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Apicoltura della Valtellina - Associazione Produttori Apistici Sondrio

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Il Miele – prodotto tradizionale<br />

GGeennee rr aalliitàà t<br />

UGeneralità<br />

La storia fra le api e l’uomo è sicuramente molto antica, tanto<br />

che il saccheggio di favi di miele è stato raffigurato in<br />

un'incisione rupestre del mesolitico, 7.000 anni fa. Ma ancora<br />

oggi, nelle popolazioni di cacciatori-raccoglitori, il miele<br />

rappresenta una risorsa alimentare attivamente ricercata.<br />

L’apicoltura vera e propria ebbe inizio quando l’uomo<br />

incominciò a salvaguardare il futuro delle famiglie di api che<br />

scopriva nelle cavità degli alberi o <strong>della</strong> roccia. Gradualmente<br />

singole famiglie che avevano trovato posto in ricoveri naturali<br />

mobili furono concentrate in primitivi apiari. L’apicoltura<br />

nacque e si radicò nelle attività dell’uomo congiuntamente alle<br />

altre attività agricole. Se le prime arnie furono i ricoveri naturali<br />

(quali le cavità nei tronchi),<br />

successivamente l’uomo utilizzò il<br />

sughero o altri tipi di corteccia e<br />

quindi cesti in paglia per costruire<br />

primitive arnie. Nell’antico Egitto,<br />

ma ancor oggi in molte aree del<br />

mediterraneo, le api venivano<br />

ricoverate nelle olle di terra cotta.<br />

Questi vasi d’argilla erano posti<br />

coricati sul terreno e potevano anche essere impilati in file<br />

sovrapposte. In <strong>Valtellina</strong> non è rimasta traccia di tale forma di<br />

allevamento, se non nella parola dialettale che designa l’arnia<br />

“Vasell degl’äv”. L’arnia, ricovero <strong>della</strong> famiglia di api, localmente<br />

viene ancor oggi chiamata vaso; tale italianizzazione è stata<br />

rintracciata anche in un documento di successione del 1594,<br />

steso dal notaio Paolo Galli di Pendolasco (odierno Poggiridenti,<br />

<strong>Sondrio</strong>), in cui vengono elencati i beni di Giovanni Galli, morto<br />

il 20 luglio di quell’anno. Nella quintultima riga di tale<br />

documento vengono citati “Vasi numero ventuno di api, co li<br />

api dentro”.<br />

Nella storia dell’apicoltura, particolare importanza riveste l’arnia<br />

in cesta di paglia o di vimini, che veniva impermeabilizzata con<br />

una copertura in creta o in creta e sterco. In questo caso si<br />

richiama l’attenzione sull’uso greco di porre i cesti rovesciati<br />

verso l’alto con una serie di legnetti ed una copertura di pietra o<br />

di corteccia. In tale caso i favi venivano spesso costruiti dalle api<br />

appesi ai legni mobili posti superiorimente e la sfasatura delle<br />

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