Linee guida per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento dell ...
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G Ital Cardiol Vol 11 Suppl 2 al n 10 2010<br />
G. Valutazione prognostica al momento<br />
del ricovero<br />
La mortalità intraospedaliera dei pazienti con EI mostra valori<br />
che osc<strong>il</strong><strong>la</strong>no dal 9.6% al 26% 14,68,96-102 con un’ampia variab<strong>il</strong>ità<br />
da un soggetto all’altro. La rapida identificazione dei pazienti<br />
a rischio più elevato di mortalità può <strong>per</strong>mettere di modificare<br />
<strong>il</strong> decorso del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia e di migliorare <strong>la</strong> prognosi, oltre che<br />
consentire di individuare quei pazienti che presentano nell’immediato<br />
un peggior outcome e che potrebbero trarre beneficio<br />
da un più rigoroso follow-up o da una strategia terapeutica<br />
maggiormente aggressiva (ad es. chirurgia urgente).<br />
I principali fattori che condizionano <strong>la</strong> prognosi sono quattro:<br />
le caratteristiche del paziente, <strong>la</strong> presenza o assenza di<br />
complicanze cardiache o extracardiache, <strong>la</strong> tipologia del microrganismo<br />
responsab<strong>il</strong>e ed i re<strong>per</strong>ti ecocardiografici (Tabel<strong>la</strong><br />
12). Il rischio dei pazienti con EI del cuore sinistro è stato valutato<br />
in maniera formale sul<strong>la</strong> base di queste variab<strong>il</strong>i 96,97 . Nel<strong>la</strong><br />
fase attiva del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia, i pazienti con scompenso cardiaco<br />
(SC), complicanze <strong>per</strong>ianu<strong>la</strong>ri e/o infezione da S. aureus mostrano<br />
<strong>il</strong> rischio più elevato di mortalità e devono necessariamente<br />
essere sottoposti ad intervento chirurgico 96 . La presenza di tre<br />
di questi fattori comporta un aumento del rischio fino al 79% 96 .<br />
Ne deriva che questi pazienti devono essere sottoposti a stretto<br />
follow-up e devono essere altresì indirizzati a centri terziari<br />
dotati di cardiochirurgia. Ulteriori fattori predittivi di mortalità<br />
intraospedaliera sono un elevato grado di comorb<strong>il</strong>ità, <strong>la</strong> presenza<br />
di diabete insulino-dipendente, una ridotta funzione<br />
ventrico<strong>la</strong>re sinistra e <strong>la</strong> comparsa di ictus 97-99,102-104 . Attualmente,<br />
circa <strong>il</strong> 50% dei pazienti viene sottoposto ad intervento chirurgico<br />
nel corso <strong>dell</strong>’ospedalizzazione 14,100,105,106 e fra quelli<br />
che necessitano di terapia chirurgica d’urgenza le condizioni di<br />
infezione <strong>per</strong>sistente e di insufficienza renale rappresentano<br />
dei fattori predittivi di mortalità 107 . I pazienti con indicazione al<br />
Tabel<strong>la</strong> 12. Fattori predittivi di outcome sfavorevole nei pazienti con endocardite<br />
infettiva (EI).<br />
Caratteristiche del paziente<br />
• Età avanzata<br />
• EI su protesi valvo<strong>la</strong>re<br />
• Diabete mellito insulino-dipendente<br />
• Comorb<strong>il</strong>ità (ad es. frag<strong>il</strong>ità, pregressa patologia cardiovasco<strong>la</strong>re, renale o<br />
polmonare)<br />
Presenza di complicanze <strong>dell</strong>’EI<br />
• Scompenso cardiaco<br />
• Insufficienza renale<br />
• Ictus<br />
• Shock settico<br />
• Complicanze <strong>per</strong>ianu<strong>la</strong>ri<br />
Microrganismo<br />
• S. aureus<br />
• Miceti<br />
• Batteri Gram-negativi<br />
Re<strong>per</strong>ti ecocardiografici<br />
• Complicanze <strong>per</strong>ianu<strong>la</strong>ri<br />
• Severa insufficienza valvo<strong>la</strong>re del cuore sinistro<br />
• Ridotta frazione di eiezione ventrico<strong>la</strong>re sinistra<br />
• I<strong>per</strong>tensione polmonare<br />
• Grosse vegetazioni<br />
• Severa disfunzione valvo<strong>la</strong>re protesica<br />
• Chiusura precoce del<strong>la</strong> valvo<strong>la</strong> mitrale o altri segni di elevata pressione di<br />
riempimento<br />
e14<br />
<strong>trattamento</strong> chirurgico che non possono essere sottoposti all’intervento<br />
a causa del rischio proibitivo ad esso corre<strong>la</strong>to sono<br />
ovviamente quelli che presentano una prognosi peggiore 15 .<br />
In sintesi, <strong>la</strong> valutazione prognostica al momento del ricovero<br />
può essere eseguita avvalendosi dei semplici parametri<br />
clinici, microbiologici ed ecocardiografici e deve mirare a selezionare<br />
l’opzione terapeutica più appropriata.<br />
H. Terapia antimicrobica: principi e metodi<br />
Principi generali<br />
Il successo terapeutico si basa sull’eradicazione del microrganismo<br />
mediante farmaci antimicrobici. La chirurgia può essere di<br />
supporto nel<strong>la</strong> rimozione del materiale infetto e nel drenaggio<br />
degli ascessi, mentre le difese <strong>dell</strong>’ospite sono di scarso aiuto.<br />
Questo spiega <strong>per</strong>ché, sia in mo<strong>dell</strong>i animali che nell’uomo, i regimi<br />
battericidi si siano dimostrati più efficaci del<strong>la</strong> terapia batteriostatica<br />
108,109 . L’associazione di aminoglicosidi con inibitori<br />
del<strong>la</strong> parete cellu<strong>la</strong>re (ad es. -<strong>la</strong>ttamici e glicopeptidi) determina<br />
un effetto battericida sinergico che può consentire di ridurre<br />
<strong>la</strong> durata del<strong>la</strong> terapia (ad es. streptococchi orali) e di eradicare<br />
gli organismi problematici (ad es. Enterococcus spp.).<br />
Lo sv<strong>il</strong>uppo di tolleranza del patogeno agli antibiotici rappresenta<br />
uno dei maggiori ostacoli al suo annientamento da<br />
parte dei farmaci. Questi batteri sono tolleranti ma non resistenti,<br />
vale a dire sono sensib<strong>il</strong>i all’inibizione del<strong>la</strong> crescita determinata<br />
dal farmaco ma sfuggono al<strong>la</strong> sua azione soppressiva,<br />
tornando così a riprodursi dopo l’interruzione del <strong>trattamento</strong>.<br />
I batteri a crescita lenta o dormienti mostrano una tolleranza<br />
fenotipica verso <strong>la</strong> maggior parte degli antimicrobici<br />
(ad eccezione in una certa qual misura del<strong>la</strong> rifampicina) e sono<br />
situati all’interno <strong>dell</strong>e vegetazioni e dei biof<strong>il</strong>m, come nel<br />
caso <strong>dell</strong>’endocardite su valvo<strong>la</strong> protesica (prosthetic valve endocarditis,<br />
PVE), giustificando <strong>la</strong> necessità di una terapia prolungata<br />
(6 settimane) <strong>per</strong> <strong>la</strong> completa ster<strong>il</strong>izzazione <strong>dell</strong>e valvole<br />
cardiache infette. Alcuni batteri sono portatori di mutazioni<br />
che li rendono tolleranti tanto in fase di crescita attiva quanto<br />
in quel<strong>la</strong> stazionaria (dormiente). Per combattere <strong>la</strong> tolleranza<br />
batterica sono da preferire le associazioni di farmaci battericidi<br />
al<strong>la</strong> monoterapia.<br />
Il <strong>trattamento</strong> farmacologico del<strong>la</strong> PVE deve essere di durata<br />
su<strong>per</strong>iore (almeno 6 settimane) rispetto a quel<strong>la</strong> prevista <strong>per</strong><br />
l’endocardite su valvo<strong>la</strong> nativa (native valve endocarditis, NVE)<br />
(dalle 2 alle 6 settimane), ma è sostanzialmente sim<strong>il</strong>e, ad esclusione<br />
del<strong>la</strong> PVE staf<strong>il</strong>ococcica <strong>il</strong> cui regime terapeutico deve prevedere<br />
<strong>la</strong> rifampicina ogniqualvolta <strong>il</strong> ceppo sia sensib<strong>il</strong>e all’azione<br />
di questo farmaco. Nei pazienti con NVE che necessitano di sostituzione<br />
valvo<strong>la</strong>re con una protesi durante antibioticoterapia,<br />
<strong>il</strong> regime antibiotico posto<strong>per</strong>atorio deve essere quello raccomandato<br />
<strong>per</strong> <strong>la</strong> NVE e non <strong>per</strong> <strong>la</strong> PVE. Sia nel<strong>la</strong> NVE che nel<strong>la</strong> PVE,<br />
<strong>la</strong> durata del <strong>trattamento</strong> decorre dal primo giorno di terapia antibiotica<br />
efficace e non dal giorno <strong>dell</strong>’intervento. Dopo chirurgia<br />
deve essere eseguito un altro ciclo antibiotico completo solo<br />
nell’evenienza di colture valvo<strong>la</strong>ri positive 109a , scegliendo l’antibiotico<br />
sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> sensib<strong>il</strong>ità degli ultimi iso<strong>la</strong>ti batterici.<br />
Streptococchi orali sensib<strong>il</strong>i al<strong>la</strong> penic<strong>il</strong>lina e streptococchi<br />
di gruppo D<br />
I regimi terapeutici raccomandati contro gli streptococchi sensib<strong>il</strong>i<br />
al<strong>la</strong> penic<strong>il</strong>lina (MIC ≤0.125 mg/l) sono riportati nel<strong>la</strong> Tabel<strong>la</strong><br />
13 3,7,110-112 . Il tasso di guarigione è stimato essere >95%. Nei