Il Cavaliere d'Africa, Ilaria Goffredo - Quelli di ZEd
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avvicinarono a noi una decina <strong>di</strong><br />
tuk tuk, ma rifiutammo <strong>di</strong> salire.<br />
Vi<strong>di</strong> anche un’altra specie <strong>di</strong> taxi:<br />
una bici con doppio sellino fatto in<br />
casa, portava un turista per volta.<br />
Costeggiammo un bar malandato<br />
con la scritta Coca cola sulla porta,<br />
sembrava che ci fossero solo<br />
uomini. Poi entrammo nella zona<br />
turistica <strong>di</strong> Malin<strong>di</strong>, un viale tutto<br />
illuminato: sul lato del mare<br />
c’erano villaggi turistici uno<br />
accanto all’altro, mentre dall’altro<br />
lato bar, <strong>di</strong>scoteche e ristoranti tutti<br />
nuovi e dalle insegne scintillanti.<br />
Era un mondo d’illusione, una<br />
ricchezza finta ritagliata in uno<br />
spazio <strong>di</strong> infinita povertà.<br />
Durante il percorso restai accanto a<br />
Martina, fumammo e parlammo.<br />
Edward parlava con la<br />
professoressa. Non poteva<br />
piacermi uno studente? No,<br />
proprio l’insegnante dovevo