IL TIRO OPERATIVO - Tiro a Segno nazionale - Sezione di Lecce
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L’in<strong>di</strong>ce è teso lungo il fianco dell’impugnatura, il me<strong>di</strong>o, l’anulare ed il mignolo si chiudono<br />
attorno all’impugnatura fasciandola. Il pollice è naturalmente <strong>di</strong>steso lungo il fusto ed esercita una<br />
pressione sufficiente ad eguagliare la pressione esercitata dal palmo e dall’in<strong>di</strong>ce.<br />
Possono anche essere incrociati uno<br />
sull'altro (pollice debole appoggiato su<br />
quello forte) ed esercitare una leggera<br />
compressione verso il basso (tecnica<br />
comunque ormai in <strong>di</strong>suso).<br />
La mano debole avvolge quella che impugna l'arma in modo<br />
che le <strong>di</strong>ta della prima vadano a riempire i vuoti della seconda. I<br />
pollici sono affiancati lungo il fusto.<br />
L’arma va’ tenuta con fermezza, ma senza arrivare alla soglia del tremore. La stessa pressione<br />
deve essere mantenuta anche durante l’azione a fuoco, in quanto un cambiamento <strong>di</strong> presa<br />
nell’impugnatura mentre si esegue l’azione <strong>di</strong> scatto (c.d. “effetto mungitura”) causerà un<br />
cambiamento del punto d’impatto dei colpi nel bersaglio. Una presa troppo stretta provocherà,<br />
inoltre, una rosa <strong>di</strong> colpi bassa mentre una presa troppo leggera una rosa <strong>di</strong> colpi alta, rispetto al<br />
punto <strong>di</strong> mira.<br />
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