Apicoltura della Valtellina - Associazione Produttori Apistici Sondrio
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Storia dell’apicoltura valtellinese<br />
UUnn ccaassoo ppaarrttiiccoollaarree ee ttrraaggiiccoo ddii iinniizziioo sseeccoolloo<br />
Nella documentazione che abbiamo rintracciato c’è un catalogo<br />
di prodotti apistic i <strong>della</strong> ditta Librina & figlio – Talamona<br />
-<br />
stampato nel 1925.<br />
Librina era un impiegato delle poste che si era appassionato<br />
all’apicoltura; una passione che l’aveva portato a realizzare<br />
un'azienda apistica di consistenti dimensioni. L’esperienza<br />
acquisita, l’intelligenza e l’acuta capacità d’osservazione gli<br />
permisero di scrivere un manuale d’apicoltura che arricchì la<br />
scarsa bibliografia che allora caratterizzava il settore. Il libro fu<br />
accolto in tutta Italia con molte valutazioni positive. Librina non<br />
si accontentò solo di unire all’attività apistica quella didatticaletteraria;<br />
ne intraprese una terza, quella di fornitore di<br />
attrezzatura apistica.<br />
Basta sfogliare l’antico catalogo che abbiamo ritrovato per<br />
cogliere un fascino particolare. Questa pubblicazione è<br />
estremamente curata: dagli ornamenti liberty per la veste grafica<br />
all’impaginazione, dai disegni delle attrezzature alle minuziose<br />
spiegazioni delle stesse. E’ soprattutto l’inventiva del Librina che<br />
colpisce mentre si sfogliano queste pagine ingiallite: alcune<br />
attrezzature sono semplici ed ingegnose considerata l'efficacia,<br />
altre talmente complesse che si avrebbe vorrebbe vederle nella<br />
pratica per valutarne la reale validità. Complessivamente si<br />
colgono le tracce di una personalità fuori del comune e<br />
l’ottimismo di un futuro positivo per l’azienda, tanto da<br />
associarne il figlio ancora ragazzo. Nel 1927, i dissapori con il<br />
Potestà di Talamona Vairetti (anche lui apicoltore), da cui lo<br />
divide tutto, non solo la fede politica, e da cui si sente<br />
perseguitato, giungono al tragico epilogo: Librina lo uccide e<br />
scappa. Giunto al cimitero del vicino paese di Sirta, forse per il<br />
terrore che il suo gesto e la fuga possano danneggiare i<br />
famigliari, si suicida. Il duplice fatto di sangue ebbe una forte eco<br />
a quel tempo: il figlio fu ritirato immediatamente dal collegio<br />
che frequentava e sulla famiglia e sulle sue attività economiche<br />
scese l’immediato silenzio.<br />
Gli articoli del tempo dipingono il delitto come “politico”; in<br />
realtà, dalle informazioni che<br />
siamo poi riusciti a raccogliere, ma<br />
anche dalla lettura attenta <strong>della</strong> documentazione rintracciata,<br />
compare un quadro più umano, di antiche amicizie tradite e di<br />
conseguente rancore. Il Vairetti e il Librina avevano inizialmente<br />
condiviso la fede socialista ed erano soci nell’attività apistica. Poi,<br />
quando il primo aveva intrapreso la carriera politica nel Partito<br />
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