Il Cavaliere d'Africa, Ilaria Goffredo - Quelli di ZEd
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«Se stai buona ce ne an<strong>di</strong>amo tra<br />
poco… e poi non ti sentirebbe<br />
nessuno, sono tutti in chiesa. Sai<br />
che c’è il canto d’apertura?»<br />
Sembrava così tranquillo, come se<br />
fosse naturale ciò che stava<br />
facendo. Mi baciò il collo una<br />
volta e poi, come un predatore che<br />
assapora la preda, mi baciò ancora<br />
e ancora, più insistentemente.<br />
Sentivo le sue labbra umide<br />
fremere sulla mia pelle.<br />
«Lasciami bastardo!» strillai<br />
sferrandogli una ginocchiata nelle<br />
parti basse che però lui bloccò con<br />
la coscia.<br />
«Baciami e ti lascio andare.»<br />
Mi stringeva più forte,<br />
schiacciandomi contro la parete.<br />
Poi si avventò sulle mie labbra,<br />
baciandomi, mordendomi, non<br />
sapevo se sentivo realmente dolore<br />
oppure era l’agitazione a farmi<br />
provare quelle sensazioni.