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I recettori KIR

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<strong>KIR</strong><br />

EVOLUZIONE RAPIDA E DIVERSIFICATA DEI<br />

RECETTORI DELL’IMMUNITA’ INNATA E<br />

ADATTATIVA<br />

C.Vilches, P. Parham


Natural Killer<br />

• Cellule di origine linfoide la cui funzione è lisare le cellule<br />

infettate da virus o cellule tumorali agendo<br />

immediatamente nei primi giorni dell’infezione<br />

• Producono citochine<br />

• Il riconoscimento del bersaglio non avviene attraverso<br />

TCR ma tramite un Recettore non clonotipico a cui è<br />

associato un dominio attivatorio ITAM<br />

• I <strong>recettori</strong> inibitori esprimono <strong>KIR</strong>, che legano MHC I, a<br />

cui è associato un dominio inibitorio ITIM .


L’agente patogeno modifica l’espressione di MHC classe I<br />

sulle cellule infettate, riducendola o annullandola, e<br />

specifici <strong>recettori</strong> inibitori di NK riconoscono queste<br />

cellule e le lisano perché i peptidi del self sono stati<br />

sostituiti da quelli virali.<br />

Le cellule non infette non vengono attaccate perché si ha il<br />

riconoscimento del peptide self associato a MHC I, x cui<br />

le NK ricevono il segnale inibitorio che annulla la<br />

citolisi<br />

• RECETTORI INIBITORI di NK nell’uomo:<br />

CD94:NKG2A<br />

<strong>KIR</strong><br />

Di minore importanza: LIR, MIR, ILT…


CD94:NKG2A<br />

Recettore eterodimerico di tipo lectinico<br />

Presente anche nei roditori<br />

Riconosce una sequenza conservata nel peptide segnale di<br />

molte molecole HLA I classe, ignorandone la diversità<br />

I peptidi contenenti questa sequenza sono poi legati a HLA<br />

E, classe di molecole poco polimorfiche.<br />

Questo complesso si lega al recettore.


Killer cell<br />

Immunoglobulin-like<br />

Receptor<br />

• Glicoproteine espresse sulla membrana di NK e alcune<br />

cellule T<br />

• Famiglia di 11 geni situati su cromosoma 19<br />

• Legano molecole HLA classe I (A, B, C)<br />

• Il legame con MHC porta all’inibizione dell’attività<br />

citotossica di NK.


Per la classificazione di <strong>KIR</strong> in 13 gruppi si usano 3 criteri:<br />

1) Numero di domini extracellulari Ig-like<br />

2) Lunghezza coda citoplasmatica<br />

3) Similitudine di sequenza<br />

In base a questi criteri si hanno 2 sottopopolazioni basate<br />

sulla struttura:<br />

<strong>KIR</strong>2D e <strong>KIR</strong>3D<br />

Che a loro volta sono divise in S e L a seconda della<br />

lunghezza della coda citoplasmatica<br />

<strong>KIR</strong> che presentano una organizzazione simile ma<br />

differiscono più del 2% nella sequenza sono numerati in<br />

serie


Famiglia <strong>KIR</strong>


I domini Ig vengono denominati D0, D1 e D2.<br />

Le code citoplasmatiche L (long) portano 2 motivi inibitori<br />

ITIM<br />

Le code citoplasmatiche S (short) sono troncate prima del<br />

primo ITIM e sono legate alla regione transmembrana con<br />

un residuo di lisina, non hanno funzione inibitoria.<br />

ITIM : Immunoreceptor Tyrosine-based Inhibitory motif<br />

Motivo strutturale contenente residui di tirosina che si trova nel tratto<br />

citoplasmatico di numerosi <strong>recettori</strong> inibitori.<br />

Sequenza ITIM costituita da 6 AA e la sua fosforilazione determina lo<br />

spegnimento del segnale di trascrizione, dall’interazione con MHC I<br />

regolano l’azione citotossica di NK


1) <strong>KIR</strong>2DL o p58<br />

SOTTOFAMIGLIE <strong>KIR</strong><br />

2 domini Ig (D1, D2) e coda L<br />

2) <strong>KIR</strong>2DS o p50<br />

2 domini e coda S<br />

1) lega HLA C con Lys80 (Cw2,w4,w5,w6)<br />

2) lega HLA C con Asn80 (Cw1, w3, w7, w8)<br />

3) <strong>KIR</strong>3DL o p70 e P140<br />

3 domini (D0, D1, D2) e coda L<br />

4) <strong>KIR</strong>3DS<br />

3 domini e coda S<br />

3) e 4) legano HLA A E B (Bw6)


FUNZIONE CELLULARE DI <strong>KIR</strong><br />

• <strong>KIR</strong> con sequenze ITIM nel dominio citoplasmatico<br />

(<strong>KIR</strong>2DL e <strong>KIR</strong>3DL) inibiscono NK e cellule T a lisare<br />

cellule che esprimono un appropriato ligando MHC I.<br />

Inoltre l’interazione tra <strong>KIR</strong>, NK o cellule T, MHC classe I<br />

può inibire la produzione di citochine<br />

• Le cellule T e NK che esprimono <strong>KIR</strong> senza ITIM<br />

(<strong>KIR</strong>2DS) possono stimolare la citolisi contro altre cellule<br />

con altri MHC I.


• APLOTIPI <strong>KIR</strong> : elevato polimorfismo sia nel numero<br />

che nella qualità di geni.<br />

• La frequenza con cui 2 persone unrelated hanno uguale<br />

espressione <strong>KIR</strong> è molto bassa, circa come HLA.<br />

• La differenza allelica è molto maggiore che per le famiglie<br />

di geni CD94:NKG2A.<br />

• Questa diversità è generata da mutazioni puntiformi e<br />

ricombinazione omologa.<br />

• Conseguenza funzionale del polimorfismo di <strong>KIR</strong> è la<br />

modulazione della forza e specificità di legame a MHC<br />

classe I.


Evoluzione dei <strong>KIR</strong><br />

Il confronto tra <strong>KIR</strong> di diverse specie di primati ha dimostrato<br />

il drastico cambiamento che questa famiglia di geni ha<br />

avuto nell’arco di pochi milioni di anni<br />

Evoluzione rapida con conservazione della funzione di<br />

riconoscimento di MHC classe I ed evoluzione speciespecifica<br />

di <strong>recettori</strong> esercitanti questa funzione


Studi sulla citotossicità di NK hanno stabilito la differente<br />

struttura di <strong>KIR</strong> e dei loro determinanti polimorfici HLA I<br />

Si è visto che l’affinità di <strong>KIR</strong> per HLA C è simile a quella di<br />

TCR x lo specifico complesso peptide MHC.<br />

La cinetica di legame e distacco <strong>KIR</strong>-HLA C è più veloce.<br />

L’interazione <strong>KIR</strong>-HLA più studiata è <strong>KIR</strong>2DL1-3-HLA C<br />

I peptidi antigenici favoriscono o prevengono il<br />

riconoscimento di HLA I mediato da <strong>KIR</strong>


Perché è importante la diversità <strong>KIR</strong>?<br />

• Vantaggio evolutivo<br />

• Contribuisce alla variabilità della risposta immune<br />

sia innata che adattativa<br />

• Tempi brevi e facile studio: significato<br />

epidemiologico<br />

• Fattore di suscettabilità o protezione che influenza<br />

la risposta immune a :infezioni, malattie,<br />

autoimmunità, disordini infiammatori e trapianti di<br />

tessuti

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