Apicoltura della Valtellina - Associazione Produttori Apistici Sondrio
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Storia dell’apicoltura valtellinese<br />
castagne, uova, uva locale appassita su appositi graticci, grappa e<br />
miele.<br />
La cucina Valtellinese, frugale e povera, era realizzata con i pochi<br />
e semplici ingredienti dei quali ciascuno disponeva e si arricchiva<br />
soltanto nelle grandi occasioni; si sfruttava il forno, già caldo per<br />
la cottura del pane, preparando qualche dolce che all’inizio aveva<br />
per base lo stesso impasto: infatti dal pane di segale si ricavavano<br />
il “panùn” (diventato poi “panettone Valtellinese”)<br />
e le squisite<br />
focacce.<br />
Un tipo di focaccia<br />
particolare è il<br />
“cicc”, a base di pasta di segale,<br />
ricoperta di burro e miele, che<br />
serviva a saggiare la temperatura del<br />
forno.<br />
Il miele si è sempre prestato alle<br />
esigenze <strong>della</strong> cucina per la<br />
caratteristica di potersi sposare a<br />
qualsiasi altro alimento senza mai<br />
perdere il suo gusto originario. E<br />
così assaporiamo il miele di<br />
montagna nella tipica “cupéta”,<br />
dolce al miele e noci racchiuso tra<br />
due cialde, da consumare per<br />
tradizione il 17 gennaio, a S.<br />
Antonio, come pegno <strong>della</strong><br />
consuetudine del “Gabinàt”.<br />
Oppure nelle pastafrolle<br />
“Sebastopoli” del noto e da poco scomparso pasticciere Pietro<br />
Gianoli di Lanzada. E ancora miele nel già citato “cicc”, che in<br />
Valmalenco viene chiamato “cicc balòs”, cotto sul focolare nella<br />
piccola tazza di pietra ollare con latte, uvette, noci e farina gialla<br />
di mais, nato dall’inventiva contadina. Quel sapore in più di<br />
granoturco è inimitabile e non stanca il palato.<br />
Il pane di segale,<br />
o più modernamente i crostini di segale, sono<br />
eccellenti sposati con il miele d’alta montagna.<br />
Attualmente, per praticità di impasto, spesso il miele non viene<br />
più utilizzato nel “panùn”, il dolce tipico dianzi ricordato. In<br />
questi casi vengono a mancare un gusto, un profumo particolare<br />
e quella morbidezza ed elasticità che dona il miele e che gli<br />
additivi non compensano. Una freschezza trattenuta nel tempo,<br />
che ben ricorda chi ha assaggiato il dolce tedesco “Pane d’api”.<br />
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