br />

a bassa quota. Il riconoscimento degli aerei non è mai stato il punto forte dei soldati, e gli aerei che volano a<br />

bassa quota vengono regolarmente presi sotto tiro da entrambe le parti. In queste condizioni potrebbe essere più<br />

pratico tenere l’intera forza di caccia ad alta quota, distaccando dei piccoli elementi secondo le necessità perché<br />

scendano per degli attacchi improvvisi su bersagli a bassa quota e quindi tornino nel mazzo.<br />

Lo scopo di alcuni rastrellamenti caccia è semplicemente di trovare e ingaggiare i caccia nemici in una<br />

dato spazio aereo. In genere queste missioni vengono condotte su territorio ostile o conteso, sicché di solito<br />

sono applicabili le tattiche sviluppate per gli scenari pochi contro tanti e tanti contro tanti. Spesso le reti GCI e<br />

di comando e controllo del nemico saranno superiori alle capacità amiche in queste aree, quindi bisognerà fare<br />

la guardia contro attacchi inattesi. Le basi includono una velocità elevata e una quota molto alta o molto bassa,<br />

a seconda delle difese terrestri, dalle condizioni ambientali, e dalle rispettive prestazioni degli aerei e dei<br />

sistemi d’arma. I piloti amici devono usare qualsiasi mezzo a loro disposizione per conseguire la sorpresa, e<br />

devono avvicinarsi allo scontro con l’intenzione di ottenere la prima opportunità di tiro. La scelta se ingaggiarsi<br />

244


in manovre sostenute o impiegare tattiche colpisci e scappa dipende dai fattori trattati nel capitolo precedente. I<br />

metodi “mordi e fuggi” sono spesso preferibili quando i caccia amici fronteggiano forze nemiche superiori per<br />

numero o qualità. La taglia della forza amica deve essere ritagliata, quando è possibile, per essere equivalente o<br />

più grande delle formazioni ostili previste. Dividere la forza in elementi ingaggiati e di copertura di solito è più<br />

efficace quando il nemico viene superato di molto nel numero in ogni scontro. Se gli amici sono costretti a<br />

ingaggiare contro numeri superiori, le tattiche della coppia libera o del branco di oche tende ad appianare le<br />

disparità.<br />

Il livello del carburante è spesso un fattore critico in una spazzata caccia. Gli aerei si trovano spesso in<br />

profondità nello spazio aereo ostile, e possono essere molto vulnerabili se i piloti non sono in grado di evitare<br />

uno scontro prolungato o se gli aerei vengono attaccati sulla strada verso casa. Una tecnica efficace adoperata<br />

per alleviare questo problema sono più rastrellamenti indipendenti nella stessa area, con gli ingressi nella zona<br />

del combattimento sfalsati di diversi minuti. Questo assicura un rifornimento di caccia freschi nell’area per<br />

assistere la ritirata di altri amici e per avvantaggiarsi su forze nemiche in ritirata. In questo schema, l’ultima<br />

pattuglia che entra nell’arena si dedica alla difesa. Questi aerei devono eseguire un passaggio attraverso l’area,<br />

evitare se possibile il contatto col nemico, assicurarsi che tutti gli amici si dirigano verso la base, e allontanarsi<br />

come retroguardia con un livello elevato di carburante.<br />

Un esempio notevole dell’impiego di questa tattica erano i rastrellamenti sfalsati (di solito ogni cinque<br />

minuti) degli F-86 statunitensi nell’area del fiume Yalu durante la guerra in Corea. Queste missioni stiravano<br />

l’autonomia di questi aerei fino al limite, e gli approcci a foglia morta col motore spento erano quasi la routine<br />

nei rientri.<br />

Una possibile complicazione nell’impiego di questa tattica sorge quando i caccia amici hanno la capacità<br />

di andare oltre la portata visiva. Al fine di sfruttare appieno questa capacità, e possibilmente di evitare che il<br />

nemico abbia occasione di tirare per primo se fosse equipaggiato in maniera simile, è necessario identificare i<br />

bersagli BVR (beyond visual range) come ostili alla portata massima delle armi a disposizione. Se i bersagli<br />

non possono essere identificati con certezza a tali distanze, visivamente o elettronicamente, potrebbe essere<br />

necessario “sanificare” l’arena del combattimento da tutte le forze amiche. Questo significa accertarsi che<br />

durante la spazzata non ci siano altre forze amiche nella zona, sicché qualsiasi bersaglio avvistato possa essere<br />

ritenuto ostile. Nella pratica la sanificazione può essere molto difficile, richiedendo il coordinamento non solo<br />

con l’aviazione amica, ma anche, se possibile, con le altre forze combattenti e con i neutrali. Questo<br />

coordinamento può essere impraticabile dal punto di vista del tempo o della sicurezza. Anche se si riuscisse a<br />

conseguire questa condizione ideale, solo la prima ondata d’attacco dei caccia potrebbe avvantaggiarsene,<br />

limitando la desiderabilità di ondate multiple e sfalsate in una spazzata.<br />

Due dei caccia della Kitty Hawk [portaerei della U.S. Navy] stavano effettuando una spazzata da qualche<br />

parte là fuori e l’Air Force aveva dei caccia subito a nord che stavano colpendo Yen Bai. Fummo obbligati a<br />

vedere gli aerei dei banditi prima di tirare, cancellando in pratica il potenziale frontale del sistema missilistico<br />

Sparrow.<br />

Commander Randy "Duke" Cunningham, USN<br />

Una delle tattiche più efficaci di spazzata caccia implica la messa in scena di un attacco aereo simulato<br />

contro un bersaglio di superficie di grande valore. Dei caccia armati strettamente per uno scontro aria-aria<br />

possono imitare i bombardieri impiegandone le tipiche formazioni, altitudini e velocità, e seguendo le rotte di<br />

attacco prevedibili verso un bersaglio nemico. Il tranello può essere semplice o complicato a seconda delle<br />

necessità, fino ad includere comunicazioni ingannevoli, EW, e aerei d’appoggio. Una volta che sia stato<br />

confermato (di solito da una fonte d’appoggio) che i caccia nemici sono in aria per la difesa dal falso attacco, le<br />

forze amiche possono dispiegarsi in modo da esibire capacità più aggressive e offensive e svelare la brutta<br />

sorpresa. Una buona sorveglianza elettronica dell’arena del combattimento e un adeguato comando e controllo<br />

sono comunque auspicabili, per non dire necessari, per questa tattica, al fine di evitare una altrettanto brutta<br />

sorpresa da parte del nemico prima del dispiegamento.<br />

Controllo dei rastrellamenti caccia<br />

Comando, controllo e comunicazioni (C 3 ) sono elementi fondamentali nel successo di una spazzata<br />

caccia. Spesso l’arena è molto grande e contiene molti aerei, sia ostili che amici. La capacità dei piloti amici di<br />

245


trovare, identificare e ingaggiare preziosi bersagli ostili, e al tempo stesso di evitare potenziali minacce, o<br />

quanto meno di ingaggiarle da una posizione di vantaggio, riposa in gran parte sulle rispettive capacità di C 3 .<br />

Ora [nella Battaglia d’Inghilterra] le squadriglie da caccia potevano essere impiegate in economia, sicché<br />

il tubo catodico [radar] ebbe l’effetto di moltiplicare di parecchie volte la forza dei caccia.<br />

Air Vice-Marshal J. E. “Johnnie” Johnson, RAF<br />

La sorveglianza radar d’appoggio può essere fornita da GCI di base a terra o da controllori AIC in aria. A<br />

seconda della filosofia tattica, questi agenti di “controllo” possono avere una autorità assoluta nel dettare<br />

qualsiasi azione dei caccia amici, inclusa rotta, altitudine, velocità, autorizzazioni all’attacco e al tiro, e<br />

sganciamenti, o potrebbero agire semplicemente da consiglieri, passando informazioni di intelligence in tempo<br />

reale e monitorando il progredire della battaglia. Una specie di approccio a metà strada sembra avere più<br />

successo, a seconda delle rispettive capacità degli agenti di controllo e dei caccia stessi. Bisogna tenere a mente<br />

che i “controllori” appoggiano i caccia, e non viceversa. Tutte le parti devono riconoscere che, anche se i<br />

controllori spesso hanno una presa migliore del quadro generale, il successo o il fallimento complessivi<br />

vengono decisi da tanti piccoli scontri. Generalmente gli equipaggi dei caccia stessi si trovano nella posizione<br />

migliore per giudicare i fattori critici e cambiare radicalmente gli eventi a stretto contatto col nemico.<br />

Esistono essenzialmente due tipi di controllo radar: ravvicinato e diffuso. Sotto il controllo ravvicinato il<br />

compito del controllore di solito è di dirigere i piloti in una posizione tatticamente vantaggiosa per attaccare o<br />

identificare un bersaglio.<br />

Al fine di soddisfare tale compito, il controllore generalmente deve monitorare le posizioni dei caccia e<br />

del bersaglio.<br />

Quindi deve trasmettere distanza e rotta del bersaglio rispetto ai caccia, e può dettare o consigliare (a<br />

seconda della filosofia) rotte, velocità e quote di intercettazione, ecc. Lo scopo principale del controllore in<br />

questo scenario è di posizionare i caccia in modo favorevole perché i piloti possano acquisire il bersaglio,<br />

visivamente o coi loro sensori, facilitando l’identificazione o l’attacco. se lo scopo è l’identificazione di un<br />

contatto sconosciuto, ai piloti potrebbe essere richiesto di effettuare un’identificazione visiva o elettronica<br />

(EID), usando l’equipaggiamento di bordo. A seconda dell’esito di tale identificazione, i caccia potrebbero<br />

quindi essere autorizzati dal controllore (o da accordi precedenti) ad attaccare un bersaglio ostile, ma le<br />

procedure finali di attacco devono essere lasciate ai piloti. Durante il processo di intercettazione sotto controllo<br />

ravvicinato, il controllore è responsabile anche per avvisare i piloti di qualsiasi ulteriore contatto che possa<br />

presentare una minaccia o possa avere una priorità d’attacco più elevata rispetto al bersaglio originale.<br />

Nel controllo diffuso il controllore generalmente dà la posizione, e altre informazioni di rilievo se<br />

disponibili, di qualsiasi bersaglio ostile o sconosciuto in una data area, rispetto a uno o più punti fissi geografici<br />

o di navigazione nella stessa zona. Il punto di riferimento è noto agli amici, come pure la propria posizione<br />

rispetto a quel punto. Quando il controllore comunica la posizione e il movimento del bersaglio rispetto al<br />

riferimento, i piloti possono calcolare la loro posizione rispetto al bersaglio, ed essere destinati dal controllore a<br />

condurre la loro intercettazione sulla base di questa informazione. A differenza del controllo ravvicinato,<br />

nessun gruppo o caccia riceve attenzioni individuali, ma tutti i piloti in zona ricevono le stesse informazioni e<br />

possono reagire a esse in maniera offensiva o difensiva. In genere il controllore destina una formazione<br />

specifica di caccia per indagare un dato contatto, o ciascun elemento dei caccia potrebbe essere predestinato a<br />

inseguire i contatto in una data regione.<br />

Di solito il controllo ravvicinato è preferibile per le operazioni di spazzata, poiché offre ai caccia la<br />

maggiore capacità offensiva. Una volta che i piloti abbiano i propri contatti visivi o radar, il controllore<br />

ravvicinato dovrebbe generalmente tornare a dare un servizio di consigliere. Allora la sua funzione sarà di<br />

monitorare la progressione dell’intercettazione e del successivo ingaggio, avvisare di ulteriori contatti ostili o<br />

sconosciuti che potrebbero costituire un fattore, dare assistenza ai piloti che rimangono separati dai loro gregari<br />

perché possano raggiungerli, raccomandare rotte d’uscita, ecc. Durante questo intervallo è fondamentale che<br />

sulle frequenza radio in fonia vengano passate solo le informazioni essenziali o quelle richieste; i piloti devono<br />

avere quelle poche frequenze per i loro fini di coordinamento.<br />

Nonostante i suoi vantaggi, il controllo ravvicinato potrebbe non essere sempre possibile o pratico. Le<br />

limitazioni sui controllori o sulle frequenze di controllo potrebbero portare alla saturazione di un sistema di<br />

controllo ravvicinato con grandi numeri di formazioni separate, amiche e nemiche. Il controllo diffuso potrebbe<br />

essere più adatto a queste situazioni. Anche una combinazione dei due sistemi potrebbe essere utile. Per<br />

esempio, il controllo diffuso potrebbe essere dato su una frequenza comune della caccia, mentre delle<br />

246


formazioni di caccia scelte potrebbero essere deviate su una frequenza separata per il controllo ravvicinato<br />

durante le intercettazioni e l’ingaggio quando i controllori e le frequenze si rendono disponibili.<br />

A causa della loro dipendenza dalle comunicazioni, il comando e il controllo sono molto vulnerabili ai<br />

disturbi. Equipaggi e controllori devono praticare la concisione, ed essere istruiti su frequenze di controllo<br />

alternative. I data link e le radio resistenti ai disturbi possono essere molto preziose. Inoltre, le tattiche<br />

impiegate non devono essere dipendenti dal controllo esterno al punto che i piloti non possano farne a meno.<br />

Proprio una condizione del genere contribuì pesantemente alla debacle siriana sulla valle del Bekaa in Libano<br />

nel 1982. Lo “Spoofing”, o intrusione, è un’altra considerazione sul C 3 .<br />

Questa è la tattica con cui un controllore nemico opera sulle frequenze di controllo amiche e cerca di<br />

“rubare”, sviare o confondere i piloti dando false istruzioni. Delle procedure di autenticazione codificate<br />

offrono una certa protezione da questo trucco, ma possono essere ingombranti e non sono a prova di bomba.<br />

Una difesa migliore dalle intrusioni sarebbe, se possibile, che i piloti fossero intimamente familiari con la voce<br />

del controllore.<br />

Perché gli equipaggi dei caccia e i controllori lavorino efficacemente insieme come squadra, ognuno deve<br />

conoscere i compiti, i problemi e i limiti dell’altro. Se non è così, è verosimile che si verifichino degli attriti<br />

quando gli equipaggi non ricevono le informazioni che ritengono necessarie e i controllori ritengono che le loro<br />

istruzioni non vengano seguite correttamente. Probabilmente l’unica soluzione è che piloti e controllori<br />

lavorino, vivano, mangino e giochino insieme, in modo da conoscersi reciprocamente abbastanza bene da<br />

superare queste inevitabili divergenze. Meglio ancora, i piloti da caccia dovrebbero ricevere un addestramento<br />

incrociato come controllori, e ogni membro degli equipaggi dovrebbe avere il suo turno periodicamente, magari<br />

quotidianamente o settimanalmente. Purtroppo, la maggior parte dei piloti da caccia resisteranno a questa idea,<br />

fino al loro ultimo respiro, sussurrando qualcosa sull’elevato carico alare della console di un radar! Tuttavia, di<br />

solito la minaccia di trasferimento a un gruppo da bombardamento porterà all’accondiscendenza.<br />

Difesa puntuale/di zona<br />

L’ordine di proteggere degli oggetti fissi piace pochissimo ai piloti da caccia. Il loro elemento è attaccare,<br />

inseguire, cacciare e distruggere il nemico. Solo in questo modo l’abile e appassionato pilota da caccia può<br />

esibire appieno le proprie capacità. Legatelo a un compito ristretto e confinato, derubatelo della sua iniziativa, e<br />

gli porterete via le sua qualità migliori e più preziose: lo spirito aggressivo, la gioia per l’azione, e la passione<br />

del cacciatore.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Come detto in precedenza, l’aeroplano è principalmente un’arma offensiva. La sua velocità e la libertà di<br />

movimento rendono la difesa da un attacco aereo un compito molto difficile, e queste qualità degli aerei di<br />

solito mettono in vantaggio le forze offensive. Le stesse qualità, tuttavia, rendono il caccia uno dei più efficaci<br />

sistemi difensivi per contrastare gli attacchi aerei. In congiunzione con delle reti C 3 di qualità elevata e con<br />

delle forti difese terrestri, i caccia/intercettori possono rendere la vita molto difficile per gli aerei attaccanti; ma<br />

non è possibile, in generale, sigillare completamente lo spazio aereo intorno a un dato punto. Attacchi abili e<br />

determinati da parte con equipaggiamenti allo stato dell’arte di norma riusciranno a penetrare anche le difese<br />

più ardenti.<br />

Lo spazio di manovra in aria, a differenza dei combattimenti a terra o in mare, è praticamente illimitato<br />

e… qualsiasi numero di aerei che operano in difesa raramente riuscirà a impedire a un nemico determinato di<br />

passare. Quindi l’aereo era, ed è, essenzialmente uno strumento da attacco, non da difesa.<br />

Air Vice-Marshal J. E. "Johnnie" Johnson, RAF<br />

Quando si trovano di fronte un attacco da parte di forze convenzionali (ovvero non nucleari), l’obiettivo<br />

dei difensori di solito è di rendere un attacco talmente costoso per il nemico da togliergli la capacità o la volontà<br />

di colpire di nuovo. Anche se alcuni attaccanti riuscissero a passare, l’assunto è che i danni al bersaglio non<br />

giustificherebbero la pesante proporzione di perdite di aerei ed equipaggi nemici. Ovviamente, se quello che<br />

passa è armato di una “pallottola d’argento”, questa strategia potrebbe essere inefficace. Fortunatamente,<br />

quando le armi diventano più letali, queste e gli aerei che le trasportano diventano più complessi e costosi,<br />

sicché il numero di attaccanti coinvolti in un attacco nucleare sarà verosimilmente ridotto. Questo fattore dà alla<br />

difesa migliori chance di arrestare tutti gli attaccanti, ma sarebbe comunque brutto piantare la propria tenda su<br />

ground zero.<br />

247


248<br />

“Chi vuole proteggere tutto non difende niente”, è una delle regole fondamentali della difesa.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Qui vengono presi in considerazione due tipi distinti di attacco aereo: la penetrazione e l’attacco in massa.<br />

La penetrazione implica uno o più aerei attaccanti che di norma volano singolarmente o in piccole formazioni e<br />

tentano di penetrare non visti nella rete di difesa, colpire il bersaglio, e allontanarsi dallo spazio aereo ostile<br />

prima di essere raggiunti. Spesso molti incursori seguiranno strade individuali verso lo stesso bersaglio,<br />

mantenendo delle tabelle di marcia molto rigide in modo da giungere sul bersaglio quasi simultaneamente da<br />

direzioni diverse, in modo da saturare le difese, per poi ritirarsi di nuovo lungo rotte separate. Normalmente gli<br />

aerei incursori sono piccoli caccia-bombardieri, che volano ad altissime velocità e a bassa quota per evitare il<br />

rilevamento radar. Gli attacchi convenzionali di questo tipo possono coinvolgere grandi numeri di incursori,<br />

mentre gli attacchi nucleari sono generalmente limitati a un bombardiere per ogni bersaglio. In entrambi i casi<br />

questa può essere una tattica molto difficile dalla quale difendersi.<br />

Non è possibile sigillare ermeticamente uno spazio aereo con delle tattiche difensive.<br />

Air Vice-Marshall J. E. "Johnnie" Johnson, RAF<br />

L’attacco in massa è molto più diretto, comprendendo di solito una formazione di bombardieri che volano<br />

insieme vicini, nello stile della seconda guerra mondiale. L’intento degli attaccanti di solito non è di evitare la<br />

rilevazione, ma di affidarsi all’alta velocità e/o all’alta quota per limitare l’esposizione alle armi di difesa.<br />

Spesso essi pianificano di doversi aprire combattendo la strada verso il bersaglio e quella per il ritorno con<br />

l’aiuto delle ECM, della potenza concentrata del loro armamento difensivo, e possibilmente di una pesante<br />

scorta di caccia. È un attacco fatto di forza bruta ed è quasi invariabilmente convenzionale.<br />

I caccia difensori, in generale, possono impiegare uno di due concetti: la pattuglia da combattimento<br />

aereo (combat air patrol – CAP) o l’intercettore su allarme terrestre (ground-alert interceptor – GAI). La CAP è<br />

una pattuglia in aria posizionata in modo da facilitare l’intercettazione di possibili raid in entrata o in uscita; il<br />

GAI attende a terra finché gli attaccanti non vengono rilevati e riportati dalla rete C 3 , quindi escono su allarme<br />

(“scramble”) per intercettarli. Un terzo concetto è in realtà un approccio offensivo a un problema difensivo: i<br />

difensori effettuano una spazzata sull’aeroporto nemico sincronizzato in modo da coincidere con la partenza o il<br />

ritorno della forza d’attacco. Ognuno di questi tre concetti può essere impiegato singolarmente o in<br />

congiunzione per formare la difesa caccia. Insieme alle difese di superficie alla rete C 3 , i caccia difensori<br />

formano quello che viene definito un sistema integrato di difesa aerea (integrated air-defense system (IADS).<br />

Di recente è stato dimostrato oltre ogni dubbio che la migliore difesa antiaerea è l’aviazione da<br />

inseguimento.<br />

General H. H. "Hap" Arnold, USAAF<br />

Le risorse principali del caccia nella difesa aerea sono la sua autonomia e la sua flessibilità. Di solito i<br />

caccia possono ingaggiare il nemico più lontano dal bersaglio di quanto non possano fare le difese di superficie<br />

– la spazzata di caccia è l’esempio estremo di questa capacità. Le difese caccia, a differenza delle armi fisse in<br />

superficie, possono anche essere passate molto rapidamente da un settore a un altro a seconda delle necessità.<br />

Questa flessibilità è inestimabile quando i difensori si trovano di fronte a una forza attaccante che abbia la<br />

velocità e la libertà di movimento inerente agli aerei.<br />

Solo la potenza aerea può sconfiggere la potenza aerea. La concreta eliminazione o anche la messa in<br />

stallo di una forza aerea attaccante può essere conseguita solo da una forza aerea superiore.<br />

Major Alexander P. de Seversky, USAAF<br />

Pattuglia aerea da combattimento<br />

La preferenza per la CAP o per il GAI in una certa situazione dipende da molti fattori, inclusi il tipo di<br />

raid attesi, il numero di bersagli da proteggere, il grado di sicurezza sulla rotta di avvicinamento dell’attaccante,<br />

la quantità di preavviso prevista, e il numero e le capacità dei caccia in difesa. Un vantaggio di una CAP è la<br />

probabilità di un’intercettazione a distanza maggiori dal bersaglio, presumibilmente con più tempo per<br />

infliggere dei danni prima che gli incursori raggiungano il loro obiettivo. Questo concetto difensivo potrebbe


essere necessario se ci si attende che il preavviso su un attacco sia insufficiente per consentire il lancio di un<br />

GAI e l’intercettazione a distanze utili. Un eccellente esempio di ciò si può trovare negli attacchi da parte di<br />

aerei armati con ordigni a lunga gittata che possono essere lanciati a molte miglia dal loro obiettivo (ad es., i<br />

missili da crociera). Di solito, in questi casi è preferibile ingaggiare l’aereo attaccante prima che raggiunga la<br />

distanza di lancio, piuttosto che tentare di trovare e distruggere diversi ordigni che si dirigono sul bersaglio.<br />

A parte il fattore tempo, la CAP è più adatta a situazioni in cui la direzione di approccio o la rotta degli<br />

attaccanti sono conosciute con un certo grado di sicurezza. Il volume di spazio aereo che deve essere coperto da<br />

una CAP cresce esponenzialmente con la distanza dal bersaglio alla quale è stazionata. Dato che è improbabile<br />

che ci saranno abbastanza caccia in difesa per sorvegliare tutti gli approcci a un bersaglio a una distanza<br />

ragionevole, le CAP devono essere posizionate strategicamente al fine di fare l’uso più efficiente possibile delle<br />

risorse disponibili. Delle possibili posizioni si trovano direttamente fra le basi nemiche e i bersagli previsti, –<br />

vicino a “strozzature” naturali, come passi montani o passaggi ristretti fra punti di superficie pesantemente<br />

difesi; lungo rotte verosimili di entrata e di uscita per incursori a bassa quota, come nelle vallate e lungo i<br />

crinali delle montagne, linee costiere e fiumi; e su punti di riferimento naturali per la navigazione, come<br />

sporgenze e rientranze della costa, laghi, anse dei fiumi, incroci, città, o la fine di un crinale.<br />

La distanza pratica fra il bersaglio e la posizione della CAP dipende ampiamente dal numero di caccia a<br />

difesa e dall’area che bisogna coprire. Con l’espansione del possibile settore di minaccia, e la crescita della<br />

velocità e della portata delle armi del nemico, sono necessari numeri più grandi di caccia per difendere<br />

adeguatamente un bersaglio. Le CAP a breve, medio e lungo raggio sono solitamente ideali se il numero di<br />

caccia in difesa è adeguato, perché questo dà profondità alle difese. Le difese di superficie o i GAI spesso<br />

possono essere sostituiti da CAP a breve o medio raggio. La difesa è generalmente più efficace quando le<br />

posizioni delle CAP sono abbastanza compresse da consentire a ogni CAP di coprire ragionevolmente l’intera<br />

area a essa assegnata; questo è preferibile a una eccessiva estensione delle difese soltanto per raggiungere<br />

distanze maggiori. Tuttavia il lusso di comprimere le posizioni delle CAP potrebbe non essere disponibile, a<br />

seconda delle risorse della caccia, dell’estensione del settore minacciato, e della possibilità di armi a lunga<br />

gittata. L’efficacia del sistema C 3 e dei sensori e delle armi degli stessi caccia, oltre alle condizioni ambientali,<br />

influenzano le dimensioni dell’area che può essere praticamente difesa da una singola CAP.<br />

Ero dell’opinione che con la carenza di aerei da caccia esistente, solo una difesa centrale, anziché un<br />

anello di difesa esterno, potesse promettere un qualunque successo. La mia idea erano squadriglie e gruppi di<br />

caccia nell’anello interno, anziché poche pattuglie nell’anello esterno.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

L’autonomia pratica di una CAP lontana è influenzata anche dal tempo utile degli aerei nella posizione.<br />

Con l’aumentare della distanza della posizione della CAP dalla base, il tempo in posizione diminuisce a causa<br />

delle considerazioni sul carburante. La capacità di essere riforniti in volo può essere fondamentale per essere in<br />

grado di mantenere una CAP a distanze utili. Si perde molto tempo prezioso quando la CAP deve rientrare alla<br />

base per rifornirsi. La necessità di un rifornimento accresce grandemente anche il numero di caccia necessari<br />

per mantenere una difesa costante.<br />

I requisiti della CAP possono essere integrati dall’impiego coordinato delle difese di superficie. La<br />

necessità di posizioni per CAP ravvicinate può essere eliminata con l’installazione di pesanti difese terra-aria<br />

intorno ai bersagli più preziosi. Quando sono disponibili, le difese terrestri possono anche rimpiazzare le CAP<br />

nei possibili punti di ingresso e uscita. È comunque essenziale uno stretto coordinamento tra le difese di<br />

superficie e i caccia. Le “zone a tiro libero”, in cui tutto ciò che si muove è selvaggina per le armi terra-aria,<br />

sono popolari fra le difese terrestri. I caccia devono sapere dove si trovano tali zone ed evitarle. Un’altra<br />

possibilità è l’impiego di blocchi di quote; in questo sistema, i caccia sono liberi di operare al di sopra di un<br />

dato livello, e le difese terrestri sono responsabili della copertura delle basse quote.<br />

Un’altra considerazione per la CAP è l’altitudine. Questa viene di solito scelta in accordo con la quota<br />

prevista della minaccia, ma anche le armi e le condizioni ambientali giocano ruoli importanti. Un vantaggio di<br />

quota sul nemico fornisce l’attacco in picchiata tanto utile con le armi a corta gittata, mentre la visione verso<br />

l’alto di solito è migliore per gli AAM ogni-aspetto e per la rilevazione del bersaglio con la maggior parte dei<br />

radar. Gli incursori a quota bassissima vengono spesso avvistati meglio a quote altrettanto ridotte, dove possono<br />

essere evidenziati contro lo sfondo chiaro dell’orizzonte. Anche le prestazioni di durata dei caccia, che possono<br />

essere fondamentali per mantenere una presenza difensiva costante, possono costituire un fattore. In generale, i<br />

caccia a elica hanno la massima durata alle basse quote, mentre i jet si comportano meglio alle alte. Anche le<br />

249


comunicazioni e la tracciatura possono essere dei fattori nel determinare l’altitudine della CAP. I controllori<br />

devono mantenere il contatto radar coi caccia se si deve fornire un controllo ravvicinato, e delle quote molto<br />

basse possono ostacolare le loro capacità di comunicazione e tracciatura.<br />

Il fattore più importante nella scelta dell’altitudine della CAP è di solito l’ottimizzazione della rilevazione<br />

del bersaglio, senza la quale gli altri compiti della CAP sono privi di significato. Questo obiettivo viene<br />

raggiunto al meglio ottimizzando il C 3 , i sensori di bordo o i fattori della visuale, a seconda dei metodi<br />

considerati più efficaci per rilevare il nemico nelle condizioni prevalenti.<br />

Una volta selezionate quota e posizione della CAP, rimane la questione delle tecniche di pattugliamento.<br />

Di solito è necessario che la CAP rimanga in un’area piuttosto ristretta fare la guardia contro gli intrusi. Le<br />

considerazioni implicate in questo caso sono la durata, l’ottimizzazione dei sensori e della copertura visiva, e la<br />

difesa dagli attacchi da parte di rastrellamenti di caccia nemici e delle scorte.<br />

Gli aerei convenzionali non possono restare immobili su un punto, quindi devono muoversi<br />

continuamente in circolo in qualche modo. Restare nella stessa zona generica significa di norma virare<br />

regolarmente, il che complica l’impiego dei sistemi direzionali dei sensori di bordo, dato che questi dovrebbero<br />

idealmente essere puntati di continuo nella direzione del settore minaccioso. I caccia in grado di restare in<br />

hovering potrebbero essere in grado di farlo, ma la contropartita è una autonomia grandemente ridotta.<br />

Un’orbita intorno alla posizione della CAP è il compromesso normale. Due caccia sui lati opposti di uno<br />

schema a forma di pista, orientati come in figura 9-1, possono fornire una copertura radar quasi continua di<br />

qualsiasi asse di minaccia. Con numeri più grandi di caccia su una data posizione CAP, un cerchio di Lufbery,<br />

con i caccia distanziati in maniera grosso modo uniforme lungo il cerchio, può fornire una buona copertura dei<br />

sensori in tutte le direzioni oltre a un appoggio visivo reciproco. Un caccia singolo su una posizione CAP ha un<br />

problema difficile con un sistema di sensori direzionali. Di solito lo schema a forma di pista dà la migliore<br />

copertura dei sensori sul settore minacciato, ma in genere in questo schema si copre in media il 50% del tempo<br />

totale in posizione. La copertura può essere un po’ accresciuta volando più lentamente nel segmento di andata e<br />

più velocemente nel segmento di ritorno, ma la durata soffrirà di questa tecnica. Nello schema, bisogna<br />

massimizzare la lunghezza dei tratti in linea retta e minimizzare quella delle virate, perché virate brusche o<br />

frequenti riducono la durata. Probabilmente, una tecnica migliore quando il nemico deve essere rilevato<br />

visivamente, è di volare in uno schema a “8” orientato perpendicolarmente all’asse della minaccia. Se tutte le<br />

virate vengono effettuate verso la minaccia, il caccia in difesa può restare nell’area e non mostrare mai la coda<br />

direttamente al nemico. questa tecnica dovrebbe dare al pilota una copertura visiva continua in direzione della<br />

minaccia.<br />

La velocità di pattugliamento per i caccia in posizione CAP è idealmente vicina a quella per la massima<br />

autonomia per date condizioni di peso, configurazione, ecc. Queste linee guida, tuttavia, vanno modificate se<br />

250


c’è la possibilità di un attacco a sorpresa da parte di caccia nemici. Delle velocità più elevate potrebbero essere<br />

prudenti, anche con una autonomia ridotta, per il potenziale di manovra difensiva. In tali condizioni è anche<br />

consigliabile variare regolarmente lo schema perché gli attacchi dei caccia nemici non siano aiutati dalla<br />

prevedibilità della CAP.<br />

Raramente ci sono abbastanza aerei per mantenere quello che la difesa considererebbe un numero<br />

adeguato di CAP.<br />

Al fine di stirare più possibile le risorse disponibili il, il numero di caccia assegnati alle posizioni CAP è<br />

solitamente piccolo. Comunque il minimo dovrebbe essere di due per posizione, se ci si attende una resistenza<br />

da parte dei caccia nemici. Il fattore numerico è uno dei punti deboli del concetto difensivo delle CAP, poiché<br />

piccole CAP isolate possono essere facilmente neutralizzate o distrutte da rastrellamenti o scorte più potenti di<br />

caccia nemici. Di solito delle piccole CAP sono anche inadeguate a opporsi a dei forti attacchi in massa.<br />

Normalmente si richiedono dei numeri più grandi per disperdere il fuoco difensivo dei bombardieri e per<br />

affrontare efficacemente la forza spesso pesante dei caccia di scorta. Le CAP sono più adatte per la difesa dai<br />

raid di intrusione, composti in genere da piccoli elementi attaccanti non accompagnati dai caccia.<br />

La rete C 3 per un sistema di difesa CAP può essere molto complessa. I suoi compiti di solito includono la<br />

rilevazione a lungo raggio dei bersagli, l’assistenza nell’identificazione dei bersagli, l’assegnazione di singole<br />

CAP a ogni incursione, il controllo delle intercettazioni a lungo raggio, ottenere dalle autorità superiori<br />

l’autorizzazione a tirare su un dato bersaglio (se richiesta), e mantenere tutti i partecipanti informati del<br />

complesso della situazione difensiva attuale. Quando le CAP sono assegnate a diversi bersagli, il sistema C 3 ha<br />

la responsabilità di passarle da un posto all’altro, assegnare i GAI, ecc., per mantenere l’integrità del sistema e<br />

assicurare la copertura delle posizioni CAP più critiche. I compiti più mondani del C 3 includono il<br />

monitoraggio della situazione del carburante dei caccia, l’assegnazione delle risorse degli aerei cisterna in volo,<br />

e persino assistere le CAP nel mantenimento delle loro posizioni. Quando le posizioni si trovano sul mare<br />

aperto o su grandi estensioni di deserto senza piste, ecc., i caccia potrebbero non essere in grado di mantenere le<br />

posizioni assegnate, perché gli ausili elettronici della navigazione potrebbero essere al di là della portata utile, o<br />

essere disturbati, distrutti o silenziati per negarne l’uso al nemico. Una capacità di navigazione auto-contenuta e<br />

resistente ai disturbi per ogni caccia, come quella fornita dal sistema di navigazione inerziale (inertial<br />

navigation systems – INS), ha un valore incalcolabile in tali circostanze per la riduzione del carico sul C 3 . La<br />

capacità di datalink fra caccia e controllori fornisce un’ulteriore riduzione del carico di lavoro e un’accresciuta<br />

resistenza al disturbo da parte del nemico. Anche avere più radio può aiutare a ridurre la congestione delle<br />

frequenze.<br />

La migliore tecnica di controllo varia grandemente con la situazione difensiva, ma spesso una<br />

combinazione di controllo ravvicinato e diffuso dà dei buoni risultati. Il controllo diffuso può essere emanato su<br />

una base continuativa per tenere tutte le CAP aggiornate sul quadro generale. Queste informazioni aiutano i<br />

piloti a ottenere i loro contatti sul bersaglio, a mantenere l’atteggiamento difensivo, e a pianificare le necessarie<br />

interruzioni nella copertura, come per il rifornimento. Di solito i controllori hanno un’immagine migliore della<br />

situazione difensiva complessiva rispetto ai singoli piloti; quindi, in circostanze ideali, i piloti non devono<br />

iniziare le proprie intercettazioni su contatti che gli farebbero lasciare le posizioni loro assegnate prive di<br />

sorveglianza. Quando il coordinatore della difesa decide di assegnare una CAP a una particolare bersaglio, egli<br />

deve passare la CAP, quando è fattibile, a un altro controllore e a un’altra frequenza di controllo per il controllo<br />

ravvicinato. È responsabilità del coordinatore di allocare le proprie risorse difensive (cioè CAP, GAI, SAM,<br />

ecc.) nella maniera più efficace per contrastare ogni traccia bersaglio. Delle iniziative individuali da parte dei<br />

piloti possono rendere questo compito molto più difficile o impossibile. I piloti devono comunque conservare<br />

l’autorità di attaccare qualsiasi aereo ostile che penetri nello spazio aereo loro assegnato e riportare qualsiasi<br />

avvistamento o contatto apparentemente ignoto al sistema C 3 , a giudicare dal monitoraggio delle trasmissioni<br />

del controllo radio.<br />

Sono necessari dei piani di contingenza per le situazioni in cui la rete C 3 diventi satura o le comunicazioni<br />

vengano disturbate. Spesso, in condizioni di disturbo, i piloti difensori possono comunicare con le CAP vicine,<br />

ma non col controllo centrale. In tali condizioni i piloti potrebbero doversi coordinare fra di loro o anche<br />

operare in maniera indipendente. Per avere successo in queste condizioni, i piloti devono essere<br />

precedentemente istruiti e avere una intima comprensione delle regole di ingaggio, delle procedure di rientro<br />

alla base, e della struttura e filosofia complessiva della difesa.<br />

Uno dei requisiti più importanti per una difesa aerea attiva è l’intelligenza.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

251


La rete C 3 è una maglia critica, e spesso la più debole, della difesa aerea. Come tale, i suoi problemi sono<br />

sotto costante e intenso studio da parte di tutte le maggiori potenze aeronautiche. Alcuni dei più recenti<br />

progressi sono delle piattaforme C 3 aeroportate efficaci e l’integrazione dei satelliti nel sistema come<br />

collegamenti per le comunicazioni e piattaforme per i sensori. Gli aerei C 3 e gli AIC hanno i vantaggi della<br />

flessibilità, di orizzonti radar più estesi, e della capacità di comunicazioni su linee di visuale più lunghe. Essi<br />

possono essere dispiegati rapidamente su campi di battaglia remoti, e di solito possono operare ben al di fuori<br />

dell’arena vera e propria, rendendoli meno suscettibili agli attacchi.<br />

In generale, il concetto della difesa aerea con le CAP è complesso e inefficiente, e spesso inefficace. In<br />

certi casi, tuttavia, non ci sono alternative praticabili, e nelle condizioni giuste le CAP possono essere molto<br />

efficaci. Tali condizioni sono un’area difesa di dimensioni ragionevoli per il numero e le capacità dei caccia a<br />

disposizione, un settore minaccioso limitato, e piccole penetrazioni senza scorta di caccia. Le CAP potrebbero<br />

essere richieste quando i raid devono essere affrontati a grandi distanze dalle basi operative dei caccia difensori<br />

o quando il preavviso di un attacco è insufficiente per permettere la difesa GAI.<br />

252<br />

Intercettori su allarme a terra<br />

In altre condizioni il GAI di solito fornisce una difesa aera molto più efficiente e flessibile. Quando gli<br />

intercettori possono essere basati vicino ai preziosi bersagli, essi sono in grado di contrastare attacchi<br />

provenienti da qualsiasi direzione con uguale facilità. Più caccia possono essere mantenuti armati, riforniti e<br />

pronti all’azione, sul terreno. Le comunicazioni e il controllo sono molto più affidabili, e la formazione di<br />

grandi forze di caccia per opporsi ad attacchi in massa è più pratica. I caccia necessari per eseguire le missioni<br />

GAI possono essere meno sofisticati. Mentre il caccia ideale per le CAP necessita di una grande autonomia e<br />

portata; sofisticati sensori ed equipaggiamenti per la navigazione e la comunicazione; e la capacità di essere<br />

rifornito in aria, i GAI possono essere semplici, piccoli, ed economici, accrescendo ulteriormente il probabile<br />

numero di aerei disponibili e operativi. Una velocità e un rateo ascensionale elevati (per opporsi ad attacchi da<br />

alta quota) sono attributi importanti per i caccia GAI.<br />

Non si può fare un grosso camion e domani farne un’auto da corsa. E non si può fare un grande<br />

bombardiere e il giorno dopo farne… un caccia. Le leggi fisiche dicono che hai bisogno di un altro aereo….<br />

Devi fare un solo lavoro e devi farlo bene.<br />

Colonnello Erich “Bubi” Hartmann, GAP<br />

Il concetto di GAI non è comunque privo di limiti. La difesa deve essere certa della propria capacità di<br />

rilevare le incursioni in arrivo a una distanza sufficiente per consentire il lancio, la formazione l’intercettazione<br />

e l’attacco da parte dei GAI in condizioni favorevoli. Se i caccia difensori vengono pescati sul terreno, degli<br />

attacchi a sorpresa possono essere disastrosi, non solo per i bersagli preziosi, ma per gli stessi caccia, che si<br />

qualificano di diritto come bersagli di valore. Le basi dei caccia devono anche essere situaste molto vicino agli<br />

obiettivi difesi per essere efficaci nel contrastare degli attacchi da qualsiasi direzione. Questo requisito può<br />

degradare molto la flessibilità del sistema GAI. Una ulteriore limitazione è la velocità con cui è possibile<br />

lanciare i GAI. Il numero di piste disponibili e la loro vulnerabilità ai danni bellici possono limitare le capacità<br />

del sistema. Un complesso di molte basi disperse, situate lungo tutta l’area difesa, è ideale per questo concetto.<br />

Ancora una volta, un controllo ravvicinato da parte del GCI o AIC è vantaggioso per l’impiego del GAI;<br />

ma una volta che il sistema diventa saturo, un controllo ravvicinato efficace diventa impossibile, e il controllo<br />

diffuso può essere una valida alternativa.<br />

Considerazioni sull’attacco<br />

La missione principale della CAP o del GSI è la protezione dell’obiettivo. Anche se la distruzione dei<br />

bombardieri nemici in arrivo sarebbe l’ideale, questo non è l’unico modo di raggiungere la meta. Limitarsi<br />

semplicemente a minacciare un bombardiere o una formazione di bombardieri spesso è sufficiente a fargli<br />

sganciare il carico bellico fuori dal bersaglio allo scopo di accrescere la manovrabilità e la velocità a fini<br />

difensivi. Una volta che un bombardiere sia stato costretto a sganciare i propri ordigni fuori dal bersaglio, i<br />

caccia avranno conseguito una “distruzione di missione”. Anche costringere il pilota di un aereo incursore a una<br />

manovra difensiva prolungata è spesso sufficiente a guastare la sua sincronizzazione sul bersaglio, risultando in<br />

una missione abortita (distruzione della missione) o in una accresciuta vulnerabilità nell’area dell’obiettivo.


Sfortunatamente, se il bombardiere sfugge, potrà tornare il giorno dopo, più furbo, quando i difensori<br />

potrebbero non essere altrettanto fortunati. Tuttavia, ci potrebbe volere molto meno tempo per conseguire la<br />

distruzione di una missione che quella di un aereo, consentendo ai caccia di intercettare più bombardieri in una<br />

data incursione. Bisogna prendere in considerazione questo scambio.<br />

Ciò che non mi distrugge mi rende più forte.<br />

Assioma militare prussiano<br />

Un attacco a un bombardiere singolo o a una piccola formazione di incursori non scortati a bassa quota è<br />

molto simile a uno qualsiasi degli attacchi già descritti, con qualche eccezione. Il volo e la navigazione a bassa<br />

quota richiedono un bel po’ di concentrazione da parte dei piloti dei bombardieri, lasciando poco tempo per una<br />

sorveglianza difensiva efficace. Inoltre, la maggior parte degli incursori a bassa quota sono piccoli cacciabombardieri<br />

senza armamento difensivo nell’emisfero posteriore, e sono progettati con un campo visivo<br />

limitato in tale regione. Gli attacchi a sorpresa da dietro possono quindi essere molto efficaci, tempo e<br />

armamento permettendo. Una volta avvistato un bersaglio, il pilota da caccia deve considerare se spegnere<br />

qualsiasi trasmettitore radar per evitare di essere rilevato dall’equipaggiamento RWR del nemico mentre<br />

conduce il vero e proprio attacco. se sono necessari per l’attacco stesso, questi trasmettitori possono essere<br />

riaccesi subito prima del lancio delle armi. I vantaggi e i limiti dei vari tipi di armamenti nell’ambiente a bassa<br />

quota sono stati trattati nei capitoli precedenti.<br />

Facemmo molte prove per cercare di trovare la risposta ai veloci incursori a bassa quota, ma non c’è una<br />

difesa adeguata.<br />

Air Vice-Marshal J. E. "Johnnie" Johnson, RAF<br />

Un pilota da caccia che attacca un incursore a bassa quota dall’emisfero posteriore deve essere<br />

particolarmente cauto nei riguardi di una contro-tattica estremamente pericolosa. I piloti dei bombardieri,<br />

quando vengono minacciati da dietro, sganciano spesso una bomba ritardata fatta per esplodere giusto di fronte<br />

al caccia inseguitore. Una bomba ritardata è dotata di uno strumento ad elevata resistenza aerodinamica che<br />

rallenta il suo avanzamento dopo lo sgancio, consentendo al bombardiere di guadagnare una separazione sicura<br />

prima dell’impatto dell’ordigno. Un aereo all’inseguimento tuttavia potrebbe essere preso nello schema di<br />

frammentazione dell’arma. Al primo indizio di qualcosa che cade da un bombardiere davanti, l’attaccante deve<br />

sganciarsi il più bruscamente possibile a sinistra o a destra per evitare la nube della frammentazione. Anche una<br />

rapida cabrata potrebbe funzionare, ma di solito dà una separazione minore rispetto a una virata dura e rende<br />

più difficile riunirsi alla caccia.<br />

Se è possibile, bisogna evitare completamente i caccia nemici e dedicare tutta l’attenzione all’attacco dei<br />

bombardieri. Con un aereo ad alta velocità come il P-38 ciò è del tutto possibile…Se l’attacco viene portato con<br />

agilità e si completa lo sganciamento, i caccia nemici possono essere facilmente evitati. L’attacco iniziale deve<br />

essere progettato per spezzare la formazione dei bombardieri. Se il piano ha successo, la squadriglia può<br />

suddividersi in pattuglie e procedere a cogliere i bombardieri isolati. Se la formazione non viene spezzata<br />

l’attacco della squadriglia deve essere ripetuto una seconda volta.<br />

Captain Thomas J. "Tommy" Lynch, USAAF<br />

20 Vittorie, II GM<br />

Gli incursori a bassa quota di solito non sono scortati da vicino da una difesa di caccia, poiché è più<br />

probabile che la loro presenza tradisca la posizione degli incursori. Gli attacchi in massa, tuttavia, sono un altro<br />

affare, e la scorta di caccia è una possibilità. Quindi, una delle prime considerazioni, quando si attacca una<br />

massa di bombardieri, è come affrontare la scorta. Se questa è mal posizionata e può essere evitata,<br />

generalmente è meglio farlo ed effettuare degli attacchi colpisci e scappa sui bombardieri, quindi allontanarsi<br />

prima che la scorta possa reagire. Altrimenti la scorta dovrà prima essere neutralizzata, se i caccia vorranno<br />

avere delle possibilità di infliggere serie perdite ai bombardieri senza incorrere a loro volta in un pesante attrito.<br />

Il primo e il più importante requisito per la distruzione dei bombardieri era il conseguimento del dominio<br />

dell’aria sulla scorta dei caccia americani.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

253


Uno dei mezzi più efficaci per neutralizzare la scorta dei caccia è di dedicare alcuni dei caccia difensori al<br />

compito di attaccare e ingaggiare la scorta. Quando è costretta a difendersi, la scorta viene rapidamente separata<br />

dal suo gruppo d’attacco. I caccia hanno tipicamente un’autonomia inferiore rispetto ai bombardieri, e spesso<br />

devono trasportare dei serbatoi esterni sganciabili per ottenere l’autonomia necessaria per la scorta. Per questo<br />

motivo, la scorta deve essere attaccata il prima possibile durante la missione. Se essa viene costretta a sganciare<br />

i serbatoi ausiliari parzialmente utilizzati, e a usare del carburante extra (ad esempio usando i post-bruciatori)<br />

per difendersi da un attacco precoce, i bombardieri potrebbero essere costretti ad abbandonare la missione o a<br />

completarne la maggior parte senza scorta e vulnerabili agli attacchi da parte degli altri difensori. Anche un<br />

finto attacco o una “sventagliata” da parte di pochi caccia potrebbero “scippare la scorta” efficacemente dal<br />

pacchetto d’attacco.<br />

Combattere i bombardieri prima dei caccia di scorta, alla lunga sarebbe come fare il secondo passo prima<br />

del primo.<br />

Ma se invece dei caccia, i bombardieri hanno la priorità nel combattimento, allora la difesa periferica…<br />

era assolutamente sbagliata. La continua richiesta di attaccare i bombardieri il prima possibile poteva essere<br />

soddisfatta con successo solo se gli attacchi erano effettuati in gruppi. Questo significava che ciascuno dei<br />

nostri gruppi di caccia… avrebbe attaccato una forza nemica ampiamente superiore. In un’azione come questa,<br />

i risultati erano naturalmente piccoli, e le nostre perdite dall’altro lato considerevoli. Invece di attaccare i<br />

bombardieri quando erano il più lontano possibile al di fuori della portata della loro caccia di scorta, i nostri<br />

caccia dovevano attaccare il nemico proprio quando era più forte.<br />

Se la difesa non è in grado di separare la scorta a grande distanza, alcuni dei caccia della forza d’assalto<br />

principale dovrebbero essere destinati a ingaggiare e tenere occupata la scorta mentre i restanti intercettori si<br />

concentrano sui bombardieri. Quando sono coinvo0lti diversi tipi di caccia, i migliori dogfighter vengono<br />

generalmente assegnati alla scorta, mentre quelli meno manovrabili, ma, si spera, più pesantemente armati,<br />

attaccano i bombardieri. Quando è fattibile, il numero di intercettori assegnati a ingaggiare la scorta deve essere<br />

grosso nodo equivalente al numero dei caccia della scorta, e gli intercettori restanti affronteranno i bombardieri.<br />

Nel combattimento aereo, è assolutamente essenziale volare in modo tale che il vostro avversario non<br />

possa spararvi, se ci riuscite.<br />

Capitano Oswald Boelcke, Servizio Aereo Tedesco<br />

Attaccare dei bombardieri pesanti può essere un proposito complicato, perché sono spesso ben protetti da<br />

un armamento difensivo, in particolare nell’emisfero posteriore, e di solito sono bene equipaggiati con<br />

apparecchiature per contromisure elettroniche e a infrarossi. In un ambiente pesante di ECM/IRCM,<br />

mitragliatrici e razzi non guidati sono spesso le armi più efficaci, ma dato che questi hanno portate piuttosto<br />

corte, la direzione dell’approccio a un bombardiere pesante deve essere calcolata con cura per minimizzare<br />

l’esposizione al fuoco difensivo. Insellare a breve distanza su un bombardiere pesante con armi sparanti<br />

all’indietro, in particolare in grosse formazioni nemiche, è un approccio molto poco salutare. I bombardieri<br />

sono quasi sempre meno ben difesi in certe direzioni che in altre, e bisogna trovare e sfruttare questi punti<br />

deboli. Spesso dei passaggi frontali o nella regione anteriore attraverso una formazione nemica, usando dei tiri<br />

non mirati con razzi o mitragliatrici, si dimostrano la tattica migliore. In generale, proprio come con la maggior<br />

parte delle altre strategie militari, l’approccio è di concentrare la più grande potenza di fuoco offensiva contro il<br />

punto più debolmente difeso del nemico. Pochi bombardieri possono fronteggiare le armi sparanti<br />

anteriormente di un caccia da tutte le direzioni.<br />

Se vedete degli aerei nemici, non è necessario che gli andiate dritti incontro e li attacchiate. Aspettate e<br />

guardate e usate la ragione. Osservate che tipo di formazione e di tattiche stanno usando. Osservate se c’è un<br />

ritardatario o un pilota incerto fra i nemici. Un pilota del genere sicuramente salterà fuori. Abbattete lui. È più<br />

importante buttarne giù uno in fiamme – in modo che tutti i piloti nemici possano vederlo e provarne gli effetti<br />

psicologici – che attaccare ferocemente in un dogfight di venti minuti in cui non succede nulla.<br />

Colonnello Erich "Bubi" Hartmann, GAF<br />

Parlando in generale, un attacco in massa deve essere affrontato il più lontano possibile dall’obiettivo. Le<br />

CAP a lungo raggio sono spesso in posizione per la prima intercettazione, ma purtroppo la loro forza è<br />

raramente sufficiente per avere un grande successo nel distruggere grandi numeri di aerei nemici o nello<br />

254


spezzare un grande attacco in massa, in particolare se è presente una scorta di caccia. Una CAP a lungo raggio<br />

potrebbe quindi essere adoperata meglio nel tentativo di sperare la formazione dalla sua scorta.<br />

Ci sono parecchi vantaggi nell’intercettazione precoce degli attacchi in massa. Ovviamente, più a lungo i<br />

caccia possono mantenere il contatto, più danni potranno infliggere agli attaccanti. Spesso degli attacchi<br />

determinati avranno come risultato bombardieri danneggiati e ritardatari che costituiranno facili prede più<br />

avanti nella battaglia. Gli attacchi precoci possono anche rallentare il progredire di un attacco in massa,<br />

consentendo a più caccia difensori di effettuare un’intercettazione. In molti casi dei cacciabombardieri che<br />

progettano penetrazioni a bassa quota procederanno in formazioni ammassate, possibilmente con una scorta<br />

caccia, fino a un certo punto a breve distanza dal bersaglio, e quindi si separeranno per penetrazioni individuali<br />

da rotte diverse. Questi raid di solito sono più vulnerabili a seri danni se vengono intercettati prima del punto<br />

della separazione.<br />

La domanda del momento era la quantità contro la quantità. Ammassare i nostri caccia era impossibile<br />

alla periferia e poteva essere fatto solo al centro.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Nonostante i suoi vantaggi, tuttavia, l’intercettazione precoce di un attacco in massa non sempre è<br />

possibile; potrebbe essere necessario ritardare l’attacco per far crescere il numero della forza attaccante. Per i<br />

bombardieri e i caccia di scorta è più facile difendersi da tanti piccoli attacchi scoordinati che da assalti più<br />

grandi e concentrati. A seconda delle dimensioni della scorta, della distanza rimanente fino al bersaglio, e della<br />

probabilità dell’arrivo di rinforzi, i primi intercettori che arrivano sulla scena potrebbero far meglio a<br />

“pedinare” la posizione da una buona posizione d’attacco e chiamare aiuto. Una volta che la forza dei caccia<br />

abbia raggiunto la sua probabile massima forza, o possa essere considerata abbastanza forte da affrontare la<br />

scorta in condizioni grosso modo equivalenti, l’attacco può avere inizio.<br />

Il razzo balistico ha suonato la campana a morto per il caccia intercettore.<br />

Air Vice-Marshal J. E. "Johnnie" Johnson, RAF<br />

Difesa aerea integrata<br />

Un fatto che mette in prospettiva il quadro della difesa aerea è che, in quasi tutti i conflitti a partire dalla<br />

prima guerra mondiale, un numero maggiore di aerei è andato perduto come risultato delle difese terra-aria di<br />

quanti siano stati vittima di azioni di caccia. Questo principalmente a causa del grosso volume di AAA, SAM,<br />

ecc., e del gran numero di opportunità di tiro incontrate. Tuttavia le difese terrestri, da sole, sono state<br />

raramente sufficienti a impedire la distruzione o un grave danneggiamento dei bersagli di valore. Solo delle<br />

difese caccia determinate si sono dimostrate capaci di infliggere a una singola incursione abbastanza perdite da<br />

far rinunciare all’attacco o da impedire assalti ripetuti. Le difese terrestri sono comunque una componente<br />

importante di qualsiasi sistema di difesa aerea integrata (IADS). In particolare dei bersagli di valore possono<br />

essere pesantemente fortificati con armi di superficie come ultima difesa. Uno sgancio accurato di ordigni ariasuperficie<br />

richiede una estrema concentrazione da parte dell’equipaggio dei bombardieri, anche con l’ausilio dei<br />

più sofisticati sistemi d’arma. Inoltre, la maggior parte degli ordigni aria-superficie richiede che il bombardiere<br />

voli lungo un percorso piuttosto prevedibile almeno per qualche secondo prima dello sgancio. Tale prevedibilità<br />

e la preoccupazione dell’equipaggio rendono il bombardiere più vulnerabile durante la fase di sgancio<br />

dell’attacco. Fare semplicemente in modo che il pilota del bombardiere perda la concentrazione o manovri per<br />

evitare il fuoco da terra potrebbe contribuire alla difesa riducendo la precisione dei suoi ordigni.<br />

Come detto in precedenza, quando le difese di superficie e i caccia vengono integrati negli IADS, deve<br />

esistere una zona libera di tiro nota ai caccia difensori, che devono evitarla. Quando non ci sono a disposizione<br />

delle difese di superficie adeguate per un bersaglio dal valore elevato, un CAP che orbiti sopra o vicino al punto<br />

in questione potrebbe sostituire la difesa finale. I caccia di questa CAP possono essere assai poco sofisticati,<br />

poiché di solito possono mantenere la posizione visivamente, e non è loro richiesto di intercettare i bersagli a<br />

grandi distanze. I loro piloti possono semplicemente monitorare il controllo radiodiffuso e attendere che il<br />

nemico giunga da loro. Per questa missione non è richiesta una grande velocità, ma avere una manovrabilità<br />

eccezionale e delle armi ogni-aspetto efficaci a bassa quota è di grande aiuto (ipotizzando degli incursori a<br />

bassa quota) nel fornire delle rapide opportunità di tiro su contatti ravvicinati. Anche una buona autonomia e la<br />

capacità di essere riforniti in volo sono degli attributi importanti per questi aerei.<br />

255


Dei rastrellamenti caccia offensivi contro gli aeroporti nemici e delle aree di raccolta possono essere<br />

tattiche difensive estremamente efficaci. La sincronizzazione di tali rastrellamenti è fondamentale se si vuole<br />

prendere il nemico quando è maggiormente vulnerabile. Un trucco che è stato adoperato con grande successo è<br />

il seguire i bombardieri durante il ritorno alla loro base e attaccarli durante l’approccio all’atterraggio.<br />

256<br />

Scorta d’assalto<br />

Il caccia, anche quando affronta un compito puramente difensivo, non deve mai perdere l’iniziativa sul<br />

proprio avversario.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Storicamente, la scorta è stata una delle missioni più difficili e frustranti assegnate ai caccia. La scorta è<br />

spesso proiettata in un ruolo difensivo, che tende a porla in svantaggio rispetto ai caccia nemici. Una volta che<br />

abbiano scoperto e intercettato un attacco, i caccia difensori godono dei vantaggi offensivi dell’aereo. La storia<br />

ha dimostrato che è effettivamente impossibile sigillare completamente lo spazio aereo intorno a un gruppo<br />

d’assalto, e che ci si possono attendere delle perdite quando questo viene affrontato da un attacco determinato<br />

da parte dei caccia. Tuttavia, è stato dimostrato anche che dei caccia di scorta hanno la maggiore speranza di<br />

limitare le perdite a livelli accettabili durante attacchi in massa di fronte a tale opposizione. Ovviamente delle<br />

perdite “accettabili” sono pari a zero per gli equipaggi dei caccia incaricati della protezione degli assaltatori, e<br />

la natura irrealistica di questo obiettivo accresce la frustrazione della missione.<br />

La potenza aerea del bombardiere non può svilupparsi dove i caccia nemici hanno la superiorità aerea.<br />

Air Vice-Marshal Raymond Collishaw, RAF<br />

62 Vittorie, I GM e Rivoluzione Bolscevica<br />

Un punto luminoso in questo quadro è che sembra che i giorni degli attacchi delle formazioni di massa<br />

siano contati.<br />

Molti fattori hanno contribuito a questa tendenza, incluse le dimensioni ridotte delle flotte di bombardieri<br />

(rendendo qualsiasi perdita ancor più significativa), l’avvento di armi terra-aria ancor più letali (specialmente i<br />

SAM), la maggiore velocità dei bombardieri, e una letalità grandemente accresciuta degli ordigni ariasuperficie<br />

(il che richiede meno bombardieri per distruggere un dato bersaglio). Queste tendenze hanno portato<br />

a preferire delle penetrazioni a bassa quota, per le quali una scorta caccia ravvicinata può essere più una noia (a<br />

causa della maggiore possibilità di rilevazione) che un vantaggio.<br />

Un caccia può eseguire questo compito puramente difensivo solo prendendo l’iniziativa dell’offensiva.<br />

Un caccia non deve mai aspettare di essere attaccato perché allora perde la possibilità di agire. Il caccia deve<br />

cercare la battaglia in aria, deve trovare il suo avversario, attaccarlo, e abbatterlo.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

La spazzata caccia fornisce probabilmente il mezzo più efficace per la partecipazione di un aereo da<br />

caccia a una penetrazione. Una spazzata prima dell’assalto, strettamente sincronizzata con gli attacchi di<br />

penetrazione, può essere condotta al fine di ostacolare o impedire il lancio e la formazione dei GAI. Le spazzate<br />

possono anche essere di aiuto ingaggiando e tenendo occupati i caccia delle CAP (in particolare quelli vicino<br />

all’area del bersaglio) per impedire loro di disturbare i bombardieri durante l’attacco vero e proprio o lungo le<br />

rotte di ingresso e uscita dei bombardieri. Molto del successo di queste spazzate dipende in maniera pesante<br />

dalle rispettive capacità delle reti C 3 amiche e nemiche nella battaglia. Spesso qui i difensori hanno un<br />

vantaggio che può essere sfruttato per evitare il contatto coi rastrellamenti e concentrarsi sui bombardieri.<br />

A volte, tuttavia, anche le penetrazioni procedono come formazioni di massa fino a quando non giungono<br />

vicino all’area del bersaglio. Questo, e la possibile necessità di proteggere altri tipi di aerei, come i trasporti, in<br />

un ambiente ostile, richiede che vengano compresi i principi della scorta.<br />

La scorta caccia è essenzialmente la difesa puntuale di un bersaglio mobile, sicché la maggior parte dei<br />

principi appena discussi possono essere applicati con alcune modifiche. Dato che gli attacchi aerei vengono<br />

presumibilmente condotti su territorio ostile a una certa distanza dagli aeroporti amici, il concetto dei GAI in<br />

genere non è applicabile. Un concetto analogo, quello del “caccia parassita”, è stato oggetto di sperimentazione<br />

fin dalla prima guerra mondiale. Questa idea implicava il trasporto di un piccolo caccia a bordo di un grande


ombardiere; il caccia poteva essere sganciato per la difesa se il bombardiere era attaccato, e quindi poteva<br />

essere nuovamente recuperato dal bombardiere dopo il combattimento. probabilmente a causa degli svantaggi<br />

nel carico utile e della complessità operativa, tuttavia, tale concetto non è mai stato messo in pratica.<br />

L’impiego di rastrellamenti caccia indipendenti a fini difensivi è già stato considerato; questa discussione<br />

si focalizza su altri concetti della scorta caccia. In generale, ci sono quattro tipi di scorta che si sono evoluti e si<br />

sono dimostrati utili per la missione di scorta assalto. Qui verranno definiti scorta di ricezione, scorta a distanza,<br />

scorta distaccata, e scorta ravvicinata. La scorta di ricezione ha il compito di incontrare la forza d’assalto di<br />

ritorno dal bersaglio e di sorvegliarne la ritirata contro caccia nemici all’inseguimento. La scorta a distanza può<br />

prendere la forma di una spazzata caccia davanti o lungo i fianchi del gruppo d’assalto, che procede insieme al<br />

corpo principale, ma in genere non entro il raggio visivo. Le scorte a distanza possono anche essere posizionate<br />

su punto geografico fisso lungo una linea fra il gruppo d’assalto e gli aeroporti nemici, o fra il bersaglio e le<br />

basi nemiche, nel più convenzionale ruolo delle CAP. La scorta distaccata viene posizionata più vicino al corpo<br />

principale, di norma entro il raggio visivo. Ha il compito di intercettare e ingaggiare i caccia ostili nei punti di<br />

attacco più verosimili. La scorta ravvicinata, come dice il nome, è strettamente legata alla forza d’assalto per la<br />

difesa finale, analogamente alle CAP sulla verticale nella difesa puntuale. Si può impiegare uno o tutti questi<br />

concetti, come pure dei rastrellamenti caccia indipendenti, a seconda delle risorse disponibili e dell’opposizione<br />

prevista.<br />

Scorta di ricezione<br />

La scorta di ricezione è destinata a fornire dei rinforzi difensivi in un momento in cui è probabile che ce<br />

ne sia un gran bisogno. Una pesante opposizione tende a consumare e disperdere i caccia di scorta, riducendone<br />

l’efficacia. È probabile che anche il corpo principale sia maggiormente disperso a causa di aerei danneggiati o<br />

ritardatari, rendendo più difficile la difesa. Inoltre, molti degli aerei della scorta originaria potrebbero avere una<br />

certa scarsità di munizioni o carburante, o potrebbero essere danneggiati a loro volta, risultando in un’efficacia<br />

ridotta. Una scorta di ricezione può anche fornire protezione a dei bombardieri infiltrati al momento della<br />

ritirata, spesso conducendo dei rastrellamenti sui corridoi d’uscita. Anche se a questo punto la missione di<br />

assalto è essenzialmente completa, il nemico potrebbe ancora raggiungere il proprio obiettivo se riuscisse a<br />

infliggere delle perdite abbastanza pesanti durante questo intervallo vulnerabile per impedire ulteriori attacchi.<br />

La scorta di ricezione fornisce una difesa fresca, una protezione aggiuntiva per gli aerei danneggiati o isolati, e<br />

scoraggia degli intrusi nemici che potrebbero pedinare la forza d’attacco durante il ritorno. Questa missione<br />

viene spesso affidata ai GAI che erano stati trattenuti durante l’attacco come parte delle difese delle basi.<br />

L’autonomia e il grado di complessità di questi aerei possono essere considerevolmente inferiori a quelli dei<br />

caccia di scorta principali.<br />

Introducemmo i “Caccia di accoglienza”: squadriglie o pattuglie di caccia erano inviate a volte fino alla<br />

costa inglese per incontrare le formazioni, spesso rotte e battute, lungo il viaggio di ritorno, e proteggerle dai<br />

caccia nemici all’inseguimento.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Scorta a distanza<br />

Spesso la scorta a distanza comincia come una spazzata caccia sincronizzata per procedere a una certa<br />

distanza davanti al corpo principale. La sua rotta di volo in genere segue quella del gruppo d’assalto, ma a un<br />

certo punto potrebbe essere deviata per un attacco di diversione su una altro bersaglio (questo tipo di finta è<br />

stato trattato in un certo dettaglio prima in questo capitolo in congiunzione con le tattiche di spazzata caccia).<br />

La missione usuale per la scorta remota è di ripulire la rotta d’attacco prevista dai caccia nemici, generalmente<br />

per tutta la strada verso il bersaglio. Di solito tale scorta viene posizionata direttamente davanti o nella regione<br />

anteriore del corpo principale, ed è destinata a sorprendere gli intercettori ostili che si dirigono o che si stanno<br />

mettendo in formazione per attaccare il gruppo d’assalto. Dato che la loro intenzione è di sorprendere, queste<br />

scorte spesso fanno il loro ingresso a bassa quota per evitare di essere rilevati dai radar nemici, ma la loro quota<br />

deve essere coerente con la minaccia prevista. Se le viene assegnato il compito di ingaggiare le difese aeree<br />

nemiche nell’area del bersaglio, la scorta a distanza deve prevedere di raggiungere il bersaglio abbastanza<br />

vicino al momento previsto per l’attacco, perché l’autonomia di combattimento le consenta di restare ingaggiata<br />

fino al completamento dell’at-tacco e al ritiro dei bombardieri.<br />

257


Un’altra probabile missione della scorta remota è la creazione di una CAP per bloccare la probabile rotta<br />

di intercettazione dei caccia nemici lanciati dagli aeroporti ostili. Spesso la scorta remota procederà per un certo<br />

tempo lungo la rotta d’attacco prevista come spazzata, quindi si allontanerà dalla rotta di ingresso principale per<br />

preparare una posizione di bloccaggio. Questo sganciamento è spesso una buona opportunità per eseguire un<br />

finto attacco sull’aeroporto nemico per confondere la rete delle difese.<br />

Noi piloti da caccia preferivamo certamente la “caccia libera durante l’approccio e sull’area del<br />

bersaglio”. Questo infatti dà il più grande sollievo e la migliore protezione per la forza dei bombardieri, anche<br />

se forse non un senso diretto di sicurezza.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Scorta distaccata<br />

Nello schermo difensivo vengono poi le scorte distaccate, posizionate strategicamente intorno al corpo<br />

principale per ingaggiare precocemente gli intercettori nemici nel loro approccio verso l’attacco. Le posizioni<br />

ideali per le scorte distaccate dipendono dalle capacità delle armi amiche e nemiche e dalla natura degli attacchi<br />

previsti. Una scorta distaccata può essere collocata idealmente dove può rilevare e ingaggiare qualsiasi caccia<br />

ostile prima che possa tirare sugli aerei della forza d’as-salto. Le considerazioni includono la probabile<br />

geometria di intercettazione del nemico e la portata di tiro massima efficace, e la manovrabilità, il tempo di<br />

reazione e i limiti delle armi della scorta.<br />

La figura 9-2, che rappresenta una formazione d’assalto con vari involucri di armi amiche e nemiche<br />

sovrapposti, illustra come alcuni dei fattori siano interrelati. La figura mostra anche la verosimile geometria<br />

d’attacco nemica e le posizioni rappresentative delle scorte distaccate per contrastare questi attacchi. Per<br />

opporsi a un attacco con dei missili dalla regione anteriore (FQ), le scorte sono stazionate nella regione<br />

anteriore sinistra e destra della forza d’assalto, abbastanza lontane davanti ai bombardieri perché gli intercettori<br />

ostili possano essere ingaggiati dalle armi FQ della scorta prima che il nemico raggiunga la distanza di tiro<br />

contro i bombardieri. Anche la separazione laterale delle scorte anteriori rispetto alla forza d’assalto lascia dello<br />

spazio di manovra per ingaggiare degli intercettori che effettuino degli attacchi frontali o FQ con armi a breve<br />

raggio. A tale scopo la separazione laterale fra le due scorte anteriori deve essere nell’ordine da due a quattro<br />

volte il raggio di virata dei caccia, ma questa distanza potrebbe aver bisogno di essere modificata per<br />

considerazioni di visibilità.<br />

Esse devono essere posizionate davanti al bombardiere di testa almeno a una distanza pari alla portata di<br />

tiro delle armi a breve raggio del nemico. Potrebbe essere necessario accrescere questa distanza per fornire una<br />

copertura dalla minaccia di missili FQ a lungo raggio, come mostrato. Ovviamente la forza d’assalto sarà<br />

estremamente vulnerabile ad attacchi con missili FQ se la scorta non è equipaggiata allo stesso modo. Negare<br />

tale possibilità sarà probabilmente responsabilità delle scorte a distanza. L’altitudine per la scorta anteriore è<br />

tipicamente vicina a quella della forza d’assalto, forse un po’ più in alto per dare una risposta più rapida ad<br />

attacchi a breve raggio con razzi o mitragliatrici, o possibilmente un po’ più in basso per avere la visuale verso<br />

l’alto per una migliore rilevazione radar e guida delle armi FQ.<br />

258


Un compromesso fra [la caccia libera e la scorta ravvicinata] era la “protezione estesa”, in cui i caccia<br />

volavano ancora in contatto visivo con la forza di bombardieri, ma era loro consentito di attaccare qualsiasi<br />

caccia nemico che si avvicinasse alla forza principale.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Similmente, le scorte posteriori sono posizionate dietro alla forza d’assalto per fare la guardia contro gli<br />

attacchi RQ.<br />

Questi elementi sono generalmente stazionati vicino alla portata massima delle armi RQ del nemico<br />

rispetto ai bombardieri in coda alla forza d’assalto. Quando entrambe le parti sono equipaggiate con armi simili,<br />

questo dovrebbe consentire la rilevazione e l’ingaggio degli attacchi RQ prima che possano diventare delle<br />

grosse minacce al gruppo d’assalto. Se la portata massima delle armi è considerevole, tuttavia, o se le armi del<br />

nemico hanno una portata superiore a quelle della scorta, la protezione posteriore potrebbe richiedere elementi<br />

di scorta aggiuntivi posizionati più vicino alla forza d’assalto. Altrimenti il nemico potrebbe essere in grado di<br />

scivolare dentro da un lato del gruppo d’assalto per un attacco a breve distanza restando al di fuori della portata<br />

di tiro efficace della scorta posteriore. Ogni volta che ingaggia dei caccia ostili, la scorta posteriore deve essere<br />

particolarmente sicura che non ci sia un’arma guidata agganciata su un aereo amico.<br />

La separazione laterale per le scorte posteriori può essere generalmente un po’ inferiore a quella degli<br />

elementi anteriori, poiché è poco probabile che agli elementi posteriori sia richiesto di virare per più di 90° per<br />

ingaggiare una minaccia al gruppo d’assalto. Una separazione di una o due volte il raggio di virata dei caccia<br />

dovrebbe essere adeguata fra gli elementi posteriori. La quota degli elementi posteriori è tipicamente un po’ più<br />

elevata di quella del gruppo d’assalto per fornire una maggiore energia potenziale per una rapida reazione. Dato<br />

che questo scenario ipotizza una opposizione di caccia, e che gli aerei in coda in qualsiasi formazione sono i più<br />

vulnerabili agli attacchi, alla scorta vengono spesso aggiunti degli ulteriori elementi in scia per proteggere<br />

l’emisfero posteriore dei caccia stessi. Questi elementi aggiuntivi, detti a volte “retroguardia” o “copertura<br />

superiore”, generalmente seguono gli elementi posteriori rappresentati nella figura 9-2 a una distanza che<br />

permetta un facile contatto visivo e sfalsati più in alto. Se sono disponibili più elementi di retroguardia, questi<br />

possono essere aggiunti in coda all’ultimo, ognuno scaglionato più in alto o più in basso rispetto all’elemento<br />

che lo precede, all’infinito. La retroguardia può anche agire come riserva, muovendosi per riempire i vuoti<br />

creati nella difesa quando la scorta ingaggia degli attacchi ostili.<br />

Gli altri elementi di scorta rappresentati nella figura 9-2 sono i fiancheggiatori su entrambi i lati del<br />

gruppo d’assalto.<br />

Questi sono essenzialmente tappabuchi tra gli elementi anteriori e posteriori, e la loro missione è di fare la<br />

guardia contro attacchi che tentino di separare le difese. A seconda delle dimensioni della formazione nel suo<br />

complesso e delle armi coinvolte, potrebbero essere richiesti diversi elementi di fiancheggiamento, o nessuno.<br />

Questi elementi sono a volte rialzati notevolmente più in alto rispetto al gruppo d’assalto e spostati lateralmente<br />

per fare la guardia contro attacchi in picchiata quasi verticale dall’alto.<br />

Ogni qualvolta siano disponibili delle risorse, ciascuno degli elementi delle scorte distaccate descritte<br />

deve essere composto da almeno due elementi per la protezione reciproca. La scorta distaccata serve da prima<br />

linea difensiva contro un attacco di caccia, ed è estremamente verosimile che venga ingaggiata dal nemico.<br />

Anche la velocità dei caccia di scorta è importante, per il potenziale di manovra sia offensivo che difensivo.<br />

Dato che la velocità di un gruppo d’assalto, specialmente quando è a pieno carico diretto verso un bersaglio,<br />

può essere notevolmente inferiore della velocità di manovra desiderata dalla scorta, viene spesso impiegata la<br />

spola. I caccia di scorta possono fare la spola avanti e indietro per ritardare il loro avanzamento pur mantenendo<br />

un’elevata velocità all’aria. Bisogna avere cura che la spola non degradi la sorveglianza visiva all’interno di un<br />

elemento o non lo porti lontano dalla propria posizione.<br />

La disciplina è un fattore chiave nel successo della scorta distaccata. A differenza di una spazzata o di una<br />

scorta a distanza, la scorta distaccata è legata al gruppo d’assalto e deve evitare l’ingaggio con qualsiasi caccia<br />

nemico che non minacci direttamente la forza d’attacco. Ci si può attendere che il nemico adoperi inganni e<br />

finti attacchi per attirare i caccia di scorta. I caccia ostili che sembrano avvicinarsi a una posizione d’attacco<br />

devono essere ingaggiati offensivamente dalla scorta distaccata. Ogni qualvolta un attacco si allontani dal<br />

gruppo d’assalto, tuttavia, la scorta all’inseguimento deve tornare immediatamente alla propria posizione<br />

assegnata.<br />

259


Quando si scortano dei bombardieri, è una buona idea estendersi sui lati, davanti e dietro e colpire i caccia<br />

nemici prima che possano arrivare alla formazione dei bombardieri, ma non correte verso una caccia selvaggia<br />

lasciando i bombardieri privi di protezione.<br />

Major George Freddy, Jr., USAAF<br />

260<br />

Scorta ravvicinata<br />

La dottrina della scorta ravvicinata fa stazionare dei caccia sopra, sotto, intorno e in mezzo agli aerei dello<br />

stesso gruppo d’assalto. In un ambiente con sole mitragliatrici, la scorta ravvicinata e quella distaccata possono<br />

essere la stessa cosa, vista la breve portata delle armi coinvolte. Altrimenti, gli scopi della scorta ravvicinata<br />

sono analoghi a quelli della CAP verticale nella difesa puntuale; cioè, rispondere ad attacchi da qualsiasi<br />

direzione, e respingere un nemico negli stadi finali del suo attacco. Dei bombardieri pesantemente armati<br />

possono assumersi da soli questo compito.<br />

La scorta distaccata normalmente serve da allerta per questo sistema, rilevando i raid in arrivo e<br />

riportandoli alla scorta ravvicinata. I caccia più vicini nella scorta ravvicinata quindi lasciano il gruppo<br />

d’assalto per assistere la scorta distaccata con un attacco “centrifugo” sugli aerei nemici. Una manovrabilità<br />

eccezionale e armi ogni-aspetto (che possono includere mitragliatrici e razzi non guidati) sono attributi preziosi<br />

per la missione della scorta ravvicinata. Una grande velocità e sofisticazione non sono dei requisiti, poiché tutti<br />

gli attacchi sono a vista, col nemico che viene verso la scorta ravvicinata. La dottrina della scorta ravvicinata di<br />

solito non è molto efficace se non è combinata con una scorta distaccata per l’allarme anticipato sui raid in<br />

arrivo. Senza tale preavviso, gli attaccanti arrivano spesso nel gruppo d’assalto prima che possano essere<br />

rilevati e ingaggiati.<br />

Per ciascun gruppo [di bombardieri] fornivamo una squadriglia di P-38 per la copertura ravvicinata e una<br />

squadriglia per quella superiore. Le altre due squadriglie di P-38 effettuavano una spazzata da tre a cinque<br />

minuti davanti ai bombardieri…. Eravamo generalmente in grado di prendere contatto con le principali<br />

concentrazioni di caccia [giapponesi] e di tenerli troppo indaffarati per riuscire a fare qualcosa di simile a un<br />

attacco coordinato contro i bombardieri.<br />

Colonel Charles W. King, USAF<br />

Scorta caccia integrata<br />

Una ipotetica missione di scorta assalto potrebbe chiarire come tutte le varie tattiche delineate in questa<br />

sezione possono giocare insieme. La figura 9-3 fissa la scena della missione. Il gruppo d’assalto intende seguire<br />

le rotte d’ingresso e di uscita indicate per un finto attacco sull’aeroporto nemico a nord-est, vira a sinistra subito<br />

prima di questo aeroporto per attaccare il vero bersaglio, quindi si dirige direttamente verso la base. Per dare<br />

maggiore credibilità alla trappola, una spazzata caccia indipendente viene mandato su una rotta completamente<br />

diversa per colpire l’aeroporto nemico a nord-est, una tattica che ci si potrebbe attendere come parte di un<br />

processo di ammorbidimento precedente a un attacco. Questa spazzata è destinata ad attirare i GAI nemici in<br />

battaglia, provocando un consumo delle risorse difensive. La speranza è che, nel momento in cui la vera forza<br />

d’assalto attraversa l’area, la maggior parte dei caccia ostili di questo aeroporto sia ingaggiata, distrutta o con<br />

poco carburante.


Nel frattempo il corpo principale, che consiste della forza d’assalto stessa, della scorta distaccata e di<br />

quella ravvicinata, procede lungo la rotta di ingresso. A precedere questa forza di pochi minuti c’è la scorta a<br />

distanza, composta da tre elementi, il cui compito è di liberare la strada dagli intercettori nemici o dalle CAP<br />

che potrebbero trovarsi in attesa.<br />

Nella figura 9-4 la forza d’assalto ha effettuato la virata verso il bersaglio previsto e sta oltrepassando<br />

l’aeroporto nord-orientale in battaglia. Gli elementi della scorta remota si sono separati e stanno procedendo<br />

verso missioni diverse.<br />

L’elemento centrale prosegue dritto verso l’area del bersaglio per ingaggiare qualsiasi caccia ostile che<br />

possa trovarsi nelle vicinanze, oppure (il cielo non voglia) per sopprimere le difese di superficie. Gli elementi di<br />

sinistra e di destra della scorta a distanza si dirigono verso le posizioni CAP assegnate per bloccare possibili<br />

interferenze da uno dei due aeroporti nemici.<br />

261


La figura 9-5 mostra il bersaglio sotto attacco da parte della forza d’assalto e le due CAP d’arresto in<br />

posizione. Una volta che la forza d’assalto giunge sul bersaglio, la scorta a distanza, già sul posto, viene rilevata<br />

dalle scorte distaccate e ravvicinata ed è libera di riprendere una spazzata per ripulire la rotta di uscita. La<br />

spazzata caccia indipendente assegnata all’aerodromo nord-orientale ha già raggiunto il livello di carburante per<br />

lo sganciamento e sta a sua volta dirigendo verso la base. Nel frattempo, una scorta di ricezione è in arrivo per<br />

una spazzata sull’aerodromo sud-occidentale nemico.<br />

Infine, la figura 9-6 rappresenta la forza d’assalto che, dopo aver completato il proprio attacco, esce<br />

dall’area accompagnata dalle sue scorte distaccate e ravvicinata. Le scorte a distanza, nel frattempo, hanno<br />

terminato le loro CAP stazionarie e stanno a loro volta lasciando l’area. Il momento della loro uscita è stato<br />

specificato in base al momento dell’attacco sul bersaglio, in modo da fornire una specie di schermo mobile per<br />

la forza d’assalto, per coprire il corpo principale dagli aeroporti ostili. Dato che probabilmente la scorta a<br />

distanza non ha il contatto visivo col corpo principale per la maggior parte della missione, una severa adesione<br />

alla sincronizzazione con l’attacco è fondamentale per massimizzare l’efficacia. Anche la scorta di ricezione ha<br />

sincronizzato la propria spazzata sull’aeroporto sud-occidentale perché coincidesse con l’approccio della<br />

formazione di bombardieri in ritirata. Dopo il passaggio del corpo principale, la scorta di ricezione si ritira<br />

lungo la rotta di uscita generica dei bombardieri.<br />

262


All’inizio anche la scorta americana commetteva degli errori tattici. Invece di operare offensivamente<br />

contro le nostre unità di caccia, si limitavano a una scorta diretta ravvicinata. Cercavano di respingere i nostri<br />

attacchi nelle immediate vicinanze dei bombardieri. Così facendo attraversarono le stesse esperienze negative<br />

da noi fatte sull’Inghilterra e su Malta: il pilota da caccia che non è sempre e dovunque offensivo perde<br />

l’iniziativa dell’azione. I cacciatori americani impararono e si corressero. Dopo il gennaio del 1944, passarono<br />

ad aggressivi combattimenti da liberi-tutti nel settore di approccio.<br />

Questo esempio dimostra, senza nemmeno addentrarsi nelle sottigliezze su come ciascun elemento<br />

avrebbe portato a termine la propria missione di fronte a un’opposizione, come la pianificazione e il<br />

coordinamento di una scorta-assalto possa essere un affare molto complesso. Dovrebbe essere evidente anche<br />

come possano essere necessarie una grande quantità di risorse di caccia per una missione simile. Se non sono<br />

disponibili delle risorse adeguate (e raramente lo sono), bisogna assegnare alcune priorità. Di norma l’elemento<br />

più efficace nella difesa del gruppo d’assalto è la scorta a distanza, seguita da vicino da rastrellamenti di caccia<br />

indipendenti (ma coordinati). Di solito bisogna assegnare alcuni caccia a queste missioni prima di considerare<br />

altri concetti di scorta. Le scorte distaccate si sono dimostrate di poco inferiori nell’efficacia. Se sono<br />

disponibili degli altri aerei, essi possono essere assegnati come scorta ravvicinata o di ricevimento a seconda<br />

dei requisiti previsti e dell’efficacia di queste tattiche. Anche se il ruolo complessivo della scorta caccia è<br />

difensivo, si può ottenere una maggiore efficacia mantenendo un atteggiamento offensivo attraverso un impiego<br />

aggressivo dei rastrellamenti caccia e delle scorte a distanza. Anche le scorte distaccate devono cercare di<br />

essere offensivi attraverso una rilevazione precoce dei caccia nemici, ma la loro aggressione deve essere<br />

mitigata da una notevole disciplina se si vuole mantenere l’integrità della scorta.<br />

263


264<br />

Capitolo10<br />

Intercettazioni tattiche<br />

Affronta il nemico con la punta della tua spada sul suo volto.<br />

Miyamoto Musashi<br />

Fin dall’introduzione del radar nello scenario del combattimento aereo durante la seconda guerra<br />

mondiale, i suoi vantaggi sono stati ampiamente riconosciuti e accettati. Tali vantaggi includono un<br />

avvertimento a lunga distanza dell’avvicinarsi degli aerei ostili, una migliore efficienza nell’intercettazione di<br />

questi aerei, e la capacità di dare ai caccia amici un vantaggio iniziale sul nemico. Di notte o con scarsa<br />

visibilità, il radar può costituire il solo mezzo pratico per impiegare i caccia; ma anche con una buona visibilità<br />

e con la luce del giorno, i vantaggi del radar possono essere fondamentali per il successo di qualsiasi missione<br />

di caccia. Un esempio evidente è l’impiego del radar fatto dagli inglesi durante la Battaglia d’Inghilterra.<br />

L’allarme precoce sugli attacchi tedeschi consentiva agli inglesi di adoperare il più efficiente concetto di difesa<br />

dei GAI al fine di fare l’uso più efficace di risorse di caccia limitate, per intercettare le incursioni in arrivo alla<br />

massima distanza dai loro obiettivi, per evitare i rastrellamenti dei caccia tedeschi, e, di solito, per avvistare per<br />

primi il nemico.<br />

La teoria operativa del radar e alcune delle tecniche e dei limiti impliciti del suo impiego sono stati trattati<br />

nel primo capitolo di questo volume. I radar possono essere classificati in base al loro impiego per l’allarme<br />

precoce, l’acquisizione o la guida. I radar per l’allarme precoce sono generalmente sistemi a bassa frequenza e<br />

con grande lunghezza d’onda, che richiedono grandi antenne. Le loro dimensioni in genere ne precludono<br />

l’installazione sui caccia, quindi vengono impiegati principalmente per il controllo GCI/AIC. Sono<br />

caratterizzati da una portata relativamente lunga e da una scarsa risoluzione.<br />

Un singolo aereo bersaglio su un radar per allarme precoce può essere raffigurato sullo schermo del<br />

controllore come un “bip” di luce che rappresenta diverse miglia di ampiezza, e molti aerei vicini possono<br />

apparire come un singolo bersaglio. Con l’uso di tale equipaggiamento il controllo si limita a portare i caccia<br />

abbastanza vicini al bersaglio per potergli subentrare, o col proprio equipaggiamento con una risoluzione<br />

superiore o visivamente.<br />

I radar dei caccia sono generalmente del tipo per acquisizione, che ha frequenze più elevate, delle antenne<br />

più piccole, portate inferiori, e una migliore risoluzione. Spesso hanno la capacità di “tracciare” un bersaglio<br />

per avere informazioni più dettagliate sulla sua posizione relativa, velocità, altitudine, ecc. Spesso questi radar<br />

sono anche in grado di guidare delle armi aria-aria verso il bersaglio; ovvero, possono anche servire da radar<br />

per la guida. I progressi nei radar e nei microprocessori rendono oggi possibile persino identificare un bersaglio<br />

direttamente attraverso la sua segnatura radar. Il ritorno dei cosiddetti radar a “onda millimetrica”, piuttosto che<br />

mostrare solo un bip come bersaglio, possono realmente raffigurare una sagoma riconoscibile del bersaglio. In<br />

genere, tuttavia, questa capacità non è disponibile per i caccia attuali, quindi vengono impiegati altri mezzi di<br />

identificazione. Quella visiva è la più comune, ma ci sono anche diversi sistemi di identificazione elettronica.<br />

Ogni sistema ha i suoi limiti: la VID dipende dalla visibilità e ha una portata relativamente breve, mentre l’EID<br />

è a volte inaffidabile e soggetta a inganni e disturbi.<br />

Questo capitolo è pensato per fornire uno sguardo su alcune delle considerazioni coinvolte nelle<br />

intercettazioni radar descrivendo alcune delle più comuni tattiche di intercettazione. Lo spazio di tale<br />

discussione è generalmente limitato a condizioni di visibilità con luce diurna. Ovviamente non è possibile<br />

includere qui tutte le possibili tattiche di intercettazione, ma si è tentato di presentare degli esempi<br />

rappresentativi che possano fornire le opzioni per ricoprire la maggior parte delle situazioni tattiche.<br />

Nessuno può dire a un altro cosa fare in un futuro combattimento aria-aria…. In questo gioco, si richiede<br />

moltissimo al singolo di “suonare a orecchio”.<br />

Major Frederick C. "Boots" Blesse, USAF


Terminologia dell’intercettazione<br />

Prima di procedere con la discussione delle specifiche tattiche di intercettazione, è necessario definire una<br />

certa terminologia. La figura 10-1, che mostra un bersaglio e un intercettore su rotte convergenti, illustra dei<br />

termini di uso frequente. La linea intera fra i due aerei rappresenta la linea visiva (LOS) del radar. L’angolo fra<br />

la LOS e la rotta del bersaglio è nota come angolo di aspetto del bersaglio (TAA), aspetto del bersaglio, o<br />

semplicemente “aspetto”. Questo può essere calcolato automaticamente da un sofisticato radar tracciatore, o<br />

mentalmente dal pilota intercettore sulla base della direzione [bearing] del bersaglio (l’orientamento della LOS<br />

rispetto al nord magnetico) e alla stima del GCI della sua rotta magnetica.<br />

La separazione laterale è la distanza perpendicolare fra l’intercettore e il percorso di volo del bandito.<br />

Tale quantità viene di solito stimata dal pilota ed è una funzione di distanza e aspetto del bersaglio. La<br />

separazione laterale è importante se l’intercettore progetta di effettuare una “virata di conversione” contro<br />

l’emisfero posteriore del bandito, poiché bisogna tenere conto del raggio di virata dell’intercettore. La quantità<br />

di separazione laterale, o “spostamento”, richiesta, è una funzione del raggio di virata previsto dell’intercettore<br />

e della quantità di virata necessaria a completare l’intercettazione.<br />

Questa conversione viene spesso descritta dal numero di gradi per i quali l’intercettore deve virare per<br />

mettersi in parallelo alla rotta del bersaglio, e viene chiamata “degrees to go” (DTG). Il DTG si determina<br />

calcolando la differenza fra la rotta dell’intercettore e la rotta stimata del bandito.<br />

A date velocità di bersaglio e intercettore, quest’ultimo può adoperare dei cambiamenti di rotta per<br />

controllare lo spostamento. Ipotizziamo che se entrambi gli aerei proseguissero sulla loro rotta attuale in questo<br />

esempio finirebbero per entrare in collisione. In questo caso si dice che l’intercettore è in “rotta di collisione”.<br />

L’angolo fra il muso dell’intercettore (rotta) e la LOS del bersaglio è conosciuto come angolo di trascinamento<br />

dell’antenna (ATA), la direzione relativa del bersaglio, o angolo di anticipo (angolo di ritardo se l’intercettore<br />

punta il muso dietro al bersaglio). Quando l’intercettore è su una rotta di collisione, l’angolo di anticipo e la<br />

direzione del bersaglio rimangono costanti, e la distanza del bersaglio diminuisce. La direzione costante del<br />

bersaglio viene chiamata “direzione di collisione”, e l’angolo di anticipo (o ATA) si approssima all’aspetto del<br />

bersaglio quando il caccia e l’intercettore hanno grosso modo la stessa velocità. Finché l’intercettore mantiene<br />

la rotta di collisione, la direzione del bersaglio/ATA, e l’aspetto del bersaglio restano costanti. Se l’intercettore<br />

vira di pochi gradi a destra in questo caso, e quindi vola dritto, l’ATA continuerà a crescere e l’aspetto del<br />

bersaglio diminuirà finché l’intercettore non incrocia davanti al bersaglio.<br />

Viceversa, se l’intercettore vira di pochi gradi a sinistra della rotta di collisione (verso il bersaglio), e<br />

quindi vola dritto, sembrerà che il bersaglio continui a “derivare” verso il muso dell’intercettore (diminuirà<br />

l’angolo di anticipo) finché il bersaglio non incrocia davanti al muso dell’intercettore. Nel frattempo aumenterà<br />

265


l’aspetto del bersaglio. Una radicale virata a sinistra da parte dell’intercettore, che lo ponga su una rotta<br />

reciproca rispetto a quella del bersaglio, e ad essa parallela, mantiene costante la separazione laterale, mentre<br />

aumentano l’ATA e l’aspetto del bersaglio.<br />

Regione anteriore<br />

Descrizione<br />

Come implica il nome, nell’intercettazione nella regione anteriore (FQ) l’intercettore si avvicina al<br />

bersaglio dal davanti. Un caso particolare di intercettazione FQ è l’approccio frontale, dove l’intercettore riduce<br />

lo spostamento a zero e i due aerei convergono “becco contro becco”. La figura 10-2 illustra il caso più<br />

generale.<br />

Lo scopo dell’intercettazione FQ è di avvicinarsi al bersaglio da un particolare angolo rispetto al muso<br />

(TAA) nella sua regione anteriore. Al punto “1” di questo esempio, l’intercettore ha un contatto radar (o riceve<br />

una chiamata del GCI) che indica un bersaglio leggermente a destra del muso a una distanza piuttosto grande.<br />

Una stima della rotta del bersaglio indica che i due aerei sono su percorsi grosso modo reciproci, e che<br />

l’intercettore è spostato leggermente a destra del muso del bersaglio (aspetto destro). Il pilota dell’intercettore,<br />

in questo caso, vuole aumentare l’aspetto all’intercettazione, e così vira a sinistra, allontanandosi un po’ dal<br />

percorso di volo del bandito. Il pilota avrebbe anche potuto virare a destra, incrociando il muso del bersaglio e<br />

guadagnando dell’aspetto dal lato opposto del percorso di volo del bandito, ma dato che all’inizio c’era un po’<br />

di aspetto destro si guadagnerà più velocemente in questa direzione.<br />

Una volta sulla nuova rotta, il pilota dell’intercettore monitora la distanza decrescente e la direzione<br />

magnetica del bersaglio mentre continua a derivare verso destra. L’aspetto del bersaglio viene calcolato<br />

costantemente per assicurarsi che aumenti davvero. Quando l’aspetto del bersaglio raggiunge il valore<br />

desiderato, sarà richiesto un altro cambiamento nella rotta dell’intercettore per arrestare e mantenere tale<br />

aspetto. Questo viene fatto al punto “2” virando su una rotta di collisione. Tale rotta può essere stimata, nel caso<br />

di bersaglio e intercettore con la stessa velocità, virando finché l’angolo di anticipo non si approssima<br />

all’aspetto desiderato del bersaglio (ovvero, l’ATA di collisione è pari al TAA desiderato). Una volta che<br />

l’intercettore sia stabile sulla nuova rotta, l’ATA e la direzione del bersaglio dovrebbero rimanere costanti. Se<br />

non è così, si possono effettuare delle piccole correzioni alla rotta per arrestare la deriva del bersaglio. Si<br />

possono effettuare delle correzioni alla rotta di collisione anche nel caso in cui non si sia ottenuto l’aspetto<br />

desiderato del bersaglio. Una volta stabilitisi su una rotta di collisione, al punto “3”, gli aerei dovrebbero<br />

superarsi da molto vicino sul piano orizzontale.<br />

Le rispettive quote sono un’altra considerazione in questa come in qualsiasi altra intercettazione.<br />

L’intercettore potrebbe ricevere una stima dell’altitudine del bandito dal GCI, o la quota relativa potrebbe<br />

essere calcolata automaticamente dai sistemi d’arma o mentalmente dal pilota sulla base dell’elevazione<br />

dell’antenna del radar e della distanza del bersaglio, nello stesso modo in cui si stima lo spostamento laterale.<br />

Questo calcolo va eseguito il prima possibile nell’intercettazione, in modo che il caccia abbia abbastanza tempo<br />

per cabrare o picchiare a seconda delle necessità per raggiungere la separazione di quota desiderata<br />

all’intercettazione. Anche la quota del bersaglio deve essere monitorata per tutta l’intercettazione per rilevare<br />

qualsiasi cambiamento.<br />

266


Vantaggi e svantaggi<br />

L’intercettazione FQ è utile per stabilire una direzione di attacco iniziale per le condizioni ambientali<br />

esistenti (uscire dal sole, ecc.), o per qualche altro scopo. Molti missili ogni-aspetto (in particolare quelli a<br />

ricerca di calore) hanno capacità migliori da posizioni di tiro FQ che direttamente frontali. Anche un po’ di<br />

aspetto del bersaglio può accrescere la distanza di una possibile VID, poiché una vista di profilo del bersaglio è<br />

più grande e di solito più riconoscibile di una vista esattamente frontale.<br />

Tuttavia, aumentare o diminuire il TAA richiede del tempo, consentendo al bandito di penetrare<br />

ulteriormente verso il proprio obiettivo. Inoltre, il metodo descritto non assicura una particolare distanza dal<br />

bersaglio una volta ottenuto l’aspetto desiderato; quindi la rotta di approccio finale potrebbe essere stabilita<br />

bene al di dentro della distanza massima di tiro, e lo spostamento potrebbe essere insufficiente per l’opzione<br />

della conversione di poppa. Questo difetto può essere alleviato controllando contemporaneamente aspetto e<br />

spostamento, una tecnica trattata nel prossimo esempio. L’intercettazione FQ è anche relativamente facile da<br />

contrastare per il bandito. Ad esempio, in questo caso il bandito potrebbe effettuare una sostanziale virata<br />

(scarto) allontanandosi dall’intercettore fra i punti “1” e “2”, generando uno spostamento tale che il pilota<br />

sarebbe duramente pressato anche solo per completare l’intercettazione, figuriamoci per controllare l’aspetto<br />

del bersaglio.<br />

In seguito il bandito potrebbe virare tornando in rotta e possibilmente completare un “fine corsa” intorno<br />

all’intercettore, che potrebbe essere gettato molto indietro rispetto al bersaglio, fuori portata. La rilevazione<br />

precoce di uno scarto del bersaglio può essere difficile per l’intercettore fra i punti “1” e “2”, a seconda del<br />

grado di sofisticazione dei suoi sistemi d’arma e delle capacità del GCI. Una volta che il bersaglio si trovi sulla<br />

rotta di collisione, gli scarti sono più facili da rilevare come un semplice rateo di deriva e una variazione nella<br />

velocità di avvicinamento.<br />

Se si rimuovono le restrizioni su un particolare aspetto del bersaglio, il pericolo di uno scarto da parte del<br />

bersaglio può essere alleviato facendo virare immediatamente l’intercettore su una rotta di collisione al punto<br />

“1” e accettando qualsiasi aspetto si renda inizialmente disponibile. Questo metodo minimizza anche la<br />

penetrazione del bandito e il tempo dell’intercettazio-ne.<br />

Conversione a poppa<br />

Descrizione<br />

L’intercettazione con una conversione a poppa “converte” una situazione iniziale FQ in una posizione<br />

finale nell’emisfero posteriore per l’intercettore. La figura 10-3 rappresenta un esempio di conversione di<br />

poppa.<br />

La situazione iniziale al punto “1” è la stessa dell’esempio precedente. Questa volta, tuttavia,<br />

l’intercettore intende eseguire una conversione a poppa. Compiere tale conversione richiede una certa quantità<br />

di spostamento dal percorso di volo del bandito, che dipende da quanto l’intercettore voglia virare duramente<br />

durante la conversione finale e dalla sua reale velocità all’aria (cioè dal raggio di virata dell’intercettore). La<br />

conversione viene spesso pianificata in modo che il muso dell’intercettore sia puntato direttamente sul bersaglio<br />

per la maggior parte della virata per minimizzare l’area del caccia visibile da parte del bandito. L’intercettore<br />

deve avere grosso modo un’idea della quantità di separazione laterale richiesta. Dopo averla ottenuta, il pilota<br />

267


intercettore deve sapere a quale distanza dal bersaglio, o distanza di conversione, la virata lo porterà dietro al<br />

bandito nella posizione in scia desiderata. Prese insieme, la separazione laterale desiderata e la distanza di<br />

conversione definiscono il “punto di conversione”, che è l’obiettivo iniziale del pilota intercettore.<br />

Ipotizziamo per questo esempio che la distanza di conversione sia di 8 miglia nautiche (8 NM) con una<br />

separazione laterale di 20.000 piedi. Al punto “1” il bersaglio è lontano 30 NM e il radar dei sistemi d’arma<br />

dell’intercettore calcola circa 2° di aspetto del bersaglio. Con un po’ di ginnastica mentale l’intercettore può<br />

stimare la sua separazione laterale adoperando la formula:<br />

268<br />

100 x TAA (gradi) x Distanza (NM) = Separazione laterale (piedi).<br />

In questo caso, 100 x 2° x 30 NM = 6,000 piedi, quindi è necessaria una maggiore separazione (certi<br />

sistemi d’arma calcolano anche questa separazione per il pilota). L’intercettore quindi si allontana dal percorso<br />

di volo del bandito, avendo cura di non virare tanto da superare i limiti cardanici della sua antenna radar.<br />

L’ampiezza reale di questa virata di spostamento deve essere abbastanza grande da generare la separazione<br />

laterale richiesta prima della distanza di conversione.<br />

Fra i punti “1” e “2” il pilota intercettore monitora continuamente distanza, TAA e separazione laterale. A<br />

una distanza di 20NM, si determina un aspetto di circa 10°, che dà la separazione laterale desiderata di 20.000<br />

piedi. Adesso l’intercettore deve mantenere tale spostamento fino alla distanza di conversione (8NM). Per farlo<br />

l’intercettore vira per mettersi in parallelo alla rotta del bandito al punto “2”, e si limita a proseguire fino alla<br />

distanza di 8NM, al punto “3”. A questo punto si comincia la virata di conversione che risulta nell’intercettore<br />

che rolla alla distanza desiderata dietro al bersaglio.<br />

Questa distanza viene generalmente pianificata per essere nel cuore dell’involucro di tiro delle armi RQ<br />

dell’intercettore. Quando questa portata è corta, come per le mitragliatrici, bisogna esercitare grande cura negli<br />

stadi finali della conversione per evitare di sorpassare il percorso di volo del bandito a breve distanza.<br />

La distanza di conversione per questa intercettazione viene calcolata principalmente sul tempo richiesto<br />

all’intercettore per completare la sua virata di conversione. Questo tempo determina la distanza della rollata<br />

finale dell’intercettore dietro al bersaglio. Se la virata viene completata troppo rapidamente, il caccia potrebbe<br />

arrivare davanti al bersaglio. Una virata troppo lenta potrebbe risultare in una distanza eccessiva dietro al<br />

bandito alla rollata. Dato che il rateo di virata è collegato al raggio di virata a una data velocità, correggere il<br />

rateo di virata durante la conversione influenzerà anche il raggio di virata, su cui era basato lo spostamento<br />

richiesto. La distanza di conversione con lo spostamento appropriato di solito assume che l’intercettore arrivi al<br />

punto di conversione su una rotta reciproca rispetto al bandito (ovvero 180 DTG), come nella figura 10-3. Se<br />

non è così, bisogna effettuare una conversione, se si vuole che la geometria della conversione funzioni<br />

correttamente. Per esempio, se ci si avvicina al punto di conversione con l’intercettore che si allontana un po’<br />

dal percorso di volo del bandito (DTG maggiore di 180), la normale virata di conversione deve essere<br />

cominciata un po’ prima (ovvero a una distanza leggermente maggiore di 8NM) sicché la rotta reciproca viene<br />

raggiunta al punto di conversione. Viceversa, se il punto di conversione viene raggiunto con il caccia diretto<br />

verso il percorso di volo del bersaglio (DTG minore di 180), la virata di conversione può essere leggermente<br />

ritardata per evitare di terminarla troppo vicino al bandito. In questo caso, dato che la separazione laterale<br />

diminuirà durante il ritardo, potrebbe essere necessario anche effettuare una virata un po’ più dura per evitare di<br />

sorpassare il percorso di volo del bersaglio.<br />

Sono possibili anche delle correzioni per separazioni laterali meno che ideali. Con una separazione<br />

eccessiva, il pilota del caccia deve cominciare la virata un po’ prima (ovvero a una distanza di conversione<br />

maggiore del normale) ed eseguirla in modo più rilassato del solito. Se è disponibile una separazione troppo<br />

ridotta, la virata va ritardata e quindi eseguita più stretta del normale. La differenza di quota col bersaglio può<br />

alterare molto la separazione laterale richiesta. Le conversioni di poppa possono essere effettuate anche con una<br />

separazione laterale pari a zero da sotto (Immelmann) o da sopra (S spaccata) se la separazione verticale è<br />

adeguata. Se l’intercettore è equipaggiato di armi FQ a lungo raggio e può essere generata una separazione<br />

laterale sufficiente, l’intercettazione FQ e la conversione di poppa possono essere combinate in quello che viene<br />

chiamato attacco-riattacco. Il pilota intercettore raggiunge lo spostamento necessario, quindi vira e lancia alla<br />

distanza FQ appropriata. Quindi vira tornando su una rotta reciproca a quella del bersaglio finché non si<br />

avvicina fino alla distanza per la conversione, momento in cui completa una conversione di poppa ed effettua<br />

un attacco da dietro.


Vantaggi e svantaggi<br />

Probabilmente il vantaggio principale dell’intercettazione con conversione di poppa è che essa viene<br />

completata alle spalle del bandito in una posizione tatticamente vantaggiosa. La posizione nell’emisfero<br />

posteriore è ottima anche per l’impiego di molte armi aria-aria.<br />

Questa tecnica, tuttavia, richiede molto più tempo e carburante della rotta di collisione o dei metodi FQ, e<br />

consente al bandito di penetrare più in profondità verso il proprio bersaglio. La conversione di poppa è anche<br />

facile da contrastare, da parte del bandito, con degli scarti. Una piccola virata del bandito verso l’intercettore<br />

all’inizio di questa intercettazione eliminerà la separazione laterale, costringendo il pilota del caccia a<br />

prepararsi a una intercettazione FQ. Similmente, uno scarto che si allontani dall’intercettore potrebbe consentire<br />

al bandito di evadere del tutto dall’intercettazione e di aggirare il caccia. Questi scarti possono essere difficili da<br />

rilevare, poiché la direzione e la velocità di avvicinamento del bersaglio variano di continuo durante questo<br />

processo. Un altro pericolo è rappresentato dalla stessa virata di conversione, che è una lunga virata cieca in<br />

prossimità del bersaglio. Il pilota espone il ventre dell’intercettore al mondo intero, e sfida chiunque a sparargli.<br />

Se ci fossero altri banditi non rilevati in zona, il caccia potrebbe non portare mai a termine l’intercettazione. Di<br />

solito è buona pratica in ogni caso effettuare un controllo del lato ventrale a metà della virata di conversione. In<br />

generale le virate di conversione non sono raccomandabili in ambienti ignoti.<br />

Anche se la velocità del caccia non è fondamentale per la condotta di una intercettazione FQ, un<br />

vantaggio di velocità rispetto al bersaglio è altamente desiderabile per una conversione di poppa. In generale,<br />

più grande è il vantaggio di velocità dell’intercettore, maggiore è lo spazio per eventuali errori nel processo di<br />

conversione. Alla stessa velocità, o con uno svantaggio di velocità per l’intercettore, la sincronizzazione e la<br />

geometria devono essere pressoché perfette altrimenti è probabile che il pilota completi la conversione troppo<br />

lontano dietro al bersaglio perché l’attacco abbia successo.<br />

Un altro difetto della tecnica della conversione di poppa è la vulnerabilità dell’intercettore ai chaff mentre<br />

si trova nella regione al traverso del bersaglio. Per la maggior parte dei radar, è difficile distinguere fra i chaff e<br />

il vero bersaglio quando sono visti dal fianco di quest’ultimo, poiché in questo modo la velocità di chiusura è<br />

quasi identica. Tale situazione spesso risulta nella perdita del contatto del pilota col bersaglio in un momento<br />

critico oppure a completare un’intercettazione sui chaff. Anche i radar tipo Doppler sono soggetti a perdere le<br />

tracce di bersagli con aspetto al traverso.<br />

Le intercettazioni FQ e con conversione di poppa comprendono i fondamenti di quasi tutte le<br />

intercettazioni tattiche. Le tattiche presentate nel resto di questo capitolo applicano questi fondamenti agli<br />

scenari con più caccia. Anche se gli esempi qui rappresentati di solito mostrano due caccia contro due banditi,<br />

ciascun aereo di entrambe le formazioni può essere considerato come un elemento costituito da un qualunque<br />

numero di singoli caccia, e le tattiche possono essere applicate essenzialmente a scontri di qualsiasi dimensione.<br />

Oggi è ancor più importante dominare i… sistemi d’arma altamente sofisticati, forse ancor più importante<br />

che essere un buon pilota; per fare l’uso migliore di questi sistemi.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Sfalsamento su un solo lato<br />

Descrizione<br />

Lo sfalsamento su un solo lato pone tutti gli intercettori su un lato della formazione bersaglio, e il leader<br />

dei caccia esegue un’intercettazione FQ o una conversione di poppa, come mostrato dalla figura 10-4.<br />

In questo esempio la sezione dei caccia rileva la formazione di banditi grosso modo frontalmente, e il<br />

leader si riporta verso nord a cominciare dal punto “1”, probabilmente per avvantaggiarsi di condizioni<br />

ambientali prevalenti. Idealmente il primo pilota ad avere un contatto radar diventa il leader tattico per tutta<br />

l’intercettazione. Il gregario, inizialmente posizionato sul lato sud, picchia verso il leader per aumentare la<br />

velocità, quindi incrocia il suo percorso di volo per riemergere in linea di fronte. Questa manovra permette al<br />

gregario di “vedere attraverso” l’aereo del leader verso i banditi, aumentando la sicurezza del gregario che il<br />

settore della minaccia si trovi sulla sinistra del proprio muso. Questo limita il settore principale di ricerca visiva<br />

e radar del leader e migliora la sua sicurezza più avanti nell’intercettazione.<br />

269


Al punto “2” il leader dei caccia determina di avere una separazione laterale sufficiente per l’attacco<br />

desiderato e prosegue o con una intercettazione FQ (punto “3”) o con una conversione di poppa (punto “3’ ”).<br />

La tattica migliore dipende dalla disponibilità di armi affidabili per l’emisfero anteriore, dalla quantità di<br />

sfalsamento che può essere generata, dal tempo disponibile per l’intercettazione, dal grado di certezza sul<br />

numero e sulla formazione del nemico, ecc. La maggior parte dei vantaggi e svantaggi di queste due opzioni è<br />

stata trattata, ma ce n’è ancora qualcuno. L’opzione FQ è più appropriata per attacchi colpisci e scappa contro<br />

dei caccia, in particolare in un ambiente ostile ignoto. Potrebbe anche essere utile contro bombardieri<br />

pesantemente difesi da dietro. La conversione di poppa facilita attacchi ripetuti su bersagli numerosi e pone i<br />

caccia in una posizione più vantaggiosa per cominciare uno scontro con dei caccia nemici. Tuttavia, la<br />

conversione di poppa può essere fatale se c’è un elemento nemico non visto in scia.<br />

Se si sceglie la conversione di poppa, o se si richiede una virata sostanziale per un attacco FQ, di norma il<br />

gregario incrocia ancora una volta al di sotto del leader fra i punti “2” e “3”. Questo consente al gregario di<br />

mantenere il leader e il settore minaccioso sullo stesso lato del muso e posiziona il gregario sul traverso del<br />

leader, in una linea di fronte più difendibile. Durante questa virata il gregario deve stare bene allerta contro<br />

eventuali banditi che appaiano dal lato ventrale della sezione.<br />

Vantaggi e svantaggi<br />

Quando i banditi sono dispiegati in una significativa formazione in scia, ci sono spesso delle differenze di<br />

opinioni su quale elemento attaccare per primo. Naturalmente la scelta iniziale ricade di solito sull’elemento in<br />

coda, perché è più vulnerabile. Questa tuttavia potrebbe non essere sempre la scelta migliore, in particolare<br />

quando gli intercettori hanno capacità di armi per l’emisfero anteriore. Attaccare i banditi dell’elemento di testa<br />

per primi, con una intercettazione FQ o frontale, potrebbe consentire degli attacchi sequenziali sugli elementi in<br />

scia. Soprattutto se i banditi sono dei bombardieri, potrebbe non essere saggio lasciar passare indisturbato<br />

l’elemento di testa.<br />

Quando gli intercettori sono equipaggiati soltanto con armi per l’emisfero posteriore contro caccia in scia<br />

e l’elemento in coda può essere identificato con una certa sicurezza, si potrebbe impiegare una conversione di<br />

poppa contro questo elemento. La figura 10-5 illustra una delle situazioni che potrebbero svilupparsi, in<br />

particolare contro banditi equipaggiati di radar o sotto il controllo ravvicinato di un GCI.<br />

Al punto “1” di questo esempio i caccia hanno lo sfalsamento desiderato rispetto al percorso di volo dei<br />

banditi e progettano una conversione di poppa sul bandito in scia. Al punto “2” i caccia hanno raggiunto la<br />

distanza per la conversione e i piloti stanno cominciando la loro virata. Sfortunatamente, il contatto col bandito<br />

di testa è stato perduto a causa dei limiti cardanici delle antenne radar dei caccia. Essendo più vicino, il bandito<br />

di testa ha già cominciato la sua conversione di poppa contro i caccia. Al punto “3”, proprio quando i caccia si<br />

sentono sicuri di un abbattimento, il bandito di testa sta scivolando in posizione di tiro e i caccia sono presi in<br />

un sandwich. Questa situazione può essere particolarmente pericolosa contro un bandito più manovrabile, che<br />

può trarre maggiore profitto dallo sfalsamento disponibile rispetto ai caccia.<br />

270


A causa di questo pericolo, uno sfalsamento su un solo lato non è raccomandato per una conversione di<br />

poppa contro dei caccia in scia. Le alternative sono degli attacchi FQ sequenziali con missili ogni-aspetto,<br />

mitragliatrici o razzi su ciascun bandito, oppure l’uso di una tattica di intercettazione più adatta (una di quelle<br />

che seguono).<br />

Anche con questi limiti, lo sfalsamento su un solo lato offre alcuni vantaggi. Porre concretamente i<br />

banditi su un solo lato della formazione isola il settore della minaccia e riduce le possibilità di essere presi in<br />

una forcella dal nemico, oltre a consentire ai piloti dei caccia di scegliere la direzione del loro approccio per<br />

ragioni ambientali. Questa tattica fornisce anche un ragionevole appoggio reciproco, poiché i caccia possono<br />

restare abbastanza vicini e non viene loro richiesto di avventurarsi troppo al di là di una buona formazione<br />

difensiva aperta. In generale, tuttavia, lo sfalsamento su un solo lato è una tattica piuttosto difensiva, poiché<br />

offre ai caccia pochi vantaggi significativi che non vengano offerti anche al nemico.<br />

Scia<br />

Descrizione<br />

Una intercettazione in scia è una qualsiasi intercettazione in cui i caccia siano arrangiati in una<br />

formazione in scia al momento della mischia. La figura 10-6 rappresenta un esempio in cui le due sezioni si<br />

stanno avvicinando con un certo sfalsamento al punto “1”. Il leader dei caccia vira immediatamente sulla rotta<br />

di collisione per una intercettazione FQ. Nel frattempo, il gregario si riposiziona dietro al leader in scia. La<br />

distanza normalmente è quella consentita dalle condizioni di visibilità; il gregario deve mantenere la visuale del<br />

271


proprio leader, e non può restare tanto indietro da non potere offrire un certo appoggio al leader nel caso in cui<br />

un bandito lo attacchi da dietro (ovvero, la distanza muso-coda di chi è in scia non deve superare di molto la<br />

portata massima delle armi). Se chi segue intende lanciare frontalmente un missile contro la VID del leader, la<br />

separazione fra questi e il leader deve superare i parametri di portata minima del missile.<br />

In questo caso l’intenzione del leader è di effettuare una VID sul bandito prima di sparare. A volte<br />

l’aspetto del bersaglio, le dimensioni del bandito e la visibilità non consentono di effettuare una VID sicura<br />

entro l’involucro di tiro delle armi ogni-aspetto di un caccia. La formazione in scia è utile in questa situazione,<br />

poiché il leader può effettuare la VID e passarla al gregario in scia, che può quindi tirare prima di penetrare nei<br />

limiti della portata minima. Il tiratore deve essere sicuro che la propria arma sia effettivamente agganciata e stia<br />

guidando sul bersaglio, e non sul leader!<br />

Una volta avvistato il bandito, il leader di solito deve tentare di eseguire un attacco a vista, costringendolo<br />

a una manovra difensiva. Il nemico potrebbe non vedere il caccia in scia, e spesso queste manovre<br />

presenteranno al gregario delle facili opportunità di tiro. Un’altra opzione, generalmente meno desiderabile, è di<br />

adescare il bandito lasciandogli una considerevole separazione laterale al passaggio. Il nemico potrebbe essere<br />

tentato di virare per un attacco sul leader, virando di nuovo davanti al caccia in scia. Il gregario deve mantenere<br />

una notevole separazione verticale col leader per ridurre le possibilità di essere rilevato. Un caccia in scia più in<br />

basso è spesso più difficile da rilevare a causa delle tracce parassite sul radar e della mascheratura visiva sul<br />

terreno. L’angolo di visuale verso l’alto che ne risulta dovrebbe anche ottimizzare le prestazioni delle armi<br />

ogni-aspetto.<br />

Vantaggi e svantaggi<br />

L’intercettazione in scia, o meglio un’intercettazione con una formazione in scia, può essere molto<br />

efficace dal punto di vista offensivo. Il vantaggio di VID/emisfero anteriore è già stato menzionato. Inoltre, un<br />

bandito che ingaggia il caccia di testa è un boccone per il gregario in scia, mentre un bandito che non vira<br />

contro il leader verrà probabilmente attaccato da quest’ultimo. In breve, il bandito è preso fra l’incudine e il<br />

martello.<br />

Anche se l’arrangiamento in scia è ottimo dal punto di vista offensivo, non va altrettanto bene sulla<br />

difensiva, in particolare per l’elemento in coda. La sua posizione e la distanza dal leader rendono impossibile<br />

per questi coprirlo visivamente, e sarebbe estremamente difficile anche prestare appoggio nel caso in cui<br />

l’elemento in scia venisse attaccato. Per queste ragioni le tattiche in scia sono estremamente rischiose in un<br />

ambiente ostile non controllato, e bisogna mantenere delle velocità molto elevate per aiutare a parare l’emisfero<br />

posteriore dell’elemento di coda. Questo pericolo può essere tuttavia ridotto in maniera significativa con<br />

l’aggiunta di più caccia. Ad esempio, porre due sezioni, ognuna in linea di fronte, una dietro l’altra, offre i<br />

vantaggi della formazione in scia mentre conserva l’appoggio reciproco all’interno di ciascuna sezione. Questa<br />

formazione viene comunemente chiamata “box”. Un singolo seguito da una coppia (V) è un’altra opzione.<br />

Se la formazione in scia viene impiegata in un ambiente non controllato e i caccia sono abbastanza<br />

fortunati da completare l’intercettazione, è imperativo che si riformino il più rapidamente possibile in una<br />

sistemazione più difensiva. Una virata di circa 90° in entrambe le direzioni da parte del leader dopo il<br />

passaggio, seguita da un’inversione, dovrebbe consentire all’elemento in scia di avvicinarsi in una buona<br />

posizione in linea di fronte.<br />

La formazione in scia può essere una buona tattica difensiva quando si sa che anche i banditi sono così<br />

arrangiati.<br />

272


Questo potrebbe consentire al leader di effettuare uno sfalsamento su un solo lato per attaccare il bandito<br />

in coda con meno timore di essere attaccato dal bandito di testa (come nella figura 10-5). Questa tuttavia è<br />

ancora una tattica piuttosto difensiva.<br />

Spazzata<br />

Descrizione<br />

L’intercettazione in spazzata è essenzialmente una conversione di poppa in una formazione in scia, come<br />

illustrato dalla figura 10-7. Al punto “1” i caccia, in formazione di fronte, si avvicinano al punto di conversione<br />

per una conversione di poppa contro la sezione di banditi. Quando il leader comincia la sua virata per la<br />

conversione, il gregario, all’esterno della formazione, ritarda la sua per guadagnare della separazione musocoda<br />

(punto “2”). Al punto “3” il leader si avvicina ai parametri di tiro da poppa col gregario che lo copre da<br />

dietro.<br />

Vantaggi e svantaggi<br />

Questa tattica può risultare in una efficace partenza offensiva per i caccia se riescono a non farsi rilevare<br />

fino all’incirca al punto “3”. Essi sono ben posizionati per degli attacchi sequenziali e hanno buone possibilità<br />

di nascondere l’elemento in scia, specialmente se ha una buona separazione di quota. L’elemento nascosto in<br />

scia dà ai caccia un migliore potenziale offensivo nel caso in cui i banditi scoprissero l’attacco e virassero per<br />

negarlo. Dal punto di vista difensivo, la spazzata consente un buon appoggio reciproco fino all’inizio della<br />

virata di conversione. Contro banditi in formazione in scia, il gregario dei caccia può fornire anche una certa<br />

protezione contro il bandito di testa mentre il caccia di testa attacca il bandito in scia.<br />

È del tutto ovvio, comunque, che il povero gregario rischia di brutto durante la virata di conversione.<br />

Assegnare due caccia all’elemento di coda, come detto prima, offre della sicurezza aggiuntiva in un ambiente<br />

non controllato. Con due soli caccia, solo un leader con delle mire sulla moglie del gregario o sul suo stereo<br />

farebbe appello a questa tattica nella maggior parte delle condizioni di combattimento.<br />

Nel corso di questa lotta sempre più difficile, fu dimostrato che il leader della squadriglia da caccia<br />

riceveva un pieno riconoscimento solo se non chiedeva ai suoi uomini nulla che non fosse preparato a fare egli<br />

stesso.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Tenaglia<br />

Descrizione<br />

La tenaglia è un attacco a forcella con due punte, chiamato a volte anche “attacco a cuore”, analogo<br />

all’attacco a forcella a vista. La figura 10-8 illustra la tenaglia.<br />

273


Al punto “1” i caccia, inizialmente posizionati con un aspetto vicino a zero, cominciano delle virate per<br />

sfalsarsi in direzioni opposte per conversioni di poppa indipendenti o attacchi FQ. Avvicinandosi al punto “2” i<br />

caccia nemici rilevano l’attacco e virano verso il caccia a nord. Non appena la virata dei banditi viene notata, il<br />

caccia a sud deve virare immediatamente su una rotta di collisione per evitare di essere lasciato fuori<br />

dall’azione. Il pilota del caccia a nord prosegue il proprio tentativo di arrivare all’esterno della formazione<br />

nemica senza cedere un vantaggio angolare. Al punto “3” il caccia a nord sorpassa i banditi quasi frontalmente,<br />

mentre il caccia a sud ha guadagnato un vantaggio offensivo.<br />

Se i banditi avessero proseguito in linea retta, entrambi i caccia avrebbero potuto guadagnare posizioni<br />

offensive dai lati opposti. Ancora una volta, la possibilità di sfuggire a una rilevazione radar o visiva viene<br />

accresciuta quando i caccia si separano verso l’alto e verso il basso per prendere il nemico in una forcella di<br />

quota durante l’attacco.<br />

Vantaggi e svantaggi<br />

La tenaglia è una tattica estremamente offensiva, ma i piloti devono avere un addestramento<br />

considerevole nel suo impiego perché sia efficace. È probabile che i caccia siano separati di molte miglia al<br />

punto “2” e possano fornirsi ben poco appoggio reciproco, quindi queste sono in realtà intercettazioni<br />

indipendenti. Quando la tenaglia viene effettuata a velocità molto elevate e si limita ad attacchi FQ con armi<br />

ogni-aspetto, questa perdita temporanea dell’appoggio reciproco potrebbe essere giustificata, anche in un<br />

ambiente ostile, al fine di guadagnare un maggiore potenziale offensivo. Generalmente i piloti dei caccia<br />

devono comunque prevedere di riunirsi dopo l’attacco, per una migliore difesa, e le conversioni di poppa<br />

devono essere evitate, tranne che in situazioni ben controllate. Ancora, la tenaglia non è consigliata contro<br />

banditi in una significativa formazione in scia.<br />

Una ulteriore complicazione della tenaglia è la necessità che ciascun caccia abbia il contatto radar coi<br />

banditi, o almeno un doppio controllo ravvicinato da parte del GCI, prima di dividersi. Tutte le altre tattiche<br />

descritte fino a questo punto possono essere eseguite in maniera ragionevole con un solo radar operativo<br />

all’interno della sezione, o con il controllo ravvicinato solo per il leader.<br />

Un altro limite di questa tattica è la capacità dei singoli caccia di sconfiggere i banditi uno contro uno o di<br />

sfuggire a un bandito dopo averlo incontrato da una posizione neutra. Questo perché la tenaglia invita anche i<br />

banditi a separarsi, il che può risultare facilmente in due scontri uno contro uno. Se i piloti dei caccia non si<br />

sentono abbastanza sicuri da ingaggiare il nemico uno contro uno nella situazione data, possono tentare di<br />

isolare e attaccare un solo bandito, come mostrato dalla figura 10-9.<br />

274


In questo esempio i banditi si separano (punto “2”) in risposta al tentativo di forcella dei caccia. Ognuno<br />

dei caccia continua a seguire la propria intercettazione contro il bandito più vicino, mentre al contempo discute<br />

via radio un piano con l’altro pilota. I due decidono di neutralizzare il bandito a sud e di attaccare quello a nord.<br />

Al punto “3” ciascun caccia sorpassa il suo rispettivo bandito in maniera neutrale, sul lato opposto rispetto<br />

all’altro aereo. Il pilota del caccia a sud potrebbe voler dare al suo bandito un po’ di separazione in più dei<br />

percorsi di volo, se può essere fatto in sicurezza, per indurlo ad allontanarsi dal suo gregario. Dopo il passaggio,<br />

il pilota a sud si dirige verso la posizione del gregario alla massima velocità, lasciando il bandito a sud nella<br />

polvere, al punto “4”. Attraverso il vettore del controllore, il radar, visivamente, o con qualsiasi mezzo a sua<br />

disposizione, il pilota libero del caccia a sud deve ora localizzare lo scontro a nord, cercare di distinguere il<br />

bandito settentrionale, e riunirsi al suo gregario prima che il bandito meridionale possa rientrare nel<br />

combattimento.<br />

Ovviamente ci sono un sacco di cose che possono andare storte in uno scenario simile; come le<br />

limitazioni consigliate sulle prestazioni relative dei singoli caccia. Disturbi sulla comunicazione, condizioni<br />

ambientali che degradino il radar o la visuale, e ulteriori banditi, non visti, sono alcuni dei più grandi pericoli<br />

potenziali. Inoltre, la geometria di questo attacco è difficile quando c’è un notevole aspetto all’inizio<br />

dell’intercettazione<br />

Trascinamento<br />

Descrizione<br />

Come con l’attacco a vista con trascinamento descritto in un capitolo precedente, questa tattica implica di<br />

adescare un nemico, inducendolo a inseguire un caccia, e presentando così un’opportunità di tiro per l’altro. La<br />

figura 10-10 illustra un esempio di una intercettazione con trascinamento.<br />

Al punto “1” i caccia contattano i banditi sul muso e cominciano a passare a una formazione in scia o a<br />

scaglione molto risucchiato. L’idea è di accertarsi che i banditi abbiano un contatto radar col caccia di testa e di<br />

cercare di nascondere quello in scia. Contro dei banditi con radar a impulsi e/o il controllo di un GCI, questo di<br />

solito può essere fatto facendo picchiare l’elemento di coda a una quota molto bassa durante il cambio di<br />

formazione. Virare ad angolo retto rispetto ai banditi e sganciare dei chaff è un’altra tattica efficace contro i<br />

radar dei caccia nemici e dei controllori. Quando ci si attende che i caccia nemici abbiano dei radar Doppler, la<br />

stessa virata ad angolo retto da parte dell’elemento di coda, che passa piuttosto vicino all’aereo di testa se è<br />

praticabile e quindi effettua un cambiamento significativo di quota prima di tornare in rotta, è generalmente<br />

sufficiente per causare la perdita del contatto col caccia in scia. In entrambi i casi il leader può cambiare quota<br />

in direzione opposta, di solito più in alto per accrescere le possibilità di essere rilevato, creando un’ampia<br />

differenza di quota fra i caccia, il che rende molto difficile tracciarli entrambi.<br />

275


La distanza muso-coda fra i due caccia dopo il passaggio in scia (punto “2”) è generalmente vicina alla<br />

massima visibilità o pari a 1,5-2 volte la portata massima delle armi RQ dell’elemento in scia, la minore delle<br />

due.<br />

A un certo punto predeterminato, di solito intorno alla massima portata visiva o avvicinandosi alla<br />

massima portata di tiro frontale dei banditi (se sono equipaggiati di missili ogni-aspetto), il leader si allontana<br />

con una brusca virata, preferibilmente verso l’elemento in coda se è in formazione scaglionata. Questa virata di<br />

solito pone i banditi vicino ai limiti cardanici dell’antenna radar del caccia di testa, ma bisogna avere cura di<br />

non lasciare che i banditi superino tali limiti, almeno finché il leader non avvista il nemico. La virata per<br />

allontanarsi dai banditi serve a tre scopi. Aumenta le possibilità che i nemici vedano, e quindi le probabilità che<br />

inseguano, il caccia di testa. Ritarda le opportunità di tiro, da parte dei banditi, di missili ogni-aspetto,<br />

diminuendo la loro portata massima di tiro, mentre al contempo pone il caccia di testa in una buona posizione<br />

per difendersi da un tale tiro se dovesse avvenire. Infine, tenta il nemico a inseguire il leader e quindi a virare di<br />

fronte all’elemento di coda e a fornire un facile tiro.<br />

Il compito dell’elemento di coda è di mantenere il contatto visivo col proprio leader mentre ottiene il<br />

contatto radar coi banditi. Egli si trova di solito nella posizione migliore per rilevare se il nemico ha ingoiato<br />

l’esca, e deve passare questa informazione al leader. Se il nemico va verso l’elemento di coda, il leader deve<br />

tornare indietro per un attacco FQ o una conversione di poppa con un buon vantaggio. Questo scenario<br />

trasforma il trascinamento in una tattica di aggiramento, che viene trattata di seguito.<br />

Vantaggi e svantaggi<br />

Il trascinamento può essere una tattica devastante, ma, come qualsiasi procedimento complesso, richiede<br />

molta pratica e molte cose possono non andare per il verso giusto. Come con altre tattiche in scia, è efficace<br />

nell’offesa e piuttosto scarsa in difesa, rendendola più appropriata per situazioni permissive. Quando potrebbero<br />

esserci in giro caccia ostili non visti, si devono usare delle velocità estremamente elevate. Anche così, le<br />

notevoli quantità di manovre richieste al caccia di testa lo lasciano vulnerabile ad attacchi a sorpresa.<br />

Il trascinamento può essere eseguito con un solo radar operativo nella sezione o col controllo ravvicinato<br />

solo per il leader, poiché l’elemento di coda può mantenere la posizione a vista, ma due radar sono preferibili.<br />

Di norma questa tattica non è consigliabile in un ambiente con missili ogni-aspetto, poiché il nemico ha di<br />

solito la prima opportunità di tiro.<br />

Le tattiche di trascinamento possono essere molto efficaci contro banditi in scia. Quando il bandito di<br />

testa prende l’esca, di solito può essere colto dal caccia in coda prima che il secondo bandito diventi un fattore.<br />

La minaccia del secondo bandito deve comunque essere tenuta a mente, e il pilota del caccia in coda deve stare<br />

attento a non esporsi a questa minaccia mentre attacca il bandito di testa. Di solito è consigliabile per il caccia<br />

di testa (trascinatore) mantenere l’aggancio del radar sul bandito di coda e affidarsi al gregario per la protezione<br />

dal bandito di testa, in modo che la posizione dell’elemento di coda possa essere determinata al momento della<br />

mischia. Due radar nella sezione di caccia sono quindi desiderabili per condurre un attacco con trascinamento<br />

contro una formazione nemica in scia.<br />

276


Aggiramento<br />

Descrizione<br />

L’aggiramento (mostrato in figura 10-11) è simile al trascinamento per il fatto che ha inizio da una<br />

formazione in scia o in scaglione risucchiato. La distanza fra i caccia in scia è di solito vicina alla massima<br />

distanza visiva, o all’incirca pari al doppio della portata massima delle armi RQ, la minore fra le due. Come con<br />

le altre tattiche in scia, bisogna mantenere una velocità elevata per aiutare a liberare le ore sei dell’elemento di<br />

coda. Nel momento in cui raggiunge una distanza predeterminata durante un’intercettazione quasi frontale<br />

(punto “1”), il caccia di testa si sgancia su un lato per accumulare separazione laterale per un attacco FQ o una<br />

conversione di poppa. Al punto “2” la sezione nemica deve scegliere quale caccia ingaggiare. Se virano sul<br />

leader, i banditi presentano all’elemento di coda un tiro facile, ma se proseguono contro l’elemento in scia il<br />

caccia di testa guadagnerà probabilmente una posizione offensiva efficace.<br />

La virata di spostamento per l’aggiramento si fa di solito allontanandosi da un gregario se si trova in<br />

scaglione, al fine di generare una forcella più ampia. Questa manovra crea essenzialmente un attacco a forcella<br />

da parte di una formazione in scia, con entrambi i caccia che raggiungono i banditi all’incirca allo stesso tempo<br />

per avere l’effetto migliore. Anche se è ancora desiderabile celare il caccia in coda, questo non è essenziale per<br />

il successo dell’aggiramento. Una buona separazione di quota tra i caccia, preferibilmente prendendo il nemico<br />

in una forcella verticale, è comunque ancora preferibile.<br />

Vantaggi e svantaggi<br />

Ancora una volta, questa è un’ottima tattica offensiva, ma è piuttosto carente da un punto di vista<br />

difensivo, a causa della formazione in scia e dell’ampia separazione fra i caccia. In un ambiente permissivo, e<br />

usando velocità molto elevate, il potenziale offensivo potrebbe superare i rischi. Nella maggior parte delle<br />

condizioni di combattimento, tuttavia, una conversione di poppa da parte del leader contro i caccia nemici è<br />

rischiosa, ed è preferibile un attacco FQ. Di solito i caccia devono cercare di riguadagnare l’appoggio reciproco<br />

al momento della mischia.<br />

Questa intercettazione può essere effettuata con un solo radar o col controllo del GCI solo per il caccia di<br />

testa, poiché l’elemento di testa in genere può mantenere la visuale del leader per tutto il tempo; ma due radar<br />

sono meglio.<br />

L’aggiramento è generalmente meno complesso dell’aggiramento, poiché ai caccia non è richiesto di<br />

alterare significativamente il loro attacco in risposta alle reazioni dei banditi. Le possibilità di successo vengono<br />

quindi materialmente accresciute. Come col trascinamento, tuttavia, l’aggiramento può offrire la prima<br />

opportunità di tiro a un nemico equipaggiato per ogni aspetto, limitandone l’applicazione in certi scenari.<br />

L’aggiramento è forse una delle migliori tattiche offensive contro dei banditi sistemati in scia. Il leader<br />

dei caccia deve agganciare il radar sul bandito in scia e portare l’attacco contro quell’aereo, mentre il gregario<br />

dei caccia fa la guardia contro interferenze da parte del bandito di testa. Due radar sono ancora preferibili per<br />

questa situazione, ma in genere il caccia in scia può eseguire i suoi compiti visivamente.<br />

277


Gancio<br />

Descrizione<br />

Il gancio è una tattica offensiva efficace, adatta alla VID di banditi molto piccoli. Ha molti degli attributi<br />

della scia, poiché uno dei caccia (leader) effettua la VID, mentre l’altro (tiratore) si posiziona per il tiro, ma è<br />

probabilmente superiore alla scia dal punto di vista difensivo. La figura 10-12 illustra il gancio.<br />

Al punto “1” i caccia, in linea di fronte, rilevano dei contatti radar non identificati leggermente a destra<br />

del muso e in avvicinamento. Il leader (caccia settentrionale) corregge leggermente la rotta per mettere i<br />

contatti su una rotta di collisione.<br />

Al punto “2” il gregario prende una maggiore separazione laterale dal suo leader e una grande separazione<br />

di quota.<br />

La separazione deve essere nell’ordine di un diametro di virata sia in verticale che lateralmente. Se i<br />

banditi si trovano grosso modo alla stessa quota, il gregario può separarsi sia in alto che in basso. Spesso le<br />

condizioni ambientali (ad esempio, banchi di nubi alti o bassi, posizione del sole, ecc.) determineranno la quota<br />

migliore per nascondere il gregario. Ad alte quote, le prestazioni dell’aereo potrebbero non consentire al<br />

gregario di guadagnare un’altitudine aggiuntiva sufficiente in tempo per l’intercettazione, quindi potrebbe<br />

essere preferibile una picchiata. Viceversa, quando si intercettano dei banditi a bassa quota, potrebbe non<br />

esserci uno spazio aereo sufficiente al di sotto dei bersagli, rendendo necessaria una separazione in cabrata. Se<br />

esiste una differenza di quota significativa fra il caccia di testa e i banditi, il leader dovrà rosicchiare questa<br />

altitudine prima della mischia in modo da incontrare il nemico approssimativamente alla stessa quota. In questo<br />

caso il gregario potrebbe essere in grado di restare all’incirca al livello originario e di lasciare che sia il leader a<br />

creare la separazione desiderata durante il processo dell’intercettazione.<br />

In genere ci sarà una ovvia preferenza per una separazione verso l’alto o verso il basso da parte del<br />

gregario, ma a parità di tutto il resto, una separazione verso il basso spesso è più efficace perché rende meno<br />

probabile la rilevazione radar del gregario e gli permette di accelerare un po’ davanti al leader, come mostrato<br />

al punto “3”, per una migliore posizione offensiva al passaggio. Quando gli viene richiesto di cabrare bene al di<br />

sopra del leader, il gregario di solito deve prepararsi a una posizione risucchiata, leggermente dietro al leader.<br />

In questo caso il bandito può sorpassare il leader frontalmente e quindi virare verso il gregario, negandogli un<br />

vantaggio offensivo.<br />

Al punto “3” in questo esempio, il gregario (tiratore o gancio) comincia una virata programmata (sulla<br />

base di distanze richiamate dal leader) sincronizzata in modo da puntare al caccia di testa al momento della<br />

mischia coi banditi. Durante questo intervallo di tempo il leader tenta di rimuovere tutta la separazione, laterale<br />

e verticale, con uno dei banditi per un passaggio ravvicinato. Di solito il leader sarà in grado di effettuare la<br />

278


VID del bandito per primo e di riferire il tipo di aereo al tiratore, che avrà quindi via libera per sparare. A volte,<br />

tuttavia, il maggiore aspetto del “gancio” gli consentirà la prima VID. In entrambi i casi tutti e due i caccia<br />

hanno delle opportunità di lancio di missili ogni-aspetto al momento della VID, ma con un bandito molto<br />

piccolo il leader potrebbe essere già penetrato oltre la distanza minima per le proprie armi. Il gancio dovrebbe<br />

avere un tiro per un missile ogni-aspetto al passaggio o essere in una buona posizione per convertirsi a un<br />

involucro nell’emisfero posteriore. Egli deve comunque avere cura di assicurarsi della separazione fra il proprio<br />

leader e il bersaglio dal lancio dell’arma fino all’impatto.<br />

Contro un singolo bandito, o più banditi ravvicinati, il caccia di testa generalmente tenterà di mettere il<br />

bandito fra sé e il gancio al passaggio. Questo distrae l’attenzione del nemico dal tiratore e spesso induce i<br />

banditi a virare allontanandosi dal gancio dopo il passaggio, offrendogli un bel tiro dal lato ventrale o RQ. Con<br />

banditi ampiamente separati, come in questo esempio, il leader cercherà solitamente di prendere in forcella il<br />

nemico più vicino al tiratore mentre informa il gancio della posizione di qualsiasi altro caccia ostile. Questa<br />

tecnica aiuta a impedire al tiratore di virare inavvertitamente davanti a un nemico e di essere messo nel sacco<br />

dal lato ventrale. Il leader deve oltrepassare la vittima prescelta da vicino (punto “4”) e segnalare il momento<br />

esatto del passaggio per aiutare il tiratore ad avvistare il bersaglio.<br />

Vantaggi e svantaggi<br />

Il gancio ha moltissimi attributi positivi. Quando viene eseguito correttamente, può dare ai caccia un<br />

vantaggio offensivo al passaggio e, molto spesso, la rapida eliminazione di un bandito. Quando i caccia sono<br />

equipaggiati soltanto di mitragliatrici o missili RQ, tuttavia, il bandito spesso può sfuggire a una situazione<br />

letale immediata virando duramente verso il gancio al passaggio, sempre che il bandito conosca (o indovini) il<br />

settore minaccioso. Questa è comunque una tattica molto dura da battere, quando i caccia sono armati di ordigni<br />

ogni-aspetto e il nemico non lo è.<br />

A differenza della scia, il gancio non richiede al gregario dei caccia di sacrificare ogni speranza di<br />

appoggio reciproco per una opportunità di tiro al passaggio. Il fatto che il gancio probabilmente avrà una<br />

separazione più ampia dal suo leader, e probabilmente un po’ acuta o risucchiata, riduce in un certo grado il<br />

potenziale dell’appoggio difensivo reciproco, ma questo arrangiamento è ancora di gran lunga superiore dal<br />

punto di vista difensivo rispetto alla formazione in scia. Questa tattica può essere adeguatamente eseguita con<br />

un solo radar operativo nella sezione, ma se anche il gregario avesse un radar per controllare l’eventuale<br />

presenza di banditi in scia si avrebbe una accresciuta sicurezza. Normalmente il leader tattico della sezione<br />

viene deciso da quale caccia ha un contatto radar ed è più vicino al percorso di volo dei banditi quando si<br />

raggiunge il punto in cui il gancio deve prendere la sua separazione, il punto “1” di questo esempio. Se a<br />

seguito di questa separazione il contatto radar venisse perso, i caccia dovrebbero cercare di tornare in tutta fretta<br />

in una formazione più difensiva in linea di fronte.<br />

Quando viene combinato con una intercettazione in rotta di collisione in linea retta, come in questo<br />

esempio, il gancio minimizza la penetrazione del nemico nello spazio aereo amico, il che può costituire una<br />

importante considerazione. Il gancio è tuttavia più efficace contro banditi singoli o formazioni serrate. Quando i<br />

banditi sono ampiamente separati, in verticale o orizzontale, potrebbe essere impossibile per il caccia di testa<br />

superare un bandito con la separazione minima raccomandata senza che un altro nemico diventi una seria<br />

minaccia. In altre parole, questa tattica potrebbe consentire ai banditi di eseguire un gancio a loro volta.<br />

Anche una formazione in scia pone un problema difficile per il gancio. Questa situazione di solito<br />

richiede al leader dei caccia di oltrepassare ciascun elemento ostile con una separazione minima con l’intento di<br />

agganciare l’ultimo bandito. conseguire questo passaggio ravvicinato con ciascun bandito è necessario per<br />

negare al leader dei banditi l’opportunità per una virata anticipata e per “marchiare” il bandito in scia per il<br />

gancio; ma questi passaggi ravvicinati di norma richiedono al leader di avvistare gli aerei dei banditi a una certa<br />

distanza prima del passaggio. La necessità di una avvistamento precoce, a sua volta, di solito richiede che il<br />

leader abbia il radar agganciato sul bandito di testa. La maggior parte dei sistemi d’arma fornisce al pilota una<br />

indicazione della linea di visuale del radar quando è agganciato a un bersaglio, il che restringe enormemente<br />

l’are di ricerca visiva e aumenta le possibilità di un avvistamento precoce. Sfortunatamente, la maggior parte<br />

dei radar dei caccia può agganciare un solo bersaglio per volta, così mentre il sistema è agganciato sul bandito<br />

di testa, quello in scia non può essere monitorato. Dopo avere oltrepassato l’elemento di testa dei banditi, il<br />

leader ha raramente il tempo sufficiente per acquisire quello in scia e manovrare per un passaggio ravvicinato.<br />

Anche i sofisticati radar track-while-scan, che possono seguire più di un bersaglio per volta, di solito possono<br />

fornire una sola indicazione di LOS per il pilota, quindi questi offrono ben pochi aiuti aggiuntivi. Quindi,<br />

279


perché un gancio sia davvero efficace contro una formazione in scia, la sezione dei caccia ha bisogno di due<br />

radar perché il leader possa agganciare il bandito di testa mentre il tiratore aggancia quello in coda.<br />

In uno scenario non controllato il gancio può essere pericoloso per il tiratore, poiché ulteriori banditi non<br />

visti potrebbero avvantaggiarsi della virata del gancio per un attacco dal lato ventrale. Se non arriva<br />

un’opportunità di tiro entro circa 90° di virata in questo ambiente, il gancio deve interrompere il proprio<br />

attacco, effettuare una rapida inversione della virata per controllare il ventre, e riunirsi in una buona posizione<br />

d’appoggio col leader. In tali situazioni ignote il tiratore in genere deve evitare la posizione acuta, poiché essa<br />

richiede virate maggiori di 90° per puntare contro il bandito nel momento della mischia col caccia di testa. Una<br />

posizione al traverso o leggermente risucchiata necessita di una virata minore ma risulta anche in un minore<br />

vantaggio angolare per il gancio al passaggio. Con la geometria al traverso o FQ risultante al passaggio, le<br />

speranze del tiratore per un rapido abbattimento potrebbero dipendere da un’arma ogni-aspetto o da una virata<br />

del bandito lontano dalla posizione del gancio.<br />

Nelle circostanze giuste il gancio può essere una tattica di intercettazione molto efficace, ma richiede una<br />

sezione di caccia bene addestrata per risultati ideali.<br />

Opzione<br />

Descrizione<br />

L’intercettazione con l’opzione è essenzialmente la tattica dello sfalsamento su un solo lato descritta<br />

prima, con l’“opzione” aggiuntiva di effettuare una transizione a un attacco a forcella. La figura 10-13 illustra<br />

un esempio di questa tattica.<br />

Al punto “1” i caccia rilevano i banditi quasi frontalmente a grande distanza. Il pilota col primo contatto<br />

radar generalmente deve assumere la guida e manovrare come necessario per generare lo sfalsamento per una<br />

conversione di poppa o un attacco FQ. In questo caso il gregario è già in posizione sul lato opposto della<br />

minaccia, e quindi vi rimane. La virata di spostamento verso il gregario potrebbe lasciarlo un po’ acuto, come<br />

mostrato al punto “2”, ma è una condizione temporanea, poiché presto il leader si allontanerà per riportare la<br />

formazione in linea di fronte. In una situazione relativamente controllata il gregario potrebbe scegliere di<br />

accettare la posizione acuta temporanea, ma in una situazione sconosciuta o molto ostile dovrebbe manovrare<br />

come necessario (in questo caso normalmente una zoomata in alto) per riguadagnare una migliore posizione<br />

difensiva al traverso del leader.<br />

Al punto “2” il caccia di testa determina che è stato generato un sfalsamento adeguato per<br />

l’intercettazione desiderata. La scelta fra una conversione di poppa e un attacco FQ è già stata spiegata prima, e<br />

la decisione di solito dipende dalla situazione tattica (grado di confidenza della consapevolezza della<br />

situazione), dalle armi disponibili, dallo sfalsamento, ecc.<br />

Per l’intercettazione FQ il leader virerà normalmente sulla rotta di collisione una volta generato l’aspetto<br />

desiderato.<br />

In questo caso, tuttavia, è stata selezionata la conversione di poppa, che richiede di mettersi in parallelo al<br />

percorso di volo del bandito per mantenere la separazione laterale. La quota del leader deve essere corretta a<br />

seconda del necessario per considerazioni ambientali o di armamento. Il gregario vorrà una buona separazione<br />

di quota col leader al momento dell’attacco per rendere più difficile l’avvistamento ai banditi, così dovrà<br />

pianificare la direzione della sua separazione verticale e come ottenerla al meglio.<br />

280


Durante l’intercettazione. È responsabilità del leader informare il gregario della geometria di<br />

intercettazione prevista, del numero, formazione, altitudine dei banditi, ecc., quando disponibili. Il<br />

posizionamento del gregario va lasciato a lui stesso, poiché questi è maggiormente in grado di giudicare le<br />

proprie capacità su posizionamento, stato del radar, consapevolezza della situazione, ecc. Il gregario ha tre<br />

opzioni con questa tattica. Egli può tagliare precocemente all’interno della virata del leader nel tentativo di<br />

prendere il nemico in una forcella, può eseguire una virata tattica col leader per mantenere una posizione al<br />

traverso per l’attacco, o può effettuare la transizione a una posizione in scia durante la virata di conversione per<br />

l’opzione di una spazzata. Qualunque opzione scelga, il gregario deve informare il leader delle proprie<br />

intenzioni.<br />

Per l’opzione della forcella, il gregario potrebbe dover picchiare al di sotto del leader ad alta velocità per<br />

raggiungere una posizione sopra o attraverso il percorso di volo dei banditi al momento dell’intercettazione. Se<br />

questa manovra viene eseguita entro la possibile portata visiva dei banditi, il gregario deve cercare di non<br />

passare troppo vicino al leader, poiché questo potrebbe dare una possibilità di avvistare entrambi i caccia. A<br />

differenza del classico attacco a tenaglia, questa opzione di forcella viene eseguita visivamente dal gregario<br />

rispetto al leader, così non è necessario che il gregario abbia un contatto radar coi banditi. L’opzione della<br />

forcella può essere una buona scelta quando i caccia hanno capacità ogni-aspetto e il nemico no. Quando questa<br />

opzione viene eseguita correttamente, entrambi i caccia dovrebbero avere delle opportunità di tiro quando il<br />

leader potrà identificare visivamente i banditi. In questo caso il posizionamento del gregario deve fare in modo<br />

da soddisfare i limiti di portata minima delle sue armi quando il leader porta a termine l’intercettazione.<br />

L’opzione al traverso è semplicemente una conversione di poppa o un’intercettazione FQ in sezione, col<br />

gregario che mantiene una posizione al traverso in linea di fronte difensiva per tutto il tempo. Tale opzione può<br />

fornire un ottimo potenziale difensivo in un ambiente ostile mentre dà ai caccia un certo vantaggio tattico al<br />

momento dell’intercettazione. Può essere molto efficace dal punto di vista offensivo quando sia i caccia che i<br />

nemici hanno armi ogni-aspetto. I banditi possono tuttavia contrastare facilmente questa tattica se i caccia<br />

hanno solo armi RQ, virando bruscamente verso l’attacco. I caccia possono ancora conseguire un certo<br />

vantaggio tattico se l’attacco viene rilevato solo molto avanti nella partita.<br />

L’opzione della spazzata è essenzialmente la tattica già descritta. Questa opzione è meno adatta alle armi<br />

ogni-aspetto rispetto alle scelte precedenti, perché di norma solo il leader si trova entro i parametri di tiro al<br />

momento della VID.<br />

La spazzata può essere comunque molto efficace con armi meno capaci, specialmente quando si<br />

prevedono manovre prolungate coi caccia nemici, poiché la formazione in scia consente un buon potenziale<br />

offensivo, in particolare quando il leader ha un vantaggio angolare iniziale sul nemico. La pressione applicata<br />

dal leader in questo caso spesso risulta nei banditi che virano davanti all’elemento di coda. La formazione in<br />

scia va bene anche per attacchi sequenziali contro bombardieri, trasporti, ecc. Come detto prima, tuttavia,<br />

questa non un’opzione salutare in un ambiente non controllato con più banditi, a causa della cattiva posizione<br />

difensiva dell’elemento di coda, soprattutto se il leader effettua una conversione di poppa.<br />

Vantaggi e svantaggi<br />

Il principale vantaggio dell’intercettazione a opzione è la sua flessibilità. Il leader fa essenzialmente<br />

sempre la stessa cosa qualunque sia l’opzione prescelta, e il gregario si posiziona a seconda di quanto dettato<br />

dalla situazione. Le opzioni offensive sono disponibili sia per condizioni controllate (spazzata) che ambienti più<br />

ostili (forcella), e l’opzione più difensiva (posizione al traverso) può essere scelta per condizioni prive di<br />

controllo. L’opzione è compatibile sia con la geometria di intercettazione FQ che con quella con la conversione<br />

di poppa. Qui la scelta dipende spesso dalle armi disponibili e da ciò che permette l’ambiente. La conversione<br />

di poppa è più applicabile alle situazioni controllate con armi RQ, mentre la geometria FQ può essere<br />

preferibile in scenari poco definiti e quando i caccia hanno dei missili ogni-aspetto.<br />

Contro dei banditi in una significativa formazione in scia, la forcella è generalmente l’opzione da<br />

scegliere. Il leader dei caccia in questo caso deve di norma agganciare e attaccare il bandito in scia, mentre la<br />

posizione del gregario all’interno della virata di conversione fornisce protezione dal bandito di testa. In questa<br />

situazione, per il gregario è altamente desiderabile avere il contatto radar col bandito di testa, per aiutarsi<br />

nell’avvistamento. Il gregario dei caccia normalmente prenderà la separazione per la forcella più presto contro<br />

una formazione in scia, in modo da poter essere in posizione ed evitare di essere rilevato a vista dal leader dei<br />

banditi, che a questo punto potrebbe essere notevolmente più vicino del bandito in scia, che viene attaccato dal<br />

caccia di testa.<br />

281


Tutte e tre le opzioni offerte da questa tattica consentono ai caccia di restare abbastanza vicini e quasi al<br />

traverso da facilitare cambiamenti di leader nelle fasi iniziali dell’intercettazione, che potrebbero essere richiesti<br />

se il leader perdesse il contatto coi banditi o soffrisse di un malfunzionamento del radar, ecc. Anche nelle<br />

ultime fasi di una spazzata o di una forcella, i caccia non dovrebbero essere talmente lontani da non potersi<br />

ricongiungere velocemente a scopo di difesa o di fuga.<br />

Quando i caccia sono sistemati in scia (opzione della spazzata), una virata di 90° in una delle due<br />

direzioni da parte del leader consente all’elemento di coda di riunirsi in linea di fronte. A seguito di un attacco a<br />

forcella i caccia dovrebbero passare piuttosto vicini l’uno all’altro con angoli di incrocio abbastanza elevati. In<br />

questo caso, delle virate testa a testa da parte di entrambi i caccia li riporteranno al traverso.<br />

Tuttavia, ci sono dei problemi con l’opzione. Essa pone molte responsabilità sul gregario per la scelta<br />

dell’opzione migliore per la situazione tattica e per posizionarsi di conseguenza. L’opzione della forcella, in<br />

particolare, richiede quel genere di sincronizzazione che si ottiene solo attraverso un addestramento intensivo.<br />

Grazie alle tante opzioni disponibili per il gregario, il leader dei caccia può entrare nel combattimento senza la<br />

visuale del proprio compagno di squadra o anche la sola conoscenza della sua posizione, specialmente in<br />

condizioni di comunicazioni limitate. Le ampie separazioni offensive e il posizionamento per le opzioni della<br />

spazzata e della forcella danno un vantaggio tattico a spese dell’apoggio difensivo reciproco. Inoltre, la<br />

geometria della conversione di poppa o di FQ consentono una maggiore penetrazione dell’incursione nemica<br />

rispetto alla geometria di collisione frontale. I meccanismi di intercettazione per questa geometria sono anche<br />

molto più difficili e complessi, e sono più vulnerabili agli scarti da parte dei banditi a grande distanza. Degli<br />

scarti ritardati da parte dei banditi tendono a confondere la sincronizzazione e la geometria dell’attacco, ma<br />

questo può ancora essere salvato da un lavoro di pedaliera fantasioso, sempre che lo scarto possa essere visto<br />

velocemente.<br />

282<br />

Rottura<br />

Con un sistema d’arma inferiore non puoi combatterne uno superiore. Puoi avere un successo a sorpresa<br />

ma non per lungo tempo.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Descrizione<br />

Nel gioco del combattimento aereo, la rottura è ciò che potrebbe essere chiamata una tattica da<br />

“cascatore”. Il suo scopo è di ingannare e confondere i caccia e i radar dei GCI nemici, per degradare la<br />

consapevolezza della situazione da parte dei banditi al momento della mischia, e per infilare almeno un caccia<br />

non osservato nella mischia. Una variante di questa tattica viene illustrata dalla figura 10-14.<br />

Al punto “1”, i caccia si trovano in una formazione piuttosto serrata, sicché appaiono come un solo<br />

bersaglio al di fuori della portata visiva dei banditi sui radar aeroportati e dei GCI nemici. La separazione<br />

massima consentibile potrebbe essere solo di pochi piedi, o anche di diverse centinaia di piedi, a seconda delle<br />

caratteristiche della specifica minaccia radar. Questa tattica dovrebbe inculcare dei dubbi nel nemico sul<br />

numero dei caccia che andranno effettivamente a ingaggiare.<br />

Una volta rilevati i banditi, i caccia virano a seconda delle necessità per stabilire la geometria di<br />

collisione. Se c’è una distanza sufficiente, possono essere impiegate invece delle tecniche di intercettazione<br />

frontale o FQ. Al punto “2” i caccia sono ancora al di fuori della portata visiva dei caccia, ma si stanno<br />

avvicinando alle fasi finali dell’intercettazione, dove ci si può attendere che il nemico agganci i radar per il<br />

proprio attacco. questo avviene tipicamente quando i caccia si trovano a meno di un minuto dall’intercettazione,<br />

ma il tempo può variare ampiamente. L’equipaggiamento RWR dei caccia può essere di aiuto nel determinare<br />

quand’è che i banditi sono agganciati.


A questo punto il gregario dei caccia sbanda e strappa bruscamente in una S spaccata finché l’aereo non<br />

punta verso il basso in verticale. Quando i banditi sono equipaggiati con sistemi radar di tipo Doppler, questa<br />

manovra dovrebbe porre il nemico a 90° rispetto all’aereo del gregario tanto rapidamente che l’aereo sarà<br />

invisibile ai radar dei banditi prima che la separazione del caccia sia abbastanza ampia da far sì che i due aerei<br />

vengano mostrati separatamente. Al momento in cui il gregario recupera dalla sua picchiata, al punto “3”, egli<br />

sarà probabilmente al di fuori del volume di scansione del radar dei banditi. Inoltre, l’angolo di visuale verso il<br />

basso dei banditi, provocato dalla picchiata del gregario, risulterà in problemi di clutter per i sistemi nemici di<br />

radar a impulsi. Una brusca rottura è essenziale al punto “2”, specialmente contro radar Doppler. Se a questo<br />

punto i caccia possono trovarsi in prossimità della velocità angolare, una rottura al massimo dei G produce la<br />

virata di 90° il più rapidamente possibile con la minore separazione fra i caccia. Anche il dispensare degli chaff<br />

quando si avvicina alla postura verticale può aiutare il gregario contro dei radar a impulsi, e può persino<br />

produrre dei falsi bersagli su radar Doppler in caso di forte vento. Paradossalmente, meglio si comporta il radar<br />

nemico contro bersagli con un aspetto al traverso, e più vulnerabile sarà ai chaff. I chaff sono utili anche per<br />

confondere i controllori GCI nemici, che rileveranno probabilmente una autentica esplosione di bersagli, che gli<br />

lascerebbe un tempo insufficiente a determinare quali sono i veri caccia. Quando viene eseguita a quote medie,<br />

la S spaccata del gregario potrebbe anche porlo troppo in basso per la copertura dei GCI nemici.<br />

Quando il suo aereo è sulla verticale pura, il gregario esegue una rollata di 180° e un recupero con le ali<br />

livellate sulla rotta di collisione originale ad alta velocità. A questo punto egli dovrebbe riottenere il contatto<br />

visivo col leader, che adesso dovrebbe essere leggermente più avanti e molto più in alto, e se il tempo lo<br />

permette potrà guadagnare il contatto radar coi banditi. Il leader dovrà resistere alla tentazione di cambiare rotta<br />

fra la rottura del gregario e il suo richiamo “visivo”, perché se lo fa il gregario non potrà mai riprendere a<br />

vederlo. Se deve essere effettuato un cambiamento di rotta, esso va immediatamente comunicato al gregario.<br />

Avvicinandosi alla mischia il leader deve riportare con una certa frequenza le distanze, perché il gregario<br />

possa sincronizzare la propria strappata in modo da puntare verso il leader al passaggio. Il leader sta<br />

essenzialmente eseguendo un gancio in verticale, così il leader desidera un passaggio ravvicinato coi banditi per<br />

aiutare il gregario (tiratore) ad ottenere un avvistamento. In questo caso il leader deve cercare di passare<br />

leggermente al di sopra dei banditi, possibilmente in cabrata, per attirare l’attenzione lontano dal tiratore più in<br />

basso, e possibilmente tentare i banditi a una strappata proprio davanti al tiratore.<br />

Vantaggi e svantaggi<br />

Quando funziona, questa tattica provocherà un sacco di risate e pacche sulle spalle al bar; ma quando non<br />

lo fa, ci saranno sicuramente molte teste che si scuoteranno incredule. La rottura getta la prudenza al vento per i<br />

vantaggi dell’inganno e della sorpresa. Il solo punto positivo che possa essere tratto per la difesa è il vecchio<br />

adagio “La miglior difesa è l’attacco”. i caccia si trovano in una cattiva posizione difensiva per tutta<br />

l’intercettazione. Di solito sono troppo vicini per un buon appoggio reciproco prima della rottura, e il gregario,<br />

basso e arretrato, è vulnerabile dopo la separazione. Una situazione ben controllata è un prerequisito per questa<br />

tattica, poiché un attacco inaspettato da parte di caccia nemici prima della rottura sarebbe probabilmente<br />

disastroso.<br />

Come pilota da caccia sapevo dalle mie stesse esperienze quanto la sorpresa e la fortuna potevano essere<br />

decisive per il successo, che alla lunga viene solo a coloro che combinano l’ardire con la mente fredda.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

283


Le situazioni in cui i vantaggi bilanciano e superano i rischi di questa tattica includono un ambiente<br />

permissivo in cui il sistema radar e le prestazioni degli aerei del nemico sono decisamente superiori a quelle dei<br />

caccia amici. Quando si affronta una situazione decisamente svantaggiosa, una buona esecuzione di tattiche<br />

sicure potrebbe non bastare. Come si dice nella boxe, “Un uomo grosso batterà un uomo piccolo la maggior<br />

parte delle volte”. In questo caso un buon attacco potrebbe essere la sola difesa, e qualche strano capitombolo<br />

potrebbe essere giustificato se provoca nel nemico confusione e il peggioramento della coscienza della<br />

situazione al passaggio. Ovviamente, comunque, queste tattiche richiedono un addestramento considerevole da<br />

parte dei piloti e un alto livello di efficienza prima di poter fare affidamento su di esse in combattimento; e<br />

anche allora non vi si può aspettare che funzionino sempre, poiché ben presto diventeranno prevedibili per il<br />

nemico.<br />

Ci sono molte varianti della tattica della rottura, ma la maggior parte di esse comincia con una iniziale<br />

formazione serrata e impiega un radicale cambiamento nella formazione per seminare la confusione fra il<br />

nemico. Come con la maggior parte degli attacchi del tipo a gancio o a forcella, la rottura non è consigliata<br />

contro un nemico in una significative formazione in scia.<br />

Blocco incrociato<br />

Descrizione<br />

Il blocco incrociato, chiamato anche spola, è un’altra tattica acrobatica che ha spesso successo contro<br />

caccia superiori che abbiano una propensione per attacchi indipendenti. La figura 10-15 mostra questa tattica.<br />

Al punto “1” i caccia e i banditi si avvistano a vicenda grosso modo frontalmente, e i banditi cominciano<br />

un attacco a tenaglia nel tentativo di prendere i caccia in una forcella. I piloti dei caccia rilevano questa mossa e<br />

proseguono in linea retta in linea di fronte fino a raggiungere un punto in cui ci si può attendere che i banditi<br />

abbiano degli agganci radar individuali sui caccia sui loro rispettivi lati della formazione per la fase finale<br />

dell’attacco. Ancora una volta, questo di solito avviene entro un minuto dall’intercettazione, e le<br />

apparecchiature RWR dei caccia possono fornire ulteriori indizi.<br />

A questo punto, istante “2”, anche i caccia hanno agganciamenti individuali, ma sui banditi sul lato<br />

opposto della formazione nemica. Questo processo è noto come “cross-locking” (aggancio incrociato). Quindi i<br />

caccia virano l’uno verso l’altro, incrociando i percorsi di volo, sforzandosi di giungere all’esterno del bandito<br />

agganciato da ognuno, al punto “3”. Se i banditi proseguono le loro intercettazioni sulle vittime originariamente<br />

prescelte, ci si può attendere che anche loro virino verso l’interno in risposta alla manovra dei caccia. La<br />

geometria della situazione tende a tirare i banditi l’uno verso l’altro mentre si avvicinano alla mischia (punto<br />

“4”), rendendo più facile per ciascun pilota dei caccia avvistare entrambi i banditi, e trascinare ciascun bandito<br />

davanti a un caccia non visto. Ogni caccia dovrebbe avere un tiro inosservato RQ o contro il lato ventrale del<br />

bersaglio, mentre incontra l’altro bandito quasi frontalmente. I banditi, dall’altro lato, vengono presi in una<br />

forcella al passaggio; è improbabile che uno dei due piloti nemici abbia la visuale del proprio gregario, e<br />

probabilmente ognuno di loro avrà avvistato un solo caccia – ma non quello che costituisce la più grande<br />

minaccia. Questa è ovviamente una situazione molto favorevole per i caccia amici!<br />

284


Vantaggi e svantaggi<br />

Il blocco incrociato, come molte altre tattiche acrobatiche, è un’intercettazione complessa che richiede<br />

equipaggi molto efficienti e una buona dose di fortuna. Inoltre, questa procedura dipende da due radar operativi.<br />

Offensivamente il blocco incrociato può essere molto efficace contro un attacco a tenaglia. Difensivamente non<br />

è carente come molte altre tattiche. I caccia possono restare in una formazione difensiva in linea di fronte fino a<br />

molto addentro all’intercettazione, e pur essendo essenzialmente indipendenti durante la fase terminale della<br />

manovra, di solito non sono tanto separati da non essere in grado di offrirsi rapidamente appoggio reciproco se<br />

ce ne fosse bisogno. Tuttavia si può verificare un grave problema se un caccia perde il contatto col suo bandito<br />

nella fase terminale. Se questo accade, l’altro pilota deve proseguire la propria intercettazione mentre il pilota<br />

senza contatto cerca di riguadagnare una posizione di copertura visiva per il suo gregario.<br />

Il blocco incrociato offre una risposta efficace a un attacco a tenaglia da parte di banditi superiori, anche<br />

in un ambiente ostile. Con caccia superiori in un ambiente più controllato la tattica di isolamento a tenaglia<br />

illustrata dalla figura 10-9 potrebbe essere un’alternativa preferibile, dato che avere a che fare con un bandito<br />

per volta è generalmente meno rischioso. Un’opzione più semplice e difensiva potrebbe essere uno sfalsamento<br />

su un solo lato da una delle due parti nel tentativo di arrivare all’esterno della forcella nemica. Questa<br />

alternativa, tuttavia, offre ben poco potenziale offensivo e verosimilmente non sarà molto efficace contro<br />

banditi superiori; ma può essere eseguita con un solo radar.<br />

Intercettazioni in divisione<br />

Come affermato in precedenza, qualsiasi tattica di intercettazione descritta fino ad ora in questo capitolo<br />

per uno o due caccia, può essere impiegata da numeri superiori. Avere più caccia dà dei grandi vantaggi,<br />

incluso un migliore appoggio reciproco per gli aerei in formazione in scia e per quelli che adottino<br />

intercettazioni che facciano affidamento su ampie separazioni offensive. Questo può consentire ai caccia di<br />

scegliere più tattiche offensive senza incorrere in una inaccettabile degradazione del potenziale difensivo. La<br />

figure 10-16 e 10-17 sono esempi di attacchi di aggiramento e a tenaglia adattati a divisioni di quattro aerei.<br />

Considerazioni sulla visuale nel combattimento aereo<br />

Uno dei segreti del combattimento aereo era vedere l’altro per primi. Vedere degli aerei da grande<br />

distanza era questione di esperienza e addestramento, di sapere dove cercare e cosa. I piloti esperti vedevano<br />

sempre di più dei nuovi arrivati, perché questi ultimi erano più preoccupati del pilotaggio che del<br />

combattimento… Il novellino aveva ben poche idee della situazione, perché il suo cervello era sconvolto dallo<br />

shock e dalla ferocia della lotta.<br />

Air Vice-Marshal J. E. "Johnnie" Johnson, RAF<br />

L’importanza della sorpresa nel combattimento aereo è illustrata dal fatto che circa i nove decimi delle<br />

vittime aria-aria non sono consapevoli del pericolo imminente fino a quando non viene loro sparato addosso. È<br />

quindi logico che bisogna dedicare molto studio e pianificazione al conseguire e mantenere la visuale del<br />

nemico in una arena di combattimento aereo a vista e, viceversa, ad evitare la rilevazione visiva da parte degli<br />

avversari. Una certa attenzione è stata dedicata a questo argomento lungo tutto il libro. Questa sezione torna a<br />

enfatizzare alcune delle tecniche citate per mantenere ed evitare il contatto visivo e ne introduce delle altre.<br />

285


Anche se vengono presentate nel contesto delle intercettazioni radar, la maggior parte di queste tecniche e<br />

considerazioni è ugualmente rilevante per tutte le fasi del combattimento aereo.<br />

La scansione visiva è il sistema adoperato da un pilota da caccia per cercare e trovare altri aerei. Il cielo<br />

può essere un posto straordinariamente grande, e gli aerei bersagli incredibilmente piccoli ed elusivi. Un pilota<br />

da caccia non può aspettarsi semplicemente di guardar fuori e vedere gli aerei nemici a una distanza utile senza<br />

una gran quantità di addestramento, pratica e disciplina. Inoltre, anche se i banditi sono probabilmente la cosa<br />

più importante che egli possa vedere, il pilota ha altre responsabilità visive, come tenere le tracce del gregario,<br />

la navigazione, il monitoraggio delle prestazioni dell’aereo, ecc. Portare a termine efficacemente tutti questi<br />

compiti richiede un metodo o uno schema di scansione.<br />

A prenderti è sempre quello che non vedi.<br />

Major Thomas B. "Tommy" McGuire, USAAF<br />

Prima di tutto, questi compiti vanno resi il più semplici possibile, in modo da poter essere eseguiti in<br />

maniera rapida ed efficace. La spaziatura e l’arrangiamento dei caccia in formazioni difensive deve essere tale<br />

che ogni pilota possa mantenere comodamente la visuale dei suoi gregari e delle loro aree vulnerabili. Se un<br />

gregario è troppo lontano o è sistemato alto nel sole, mantenere il contatto visivo potrebbe richiedere una<br />

percentuale troppo elevata del tempo di scansione disponibile per il pilota, sottratta alla sua sorveglianza.<br />

Quando un sole alto e brillante costituisce un fattore significativo, l’elemento più in alto di una formazione<br />

difensiva deve essere posizionato di norma contro sole (ovvero dal lato della formazione opposto al sole).<br />

Anche l’equipaggiamento di volo del pilota e il progetto e la manutenzione degli aerei sono fattori<br />

importanti. La tenuta di volo di un pilota di un pilota deve essere il più possibile leggera e non attillata, in modo<br />

da non ostacolare i movimenti all’interno della carlinga. È spesso necessario girarsi quasi completamente sul<br />

seggiolino in entrambe le direzioni per guardarsi direttamente alle spalle, un compito non facile in una tenuta<br />

pressurizzata completa. Anche le cinture di sicurezza devono essere disegnate e aggiustate in modo da<br />

consentire questa libertà di movimento.<br />

I giapponesi, all’inizio della seconda guerra mondiale, consideravano questa libertà tanto importante che i<br />

loro piloti da caccia generalmente non indossavano nemmeno il paracadute. Un altro fattore in questa decisione<br />

personale era il fatto che essi generalmente combattevano sul territorio nemico, e il loro codice Bushido (il<br />

codice dei Samurai) non permetteva loro di essere catturati. Questa politica era tuttavia autolesionista, poiché<br />

insieme alla mancanza di blindatura e di serbatoi auto-sigillanti, portava a un pesante attrito di piloti esperti, e<br />

provocò grossi problemi al Giappone più avanti nel corso della guerra.<br />

I comandi devono essere progettati in modo da poter essere usati con entrambe le mani, in modo che il<br />

pilota possa ruotare completamente il corpo in una direzione e continuare a pilotare. Il casco è uno degli oggetti<br />

più importanti nella tenuta di volo di un pilota. Deve essere il più leggero possibile, altrimenti potrebbe<br />

diventare piuttosto ingombrante e pesare sul collo a 9G. Non deve nemmeno restringere la visuale del pilota.<br />

Questo significa che nessuna parte del casco deve essere visibile al pilota che lo indossa. Deve anche essere<br />

indossato e assicurato in modo che non possa ruotare fuori posto con un numero elevato di G o coi movimenti<br />

del pilota. Il casco deve essere dotato di un visore scuro che possa essere fatto scivolare rapidamente in<br />

posizione se fosse necessario seguire un bandito molto vicino al sole. In generale, tuttavia, i visori non vanno<br />

usati in combattimento, poiché qualsiasi cosa fra gli occhi del pilota e il bandito, anche una visiera trasparente,<br />

286


degrada in qualche modo la visione. I visori scuri hanno anche l’effetto di ridurre la profondità del campo<br />

visivo del pilota.<br />

Tutto l’equipaggiamento di volo, e qualsiasi altra cosa all’interno della carlinga, deve essere di colore<br />

scuro e antiriflesso. altrimenti, rifletteranno immagini chiare sulla capottina, restringendo gravemente la<br />

visibilità. Le capottine devono essere mantenute immacolate e prive di graffi. Toccare una capottina è un<br />

delitto. Un casco duro deve essere rivestito con qualche materiale morbido per evitare graffi alla capottina.<br />

Tutte le volte che siete sopra le linee dovete continuare a torcere il collo in tutte le direzioni ogni istante, o<br />

verrete sicuramente colti di sorpresa.<br />

Captain Edward V. "Eddie" Rickenbacker, USAS<br />

Gli specchietti retrovisori sono in uso da qualche tempo su molti aerei da caccia, generalmente con buon<br />

successo.<br />

Quando sono correttamente piazzati, possono espandere in maniera significativa il campo visivo<br />

posteriore del pilota.<br />

Questo tuttavia dovrebbe essere il loro scopo; non vanno usati come una scusa per non voltare tutto il<br />

capo e il corpo per coprire quelle aree che possono essere viste senza l’aiuto degli specchi. Il posizionamento<br />

degli specchietti è importantissimo; essi devono essere sistemati al di fuori della carlinga o la loro efficacia<br />

verrà annullata dai riflessi della capottina. I progettisti di aerei resistono a questa sistemazione perché gli<br />

specchietti esterni rovinano le belle linee pulite degli aerei e aumentano la resistenza aerodinamica. È la stessa<br />

mentalità che fa sì che i caccia vengano progettati con capottine a bassa resistenza aerodinamica raccordate alla<br />

fusoliera, anziché del tipo a goccia, che forniscono un campo visivo molto migliore.<br />

Anche il controllo delle prestazioni può essere facilitato dalla progettazione. Come minimo, gli strumenti<br />

per quota e velocità all’aria devono essere grandi, facili da interpretare, e posizionati il più in alto possibile<br />

nella carlinga. Un’idea migliore sarebbe di mostrare queste e altre informazioni fondamentali su una sorta di<br />

"head-up display" (HUD) messo a fuoco all’infinito, in modo che al pilota non venga richiesto di guardare<br />

dentro alla carlinga in momenti fondamentali. Venire all’interno significa rimettere a fuoco e adattarsi alla<br />

illuminazione della carlinga, e quindi rimettere a fuoco e riadattarsi alle condizioni di luce quando si torna a<br />

controllare l’esterno. Gli HUD sono di solito incorporati nel collimatore dell’aereo, ma possono anche far parte<br />

del casco del pilota, col display proiettato sulla visiera. Ogni metodo ha i suoi limiti: il pilota deve guardare in<br />

avanti per usare il collimatore, e ha bisogno di una visiera per il casco.<br />

Dato che la maggior parte del tempo in combattimento di un caccia verrà probabilmente trascorso a un<br />

numero elevato di G, l’effetto di questa accelerazione sulla visione del pilota è una considerazione importante.<br />

Con l’aumentare dei G il cuore deve lavorare contro una accresciuta forza di gravità per pompare il sangue alla<br />

testa del pilota. Maggiore è l’altezza della testa rispetto al cuore, minore sarà la pressione del sangue agli occhi<br />

e al cervello in queste condizioni. In condizioni prolungate di G elevati, il sangue tende a raccogliersi nelle<br />

estremità inferiori e nell’addome del pilota, negando un adeguato afflusso di sangue al capo, il che influenza sia<br />

la vista che le funzioni cerebrali. Il primo effetto degno di nota è normalmente la “visione a tunnel”, che è una<br />

graduale riduzione del campo della visione periferica fino a pochi gradi intorno alla linea visiva diretta. Alla<br />

fine questo “tunnel” può chiudersi del tutto, accecando completamente il pilota. Questa condizione è spesso<br />

accompagnata dal “vedere le stelle”. In tali condizioni, il pilota non vedrà nulla fino a quando non sarà<br />

diminuito il numero di G, ma sarà ancora del tutto cosciente e consapevole di ciò che gli sta accadendo, e potrà<br />

ancora continuare a pilotare l’aereo sulla base delle proprie sensazioni. Se i G vengono mantenuti, tuttavia, o se<br />

il fattore di carico viene ulteriormente incrementato, la ridotta pressione del sangue al cervello risulterà alla fine<br />

in un “blackout”, o perdita totale di coscienza, durante la quale il pilota perde completamente il controllo e non<br />

è cosciente della propria condizione. Generalmente a questo punto il pilota sviene e si rilassa del tutto,<br />

lasciando che l’aereo torni a una condizione di G bassi, il che gli permette di riprendere coscienza.<br />

Occasionalmente, tuttavia, il blackout può essere accompagnato da convulsioni. Riprendersi da un blackout può<br />

essere un processo abbastanza lento, durante il quale il pilota potrebbe essere disorientato e persino<br />

inconsapevole del fatto di trovarsi su un aereo per un certo tempo dopo il ritorno della vista. Ovviamente questa<br />

è una condizione assai poco salutare per un pilota, soprattutto in combattimento.<br />

La tolleranza ai G è una cosa individuale, che dipende molto dalla salute del pilota e dalla sua condizione<br />

fisica, altezza, fatica, fumo, assunzione di droghe, ecc. La maggior parte dei piloti da caccia, con<br />

l’addestramento, possono imparare a sostenere fino a 5G per un tempo considerevole senza effetti negativi.<br />

Oltre ad addestrare piloti da caccia più bassi (preferenza personale), ci sono certe tecniche ed equipaggiamenti<br />

287


che possono accrescere la tolleranza ai G. Nell’area dell’equipaggia-mento, la tenuta anti-G è la più comune.<br />

Questa è di solito un capo simile a un paio di pantaloni che include delle vesciche gonfiabili nell’area<br />

addominale e lungo le gambe. Queste vesciche sono di solito gonfiate con aria ad alta pressione dell’aereo da<br />

una valvola automatica in proporzione al livello di G in qualsiasi momento. La tenuta anti-G schiaccia le<br />

estremità inferiori del pilota, e questo tende a restringere il ristagno di sangue in quest’area, lasciando quindi<br />

più sangue a disposizione per la parte superiore del corpo e il capo. Una tenuta anti-G correttamente indossata<br />

può accrescere la tolleranza di un pilota di circa 1G. Dei seggiolini semi-reclinabili sono un altro strumento<br />

anti-G venuto di moda di recente (in particolare sul caccia General Dynamics F-16). Questi sembrano anche<br />

efficaci in un certo modo nel ridurre la distanza verticale cuore-testa. Un giorno una posizione distesa del pilota<br />

(prono o supino) potrebbe rivelarsi la risposta a una elevata tolleranza ai G nei caccia, se si potesse risolvere il<br />

problema della sorveglianza in tutte le direzioni.<br />

Le tecniche che il pilota può adoperare per aumentare la tolleranza ai G includono una routine di continui<br />

sforzi o “grunting” che mettono il corpo in tensione, accrescendo la pressione sanguigna e riducendone il<br />

ristagno nell’addome.<br />

Un’altra tecnica utile è di piegarsi bruscamente in avanti sul sedile contro gli spallacci. Se il sistema di<br />

ritenzione delle cinture lo consente, questo metodo può ridurre la distanza cuore-testa proprio come un sedile<br />

reclinabile. Un’altra pratica che può aiutare la tolleranza ai G è l’uso di un rateo moderato di aumento dei G<br />

quando si comincia la virata. Strappare molto rapidamente i G, oltre a portare a stress eccessivi sull’aereo,<br />

potrebbe non consentire al pilota o ad altri membri dell’equipaggio di tendere il corpo in tempo prima del carico<br />

accresciuto di G. La mancanza di preparazione può ridurre la tolleranza ai G, risultare in strane posizioni del<br />

corpo (come volto schiacciato sul torace, ecc.), o persino causare ferite.<br />

288<br />

Tecniche di scansione visiva<br />

La tecnica migliore che un pilota possa usare nella ricerca di aerei nemici è oggetto di notevoli dispute.<br />

Alcune scuole insegnano che il cielo deve essere suddiviso in tanti piccoli segmenti, diciamo settori di 30° per<br />

30°, e ogni settore dovrebbe essere esplorato completamente per diversi secondi per assicurarsi che sia libero da<br />

bersagli prima di passare al settore successivo, e così via. Altre scuole suggeriscono che gli occhi siano mossi<br />

continuamente, senza arrestarli mai a meno che qualcosa non richieda un’attenta indagine. Com’è prevedibile,<br />

ognuna di queste tecniche ha dei punti forti e dei punti deboli.<br />

Il cervello non può interpretare le immagini quando gli occhi si muovono. Quando una persona scandisce<br />

visivamente un’area ampia, gli occhi in realtà si muovono in tanti piccoli balzi, fermandosi ripetutamente per<br />

una frazione di secondo per permettere al cervello di interpretare quanto viene visto. Al fine di esplorare un<br />

settore il più completamente possibile, gli occhi devono essere messi a fuoco alla distanza corretta.<br />

Sfortunatamente, gli occhi non ci danno un’indicazione affidabile della distanza focale. Questa può essere<br />

determinata solo stimando la distanza da un oggetto a fuoco. Quando gli occhi non hanno nulla su cui<br />

focalizzarsi, come quando si guarda nel cielo, tendono a farlo a pochi metri. Questa distanza focale è spesso più<br />

vicina alla capottina che ai banditi, quindi macchie, aloni e graffi su questa superficie tendono ad attirare la<br />

messa a fuoco degli occhi.<br />

I piloti [inesperti] sono realmente ciechi in aria per i primi due mesi.<br />

Colonnello Erich "Bubi" Hartmann, GAP<br />

Il problema della messa a fuoco può degradare seriamente l’efficacia visiva in aria. La tecnica normale è<br />

di mettere a fuoco su un oggetto distante, come una nuvola o una caratteristica della superficie sull’orizzonte, e<br />

quindi passare rapidamente la scansione all’area che interessa. Di solito in questo modo gli occhi possono<br />

essere mantenuti a fuoco su grandi distanze per qualche secondo prima che il procedimento vada ripetuto. I<br />

piloti esperti di norma lo fanno continuamente e persino inconsciamente quando passano la scansione da un<br />

luogo all’altro. La mancanza di una tecnica per mettere a fuoco a distanza è probabilmente la ragione principale<br />

per cui i piloti inesperti vedono molto poco in aria.<br />

Guardati intorno – quello che vedi non può farti male. Tieni fuori la testa e usala.<br />

Captain Thomas f. "Tommy" Lynch, USAAF


Alla luce del giorno, la massima acuità visiva si trova al centro della scansione, in un’area che copre solo<br />

un arco di una frazione di grado intorno al punto centrale. Qualsiasi oggetto al di fuori di questa piccolissima<br />

area centrale è generalmente rilevata dalla visione periferica solo se contrasta in maniera marcata con lo sfondo,<br />

è molto grande, o mostra del movimento relativo (è soprattutto il movimento a catturare l’attenzione della<br />

visione periferica). Questa spiega il valore della indicazione di una LOS da parte del radar per ottenere<br />

l’avvistamento più precoce possibile su un bandito. L’indicatore della LOS generalmente indica la posizione<br />

del bandito, spesso in relazione a un certo punto sul collimatore, di solito entro 1° dalla sua posizione reale. Il<br />

pilota può quindi cercare accuratamente vicino al punto indicato nello spazio (detto a volte “spot scanning”),<br />

generalmente con l’aiuto delle immagini del collimatore messe a fuoco all’infinito per aiutarsi a trovare e<br />

mantenere la giusta distanza focale, e può rilevare bersagli molto distanti e a basso contrasto.<br />

Un’occhiata vale più di mille spazzate [radar].<br />

Anonimo<br />

In certi casi i piloti sono stati dotati di strumenti telescopici per consentire acquisizioni visive più distanti<br />

e VID di bersagli aerei. Spesso sono richiesti dei mezzi per estendere la portata della VID se si vuole fare pieno<br />

uso delle capacità frontali dei missili ogni-aspetto. Tali strumenti possono essere semplici come un telescopio o<br />

un binocolo tenuti in mano, o avanzati come un potente video-telescopio asservito alla LOS del radar del<br />

caccia. In generale, anche gli strumenti più semplici possono essere efficaci, ma gli equipaggiamenti manuali<br />

presentano il problema di oggetti liberi che si muovono per la carlinga, e delle mani indaffarate ad eseguire<br />

altre funzioni necessarie in una carlinga complessa potrebbero non essere disponibili per questa operazione. Di<br />

solito una soluzione migliore è di legare fermamente questi strumenti all’aereo e puntarli dritto in avanti. Il<br />

radar può quindi essere adoperato per puntare l’aereo, e il telescopio, direttamente contro un bersaglio non<br />

identificato per un esame più accurato. Ovviamente il campo visivo del telescopio deve essere compatibile con<br />

l’accuratezza del sistema di indicazione della LOS del radar.<br />

Chi vede per primo vive più a lungo.<br />

Anonimo<br />

La piccolezza dell’area della massima acuità visiva limita l’efficacia di una dettagliata ricerca di settore, a<br />

meno che non si possa limitare sostanzialmente la LOS del bersaglio. Ci possono volere parecchi secondi per<br />

esplorare approfonditamente un’area che si estenda anche di 1° intorno a un dato punto. Quindi, dividere il<br />

mondo intero in settori per ispezioni dettagliate consecutive diventa ridicolo. Anche se ogni singola ispezione<br />

fosse limitata a un secondo, ci vorrebbe un’intera giornata per completare anche un solo ciclo di questo<br />

processo. Sulla base di questa realtà, non è pratico affidarsi a una tecnica di ricerca dettagliata per settore per<br />

produrre risultati accettabili a scopi difensivi. Dal punto di vista offensivo, tuttavia, un’accurata ispezione di<br />

settori ristretti è di solito il metodo che porta ad avvistamenti alle distanze maggiori.<br />

L’alternativa è di pensare a una tecnica di scansione basata sulla visione periferica, che consenta la<br />

copertura di un’area molto ampia in un tempo relativamente breve. Questo metodo implica di muovere gli occhi<br />

(e il capo) avanti e indietro attraverso l’intero campo visivo piuttosto rapidamente. Anche se può sembrare che<br />

la testa si muova regolarmente durante queste spazzate, gli occhi faranno in realtà rapidi balzi di diversi gradi<br />

per volta, e ad ogni intervallo un’area piuttosto ampia potrà essere esplorata dalla visione periferica. Questa<br />

tecnica è in qualche modo analoga ai metodi di lettura veloce, opposta al focalizzarsi su ogni singola parola di<br />

una pagina stampata. La velocità reale della scansione dipende dall’efficienza, perché gli occhi devono essere<br />

allenati a effettuare questi movimenti più velocemente per una maggiore velocità di scansione. Se non si<br />

consente agli occhi di fare frequenti pause ripetute, si vedrà ben poco.<br />

Deve esserci uno schema regolare in queste spazzate visive; bisogna ricercare al di sopra e al di sotto<br />

dell’orizzonte e da davanti a dietro dei limiti di visibilità su entrambi i lati dell’aereo. Questi limiti di solito<br />

possono essere estesi rollando, virando, o facendo scivolare l’aereo in congiunzione con lo schema di<br />

scansione. Bisogna fare in modo che la scansione passi periodicamente (a intervalli di qualche secondo) su<br />

oggetti distanti al fine di fornire una correzione della distanza di messa a fuoco. I settori minacciosi dovrebbero<br />

essere limitati quando possibile, possibilmente volando molto in alto o molto in basso, o sfalsando il settore<br />

della minaccia su un lato, e l’area della minaccia maggiore deve ricevere la maggiore attenzione. Nessun settore<br />

comunque va ignorato completamente per periodi prolungati. Volare in coppia consente a ciascun pilota di<br />

289


concentrare la propria ricerca verso il proprio gregario, e i caccia con equipaggi di più uomini possono dividere<br />

le aree di responsabilità per la ricerca visiva per massimizzare l’efficienza.<br />

Ciò che trovate coi vostri occhi è il movimento, perché la campagna è tranquilla. Poi, tutto ad un tratto<br />

vedete – movimento; un aereo.<br />

Colonnello Erich "Bubi" Hartmann, GAP<br />

Un’altra tecnica utile è di muovere il capo avanti e indietro, e da parte a parte durante il processo di<br />

scansione. Questo aiuta a liberare le aree nascoste dietro ai montanti della capottina, ecc., e aiuta anche a ridurre<br />

la distrazione provocata da macchie e graffi su di essa. Qualsiasi cosa sulla capottina sembrerà muoversi in<br />

direzione opposta rispetto ai movimenti del capo, e il cervello può usare questo movimento per “filtrare” questi<br />

oggetti rispetto ai bersagli esterni, che non reagiscono ai movimenti del capo del pilota. Ci sono due categorie<br />

di piloti da caccia: quelli che hanno fatto, e quelli che un giorno faranno, una magnifica virata spezzata<br />

difensiva verso un insetto sulla capottina.<br />

Anche se l’uso della visione periferica come modalità principale di scansione non risulta generalmente in<br />

avvistamenti distanti come quelli forniti dalla ricerca per settori, le possibilità di vedere un bandito sono di<br />

molto accresciute, e dal punto di vista difensivo questo è l’obiettivo più importante.<br />

290<br />

Mimetizzazione<br />

Il valore della mimetizzazione come mezzo per nascondere un obiettivo militare è ampiamente<br />

riconosciuto. I caccia, tuttavia, hanno un problema particolare quando si parla della mimetizzazione. La loro<br />

missione rende probabile che vengano visti da tutte le direzioni: da sopra con la superficie come sfondo, o da<br />

sotto contro il cielo azzurro. Inoltre, dato che l’autono-mia degli aerei è così grande, è probabile che il colore<br />

del terreno vari molto a ogni missione. I requisiti di manovrabilità dei caccia accrescono il problema, poiché da<br />

qualsiasi direzione si potrebbe presentare al nemico la visuale della parte superiore, inferiore o laterale<br />

dell’aereo mentre rolla o vira nei diversi piani.<br />

Le condizioni di luce hanno un effetto drammatico sull’aspetto di un aereo. In condizioni di luce frontale<br />

(oggetto pienamente illuminato) sono evidenti tinta e colore autentici dell’aereo, ma quando è in controluce<br />

(oggetto in ombra) la superficie presentata appare in una tinta di grigio e in un colore più scuro del vero. Dato<br />

che in genere gli aerei sono macchine molto spigolose, le tante sporgenze gettano ombre su varie parti<br />

dell’aereo, e queste si muovono quando l’aereo sbanda e vira. Sia che l’aereo sia contro il sole o sotto di esso<br />

rispetto all’osservatore, grosse parti del suo corpo potranno apparire in ombra, a seconda della sua rotta o<br />

dell’atteggiamento in beccheggio o rollio. Le porzioni maggiori dell’aereo saranno in ombra, e quindi<br />

appariranno più scure di quanto siano in realtà, tutte le volte che l’osservatore e il sole saranno ai lati opposti<br />

del muso dell’aereo (in orizzontale o in verticale) o del piano delle sue ali. In generale, la forma di queste<br />

ombre può cambiare molto rapidamente e sarà molto difficile da prevedere con precisione in condizioni<br />

operative in tempo reale, ma se uno schema mimetico deve essere efficace, deve tenere conto di questi effetti<br />

d’ombra.<br />

Un mezzo per raggiungere tale obiettivo è di usare colori piuttosto chiari dappertutto, poiché è probabile<br />

che una grossa porzione dell’aereo appaia comunque più scura a causa delle ombre. Se il resto delle superfici è<br />

in un colore più scuro, ci sono maggiori possibilità che la parti più chiare o più scuro si fondano bene con lo<br />

sfondo in un dato momento, riducendo le dimensioni apparenti dell’aereo. Se l’aereo è interamente in un colore<br />

scuro sarà molto difficile da vedere contro uno sfondo scuro, ma si staglierà nettamente contro aree più chiare.<br />

Dei colori chiari tendono a offrire un migliore compromesso.<br />

Non è tanto importante il colore vero e proprio quanto la tonalità. Bisogna comunque evitare colori<br />

brillanti, poiché ricorrono raramente in natura e tendono ad attirare l’attenzione. Toni opachi, pastello, tenui, di<br />

grigio, blu, marrone e verde, seppure non ispirino molto, sono molto più efficaci a fini mimetici. I colori veri e<br />

propri di solito vengono scelti per fondersi al meglio con la superficie normale quando l’aereo si trova a terra o<br />

a bassa quota. Vernici lucide o metallo nudo non trovano posto sugli aerei da combattimento a causa della loro<br />

tendenza a riflettere i lampi del sole. I colori prescelti non sono importanti per due ragioni. Primo, è probabile<br />

che una grossa parte dell’aereo sia in ombra e appaia grigia qualunque sia il suo vero colore. Secondo, i colori<br />

non possono essere distinti a grandi distanze. Anche con le dimensioni piuttosto grosse di molti caccia odierni,<br />

di solito è impossibile distinguere aerei dipinti in tenui colori pastello con la stessa riflessione (tonalità) a<br />

distanze maggiori di due o tre miglia in condizioni ideali di illuminazione e aspetto (questo non è peregrino in


termini odierni, quando il diametro di virata dei caccia può superare un miglio, e anche i missili “a corto<br />

raggio” possono essere letali da parecchie miglia). Nelle stesse condizioni, invece, dei colori molto brillanti<br />

possono essere riconoscibili a distanze di oltre dieci miglia. La regola generale è di evitare l’uso di colori che<br />

possano essere distinti alla normale portata visiva.<br />

Le armi devono essere robuste più che decorative.<br />

Miyamoto Musashi<br />

La tecnica di mimetizzazione più efficace per i caccia sembra l’uso di due o tre toni diversi dello stesso<br />

colore o di colori diversi (ma tutti toni pastello chiari, e opachi). Lo schema mimetico deve essere pensato in<br />

modo ogni vista dell’aereo sia composta all’incirca da percentuali uguali di ogni tonalità. Il fine di questo<br />

metodo è che uno dei toni si fonda bene con un dato sfondo, rendendo quella parte dell’aereo difficile da vedere<br />

e riducendo efficacemente la taglia apparente dell’aereo.<br />

Una maggiore varietà di tinte aumenta la probabilità che una si fonda con lo sfondo, ma riduce la<br />

percentuale dell’area totale coperta da ogni tonalità, e quindi anche l’effetto viene ridotto. Questo fattore porta a<br />

uno scambio nel determinare il numero ideale di tonalità. In generale, due toni sembrano essere il meglio per i<br />

caccia più piccoli, poiché è necessaria una riduzione relativamente grande delle dimensioni apparenti per fare<br />

una sostanziale differenza alla probabili portata visiva. Tre toni potrebbero andare meglio per caccia più grossi,<br />

poiché anche una piccola riduzione percentuale nella taglia apparente di questi aerei può diminuire di molto la<br />

portata visiva in termini reali.<br />

Lo schema mimetico deve sembrare casuale, come delle ombre che taglino varie parti dell’aereo, per<br />

spezzare la sagoma riconoscibile dell’aereo. L’uso di curve o linee spezzate sembra non fare una grande<br />

differenza.<br />

A parte rendere l’aereo più difficile da vedere, c’è un altro importante scopo per la mimetizzazione di un<br />

caccia, ovvero nasconderne l’assetto e le manovre. Per questo motivo non dovrebbero esserci variazioni<br />

significative nello schema mimetico o nei colori fra la parte superiore e inferiore dell’aereo. Su caccia piuttosto<br />

grandi, anche dipingere una finta capottina sul ventre e dei simulacri dei piloni delle armi sulla parte superiore<br />

delle ali (per simulare ciò che si porterebbe in condizioni di combattimento) può essere estremamente efficace.<br />

Tali schemi mimetici rendono difficile determinare se il caccia stia virando per avvicinarsi o allontanarsi dal<br />

nemico a medie distanze. La direzione di tali virate può essere critica nella scelta delle manovre del nemico e<br />

anche per l’involucro delle sue armi (è un tiro nell’emisfero anteriore o posteriore?)<br />

Una buona colorazione può provocare nel nemico pochi preziosi secondi di confusione finché il<br />

movimento relativo non chiarisce l’ambiguità, e qualsiasi ritardo o confusione in combattimento possono essere<br />

cruciali.<br />

Il pilota da caccia deve essere cosciente del proprio schema mimetico e cercare di farne l’uso migliore<br />

durante un’intercettazione. Il vantaggio tattico non va tuttavia sacrificato per considerazioni ambientali, poiché<br />

il nemico potrebbe comunque l’attacco e mettere il caccia in grave svantaggio. L’importanza di evitare nubi<br />

chiare che possano ritagliare l’aereo è già stata discussa. Un aereo di qualsiasi colore, visto contro lo sfondo<br />

delle nuvole, si staglierà come un insetto su un foglio di carta. Anche avvicinarsi uscendo dal sole è una tattica<br />

ben nota fin dagli albori, poiché un sole alto e brillante tende a restringere la visuale del nemico. Altri fattori da<br />

considerare sono le tonalità (chiare o scure) dello sfondo della superficie e del cielo. In genere il pilota dovrà<br />

cercare lo sfondo che corrisponda maggiormente alla tonalità media del proprio aereo. Quando ha dei dubbi, lo<br />

sfondo più scuro di solito è il migliore per l’effetto scurente delle ombre sull’aereo. In particolare quando ci si<br />

avvicina dall’alto o dal lato del sole, è più probabile che il caccia apparirà molto più scuro di quando si trova in<br />

basso o contro il sole, dove è più probabile che le superfici presentate siano pienamente illuminate e i suoi veri<br />

colori più prominenti. Bisogna anche riconoscere che la tonalità del cielo di solito si scurisce guardando sopra<br />

l’orizzonte.<br />

Avvicinarsi a un bersaglio alla stessa quota di solito non è una buona idea, perché i piloti tendono a<br />

passare la maggior parte del loro tempo guardando in orizzontale. Inoltre, lo sfondo più chiaro vicino<br />

all’orizzonte spesso fornisce condizioni migliori per la rilevazione visiva, proprio come le nuvole. Il pilota deve<br />

essere particolarmente prudente nell’avvicinarsi uscendo da un sole basso e poco brillante. La combinazione di<br />

uno sfondo chiaro e dai toni pastello e le ombre scure sul caccia illuminato da dietro, senza la degradazione<br />

visiva data da u n sole brillante, possono portare ad avvistamenti fino a 30 miglia. Sfondi variati, come nuvole<br />

sparse contro una superficie scura, o un panorama variegato, vanno spesso bene per nascondersi, poiché un<br />

oggetto ad elevato contrasto è meno notevole contro di essi. Il solo sfondo uniforme che permetta un buon<br />

291


approccio è il cielo azzurro, perché questo presenta al nemico un problema di messa a fuoco. Naturalmente,<br />

ogniqualvolta sia praticabile, il muso del caccia può essere puntato direttamente verso il bandito, al fine di<br />

presentare il più piccolo profilo possibile quando il caccia si trova alla portata visiva. In alternativa, si può usare<br />

una geometria di intercettazione su una rotta di collisione per ridurre il movimento relativo rispetto al bersaglio,<br />

rendendo meno probabile il rilevamento da parte della visione periferica del nemico.<br />

Una condizione che può distruggere efficacemente anche gli effetti della migliore mimetizzazione è il<br />

volo a bassa quota su una superficie omogenea di colore chiaro in un giorno di sole. Anche un aereo all’altezza<br />

di 2.000 o 3.000 piedi può lasciare una bella ombra nera su una superficie simile, per attirare l’attenzione del<br />

nemico. Una volta allertato, il nemico può usare le tecniche di spot-scanning per cogliere l’aereo vero e proprio<br />

nelle vicinanze dell’ombra. Superfici più scure o variegate in genere non presentano questo problema. Se è<br />

costretto a volare in queste condizioni, tuttavia, il pilota deve osservare con cura la superficie alla ricerca di<br />

ombre ostili. Funziona da entrambi i lati. Questa può essere una utile tecnica difensiva.<br />

Altre considerazioni visive nell’approccio sono la condensa e i fumi dei motori. Non c’è bisogno di<br />

parlare degli effetti della condensa sulla portata della rilevazione visiva, dato che probabilmente tutti abbiamo<br />

visto degli aerei di linea a centinaia di miglia. La quota della condensa va semplicemente evitata. Anche il fumo<br />

può essere un grave problema, poiché delle grosse scie di fumo possono essere per venti o trenta miglia in certe<br />

condizioni, specialmente contro sfondi chiari. Oltre a scegliere uno sfondo più scuro e delle condizioni<br />

operative per i motori che minimizzino il fumo (trattate in un capitolo precedente), anche evitare la geometria di<br />

intercettazione sulla rotta di collisione può essere d’aiuto. Un caccia su una rotta di collisione tende a restare in<br />

un punto del cielo quando viene visto dal nemico, così la scia di fumo appare concentrata dietro al caccia e<br />

diventa più scura e maggiormente visibile. Una virata di sfalsamento precoce lontano dal percorso di volo del<br />

bandito, e la geometria della conversione di poppa, possono fare apparire più sottile la scia e renderla più<br />

difficile da vedere contro sfondi più chiari.<br />

292<br />

Riassunto<br />

Lo scopo della presentazione di tanti esempi di intercettazione è di familiarizzare i tattici con i vari<br />

concetti di intercettazione attualmente in uso e di fornire una selezione di tattiche fra le quali scegliere in un<br />

dato scenario tattico. La prima qualità da prendere in considerazione per qualsiasi tattica di intercettazione è la<br />

controllabilità: la ragionevole certezza che l’intercettazione potrà essere completata in qualche modo. I fattori<br />

coinvolti qui sono sia la geometria che la complessità. Le intercettazioni FQ e con la conversione di poppa, ad<br />

esempio, possono essere perdute del tutto se il bandito si allontana scartando. La conversione di poppa<br />

generalmente è anche più difficile da eseguire efficacemente rispetto ad altre, e può richiedere un vantaggio di<br />

velocità sul bersaglio. Probabilmente l’intercettazione più facile da percorrere è una rotta di inseguimento puro,<br />

dove il caccia tiene semplicemente il bersaglio sul muso. Sfortunatamente questa tattica dà ben poco controllo<br />

sulla geometria di intercettazione. Quando viene iniziato vicino al percorso di volo del bandito, l’inseguimento<br />

puro di solito risulta in un angolazione molto elevata all’intercettazione con ben poco vantaggio per il caccia.<br />

Quando viene iniziato con un sacco di aspetto del bersaglio, generalmente finisce in un inseguimento di coda,<br />

probabilmente ben oltre la portata di tiro. Anche una intercettazione in collisione pura è piuttosto semplice,<br />

offre una penetrazione minima all’incursione, e probabilmente fornisce le migliori possibilità di completare<br />

l’intercettazione. Ancora una volta, tuttavia, la geometria potrebbe non essere ideale per una VID o per<br />

l’impiego delle armi. La scelta delle tattiche di intercettazione dovrebbe essere limitata dalle capacità degli<br />

equipaggi, dei sistemi d’arma e dei controllori aerei. Se l’efficienza non è abbastanza alta da assicurare il<br />

completamento di una conversione di poppa, ad esempio, allora bisogna scegliere delle tattiche che impieghino<br />

tecniche più semplici, come una geometria di collisione pura.<br />

Probabilmente il fattore successivo per importanza da considerare nella scelta delle tattiche di<br />

intercettazione da usare contro dei caccia, o in un ambiente ostile, è il potenziale difensivo. Formazione,<br />

separazione e flessibilità sono le chiavi del potenziale difensivo. Molte tattiche richiedono che estese porzioni<br />

dell’intercettazione siano eseguite in formazione in scia, o con separazioni offensive molto ampie. Queste<br />

condizioni non agevolano l’appoggio difensivo reciproco. La flessibilità diventa importante quando accade<br />

qualcosa di inaspettato, come uno scarto radicale del bandito, un attacco da parte di un amico non visto, o<br />

magari il radar del leader che comincia a dare i numeri in una fase avanzata dell’intercettazione. Una tattica<br />

flessibile permette di adeguarsi facilmente a tali circostanze con delle rapide manovre, un immediato appoggio<br />

difensivo, cambi di leader, ecc. La flessibilità viene degradata da grandi distanze fra i caccia, e in particolare


dalla separazione muso-coda. Tattiche che richiedano un passaggio precoce a queste configurazioni potrebbero<br />

attirare guai, in particolare in situazioni poco controllate.<br />

Il terzo, più importante fattore nella scelta delle tattiche di intercettazione è il potenziale offensivo.<br />

Quando i caccia intercettano dei bombardieri, o si trovano in uno scenario permissivo, questo fattore potrebbe<br />

essere ancor più critico del potenziale difensivo. Il potenziale offensivo implica che i caccia abbiano un<br />

vantaggio tattico sul nemico nel momento in cui completano l’intercettazione. Questo in genere significa<br />

arrivare in un involucro di tiro prima del nemico, o almeno essere più vicino a questa posizione di tiro prima del<br />

nemico. Le rispettive capacità delle armi sono quindi essenziali per valutare il potenziale offensivo di qualsiasi<br />

intercettazione. Un approccio frontale è offensivo se i caccia hanno armi ogni-aspetto e il nemico no. Anche le<br />

regole di ingaggio vanno considerate, specialmente i requisiti di una VID. Una ottima capacità offensiva<br />

fornisce una VID il più precoce possibile, che generalmente implica un certo sfalsamento rispetto al percorso di<br />

volo del bandito per generare una vista in pianta o di profilo per migliorare il riconoscimento. Il potenziale<br />

offensivo viene ulteriormente accresciuto se la VID avviene all’interno dell’involucro delle armi del caccia.<br />

Un’altra caratteristica desiderabile dell’offensiva è la sorpresa: una accresciuta probabilità di un attacco non<br />

visto da parte di uno o più caccia.<br />

Sfortunatamente, di solito c’è uno scambio fra il potenziale offensivo e difensivo, poiché l’offesa di solito<br />

è accresciuta da grandi separazioni, formazioni in scia, ecc. La regola generale è di selezionare la tattica più<br />

offensiva a disposizione entro le capacità degli equipaggi dei caccia che consenta quello che può essere<br />

considerato un potenziale difensivo adeguato nelle condizioni tattiche del momento. Ovviamente qui è<br />

implicata una grossa quantità di giudizio, esperienza e conoscenza tattica. di solito vengono prescelte due o tre<br />

intercettazioni diverse, ciascuna delle quali è considerata ideale in un probabile scenario di combattimento, e<br />

queste vengono praticate costantemente in condizioni il più possibile realistiche per sviluppare e mantenere<br />

l’efficienza. Poi, quando i piloti hanno la possibilità di testarle dal vero, scelgono la tattica più appropriata e la<br />

mettono in pratica.<br />

293


294<br />

Appendice<br />

Prestazioni dei caccia<br />

Prestazioni significa iniziativa – la risorsa morale e pratica più preziosa in qualsiasi forma di guerra.<br />

Major Sholto Douglas, RAF<br />

Lo scopo di questa appendice è di fornire una comprensione di base dei fondamenti delle prestazioni degli<br />

aerei che consenta a un caccia di manovrare rispetto a un altro e di guadagnare un vantaggio di posizione in un<br />

combattimento aereo.<br />

Anche se la parola prestazioni abbraccia ogni aspetto delle operazioni di un aereo, certe capacità sono più<br />

affini di altre al soggetto delle manovre per il combattimento aereo e alle tattiche dei caccia. Queste manovre<br />

aeree (cioè virate, accelerazione, cabrata, ecc.) vengono qui coperte con una profondità sufficiente per<br />

familiarizzare il lettore con la loro applicazione alla scienza del combattimento aereo e con le tecniche<br />

attraverso le quali le loro prestazioni vengono ottimizzate. Altri aspetti delle prestazioni di un aereo, come il<br />

decollo, l’atterraggio, l’autonomia e la resistenza, seppure probabilmente critici per il successo di qualsiasi<br />

missione dei caccia, riguardano maggiormente il modo in cui il caccia entra ed esce dall’arena del<br />

combattimento che il modo in cui si comporta in quell’ambiente, e quindi non vengono trattati qui.<br />

Prestazioni istantanee di virata<br />

Le prestazioni di virata sono la capacità di un aereo di cambiare la direzione del suo movimento in volo.<br />

Questa direzione è definita dal vettore velocità, che può essere visualizzato come una freccia che punta nella<br />

direzione del movimento dell’aereo e con una lunghezza proporzionale alla velocità di quel movimento. La<br />

manovrabilità viene definita in questo testo come la capacità di un caccia di cambiare la direzione del proprio<br />

vettore velocità. I termini manovrabilità e prestazioni di virata possono quindi essere considerati sinonimi.<br />

[Il Comando supremo della Luftwaffe] fu colpito dall’idea che la manovrabilità in sbandata il principale<br />

fattore determinante nel combattimento aereo… Non potevano o semplicemente non volevano vedere che per i<br />

moderni aerei da caccia la virata stretta come forma di combattimento aereo rappresentava un’eccezione.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

Le virate al massimo delle prestazioni possono essere classificate in due tipi: istantanee o sostenute.<br />

Istantaneo si riferisce alle capacità massime di virata dell’aereo in qualsiasi dato momento nelle condizioni di<br />

volo esistenti (ovvero quota e velocità). Una particolare capacità potrebbe sussistere per un solo istante prima<br />

che le condizioni di volo cambino, risultando in un cambiamento delle capacità istantanee di virata. Le virate<br />

sostenute sono quelle che l’aereo è in grado di mantenere per un tempo prolungato in un dato insieme di<br />

condizioni di volo. Le virate sostenute vengono trattate più avanti in questa appendice.<br />

Qualsiasi virata può essere misurata in tre modi. Una misura conveniente per le prestazioni di virata di un<br />

aereo è il fattore di carico (n), che è in realtà un componente dell’accelerazione centrifuga generata dalla virata.<br />

Tale accelerazione è di solito espressa in termini di G, con un G pari all’accelerazione gravitazionale nominale,<br />

9,8 m/sec 2 . quindi, in una “virata a 3 G”, il pilota si sentirà come se pesasse tre volte il proprio peso normale. Il<br />

rateo di virata (TR) è un’altra importante misura delle prestazioni. Questo è il rateo di variazione angolare del<br />

vettore velocità, di solito espresso in gradi/secondo, e in una virata orizzontale sarà pari al rateo di variazione<br />

della rotta dell’aereo. Il raggio di virata (RT), la terza misura importante delle prestazioni di virata, è<br />

generalmente espresso in piedi o in miglia.<br />

Le virate strette erano più una tattica difensiva che offensiva e non vincevano le battaglie aeree.<br />

Air Vice-Marshal J. E. "Johnnie" Johnson, RAF


Le prestazioni istantanee di virata sono il prodotto del disegno aerodinamico del caccia e delle sue<br />

condizioni di volo. La capacità dell’aereo di produrre portanza è uno dei principali fattori di queste prestazioni.<br />

La portanza (L) è la forza aerodinamica generata dall’aereo in perpendicolare alla sua direzione di movimento<br />

(ovvero in perpendicolare rispetto al vento relativo). Questa forza, la maggior parte della quale è di solito<br />

prodotta dalle ali, può essere visualizzata anch’essa come un vettore orientato perpendicolarmente al vettore<br />

velocità e alle ali e con una lunghezza proporzionale alla quantità di portanza. La portanza che può essere<br />

prodotta da una certa ala dipende dalla velocità e dalla quota dell’aereo. Dato che l’ala interagisce con l’aria per<br />

creare portanza, la densità dell’aria è cruciale. La densità dell’aria diminuisce con l’altitudine nell’at-mosfera,<br />

risultando in una ridotta capacità di portanza. Più velocemente si muove un’ala attraverso l’aria, più grande sarà<br />

il peso d’aria influenzata durante un dato intervallo di tempo, risultando in una accresciuta capacità di portanza.<br />

La quantità di portanza che può essere prodotta da un’ala a una data altitudine è grosso modo proporzionale al<br />

quadrato della velocità dell’aereo (V).<br />

Uno degli strumenti più comuni e utili per lo studio delle prestazioni istantanee di virata è noto come<br />

“diagramma V-n”, un grafico che raffronta la capacità del fattore di carico con la velocità all’aria. La figura A-1<br />

è un esempio di questo grafico.<br />

Il diagramma V-n di un caccia contiene una grossa quantità di informazioni in una forma compatta,<br />

efficiente e visivamente accessibile. L’asse verticale è il fattore di carico in G; quando opera nella metà<br />

superiore (positiva) del diagramma, il pilota viene spinto in giù nel suo sedile, e in quella inferiore (negativa)<br />

viene tirato via dal sedile. L’asse orizzontale è la velocità all’aria, in questo esempio specificatamente la<br />

velocità indicata all’aria in nodi (KIAS). Questa è la velocità mostrata al pilota sull’indicatore della velocità ed<br />

è basata sulla pressione di impatto dell’aria che colpisce l’aereo. Questa pressione di impatto, nota anche come<br />

pressione dinamica, è una funzione della densità dell’aria come pure della velocità dell’aereo e può essere<br />

generalmente uguale alla vera velocità all’aria solo quando l’aereo opera al livello del mare. Per una data<br />

velocità all’aria indicata, la vera velocità dell’aereo aumenta all’aumentare della quota.<br />

Il lato sinistro del diagramma V-n, titolato “limite di portanza”, indica il massimo fattore di carico che<br />

questo caccia può generare a una data velocità all’aria. La curvatura di questo limite riflette principalmente la<br />

variazione della capacità di portanza col quadrato del valore della velocità all’aria. Lungo questa linea l’aereo<br />

opera al massimo della portanza positiva (che spinge verso l’alto rispetto all’aereo) nella metà superiore del<br />

diagramma e alla massima portanza negativa (che spinge verso il basso rispetto all’aereo) nella metà inferiore.<br />

Una velocità importante che può essere identificata lungo questo limite è la velocità minima di volo a 1G, nota<br />

come velocità di stallo non accelerata (VS). Se la velocità all’aria si riduce al di sotto di questo valore durante il<br />

volo livellato, la portanza potrebbe essere persa all’improvviso (noto come “stallo”), risultando nella perdita del<br />

controllo o almeno di quota. Gli aerei convenzionali non sono fisicamente in grado di operare alla sinistra di<br />

questo limite aerodinamico.<br />

295


I confini inferiore e superiore del diagramma V-n rappresentano rispettivamente i limiti di resistenza<br />

strutturale dell’aereo nelle direzioni positiva e negativa. Il più importante di questi confini è quello superiore<br />

(positivo), che indica la massima capacità di resistenza strutturale ai G: in questo caso, +7G. Fattori di carico<br />

superiori richiedono all’ala di sopportare un maggiore peso (in questo esempio, sette volte il peso reale<br />

dell’aereo), quindi ovviamente deve esserci un limite.<br />

Questo di solito è indipendente dalla velocità all’aria, come indicato dalle linee rette. Il massimo limite<br />

strutturale è specificato dal produttore, sulla base di calcoli che indicano che la struttura dell’aereo non si<br />

romperà o deformerà in maniera permanente nel corso della sua vita operativa (calcolata anch’essa dal<br />

produttore) con quel fattore di carico. Questo non significa comunque che l’aereo si disintegrerà a 7.1G, poiché<br />

di solito nella progettazione c’è un margine di sicurezza del 50%. Questo viene introdotto per la possibilità che<br />

si verifichino inavvertitamente sollecitazioni eccessive, e anche per aumentare la vita operativa della cellula,<br />

che dipende molto dagli effetti di indebolimento provocati dall’affaticamento del metallo.<br />

L’intersezione fra il confine aerodinamico positivo (limite della portanza) e il limite strutturale, definisce<br />

una velocità cruciale per le prestazioni di un caccia. Questa viene conosciuta correttamente come velocità<br />

d’angolo (VC) o velocità di manovra. A questa velocità all’aria un caccia raggiunge le massime prestazioni<br />

istantanee di virata (queste verranno discusse appieno in seguito). Come afferma la nota che accompagna questa<br />

figura, i confini del diagramma V-n dipendono dal peso, configurazione, potenza e altitudine del caccia. Al<br />

mutare di questi parametri, cambieranno anche i limiti del V-n e quindi VC, ma le variazioni della velocità<br />

d’angolo sono di solito insignificanti nel combattimento aereo quando VC viene espressa in termini di velocità<br />

all’aria indicata.<br />

Il quarto confine del diagramma V-n è il lato destro, che indica il limite massimo di velocità dell’aereo, o<br />

velocità di picchiata (VD). Questo limite, fissato dal produttore, può essere il risultato di considerazioni<br />

strutturali, di controllo dell’aereo, di operatività del motore, o di altro genere. Anche qui c’è di solito un<br />

margine di sicurezza, ma in questo caso probabilmente nell’ordine del 15%. Con la solita eccezione del peso, i<br />

fattori menzionati nella nota alla figura possono avere un’influenza considerevole anche sulla VD. Questo<br />

confine del diagramma V-n è una limitazione, e non dice nulla sulla capacità del caccia di raggiungere tale<br />

velocità. L’aereo potrebbe non essere in grado di superarla in volo livellato, o la VD potrebbe non essere<br />

raggiunta nemmeno in una picchiata spinta, a seconda del particolare progetto.<br />

Ci sono dei rapporti fisici ben definiti fra i parametri delle prestazioni di virata: n, TR, RT e V. La figura<br />

A-2 rappresenta graficamente tali rapporti per le virate livellate (ad una quota costante). Queste tabelle sono<br />

applicabili a qualsiasi aereo. Notate che per una data virata, se sono note due della quattro variabili, le altre due<br />

sono fisse. Per esempio, se un caccia tira 6G a 400 nodi, il suo raggio di virata sarà di 2.400 piedi e il<br />

corrispondente rateo di virata sarà intorno ai 16°/sec. La scala della velocità all’aria in queste tabelle è la “vera<br />

velocità all’aria” in nodi (KTAS), che può variare in maniera considerevole dalla velocità all’aria indicata, a<br />

seconda della quota.<br />

296


Per fattori di carico piuttosto elevati, i rapporti per la virata livellata rappresentati in figura A-2 possono<br />

essere semplificati ed espressi nella formula matematica:<br />

e<br />

RT~ V2/n (1)<br />

TR ~ n/V. (2)<br />

Da queste equazioni e dalla figura A-2 si può vedere facilmente che il raggio di virata viene minimizzato<br />

da G elevati a bassa velocità. Similmente, il rateo di virata viene massimizzato da un elevato numero di G a<br />

velocità ridotta. Poiché il diagramma V-n di un caccia specifica le sue capacità di G a varie velocità, è possibile<br />

determinare le prestazioni di rateo e raggio di virata attraverso tutto l’arco delle velocità dell’aereo. La figura<br />

A-3 è una rappresentazione del modo in cui le prestazioni di virata di un caccia variano tipicamente con la<br />

velocità all’aria.<br />

Nel caso del rateo di virata, il rapido aumento nella capacità di G col crescere della velocità al di sopra di<br />

VS (come mostrato dal confine della portanza nel diagramma V-n) porta a migliori prestazioni istantanee del<br />

rateo di virata, col culmine a VC. Tuttavia, dato che il fattore di carico è limitato da considerazioni strutturali,<br />

ulteriori aumenti della velocità all’aria oltre VC risulterebbero in un rateo di virata ridotto. Le prestazioni del<br />

raggio di virata tipiche dei caccia sono degradate (ovvero aumenta il RT) anche a velocità oltre VC. Anche se il<br />

raggio di virata minimo istantaneo assoluto si trova di solito a velocità considerevolmente inferiori a VC, ci si<br />

può aspettare solo piccole variazioni nel RT a qualsiasi velocità fra VC e poco più di VS. Velocità all’aria molto<br />

ridotte, tuttavia, provocano drammatici aumenti nel raggio di virata livellata. L’importanza della velocità<br />

d’angolo nell’ottimizzare le prestazioni istantanee di virata vengono evidenziate dalla figura A-3.<br />

297


Anche la quota ha un’influenza significativa sulle prestazioni istantanee di virata. La figura A-4<br />

rappresenta le variazioni per un tipico caccia a reazione. A velocità al di sotto di VC, le prestazioni di raggio e<br />

rateo di virata sono di solito degradate (ovvero, raggio più grande e rateo di virata più lento) all’aumentare<br />

dell’altitudine, a causa della ridotta capacità di portanza. A velocità superiori all’angolare, le prestazioni<br />

istantanee di virata sono generalmente limitate solo dalla resistenza strutturale, e quindi è di solito indipendente<br />

dalla quota. Dato che le tracce nella figura A-4 usano la vera velocità all’aria per la scala orizzontale, VC viene<br />

vista crescere con la quota. Come spiegato in precedenza, tuttavia, VC è normalmente quasi costante con la<br />

quota quando viene espressa in termini di velocità all’aria indicata.<br />

Manovrabilità energetica<br />

Attenti alle lezioni di un pilota da caccia che preferirebbe volare su un regolo calcolatore piuttosto che<br />

essere aggressivo.<br />

Commander Ron "Mugs" McKeown, USN<br />

Comandante della U.S. Navy Fighter Weapons School<br />

2 Vittorie, conflitto del Vietnam<br />

298


L’energia si presenta sotto molte forme: calore, luce, elettromagnetismo, eccetera. Nelle prestazioni dei<br />

caccia ci si preoccupa principalmente dell’energia meccanica, classificata come cinetica o potenziale.<br />

L’“energia cinetica” è l’energia della velocità. Un aereo in volo possiede un’energia cinetica proporzionale al<br />

proprio peso (o, più correttamente, alla sua massa) e velocità. Sotto l’influenza della gravità, può aumentare la<br />

propria velocità ed energia cinetica lasciandosi cadere.<br />

L’altitudine, quindi, può essere vista come “energia potenziale”, perché può essere prontamente<br />

trasformata in energia cinetica. L’energia potenziale è proporzionale al peso dell’aereo e alla distanza per la<br />

quale può cadere. Nel caso degli aerei, qualsiasi combinazione di velocità e quota può essere descritta da uno<br />

“stato energetico”. Paragonando gli stati energetici di due aerei diversi conviene eliminare il peso degli aerei<br />

dai calcoli per arrivare a un quadro migliore delle rispettive velocità e quote. Il risultato è una quantità nota<br />

come energia specifica” (ES). L’ES è espressa matematicamente come:<br />

ES (piedi) = H + V 2 / 2g (3)<br />

dove H è la quota al di sopra di qualche riferimento, di solito il livello del mare (piedi); V la vera velocità<br />

all’aria (piedi/sec); e g l’accelerazione gravitazionale (9,8 m/sec 2 ).<br />

299


Dall’equazione (3) è evidente che diverse combinazioni di quota e velocità daranno la stessa energia<br />

specifica. La figura A-5 traccia le linee di ES costante su una griglia quota-velocità. Queste linee descrivono le<br />

combinazioni di velocità e quota che danno lo stesso stato energetico.<br />

La traccia della figura A-5 è valida per qualsiasi aereo – o per qualsiasi sasso se è per questo. La<br />

“zoomata ideale” raffigurata illustra come l’energia cinetica e potenziale possano essere scambiate mentre<br />

l’energia totale rimane costante. teoricamente un aereo senza motore nel vuoto con la combinazione quotavelocità<br />

rappresentata all’inizio di questa zoomata ideale può scambiare la sua velocità con della quota<br />

aggiuntiva come mostrato. Se il pilota vuole lasciare che la velocità si consumi fino a zero, questo aereo salirà<br />

fino a circa 50.000 piedi. Poi l’aereo cade, accelerando di nuovo fino alla condizione iniziale. Questa zoomata<br />

ideale si verifica molto raramente nella realtà a causa della resistenza dell’aria e degli effetti della spinta<br />

dell’aereo, ma questo esempio serve a illustrare il concetto di energia totale.<br />

Lo stato energetico può essere cambiato applicando la potenza. Nel caso di un aereo, questa potenza è il<br />

risultato della spinta (che tende ad aumentare lo stato energetico) e la resistenza aerodinamica (che tende a<br />

diminuire l’energia). Il rateo di cambiamento di ES è noto come “potenza in eccesso specifica” (PS) ed è data<br />

dall’equazione<br />

dove T è la spinta totale del motore (libbre), D la resistenza aerodinamica totale dell’aereo (libbre), W il<br />

peso dell’aereo (libbre), e V la vera velocità all’aria (piedi/sec).<br />

L’equazione (4) rivela che ogniqualvolta la spinta è maggiore della resistenza aerodinamica, PS sarà una<br />

quantità positiva risultante in un accrescimento dell’energia (ovvero, cabrata o accelerazione). Viceversa, se in<br />

qualsiasi momento la resistenza aerodinamica supera la spinta, l’energia diminuisce. La PS di un caccia in date<br />

300<br />

(4)


condizioni di peso, velocità, altitudine e fattore di carico determina le prestazioni disponibili, o “manovrabilità<br />

energetica”, in tali condizioni. La manovrabilità energetica può essere definita come la capacità di mutare lo<br />

stato energetico, ovvero di cabrare e/o accelerare.<br />

Tornando per un momento all’equazione (3), notate che il peso dell’aereo è stato eliminato e non entra nel<br />

calcolo della zoomata ideale, come mostrato dalla figura A-5. In realtà, tuttavia, non è affatto così. Dato che<br />

una zoomata richiede un intervallo temporale finito per essere completata, il caccia è soggetto agli effetti di<br />

peso, spinta e resistenza aerodinamica (ovvero PS) durante la manovra. La quantità di energia guadagnata o<br />

perduta nella zoomata dipende dal valore medio di PS durante tale periodo. Per illustrare questo concetto,<br />

ipotizziamo che due caccia siano identici sotto tutti gli aspetti, solo che uno è più pesante (forse porta una<br />

maggiore quantità di carburante). Se cominciano la zoomata alla stessa velocità e quota (ovvero con la stessa<br />

ES), l’equazione (4) dimostra che il caccia più leggero avrà una maggiore PS, aggiungerà quindi più energia<br />

durante la zoomata, e infine salirà più in alto rispetto al caccia più pesante. PS, come lo stato energetico, devono<br />

quindi essere tenuti in conto quando si calcola la capacità di zoomata, o la “vera altezza energetica”, di un<br />

caccia.<br />

Variazioni di spinta<br />

L’effetto della quota sui motori a pistoni e a reazione di solito è di ridurre le prestazioni. I motori a pistoni<br />

ad “aspirazione normale” tendono a perdere potenza all’aumentare dell’altitudine grosso modo<br />

proporzionalmente alla riduzione della pressione atmosferica. Questo risulta nell’erogazione, a circa 18.000<br />

piedi sul livello medio del mare (MSL), di una potenza pari all’incirca alla metà di quella erogata al livello del<br />

mare da parte di questi motori. Fin dagli anni ’30, tuttavia, molti caccia di prima linea sono stati equipaggiati<br />

con compressori o turbocompressori che potessero consentire al motore di mantenere la potenza media fino a<br />

circa 30.000 piedi MSL. I motori a reazione, dall’altro lato, soffrono di una riduzione di spinta leggermente<br />

inferiore del rateo di riduzione della densità dell’aria con la quota, e significativamente inferiore a quella dei<br />

motori a pistoni ad aspirazione normale. I jet normalmente perdono circa metà della loro spinta a 25.000 piedi.<br />

Tuttavia, non c’è un meccanismo comune simile al turbocompressore per mantenere le prestazioni dei motori a<br />

reazione alle alte quote. La figura A-6 mostra le tipiche variazioni della spinta.<br />

L’altitudine etichettata come “tropopausa” in questa traccia denota il livello al quale la temperatura<br />

atmosferica dell’aria cessa di diminuire. Al di sopra di questa altezza, tipicamente in torno a 36.000 piedi MSL,<br />

la temperatura dell’aria è costante. I motori a reazione in particolare beneficiano delle temperature inferiori<br />

dell’aria all’aumentare della quota. Al di sopra della tropopausa questo beneficio non esiste più, risultando in un<br />

rateo più rapido di decadimento della spinta propulsiva. Di conseguenza la tropopausa è una quota importante<br />

per le prestazioni dei caccia a reazione. La “altitudine critica” ha un grande significato per i caccia<br />

turbocompressi. Questa è il livello più alto al quale il turbocompressore può mantenere la massima potenza del<br />

motore.<br />

301


Gli effetti della velocità sulla spinta del motore sono illustrati nella figura A-7. La spinta dell’elica di<br />

solito è più grande nella condizione di stasi (cioè velocità all’aria pari a zero) e cade rapidamente con<br />

l’aumentare della velocità all’aria.<br />

Ci si può attendere che anche la spinta del jet diminuisca leggermente con l’aumento della velocità al di<br />

sopra della condizione statica. Quando la velocità all’aria si innalza ulteriormente, tuttavia, la violenta<br />

compressione nella presa d’aria del motore risulta in un aumento significativo della spinta fino a quando non ci<br />

si avvicina ai limiti di progetto del motore e della presa d’aria. Da questo diagramma è evidente perché i caccia<br />

a reazione esibiscono prestazioni superiori alle alte velocità.<br />

Resistenza aerodinamica<br />

Come mostrato dall’equazione (4), la spinta del motore è solo una parte della storia della manovrabilità<br />

energetica; le caratteristiche di resistenza aerodinamica dell’aereo sono altrettanto importanti. Molti fenomeni<br />

contribuiscono alla resistenza aerodinamica complessiva dell’aereo, alcuni dei quali possono essere molto<br />

complessi. I tipi più importanti di resistenza aerodinamica verranno trattati brevemente qui, ma non si tenterà di<br />

qualificare il lettore come ingegnere aeronautico.<br />

La “resistenza parassita” ha molte cause, ma le forme più significative sono l’attrito superficiale e la<br />

resistenza aerodinamica a pressione. L’attrito superficiale risulta dalle molecole d’aria che si muovono lungo le<br />

superfici dell’aereo. Queste molecole tendono ad aderire all’aereo, e bisogna tirarsi dietro molta aria,<br />

aggiungendo resistenza al movimento dell’aereo. La resistenza aerodinamica dell’attrito superficiale si riduce<br />

minimizzando la superficie dell’aereo e mantenendo tali superfici il più lisce possibile, e con altri metodi più<br />

esoterici. La resistenza a pressione risulta quando l’elevata pressione dell’impatto dell’aria sui bordi d’entrata<br />

dell’aereo si combina con la pressione ridotta sui bordi d’uscita per produrre una netta forza di risucchio.<br />

Questa forma di resistenza aerodinamica viene ridotta principalmente minimizzando l’area frontale dell’aereo, e<br />

anche dandogli forme affusolate, che tendono a ridurre le turbolenze dell’aria e diminuiscono le dimensioni<br />

della regione a bassa pressione che si forma dietro all’aereo in movimento.<br />

Un altro tipo di resistenza aerodinamica, nota come “resistenza aerodinamica indotta”, è in realtà un<br />

risultato della portanza. Quando un’ala comincia a produrre portanza, la reale forza risultante non è<br />

perfettamente perpendicolare al vento relativo, come viene definita la portanza, ma tende a ruotare un po’ verso<br />

dietro. Come illustrato dalla figura A-8, questa forza risultante (FR) ha delle componenti sia perpendicolari<br />

(portanza) che parallele (resistenza aerodinamica) al vento relativo.<br />

In generale, per un’ala di date forma e dimensioni, più grande è la portanza prodotta in date condizioni,<br />

più grande sarà la resistenza indotta. Anche se questo rapporto è importante per qualsiasi aereo, è<br />

particolarmente critico per i caccia, poiché la loro missione implica spesso elevati fattori di carico che<br />

richiedono una grande quantità di portanza. La resistenza aerodinamica indotta viene minimizzata progettando<br />

ali con una grande superficie e una forma in piano lunga e sottile. Anche la forma dell’ala vera e propria è<br />

302


importante. Per il volo subsonico, una pianta ellittica, resa famosa dallo Spitfire della seconda guerra mondiale,<br />

è teoricamente ideale. Altre forme, tuttavia, possono essere quasi altrettanto efficienti da un punto di vista della<br />

resistenza aerodinamica indotta e hanno altri vantaggi.<br />

Ridurre il peso dell’aereo è un altro fattore critico per minimizzare la resistenza aerodinamica indotta.<br />

Meno peso richiede meno portanza per date prestazioni di virata, risultando in una minore resistenza indotta.<br />

Anche il centro di gravità (CG) dell’aereo ha un effetto, alterando il peso apparente dell’aereo. La figura A-9<br />

mostra come ciò accade.<br />

Questa figura rappresenta un caccia di un dato peso (W) in condizioni di volo stabile supportato dalla sua<br />

portanza (L). In queste condizioni le forze verticali devono bilanciarsi, come pure il momento del beccheggio<br />

(coppia), che tende a far ruotare (“beccheggiare”) il muso verso l’alto o verso il basso. Poiché il peso agisce<br />

attraverso il CG e la portanza attraverso il “centro aerodinamico” (AC), queste due forze provocano un<br />

momento di beccheggio verso il basso col CG in avanti come mostrato. Al fine di mantenere un assetto di volo<br />

orizzontale in queste condizioni, la coda deve produrre una portanza verso il basso (Lt) grande abbastanza da<br />

bilanciare il momento picchiante della ali (cioè, XWL = XtLt). Questo carico verso il basso sulla coda, tuttavia,<br />

deve essere supportato anch’esso dalle ali, proprio come un peso morto, così la resistenza aerodinamica indotta<br />

aumenterà per un dato fattore di carico. Questa resistenza indotta aggiuntiva è nota come “resistenza<br />

aerodinamica correttiva”.<br />

303


Se il CG fosse spostato all’indietro (dalla distribuzione del carburante, carico bellico, ecc.) fino a<br />

coincidere con l’AC, il requisito di portanza della coda e la risultante resistenza aerodinamica correttiva<br />

verrebbero eliminate. Un ulteriore spostamento all’indietro del CG richiederebbe una spinta verso l’alto della<br />

coda, che essenzialmente aggiunge altra superficie alare all’aereo, riducendo così la resistenza aerodinamica<br />

indotta. In pratica, tuttavia, c’è un limite allo spostamento all’indietro del CG per considerazioni di<br />

controllabilità dell’aereo.<br />

I caccia convenzionali (ovvero quelli con le superfici di controllo del beccheggio montate posteriormente)<br />

traggono beneficio da un CG arretrato. I caccia con configurazione Canard (ovvero quelli con le superfici di<br />

controllo situate davanti alle ali), tuttavia, di norma beneficiano da una posizione avanzata del CG.<br />

Con l’aumento della velocità dei caccia nel corso degli anni, si è andati incontro al problema della<br />

“comprimibilità”.<br />

Quando l’aereo si muove attraverso l’aria, si creano dei disturbi di pressione che si propagano verso<br />

l’esterno in tutte le direzioni alla velocità del suono. Queste onde di pressione che si muovono davanti all’aereo<br />

tendono a dare all’aria un “pre-allarme” dell’arrivo dell’aereo, dando così alle molecole d’aria il tempo per<br />

cominciare a togliersi di mezzo. L’aria comincia quindi ad aprirsi prima ancora dell’arrivo dell’aereo, il che<br />

tende a ridurre la resistenza aerodinamica a pressione.<br />

Ma una volta che un caccia raggiunge la velocità del suono, comincia a sorpassare le sue onde di<br />

pressione e collide con le molecole d’aria senza preavviso. L’aria deve quindi essere spinta da parte quasi<br />

istantaneamente in un processo che crea un’“onda d’urto”. Le onde d’urto sono un metodo relativamente<br />

inefficiente di cambiare la direzione del flusso d’aria, e creano ulteriore resistenza aerodinamica, nota come<br />

“resistenza aerodinamica a onde”, “resistenza aerodinamica di compressibilità”, o resistenza aerodinamica<br />

Mach”.<br />

L’aria tende ad accelerare quando fluisce su superfici convesse, così potrebbero formarsi flussi e onde<br />

d’urto supersonici su vari punti di un caccia, anche se l’aereo stesso è subsonico. La velocità alla quale compare<br />

la prima onda d’urto su un caccia è detta “Mach critica”, dove il numero di Mach è il rapporto fra la velocità<br />

dell’aereo e quella del suono attraverso l’aria. La velocità di Mach critica (MCR) per i caccia moderni è di<br />

solito nella sfera fra l’80 e il 90% della velocità del suono, o fra gli 0,8 e gli 0,9 M. Ad alte velocità subsoniche<br />

e basse velocità supersoniche, è possibile avere un miscuglio di flussi subsonici e supersonici sulle superfici<br />

dell’aereo, in una condizione detta “transonica”.<br />

Oltre ad accrescere la resistenza aerodinamica a pressione, le onde d’urto tendono a creare turbolenze e ad<br />

accrescere anche l’attrito superficiale. Anche dei cambiamenti fondamentali nel modo in cui le ali producono la<br />

portanza nel volo supersonico tendono ad aumentare la resistenza aerodinamica correttiva facendo spostare<br />

all’indietro l’AC dell’ala. A causa di questi effetti combinati, la resistenza aerodinamica a onde è spesso la<br />

forma più significativa di resistenza a velocità superiori alla MCR.<br />

I caccia cominciarono a incontrare problemi di compressibilità negli anni ’30, di solito sotto forma di<br />

grandi cadute nell’ef-ficienza dell’elica quando le velocità combinate dell’aereo e quella rotativa dell’elica<br />

facevano sì che le estremità dell’elica raggiungessero la loro MCR. Negli anni ’40 gli stessi aerei stavano<br />

raggiungendo i limiti della compressibilità, di solito in picchiate prolungate da alte quote, che oltre alla<br />

resistenza aerodinamica a onde provocava spesso anche gravi problemi di controllo. Le tecniche sviluppate per<br />

diminuire gli effetti della resistenza a onde e aumentare la MCR includono la riduzione della superficie in<br />

sezione dell’aereo, assottigliare i bordi d’entrata, e ampliare le ali. Anche la familiare forma “a bottiglia di coca<br />

cola” di tante fusoliere di caccia a reazione è d’aiuto, ammorbidendo la variazione della sezione totale<br />

dell’aereo dal muso alla coda.<br />

La figura A-10 mostra come i vari tipi di resistenza aerodinamica varino con la velocità all’aria e si<br />

combinino per produrre la resistenza aerodinamica totale (D) dell’aereo. Notate che la resistenza aerodinamica<br />

parassita (Dp) è insignificante alle basse velocità ma aumenta molto rapidamente col crescere della velocità<br />

all’aria. Viceversa, la resistenza aerodinamica indotta (Dt) è più grande a velocità molto basse e diminuisce<br />

rapidamente quando l’aereo diventa più veloce. Si deve capire, tuttavia, che questo grafico rappresenta un aereo<br />

in volo retto e livellato (ovvero, fattore di carico = 1). Dato che il DI è proporzionale al quadrato del fattore di<br />

carico, questa componente della resistenza aerodinamica è ancora predominante nel quadro complessivo della<br />

resistenza aerodinamica di un caccia ad elevato numero di G anche ad alte velocità. La resistenza aerodinamica<br />

correttiva non è mostrata esplicitamente in questa figura, ma può essere considerata come parte della<br />

componente della resistenza indotta. Si può vedere come la resistenza aerodinamica a onde (DM) cominci<br />

intorno alla MCR; essa si innalza molto rapidamente nel regime transonico e da lì in poi aumenta più<br />

lentamente.<br />

304


Gli effetti della quota sulla resistenza aerodinamica possono essere piuttosto complessi. Sia la resistenza<br />

aerodinamica parassita che quella a onde di solito diminuiscono a quote più elevate, ma la resistenza<br />

aerodinamica indotta di norma aumenta. Se questo risulti in una maggiore o minore resistenza aerodinamica<br />

complessiva dipende generalmente dalla velocità e dal fattore di carico dell’aereo. Alle basse velocità, o ad un<br />

elevato numero di G, la resistenza aerodinamica totale tende ad aumentare con la quota, ma in condizioni di alta<br />

velocità e bassi G, la resistenza spesso decresce all’aumentare della quota.<br />

Diagrammi H-M<br />

Dovrebbe essere evidente, considerando tutte le variazioni della spinta e della resistenza aerodinamica<br />

con la velocità, l’alti-tudine, ecc., che le capacità di PS di un caccia possono essere complesse. Queste vengono<br />

solitamente determinate da prove di volo e illustrate in forma grafica per essere studiate da parte dei piloti. Uno<br />

di questi formati comuni viene detto diagramma H-M (altitudine-Mach). La figura A-11 è un esempio di questo<br />

schema per un tipico caccia supersonico a reazione.<br />

305


Il diagramma H-M mostra le capacità di PS di un caccia su un grafico avente come assi altitudine (H) e<br />

numero di Mach (M). Spesso vengono date anche, come ulteriore riferimento, le linee di Es costante. La<br />

potenza specifica in eccesso è rappresentata dalle linee di PS costante, adoperando in questo caso i piedi/sec<br />

come unità di misura. Per le condizioni date (peso, configurazione, potenza, fattore di carico), la PS può essere<br />

messa in rapporto diretto con la velocità ascensionale. Ad esempio, a circa 35.000 piedi MSL e 1.0M, questo<br />

aereo mostra una PS di circa 200 piedi/sec. Quindi, in queste condizioni, la sua velocità ascensionale sarà di 200<br />

piedi/sec.<br />

La linea Ps = 0 in questo diagramma (il contorno più esterno) mostra le prestazioni massime del caccia in<br />

condizioni stabili di 1 G. Quando opera con una combinazione di quota e velocità (stato energetico) che lo pone<br />

su questa linea, il caccia non può cabrare senza perdere velocità all’aria e non può accelerare senza perdere<br />

quota. All’interno di questo “involucro operativo” (regione dei valori positivi di PS) l’aereo è libero di<br />

accelerare e/o cabrare a volontà, assoggettato ai limiti di rateo specificati dai contorni della PS. All’esterno di<br />

questo involucro della condizione stabile c’è una regione di PS negativa dove il caccia può operare per brevi<br />

periodi di tempo cedendo energia (ovvero decelerando e(o picchiando).<br />

Molte importanti capacità operative di un caccia possono essere ritrovate lungo la linea di PS = 0.<br />

Ipotizzando che questo schema rappresenti una condizione di 1 G, alcune di queste capacità sono:<br />

306<br />

punto a: numero minimo di Mach sostenuti a qualsiasi quota (0.3 M al livello del mare)<br />

punto b: quota massima subsonica sostenuta (57.000 piedi a 0.9M)<br />

punto c: quota massima sostenuta a qualsiasi velocità (67.000 piedi a 1.95M)<br />

punto d: numero massimo di Mach sostenuti a qualsiasi quota (2.2M a 55.000 piedi)<br />

punto e: numero massimo di Mach sostenuti al livello del mare (1.35M)<br />

Anche se questo caccia potrebbe essere capace delle prestazioni rappresentate strettamente dal punto di<br />

vista spinta contro resistenza aerodinamica, altri fattori, come quelli illustrati dal diagramma V-n, potrebbero<br />

limitare le capacità sulle prestazioni. La figura A-12 illustra il possibile impatto di tali limitazioni.<br />

I grafici H-M presentati dalle figure A-11 e A-12 sono rappresentativi dei grafici H-M dei caccia<br />

supersonici. È prevedibile che i caccia subsonici e ad elica esibiscano involucri operativi sostanzialmente<br />

diversi. La figura A-13 mostra dei tipici raffronti. I caccia a pistoni soffrono della rapida perdita di prestazioni<br />

del motore al di sopra della quota critica, della caduta della spinta col crescere della velocità all’aria, e possibili<br />

perdite della compressibilità dell’elica a moderati Mach subsonici. Questi effetti possono essere visti come<br />

gravi limitazioni agli involucri operativi di aerei simili. Di contro, le migliori prestazioni dei motori a reazione<br />

ad alta quota, l’aerodinamica tipicamente più pulita della cellula, e la spinta che di solito cresce con la velocità,<br />

danno al caccia a reazione una sfera più grande di quote e velocità operative. Il caccia subsonico, tuttavia,<br />

manca tipicamente di una spinta sufficiente a superare il drammatico aumento della resistenza aerodinamica a<br />

onde al di sopra dei Mach critici, così le sue prestazioni decadono malamente oltre tale velocità. Dato che<br />

l’aumento della resistenza a onde è di solito superiore al corrispondente aumento della spinta del jet con la<br />

velocità, anche il caccia supersonico generalmente esibisce una perdita nelle prestazioni nella regione<br />

transonica. L’aereo, tuttavia, ha un eccesso di spinta sufficiente a fargli superare la sfera transonica in modo da<br />

potersi avvantaggiare della crescita più lenta della resistenza aerodinamica a un numero di Mach più elevato, in<br />

particolare alle alte quote.


Come asserito nella nota alla figura A-11, le capacità di prestazioni rappresentate nel grafico H-M vanno<br />

bene per una sola condizione di peso, configurazione, regolazioni di potenza e fattore di carico. Un<br />

cambiamento di uno di questi parametri influenza i contorni della PS e l’involucro operativo sostenuto (la linea<br />

PS = 0), come mostrato dalla figura A-14. Per illustrare questo effetto, ipotizziamo che un caccia operi allo stato<br />

energetico rappresentato dal punto /. Nel primo grafico (ipotizziamo 1 G) il caccia si trova in un’area di PS<br />

positiva (all’interno dell’involucro dello stato stabile) e può quindi cabrare o accelerare in queste condizioni.<br />

Ma se il fattore di carico (ad esempio) aumenta in maniera sostanziale, come rappresentato nel secondo grafico,<br />

il contorno di PS = 0 si restringe, ponendo il caccia all’esterno dell’involucro dello stato stabile e in una regione<br />

di PS negativa. Questa, che è probabilmente il risultato di una accresciuta resistenza aerodinamica indotta e a<br />

onde col maggiore fattore di carico, farà perdere velocità e/o altitudine all’aereo. Ovviamente deve esserci un<br />

fattore di carico che faccia sì che la linea PS = 0 passi esattamente per il punto /. Questo fattore di carico è<br />

definito come la capacità di “G sostenuti” del caccia nelle condizioni di velocità/altitudine rappresentate dal<br />

punto /. I G sostenuti a una data velocità definiscono le prestazioni sostenute di virata in termini di rateo e<br />

raggio. Anche se si possono usare i diagrammi H-M per vari fattori di carico per mostrare le capacità nelle<br />

prestazioni di virata, altre forme di descrizione sono molto più adatte a tale scopo, perché mostrano<br />

direttamente i valori di rateo e raggio della virata. I grafici H-M sono più appropriati per lo studio delle<br />

prestazioni di cabrata del caccia.<br />

307


Prestazioni di cabrata<br />

Lungo tutta la storia del combattimento aereo scorre la ricerca dell’altezza, perché il caccia più in alto ha<br />

il controllo della battaglia aerea.<br />

Air Vice-Marshal J. E. "Johnnie" Johnson, RAF<br />

Come spiegato in precedenza, le capacità di velocità ascensionale di un caccia in qualsiasi condizione di<br />

volo può essere fatta uguale alla sua PS. Il diagramma H-M fornisce quindi un eccellente mezzo per la<br />

determinazione delle velocità ascensionali e delle migliori tecniche di salita. A qualsiasi quota c’è di solito una<br />

velocità che offre il massimo rateo ascensionale per un dato caccia. Il diagramma H-M mostra chiaramente tale<br />

velocità come il picco dei contorni di PS al quella quota, poiché qualsiasi altra velocità a quell’altitudine<br />

darebbe un valore inferiore di PS e quindi un rateo ascensionale minore. Mettendo in connessione i picchi di PS<br />

con una linea continua si genera un “profilo ascensionale”, che definisce le velocità richieste per massimizzare<br />

il rateo ascensionale a qualsiasi punto della cabrata.<br />

308


Gli aerei, tuttavia, possono scambiare la quota con la velocità, e viceversa, quasi a loro volontà (con<br />

cabrate in zoomata e accelerazioni in picchiata), così un aumento della velocità all’aria è essenzialmente lo<br />

stesso di un aumento di quota.<br />

Questo complica un po’ l’ottimizzazione della cabrata, perché diventa necessario massimizzare il rateo<br />

del guadagno energetico totale piuttosto che il solo rateo ascensionale. Anche questo profilo ascensionale col<br />

“massimo rateo energetico” può essere costruito con un diagramma H-M, come dimostra l’esempio di un caccia<br />

supersonico nella figura A-15.<br />

Il profilo del massimo rateo energetico si costruisce unendo i punti di contatto fra i contorni di PS e le<br />

linee di ES costante. Per il caccia dell’esempio a bassa quota, questo profilo, etichettato come “sentiero<br />

309


subsonico”, si distingue di poco da quello generato dai picchi di PS. Ne risultano solo velocità leggermente<br />

superiori, che danno un profilo ascensionale a Mach quasi costanti fra 0.92M al livello del mare e 1.0M alla<br />

quota di tangenza di 51.000 piedi. Oltre 25.000 piedi circa, tuttavia, questa tabella esibisce il tipico doppio<br />

picco dei caccia supersonici. Col progredire della cabrata fino a circa 30.000 piedi lungo il sentiero<br />

ascensionale subsonico (ES = 44.000 piedi), ratei ascensionali uguali o maggiori sono disponibili in regime<br />

supersonico allo stesso livello energetico. Oltre questo livello, il più veloce “percorso supersonico” diventa il<br />

profilo ideale per il rateo energetico. Tale situazione diventa del tutto evidente a quote superiori. Se ad esempio<br />

la cabrata viene proseguita lungo il percorso subsonico fino a quando interseca la linea di ES = 60 KFT (ad es.,<br />

60.000 piedi), il rateo ascensionale cadrà fino a circa 50 piedi/sec. Allo stesso livello energetico lungo il<br />

percorso supersonico il rateo ascensionale corrispondente supera ancora i 200 piedi/sec.<br />

Le tecniche ascensionali ideali per questo caccia verranno mostrate al meglio con un esempio.<br />

Ipotizziamo che l’aereo si trovi al punto A (10 KFT, 0.6 M) e debba cabrare fino al punto F (45 KFT, 1.75 M).<br />

Teoricamente il profilo ascensionale ideale comincerà con una accelerazione in picchiata a energia costante<br />

(ovvero parallelamente alle linee di ES costante) per intersecare il percorso supersonico al punto B (1 KFT, 0.92<br />

M). La cabrata proseguirà quindi lungo il percorso subsonico finché l’aereo non raggiunge il punto C (circa 30<br />

KFT), momento in cui verrà effettuata un’altra accelerazione in picchiata per raggiungere il percorso<br />

supersonico al punto D (21 KFT, 1.17 M). Il percorso supersonico verrà seguito fino al punto E (38 KFT, 1.88<br />

M), che rappresenta lo stato energetico finale desiderato (Es = 90 KFT), e infine si userà una cabrata in zoomata<br />

a energia costante per raggiungere la meta al punto F.<br />

In teoria i trasferimenti d’energia che hanno inizio ai punti A, C ed E di questo esempio sono istantanei. In<br />

pratica, tuttavia, i cambi d’assetto dell’aereo necessari per effettuare la transizione dalle cabrate alle picchiate, e<br />

viceversa, vengono effettuati lentamente e risultano in un arrotondamento degli spigoli del profilo ascensionale,<br />

come mostrato dalle linee tratteggiate in queste aree. Anche a causa dei tempi finiti impliciti in questi<br />

trasferimenti d’energia, a volte delle cabrate piuttosto brevi possono essere effettuate più rapidamente seguendo<br />

dei percorsi “non ideali”, che evitano queste tecniche lunghe.<br />

A causa della difficoltà di seguire esattamente i profili ascensionali, di solito si fanno delle<br />

approssimazioni. Una tipica regola generale per il caccia di questo esempio potrebbe essere: cabrare a 0.92M a<br />

25 KFT, quindi accelerare e cabrare a 600 KIAS. I profili ascensionali ideali per i caccia subsonici a reazione<br />

cominciano di solito con una velocità all’aria indicata in leggera diminuzione finché il caccia non raggiunge<br />

all’incirca i Mach critici, e in seguito si mantiene un numero di Mach costanti.<br />

Il vantaggio dell’impiego del migliore profilo ascensionale dal punto di vista energetico rispetto al<br />

percorso col migliore rateo ascensionale nominale (approssimato dal “percorso subsonico”) è del tutto evidente<br />

nei livelli energetici ottenibili alla fine. Lungo il percorso subsonico questo caccia può raggiungere circa 51<br />

KFT, e da questi può zoomare a circa 66 KFT (ES = 66 KFT), mentre il percorso supersonico dà livelli<br />

energetici (e quindi capacità di zoomata) oltre i 100 KFT.<br />

310<br />

Prestazioni di accelerazione<br />

L’importante negli aerei è che siano veloci.<br />

Barone Manfred von Richthofen<br />

Gli aerei accelerano più rapidamente massimizzando la spinta e minimizzando la resistenza aerodinamica.<br />

L’equazione (4) mostra come questa condizione tenda anche a massimizzare il PS, sicché un diagramma<br />

H-M può dare una buona indicazione delle capacità di accelerazione relative di un caccia lungo tutto il suo<br />

involucro di volo. A qualsiasi data altitudine un caccia tende ad accelerare più velocemente ad una velocità<br />

appena al di sotto di quella dei picchi di PS (il picco subsonico per i caccia supersonici).<br />

Le tecniche per ottimizzare l’accelerazione includono l’uso della massima spinta possibile in avanti e la<br />

massima riduzione praticabile di peso e resistenza aerodinamica. Sganciare i serbatoi esterni di carburante e i<br />

carichi non essenziali è utile, dato che questa azione riduce sia il peso che la resistenza.<br />

Uno dei metodi più efficaci per migliorare le prestazioni di accelerazione dei caccia è noto come<br />

“scarico”. Questo implica di spingere in avanti sui controlli del beccheggio per ridurre fattore di carico,<br />

portanza e resistenza aerodinamica indotta. Per la maggior parte dei caccia la resistenza aerodinamica indotta<br />

viene minimizzata in condizioni di G pari a zero, che possono essere riconosciuti attraverso la lettura di un<br />

misuratore di G nella carlinga oppure da indicazioni del “cavallo dei pantaloni” come i piedi del pilota che si<br />

sollevano dalla pedaliera, la perdita di qualsiasi sensazione di pressione contro il seggiolino, o oggetti liberi e


polveri che galleggiano nell’abitacolo. Quest’ultimo indicatore può essere pericoloso, perché può risultare in<br />

comandi bloccati o polvere negli occhi del pilota, e va evitato assicurando gli oggetti libero e mantenendo<br />

pulito l’abitacolo.<br />

Scaricare fino a una perfetta condizione di zero G potrebbe essere limitato in certi caccia a causa del<br />

disegno del motore. I motori a pistoni con carburatori del tipo a galleggiante sono famosi per “tagliare” a zero<br />

G, il che, pur essendo una condizione temporanea, non aiuta di certo l’accelerazione. Durante la seconda guerra<br />

mondiale, gli aerei tedeschi a iniezione usavano spesso ripide picchiate e cabrate scariche per sfuggire ai caccia<br />

alleati a carburatore. Anche i sistemi di carburante e lubrificante di molti altri propulsori, inclusi alcuni motori a<br />

reazione, sono ristretti o hanno un tempo limitato in questa manovra. In questi casi lo scarico potrebbe dover<br />

essere eseguito con G leggermente positivi o avere breve durata. È possibile anche che con certi caccia la<br />

resistenza aerodinamica indotta minima venga ottenuta con valori di G diversi da zero. Il pilota da caccia deve<br />

essere a conoscenza delle caratteristiche del suo aereo e operare di conseguenza. La figura A-16 illustra gli<br />

effetti dello scarico da 1 a zero G sulle prestazioni di accelerazione di un tipico caccia a reazione.<br />

Questa figura è un grafico della crescita percentuale dell’accelerazione (Accelerazione A) rispetto al<br />

numero di Mach a varie quote dal livello del mare a 30 KFT. Notate l’enorme miglioramento dell’accelerazione<br />

alle velocità più basse, in particolare alle alte quote, che può essere attribuito al fatto che la resistenza<br />

aerodinamica indotta contribuisce più d’ogni altra alla resistenza complessiva dell’aereo in queste condizioni.<br />

Alle medie velocità, dove la resistenza aerodinamica non è così grande, eliminarla scaricando ha un minore<br />

effetto.<br />

L’accelerazione ha un’importanza chiave e viene spesso trascurata.<br />

Lt. General Adolph Galland, Luftwaffe<br />

A parte la riduzione della resistenza aerodinamica indotta, lo scarico può avere altri benefici. Anche la<br />

resistenza parassita può essere diminuita grazie alla riduzione dell’area frontale presentata alla corrente d’aria e<br />

311


alla diminuzione delle turbolenze del flusso d’aria sulle superfici dell’aereo. Nella sfera delle alte velocità<br />

subsoniche, il numero critico di Mach viene di solito aumentato in maniera sostanziale dallo scarico, che ritarda<br />

il brusco innalzamento della resistenza aerodinamica a onde finché il caccia non raggiunge velocità più elevate.<br />

Lo scarico tende anche a ridurre la severità di questa resistenza a onde una volta che l’aereo accelera oltre<br />

l’MCR. Questi effetti delle alte velocità sono del tutto evidenti nell’esempio della figura A-16. L’impatto dello<br />

scarico sulle prestazioni di accelerazione di un caccia dipende comunque pesantemente dal disegno<br />

aerodinamico dell’aereo.<br />

Un altro metodo per accrescere l’accelerazione di un caccia è l’uso della gravità; una ripida picchiata<br />

moltiplicherà spesso l’accelerazione di molte volte. Tale picchiata può seguire lo scarico, il che fa sì che l’aereo<br />

segua una traiettoria balistica risultante in un angolo di picchiata che aumenta gradualmente. Tuttavia, se c’è<br />

dell’altezza a disposizione, un brusco strappo verso il basso in un assetto di ripida picchiata, seguito dallo<br />

scarico, produce la più rapida accelerazione a lungo termine. Scontando gli effetti della spinta, l’accelerazione<br />

di un aereo in una picchiata è una funzione della sua “densità”, cioè il rapporto fra il peso (o meglio la massa) e<br />

la resistenza aerodinamica. Quando due caccia sono identici in tutto tranne il peso, l’aereo più pesante<br />

accelererà più velocemente in picchiata, e, se le considerazioni strutturali lo consentono, avrà una maggiore<br />

velocità finale. Similmente, con due caccia dello stesso peso, quello più pulito (cioè con una minore resistenza<br />

aerodinamica) picchierà meglio (è per questo che un mattone cade più velocemente di una piuma).<br />

312


Prestazioni sostenute di virata<br />

Perché un caccia esegua una virata livellata (a quota costante), il fattore di carico deve essere aumentato<br />

sopra 1G.<br />

Quando il fattore di carico viene aumentato a una data velocità all’aria, le prestazioni di virata (rateo e<br />

raggio) migliorano, ma anche la resistenza aerodinamica complessiva dell’aereo aumenta. Alla fine si<br />

raggiunge un fattore di carico col quale è necessaria l’intera spinta del motore solo per superare questa<br />

resistenza aerodinamica, senza lasciare nessun eccesso di potenza per una cabrata o accelerazione<br />

contemporanea. L’equazione (4) indica che quando la spinta è uguale alla resistenza aerodinamica, PS è uguale<br />

a zero. La figura A-14 mostra come la linea di PS pari a zero reagisca restringendosi e deformandosi con<br />

l’aumento dei G. Tale processo viene ulteriormente illustrato dalla figura A-17.<br />

Questa consiste nei grafici H-M dello stesso caccia supersonico a reazione coi fattori di carico di 3 G e<br />

5G. In ciascun caso la curva esterna è la linea di PS = 0 a 1G, presa come riferimento. All’interno di questo<br />

involucro a 1G ci sono i valori di potenza specifica in eccesso (in piedi/sec) per i due esempi di fattore di<br />

carico. Notate che l’involucro di PS pari a zero si restringe considerevolmente nel grafico a 3G, e ancora di più a<br />

5G. All’esterno delle linee di zero PS ci sono valori negativi di PS, che indicano il rateo col quale verrà persa<br />

energia (altitudine e/o velocità) mentre si tira quel fattore di carico con una data combinazione di velocità e<br />

quota. All’interno dell’involucro di zero PS ci sono i valori positivi di PS, che danno il rateo al quale si può<br />

guadagnare energia (cabrando e/o accelerando) in queste condizioni. Le condizioni in cui il dato fattore di<br />

carico può appena sostenuto sono quelle che si trovano esattamente sulle rispettive linee di PS pari a zero.<br />

Quando sia nota la capacità di G sostenuti di un caccia a una data velocità, il suo rateo e il raggio di virata<br />

sostenuta in quelle condizioni può essere determinato matematicamente o attraverso la figura A-2.<br />

Notate che per questo caccia supersonico la curva di zero PS ha due picchi. Ad alte quote e livelli di G<br />

piuttosto bassi (meno di circa 5G per questo aereo), il picco più alto, e di conseguenza il numero maggiore di G<br />

sostenuti, si trova nella sfera delle velocità supersoniche. Tuttavia alle basse quote, dove i livelli di G sostenuti<br />

sono più alti, il numero massimo di G sostenuti si ottiene di solito a velocità prossime al picco subsonico.<br />

Ovviamente, i caccia subsonici genereranno dei G sostenuti maggiori nella regione subsonica a tutte le quote.<br />

In combattimento, tuttavia, i G sostenuti hanno generalmente un valore inferiore rispetto ai corrispondenti<br />

valori di rateo e raggio di virata. A causa dell’interazione di G e velocità all’aria, il miglior rateo di virata<br />

sostenuta si ottiene generalmente a una velocità leggermente inferiore a quella per il numero massimo di G<br />

sostenuti a una data quota. Per i caccia supersonici questa velocità è quasi sempre prossima al picco di PS<br />

subsonica, anche in condizioni di alta quota/bassi G, poiché le velocità supersoniche riducono grandemente il<br />

rateo di virata. A causa della grande sensibilità del raggio di virata alla velocità all’aria, il raggio minimo di<br />

virata sostenuta si ottiene normalmente a velocità piuttosto basse (generalmente da 1,4 a 1,5 volte la velocità di<br />

stallo con motore per i jet), considerevolmente inferiore a quella per il miglior rateo di virata.<br />

Il controllo sulla velocità è particolarmente importante per le prestazioni di virata sostenuta prolungata.<br />

Tirare un fattore di carico troppo grande farà scendere la velocità al di sotto del valore ideale, risultando in una<br />

virata sostenuta ridotta.<br />

La velocità perduta può essere riguadagnata solo rilassando i G (riducendo ulteriormente le prestazioni di<br />

virata) finché l’aereo non ritorna ad accelerare fino alla velocità desiderata, o picchiando, il che consente alla<br />

gravità di fornire la necessaria accelerazione.<br />

La capacità di G sostenuti di un caccia è proporzionale al suo rapporto spinta/peso (T/W) alla sua<br />

particolare quota e velocità. Un elevato T/W è analogo a un basso “carico di potenza” (peso/cavalli) per i caccia<br />

a elica. Per le prestazioni dei G sostenuti, tuttavia, è altrettanto importante l’efficienza di portanza della<br />

combinazione ala-cellula del caccia, misurata dal rapporto portanza/resistenza aerodinamica (L/D) a livelli di G<br />

sostenuti. Quindi un caccia con una potenza relativamente bassa e un elevato L/D potrebbe possedere una<br />

maggiore capacità di G sostenuti. Per due caccia aventi grosso modo le stesse prestazioni di G sostenuti, quello<br />

che raggiunge le sue migliori capacità di virata sostenuta alla velocità inferiore avrà il migliore raggio e rateo di<br />

virata sostenuta. Queste prestazioni superiori a bassa velocità vengono di solito ottenute disegnando un’ala più<br />

grande per un dato peso dell’aereo, che risulta in un minore “carico alare” (peso dell’aereo/superficie alare), o<br />

dando all’ala un maggiore L/D con l’uso di slot, slat, flap, ecc.<br />

Il pilota del caccia può ottimizzare le sue prestazioni di virata sostenuta controllando la velocità all’aria,<br />

mantenendo al minimo peso e resistenza aerodinamica, e configurando il proprio aereo in modo da fornire il<br />

massimo L/D per le condizioni di G elevati. Un’altra tecnica è quella di mantenere il CG dell’aereo nella<br />

313


posizione più arretrata possibile (ipotizzando un caccia con configurazione di coda) al fine di minimizzare la<br />

resistenza aerodinamica correttiva, come spiegato in precedenza.<br />

Una caratteristica me no nota fra i piloti dei caccia è un fenomeno noto come “precessione giroscopica”,<br />

che potrebbe fare variare le prestazioni di virata di un caccia a seconda della direzione della virata. Elementi<br />

rotanti ad alta velocità, come l’elica o il compressore di un jet o i rotori della turbina, si comportano come<br />

grossi giroscopi quando l’aereo vira. La precessione giroscopica genera un momento torcente su un asse<br />

perpendicolare all’asse di rotazione del giroscopio (generalmente vicino all’asse della fusoliera dell’aereo) e<br />

l’asse della virata dell’aereo (cioè l’asse verticale per una virata livellata). Per una virata livellata questo risulta<br />

in un momento giroscopico col muso in alto o in basso (rispetto al suolo) che deve essere compensato da una<br />

accresciuta portanza verso l’alto o verso il basso da parte delle superfici di controllo del beccheggio, e con l’uso<br />

del timone. Tutte le volte che questo momento giroscopico dovrà essere compensato ampiamente dai comandi<br />

del beccheggio, ci sarà un aumento o una diminuzione della resistenza aerodinamica correttiva, a seconda della<br />

direzione della virata. Questo fenomeno influenza sia le prestazioni di virata sostenute che quelle istantanee in<br />

un modo simile agli effetti di un reale cambiamento di peso dell’aereo.<br />

Il significato dell’effetto giroscopico viene accresciuto da parti rotanti grandi e pesanti (con un elevato<br />

momento inerziale) rispetto al peso totale dell’aereo, e da velocità di rotazione superori. Ratei di virata più<br />

veloci, velocità inferiori, virate livellate in scivolata, G inferiori, e distanze più brevi fra il CG e le superfici di<br />

controllo del beccheggio accrescono l’effetto dell’effetto giroscopico sulle prestazioni di virata.<br />

Sviluppandosi nel corso degli anni, i caccia sono diventati generalmente più grandi, pesanti e veloci, e in<br />

grado di sviluppare più G ma un minore rateo di virata. Tutti questui fattori sono serviti a ridurre l’impatto<br />

dell’effetto giroscopico al punto che potrebbe essere insignificante per un caccia moderno. Tuttavia non era<br />

certo così durante la prima guerra mondiale, quando molti caccia di entrambe le parti, inclusi alcuni Sopwith,<br />

Nieuport e Fokker, erano sospinti da motori rotativi. Il motore rotativo era un progetto raffreddato ad aria coi<br />

cilindri sistemati a raggiera intorno a un albero motore centrale.<br />

L’elica era collegata direttamente ai cilindri, e i cilindri e l’elica ruotavano insieme intorno all’albero<br />

fisso. Con oltre un quarto del proprio peso complessivo costituito da parti rotanti, alcuni di questi caccia si<br />

meritarono la reputazione di una estrema manovrabilità – almeno in una direzione. Questa stessa caratteristica,<br />

tuttavia, rendeva questi caccia molto difficili da controllare, e probabilmente uccisero quasi tanti dei propri<br />

piloti quanti di quelli nemici.<br />

Anche il momento torcente potrebbe avere un effetto sulle prestazioni di virata, in particolare con i caccia<br />

a elica di grande potenza alle basse velocità. Gli effetti del momento torcente del motore devono essere<br />

compensati in genere dal timone per mantenere un assetto di volo bilanciato. Di norma in queste condizioni sarà<br />

necessario dare molto timone a destra per bilanciare il momento di un’elica che gira in senso orario (vista da<br />

dietro), e viceversa. Un’altra considerazione da fare viene detta “fattore P”, che è la tendenza di un’elica a<br />

produrre più spinta da una parte del disco rispetto all’altra. Di solito il fattore P influenza l’aereo alla stessa<br />

maniera del momento torcente, ed è esacerbato dalle basse velocità e dalle virate brusche. Dato che di solito è<br />

necessario dare ancor più timone nella direzione di una virata per mantenere l’assetto bilanciato, ci potrebbero<br />

essere condizioni in cui il timone non ha semplicemente abbastanza potere. Il volo sbilanciato che ne risulta<br />

(scivolata) potrebbe provocare la perdita del controllo sull’aereo. Generalmente l’ala alta (ovvero sul lato<br />

esterno di una virata) finirà per stallare, facendo sì che l’aereo “lasci” il volo controllato con una rapida rollata<br />

verso l’ala in stallo.<br />

Questo fenomeno è stato ben sfruttato in combattimento, poiché è più pronunciato in certi caccia rispetto<br />

ad altri, e perché la direzione di rotazione dell’elica potrebbe essere invertita fra i combattenti. Il seguente<br />

esempio di impiego in combattimento di questa tattica durante la seconda guerra mondiale coinvolge il P-38J<br />

Lightning contro il Fw 190 tedesco.<br />

Il P-38 è un caccia bimotore con eliche contro-rotanti ed essenzialmente privo di un netto momento<br />

torcente o fattore P.<br />

La mia pattuglia di quattro P-38 fu assalita da venticique-trenta FW-190 del genere col muso giallo da<br />

Abbeville. Una fila di sei o più di loro mi arrivò dietro prima che riuscissi a notarli, e proprio mentre il numero<br />

1 cominciava a sparare, rollai in una virata ascendente a destra e andai a una pressione da emergenza di guerra<br />

da tubo da 60 pollici. Mentre giravamo nella nostra cabrata a cavatappi, riuscivo a vedere sopra la mia spalla<br />

destra i piloti dei vari FW-190 che davano timone a destra per cercare di controllare il loro momento torcente a<br />

150 miglia l’ora e a tutta manetta, ma uno a uno scivolavano sulla sinistra e uscivano in vite.<br />

Effetti della gravità sulle prestazioni di virata<br />

314


L’accelerazione gravitazionale ha un effetto assai significativo sulle prestazioni di virata. La figura A-18<br />

illustra l’influenza della gravità su una virata orizzontale. In questo esempio l’aereo sta volando fuori dalla<br />

pagina in una virata livellata a sinistra. L’accelerazione gravitazionale tende a tirare verso il basso sull’aereo, e<br />

per il volo orizzontale la gravità deve essere bilanciata dalla portanza, rappresentata dal vettore del fattore di<br />

carico. Il fattore di carico, tuttavia, è orientato perpendicolarmente alle ali del caccia, così solo la componente<br />

verticale di questa accelerazione può opporsi alla gravità. Questo lascia solo la componente orizzontale del<br />

fattore di carico, definita “G radiale”, per fare virare l’aereo. Dato che il fattore di carico deve controbilanciare<br />

la gravità, i G radiali saranno più piccoli del pieno fattore di carico provato dall’aereo, e le prestazioni di virata<br />

ne soffriranno.<br />

La gravità influenza anche le manovre verticali, come il loop illustrato dalla figura A-19. In questo caso il<br />

caccia sta eseguendo un loop a velocità costante e con un fattore di carico di 4G. Alla base del loop la trazione<br />

della gravità verso il basso riduce i G radiali a soli 3G, provocando un grande raggio di virata e un basso rateo<br />

di virata (in questo caso di “beccheggio”). Al vertice del loop, quando il caccia è rovesciato, la gravità si<br />

aggiunge al fattore di carico, producendo una virata a 5G, un raggio più piccolo, e un rateo più rapido. Quando<br />

l’aereo è in verticale, sia col muso in alto che in basso, non c’è una componente gravitazionale nella direzione<br />

della portanza, così il fattore di carico diventa G radiale, risultando in prestazioni di virata intermedie. L’effetto<br />

della gravità sulle prestazioni di virata durante le manovre in verticale fa sì che il percorso di volo non sia<br />

circolare, producendo il termine “uovo tattico”. Nella pratica la velocità all’aria del caccia è di solito molto<br />

inferiore al vertice della manovra che lungo il fondo, il che serve ad accentuare ancora di più la variazione nel<br />

raggio della virata.<br />

I due piani di manovra trattati (orizzontale e verticale) sono solo due di un numero infinito di piani<br />

disponibili per il pilota da caccia. Tutti gli altri piani di manovra vengono chiamati “virata obliqua”. La gravità<br />

influenza queste virate allo stesso modo, a seconda del grado di ripidezza del piano di manovra. Tutte le volte<br />

315


che il vettore portanza del caccia è orientato al di sopra dell’orizzonte, la gravità si sottrae dalle prestazioni di<br />

virata; viceversa, la gravità aumenta le prestazioni di virata quando il vettore portanza punta sotto l’orizzonte.<br />

Prestazioni di rollata<br />

La precedente discussione sulle prestazioni dei caccia ha riguardato la capacità dell’aereo di cambiare<br />

l’orientamento del suo vettore velocità e il proprio stato energetico, ovvero di virare, accelerare, o cabrare.<br />

Questa capacità è la “,manovrabilità” o “manovrabilità energetica”. Ci sono altre importanti unità di misura<br />

delle prestazioni dei caccia che non si adattano a questa definizione.<br />

Le prestazioni di rollata, ad esempio, sono la capacità dell’aereo di cambiare la direzione laterale del<br />

proprio vettore portanza. Dato che la forza della portanza è il principale responsabile del fare virare un aereo, le<br />

prestazioni di rollata indicano la capacità di un caccia di cambiare il proprio piano di manovra. Quindi, anche se<br />

le prestazioni in rollata non sono, strettamente, la manovrabilità, esse hanno con la manovrabilità una relazione<br />

diretta. Le prestazioni di rollata possono essere definite come una misura della “agilità” di un aereo.<br />

Un grosso barcone aereo è troppo goffo per combattere. Ci vuole agilità.<br />

Barone Manfred von Richthofen<br />

Il movimento di rollata di un aereo viene prodotto dall’azione del suo sistema di controllo laterale. Tali<br />

sistemi variano da un caccia all’altro, ma ad oggi i controlli più comuni sono alettoni, spoiler e code<br />

differenziali. Dati che tutti i sistemi di controllo sono più efficaci in certe situazioni che in altre, molti caccia<br />

moderni sono disegnati con più di un tipo di comando, per evitare problemi lungo tutto l’involucro di volo<br />

dell’aereo.<br />

I controlli aerodinamici della rollata operano aumentando la portanza da un lato dell’aereo rispetto<br />

all’altro, e producendo un momento di vite. Quando si verificano queste condizioni, ha inizio una rollata, che<br />

accelera fino a un valore massimo e quindi si stabilizza su di esso. Un rateo di rollata stabile si ottiene quando si<br />

raggiunge un momento di bilanciamento pari al momento torcente dei comandi della rollata. Questo momento<br />

di bilanciamento viene prodotto principalmente dalle differenze della portanza fra le ali, provocate dal fatto che<br />

un’ala si muove verso l’alto e l’altra verso il basso, ed è proporzionale alla stabilità antirollio dell’aereo. In<br />

generale, più un aereo è stabile lungo l’asse di rollio, e più lento sarà il suo rateo di rollata.<br />

316


La figura A-20 illustra graficamente gli effetti della velocità sulle prestazioni di rollio stabile. Le tabelle<br />

nella figura non tengono conto né della compressibilità, che potrebbe ridurre l’efficacia dei comandi della<br />

rollata o persino provocare la rollata nella direzione opposta a quella prevista (“inversione di rollata”), né degli<br />

“effetti aeroelastici”, che potrebbero causare problemi simili come risultato della torsione dell’ala sotto il<br />

momento torcente delle deviazioni dei comandi del rollio. notate che al crescere della velocità, la forza (Fr)<br />

richiesta al pilota per mantenere la piena deviazione delle superfici di controllo (8r) aumenta fino a raggiungere<br />

i suoi limiti fisici, dopodiché ulteriori aumenti della velocità risulteranno in un controllo ridotto della<br />

deviazione. Nella sfera del massimo controllo della deviazione, il rateo di rollata cresce in modo quasi lineare<br />

con la velocità, raggiungendo un massimo alle velocità più elevate alle quali possa essere mantenuto il pieno<br />

controllo della deviazione dei comandi (8rMAX). Le capacità di rateo di rollata quindi diminuiscono con ulteriori<br />

aumenti della velocità, probabilmente fino a valori molto bassi per le alte velocità. Per mantenere le prestazioni<br />

di rollata a velocità elevate, vengono spesso impiegati comandi assistiti o completamente motorizzati per<br />

mettere in grado il pilota di ottenere la completa deviazione dei comandi. Con i comandi motorizzati gli input<br />

del pilota sui controlli di solito posizionano delle valvole che consentono alla pressione di un fluido idraulico di<br />

muovere le superfici di controllo. Gli effetti di questi sistemi sono mostrati dalle linee tratteggiate. Per i caccia<br />

supersonici è desiderabile anche rendere questi comandi irreversibili, in modo che le variazioni di carico sulle<br />

superfici di controllo non vengano trasmesse al pilota. Le onde d’urto che si muovono intorno a tali superfici<br />

possono portare a sensazioni molto fuorvianti, rendendo difficile il controllo dell’aereo. Con questi comandi,<br />

vengono forniti di solito dei sistemi di senso artificiali in modo che le forze dei controlli varino come si<br />

aspetterebbe il pilota.<br />

Nel combattimento aereo, è raro che siano necessarie rollate continue di oltre 180°. Essendo necessario un<br />

certo tempo per fare accelerare il rateo di rollata da zero al suo valore massimo, potrebbe essere impossibile<br />

raggiungere il massimo rateo di rollata durante periodi così brevi. L’accelerazione del rollio è quindi spesso il<br />

fattore predominante nelle prestazioni di combattimento.<br />

In aggiunta alla potenza dei comandi di rollio, l’accelerazione della rollata è una funzione del “momento<br />

inerziale” dell’aereo. Questo momento dell’inerzia lungo l’asse di rollio dipende dal peso dell’aereo e dalla sua<br />

distribuzione. Più grande è il peso complessivo, e più lontano è distribuito rispetto all’asse della fusoliera, più<br />

grande sarà l’inerzia. Una grande apertura alare, dei serbatoi sulle estremità alari, e i motori o dei carichi<br />

montati sulle ali, per esempio, contribuiscono ad accrescere l’inerzia della rollata e a ridurne l’accelerazione.<br />

Inoltre, le prestazioni di rollata possono variare fra destra e sinistra a seconda del disegno dell’aereo. I caccia a<br />

elica, ad esempio, in genere hanno una migliore accelerazione della rollata nella direzione opposta a quella di<br />

rotazione dell’elica a causa degli effetti del momento torcente del motore. Anche la configurazione<br />

dell’abitacolo potrebbe essere un fattore, in particolare con comandi non assistiti a velocità elevate. La capacità<br />

del pilota di spingere la barra a sinistra con più forza di quanto potrebbe tirarla a destra potrebbe risultare in una<br />

notevole differenza nelle prestazioni di rollata.<br />

Il rateo di rollata stabile è influenzato anche dall’apertura alare. Per caccia geometricamente simili,<br />

un’apertura alare inferiore risulta in un rateo di rollata più stabile per la stessa velocità e deviazione dei<br />

controlli.<br />

Le prestazioni di rollata dipendono molto dalle tecniche del pilota come dal controllo sulla velocità. Molti<br />

dei problemi di efficacia degli strumenti di controllo della rollata si verificano alle basse velocità o con elevati<br />

fattori di carico (ovvero quando le ali generano una portanza vicina al loro massimo). Quindi, se un pilota vuole<br />

ottenere il massimo delle prestazioni di rollio dal proprio aereo, ogni volta che è possibile dovrà scaricare prima<br />

di cominciare la rollata. Il fattore di carico può essere riapplicato una volta che il vettore portanza punti nella<br />

direzione desiderata. Anche una tecnica efficace col timone può migliorare le prestazioni del rollio. Il timone<br />

potrebbe persino essere lo strumento più efficace per il controllo della rollata per alcuni caccia (specialmente<br />

per quelli con le ali aventi un diedro pronunciato), in particolare in condizioni di elevata portanza.<br />

Una superiorità nelle prestazioni di rollata è stata storicamente sfruttata come uno strumento efficace nelle<br />

manovre di difesa dalle mitragliatrici. Dato che per seguire in maniera stabile con le mitragliatrici un bersaglio<br />

che manovra il tiratore deve allineare fedelmente le proprie ali con quelle della sua vittima, questo<br />

inseguimento può essere reso praticamente impossibile da un difensore poco disposto a collaborare e in grado<br />

di mutare il proprio piano di manovra più velocemente dell’attaccante. Delle prestazioni di rollata scarse alle<br />

alte velocità erano una delle poche caratteristiche dello Zero giapponese che potessero essere sfruttate dai<br />

caccia americani, generalmente inferiori, all’inizio della seconda guerra mondiale.<br />

317


Similmente, gli alettoni idraulici rendevano gli F-86 Sabre americani più agili del MiG-15 russi dei loro<br />

avversari in Corea. La mancanza dell’assistenza idraulica continuò a piagare i successivi MiG-17 in Vietnam e<br />

in medio oriente.<br />

Prestazioni in beccheggio<br />

Le prestazioni di beccheggio sono la capacità di un caccia di ruotare intorno a un asse parallelo alle<br />

proprie ali (ovvero l’asse “laterale”). Nel volo livellato questo significa ruotare il muso dell’aereo verso l’alto o<br />

verso il basso, ma la prima è in genere la direzione più importante. Come le prestazioni di rollata, il rateo di<br />

beccheggio è una misura dell’agilità del caccia.<br />

Quando i comandi del beccheggio vengono applicati per dirigere il muso verso l’alto, l’aereo comincia a<br />

ruotare, il che provoca un aumento dell’“angolo di attacco”, come definito dalla figura A-21. L’angolo di<br />

attacco (AOA) è l’angolo fra la “linea di corda” dell’ala (una linea immaginaria che unisce i bordi d’entrata e di<br />

uscita dell’ala) e il “vento relativo”, che ha velocità uguale e direzione opposta rispetto al movimento dell’aereo<br />

attraverso l’aria. Con l’aumento dell’AOA, generalmente aumentano anche la portanza prodotta dall’ala e il<br />

fattore di carico, che fa sì che l’aereo viri (ovvero muti la direzione del vettore velocità). Il movimento<br />

osservato è quindi in parte una virata e in parte un aumento dell’AOA. È difficile separare visivamente questi<br />

due movimenti, quindi vengono generalmente riuniti nel “rateo di beccheggio”. Una volta stabilizzatosi l’AOA,<br />

il rateo di beccheggio e il rateo di virata in un dato piano di manovra sono uguali.<br />

Il rateo di beccheggio è importante per i caccia per diversi motivi. Uno di questi è che più rapidamente<br />

può essere aumentato l’AOA, e più rapidamente si può iniziare una virata.<br />

Questo può avere un grosso effetto sulle prime fasi di manovre al massimo delle prestazioni di virata. Un<br />

secondo motivo è l’influenza dl rateo di beccheggio sulla tracciatura al collimatore. La semplice capacità di<br />

puntare l’aereo in una data direzione, senza riguardi per quella del suo movimento, è piuttosto preziosa. Un<br />

318


terzo fattore ha a che fare con la difficoltà di distinguere visivamente il rateo di beccheggio dal rateo di virata.<br />

Dato che i piloti dei caccia devono affidarsi a informazioni visive per giudicare le prestazioni dell’aereo di un<br />

avversario, dei grossi cambiamenti nell’AOA possono essere facilmente scambiati per accresciute prestazioni di<br />

virata. Una simile interpretazione erronea conduce spesso a errori nella scelta delle manovre per contrastare<br />

quelle percepite dell’avversario.<br />

Le prestazioni di beccheggio di un caccia, ovvero il rateo e l’accelerazione del beccheggio stesso, sono<br />

una funzione dell’efficacia dei comandi del beccheggio e della resistenza presentata dall’aereo a un movimento<br />

di beccheggio. Il contributo dell’AOA al beccheggio è limitato dal massimo AOA utile (AOA di stallo o limiti<br />

di controllabilità) a bassa velocità e dai limiti del fattore di carico al di sopra della velocità d’angolo. Dato che<br />

per la maggior parte dei caccia la sfera di AOA utilizzabili è piuttosto piccola (da 20° a 30°), il contributo di<br />

questo al movimento di beccheggio si conclude rapidamente.<br />

Quindi, come nel caso delle prestazioni di rollata, è l’accelerazione del beccheggio più che il rateo ad<br />

avere la maggiore importanza nelle manovre del caccia quando la discussione si limita soltanto ai mutamenti di<br />

AOA.<br />

Dato che il rateo di crescita dell’AOA è dello stesso ordine di grandezza del rateo di virata e si aggiunge<br />

alla produzione complessiva delle prestazioni di beccheggio, più grande è la sfera degli AOA utili, è più grande<br />

sarà il loro contributo durante le prime fasi di una virata. Le maggiori prestazioni di beccheggio di solito si<br />

trovano vicino alla velocità d’angolo, che dà il più elevato rateo istantaneo di virata e rappresenta la più alta<br />

velocità possibile (per la massima autorità dei controlli del beccheggio) alla quale è disponibile l’intera sfera<br />

degli AOA. Caratteristiche progettuali come delle ali corte o piegate all’indietro e strumenti ad elevata portanza<br />

sul bordo d’entrata possono aumentare il massimo AOA utile aumentando l’AOA di stallo, come mostrato dalla<br />

figura A-22.<br />

L’accelerazione del beccheggio dipende dalla potenza dei comandi e dalla stabilità al beccheggio<br />

dell’aereo e dalla sua inerzia. Il momento inerziale intorno all’asse di beccheggio è una funzione del peso del<br />

caccia e della sua distribuzione davanti e dietro al CG. Aumentare il peso complessivo del caccia o muovere<br />

parte di questo peso più avanti o più indietro rispetto al CG tende ad aumentare l’inerzia del beccheggio e a<br />

ridurne l’accelerazione. Anche la posizione del CG ha un certo effetto. Una posizione a poppavia di solito<br />

aumenta le prestazioni di beccheggio riducendo la stabilità dell’aereo.<br />

Conoscete e usate tutte le capacità del vostro aereo. Se non lo fate, presto o tardi qualcuno che le usa tutte<br />

vi prenderà a calci nel sedere.<br />

Lieutenant Dave "Preacher" Pace, USN<br />

Istruttore U.S. Navy Fighter Weapons School<br />

319

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!