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Linee guida per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento dell ...

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G Ital Cardiol Vol 11 Suppl 2 al n 10 2010<br />

sistenti (MIC >2 mg/l), ma alcune linee <strong>guida</strong> ritengono valori di<br />

MIC >0.5 mg/l già indicativi di totale resistenza 3,7,110 . Questi tipi<br />

di streptococchi sono sempre più numerosi. Recenti raccolte di<br />

numerosi ceppi hanno riportano un tasso di re<strong>la</strong>tiva e totale resistenza<br />

di oltre <strong>il</strong> 30% da parte di S. mitis e S. oralis 118,119 , mentre<br />

oltre <strong>il</strong> 99% degli streptococchi di gruppo D rimane sensib<strong>il</strong>e<br />

al<strong>la</strong> penic<strong>il</strong>lina. Le linee <strong>guida</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>trattamento</strong> <strong>dell</strong>’EI da<br />

streptococchi penic<strong>il</strong>lino-resistenti si basano su studi retrospettivi.<br />

In quattro di questi, 47/60 pazienti (78%) sono stati trattati<br />

con penic<strong>il</strong>lina G o ceftriaxone generalmente associati ad<br />

aminoglicosidi, mentre in altri è stata somministrata clindamicina<br />

o aminoglicosidi da soli 120-123 . La maggior parte dei valori<br />

di MIC <strong>per</strong> <strong>la</strong> penic<strong>il</strong>lina sono risultati ≥1 mg/l. Cinquanta pazienti<br />

(83%) sono guariti, mentre 10 (17%) sono deceduti, anche<br />

se <strong>per</strong> cause non corre<strong>la</strong>te al<strong>la</strong> resistenza batterica ma alle<br />

condizioni cliniche sottostanti 122 . L’esito terapeutico è risultato<br />

sim<strong>il</strong>e <strong>per</strong> <strong>la</strong> PVE e <strong>la</strong> NVE 121 . La terapia antibiotica diretta contro<br />

gli streptococchi orali resistenti o sensib<strong>il</strong>i al<strong>la</strong> penic<strong>il</strong>lina è<br />

quindi qualitativamente sim<strong>il</strong>e (Tabel<strong>la</strong> 13), ma nel caso di ceppi<br />

penic<strong>il</strong>lino-resistenti è possib<strong>il</strong>e protrarre <strong>il</strong> <strong>trattamento</strong> con<br />

aminoglicosidi <strong>per</strong> 3-4 settimane, mentre non è raccomandato<br />

un regime terapeutico a breve termine. Negli iso<strong>la</strong>ti altamente<br />

resistenti (MIC >4 mg/l) potrebbe essere preferib<strong>il</strong>e ut<strong>il</strong>izzare <strong>la</strong><br />

vancomicina, ma esistono pochi dati a riguardo.<br />

Streptococcus pneumoniae, streptococchi -emolitici<br />

(gruppi A, B, C e G)<br />

Con l’avvento degli antibiotici, l’EI da S. pneumoniae è diventata<br />

rara. Associata a meningite nel 30% dei casi 124 , necessita di<br />

partico<strong>la</strong>re attenzione quando sono presenti fenomeni di resistenza<br />

al<strong>la</strong> penic<strong>il</strong>lina. Il <strong>trattamento</strong> dei ceppi sensib<strong>il</strong>i al<strong>la</strong> penic<strong>il</strong>lina<br />

(MIC ≤0.1 mg/l) è sim<strong>il</strong>e a quello previsto <strong>per</strong> gli streptococchi<br />

orali (Tabel<strong>la</strong> 13), ad eccezione del ricorso ad una terapia<br />

a breve termine del<strong>la</strong> durata di 2 settimane, che non è stata<br />

ancora formalmente valutata. Lo stesso dicasi <strong>per</strong> i ceppi penic<strong>il</strong>lino-resistenti<br />

(MIC >1 mg/l) in assenza di meningite. Quando,<br />

invece, l’endocardite è accompagnata dal<strong>la</strong> comparsa di<br />

meningite, deve essere evitato l’uso del<strong>la</strong> penic<strong>il</strong>lina a causa<br />

del<strong>la</strong> sua limitata penetrazione nel liquido cerebrospinale, ut<strong>il</strong>izzando<br />

in sostituzione <strong>il</strong> ceftriaxone o <strong>la</strong> cefotaxima da so<strong>la</strong> o<br />

in associazione al<strong>la</strong> vancomicina 125 .<br />

L’EI da streptococchi di gruppo A, B, C e G, che comprendono<br />

<strong>la</strong> specie S. m<strong>il</strong>leri (S. constel<strong>la</strong>tus, S. anginosus e S. intermedius),<br />

è piuttosto rara 126 . Gli streptococchi di gruppo A sono tutti<br />

sensib<strong>il</strong>i ai -<strong>la</strong>ttamici, mentre altri sierogruppi possono manifestare<br />

resistenza. In passato l’EI da streptococchi di gruppo B<br />

era associata al <strong>per</strong>iodo <strong>per</strong>ipartum, ma oggi si riscontra anche<br />

in altri soggetti adulti, in partico<strong>la</strong>r modo negli anziani. Gli<br />

streptococchi di gruppo B, C e G e S. m<strong>il</strong>leri possono provocare<br />

<strong>la</strong> formazione di ascessi che richiedono <strong>il</strong> <strong>trattamento</strong> chirurgico<br />

126 . La PVE causata da streptococchi di gruppo B è gravata da<br />

una mortalità molto elevata e viene raccomandato di intervenire<br />

chirurgicamente 127 . Il <strong>trattamento</strong> antibiotico è sim<strong>il</strong>e a<br />

quello previsto <strong>per</strong> gli streptococchi orali (Tabel<strong>la</strong> 13), tranne<br />

che non è raccomandata una terapia di breve durata.<br />

Streptococchi con variante nutrizionale<br />

Gli streptococchi con variante nutrizionale possono determinare<br />

un decorso prolungato <strong>dell</strong>’EI, che si associa ad un’elevata incidenza<br />

di complicanze e di insuccesso terapeutico (fino al 40%<br />

dei casi) 128 , spesso a causa del ritardo nel formu<strong>la</strong>re <strong>la</strong> <strong>diagnosi</strong><br />

e nell’instaurare <strong>il</strong> <strong>trattamento</strong>. Uno studio recente ha riporta-<br />

e16<br />

to 8 casi trattati con successo mediante penic<strong>il</strong>lina G o ceftriaxone<br />

in combinazione con gentamicina 129 . Sette pazienti presentavano<br />

<strong>dell</strong>e grosse vegetazioni (>10 mm) e sono stati sottoposti<br />

ad intervento chirurgico. Le raccomandazioni re<strong>la</strong>tive<br />

all’antibioticoterapia comprendono l’uso di penic<strong>il</strong>lina G, ceftriaxone<br />

o vancomicina <strong>per</strong> 6 settimane in associazione ad aminoglicosidi<br />

almeno durante le prime 2 settimane.<br />

Staphylococcus aureus e staf<strong>il</strong>ococchi coagu<strong>la</strong>si-negativi<br />

Il patogeno più frequentemente responsab<strong>il</strong>e di EI acuta a carattere<br />

distruttivo è lo S. aureus, mentre i ceppi CNS sono causa<br />

più comune di prolungate infezioni valvo<strong>la</strong>ri (fatta eccezione<br />

di S. lugdunensis e in alcuni casi di S. capitis) 130,131 . La Tabel<strong>la</strong><br />

14 riassume le raccomandazioni <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>trattamento</strong> di S. aureus<br />

e CNS metic<strong>il</strong>lino-sensib<strong>il</strong>i e metic<strong>il</strong>lino-resistenti nei pazienti<br />

con EI su valvo<strong>la</strong> nativa o su valvo<strong>la</strong> protesica. È importante<br />

sottolineare che nell’EI da S. aureus restano ancora da dimostrare<br />

in maniera formale gli eventuali benefici derivanti<br />

dall’aggiunta di un aminoglicoside 132,133 , <strong>la</strong> cui somministrazione<br />

è facoltativa nei primi 3-5 giorni di terapia nel<strong>la</strong> NVE, mentre<br />

è raccomandata nelle prime 2 settimane nel<strong>la</strong> PVE. Nei casi<br />

di EI del cuore destro non accompagnata da complicanze è stato<br />

proposto un <strong>trattamento</strong> a breve termine del<strong>la</strong> durata di 2<br />

settimane (vedi anche Sezione L), ma tale regime terapeutico<br />

non è applicab<strong>il</strong>e all’EI del cuore sinistro.<br />

La PVE da S. aureus comporta un rischio di mortalità molto<br />

elevato (>45%) 134 , determinando spesso <strong>la</strong> necessità di un tempestivo<br />

intervento di sostituzione valvo<strong>la</strong>re. Rispetto al<strong>la</strong> NVE,<br />

questa forma di endocardite si differenzia <strong>per</strong> <strong>la</strong> durata complessiva<br />

del<strong>la</strong> terapia, l’uso concomitante e prolungato di un<br />

aminoglicoside e l’aggiunta del<strong>la</strong> rifampicina. La rifampicina<br />

trova <strong>il</strong> suo razionale d’uso nell’efficacia dimostrata nel <strong>trattamento</strong><br />

<strong>dell</strong>e infezioni di protesi ortopediche 135 (in combinazione<br />

con chinoloni) e nel<strong>la</strong> <strong>prevenzione</strong> di reinfezioni di protesi<br />

vasco<strong>la</strong>ri 136 . Nei casi di PVE staf<strong>il</strong>ococcica l’aggiunta di rifampicina<br />

è pratica comune, ma supportata da un basso livello di evidenza<br />

e potenzialmente associata a resistenza batterica, epatotossicità<br />

ed interazioni farmacologiche 137 .<br />

Staf<strong>il</strong>ococchi metic<strong>il</strong>lino- e vancomicino-resistenti<br />

Gli MRSA producono una proteina legante <strong>la</strong> penic<strong>il</strong>lina (penic<strong>il</strong>lin-binding<br />

protein, PBP) di tipo 2A, caratterizzata da bassa<br />

affinità, da cui dipende <strong>la</strong> resistenza al<strong>la</strong> maggior parte dei <strong>la</strong>ttamici.<br />

Inoltre, sono generalmente resistenti ad una moltitudine<br />

di antibiotici al punto che <strong>la</strong> vancomicina rimane l’unica<br />

opzione terapeutica contro le infezioni severe. Tuttavia, si sono<br />

diffusi ceppi di S. aureus con sensib<strong>il</strong>ità intermedia al<strong>la</strong> vancomicina<br />

(vancomycin-intermediate S. aureus, VISA) (MIC 4-16<br />

mg/l) o etero-VISA (MIC ≤2 mg/l, con crescita batterica di alcune<br />

sottospecie a concentrazioni più elevate) che hanno portato<br />

a numerosi insuccessi terapeutici 138 . Inoltre, negli ultimi anni<br />

sono stati iso<strong>la</strong>ti da pazienti infetti alcuni S. aureus altamente<br />

resistenti al<strong>la</strong> vancomicina, che hanno comportato <strong>la</strong> necessità<br />

di sv<strong>il</strong>uppare nuovi approcci terapeutici. Fra questi, <strong>la</strong> daptomicina<br />

(6 mg/kg/die e.v.), un nuovo antibiotico lipopeptidico, è<br />

stato recentemente approvato <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>trattamento</strong> dei pazienti<br />

con batteriemia da S. aureus ed EI del cuore destro 139 . Sul<strong>la</strong> base<br />

dei risultati di alcuni studi osservazionali sembrerebbe che <strong>la</strong><br />

daptomicina possa essere presa in considerazione anche nell’EI<br />

del cuore sinistro e risulti efficace contro i batteri metic<strong>il</strong>lino- e<br />

vancomicino-resistenti 140 , ma mancano evidenze definitive a riguardo.<br />

In aggiunta, occorre sottolineare che <strong>la</strong> daptomicina

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