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OGNI GIORNO CE N’È UNA NUOVA 

Ho saputo l’altro giorno che 

qualcuno, addetto alla verifica 

dei bilanci comunali, ha condannato 

il Sindaco Anelli, che avrebbe 

offerto il rinfresco natalizio ai 

dipendenti comunali, a pagarlo 

di tasca propria perché tale spesa 

non rientra fra quelle consentite 

dalle norme di bilancio. 

Siamo alla pura follia. 

Il rinfresco di cui si parla si tiene 

una volta all’anno in prossimità 

del Natale, quando il Sindaco e 

la Giunta riuniscono tutto l’apparato 

comunale per scambiarsi 

gli auguri, fare alcune considerazioni 

sull’anno passato e accennare 

a qualche programma che 

 

01 Editoriale 

02 Lettere al direttore 

04 Osservatorio: 

Ubriacatura di primarie 

Suonate le vostre trombe che noi 

suoneremo le nostre campane 

Commercio e territorio 

La piazza metafisica di Desenzano 

12 Storia: Come nacque il lago di Garda 

14 Cultura: Il poeta Andrea Righettini 

16 “Quaderno di bronzo” 

20 S.O.S. Lago de Frassino 

22 TAV in galleria costi da capogiro 

24 Rocca di Lonato: crollano le mura 

li riguarda per l’anno a venire. 

Rinfresco che si tiene ormai da 

trentasette anni, sul quale nessuno 

aveva avuto a che dire. 

Chi avrà preso questa decisione 

che sa tanto di severità “impropria” 

verso quella classe politicoamministrativa 

che non prende 

lauti compensi mensili e nemmeno 

lascia maturare vitalizi di 

alcun genere, perché presta la 

propria opera gratuitamente, si 

sentirà un eroe. Ma non è così. 

E’ solo un piccolo omino a cui 

sfuggono gli sprechi della così 

detta casta politica, al cui confronto 

le spese per un semplice 

rinfresco natalizio non rientre- 

rebbero nemmeno fra le possibili 

annotazioni, per non sprecare la 

carta. 

Il Sindaco Anelli fortunatamente 

non ha problemi a far fronte a 

quanto gli è stato imputato, come 

noi proviamo il piacere ad esprimere 

tutta la nostra solidarietà. 

Vorrà dire che prossimamente ci 

si dovrà costituire in comitato di 

cittadini per offrire noi, ai dipendenti 

comunali, un rinfresco natalizio 

per il servizio che prestano 

alla loro comunità. 

Pier Giuseppe Ramella 

 

27 Banco alimentare: Garda solidale 

29 Le pagine di DESENZANO 

41 Le pagine di SIRMIONE 

45 Le pagine della VALTENESI 

57 Le pagine di SALÒ 

61 Le pagine dell’ALTO MANTOVANO 

75 Info comm. Per un Natale da Leone 

77 Info comm. Tutta la tecnologia 

78 Info comm. Genuinità e tradizione 

80 Info comm. Non solo gomme 

82 Rubrica. Qui Area assicurazione 

83 Rubrica. Dalla parte della tua salute 

84 Rubrica. Servizi utili per la casa 

87 Portobelloblu

Lettere al direttore 

 

Egregio Direttore 

Ho letto l’articolo dell’architetto Pier Giuseppe 

Ramella, pubblicato sul Suo apprezzato 

periodico, del 23 novembre u. sc., nel 

quale scrive, con arguzia, di non volere diventare 

mantovano, pur apprezzando Mantova, 

“splendida Città d’Arte”, ed i suoi 

abitanti, essendo egli nato in provincia di 

Cremona. Ma, in verità, secondo le disposizioni 

del decreto – legge 5 novembre 2012, 

n. 188 sono i mantovani che rischiano di 

diventare cremonesi, in quanto, in virtù 

del citato decreto, il capoluogo della nuova 

provincia, che sarà formata dalle attuali 

province di Cremona, Lodi e Mantova, sarà 

quello avente maggiore popolazione residente, 

e tale risulta essere Cremona, poiché 

ha una popolazione di gran lunga superiore 

a quella delle altre due città. Il decreto – 

legge aggiunge “salvo il caso di diverso accordo, 

anche a maggioranza”, ma, di certo, 

Cremona non sarà mai favorevole a rinunciare 

al prestigioso titolo di capoluogo della 

nuova grande provincia ( così detta del Po ) 

a favore di altra città capoluogo, per altro di 

minore dimensione demografica. 

Colgo, inoltre, questa occasione per ricordare 

che, già nel novembre del 2009, avevo 

sostenuto, in un articolo pubblicato su 

un periodico locale, che le province non 

avrebbero dovuto essere soppresse totalmente, 

bensì ridotte di numero. Poiché non 

risponde al vero che l’ente provincia ha ben 

poche competenze, al contrario, vi sono 

materie loro assegnate di rilevante importanza, 

alcune citate dall’architetto Ramella 

, come: l’istruzione di secondo grado, la 

costruzione e la manutenzione di importanti 

arterie stradali, ancor più ora, a seguito 

del trasferimento di molte ex strade statali, 

l’ambiente e la funzione di pianificazione 

di area vasta. Tutte funzioni che travalicano 

la ristretta area comunale. 

Dicevo nel mio articolo di ritenere, e sono 

tuttora dello stesso avviso, che dovrebbe 

essere la Regione a cedere pressoché interamente 

le funzioni amministrative, che 

ora esercita, alle province, in modo tale che 

l’ente che “fa le leggi regionali” non debba 

occuparsi di temi amministrativi, in aderenza 

ad una salutare distinzione tra il ruolo 

legislativo e quello amministrativo. 

Con il decreto – legge 188/2012, che dovrà 

essere convertito in legge entro il 6 gennaio 

2013, pena la sua decadenza, il Governo 

(dei Tecnici) è andato nella direzione che 

avevo auspicato, tanto più necessaria per il 

fatto che negli ultimi anni si era ecceduto 

nel dare vita a nuove province, alcune di 

minuscole dimensioni, ed ha restituito, al 

tempo stesso, una buona consistenza territoriale 

e demografica a quelle rimaste, che 

saranno meglio in grado di soddisfare le 

funzioni loro assegnate. Anche se non nascondo, 

al riguardo, un certo favore per il 

mantenimento in vita di alcune province, 

mediante deroga ai due canoni stabiliti per 

la sopravvivenza (superficie territoriale non 

inferiore a 2.500 km. quadrati e popolazione 

non inferiore a 350.000 unità) e che, 

invece, il decreto – legge ha accorpato, in 

special modo per territori storicamente per 

nulla omogenei. 

Né mi pare convincente la soppressione 

delle giunte provinciali e le nuove modalità 

di elezione del Consiglio provinciale e 

del Presidente della provincia, per i quali 

è prevista una elezione di secondo grado, 

nel senso che, per il primo non sarà il 

corpo elettorale a provvedere all’elezione, 

ma i consiglieri comunali tra loro, mentre 

per l’elezione del secondo provvederanno 

i consiglieri che formeranno il Consiglio 

provinciale, il cui numero è previsto in 10 

unità. 

Si tratta di norme che pongono su un diverso 

piano gli enti territoriali: Comuni, Province, 

Città metropolitane e Regioni che, 

con lo Stato, ai sensi dell’articolo 114, primo 

comma, della Costituzione, formano la 

Repubblica e che hanno, pertanto, la stessa 

rilevanza costituzionale. 

Infatti, le Province e le Città metropolitane, 

queste ultime, ove istituite, assumeranno 

il ruolo delle soppresse province, avranno 

due organi di governo (il Consiglio e 

il Presidente), anziché tre, come i Comuni 

e le Regioni e mentre l’elezione dei Consigli 

comunali e regionali e dei Sindaci e 

dei Presidenti di Regione continueranno ad 

avvenire attraverso consultazione popolare, 

quella riguardante i due organi di governo 

delle Province e delle Città metropolitane 

avverrà in modo del tutto diverso, come ho 

detto più sopra. 

Ma c’è di più. Con l’intervento del Governo, 

a mezzo del decreto – legge 188/2012, 

si apre un altro delicato problema relativo 

al diritto di iniziativa, vale a dire se fosse in 

facoltà di Governo e Parlamento, che dovrà 

convertire in legge il decreto, intervenire 

in materia di circoscrizioni provinciali, in 

quanto l’articolo 133 della Costituzione 

dice testualmente: “ Il mutamento delle 

circoscrizioni provinciali e la istituzione di 

nuove Province nell’ambito di una Regione 

sono stabiliti con legge della Repubblica, 

su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa 

Regione.” Forse, il Parlamento avrebbe 

dovuto modificare il testo costituzionale, al 

fine di rendere la successiva decretazione 

d’urgenza aderente alla norma costituzionale. 

Non vorrei che la fretta sia stata cattiva 

consigliera. 

Tanto è che proprio con riferimento alla richiamata 

norma costituzionale, professori 

universitari di diritto costituzionale hanno 

già osservato come sia da ritenere illegittima 

l’iniziativa in materia assunta dal Governo, 

in quanto tale iniziativa, allo stato 

attuale spetta ai Comuni. 

Del resto , La Corte costituzionale è già 

stata investita della materia da parte di ben 

otto Regioni che hanno presentato ricorso 

contro l’articolo 23 del decreto – legge 

201/2011, (il così detto “decreto salva 

– Italia), che detta disposizioni in tema di 

funzioni, organi e legislazione elettorale 

delle Province. 

La Corte avrebbe dovuto pronunciarsi il 6 

novembre 2012, ma ha rinviato le proprie 

decisioni in attesa di conoscere il testo del 

decreto – legge approvato dal Governo il 

31 ottobre 2012, pubblicato sulla Gazzetta 

Ufficiale della Repubblica Italiana lo stesso 

giorno 6 novembre ed entrato in vigore il 

giorno successivo, 7 novembre 2012. Ma il 

citato decreto non ha portato alcun sostanziale 

mutamento, rispetto al precedente assetto 

legislativo, in ordine a funzioni, organi 

e legislazione elettorale, per cui non resta 

che attendere la sua conversione in legge, 

che, come ho già detto, dovrà avvenire entro 

il 6 gennaio 2013. E’ presumibile che la 

Corte costituzionale si pronunci sull’intera 

materia dopo quest’ultima data, per poter 

disporre di un quadro legislativo completo. 

Mi preme, in conclusione, sottolineare la 

mia convinta adesione alla “riduzione dei 

costi della politica”, però non ritengo che 

tutto e sempre debba essere sacrificato a 

questo tema, anche con l’apposizione di 

norme di assai dubbia legittimità costituzionale. 

Tanto più che, in questi ultimi anni, 

gli enti locali, e mi riferisco specificamente 

a Comuni e Province, sono stati chiamati a 

dare molto, tanto in termini di riduzione del 

numero dei consiglieri, quanto in termini di 

riduzione delle indennità dei loro amministratori, 

come pure di riduzione dei trasferimenti 

statali. Esterino Caleffi

Lettere al direttore 

 

Egregio Direttore, 

innanzitutto volevo ringraziare il signor 

Sindaco per la celere ed esaustiva 

risposta alla mia lettera riguardo al 

PGT (erano anni che non si vedeva 

un’amministrazione tanto disponibile 

verso i cittadini), anche se con essa 

non concordo pienamente. 

Ma al di là delle opinioni personali, 

volevo esprimere un opinione sul 

momento che sta attraversando Desenzano 

oggi e le prospettive per il 

suo sviluppo futuro, partendo dalle 

riunioni indette dalla nuova amministrazione 

riguardo al nuovo PGT. 

Durante queste riunioni è emersa la 

condizione secondo la quale Desenzano 

non sia più la Capitale del Garda 

e che non bisogna considerarla come 

tale; sinceramente la mia impressione 

è che non si voglia nemmeno che 

lo sia, per non dover “scomodarsi” a 

fare più dell’ordinaria amministrazione. 

La serata è continuata con la 

spiegazione del “Nuovo” PGT da 

parte dell’assessore Tira, il cui unico 

intento è un’ ostinata volontà ad eliminare 

qualsiasi nuovo ambito di trasformazione, 

senza alcuna eccezione 

e senza alcuno spunto propositivo per 

lo sviluppo del paese, ma solamente 

una ostinata guerra all’edilizia. 

Mentre l’assessore parlava, mi do- 

mandavo dove fossero finiti i membri 

del PDL e tutta la precedente maggioranza, 

che ha adottato e poi approvato 

questo piano; è possibile che non 

ci sia stato un membro della vecchia 

amministrazione in grado di difendere 

il loro operato o di sollevare una 

minima obiezione alla nuova giunta, 

ma al contrario lasciandogli completamente 

carta bianca? Esiste oggi 

un’opposizione? 

Per fortuna il dibattito è stato ravvivato 

dagli stessi membri della sinistra, 

che hanno attaccato in modo scellerato 

il Sindaco e trasformato l’incontro 

sul PGT, nell’ennesima e ridondante 

guerra ai PII, ormai approvati e convenzionati 

da tempo. 

Infine è intervenuta Confesercenti 

che, unitamente al Consorzio Albergatori, 

ha come unica preoccupazione 

per il futuro che non ci siano nuovi 

ambiti a destinazione commerciale o 

alberghiera, perché, come è noto, la 

concorrenza è un pericolo da scongiurare... 

Mi domando come al giorno d’oggi 

si possa pensare ancora in questo 

modo e non ci si renda conto che il 

calo di pernottamenti dipenda più da 

strutture ricettive spesso decadenti, la 

maggior parte mai ristrutturate, con 

prezzi alti e standard medio bassi, 

accettabili vent’anni fa, ma non oggi, 

nell’era di internet. 

Ed è così che sorgono decine di nuovi 

B&B, (convenienti ed accoglienti), 

il centro commerciale il Leone fa 8 

milioni di ingressi l’anno e le nostre 

piazze sono sempre più deserte! Non 

mi sembra che non ci siano più turisti, 

ma mi sembra che scelgano altre soluzioni. 

Bisogna pensare al rinnovamento, 

bisogna tenere i negozi aperti 

la sera e non alle 3 dei pomeriggi 

d’estate, bisogna guadagnarsi i turisti 

e non cacciarli, non siamo un paesino 

di botteghe, ma una città turistica! 

Mi sembra incredibile che oggi l’albergatore 

più attivo ed innovativo 

di Desenzano abbia quasi 70 anni e 

sembra essere l’unico a pensare al futuro, 

ma dove sono i giovani?! Dove 

sono le nuove idee e la voglia di crescere? 

Finchè tutti continueranno a 

pensare al loro orticello, al massimo 

guadagno con il minimo investimento, 

senza reinvestire i propri profitti 

pensando al futuro, allora non saremo 

mai la Capitale del Garda, ma non ci 

meritiamo nemmeno di esserlo. 

Cordialmente 

Francesco Albinoni

Mentre scrivo, degli 

ultimi avvenimenti 

non si sa ancora 

niente, se vincerà 

Renzi oppure Bersani 

quale candidato 

del centrosinistra. Comunque 

una cosa è sicura: resterà il ricordo 

dell’ultima fregatura. Il fatto che 3 

milioni di cittadini abbiano partecipato 

a questa kermesse, pagando 

ognuno 2 euro, se si fanno i conti 

della serva, significa che il partito 

democratico ha incassato 6 milioni 

di euro. Domanda: li denunceranno 

al fisco? E sotto quale voce? Potrebbe 

chiamarsi tassa sul voto (anche 

questo è un fatto inedito). 

Mentre l’Italia affonda sotto i colpi 

della crisi ci sono 3 milioni di 

italiani che vorrebbero farci credere 

che votando i due democratici 

“oplà, ecco fatto, non ci sarà più 

crisi, non più disoccupazione, non 

più chiusura di stabilimenti, di negozi, 

e quant’altro”. Capirete, dopo 

i professori avremo i professionisti 

della politica, i quali si impegneranno 

a farci stare meglio. Chi vivrà 

vedrà... 

La storia è una grande maestra, ci 

ha insegnato che oltre la ex cortina 

di ferro c’erano feroci dittature, si 

chiamavano Repubblica Democratica 

Tedesca, Repubblica Demo- 

L’Osservatorio 

 

 

 

cratica di Polonia...ebbene questi 

regimi si facevano chiamare democratici. 

Se un partito si chiama 

solo democratico intende dire che 

solo lui è democratico. E gli altri, 

con altre sigle, non sono forse democratici, 

senza avere il bisogno di 

sottolinearlo? La metamorfosi del 

nostro Partito Democratico comincia 

così: Pci, Pd e Dc e infine Pd. 

Quanti travestimenti per nascondere 

il peccato originale...! 

Siamo sinceri, cari lettori, in politica 

non si deve credere ai miracoli, 

soprattutto perchè l’inganno 

è sempre dietro l’angolo. Perciò 

occhi aperti e attenzione alle false 

promesse. 

Sarò sincero: a me sembra che il 

sindaco di Firenze rappresenti per la 

sinistra l’ultima occasione per darsi 

una patente di credibilità. Grazie 

alla sua giovane età potrebbe dare 

uno scossone ai vecchi brontosauri 

cattocomunisti, magari spunterebbe 

una nuova sinistra, meno demagogica 

e meno impregnata di buonismo 

verso gli immigrati, più attenta 

ai problemi degli italiani. 

L’altra metà si chiama (al momento) 

centrodestra (o quel che resta 

del Pdl), ma si azzuffano come polli 

nel pollaio delle libertà. Anche 

qui servirebbe una robusta ramazza 

per spazzare via tutti i capi e i 

capetti: non hanno portato a nulla, 

anche se un alibi ce l’hanno, e cioè: 

governare questo Paese, con questa 

Costituzione, è semplicemente 

impossibile. Nel 1946 i padri della 

Costituzione fecero questo “capolavoro”: 

rendere la vita impossibile 

ai futuri capi di governo. Ecco perchè 

ribadisco che fare le primarie in 

una Repubblica parlamentare come 

la nostra è semplicemente pura 

propaganda. Gli italiani votano 

credendo di essere in una Repubblica 

presidenziale, ma non è così, 

perchè la nomina di primo ministro 

spetta esclusivamente al presidente 

della Repubblica, di conseguenza 

il primo ministro, una volta nominato, 

ha pochissimi poteri. Questa 

è una delle ragioni perchè il nostro 

primo ministro è condannato a non 

costruire nulla. 

In questo momento l’unica via 

percorribile è una vera riforma costituzionale, 

di stampo liberista, 

mandare a casa tutta la macchina 

burocratica dello Stato e ripartire 

con un sistema snello ed efficiente. 

Bisogna farla finita con i privilegi 

delle caste e delle corporazioni. 

Solo con facce nuove la gente si 

può avvicinare di nuovo alla politica. 

In pratica deve cadere anche in 

Italia il muro di Berlino.

E che tutto vada 

per il meglio. Cosi 

i Commercianti 

devono rispondere 

alle difficoltà che 

stanno incontrando 

nella gestione dei loro esercizi nel 

Centro Storico, dovute alla crisi 

economica generale che colpisce 

tutti, senza colpe per nessuno. 

Bisogna resistere. Far sentire che 

siete una forza vitale per la Città 

che vive di riflesso della vostra immagine. 

Le bordate degli affitti che 

continuano ad aumentare, quelle 

degli oneri comunali che diventano 

sempre più onerosi e le tasse che 

sempre più impietosamente si pagano, 

spaventerebbero chiunque si 

trovasse a gestire un esercizio nel 

luogo più bello del Lago. Ma anche 

un luogo bello può morire e, allora, 

è necessario farsi sentire. Far sapere 

che si vuole continuare a vivere, 

che si combatte e che tutto può essere 

corretto per tornare come prima. 

Gli affitti impietosi si possono 

fermare, applicando la regola universale, 

che non si può dire, ma che 

tutti conoscono. Il Comune potrebbe 

poi ridurre gli oneri spropositati 

dei plateatici ad almeno la metà del 

loro attuale valore. 

I Commercianti cosa dovrebbero 

fare? Qual è la campana che dovrebbero 

suonare? E’ quella che 

ancora non hanno, che però dovrebbero 

procurarsi per far sapere 

a tutti che i prezzi dei loro servizi 

sono diminuiti. La regola che 

quando si lavora poco si devono 

aumentare i prezzi, è una regola 

sbagliata, riconosciuta come tale in 

tutto il mondo. Perché in quel caso 


 

 

 

 

i prezzi si possono solo diminuire. 

Cosa che molti Commercianti non 

hanno fatto. Regola vuole, infatti, 

che è meglio guadagnare due volte 

cento euro che una sola volta centocinquanta. 

Lo stesso Comune, poi, si attivi per 

annullare o quasi il costo dei parcheggi, 

soprattutto la sera quando 

gli ospiti sono soliti passare qualche 

ora nei nostri accoglienti locali 

pubblici. Si faccia in modo che chi 

viene a Desenzano a spendere dei 

soldi non sia sovraccaricato da altre 

spese evitabili, in questi momenti 

difficili. 

Nel periodo estivo poi è importante 

che l’immagine del Centro Storico 

si focalizzi su quella che lo vede 

Centro di raffinatezza, sempre piacevole 

da frequentare, per conquistarsi 

la nomea di salotto del Lago. 

Dove prevale la buona musica sul 

fracasso. 

Suonate quindi le vostre campane. 

Mettete in atto la vostra fantasia, la 

capacità collaudata e riconosciuta 

di saper accogliere gli ospiti, Italiani 

o Stranieri che siano. 

Noi vogliamo bene al nostro Centro 

Storico. Ogni anno ci sono locali 

e negozi che chiudono. Alcuni 

lasciano dietro di loro una storia 

che abbiamo partecipato a creare. 

Attorno a questi episodi si sprecano 

molte parole di circostanza. 

E’una forte emozione che io stesso 

ho provato parecchi anni fa. Anche 

se adesso penso che non ci dobbiamo 

rattristare più di tanto, perché 

questi cambiamenti che si verificano, 

ormai con una certa frequenza, 

rientrano nella natura delle cose 

della vita che cambia. E tutto torna 

come prima. 

Noi amiamo il Centro Storico. Lo 

frequentiamo in continuazione. 

Vorremmo anche tornasse ad essere 

il luogo di incontri fra i Desenzanesi 

e chi ama la nostra Città. 

Dove si discute, come si discuteva, 

soprattutto di politica locale. Della 

sua importanza ne godiamo fin da 

quando eravamo ragazzi e ancora 

non avevamo ben capito cosa volesse 

dire vivere in un luogo frequentato 

da molta gente che ci apprezza. 

Non lasciatevi impressionare dal 

suono delle trombe. Rispondete 

con le vostre campane, perché presto 

tutto tornerà come prima. Non 

lamentatevi dei parcheggi che non 

ci sono o sono lontani, perché ci 

sono e, purtroppo, non se ne potranno 

fare molti altri e più vicini 

alle vostre attività. Pensate al periodo 

estivo, quando nei ristoranti 

e nei bar non si trova un posto a sedere 

da nessuna parte. Le auto dove 

saranno state messe? Del resto fra 

le località turistiche di pregio quali 

sono quelle dove i parcheggi si 

trovano con molta facilità? Nessuna. 

Forse, però, avranno suonato le 

campane giuste. Non citate i Centri 

Commerciali, che sono di facile 

accesso, come una delle cause del 

vostro male. Perché il Centro Storico 

ben gestito non può temere la 

concorrenza di nessuno. I rapporti 

umani che si sviluppano fra la gente 

valgono molto di più di quanto 

si possa risparmiare acquistando 

gli stessi prodotti nei Centri Commerciali. 

E, di queste cose, ancora 

si vive.


 

 

 

Dai giornali locali 

si apprende la notizia 

che gli ingressi 

al Centro Commerciale 

LEONE 

nell’anno 2011 

hanno superato i 6 milioni, al Centro 

Commerciale “le Vele” hanno 

superato i 3 milioni . Numeri enormi 

che devono far riflettere : Gardaland 

, il parco divertimenti più 

visitato d’Italia e forse d’Europa ne 

conta circa 3 milioni. In altre parole, 

è come se avessimo 2 Gardaland 

a pochissimi chilometri l’uno dall’altro 

e serviti da un’unica strada, 

per la maggior parte a 2 corsie. Una 

follia urbanistica, che a mio parere, 

non ha portato neppure grandi 

vantaggi a livello occupazionale. 

E’ vero che sono state assunte circa 

700 persone ma quante piccole 

e medie attività commerciali hanno 

chiuso o ridotto i loro collaboratori 

nelle cittadine vicine (Desenzano, 

Lonato, Castiglione, Padenghe..)? 

Quindi forse più che di creazione si 

deve parlare di travaso di posti di 

lavoro. 

In termini di traffico, l’impatto di 

questi 2 centri commerciali è stato 

molto sottostimato: tutti sperimentiamo 

le code permanenti dalla rotonda 

dell’ospedale alla rotonda 

del viadotto e oltre, traffico che 

proviene dalla Valtenesi verso i 

2 shopping centre soprattutto nei 

weekend e in alta stagione; riprendendo 

l’esempio sopra, è come se 

Peschiera dovesse subire il traffico 

di 2 Gardaland. Se il Comune di 

Lonato porterà avanti la costruzio- 

ne di altre imponenti realtà commerciali 

non dovrà essergli permesso 

di ignorare il fatto che circa 

il 50% del traffico per e da queste 

realtà transiterà ulteriormente sul 

nostro territorio. 

A ciò va aggiunto l’altissimo costo 

sociale di questa operazione: 

l’assalto dei centri commerciali al 

basso Garda sta facendo traballare 

pesantemente una struttura commerciale 

che ha decenni di storia 

e che ha contribuito a costruire 

l’identità di Desenzano. Boutiques 

di altissimo livello, ristoranti e bar 

all’altezza delle grandi città hanno 

dato a Desenzano un segno distintivo 

e proprio, rispetto alle altre località 

lacustri. 

A chi sostiene che i clienti delle 

boutiques del centro non sono 

gli stessi che acquistano al centro 

commerciale e che quindi non c’è 

conflitto, dico che questo è un livello 

di analisi superficiale; perché 

il punto non è questo. La questione 

è che i centri commerciali hanno al 

loro interno non solo negozi ma anche 

supermercati , bar e ristoranti, 

aperti a tutte le ore, che attraggono 

clienti nelle pause pranzo, merenda 

e, soprattutto per i giovanissimi, anche 

per cena. Siccome oggi il consumo 

è prima di tutto visivo ( cioè 

la maggior parte di noi non compra 

per bisogno ma perché stimolato 

da quello che vede - in vetrina), è 

chiaro che se vado a prendere un 

aperitivo in centro storico, mentre 

passeggio guardo le vetrine, vedo 

un articolo che mi interessa e può 

darsi che torni a comprarlo dopo 

qualche giorno (e quindi torno in 

centro), creando così un ciclo positivo. 

Se in centro non vado più, lì 

non consumo più. Quando i centri 

commerciali sono situati nelle vicinanze 

dei centri storici, li svuotano 

perché creano nuove abitudini di 

consumo. Non sono cioè qualcosa

in più (come pretende di propinarci 

chi li sponsorizza) ma qualcosa di 

alternativo...qui si nasconde tutta la 

minaccia di queste realtà. 

La sfida, quindi, dell’immediato 

futuro sarà : cosa fare per riportare 

le persone a frequentare il centro ? 

Sulle scelte riguardo alla viabilità, 

bisognerà necessariamente tenere 

conto della doppia anima stagionale 

della città: scelte ottimali per l’alta 

stagione (giugno – settembre ) potrebbero 

rivelarsi imprudenti per 

la bassa / media stagione (ottobremaggio) 

e pensando ad interventi 

su viabilità, traffico e parcheggi 

credo che la priorità, considerando 

la delicatezza del momento economico, 

dovrà essere data alle necessità 

della media/bassa stagione più 

che a quelle dell’alta stagione. 

Certamente, nell’attesa di infrastrutture 

importanti quali ad esempio 

il Castello, per rivitalizzare il 

centro storico è necessario attivare 

una serie di manifestazioni di richiamo 

e di iniziative culturali (per 

es, l’aver rimesso in funzione l’Auditorium 

è stata un’ottima iniziativa 

anche “commerciale”), supportate 

da un’adeguata comunicazione. 

Fortunatamente i commercianti e 

gli esercenti stanno reagendo con 

forza e convinzione: dopo tanti anni 

di immobilismo, l’attuale Fondazione 

Desenzano Sviluppo turistico 

sta mettendo “in piazza” una serie 

di iniziative per ridare slancio alla 

città (numerose le manifestazioni di 

dicembre: dal concerto Gospel alla 

pista del ghiaccio al Porto vecchio, 

dal concerto in collaborazione con 

la scuola di musica del Garda alla 

giostra ottocentesca,...); spero che 

tutti i commercianti ed esercenti si 

convincano della necessità di investire 

sul proprio futuro in modo 

unitario e che sostengano i progetti 

proposti. Mi permetto anche di 

spronarli affinché, sostenuti dalle 

loro rappresentanze, colgano l’occasione 

dell’imminente clima preelettorale, 

regionale e nazionale, 

per far valere le proprie legittime 

aspettative riguardo ad ulteriori insediamenti 

di nuovi centri commerciali 

di medie e grandi dimensioni. 

La provincia di Brescia detiene già 

un discutibile primato europeo in 

questa materia. E i risultati si vedono.

Si dirà che si ragiona 

con il senno 

di poi. Ma a suo 

tempo c’era chi 

metteva in guardia 

errori di valutazione 

per un corretto sviluppo di una 

città che stava crescendo come Desenzano. 

Quelle voci non furono 

ascoltate. A quelle preoccupazioni 

si rispondeva testualmente: “Chi 

vuole vedere il lago deve scendere 

a Desenzano”. 

In questi ultimi anni, a parte la corta 

parentesi estiva, Desenzano presenta 

troppo spesso le sue piazze come 

un dipinto metafisico. Un tempo, 

prima di questo “pianto”, qui c’erano 

occasioni di richiamo date da 

settori di prestigioso artigianato, da 

attività commerciali della tradizione 

con piccoli negozi, quindi studi 

professionali, eccetera. 

I non pochi centri commerciali della 

periferia non solo desenzanese hanno 

fatto sì che le piazze storiche di 

Desenzano diventassero appunto di 

atmosfera metafisica. Le cose avrebbero 

dovuto svilupparsi con un certo 

rigore ed equilibrio. Poiché nessuno 

è contrario alle moderne aree commerciali, 

c’era però da guardare al 

rovescio della medaglia, la necessità 

di tutelare quelle attività-servizio 

a conduzione familiare che si erano 

guadagnate, in un periodo di lungo 


 

 

 

 

 

 

Piazza Malvezzi - Desenzano - 1922 

tempo e con sacrifici, uno spazio nel 

centro storico, attività che davano 

vita allo stesso. 

Bisognerebbe fare un’indagine conoscitiva 

delle attività commerciali 

e di servizio che qui hanno dovuto 

cessare e di quelle che sono in 

procinto di farlo, testimoniato da 

cartelli “vendesi, affittasi” pure in 

russo, mentre i cinesi sono già presenti 

nei mercatini. 

Le varie rappresentanze delle attività 

economiche e quelle amministrative, 

che erano tenute a guardare 

detti equilibri, si sono interessate a 

dovere circa le conseguenze che tali 

cose avrebbero potuto provocare? 

In quest’ottica, nel senso di pensare 

a nuove motivazioni di crescita 

equilibrata, compatibile con l’ambiente, 

la storia, la tradizione desenzanese, 

c’era stato qualcuno che 

adoperò occhiali di lunga e larga 

vista. Purtroppo questi sono stati 

ignorati fino a quando la situazione 

economica, sottolineata dalla crisi 

che stiamo vivendo, non ha presentato 

il conto in rosso. 

Si sa che la “fantasia documentata”, 

già in vendita presso i tabaccai, 

come il “gratta e vinci”, da tempo 

è esaurita. 

segue a pag. 10

Bisognava quindi pensare ad altre 

potenzialità, magari all’utilizzo del 

Castello da almeno quarant’anni 

a disposizione del Comune, come 

aveva tentato di fare l’allora sindaco 

Massimo Rocca, con il coinvolgimento 

di una università inglese. 

Il pensato progetto per il palazzetto 

dello sport sembra che sia finito a 

Sirmione. Si parla di un investimento 

di sei milioni di euro. E quel 

“Partiam, partiam...!” con il lungolago 

in quale parcheggio si trova? 

La geotermia e il termalismo, in 

termini di ricerca, sono finite nelle 

secche della politica dopo quarant’anni 

di discorsi non recepiti, 

non certamente per sordità ma per 

insabbiamenti che a qualcuno hanno 

fatto comodo. 

Il primo servizio giornalistico, a 

firma dell’autore di questa nota, fu 

fatto in occasione del congresso tenutosi 

a Gardone Riviera nei giorni 

14 e 15 ottobre del 1967, durante 

il quale si ebbe l’opportunità di 

registrare l’interessante relazione 

dell’Ing. Dott. Guido Bianchi Porro, 

consulente tecnico dell’Associazione 

Italiana di Idrologia, sul 

tema “IDROLOGIA TERMALE”. 

Periodicamente, negli anni successivi, 

con altri servizi giornalistici e 

televisivi, si tenne vivo l’argomento 

dicendo che lo stesso avrebbe potuto 

interessare pure Desenzano. 

Martedì 18 novembre 1980 su “IL 

GIORNO” di Milano usciva l’articolo 

dal titolo: “DESENZANO 

ALLE PRESE CON LE TERME DI 

SIRMIONE – C’è la pietra rosea: 

allora c’è la fonte”. Sottotitolo: “Per 

ora si studiano i passi da fare per 

ottenere le concessioni”. Leggiamo 

l’inizio di quel servizio: “Dopo Sirmione, 

penisola gardesana adagiata 

su di un inesauribile serbatoio d’acqua 

termale che ormai da cent’anni 

è fonte di una florida economia, la 

dirimpettaia Desenzano sta pensan- 


Zona prossima alla località S. Francesco in comune di Desenzano dove si potrebbero 

effettuare ricerche geotermiche. (foto di Anna Maria Randon - Castellini) 

do di poter sfruttare questa specie di 

Eldorado liquido che, come sostengono 

alcuni geologi, oltre che interessare 

il territorio di Sirmione si 

troverebbe pure sotto i piedi dei desenzanesi”. 

Il servizio così continuava: 

“Inoltre “spie” di acqua termale, 

sempre in territorio di Desenzano, 

si manifestano con un gorgoglio di 

gas tra la spiaggia di Rivoltella e la 

località di San Francesco. Il Prof. 

Leo Maddalena su “Analisi e studi” 

della sorgente Bojola di Sirmione, 

recentemente (era il 1980) tra l’altro 

scriveva: “È ovvio pensare che 

in tutta la zona, anche subacquea, 

ove affiorano gli strati della scaglia 

rosea, sia possibile trovare analoghe 

sorgenti (situazione che si presenta 

pure nell’area Desenzanino-Vo’, 

ndr), oppure determinare la fuoriuscita 

con sondaggi”. L’articolo diceva 

pure di una notizia più recente, 

che qui riportiamo: “Nella scorsa 

primavera (quella del 1980) alcuni 

sommozzatori all’opera sul fondo 

del lago prospicente Desenzano per 

controllare le tubazioni dell’acquedotto 

comunale, ebbero a dichiarare 

di essersi trovati in presenza di acqua 

sensibilmente tiepida”. 

Il servizio da “IL GIORNO”, in 

apertura di pagina su tre colonne, 

così concludeva: “Ora tutte queste 

notizie stanno agitando il sonno dei 

desenzanesi, i quali si mangiano

Porto e lungolago di Desenzano ieri l’altro... (Archivio T. Ferro) 

nervosamente le unghie pensando 

che a studiare per la prima volta 

la sorgente termale di Sirmione fu 

un insegnante di fisica del liceo di 

Desenzano, professor don Angelo 

Piatti, il quale alla fonte Bojola 

ebbe a dedicare ben sei anni di studio, 

dal 1883 al 1889, anno in cui 

ebbero inizio le prime applicazioni 

curative”. 

Il prof. Piatti in quei giorni venne 

così apostrofato dall’allora sindaco 

di Sirmione Gaetano Bocchio: “Ora 

il Piatti, prete intrigante (che avrebbe 

meritato un monumento accanto 

a quello di Catullo, diciamo noi), 

domanda la concessione e si ritiene 

inoltre che abbia onorevoli appoggi 

tanto per tirare un monopolio a 

vantaggio di Desenzano”. 

Cari lettori, avete capito come stavano 

le cose 123 anni or sono, esattamente 

il 7 aprile 1889? 

Ora stanno salendo su i palchi della 

geotermia-termalismo altre voci, 

che in tanti anni di politica locale e 

non solo, mai hanno aperto bocca 

a favore di detta ricerca, fatte salve 

quelle della Giunta guidata dall’avvocato 

Giacomo Fondrieschi, 

e l’allora assessore dottor Giorgio 

Fezzardi, nell’anno di grazie 1982, 

e quelle della Giunta di Felice Anelli, 

e l’allora assessore Paolo Abate 

nel 2008, subito messe a tacere da 

chissà mai quali “grandi ordini”. 

Come abbiamo riferito nel precedente 

numero di AREA BLU, c’è 

chi sta ora rimboccandosi le maniche 

con buona volontà per riprendere 

il filo del discorso. Attenti però 

a quella frase: “Cosa mai vogliono 

i Desenzanesi! Alle Terme possono 

andare nella vicinissima Sirmione!”. 

E come la mettiamo con il discorso 

della geotermia? 

Ai Desenzanesi non rimarrebbe 

altro da fare che ammirare la loro 

bella piazza metafisica e tentare 

con il “GRATTA E VINCI”.

Là dove i maestosi scenari alpini armoniosamente 

digradano in verdi colline, 

e le acque del lago di Garda si distendono 

fino a Punta San Vigilio, alla penisola 

di Sirmione, al piccolo arcipelago 

della maggiore Isola di questo mare interno, 

la riviera della Magnifica Patria 

ad occidente e quella della Gardesana 

dell’Acqua ad est, abbracciano i golfi 

di Desenzano e di Peschiera. 

Quando la regione benacense fu acquisita 

dal Serenissimo dominio, era il XV 

secolo, ai Veneziani era apparsa così 

armoniosa da indurre il Senato a sentenziare 

con decreto 13 maggio 1426: 

“Che la Signoria di Venezia non possa 

vendere, infeudare o trasferire in altro 

Signore la Riviera, ne alcuna sua parte, 

né permutarla, né dividerla o smembrarla, 

anche se la Repubblica potesse 

farlo con suo vantaggio”. A ciò, purtroppo, 

ci pensò la geografia politica 

italiana e quella straniera, che smembrarono 

questa regione verso il Veneto, 

la Lombardia ed il Trentino, “targando” 

queste riviere nelle Province di Verona, 

Brescia e Trento. Va pure ricordato che 

Venezia nel 1405, per avere ragione dei 

Carraresi aveva dovuto accordarsi con i 

Gonzaga, cedendo loro terre della parte 

meridionale del Garda tra cui Peschiera, 

Asola e Lonato, cessione che durò 

per oltre un trentennio. 

Questi luoghi si annunciano con un 

tripudio azzurro-verde: allori, palme, 

magnolie, bougainvillee, glicini, ulivi, 

limoni, vigneti, piante che dalla riviera 

si irradiano per le colline su i cui profili 

svettano lance di cipressi. 

Da quale epoca giunge a noi questo 

incantevole paesaggio? Ovviamente si 

tratta della storia di un lavorio durato 

millenni, se si tiene conto che il Lago 

di Garda, l’antico Benàco, si formò durante 

il Miocene, quando nella penisola 

italica ebbe luogo la formazione delle 

Naturalisti - Historia Stirpium, 1542 

L. Fuchs - Monte Baldo horto botanico d’Europa (Archivio di T. Ferro) 

rocce arenacee. Fu infatti nel periodo 

del Miocene che si determinò la “piega” 

concava in seguito alla frattura del 

sistema montuoso subalpino, che doveva 

essere - per così dire - il primo passo 

verso l’“operazione lago”. C’è pure da 

ricordare che prima della chiusura morenica, 

lungo la vallata oggi occupata 

dal lago, verso la Pianura Padana scorrevano 

le acque dell’Adige, del Chiese 

e del Sarca. Gli eventi successivi sconvolsero 

questa regione obbligando in 

nuovi alvei i primi due fiumi, per cui 

soltanto il Sarca riversò nella depressione 

creata dal Miocene e dai ghiacciai 

imponenti masse d’acqua, dando luogo 

alla definitiva formazione del Lago di 

Garda. 

Oggi tutti conoscono la “Carta d’identità” 

di questo lago, dati che qui è inutile 

ripetere, mentre diamo lo spazio di 

qualche riga a Ludwig Hevesi, sul Garda 

nel 1882: “...questo non è lago, è il 

mare. Un mare si è riversato fra sponda 

e sponda, dove potrebbe trovar posto 

mezza mitologia, e al mare somiglia 

più che mai quando, nel bianco pleni- 

 

lunio, la tramontana irrompe furente 

nella sterminata distesa e con rombo di 

tuono scaglia contro la barriera di pietra 

i marosi enormi che ha potuto rotolare 

davanti a sé...”. 

Su questa realtà naturalistica, fra la fine 

dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, 

furono effettuati attenti studi di climatologia, 

con il dottor Koeniger che nel 

1885 prese a registrare la temperatura 

del medio lago (Salò-Gardone-Maderno 

in particolare). 

Verificò che la temperatura media durante 

i sette mesi della stagione più 

fredda (ottobre-aprile) era di 7,8° C; 

in particolare, da dicembre a febbraio 

era di 3,9° C. Questi dati mettevano la 

Riviera dei suddetti centri al primo posto 

fra le stazioni climatiche del Nord 

Italia. 

Giustinopolitano, poeta ricordato sul 

Garda da Bongianni Grattarolo, storico 

gardesano del Cinquecento, così 

ebbe a scrivere: “Verdeggianti Citroni, 

Aranzi e Olivi, / Sono Logge e Palagi 

ai tempi estivi, / E gode nel tuo lago / 

Specchiarsi Ciel di sue bellezze vago”.

Canyon del Monte Baldo 

Fotolito Studio 7 Verona da “Monte Baldo botanico” 

di Luigi Ottaviani 1987 - Brentonico (TN) 

Qui, anche quando si narra di battaglie 

e di calamità naturali, i cronisti in ogni 

tempo mai mancarono di evidenziare, 

forse per il bisogno di una serena pausa, 

la vegetazione spontanea spiccatamente 

termofila e con impronta mediterranea 

ben accentuata. Boschetti di 

quercia caducifoglia davano inizio al 

racconto naturalistico, che evidenziava 

la loro diffusione soprattutto lungo 

i pendii più luminosi e soleggiati. Poi, 

accanto alla roverella si sono sviluppate 

parecchie specie sub-mediterranee 

di arbusti e alberelli termofili: il carpine 

nero, il nocciolo, l’orniello, il lingustro, 

la rosa di macchia, il ginepro, 

rampicanti come la clematide, l’edera 

e il tamaro. Sono presenti alcune specie 

di piante ornamentali come l’emero, 

la ginestra spinosa dai fiori gialli, il 

viburno, l’erica. Sulle coste in pendio 

sono diffusi cespugli di scotano, le cui 

infiorescenze acquistano dopo la fioritura 

un aspetto elegante e fioccoso, 

mentre in autunno le foglie assumono 

un colore rosso, formando sui pendii 

macchie fiammeggianti vivamente coloristiche 

per il paesaggio. Non mancano 

poi il pungitopo, la cipressina, 

cespugli di ononidi, orchidee selvati- 

che, la typho augustifoglia, la quercia 

farnia, il cerro e la felce aquilina. 

Ecco cosa entusiasmano i visitatori 

del nostro lago, non abituati a godere 

aspetti di una natura così varia, ricca 

e superba nella collocazione e nei colori. 

In tal senso diamo qui una testimonianza. 

Nel capitolo “La vita sul lago di Garda” 

compreso nel libro “Memorie diplomatiche 

25 luglio 1943 – 2 maggio 1945” 

di E.F. Moellhausen, capo della sezione 

politica dell’ambasciata tedesca presso 

la Repubblica Sociale Italiana, si apprende 

che chi veniva dal di fuori non 

poteva certo rendersi conto dell’intensità 

del dramma, che agitava i cuori degli 

uomini raccolti sulle rive del Garda. 

“L’apparenza era idilliaca; sembrava 

che una moderna Arcadia avesse 

scelto quegli incantevoli luoghi per 

le sue accademie poetiche. L’aria del 

lago era limpida e tersa, il paesaggio 

accogliente e sereno. La pace sovrana 

dell’ambiente sembrava comunicarsi 

agli animi. Le ville erano curate, i 

giardini in ordine e ben tenuti. Nessuna 

distruzione era stata recata dai 

bombardamenti. La guerra sembrava 

una cosa irreale e molto lontana”. 

Limone sul Garda 

Panorama dal lago 

 

Qui non potevano essere usati nemmeno 

i clacksons delle auto. Le macchine scivolavano 

silenziosamente: belle auto, 

guidate da autisti in divisa e da ufficiali 

in perfetta tenuta. La gente, anche per 

strada, era gentile – spiega Moellhausen 

– non si vedevano persone alterate, 

non si sentivano urla o bestemmie, non 

circolavano caschi di ferro, né uniformi 

coperte di fango o di polvere. 

Dal racconto del diplomatico tedesco, 

steso più di sessantacinque anni or 

sono, si apprende ancora che durante 

l’estate la popolazione locale faceva i 

bagni insieme a civili e soldati tedeschi, 

militi e autorità italiane; la gente cercava 

qualche passatempo sulla riva del 

lago, dove c’era chi girava in shorts e 

chi poteva compiere qualche breve gita 

in barca. Tutti contribuivano nel dare 

alla zona un’aria di spensierata tranquillità, 

di succursale della Riviera dei 

tempi migliori. 

Scampoli di storia benacense che parlano 

di tempi antichi e moderni, nel contesto 

di un paesaggio invidiabile dove 

hanno operato personaggi dall’epoca 

delle “marmitte dei giganti” ai giorni 

nostri, avvenimenti ricordati anche fuori 

dalle mura nazionali.

Di recente abbiamo qui ricordato alcuni 

illustri artisti e uomini di cultura gardesani 

quali Buono Chiodi (1728-1783), 

musicista-compositore per tredici anni 

maestro di cappella alla Cattedrale di 

Santiago de Compostela; Silvan Cattaneo 

(Salò c. 1514-1564), scrittore autore 

delle “Dodici giornate”; il pittore salodiano 

Romoaldo Turini (1752-1829) 

stimato da Antonio Canova; Ferdinando 

Bertoni (Salò 1725 – Desenzano 

1813) famoso musicista, poco ricordato 

in patria, del quale è stato scritto che il 

suo Orfeo oscurò quello pur famoso di 

Willibad Gluck; il noto pittore Natalino 

Scarpa Bentivoglio, in arte Cagnaccio 

di San Pietro, (Desenzano 1897 – Venezia 

1946), definito maestro del realismo 

magico. 

Ultimamente abbiamo avuta l’opportunità 

di mettere mano su vecchie 

carte che parlano della vita e delle 

opere del poeta salodiano Andrea Righettini 

(1800 – 1837), autodidatta, 

vicino alla scuola di Antonio Cesari, 

che allora combatteva per la purezza 

della lingua italiana e propugnatore 

del ritorno ai trecentisti puri, vale a 

dire Boccaccio e Petrarca. Del Cesari 

un giorno di luglio del 1806, proprio 

da Desenzano, il Foscolo scrisse all’amico 

Ippolito Pindemonte esprimendogli 

le sue impressioni dopo 

aver letto le prime due lettere della 

Nuova Crusca Veronese, cioè la ristampa 

curata da Antonio Cesari, nella 

quale il Vocabolario della Crusca 

fu accresciuto di quelle che sogliono 

chiamarsi le Giunte Veronesi. 

Questa l’atmosfera intellettuale in cui 

il Righettini si forma e persevera, senza 

però dimenticare il latino ed il greco. 

La sua opera più nota è una traduzione 

dell’Inno ad Apollo di Omero, edita 

nel 1830. Di essa Cesare Arici scriveva 

– ben lo ebbe a ricordare G.Lonati 

nel 1930 – “Rendete grazie al bravo 

Righettini, il quale, con grande fedeltà 

all’originale, con bontà di verso, 

con frasi eleganti e poetiche, ci fece 

italiano quest’inno bellissimo”. 

Nelle opere del Righettini esistono 

versioni delle Odi di Pindaro, di 

epigrammi greci e latini, di favole 

di Fedro, dal latino di Fracastoro, di 

 

 

 

Veduta panoramica di Salò al tempo del poeta Andrea Righettini. (Archivio T. Ferro) 

Orazio, di Tibullo. Sempre il Lonati 

ricorda che il giovane poeta morì nel 

1837, dopo aver superato il colera, 

che l’anno prima aveva terrorizzato 

i benacensi. Sempre il Lonati ebbe a 

dolersi che il nome del giovane poeta 

salodiano fosse completamente 

dimenticato, e le sue opere a stampa 

introvabili.

Dagli scritti del Righettini si conoscono nomi di uomini 

che gli furono amici, tra i quali Giuseppe Brunati, 

cui va il merito di aver fatto conoscere il nome 

di Salò a quello di uomini di cultura benacensi, a 

tanti studiosi d’Italia in quegli anni, dal Tommaseo 

al Furlanetto a Luigi Taparelli d’Azeglio, all’abate 

Mattia Cantoni. 

Ecco alcuni passi di una lettera che 

il Righettini scriveva al Brunati il 

27 novembre 1822, lettera che dà 

un’idea del suo stile anche in prosa: 

“Quella maledetta fortuna ora incomincia 

a fare al nostro Cantoni il miglior 

viso che mai. Io credo ch’ella 

pentitasi di averlo tormentato, voglia 

ora rifarlo d’ogni male, se così fosse 

io me ne godrei. Oltre alla ricca provvisione 

che percepisce per la scuola, 

le limosine delle messe gli fioccano 

a scudi. Il marchese Parravicini ogni 

domenica lo conduce a una sua villa 

in carrozza tirata da superbi cavalli 

d’Olanda, e lo tratta con ogni maniera 

di gentilezze. Io non ti dirò nulla 

de’ sontuosi desinari, nulla de’ risi 

alla milanese, di salse, d’anitre, di 

piccioni, di fegati, di farci, di ragù, 

di friccandò, e d’ogni bene che può 

venire dalle perite mani di un cuoco 

parigino, che suda come un Ciclope, 

nell’affumicata odorifera cucina 

sano di quel signor Marchese”. E 

ancora: “Iddio buono mi conservi e 

lungamente, e mi cacci dove vuole, 

che io mi accontento. Quella morte 

benedetta mi fa sempre tremare di 

paura, né c’è caso che io me la possa 

desiderare vicina: sì brutta la dipingono 

i pittori...”. 

Dice il Lonati che il nostro Righettini 

visse in umiltà di spirito, dedicando 

agli studi geniali le più serene ore 

del giorno. Che, assieme a quelli che 

non ebbero notorietà, non lasciarono 

nulla di durevole... Ma già degno di 

memoria (e forse d’invidia) è chi nella serenità degli 

studi cercò una ragione superiore di vita. 

È questa una lezione che ci viene da lontano ma che 

ora dovrebbe mancarci da vicino, in questo tempo 

smemorato in cui non amiamo ricordare le radici che 

alimentarono la conoscenza e l’opera di gardesani 

per una stagione poi ricca di frutti salutari per questa 

economia, oggi bisognosa di onesta intraprendenza.

Tra le attività culturali del Comune di Sirmione 

c’è l’appuntamento per sabato 22 dicembre, 

ore 17, a Palazzo Callas in piazza Carducci – 

Centro storico, dove ha luogo la presentazione 

dell’ultimo libro di Tullio Ferro dal titolo “Il 

Quaderno di Bronzo – romanzo tra delta del Po 

e Lago di Garda”, Editoriale Sometti – Mantova. 

Il libro viene presentato dal professor Roberto 

Ronchini, storico della letteratura, il quale anticipa 

queste sue osservazioni. 

“La ricerca delle proprie origini è spesso un 

viaggio nell’ignoto, in cui la consapevolezza 

del presente si apre alle meraviglie e alle suggestioni 

di un passato, lontano quanto basta 

per appartenere ad un’epoca che non tornerà. 

Così deve avere pensato anche Piero, che dalle 

luci turistiche e commerciali del suo lago 

di Garda si ritrova a fare i conti col passato di 

Attis e Cibele, nati e cresciuti in quella terra di 

nessuno che è sempre stato il Delta del Po, là 

dove il Grande Fiume “si apre come le dita di 

una mano” prima di gettarsi nell’Adriatico. 

Tullio Ferro, con la consueta narrazione leggera 

e piacevole, riporta in vita i ricordi di un 

tempo perduto, della guerra e dei tedeschi, 

della vita in barca nei canali del Delta o nelle 

osterie del Polesine. Ci racconta che cosa significa 

sentire il richiamo nel sangue. Quello 

che alla fine vince sempre, anche 

nel confronto tra due mondi e due 

epoche lontane”. 

Il nostro Autore, che al Lago di 

Garda ha dedicato oltre venti libri, 

con l’Editoriale Sometti ha 

pubblicato “Le colline dei Gonzaga”, 

“Il lago si racconta” e 

“Vele color di cedro”, un volume 

di quasi trecento pagine, un viaggio 

nella storia della navigazione 

benacense. 

L’invito per sabato 22 dicembre – 

ore 17 – a Palazzo Callas è esteso 

a tutti coloro che avranno piacere 

di intervenire.

Tra le attività culturali del Comune di Sirmione 

c’è l’appuntamento per sabato 22 dicembre, 

ore 17, a Palazzo Callas in piazza Carducci – 

Centro storico, dove ha luogo la presentazione 

dell’ultimo libro di Tullio Ferro dal titolo “Il 

Quaderno di Bronzo – romanzo tra delta del Po 

e Lago di Garda”, Editoriale Sometti – Mantova. 

Il libro viene presentato dal professor Roberto 

Ronchini, storico della letteratura, il quale anticipa 

queste sue osservazioni. 

“La ricerca delle proprie origini è spesso un 

viaggio nell’ignoto, in cui la consapevolezza 

del presente si apre alle meraviglie e alle suggestioni 

di un passato, lontano quanto basta 

per appartenere ad un’epoca che non tornerà. 

Così deve avere pensato anche Piero, che dalle 

luci turistiche e commerciali del suo lago 

di Garda si ritrova a fare i conti col passato di 

Attis e Cibele, nati e cresciuti in quella terra di 

nessuno che è sempre stato il Delta del Po, là 

dove il Grande Fiume “si apre come le dita di 

una mano” prima di gettarsi nell’Adriatico. 

Tullio Ferro, con la consueta narrazione leggera 

e piacevole, riporta in vita i ricordi di un 

tempo perduto, della guerra e dei tedeschi, 

della vita in barca nei canali del Delta o nelle 

osterie del Polesine. Ci racconta che cosa significa 

sentire il richiamo nel sangue. Quello 

che alla fine vince sempre, anche 

nel confronto tra due mondi e due 

epoche lontane”. 

Il nostro Autore, che al Lago di 

Garda ha dedicato oltre venti libri, 

con l’Editoriale Sometti ha 

pubblicato “Le colline dei Gonzaga”, 

“Il lago si racconta” e 

“Vele color di cedro”, un volume 

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L’invito per sabato 22 dicembre – 

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In fondo, mettendo su di un piatto della 

bilancia il valore di un lago, o meglio 

d’un laghetto, come quello chiamato del 

“Frassino” riservato agli animali e sull’altro 

piatto lo stesso lago valorizzato invece 

da un bell’insediamento cementificato, 

ma turistico, che comprende albergo 

(120 camere), ristorante (300 posti) aperto 

anche a chi di passaggio, due piscine e 

un maxi parcheggio quale dei due piatti 

avrà più peso? Chiunque abbia un po’ di 

sale in zucca saprebbe quale scegliere: in 

“moneta” cosa vale un “Patrimonio dell’Umanità”, 

e cosa vale un albergo? 

Effettivamente nessuno può accertare 

cosa renda in realtà alla comunità o al popolo 

un monumento (il Colosseo dove in 

fondo non ci abita nessuno da due millenni) 

o un paesaggio (le Dolomiti). Perché 

dunque preoccuparci se in un laghetto, 

come quello del “Frassino” (Oasi Naturale 

della Comunità Europea) a due passi 

da Peschiera sia proclamato dall’Unesco 

anche “Patrimonio dell’Umanità”? Forse 

perché nasconde vestigia risalenti ai tempi 

dei palafitticoli, nasconde è proprio il 

giusto termine in quanto nessuno le ha viste 

in fondo al lago queste palafitte? 

Vediamo di ricapitolare i fatti: 

1. Il lago del Frassino è stato dichiarato 

dalla Comunità Europea Sito di Interesse 

Comunitario (SIC) in quanto area umida 

di straordinario valore naturalistico per 

l’avifauna, considerato essenziale per la 

conservazione delle specie a rischio di 

estinzione. 

2. Le riserve naturali sono istituite con 

lo scopo di sorvegliare e orientare scientificamente 

l’evoluzione della natura, 

nelle quali è permessa solamente la continuazione 

delle attività umane tradizionali, 

compatibili con l’ambiente naturale. 

L’accesso al pubblico è consentito unicamente 

per fini culturali, secondo specifiche 

discipline stabilite dalla CE e affidate 

a soggetti cui è delegata la gestione della 

riserva. Nel giugno dell’anno 2011 il lago 

è stato proclamato inoltre Patrimonio dell’Umanità 

quale sito palafitticolo. 

1. L’Italia ha sottoscritto impegni precisi 

di tutela giuridica e conservativa dei siti 

palafitticoli, in accordo con le altre cinque 

nazioni: Austria, Francia, Germania, 

Slovenia e Svizzera. Nel 2011 sono stati 

riconosciuti dall’UNESCO come “patrimonio 

dell’umanità”. 

2. L’allora ministro dei Beni Culturali 

Giancarlo Galan, ricevendo la notizia 

relativa al riconoscimento dell’UNESCO 

ha rilasciato la seguente importante dichiarazione: 

“Con le iscrizioni nella lista 

Unesco dei siti dell’Italia longobarda e 

dei siti palafitticoli preistorici dell’arco 

alpino il nostro Paese vede confermato 

un indiscusso primato, dovuto ad un patrimonio 

culturale e paesaggistico ricco e 

diffuso, frutto della millenaria interazione 

tra uomo e natura sul nostro territorio. 

Ora è nostro dovere adoperarci per far sì 

che il coronamento di questo lavoro sia il 

punto di partenza per restituire visibilità a 

questo patrimonio”. 

 

Per quanto riguarda il riconoscimento di 

“Patrimonio dell’Umanità” ecco l’impegno 

che si assume ognuna delle nazioni 

a cui viene affidato questo “patrimonio” 

da conservare: 

* Garantire il massimo livello di protezione 

legale all’interno del sistema nazionale, 

dando l’assoluta priorità per proteggere 

i siti. 

* Mettere a disposizione risorse adeguate 

per permettere un monitoraggio regolare 

e un sistema di controllo dell’erosione da 

mettere in funzione nei siti, oltre ad uno 

stretto controllo degli ormeggi. 

* Assicurare la possibilità di sviluppare 

regole “quadro” per l’interscambio di informazioni 

tra i siti nei sei Stati prescelti 

istituendo una collaborazione tra i vari 

musei archeologici. 

Ebbene, il Comune di Peschiera ha concesso 

un permesso edile e la licenza per 

la conduzione di una struttura turistico 

ricettiva sulle rive del lago. Che danno 

potrà arrecare questa concessione? Proviamo 

ad immaginarci l’impatto di un 

centro alberghiero che possa ospitare circa 

trecento persone al giorno, un grande 

ristorante, due piscine e un parcheggio 

adeguato per questo insieme di frequentatori? 

C’è un aumento certamente esponenziale, 

con effetti continui nel tempo, 

della pressione umana indotta dall’afflusso 

– movimento – rumore - calpestio di 

visitatori - consumatori, da accrescimento 

delle sorgenti luminose ecc. Le specie 

animali che vi nidificano non saranno

minimamente disturbati e se lo fossero 

si tratta in fondo di bestie! Scavando 

nel giardino dell’albergo l’ospite si potrà 

portare a casa un raro reperto archeologico, 

magari vecchio di tremila anni, come 

souvenir! E saremmo lieti di sapere chi, 

in questo caso, potrebbe definirsi “chi 

di dovere” per impedire la costruzione? 

Forse il Ministero dei beni culturali? La 

sovrintendenza ai beni architettonici? La 

sovrintendenza ai beni archeologici? La 

Provincia? La Regione? La Procura della 

Repubblica? Mah? 

Dai fatti e da quanto emerge, parrebbe 

che l’Italia, da una parte si mobiliti giustamente 

con grande spesa e impegno 

per il riconoscimento internazionale dei 

propri “gioielli” paesaggistici e culturali 

(oltre l’archeologia anche l’ambiente e il 

rispetto della natura meritano cittadinanza 

nel mondo della cultura) e dall’altra 

poco o nulla fa, quando addirittura non ne 

ostacoli la conservazione come in questo 

caso. Denaro e lavoro buttati al vento? 

Si direbbe un vero e proprio “danno erariale” 

provocato soprattutto per incuria. 

Eppure in Italia l’ambiente, il paesaggio 

e la cultura dovrebbero essere tutelati addirittura 

dalla Costituzione: 

Articolo 9: La Repubblica promuove lo 

sviluppo della cultura e la ricerca scientifica 

e tecnica. Tutela il paesaggio e il 

patrimonio storico della Nazione. 

Articolo 117: La potestà legislativa è 

esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel 

rispetto della Costituzione, nonché dei 

vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario 

e dagli obblighi internazionali. 

Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle 

seguenti materie: 

5) tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e 

dei beni culturali. 

Va detto che l’Italia possiede il più grande 

patrimonio culturale al mondo e anche 

nel campo paesaggistico risulta la prima 

nei riconoscimenti UNESCO dei “patrimoni 

dell’umanità”. A tutela di queste 

ricchezze lo Stato ha un proprio “Codice 

dei beni culturali e del paesaggio” e 

ben due articoli potrebbero riguardare il 

nostro caso ed impedirne la cementificazione: 

Articolo 133: Le attività di tutela e di valorizzazione 

del paesaggio si conformano 

agli obblighi e ai principi di cooperazione 

tra gli Stati derivanti dalle convenzioni 

internazionali. 

Articolo 135: L’individuazione delle linee 

di sviluppo urbanistico ed edilizio 

compatibili con i diversi livelli di valore 

riconosciuti e con il principio del minor 

consumo del territorio, e comunque tali 

da non diminuire il pregio paesaggistico 

di ciascun ambito, con particolare attenzione 

alla salvaguardia dei siti inseriti 

nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO 

e delle aree agricole. 

Ultimo particolare: chi si propone di 

realizzare questo centro turistico alberghiero 

è la società Laghetto s.r.l. di Lazise 

(Vr) con un capitale sociale, di € 

20 mila. Non sembrerebbe una cifra con- 

 

sistente e che dia ampie garanzie per un 

investimento di parecchi milioni di Euro. 

Antonio Scanziani Champ

Il progetto risale al 2003, se ne parlò 

poco allora, ma ora che i cantieri si 

stanno avvicinando si alzano le barricate. 

Sono in molti ad essere preoccupati 

per quest’altra ferita che sta 

per arrecare danni irreparabili al già 

provato territorio morenico. 

Stiamo parlando del tracciato Tav 

Brescia-Verona, oggi al centro di contestazioni, 

di preoccupazioni, di critiche. 

Così com’è, un treno che sfreccia 

a 300km/h, in mezzo ai vigneti del 

Lugana, a due passi dalla torre di San 

Martino (oscillerà al suo passaggio?), 

sono in molti a non volerlo. C’è chi lo 

vuole spostare più a sud, ma sono gli 

agricoltori mantovani a dire no. 

Francamente non si riesce a capi- 

re come potrebbe essere un tracciato 

meno invasivo. Una linea affiancata 

a quella esistente? Potrebbe essere 

un’alternativa. Ma c’è anche chi, come 

l’ex sindaco di Desenzano, Cino Anelli, 

dice: “facciamola in galleria”. 

“Come si fa a dire che la soluzione 

ad un danno irreparabile è il tracciato 

in galleria.– interviene Gabriele Lovisetto, 

segretario delle Colline Moreniche 

–. Sa quanto costerebbe? Uno 

sproposito”. 

Il segretario del comitato ambientalista 

gardesano snocciola i dati: “valutazioni 

certificate” precisa. Vediamo: 

se 1Km di ferrovia in superficie costa 

40 milioni di euro, per i 50km di linea 

il costo sarebbe di 2 miliardi di euro. 

 

 

 

 

 

 

Se invece parte del tracciato fosse in 

galleria i costi verrebbero così ripartiti: 

33km in superficie x 40 milioni/km 

= 1 miliardo e 300mila euro; per gli 

altri 17km in galleria i costi salirebbero 

enormemente: ovvero 17km per 

400milioni/km = 6 miliardi e 8 milioni. 

Che sommati ai precedenti fanno 

un totale di 8 miliardi e 120 milioni. 

“Non le sembra uno sproposito? E dove 

si trovano, ammesso che sia un’opera 

utile? Senza contare le criticità” continua 

Lovisetto. Ne elenca quattro: come 

detto, l’altissimo costo dell’opera, c’è 

poi la distruzione del 20% di vigneti 

pregiati come sono quelli del Lugana, 

il freno al flusso turistico verso l’entroterra 

e la natura geologica delle col-

line moreniche che non sopporta forti scosse come quelle 

date da treni che corrono ai 300km/h”. 

Lovisetto coglie l’occasione per dissentire a quanto detto 

da Andrea Gilardoni, assessore regionale alle infrastrutture 

e mobilità che, interpellato da un cronista, ha 

dichiarato: “verrebbero distrutti solo 37 ettari di terreni, 

molti meno di quanto denunciato. E poi non è dimostrabile 

che in pianura anzichè in collina la ferrovia costerebbe 

meno”. 

Insomma gli ambientalisti gardesani, che nell’incontro 

del 23 luglio, dove il sindaco Rosa Leso, su proposta 

dell’onorevole Alessandro Montagnoli, propose agli altri 

sindaci gardesani (bresciani e veneti), ai consigliere 

regionali lombardi, ai presidenti degli enti di tutela del 

territorio, di raccogliere pareri e proposte riguardo al 

progetto Tav (il termine scadeva il 30 novembre) chiedono 

di sedersi intorno ad un tavolo per un confronto 

che porti ad una soluzione il meno disastrosa possibile. 

Ammesso che ci sia. 

 

 

“La vicenda dell’alta velocità nel tratto Bs-Vr è soltanto 

una delle conferme che in Italia l’amministrazione pubblica, 

nei suoi vari gradi (statale, regionali, provinciale e 

comunale) disattende regolarmente le direttive europee. 

Come meravigliarsi della dichiarazione del commissario 

europeo all’Ambiente, Janez Potocnik: L’Italia in Europa 

è il Paese con il maggior numero di procedure di 

infrazione alle normative ambientali, ben 44, in tutti i 

segmenti della legislazione ambientale” precisa il giornalista 

Antonio Scanziani, membro del comitato. 

Che continua: “Nel caso della Tav vi sono punti fermi 

che dovrebbero essere presi in considerazione nella progettazione 

ed attuazione. Sono regole stabilite dalla Cee 

nel 1996”. 

Eccole: 

1-garantire che la sua realizzazione non pregiudichi la 

necessaria qualità del servizio pubblico in particolare 

facendo in modo che non vada a scapito delle linee 

secondarie che devono continuare a consentire un buon 

servizio del territorio 

2-rispettare scrupolosamente le zone naturali o sensibili 

ed i siti in cui si trovino monumenti storici, artistici o 

culturali, scegliendo di percorrere di preferenza i corridoi 

in cui già si registrino notevoli flussi di trasporto 

3-sollecitare il riassetto delle vie ferroviarie esistenti evitando 

di creare nuovi corridoi di disturbo in siti intatti 

4-mantenere un alto standard di qualità nel restante sistema 

ferroviario 

5-rispettare le zone naturali, storiche e con monumenti 

6-evitare di creare nuovi corridoi di disturbo in siti intatti 

7-essere, per quanto possibile, economicamente sostenibile. 

“Appare evidente che il tracciato non risponde ai requisiti 

di salvaguardia del territorio” conclude Scanziani.

Emergenza Rocca di Lonato. 

Purtroppo da troppo tempo l’antichissima 

Rocca di Lonato necessita di 

lavori di restauro che evidentemente 

non sono mai stati eseguiti. 

Nei giorni scorsi, infatti, una parte del 

muro di cinta ha ceduto, e molti punti 

dell’antica rocca visconteo-veneta, in 

grave stato di degrado, sono rotolati 

al suolo. 

Uno dei castelli più antichi, in uno dei 

posti panoramici più belli del Garda, 

è in balia di un’annosa incuria e del 

completo disinteresse da parte dei 

responsabili che gestiscono questo 

bene. 

Un altro esempio del grave stato di 

abbandono al quale sono destinati, 

purtroppo, rarissimi e pregiati monumenti 

che hanno scritto la storia architettonica 

e culturale del nostro Paese.

Le fotografie, più eloquenti di qualunque parola, mostrano lo scivolamento 

delle pietre della cinta muraria dello storico edificio che fa parte 

di un patrimonio storico e architettonico che dovrebbe essere custodito 

con grande attenzione da parte degli enti cui è affidata la conservazione.

programma: 

31 DICEMBRE 2012 

Cenone con musica ed animazione 

imbarco a DESENZANO dalle ore 20.00 

partenza alle ore 21.00 

CROCIERA nel basso lago 

rientro a DESENZANO alle ore 2.30 

termine del Veglione alle ore 4.00 

Posti limitati - Per informazioni e prenotazioni: 

NAVIGAZIONE LAGO DI GARDA 

Piazza Matteotti - Desenzano d/G (BS) 

tel. 030/9149511 - fax 030/9149520 

www.navigazionelaghi.it 

Menù 

Aperitivo di benvenuto 

Antipasto 

Gamberetti in insalata con radicchio rosso al profumo di limoni del Garda 

Fiore di speck di Merano con bocconcini di mozzarella e 

aceto balsamico ridotto 

Sfogliatine alla crema di caprino e mascarpone con 

semi di papavero e salsa ai sapori d’oriente 

Primi piatti 

Garganelli con stufatino di salsiccia e timo selvatico 

Sformatino di riso allo zafferano con scamorza 

affumicata e crema di formaggi d’alpeggio 

Secondi piatti 

Manzo all’olio della Franciacorta con crema di patate e cialda di polenta 

Arista al profumo di bosco con giardinetto di verdure al vapore 

Panettone e pandoro 

Cotechino con lenticchie 

caffè - acqua naturale e gasata 

Lugana Doc, Rosso del Garda, Spumante Brut Doc 

Per informazioni: 

infogarda@navigazionelaghi.it 

800 - 551801 

(Da lunedì a venerdì)

La sedicesima giornata della Colletta 

Alimentare svoltasi sabato 26 novembre 

in tutta Italia ha dato nei comuni di Desenzano 

e Sirmione risultati superiori a 

quelli dell’ultima edizione: la crisi non 

ferma la solidarietà. E’ stata commovente 

la generosità di tanti, di ogni estrazione 

sociale, anche extracomunitari che 

davanti alla proposta di partecipare alla 

Colletta acquistando qualche prodotto 

alimentare, hanno aderito con slancio a 

volte scusandosi di poter fare così poco. 

Molte sono state le locali associazioni 

di volontariato che hanno aderito con 

entusiasmo al gesto di carità, per alcune 

una riconferma per altre la prima volta: 

I Gnari de Colaterra, Sezioni Alpini di 

Desenzano e Rivoltella, Sceriffi, Centro 

Aiuto alla Vita, Caritas interparrocchiale 

di Rivoltella, Associazione Volontariato 

Carabinieri, S. Vincenzo, Gruppo 

Sportivo S. Martino la parrocchia di Colombare, 

Adolescenti Volontari, Frisoni 

Autotrasporti, Ugolini Trasporti e una 

comunità religiosa locale che ha curato 

tutta l’organizzazione davanti ai nove 

supermercati, che sono stati: U2 (Vele), 

Conad, Esselunga, Affare è, Penny 

market, Simply, C+C, Italmark e Conad 

Colombare di Sirmione. 

Un altro aspetto significativo durante 

la giornata è stato quello di veder arrivare 

insegnanti con i propri alunni 

di diverse classi e scuole, catechiste 

con i loro ragazzi per far toccare loro 

con mano il gesto di solidarietà. 

Motivati dal contesto sociale dei nostri 

giorni, quando i tempi si fanno 

duri, come ci ha detto don Giussani 

“questo è il tempo della persona”, è 

il momento di vivere ogni cosa da 

uomini, grati per quella vita che ci è 

 

 

 

 

 

Valentino Marostica 

stata donata e per questo capaci di solidarietà 

verso ogni uomo. 

Nella giornata sono stati raccolti 

12.663 kg di alimenti +25% rispetto 

all’anno scorso e ha visto coinvolti 

circa 150 volontari. La merce è stata 

portata nel magazzino di via Nullo 

a Brescia per essere distribuita alle 

associazioni che ne fanno richiesta, 

ne usufruiscono a Desenzano: Centro 

Aiuto alla Vita, Caritas interparrocchiale 

di Rivoltella S. Vincenzo 

e Rogazionisti per la loro mensa dei 

poveri.

CENA DI BENEFICEN- 

ZA PER RACCOGLIERE 

FONDI PER ISTRUIRE 

CANI GUIDA RICERCA 

PERSONE. 

LA SERATA È STATA UN 

SUCCESSO E HA VISTO 

ANCHE LA PRESEN- 

ZA, OLTRE AI SOCI DEL 

LIONS CLUB ALTA VE- 

LOCITÀ DI DESENZA- 

NO, PRESIEDUTO DA FA- 

BIO CONTATO (AZ.AGR. 

PROVENZA), DI MOLTI 

ADDETTI AI LAVORI E 

DI HELMUT KOECHER, 

PATRON DEL MERANO 

WEIN FESTIVAL, CHE 

CON LA MOGLIE ANNE 

LAURE HANNO CONTRI- 

BUITO ALLA RIUSCITA 

DELL’EVENTO. 

Segue a psg. 39

l Sindaco Rosa Leso ha 

convocato il 16 novembre 

la prima riunione della nuova 

Commissione per le Pari 

Opportunità fra Uomini e 

Donne, nominata ai sensi 

dell’art. 6 del regolamento 

per l’istituzione della stessa. 

La composizione dell’Assemblea della 

Commissione prevede la presenza 

 

 

 

 

 

di: n. 2 consigliere comunali – rappresentanti 

della minoranza e della 

maggioranza; n. 4 donne residenti di 

accertata esperienza e competenza 

nel campo delle politiche delle pari 

opportunità, su proposta dei gruppi di 

maggioranza e minoranza; rappresentanti 

dell’associazionismo femminile, 

di partiti e sindacati operanti nel territorio 

comunale. 

LA NUOVA COMMISSIONE RISULTA COSÌ COMPOSTA: 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Durante la riunione di insediamento 

sono state elette dall’Assemblea la 

Presidente – dott.ssa Luigina Rosa e 

le componenti dell’Esecutivo sigg. 

re Elisa Fezzardi – Stefania Redaelli 

– Paola Bignotti – Raffaella Santalucia 

e Carla Bocchio. 

Fanno parte di diritto dell’esecutivo 

le due consigliere comunali Silvia 

Colasanti e Luisa Sabbadini.

L’ufficio Tributi ha attivato alcuni servizi di informazione 

e consulenza per agevolare i contribuenti nel calcolo 

e nel versamento del saldo dell’IMU, la cui scadenza è 

lunedì 17 dicembre. 

E’ intanto da ricordare che nel maggio scorso, in occasione 

dell’acconto, era stata inviata a 16.667 contribuenti 

una dettagliata comunicazione e sono state tenute tre 

partecipate assemblee pubbliche. 

Informazioni in materia di IMU sono contenute in una 

mini-guida ancora in distribuzione e nella pagina internet 

del sito istituzionale, ma vanno segnalate due possibilità 

per il calcolo gratuito dell’imposta: 

• la tradizionale consulenza allo sportello Tributi, con 

estrazione e controllo dei dati catastali, calcolo dell’IMU 

e stampa del modello per il versamento del saldo; 

• la consultazione del sito internet www.imu-ilcalcolo. 

it (cercare il Comune di Desenzano, codice D284), che 

permette di effettuare in autonomia l’interrogazione della 

banca dati catastale, il calcolo dell’imposta e la stampa 

del modello F24. 

In questo modo, senza muoversi da casa, si eviterà l’affollamento 

agli sportelli e si avrà comunque la certezza 

dell’esatto calcolo dell’imposta, visto che la banca dati 

del sito è la stessa utilizzata dal Comune. 

Per l’Assessore al Bilancio Valentino Righetti “Per il saldo 

dell’IMU non solo non abbiamo ritoccato le aliquote, 

ma abbiamo aumentato le detrazioni a favore delle famiglie 

con disabili e in grave disagio economico”. “In questo 

modo – prosegue l’Assessore – anche i calcoli sono 

semplificati, dato che a parità di condizioni per la prima 

casa il saldo è uguale all’acconto versato. Gli uffici sono 

come sempre a disposizione dei cittadini”. 

Ufficio Tributi 

Via Carducci 4, primo piano del palazzo comunale, aperto 

nei seguenti giorni e orari: 

· dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 12.30; 

· il giovedì pomeriggio dalle 14.30 alle 17.30. 

Telefono 030 9994230 - fax 030 9994117 

e-mail tributi@comune.desenzano.brescia.it

La Guardia di Finanza, dalla 

storica sede di piazza Ulisse 

Papa si è trasferita nei locali 

dell’Asl di via Gramsci, angolo 

lungolago. 

La nuova caserma delle Fiamme 

Gialle si estende per una 

superficie di 615 mq, il doppio 

di quella che ha lasciato. 

Il trasloco era stato deciso nel 

dicembre 2010 dal sindaco 

Anelli, in accordo con il Centro 

Le Vele, Immobiliare Arco, 

Asl e Guardia di Finanza per 

dare spazi più ampi e adeguati 

sia al distretto sanitario che ha 

trovato casa nel centro commerciale 

che alla caserma che, 

Con soddisfazione il circolo 

di Sinistra Ecologia Libertà 

Basso Garda applaude all’ 

esito del ballottaggio delle 

Primarie del Centro Sinistra 

e accoglie tale risultato con 

grande entusiasmo dal momento 

che anche a Desenzano 

è stata confermata la designazione 

di Pier Luigi Bersani a 

candidato premier del Centro 

Sinistra nelle elezioni politiche. 

SEL conferma e rivendica 

la scelta dei propri iscritti 

di schierarsi anche a Brescia 

per Bersani, candidato più 

vicino per programma e indirizzo 

politico, influendo sul 

come detto, ha traslocato in 

via Gramsci. Trasloco che ha 

impedito il trasferimento delle 

Fiamme Gialle a Montichiari, 

risultato bresciano rispetto al 

primo turno e modificandolo 

in modo significativo. 

“Anche a Desenzano merita di 

essere sottolineato l’impegno 

di SEL con i propri iscritti e 

simpatizzanti nel sostenere la 

figura di Bersani come candidato 

del Centro Sinistra più 

affine dal nostro punto di vista 

nel programma e nell’idea di 

Sinistra. 

Si tratta di un impegno così 

importante tanto da essere 

riuscito a ribaltare la tendenza 

espressa dai risultati del 

primo turno del 25 novembre 

e delineare un’idea di Sinistra 

cosa che per la cittadina gardesana 

avrebbe costituito una 

grave perdita. 

in grado di relazionarsi, interagire 

e dialogare, pertanto 

diversa da quella fino ad ora 

tracciata dal così detto “modello 

Desenzano” 

Sia l’entusiasmo un nuovo ulteriore 

punto di partenza per 

l’intenso lavoro al quale SEL 

PD e le altre forze che guardano 

a Sinistra saranno chiamati 

nei prossimi mesi per dare 

risposte nuove ad un’Italia ed 

una Lombardia che devono ripartire” 

ha scritto in un comunicato 

stampa Igor Bulgarini, 

coordinatore Sinistra Ecologia 

Libertà basso Garda.

Il Sindaco Leso ha presentato 

i progetti al femminile già 

attivati: lo Sportello Spazio 

Donna, che si intende mantenere, 

e lo Sportello Europa 

Donna Lavoro, che proseguirà 

a condizione che pervengano 

i finanziamenti richiesti. Ha 

“consegnato” il nuovo progetto 

presentato alla Regione Lombardia 

nell’ambito dell’iniziativa 

regionale “Progettare la 

Parità in Lombardia 2012”. 

Il progetto “Essere Donne Essere 

Uomini – Percorsi Formativi 

sull’Identità di Genere” 

è stato presentato in partenariato 

con i Comuni di Leno e 

di Concesio – anch’essi ade- 

TAG (Talent Garden) sbarca 

anche a Desenzano (l’incontro 

il 28 novembre). Ma vediamo 

di cosa si tratta: Talent 

Garden (lo dice in nome) è un 

ecosistema che accoglie menti 

creative piene di entusiasmo e 

passione, per confrontarsi in 

modo libero e fruttuoso su 

temi legati al mondo del digitale. 

L’intento è di arricchire l’humus 

imprenditoriale facili- 

Arriva la tassa di soggiorno 

sul Garda. Sono d’accordo 

tutte le cittadine gardesane, ad 

esclusione di Pozzolengo che 

ha poche presenze turistiche 

sul proprio territorio. 

Il sindaco di Desenzano Rosa 

Leso sta definendo i tempi e 

le tariffe, argomento del consiglio 

comunale del 17 dicembre. 

Pensa di portare nelle 

 

renti al centro Risorse di Parità 

della Regione Lombardia - e 

prevede la realizzazione di tre 

differenti percorsi di formazione 

per individuare le criticità 

legate all’identità di genere in 

tre diverse fasce di età (media 

di I grado a Concesio – media 

di II grado a Leno – intergenerazionale 

a Desenzano). 

Attraverso dei percorsi laboratoriali 

si intende sviluppare 

il tema dell’educazione e formazione 

di ragazzi e ragazze, 

uomini e donne verso lo sviluppo 

di relazioni tra generi 

più paritarie e nel rispetto della 

differenza sessuale. 

In particolare il laboratorio 

tando lo scambio di progetti 

e idee. 

Definito CoWorking, il modello 

di Talent Garden mira a 

garantire uno spazio di lavoro 

(al costo mensile di 250 euro + 

IVA per un anno) che attraverso 

eventi e iniziative, intende 

coltivare tutto ciò che germoglia 

grazie alla cooperazione 

di persone legate da interessi 

comuni nel settore del web, 

comunicazione e mobile. 

casse comunali 400-450mila 

euro. 

Per Sirmione (il sindaco Mattinzoli 

si è riservato di decidere 

nei prossimi mesi) che 

ha un buco di bilancio di un 

milione la tassa diventa un introito 

quasi necessario, se non 

si troveranno altre risorse. 

La decisione è stata presa nei 

giorni scorsi durante un dibat- 

che si svolgerà a Desenzano 

d/G vedrà coinvolti uomini 

appartenenti a diverse generazioni 

di età in un percorso 

di riflessione sulla disparità 

maschile in relazione all’uso 

della forza fisica quale forma 

di risoluzione dei conflitti tra 

generi. Gli esiti di questo laboratorio 

saranno documentati 

da un video che sarà diffuso 

nel corso di un convegno provinciale 

/regionale che si terrà 

a Desenzano del Garda. 

Sarà, quindi, la Commissione 

Pari Opportunità che si prenderà 

cura di seguire il progetto 

passo dopo passo fino alla sua 

realizzazione. 

Il primo TAG, nato nel Dicembre 

del 2011 a Brescia, 

ha entusiasmato molto questo 

settore professionale, che ha 

subito risposto con l’apertura 

di un secondo spazio, inaugurato 

il 28 Settembre 2012, 

nell’area bergamasca e precisamente 

a Dalmine, in Via 

Provinciale 64, grazie alla 

sinergia tra Ferretticasa e Alberto 

Trussardi. 

tito con gli altri amministratori 

e operatori alberghieri. Fra 

loro Franco Cerini, presidente 

del consorzio del basso lago, 

che ritiene che la tassa debba 

essere utilizzata per la realizzazione 

di nuove strutture, 

per esempio il nuovo centro 

tennis, e la ristrutturazione di 

palazzo Todeschini.











































 










a Desenzano). 











e idee. 













euro. 








































Trussardi. 










palazzo Todeschini.











































 










a Desenzano). 











e idee. 













euro. 








































Trussardi. 










palazzo Todeschini.











































 










a Desenzano). 











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Trussardi. 










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a Desenzano). 











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euro. 








































Trussardi. 










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SIRMIONE NON È SOLO UN’IMPORTAN- 

TISSIMA META TURISTICA, MA È ANCHE 

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PENISOLA TANTO CARA A CATULLO, CI 

SONO ANCHE COLOMBARE, LUGANA E 

ROVIZZA. CON QUESTO NUOVO SPAZIO 

DEDICATOGLI RACCONTEREMO LA SUA 

POLITICA, LE SUE PERSONE, LE SUE INI- 

ZIATIVE. SEGNALATECI LE COSE BUONE 

E QUELLE CATTIVE: VI DAREMO VOCE. 

A cura di Enrico Grazioli

L’Osservatorio

Veduta del castello

Veduta del castello

UN NOTO DETTO POPOLARE CI SUGGERI- 

SCE CHE NELLA BOTTE PICCOLA È POS- 

SIBILE TROVARE SEMPRE IL VINO BUO- 

NO. FORSE NON È SEMPRE VERO, MA CHI 

ABITA LA VALTENESI DOVREBBE AVER 

ORMAI IMPARATO CHE ANCHE IN QUESTI 

PICCOLI PAESI È FACILE TROVARE GRAN- 

DI EVENTI. GRANDI PER IMPORTANZA, 

PER QUALITÀ E PER LIVELLO CULTURA- 

LE: PAESI BEN PIÙ GRANDI DOVREBBERO 

PRENDERE ESEMPIO DAGLI INCONTRI DI 

POESIA DI MONIGA O DAL CALENDARIO 

NATALIZIO DI MANERBA. 

A cura di Enrico Grazioli

L’Osservatorio

Il parco Vasorì allagato 

dopo le piogge dei giorni scorsi


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I lavori davanti alla chiesa nella frazione di Portese

La Casa Cultura ospitata nella ex sede municipale

La Casa Cultura ospitata nella ex sede municipale

In foto l’ingresso per Balbiana da Via Valtenesi: 

nella frazione lavori per ben più di mezzo milione di euro, 

in parte spesi nella piazzetta

Il Sindaco del Comune di Puegnago 

Arch. Adelio Zeni. Sotto, il municipio

I “materiali” abbandonati 

a Raffa, ora rimossi

I “materiali” abbandonati 

a Raffa, ora rimossi

L’ufficio postale di Calvagese

Un momento dell’assemblea pubblica 

del 29 Novembre al Teatro di Carzago

CON L’APERTURA DELLA PISTA DI PATTI- 

NAGGIO SUL GHIACCIO IN PIAZZA VITTO- 

RIA, SIN DALLA FINE DI NOVEMBRE, SALÒ 

HA ALZATO IL SIPARIO SU UN CICLO DI 

APPUNTAMENTI, PROMOSSI DAL COMUNE 

E DALLA PRO LOCO, PER LE FESTE CHE 

ACCOMPAGNANO ALLA FINE DELL’ANNO 

CON “NATALE D’INCANTO”. 

a cura di Laura Raggi



















Foto Paolo Bonelli 

 

 

 

 

 

 

 

CON VITA ATTIVA SI INTENDE 

CIÒ CHE CARATTERIZZA E 

ANIMA, MA ANCHE CIÒ CHE 

DA IDENTITÀ A UN TERRI- 

TORIO. IN MOLTI, DEI RESI- 

DENTI E AMMINISTRATORI 

DEI COMUNI INTERESSATI, 

HANNO ESPRESSO LA STESSA 

ESIGENZA. 

NEI COLLOQUI DI PRESEN- 

TAZIONE DELL’INIZIATIVA 

EDITORIALE: “RACCONTA- 

TECI E FATELO FACENDO 

PARLARE LA GENTE, MA 

SOPRATTUTTO DANDO NO- 

TIZIA DI QUANTO ACCADE 

SULLE COLLINE”. IN REAL- 

TÀ SI VUOLE RACCONTARE 

UN TERRITORIO CHE, SE DA 

UN PUNTO DI VISTA AMMI- 

NISTRATIVO RAPPRESENTA, 

IN PICCOLO, UNO SPACCATO 

DELL’ITALIA CHE SIAMO E 

CHE SIAMO STATI – UN MO- 

SAICO DI COMUNI CON AM- 

MINISTRAZIONI DIVERSE 

E DI VARIO ORIENTAMEN- 

TO – DA UN PUNTO DI VISTA 

DELLA VITA ATTIVA È, IN- 

VECE, OMOGENEO, MA NON 

COLLEGATO, NON MESSO IN 

RETE. SI TRATTA DI CREARE 

LA RETE PERCHÉ CHI VIVE 

IL TERRITORIO SI POSSA, FI- 

NALMENTE, RICONOSCERE 

IN QUANTO ESPRESSO, PRO- 

MOSSO E VISSUTO IN UNA 

ZONA CHE, OGNI GIORNO E 

OGNI SERA, HA MOMENTI DI 

INCONTRO, DI DIALOGO E DI 

RITROVO. 

(a cura di Agorà Team - Luca Cremonesi)

Il regista e documentarista Mario Piavoli - Foto di Lorena Bellini 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In alto Erri De Luca, sotto un fotogramma di: “Con l’aria sotto i piedi” del 2011 

A sinistra un 

fotogramma di 

“Vedere il tempo 

Viadana”. 

A destra il video 

istituzionale ASM 

di Brescia

Philippe Daverio incontra Lanfranco Colombo in: “La fotografia e il chiodo” 2010 

Immagine delle Colline Moreniche 

Dal documentario “Le colline moreniche 

e il lago di Garda”

OPG di Castiglione: veduta aerea e ingresso 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’Osservatorio

Scatti della presentazione e le due autrici 

Foto di Sandro Begali e Luciano 

Perbellini per gentile concessione 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Attori e attrici dello spettacolo - Foto di Lorena Bellini

L’Osservatorio


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto di Corrado Cavezza per gentile concessione

L’Osservatorio

Foto di Lorena Bellini per gentile concessione

Elio Terreni autore 

di “Acqua e l’isola dei matti”


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il municipio prima dei lavori di restauro


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il municipio prima dei lavori di restauro

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Questa rubrica ha da 

sempre un occhio attento 

all’assicurato in 

veste di consumatore 

e quindi di parte debole 

rispetto alle potenti 

Compagnie assicuratrici. 

Un’impostazione risultata assai 

gradita dai lettori, anzi incentivata da 

suggerimenti ed indicazioni. 

Per dovere di corretta e completa informazione 

tuttavia non possiamo non 

ricordare anche il fenomeno che vede 

come vittime proprio gli Assicuratori. 

Stiamo parlando del fenomeno della 

criminalità nel settore assicurativo, un 

“affare” che vale centinaia di milioni 

di Euro l’anno. Un “affare”, va detto 

subito, che danneggia gli assicurati 

onesti, in quanto comporta un incremento 

delle loro tariffe per riportare in 

equilibrio i conti delle Compagnie. 

La ricognizione del fenomeno viene 

puntigliosamente redatta dall’Isvap e 

resa pubblica attraverso uno specifico 

rapporto. 

Vediamo quindi i numeri relativi all’anno 

2011, diramati qualche settimana 

fa dall’organo di vigilanza del settore 

assicurativo. 

Le truffe assicurative, perché di questo 

si tratta, si concentrano soprattutto 

nel ramo Rcauto: in questo settore nel 

2011 i sinistri truffaldini accertati sono 

stati ben 54.502, pari al 2,04% del totale 

delle denunce. 

A fronte di ciò le Compagnie hanno 

stimato il bell’importo di 281,9 milioni 

di Euro, pari al 2,42% dell’ammontare 

complessivo dei risarcimenti. 

L’analisi a livello territoriale evidenzia 

che il fenomeno ha un impatto più 

marcato in alcune aree d’Italia. La 

concentrazione più elevata si rileva in 

Campania, dove è riconducibile a fenomeni 

criminosi a danno delle assicurazioni 

ben il 7,32% dei sinistri totali. 

Segue la Puglia (6,17%), la Calabria 

(4,52%), la Basilicata (2,85%) e la Sicilia 

(2,82%). 

Se scendiamo a livello delle singole 

province troviamo al “vertice” Foggia, 

dove i sinistri fraudolenti sono stati 

2.206, vale a dire il 13,25% del totale; 

sul podio, rispettivamente in seconda e 

terza posizione, Napoli (8,91%) e Caserta 

(8,13%). 

E Brescia? Pare virtuosa, nel senso 

che la percentuale del 2011 si ferma 

a 0,88%. In termini assoluti i sinistri 

denunciati in danno alle Compagnie 

di assicurazione sono stati 454, il che 

rappresenta comunque un numero più 

che discreto. 

Le punte d’eccellenza? Bolzano e 

Trento, con 42 e 54 sinistri truffaldini 

(pari rispettivamente a 0,24% e 0,26% 

del totale). 

Il rapporto dell’Isvap si estende anche 

agli altri rami, dove i numeri sono un 

po’ più confortanti, anche se il fenomeno 

resta comunque ben presente. 

Nel ramo ARD (auto rischi diversi, 

cioè incendio/furto e kasko dell’auto) 

sono stati rilevati 4.275 sinistri riconducibili 

a tale fattispecie, pari a 0,37% 

sul numero totale e per un importo di 

indennizzi richiesti stimato in 30,9 milioni 

di Euro. 

Qui la classifica per area geografica in 

relazione alla media nazionale vede 

in testa ai cattivi la Puglia (2,31%), la 

Campania (1,89%), la Sicilia (0,72%), 

il Molise (0,70%), il Lazio (0,52%) e 

la Calabria (0,40%): 

Brescia è sotto la media nazionale; ha 

registrato infatti 101 sinistri (0,22%). 

Punte d’eccellenza sempre Bolzano (4 

sinistri pari a 0,04) e Trento (7 sinistri, 

pari a 0,06). 

Assai più contenuti i numeri negli altri 

rami. “Solo” 1.819 sinistri fasulli nel 

ramo incendio, pari a 0,76% del totale, 

per un importo di indennizzi richiesti 

di circa 25 milioni di Euro. 3.907 sono 

invece quelli compresi in tutti gli altri 

rami danni, tra cui principalmente il 

furto. Qui l’incidenza è di 0,42% sul 

totale, con richieste di risarcimento per 

16,1 milioni di Euro. 

Da qualunque parte li si guardi sono 

numeri assai importanti, testimonianza 

di un malcostume diffuso e difficile 

da sradicare. Ma soprattutto un danno, 

lo ribadiamo, per gli assicurati onesti, 

chiamati ingiustamente a subire rincari 

di tariffe proprio per “pareggiare 

i conti” di chi ha agito in spregio alla 

legalità. 

L’Isvap e le Compagnie stanno mettendo 

in atto importanti iniziative ed 

attività antifrode, ma i numeri sopra richiamati 

non inducono all’ottimismo, 

almeno a breve.

Una delle cause dell’insorgenza di molti 

stati patologici e dell’invecchiamento 

precoce è lo stress ossidativo. Lo stress 

ossidativo influisce negativamente sul 

delicato meccanismo genetico che stabilisce 

la velocità con cui dovrebbe procedere 

il processo di invecchiamento cellulare. 

La teoria, avanzata nel 1956 da Harman, 

considera l’invecchiamento un prodotto 

dello stress ossidativo dovuto ad un eccesso 

di radicali liberi dell’ossigeno nell’organismo. 

I radicali liberi dell’ossigeno sono molecole 

altamente reattive con una potente 

azione ossidante, dannosa per l’intero 

organismo. Quindi l’ossigeno che è indispensabile 

per la vita, diventa, paradossalmente 

anche una fonte dannosa di 

radicali liberi. Quando respiriamo, introduciamo 

ossigeno, circa il 95% di questo 

ossigeno viene utilizzato dalle cellule per 

produrre energia; mentre la parte rimanente 

dà origine ai radicali liberi. 

Lo stress ossidativo comporta l’invecchiamento 

della cellula e quindi dei tessuti. 

L’invecchiamento della pelle (comparsa 

di rughe e macchie cutanee) è uno 

dei segnali più evidenti. 

Una certa quota di radicali liberi è comunque 

da considerarsi fisiologica. Infatti 

un organismo sano presenta uno 

stato di equilibrio tra la produzione di 

radicali liberi e la loro neutralizzazione. 

Per prevenire o attenuare il danno dei radicali 

liberi, gli organismi viventi hanno 

 

 

 

 

 

 

sviluppato nel corso di millenni di evoluzione 

un complesso sistema di difesa 

chiamato sistema antiossidante. 

La rottura dell’equilibrio fisiologico tra 

la produzione e l’eliminazione dei radicali 

liberi a favore di questi ultimi deve 

essere considerata un pericolo per l’integrità 

dell’organismo. Questo squilibrio 

determina un danno alle cellule più o 

meno grave che, se non adeguatamente 

circoscritto, può evolvere in danno d’organo 

o sistemico, disegnando così il quadro 

del cosiddetto stress ossidativo. 

E’ ormai accertato che lo stress ossidativo 

costituisce un importante fattore di 

rischio. Quindi è importante mantenere i 

radicali liberi entro livelli “normali”. Per 

poter fare questo è necessario conoscere 

il livello di radicali liberi presenti nel nostro 

organismo. 

Tra le cause che favoriscono la produzione 

di radicali liberi, sono da annoverare 

droghe, fumo, alcol, farmaci (es. pillola 

anticoncezionale, antibiotici, antitumorali), 

sostanze inquinanti, radiazioni 

ultraviolette e ionizzanti, campi elettromagnetici, 

radiofrequenze, malattie infettive, 

infiammazioni, vaccini, ma anche 

depressione, ansia, stress, errata alimentazione, 

diete troppo ricche in proteine e 

grassi animali. 

Il nostro organismo, come detto, è dotato 

di un sistema antiossidante che è costituito 

dall’insieme degli antiossidanti 

rappresentati da svariate sostanze, quali 

enzimi, vitamine (A, C, E) oltre a flavo- 

noidie polifenoli che hanno in comune la 

capacità di eliminare i radicali liberi. 

La riduzione dell’efficienza del sistema 

di difesa antiossidante può essere causata 

dalla bassa assunzione, dal ridotto assorbimento 

e/o dalla ridotta biodisponibilità 

degli antiossidanti. 

L’ANTIAGING PROFILE permette di 

effettuare il bilancio globale dello stress 

ossidativo e rappresenta 

un mezzo in grado di fornire al medico 

curante elementi utili per la valutazione 

dello stato di salute generale del paziente. 

La possibilità di misurare in maniera 

accurata lo stato ossidativo di un sistema 

biologico appare, alla luce dei nuovi 

traguardi nel campo della medicina, di 

fondamentale importanza come supporto 

alla diagnostica clinica, nonché indispensabile 

nel monitoraggio di terapie antiossidanti 

che sempre più trovano impiego 

nella pratica medica.

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1945 - 1967, vendo. 

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Autosprint 1968 - 2010, 

Motosprint 1976 - 2010, 

Auto Italiana 1952 - 1969, 

Quattroruote 1956 - 2009, 

vendo. Tel. 3472303761 

Riviste Tac-Armi: 66 numeri, 

da Aprile 1982 a 

Marzo 1995, vendo. 

Tel. 3474201801

Riviste Armi e Tiro: 82 numeri 

da aprile 1988 a luglio 

1999. Vendo. 

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Riviste Orologi e non solo: 

28 numeri da Agosto 1988 a 

Gennaio 1993. Vendo 

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Riviste Orologi - Le misure 

del tempo: 40 numeri vari 

da Ottobre 1988 a Maggio 

1993, vendo. 

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Riviste Diani Armi: 16 numeri 

vari da Marzo 1988 ad 

Agosto 1991, vendo. 

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libri di medicina, ben conservati. 

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lavoro part time a domicilio 

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richieste e rilievi prestazioni di servizi 

finanziamenti attrezzature e 

materiali offerte 

 

 

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e accessori richieste indirizzi utili 

 

 

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e pesca attrezzature per campeggio 

viaggi indirizzi utili 

 

 

astrologia animali smarriti 

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L’Osservatorio

DEGUSTIAMO 

Dedicato alla degustazione di cibi in attesa del Natale 

CARAMELLIAMO 

Giovedì 13 festeggiamo S. Lucia 

con un pensiero per tutti i bambini 

 

 

CIOCCOLATIAMO 

Dedicato alla degustazione e vendita del cioccolato 

In collaborazione con SFIZI&CAFE’ e DOMORI 

 

 

 

 

REGALIAMO 

Possibilità di confezionamento di pacchi con i nostri prodotti 

 

BRINDIAMO 

Dedicato alla degustazione di cibi e vini in attesa del 2013

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