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A. Camiz (ed.), Progettare Castel Madama. Lettura e progetto dei ...

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Sac<br />

progettare<br />

castel madama<br />

lettura e <strong>progetto</strong> <strong>dei</strong> tessuti<br />

e del patrimonio archeologico<br />

a cura di Alessandro <strong>Camiz</strong><br />

Presentazione di<br />

Giuseppe Strappa<br />

Quaderni del Corso di laurea in Scienze dell’Architettura e della Città<br />

workshop internazionale di progettazione<br />

laboratorio di sintesi finale<br />

prof. G. Strappa A.A. 2007/2008<br />

Testi di<br />

Alessandro <strong>Camiz</strong><br />

Paolo Carlotti<br />

Carmen L. Guerrero<br />

Alessandro Franchetti-Pardo<br />

Nicola Saraceno<br />

Edizioni Kappa


Sac<br />

Quaderni del Corso di laurea in Scienze dell’Architettura e della Città<br />

progettare<br />

castel madama<br />

lettura e <strong>progetto</strong> <strong>dei</strong> tessuti<br />

e del patrimonio archeologico<br />

workshop internazionale di progettazione<br />

laboratorio di sintesi finale<br />

prof. G. Strappa A.A. 2007/2008<br />

a cura di Alessandro <strong>Camiz</strong><br />

Edizioni Kappa<br />

Roma 2011


Quaderni SAC<br />

Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura e della Città<br />

Quaderno n. 1<br />

Direttore<br />

Giuseppe Strappa<br />

Comitato scientifico<br />

Corrado Bozzoni<br />

Daniela Esposito<br />

Marcello Fagiolo<br />

Ben<strong>ed</strong>etto Todaro<br />

Alessandro Viscogliosi<br />

Volume a cura di Alessandro <strong>Camiz</strong><br />

Sito del workshop<br />

http://www.paesaggioarcheologico.info<br />

ISBN 978-88-6514-061-1<br />

© Copyright Edizioni Kappa<br />

Via Silvio Benco 2<br />

00177 - Roma<br />

Editing Anna Rita Amato<br />

Grafica Giacinto Giuliani<br />

Il Volume è stato stampato con il contributo del Comune di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> (S<strong>ed</strong>e del Polo<br />

di Ricerca e Alta Formazione della Facoltà di Architettura “Valle Giulia”), del Co.Tra.L.<br />

Compagnia Trasporti Laziali S.p.A, della IX Comunità Montana del Lazio <strong>dei</strong> Monti Sabini,<br />

Tiburtini, Cornicolani, Prenestini Con il Patrocinio dell’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma<br />

e Provincia<br />

Con il Patrocinio e il contributo della Azienda di Promozione Turistica della Provincia di<br />

Roma.<br />

Immagine di copertina<br />

Mappa del corpo macchioso, bosco di altofusto, e pezzi pascolivi atti anche a seminarsi posto nel territorio<br />

di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> in vocabolo La selva, spettante a S.E. sig.r Marchese D.N. Alessandro<br />

Pallavicini di Parma 1825, Archivio di Stato di Roma, Congregazione speciale di sanità, reg. 601.<br />

SAC - Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura e della Città<br />

Via Antonio Gramsci 53 00197 ROMA, TEL .+39 6 49919133, FAX +39 6 49919240,<br />

http://w3.uniroma1.it/sac, email: sac@uniroma1.it<br />

Laboratorio di lettura e <strong>progetto</strong> dell’architetura LPA - Dipartimento di Architettura e<br />

Costruzione Ar_Cos “Sapienza Università di Roma” http://w3.uniroma1.it/lpa


Indice<br />

Introduzione. Materia materiale costruzione<br />

Giuseppe Strappa, Presidente SAC - Corso di Laurea in Scienze<br />

dell’Architettura e della Città 5<br />

Presentazioni<br />

Franco Cervi, Amministratore delegato Co.Tra.L. S.p.A. 6<br />

Giuseppe Salinetti, Sindaco di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> 7<br />

Michele Civita, Assessore alle Politiche del Territorio<br />

e Tutela ambientale, Provincia di Roma 8<br />

Luigino Testi, Presidente IX Comunità Montana del Lazio 9<br />

Il parco archeologico degli acqu<strong>ed</strong>otti aniensi<br />

Alessandro <strong>Camiz</strong>, Coordinatore scientifico del workshop 10<br />

Dai caratteri del territorio al <strong>progetto</strong> nel centro antico<br />

Paolo Carlotti, Coordinatore del Seminario Territorio 13<br />

<strong>Lettura</strong> e <strong>progetto</strong> dell’organismo urbano e del suo territorio<br />

Alessandro Franchetti Pardo, Coordinatore del Seminario Tessuto 20<br />

<strong>Lettura</strong> archeologica e modificazione contemporanea<br />

Alessandro <strong>Camiz</strong>, Coordinatore del Seminario Archeologia e Progetto 32<br />

Infrastrutture<br />

Nicola Saraceno, Coordinatore del Seminario Infrastrutture 40<br />

Preservation of the archaeological landscape<br />

Carmen L. Guerrero, Upper Level Studio, University of Miami<br />

School of Architecture 44<br />

Bibliografia 46<br />

Cr<strong>ed</strong>iti 47<br />

Ringraziamenti 48


Mappa del corpo macchioso, bosco di altofusto, e pezzi pascolivi atti anche a seminarsi posto nel territorio<br />

di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> in vocabolo La selva, spettante a S.E. sig.r Marchese D.N. Alessandro<br />

Pallavicini di Parma 1825, Archivio di Stato di Roma, Congregazione speciale di sanità, reg. 601.<br />

4


Introduzione. Materia Materiale Costruzione<br />

Giuseppe Strappa, Presidente del corso di Laurea SAC<br />

Scienze dell’Architettura e della Città<br />

Questa pubblicazione riguarda alcune<br />

riflessioni progettuali sull'assetto urbano di<br />

<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> emerse nel corso del<br />

Laboratorio di Sintesi finale da me diretto<br />

nell'anno accademico 2007-8. Il tema presenta<br />

diversi aspetti, a cominciare da quello<br />

didattico.<br />

Al quinto anno di corso lo studente ha quasi<br />

compiuto per intero il proprio corso di studi:<br />

possi<strong>ed</strong>e proprie convinzioni in una disciplina<br />

che chiama essenzialmente a prendere<br />

decisioni, e una propria identità progettuale,<br />

a volte anche marcata. Questo spiega la<br />

varietà degli esiti che qui si presentano e<br />

che sono il risultato di una scelta nella direzione<br />

di rispettare le scelte dello studente,<br />

di seguirlo cercando di coltivarne caratteri<br />

individuali e potenzialità. Il Laboratorio ha,<br />

tuttavia, anche proposto, come è suo compito,<br />

un metodo di lavoro. Questo metodo è<br />

basato sull'interpretazione della realtà<br />

costruita come trasformazione continua,<br />

processo che inizia con il riconoscimento e<br />

l'individuazione della materia trasformata<br />

dalla coscienza dell'artefice in materiale<br />

fino alla costruzione, e che si conclude, al<br />

termine della vita dell'<strong>ed</strong>ificio e <strong>dei</strong> tessuti,<br />

con la rovina. Si legano così, in un unico<br />

problema di interpretazione e <strong>progetto</strong>, i<br />

diversi aspetti che collaborano alla decisione<br />

progettuale, dalle tracce dell'uso antico<br />

del territorio, ai tessuti storici, alle espansioni<br />

recenti. Il tema riguarda la lettura del territorio<br />

e dell'organismo urbano di <strong>Castel</strong><br />

<strong>Madama</strong> e la progettazione di alcuni interventi<br />

ritenuti significativi. Il criterio didattico<br />

impiegato è stato quello di considerare le<br />

scale fondamentali del costruito (territoriale,<br />

urbana, aggregativa, <strong>ed</strong>ilizia) come legate<br />

da uno stesso rapporto di potenziale organicità.<br />

Un rapporto in parte spezzato dalla<br />

crisi contemporanea che l'intero territorio<br />

laziale sta attraversando e che lo studente<br />

architetto è chiamato a sottoporre a critica,<br />

decidendo quali relazioni possono essere<br />

abbandonate, quali ricostruite, quali introdotte<br />

nel nuovo paesaggio, intendendo con<br />

questo termine, in senso antipittoresco, la<br />

forma (l'aspetto visibile) della struttura territoriale.<br />

Anche nell'applicazione di questi criteri il<br />

corso ha lasciato le più ampie libertà di<br />

scelta, limitandosi a proporre alcuni stru-<br />

menti di lettura <strong>ed</strong> a seguire lo studente<br />

nelle proprie valutazioni. Pur con le difficoltà<br />

di un corso al primo anno di attivazione,<br />

gli studenti hanno condotto alcune delle letture<br />

in modo rigoroso e, a volte, innovativo<br />

rispetto alla letteratura consolidata e prodotto<br />

progetti spesso coerenti. Il rapporto<br />

con l'amministrazione di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, i<br />

sopralluoghi effettuati, il workshop tenuto<br />

sul luogo insieme agli studenti della<br />

University of Miami (di cui si presentano<br />

alcuni elaborati) nelle sale del <strong>Castel</strong>lo<br />

Orsini, hanno contribuito a propiziare un<br />

atteggiamento passabilmente realistico <strong>dei</strong><br />

progetti, cosa non sempre agevole nelle<br />

nostre facoltà universitarie. Ne sono prova il<br />

contributo concreto dato dal Laboratorio<br />

alla definizione dell'area vincolata a parco<br />

archeologico in corrispondenza del percorso<br />

degli acqu<strong>ed</strong>otti (contributo inserito nella<br />

variante del PRG approvata dal C.C.), <strong>ed</strong><br />

anche la presentazione <strong>dei</strong> progetti del<br />

Laboratorio nella sala del Consiglio<br />

Comunale di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, che ha<br />

destato vivo interesse. Per questa fertile<br />

collaborazione, che speriamo di continuare<br />

in futuro, vogliamo apertamente ringraziare<br />

il Sindaco del Comune e quanti hanno contribuito<br />

alla riuscita <strong>dei</strong> nostri sforzi didattici.<br />

I temi <strong>dei</strong> progetti hanno riguardato:<br />

1. L'organismo territoriale e urbano di<br />

<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> (lettura del tessuto e <strong>dei</strong><br />

suoi nessi territoriali; riconoscimento della<br />

gerarchia <strong>dei</strong> percorsi e delle polarità; <strong>progetto</strong><br />

di trasformazioni congruenti in sostituzione<br />

dell'attuale espansione ai margini del<br />

tessuto storico);<br />

2. L'espansione contemporanea del centro<br />

urbano e il problema dell'urban sprawl diffuso<br />

in tutto il territorio comunale;<br />

3. Il rapporto con le preesistenze archeologiche,<br />

molto importante soprattutto per la<br />

presenza cospicua degli acqu<strong>ed</strong>otti antichi<br />

e delle rovine nella valle dell'Empiglione.<br />

4. Le infrastrutture territoriali nella valle<br />

dell'Aniene e nel raccordo con l'autostrada,<br />

oggi insufficienti, che rischiano di essere<br />

realizzate in futuro senza alcuna attenzione<br />

al carattere del paesaggio.<br />

5


Franco Cervi<br />

Amministratore delegato, Co.Tra.L. S.p.A.<br />

Era la fine del 2007 quando ci venne<br />

proposto di sponsorizzare il workshop<br />

internazionale “<strong>Progettare</strong> il paesaggio<br />

archeologico” – Designing the archaeological<br />

landscape, un piano di lavoro<br />

ambizioso che avrebbe coinvolto la<br />

Facoltà di Architettura “Valle Giulia”,<br />

specialisti del settore e membri<br />

dell’Upper Level Studio dell’Università<br />

di Miami, fu impossibile non lasciarsi<br />

coinvolgere dall’entusiasmo e dalla<br />

passione mostrata dai promotori. Il<br />

tema correva parallelo alla politica<br />

aziendale: promuovere e valorizzare il<br />

patrimonio culturale regionale attraverso<br />

progetti sostenibili. Argomento<br />

quanto mai attuale e patrocinato, non<br />

soltanto da organismi istituzionali quali<br />

Regione e Provincia, ma anche da<br />

associazioni di categoria più vicine a<br />

Co.Tra.L. come ASSTRA che, in particolare<br />

negli ultimi tempi, ha intensificato<br />

la battaglia verso una mobilità più<br />

sostenibile. Ecco che la proposta per<br />

sua natura, si allineava alla missione e<br />

soprattutto allo spirito aziendale e a<br />

come Co.Tra.L. S.p.A., interpreta le<br />

molteplici funzioni del servizio di trasporto<br />

pubblico. Dunque Co.Tra.L.<br />

v<strong>ed</strong>eva realizzarsi la sinergia intrapresa<br />

in passato, attraverso protocolli d’intesa<br />

con l’Assessorato alla Cultura,<br />

Sport e Spettacolo della Regione<br />

Lazio, con l’Agenzia regionale del turismo,<br />

e risolversi ora, ancora una volta,<br />

in una maggiore promozione del prodotto<br />

Lazio e nel totale rispetto dell’ambiente.<br />

Attraverso i propri veicoli, sempre<br />

più all’avanguardia e sempre meno<br />

inquinanti, la nostra Azienda, grazie<br />

alla peculiarità che la distingue, quella<br />

cioè della capillarità dalla rete di trasporto,<br />

che le permette di servire<br />

anche i paesi più lontani del territorio<br />

regionale, ha contribuito, in modo significativo,<br />

alla valorizzazione del patrimonio<br />

culturale, architettonico, folcloristico,<br />

eno-gastronomico, paesaggistico e<br />

6<br />

molto altro ancora. Per questo motivo,<br />

a nome di Co.Tra.L. S.p.A., ringrazio<br />

per averci scelto e dato l’occasione di<br />

essere presenti al Convegno, ma<br />

soprattutto, di averci reso partecipi <strong>dei</strong><br />

progressi del workshop e della mostra.<br />

Un <strong>progetto</strong> che allo stato embrionale<br />

sembrava ambizioso, oggi trova la sua<br />

affermazione m<strong>ed</strong>iante questa pubblicazione.<br />

Aver in piccola parte, contribuito<br />

alla realizzazione <strong>dei</strong> progetti<br />

degli studenti delle Università di Roma<br />

e di Miami ci inorgoglisce e ci spinge a<br />

migliorare il nostro compito, agevolando<br />

la fruizione <strong>dei</strong> luoghi d’eccellenza<br />

del Lazio. Nel complimentarmi col Prof.<br />

Strappa, con la Prof.ssa Guerrero, con<br />

l’Arch. <strong>Camiz</strong>, con tutti gli studenti, l’augurio<br />

è senz’altro quello di v<strong>ed</strong>er realizzati<br />

altri importanti progetti che palesino<br />

al mondo intero le enormi ricchezze<br />

del nostro territorio. Buon lavoro.


Giuseppe Salinetti<br />

Sindaco di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

L’attenzione riservata a <strong>Castel</strong><br />

<strong>Madama</strong> dai docenti e dagli studenti<br />

del Polo di Ricerca e Alta Formazione<br />

della Facoltà di Architettura “Valle<br />

Giulia”, con il valore aggiunto della partecipazione<br />

e dell’attività di ricerca <strong>dei</strong><br />

docenti e degli studenti dell’Upper<br />

Level Studio della University of Miami -<br />

School of Architecture costituisce motivo<br />

di soddisfazione per il sindaco e la<br />

comunità locale e attribuisce maggior<br />

prestigio alle emergenze storico-artistiche<br />

e paesaggistiche del territorio.<br />

Abbiamo avuto modo di apprezzare<br />

grandemente i risultati delle ricerche e<br />

<strong>dei</strong> progetti prodotti dal Workshop internazionale<br />

di progettazione sostenibile<br />

in area archeologica svoltosi nel gennaio<br />

2008 a cura del Laboratorio di sintesi<br />

finale della Facoltà di architettura<br />

“Valle Giulia” tenuto dal prof. Giuseppe<br />

Strappa e dai suoi collaboratori.<br />

Per noi è stato un grande piacere fornire<br />

il miglior supporto possibile a questa<br />

attività, offrendo spazi e servizi, tra cui<br />

la possibilità di consultare i documenti<br />

conservati presso l’Archivio storico<br />

comunale.<br />

La soddisfazione maggiore è stata<br />

quella di v<strong>ed</strong>ere quanto i progetti elaborati<br />

dagli studenti e più volte presentati<br />

<strong>ed</strong> esposti al pubblico abbiano<br />

generato, in particolare qui a <strong>Castel</strong><br />

<strong>Madama</strong>, interessanti e proficue<br />

discussioni tra i cittadini, i tecnici, gli<br />

operatori della cultura e della politica.<br />

Essi hanno avuto la possibilità di confrontarsi<br />

a un livello qualitativamente<br />

alto con visioni del territorio provenienti<br />

da soggetti esterni alla comunità<br />

locale, che ha una percezione ormai<br />

consolidata e abitudinaria <strong>dei</strong> luoghi.<br />

Un primo effetto positivo delle attività di<br />

studio svolte è stato quello di migliorare<br />

la conoscenza e la consapevolezza<br />

storica <strong>dei</strong> caratteri urbanistici, architettonici<br />

e storico-artistici del nucleo abitato<br />

e delle emergenze archeologiche più<br />

notevoli, come gli acqu<strong>ed</strong>otti romani.<br />

Un secondo segnale di crescita è stato<br />

lo svilupparsi di una dialettica tra l’approccio<br />

conservativo degli abitanti e le<br />

proposte di intervento, talvolta sorprendenti<br />

<strong>ed</strong> estremamente innovative, presentate<br />

dai giovani autori <strong>dei</strong> progetti,<br />

più tesi a migliorare la funzionalità <strong>dei</strong><br />

luoghi e delle strutture che a mantenerne<br />

inalterati i caratteri attuali.<br />

In questa dialettica l’Amministratore è<br />

direttamente coinvolto e sta a lui stimolarla<br />

ulteriormente in modo da giungere<br />

ad un prodotto di sintesi che possa<br />

conciliare le diverse istanze con la più<br />

alta qualità possibile del vivere e dell’abitare<br />

una città <strong>ed</strong> un territorio.<br />

7


Michele Civita<br />

Assessore alle Politiche del Territorio e Tutela ambientale<br />

Provincia di Roma<br />

Valorizzare le risorse culturali e ambientali<br />

è fondamentale per la tutela e lo sviluppo<br />

del territorio.<br />

Un impegno necessario e funzionale anche<br />

alla crescita turistica della provincia di<br />

Roma lungo tutti i suoi itinerari, inclusi quelli<br />

finora meno conosciuti, ma che hanno<br />

moltissimo da offrire per il loro patrimonio<br />

naturalistico e storico-artistico, per la ricchezza<br />

di tradizioni e di cultura enogastronomica.<br />

È proprio in questo ambito che si è mosso il<br />

workshop internazionale "<strong>Progettare</strong> il paesaggio<br />

archeologico, Designing the<br />

archaeological landscape", svoltosi nel<br />

2008 nel <strong>Castel</strong>lo Orsini di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>.<br />

Un <strong>progetto</strong> integrato, nato per portare un<br />

contributo di idee e di cultura in questa area<br />

così ricca di risorse e potenzialità, che ha<br />

preso in esame anche il recupero delle aree<br />

storiche e del tessuto urbano.<br />

Una prospettiva che risponde pienamente<br />

all'obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale<br />

e ambientale locale, per costruire uno<br />

sviluppo equilibrato, con effetti positivi sulla<br />

crescita turistica, economica e sociale del<br />

territorio.<br />

Recuperare e rendere più fruibili al pubblico<br />

i tanti tesori della nostra provincia significa<br />

infatti puntare su una crescita moderna e<br />

sostenibile.<br />

Favorire modalità di fruizione delle destinazioni<br />

turistiche che non siano improntate<br />

soltanto a un consumo veloce e disattento,<br />

ma che assecondino l'esigenza di conoscere<br />

in modo consapevole, piacevole e gratificante<br />

le tante opportunità che la nostra<br />

terra sa offrire ai suoi visitatori, diventa un<br />

obiettivo importante per tutte le amministrazioni.<br />

L’estendersi di una nuova forma di ospitalità,<br />

come “l'albergo diffuso”, che consiste in<br />

una struttura ricettiva "sostenibile" formata<br />

da più <strong>ed</strong>ifici vicini che tra loro, invita al soggiorno<br />

nei piccoli centri storici della<br />

Provincia e della città e contribuisce a valorizzare<br />

destinazioni legate alla natura, ai<br />

laghi, ai percorsi culturali e religiosi, agli iti-<br />

8<br />

nerari storici e archeologici.<br />

Lo studio e la ricerca, accompagnati da<br />

questi nuovi strumenti, saranno la garanzia<br />

per favorire l’accessibilità e la fruizione, ma<br />

anche per riqualificare i nostri preziosi centri<br />

storici, favorendo una crescita che coinvolga<br />

anche gli abitanti del territorio interessato.


Luigino Testi<br />

Presidente IX Comunità Montana del Lazio, <strong>dei</strong> Monti Sabini, Tiburtini,<br />

Cornicolani, Prenestini<br />

Le tematiche e gli argomenti discussi nel<br />

corso del workshop hanno offerto l’occasione<br />

per ribadire l’attualità e l’urgenza con la<br />

quale deve essere affrontata la pianificazione<br />

del territorio, per la tutela e lo sviluppo<br />

delle aree interessate dalle emergenze<br />

archeologiche. Il territorio della IX Comunità<br />

Montana, che comprende l’area della<br />

Sabina Romana e <strong>dei</strong> Monti Prenestini, è<br />

ricchissimo di manufatti archeologici di particolare<br />

pregio non solo storico, ma anche<br />

paesaggistico, come nel caso degli acqu<strong>ed</strong>otti<br />

Romani che hanno segnato storicamente<br />

e visivamente la Valle Empolitana e<br />

le pendici del Monti Prenestini. A fronte di<br />

una ricchezza di giacimenti archeologici e<br />

di beni storico-artistici, che ha attirato nei<br />

nostri centri numerosi studiosi e turisti già<br />

nell’Ottocento non è seguita una politica<br />

attiva di valorizzazione e di tutela che li<br />

mettesse al riparo dai danni del tempo e<br />

dall’azione spesso distruttiva degli interventi<br />

urbanistici. La IX Comunità Montana già<br />

negli anni novanta ha intrapreso una politica<br />

attiva di conservazione capace di ricollegare<br />

le popolazioni al loro territorio, nella<br />

convinzione che la tutela di un manufatto o<br />

di un monumento debba partire dal basso,<br />

prima di tutto attraverso la conoscenza del<br />

bene stesso da parte delle popolazioni<br />

locali cui far seguire operazioni di valorizzazione<br />

di più ampio respiro. In questa prospettiva<br />

è stato realizzato il catalogo generale<br />

di tutti gli <strong>ed</strong>ifici pubblici e privati di interesse<br />

storico-artistico e di quelli religiosi<br />

<strong>ed</strong>ificati tra il IV e la metà del XX secolo,<br />

pubblicato nel volume Patrimonio artistico e<br />

monumentale <strong>dei</strong> Monti Sabini, Tiburtini,<br />

Cornicolani, Prenestini. Nell’ambito <strong>dei</strong> beni<br />

archeologici è stata realizzata un’interessante<br />

mostra itinerante, I monumenti dell’acqua,<br />

cui ha fatto seguito la pubblicazione<br />

del vasto materiale di documentazione e<br />

di studio, riguardante gli acqu<strong>ed</strong>otti romani<br />

che la mostra aveva messo a disposizione<br />

del pubblico. Il campo della conservazione<br />

e della tutela esige dagli Enti preposti interventi<br />

integrati che mettano da parte le per-<br />

formance individuali, per favorire un approfondimento<br />

collettivo della conoscenza e<br />

una familiarità col tempo che appartiene ai<br />

diversi luoghi della nostra esistenza, in cui<br />

l'uomo si deve mettere da parte, a favore di<br />

un lavoro paziente, di ascolto della bellezza<br />

di un paesaggio, di riappropriazione della<br />

sapienza <strong>dei</strong> nostri antenati che hanno<br />

saputo integrare armoniosamente natura e<br />

cultura. Si mescolano allora il rispetto della<br />

natura, l'ascolto <strong>dei</strong> paesaggi stratificati,<br />

l'ingegno e l'abilità di ricercare soluzioni che<br />

rendano leggibili documenti e luoghi per i<br />

quali il tempo si manifesta attraverso forme<br />

quanto mai diversificate - il clima, la vegetazione,<br />

il suolo, ecc - ma che, proprio per<br />

questo, accompagnano e sollecitano il<br />

nostro incontro con il luogo, con i documenti<br />

archeologici e con i beni storico-artistici.<br />

Nell'ambiente l'abbandono delle modalità di<br />

cura del paesaggio storicamente s<strong>ed</strong>imentate<br />

ha determinato una progressiva incuria<br />

del territorio, il cui degrado è andato<br />

aumentando parallelamente all'incremento<br />

dello sfruttamento delle risorse ambientali<br />

(distruzione delle difese naturali <strong>dei</strong> suoli<br />

superficiali, disboscamenti <strong>dei</strong> versanti, attività<br />

di escavazione e estrazione di materiali<br />

dai letti fluviali, eccesso di dissodamento<br />

<strong>dei</strong> suoli agrari, sfruttamento delle risorse<br />

idriche a fini energetici, urbanizzazioni connesse<br />

alla creazione di nuovi ins<strong>ed</strong>iamenti<br />

turistici, formazione di nuove infrastrutture<br />

viabilistiche) alla crescita esponenziale del<br />

potere dell'uomo sulla natura. Attraverso<br />

una complessa e articolata pianificazione<br />

territoriale, per la quale si dovrebbe auspicare<br />

il coinvolgimento degli Enti rappresentativi<br />

del territorio e in cui la scienza archeologica<br />

può essere proposta come strumento<br />

diagnostico di conoscenza sempre più<br />

approfondita, sarà possibile una tutela <strong>dei</strong><br />

resti archeologici come testimonianza di<br />

vicende del passato, ma anche come<br />

memoria da trasferire quanto più possibile<br />

integra, alle future generazioni.<br />

9


Il parco archeologico degli acqu<strong>ed</strong>otti aniensi<br />

Alessandro <strong>Camiz</strong>, Coordinatore scientfico del workshop<br />

Questa ricerca si basa su di una concezione<br />

“non pittoresca” di paesaggio, dove<br />

per paesaggio non si intende quello che<br />

l’uomo percepisce, ma quello che l’uomo<br />

lavorando trasforma, ovvero “quella forma<br />

che l’uomo, nel corso <strong>ed</strong> ai fini delle sue<br />

attività produttive agricole, coscientemente<br />

e sistematicamente imprime al paesaggio<br />

naturale” 1. La Facoltà di Architettura “Valle<br />

Giulia” ha avviato nel 2005 uno studio sul<br />

territorio di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> in seguito ad un<br />

protocollo di intesa con il Comune per un<br />

Polo di Ricerca e di Alta Formazione con<br />

s<strong>ed</strong>e nel <strong>Castel</strong>lo Orsini. Le ricerche di<br />

Storia della città 2, condotte da E. Guidoni 3 e<br />

dalla Associazione Storia della Città, hanno<br />

gettato qui le fondamenta per la costruzione<br />

del centro di eccellenza del più grande<br />

Ateneo di Europa. Il Laboratorio di sintesi<br />

finale diretto da G. Strappa 4 ha assegnato<br />

come tema per l’anno accademico 2007-<br />

2008 l’intero territorio di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

con il fine di coordinare la ricerca con la<br />

didattica. La ricerca si proponeva di studiare<br />

la forma del territorio, i tessuti urbani, le<br />

aree produttive (in particolare quelle rurali)<br />

come sistemi di un unico organismo da articolare<br />

alle diverse scale. Lo studio processuale<br />

delle piante urbane e territoriali, m<strong>ed</strong>iante<br />

la collazione delle fonti catastali<br />

storiche e attuali, era finalizzato alla ricerca<br />

sistematica del processo formativo di ciascun<br />

territorio, per individuare le trasformazioni<br />

possibili, anche m<strong>ed</strong>iante la comparazione<br />

con gli altri comuni della m<strong>ed</strong>ia<br />

10<br />

1<br />

valle dell’Aniene, individuato come possibile<br />

ambito di un distretto culturale.<br />

Nell’ambito <strong>dei</strong> lavori della Agenda 21<br />

locale della Provincia di Roma avevamo<br />

proposto l’azione “workshop internazionale<br />

di progettazione sostenibile in area archeologica”<br />

a seguire il <strong>progetto</strong> “Architettura in<br />

Provincia” avviato da E. Guidoni. Questa<br />

azione è stata svolta con la collaborazione<br />

tra la Facoltà di Architettura e l’upper level<br />

studio, University of Miami School of<br />

Architecture, Prof. C. L. Guerrero. Il convegno<br />

dal titolo “<strong>Progettare</strong> il Paesaggio<br />

archeologico” sul tema degli acqu<strong>ed</strong>otti, i<br />

cui atti sono in corso di stampa, si è svolto<br />

il 27 gennaio 2008 a <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>.<br />

Successivamente trenta studenti, provenienti<br />

dalle due facoltà, hanno lavorato sui<br />

diversi temi del territorio e del centro urbano<br />

e in particolare sui quattro acqu<strong>ed</strong>otti aniensi<br />

(Anio Novus, Anio Vetus, Aqua Marcia,<br />

Aqua Claudia) che attraversano il territorio<br />

di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>. Tra i risultati del workshop<br />

è da evidenziare il vincolo di in<strong>ed</strong>ificabilità<br />

assoluta lungo l’intero tracciato <strong>dei</strong><br />

quattro acqu<strong>ed</strong>otti aniensi nel territorio<br />

comunale, largo 71 m (p<strong>ed</strong>es CCXL) secondo<br />

il modello della antica iugeratio. La<br />

proposta del vincolo di in<strong>ed</strong>ificabilità assoluta<br />

in prossimità <strong>dei</strong> tracciati degli acqu<strong>ed</strong>otti<br />

è stata presentata al Sindaco G.<br />

Salinetti e all’Assessore all’Urbanistica A.<br />

Paolacci <strong>ed</strong> è stata inserita dall’Arch. E.<br />

Cicerchia nella variante generale del PRG.<br />

Questo vincolo è un risultato di portata stra-<br />

2<br />

1. Le tre arcate dell’Anio<br />

Novus, località Osteriola,<br />

<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

(foto dell’autore)<br />

2. Cippo iugerale dell’Aqua<br />

Marcia, <strong>Castel</strong>lo Orsini,<br />

<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

(foto dell’autore)<br />

3. Partizione iugerale in<br />

prossimità del tracciato<br />

di un acqu<strong>ed</strong>otto romano,<br />

schema ricostruttivo<br />

(disegno dell’autore)


ordinaria e costituisce la premessa per la<br />

realizzazione di un grande parco archeologico<br />

degli acqu<strong>ed</strong>otti che, collegando la<br />

alta valle dell’Aniene con Roma,<br />

assumerebbe una dimensione paragonabile<br />

a quella della Grande Muraglia<br />

cinese. L’individuazione del perimetro si è<br />

basata sul tracciato indicato dalla carta<br />

archeologica 5. Tale tracciato, come abbiamo<br />

verificato con le ricerche, presenta<br />

alcune incertezze, specialmente nei tratti<br />

sotterranei. In attesa di studi specifici e<br />

rilievi approfonditi, abbiamo proposto una<br />

fascia di rispetto dell’ampiezza del lato<br />

lungo di uno iugero (ca. 71 m), equivalente<br />

alla partizione agraria in prossimità degli<br />

acqu<strong>ed</strong>otti, in modo da costituire un parco<br />

lineare (corridoio ecologico) incentrato sul<br />

tracciato antico degli acqu<strong>ed</strong>otti e sufficientemente<br />

ampio per contenere eventuali discostamenti<br />

<strong>dei</strong> tracciati reali dalle indicazioni<br />

in letteratura. La disponibilità di<br />

alcuni terreni di proprietà della Università<br />

agraria di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> e il forte interesse<br />

degli archeologi per questo contesto,<br />

suggeriscono di sviluppare l’azione proposta<br />

con il proseguimento degli studi scientifici<br />

sul tema degli acqu<strong>ed</strong>otti, con la ri<strong>ed</strong>izione<br />

del workshop internazionale e infine<br />

con la realizzazione di un grande parco<br />

archeologico degli acqu<strong>ed</strong>otti nel territorio<br />

comunale. Il tracciato degli acqu<strong>ed</strong>otti,<br />

forse la più impegnativa rete infrastrutturale<br />

dell’antichità, ha offerto l’opportunità per<br />

verificare quale sia il livello di permanenza<br />

delle strutture proprietarie del suolo durante<br />

il m<strong>ed</strong>ioevo. Il percorso extraurbano degli<br />

acqu<strong>ed</strong>otti, segnato dalla posizione progressiva<br />

di cippi iugerali ad intervalli regolari,<br />

costituiva con la sua fascia di rispetto<br />

un limite al diritto di <strong>ed</strong>ificare e coltivare.<br />

Analogamente ai suoli attraversati dalle<br />

strade, ma con una rete di manutenzione<br />

molto più impegnativa, questi terreni pubblici,<br />

alla caduta dell’impero subirono alcune<br />

trasformazioni che sono state analizzate<br />

sovrapponendo testimonianze epigrafiche e<br />

monumentali, fonti topografiche, fonti notarili<br />

quantitative e catasti descrittivi moderni,<br />

alla ricerca di eventuali corrispondenze in<br />

grado di delineare l’evoluzione della partizione<br />

agricola del suolo in relazione ai reticoli<br />

iugerali di epoca romana. Si tratta di<br />

un’esemplificazione di metodologie consolidate<br />

- già applicate ai casi urbani - qui<br />

invece sperimentate sul paesaggio agrario.<br />

Il caso di studio della m<strong>ed</strong>ia valle<br />

dell’Aniene è caratterizzato da una alta permanenza<br />

ins<strong>ed</strong>iativa e fronte di cicli antropici<br />

distinti e in molti casi verificabili con una<br />

certa precisione. La m<strong>ed</strong>esima dinamica<br />

ins<strong>ed</strong>iativa potrebbe trovare alcune significative<br />

corrispondenze anche nelle partizioni<br />

proprietarie <strong>dei</strong> suoli urbani durante<br />

l’incastellamento (sec. X-XII). Alcuni <strong>dei</strong><br />

risultati scientifici del workshop sono già<br />

stati pubblicati 6 e divulgati in convegni internazionali<br />

7. I lavori degli studenti sono stati<br />

discussi con la cittadinanza nella sala consiliare<br />

del Comune di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> e<br />

sono stati oggetto di due diverse mostre:<br />

“Materia, Materiale, Costruzione”, Facoltà<br />

di Architettura “Valle Giulia”, Gennaio 2009,<br />

Roma, e ”Itinerari naturalistici e storicoartistici<br />

nel territorio di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>”, 24<br />

aprile - 7 maggio 2009, <strong>Castel</strong>lo Orsini,<br />

insieme alla mostra “I Giganti dell’acqua<br />

Acqu<strong>ed</strong>otti romani del Lazio nelle fotografie<br />

di Thomas Ashby 1892-1925” 8. Il <strong>progetto</strong> è<br />

stato presentato al Forum delle Grandi città<br />

storiche del M<strong>ed</strong>iterraneo e il loro paesaggio,<br />

organizzato da Hispania Nostra sotto<br />

3<br />

11


gli auspici della Agenzia per la cooperazione<br />

internazionale del Ministero degli<br />

Affari Esteri del Governo spagnolo a Tol<strong>ed</strong>o<br />

il 27 -28 giugno 2008, per mettere a confronto<br />

le diverse soluzioni che diverse città<br />

come: Roma (area metropolitana) Tol<strong>ed</strong>o,<br />

Note<br />

1 E. SERENI, Storia del paesaggio agrario italiano, Bari 1961.<br />

2 A. CAMIZ, Palazzo Orsini a <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, “Dimore Storiche” (XXIV/1/2008) pp. 56-58.<br />

3 Cfr. E. GUIDONI, L’archivio, il polo muesale e il patrimonio storico di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>: un <strong>progetto</strong> integrato;<br />

E. DE MINICIS, L’archeologia, la città e il territorio: studi e musealizzazione; I. SERCHIA, Il museo<br />

della città e del territorio per <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>: studio preliminare, Atti del Convegno di Studi “I musei<br />

della città e del territorio per lo studio e la tutela <strong>dei</strong> centri storici e del paesaggio”, 24-25 novembre<br />

2005, <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> (RM), in corso di pubblicazione.<br />

4 G. STRAPPA, Gli acqu<strong>ed</strong>otti e Ashby. Uno sguardo sulle rovine, “Corriere della Sera”, (12 ottobre 2007).<br />

5 C. F. GIULIANI, Forma Italiae, regio I, volumen tertium,Tibur, pars altera, Roma 1966.<br />

6 A. CAMIZ, <strong>Progettare</strong> con i modelli e l’Agenda 21 locale nel paesaggio archeologico, “Architettura<br />

Città”, (4/2009) pp. 88-91; A. CAMIZ, II° incontro, Regione Lazio, Provincia di Roma, Direzione<br />

Regionale per i Beni architettonici e paesaggistici del Lazio: introduzione, “AR” (84/2009) pp. 26-27.<br />

7 A. CAMIZ, Permanenza delle partizioni iugerali nella divisione m<strong>ed</strong>ievale <strong>dei</strong> suoli. La m<strong>ed</strong>ia valle<br />

dell’Aniene, IV Congresso AISU, La città e le Reti, Milano 19-21 febbraio 2009; A. CAMIZ, Iugeral models<br />

for the park of the aqua<strong>ed</strong>ucti aniensi: a new archaeological restraint. <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> (Rome) Italy,<br />

“Landscape and urban form”, ISUF Conference 2008 Artimino, 21-23 November 2008; A. CAMIZ,<br />

Tracciati agricoli m<strong>ed</strong>ievali nel parco archeologico degli acqu<strong>ed</strong>otti aniensi a <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, “Roma<br />

regina aquarum ieri come oggi”, 2 febbraio 2009, Palazzo Altieri, Roma; A. CAMIZ, La sperimentazione<br />

progettuale e i Beni Culturali, “Il <strong>progetto</strong> di restauro e la ricerca storica. Workshop di restauro”, 16 aprile<br />

2008, Acquario Romano, Roma; A. CAMIZ, <strong>Progettare</strong> il paesaggio con le viti: una sperimentazione,<br />

V Convegno di Studi sui Centri Storici della Tuscia. Realtà urbane e paesaggio agricolo, 18 ottobre<br />

2008, Museo della città e del territorio, Vetralla (VT).<br />

8 I giganti dell’acqua: acqu<strong>ed</strong>otti romani del Lazio nelle fotografie di Thomas Ashby (1892-1925), a cura<br />

di S. LE PERA e R. TURCHETTI, Roma 2007.<br />

9 European Landscape Convention, European Treaty Series, No. 176, Florence 20/X/2000.<br />

10 Sapienza ricerca. Chi ricerca trova, Repertorio delle ricerche di eccellenza, Roma 2010, p. 77.<br />

12<br />

Gerusalemme, Istambul, Atene e Tunisi<br />

stanno adottando per le politiche relative ai<br />

Beni Culturali secondo le indicazioni della<br />

Convenzione europea del Paesaggio 9. La<br />

ricerca è stata recentemente presentata<br />

alla iniziativa Sapienza Ricerca 2010 10.<br />

Il perimetro per un vincolo archeologico di in<strong>ed</strong>ificabilità assoluta proposto dal Laboratorio di <strong>Lettura</strong><br />

e Progetto dell’Architettura <strong>ed</strong> inserito dal Comune di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> nella Variante generale del<br />

P.R.G.


Dai caratteri del territorio al <strong>progetto</strong> nel centro antico<br />

Paolo Carlotti, Coordinatore del Seminario Territorio<br />

Il seminario da me diretto all'interno del<br />

Laboratorio di sintesi finale del prof.<br />

Giuseppe Strappa A.A. 2007/08, è stato<br />

articolato alternando alcune lezioni teoriche<br />

(in occasione delle quali sono stati esposti il<br />

criterio e l'approccio disciplinare) con la<br />

proposizione di esempi che hanno esposto<br />

lo stato dell'arte e infine con verifiche storiche<br />

e preprogettuali che hanno offerto l'occasione<br />

preziosa per mettere in pratica<br />

quanto appreso in modo teorico, tanto sull'abitato<br />

antico, quanto sull'intera area<br />

comunale. Ho portato gli studenti lungo un<br />

percorso critico di lettura del paesaggio e<br />

dell'abitato durante il quale hanno progressivamente<br />

acquisito gli strumenti necessari<br />

per l'organizzazione e la rappresentazione<br />

del <strong>progetto</strong>. L'itinerario didattico prev<strong>ed</strong>eva<br />

una serie di riflessioni, che gradualmente<br />

fornivano gli strumenti interpretativi prop<strong>ed</strong>eutici<br />

all'esame critico delle forme e delle<br />

strutture degli organismi architettonici reali,<br />

soprattutto in relazione alla struttura urbana.<br />

Si sono indicate le relazioni estetico-formali<br />

e compositivo-strutturali dell'organismo<br />

architettonico locale e individuati i caratteri<br />

tendenziali del tipo <strong>ed</strong>ilizio in quanto<br />

contributi al <strong>progetto</strong> architettonico contemporaneo.<br />

I progetti, di cui si allegano alcuni<br />

estratti, sono sintetici delle attività svolte da<br />

ciascun gruppo; personalizzati attraverso la<br />

lettura individuale e la soggettiva comprensione<br />

della lezione che storia e cultura<br />

materiale hanno reso riconoscibile nelle<br />

pietre della città e nel disegno ordinativo del<br />

territorio.<br />

Il territorio come testo<br />

C'è un contenuto, un messaggio o un'indicazione<br />

dell'oggetto materiale, del luogo<br />

fisico e dell'organismo architettonico che va<br />

oltre le intenzioni e gli argomenti intesi e<br />

suggeriti da ogni artefice. Un testo, un libro<br />

o un manufatto <strong>ed</strong>ilizio e allo stesso modo<br />

un luogo costruito trasmettono suggestioni<br />

e presentano suscettività che variano in<br />

relazione alle capacità interpretative e progettuali<br />

di chi legge, osserva o vive una<br />

realtà. Parimenti nel paesaggio, come nel<br />

documento antico, si possono acquisire<br />

informazioni e impressioni che l'autore o gli<br />

esecutori non intendevano prospettare; un<br />

territorio può suggerire, esprimere caratteri<br />

o valenze nelle testimonianze storiche<br />

ancora significanti dello spazio antropizzato.<br />

Nel lento processo di formazione e umanizzazione<br />

dell’ambiente originario si derivano<br />

infatti soluzioni tecniche che rendono<br />

col tempo il contesto naturale progressivamente<br />

meno ostile alla presenza dell'uomo.<br />

Tali segni artificiali e strutture rappresentano<br />

la memoria materiale dello sforzo intrapreso<br />

dall'uomo, in quanto soggetto plurale,<br />

nell'adattare il luogo originario alle sue sempre<br />

nuove esigenze. Dunque il territorio è<br />

un ente "organico" (perché espressione<br />

mutevole di tanti) in continua evoluzione, di<br />

cui occorre conoscere le regole che sono<br />

state alla radice <strong>dei</strong> cambiamenti e che dall'originario<br />

status lo hanno condotto fino<br />

all'ultima sistemazione. Parimenti la città è<br />

un organismo 1 in divenire, e non può che<br />

mostrare il suo "essere divenuto", i suoi<br />

caratteri strutturali, passati attraverso<br />

momenti di formazione-trasformazione in<br />

successione, riconoscibili m<strong>ed</strong>iante la ricostruzione<br />

logica e analogica del succ<strong>ed</strong>ersi<br />

delle "fasi", relativamente finite e rappresentabili<br />

graficamente ridisegnando la rappresentazione<br />

geografica depurata di volta<br />

in volta dalle ultime opere realizzate.<br />

Il divenire e il trasformarsi di un territorio,<br />

come quello di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, rimane un<br />

tema importante e allo stesso tempo sconcertante<br />

per il fatto che tante volte preferiamo<br />

esprimere nel <strong>progetto</strong> anziché una<br />

fase in sintonia con il suo divenire l'espres-<br />

13


sione statica delle tensioni maggioritarie del<br />

momento; il protagonismo di un luogo<br />

antropizzato come scena conclusa, piuttosto<br />

che la modesta rappresentazione non<br />

finita del processo. L'analisi dello stato dell'arte<br />

della disciplina del <strong>progetto</strong> urbano e<br />

architettonico denuncia la pr<strong>ed</strong>isposizione<br />

generale e dominante a considerare l'organizzazione<br />

delle forme e delle strutture,<br />

come un prodotto per il presente, ma indica<br />

anche una minoritaria avanguardia interdisciplinare<br />

che, al contrario, intende per <strong>progetto</strong><br />

l'espressione significativa contemporanea<br />

m<strong>ed</strong>iata dagli artefici e la cui bozza<br />

può derivare dalle indagini sul processo<br />

attuato nel tempo e in sinergia con ogni singolo<br />

attore. Emerge la sottile convergenza<br />

delle antitetiche posizioni sul ruolo che passato<br />

e futuro giocano nel <strong>progetto</strong>, particolarmente<br />

attraverso quelle addizioni e quelle<br />

sottrazioni di elementi architettonici significativi<br />

e capaci di esaltare le qualità o, al<br />

contrario, di deprimere il carattere di un<br />

luogo. Il problema della previsione dell'assetto<br />

strutturale per la progettazione del territorio<br />

è allora oggi più importante che mai.<br />

Gli anni recenti ci hanno messo di fronte ad<br />

una profonda crisi disciplinare derivata dall'incertezza<br />

del fare che ha preferito imprimere,<br />

cavalcando la vulgata, forme e<br />

design più pertinenti alla sfera delle arti visive<br />

piuttosto che a quella della costruzione,<br />

di progetti esito di riflessioni e di studi storici<br />

sul paesaggio umanizzato, probabilmente<br />

più adeguati per esprimere scelte com-<br />

14<br />

patibili con l'ambiente e con l'uomo.<br />

L'atteggiamento d'avanguardia va comunque<br />

diffondendosi attraverso la ricostruzione<br />

di quadri antropici e geografico ambientali,<br />

disegnati per suggerire piani di vasta<br />

scala strategici da attuare con microazioni<br />

tattiche dalle ricadute locali, talvolta stimolando<br />

l'innovazione nel territorio anche<br />

attraverso azioni logistiche immateriali (che<br />

lavorano sull'immagine collettiva del territorio)<br />

articolate sul lungo e m<strong>ed</strong>io periodo.<br />

Spazio naturale strutturabile sul crinale Vs.<br />

luogo artificiale consumato di fondovalle<br />

La forma di un luogo varia continuamente e<br />

presenta delle differenze di quota che in<br />

relazione ad altri fattori rispondono diversamente<br />

o inversamente alle istanze economiche,<br />

sociali o culturali della comunità<br />

residente. Esistono alcune componenti<br />

materiali: le caratteristiche <strong>dei</strong> suoli, le componenti<br />

climatiche e le suscettività morfologiche<br />

che influenzano il paesaggio storico.<br />

Queste particolari situazioni geografiche<br />

rappresentano delle discontinuità sul piano<br />

materiale. Se selezioniamo gli elementi e le<br />

strutture che compongono il territorio possiamo<br />

riconoscere una serie completa di<br />

strutture antropiche finite che si ripetono e<br />

che si avvicendano una volta sulla linea del<br />

crinale e un'altra al contrario evidentemente<br />

organizzata sul fondovalle. Ogni azione<br />

umana altera l'ecosistema ambientale (e la<br />

società contemporanea ha effettivamente i<br />

Seminario Territorio, lettura del territorio come organismo regolamentato da connessioni tra i sistemi<br />

viari, ins<strong>ed</strong>iativi, produttivi, urbani.


Seminario Territorio, studio del processo di antropizzazione del luogo. Relazione tra morfologia e<br />

resistenza plastica del rilievo all'utilizzo da parte dell'uomo.<br />

Fase di prima strutturazione: progressione dell'antropizzazione dal crinale al fondovalle.<br />

mezzi per incidere molto e gravemente su<br />

questo insieme) per una nuova "naturalità"<br />

oggetto di una ulteriore trasformazione. Se<br />

valutiamo il territorio antropizzato, o come<br />

dicono i geografi "umanizzato", quale sintesi<br />

della dialettica tra ambiente naturale e<br />

comportamento collettivo -sarà pure<br />

espressione molto arcaica- in connessione<br />

diretta con la morfologia originaria dell'ambiente<br />

fisico, diventa allora strategico l'uso<br />

del crinale 2. Si tratta della s<strong>ed</strong>e privilegiata<br />

(in diretto rapporto al suo variare di quota)<br />

di spostamento, di contatti, di scambi,<br />

ognuno <strong>dei</strong> quali successivamente verrà ad<br />

essere ricollocato in posizione spontaneamente<br />

favorevole quando nuove e risolutive<br />

strutture artificiali saranno capaci di proporre<br />

un nuova "naturalità" del luogo. Sarà perciò<br />

da considerare espressione "moderna"<br />

l'uso, quale luogo produttivo, del compluvio,<br />

del fondovalle che opportunamente mitigato<br />

è reso adatto allo sfruttamento intensivo<br />

da parte di una collettività umana dalla elevata<br />

capacità tecnica. Questo andamento<br />

dall'alto verso il basso con infinite fasi interm<strong>ed</strong>ie<br />

e frequenti destrutturazioni porta ad<br />

allargare sempre di più l'area di pertinenza<br />

(area culturale) di un gruppo culturale dominante,<br />

che è spinto oltretutto a riorganizzare<br />

percorsi e ins<strong>ed</strong>iamenti ad ogni conclusione<br />

di ciclo. E' evidente quanto questo<br />

progressivo spostamento verso estensioni<br />

sempre più ampie, uniformi e in pianura<br />

rappresenti una inclinazione costante e<br />

continua, congruente alla società contemporanea,<br />

che tende in ultimo a rendere<br />

complementari anche aree culturali tradizionalmente<br />

contrapposte, come d esempio<br />

le regioni transfrontaliere mitteleuropee<br />

o la pan-regione eurom<strong>ed</strong>iterranea.<br />

15


Seminario Territorio, studio del processo di antropizzazione del luogo. Relazione tra morfologia e<br />

resistenza plastica del rilievo all'utilizzo da parte dell'uomo. Fase di consolidamento della strutturazione:<br />

densificazione dell'antropizzazione dal fondovalle al crinale.<br />

Note:<br />

1 Il termine organismo ben rappresenta quella condizione della città e del territorio che crescono cambiando<br />

forma e proporzioni, talvolta aggiungendo elementi o sistemi componenti che via via li completano;<br />

così come accade, se l'osserviamo sul lungo periodo, nell'organismo vivente.<br />

2 Chiaramente non qualunque crinale, ma quello che risponde maggiormente alle necessità, alle capacità<br />

e alle suscettività dell'area.<br />

16


Seminario Territorio, studio del processo di antropizzazione del luogo. Confronto tra morfologia e<br />

documentazione storica (serie diacronica delle carte IGM, dal 1895 alla data odierna).<br />

17


A lato: Seminario Tessuto, intervento nella valle dell'Empiglione, analisi archeologico-territoriale; planimetria<br />

di <strong>progetto</strong>; schema di formazione del tessuto di <strong>progetto</strong>; planivolumetrico di <strong>progetto</strong>;<br />

Sopra: pianta piano terra, prospetto delle case in linea, prospetto <strong>dei</strong> dormitori degli studenti, pianta del<br />

piano terra <strong>dei</strong> dormitori degli studenti, piano primo <strong>dei</strong> dormitori degli studenti.<br />

19


<strong>Lettura</strong> e <strong>progetto</strong> dell'organismo urbano e del suo territorio<br />

Alessandro Franchetti Pardo, Coordinatore del Seminario Tessuto<br />

<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, al pari di molti altri centri<br />

minori del Lazio, rappresenta un caso<br />

emblematico del processo che, dopo l'abbandono<br />

degli anni ‘50 e ‘60 del '900, ha<br />

visto una rinnovata fase di espansione<br />

legata a nuove dinamiche, essenzialmente<br />

di tipo pendolare, che si sono create nel<br />

rapporto con le limitrofe città maggiori e con<br />

Roma in particolare. Ciò ha comportato una<br />

crescita che non è avvenuta in prosecuzione<br />

ai processi formativi dell'organismo<br />

urbano preesistente, bensì in un certo<br />

senso al contrario, ovvero configurandosi<br />

come un aggregarsi del costruito a ridosso<br />

del centro storico "dall'esterno", con principi<br />

e caratteri derivanti dall'esperienza delle<br />

zone periferiche <strong>dei</strong> grandi centri urbani e<br />

perciò estranei e disorganici rispetto alle<br />

leggi di crescita del nucleo antico. Più che<br />

di espansione, in questo senso, sarebbe<br />

più opportuno parlare di addensamento o di<br />

proliferazione delle aree marginali <strong>ed</strong> esterne<br />

del nucleo antico. Conseguenza di tale<br />

dinamica è che il centro storico nel tempo<br />

non si è dotato delle strutture specializzate<br />

necessarie al funzionamento della vita della<br />

cittadinanza, cosicché appare oggi abitato<br />

prevalentemente da pendolari e perciò<br />

sostanzialmente disabitato durante l'intera<br />

giornata per venire poi ripopolato solo la<br />

sera. Questo distacco tra luogo di abitazione<br />

e luogo di lavoro spinge i residenti ad<br />

usufruire altrove di quei servizi e luoghi<br />

ricreativi che qualificano normalmente i<br />

centri urbani, i quali rimangono così esterni<br />

all'antico centro abitato. La riduzione del<br />

centro storico, inteso come organismo che<br />

esprime l'abitare come funzione complessa,<br />

fatta di relazioni tra casa e luogo di lavoro,<br />

di studio, di cura e di rapporti sociali, a<br />

semplice luogo per le ore di riposo, ne ha<br />

comportato un profondo snaturamento. Non<br />

solo: tale distacco provoca un progressivo<br />

abbandono anche dell'intero territorio pro-<br />

20<br />

duttivo a cui la città è storicamente connessa.<br />

Anche l'agricoltura, infatti, risente<br />

pesantemente di un uso pendolare del territorio.<br />

La progressiva parcellizzazione <strong>dei</strong><br />

lotti agricoli, esprime infatti una produzione<br />

non più legata ad attività produttive destinate<br />

al commercio, bensì ad un consumo prevalentemente<br />

familiare <strong>dei</strong> prodotti. A questo<br />

fenomeno si accompagna quello parallelo<br />

della incontrollata proliferazione delle<br />

seconde case che producono il fenomeno<br />

dello "urban sprawl" con conseguenze<br />

devastanti per il consumo del territorio sia in<br />

senso economico che ambientale. Nella<br />

città tale dinamica ha per così dire reso<br />

"periferia" ciò che era centro e svuotato di<br />

significato quelle relazioni che, stratificandosi,<br />

avevano nel tempo formato il tessuto<br />

urbano che viene per così dire "enucleato"<br />

dalla città contemporanea, se non progressivamente<br />

abbandonato. <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

non rappresenta, in altri termini, il caso di<br />

un nucleo urbano abbandonato ma, al contrario,<br />

di una città che cresce abbandonando<br />

il suo centro, rinnegando a se stesso<br />

quella dignità di organismo urbano secondo<br />

la quale si è formato e cresciuto per secoli.<br />

Lo studio condotto ha inteso invece proporre<br />

una lettura di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> e del suo<br />

territorio alla luce della nozione di organismo<br />

inteso come esito di un processo formativo.<br />

Nel corso di tale processo si riconoscono<br />

così quelle trasformazioni che risultano<br />

ad esso coerenti, e quindi vitali per il suo<br />

sviluppo, e quelle che viceversa si rivelano<br />

incoerenti, rispetto al processo che ne ha<br />

contrassegnato lo sviluppo urbano. Dalla<br />

lettura sono state quindi individuate le linee<br />

guida delle proposte progettuali che tendono<br />

a restituire a <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> e al suo<br />

territorio un assetto organico. A questo proposito<br />

è stato messo appunto un "master<br />

plan" ovvero un piano generale organico in<br />

grado di accogliere, alle varie scale, le indi-


cazioni progettuali fornite dalla lettura processuale.<br />

Esso, sulla base della lettura del<br />

territorio e <strong>dei</strong> percorsi che nel tempo lo<br />

hanno strutturato, si è sviluppato su quattro<br />

scale d'intervento: quella del centro storico,<br />

quella dell'espansione otto-novecentesca,<br />

quella della recente espansione del secondo<br />

dopoguerra e quella del territorio agricolo<br />

e produttivo.<br />

Centro storico<br />

La lettura delle strutture <strong>ed</strong>ilizie del nucleo<br />

antico, formatosi a partire dal X sec. attorno<br />

al castello, indica una prima fase in cui le<br />

abitazioni si collocano lungo il percorso<br />

matrice posto sul crinale che collegava questo<br />

castello con la via Empolitana. La preesistenza<br />

di tale percorso al nucleo abitato si<br />

riscontra peraltro in alcuni documenti che<br />

attestano l'esistenza di un prec<strong>ed</strong>ente romitorio<br />

nei pressi dell'attuale castello. La successiva<br />

espansione al di fuori della prima<br />

cinta muraria, avvenne in fasi diverse, storicamente<br />

individuate dai riscontri documentari,<br />

con un percorso attorno al castello dettato<br />

dalla posizione acrocorica di quest'ultimo.<br />

L'impulso decisivo alla formazione di<br />

ciò che costituisce oggi il nucleo maggiore<br />

del centro antico, risale all'espansione voluta<br />

da Margherita d'Austria dopo che, nel<br />

1538, era entrata in possesso del feudo di<br />

<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>. La lettura di questa parte<br />

della città, attorno alle antiche mura, ha<br />

condotto al riconoscimento di un impianto<br />

formato essenzialmente da case a corte,<br />

individuate sia m<strong>ed</strong>iante la lettura delle<br />

strutture <strong>ed</strong>ilizie murarie sia attraverso il<br />

riscontro delle planimetrie catastali. Tale<br />

espansione, che risulta in gran parte frutto<br />

di una pianificazione, v<strong>ed</strong>e i lotti di case a<br />

corte attestarsi radialmente lungo un percorso<br />

che segue l'orografia del terreno, a<br />

formare una nuova cinta fortificata costituita<br />

dai recinti stessi delle corti. Tale struttura ha<br />

costituito per secoli la legge di crescita del<br />

tessuto e ne ha guidato la sua trasformazione.<br />

Ancora oggi si riconosce il processo di<br />

consumo delle corti che, progressivamente<br />

intasate, hanno dato luogo alla formazione<br />

di case a pseudo-schiera, basate spesso<br />

sulla dimensione monocellulare. Il successivo<br />

processo di rifusione delle unità ha condotto<br />

poi sia alla formazione di case in linea<br />

che di piccoli palazzetti signorili. Si riconosce<br />

quindi che il processo formativo di<br />

Particolare della planimetria catastale di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, Archivio di Stato di Roma, Catasto rustico<br />

della provincia di Roma, versamento U.T.E., Mappe, <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, I, Comarca 226, V (1858); Foto<br />

aerea.<br />

21


<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> è da secoli proc<strong>ed</strong>uto per<br />

accrescimento di cinte urbane successive<br />

formate dai confini <strong>dei</strong> lotti delle case, in<br />

virtù della nozione di recinto sulla quale<br />

sono basate le case a corte. Si tratta quindi<br />

di un organismo fortemente unitario nel<br />

quale il percorso urbano (dettato dall'orografia),<br />

la distribuzione <strong>dei</strong> lotti, il tipo <strong>ed</strong>ilizio<br />

e la forma del recinto urbano coincidono.<br />

L'analisi del tessuto così condotta ha<br />

evidenziato diversi lotti lungo il margine<br />

esterno che per crolli, abbandoni o demolizioni<br />

recenti, presentano oggi delle anomalie<br />

evidenziate dall'inserimento di tipi <strong>ed</strong>ilizi<br />

e tecnologie improprie. Il metodo seguito<br />

per il <strong>progetto</strong> è stato quello del "riammagliamento<br />

urbano" inteso come strumento<br />

per ricucire il tessuto secondo i caratteri che<br />

gli sono propri. Sono stati così proposti<br />

22<br />

1 2<br />

3 4<br />

alcuni progetti che, partendo dall'impianto<br />

di case a corte, ne ripercorrono lo sviluppo<br />

secondo diverse fasi e modalità di trasformazione<br />

fino alla formazione di tipi derivati<br />

o speciali, intesi come esito di tali trasformazioni.<br />

Conservazione e <strong>progetto</strong> del<br />

nuovo, in questo caso non costituiscono<br />

due termini antitetici, ma al contrario<br />

appaiono complementari e legati insieme<br />

dal metodo della lettura processuale. Il<br />

nucleo antico comprende anche l'espansione<br />

avvenuta nella prima metà del '700 con<br />

la realizzazione della nuova piazza del<br />

"borgo nuovo" che doveva costituire il<br />

nuovo limite urbano. Esso è costituito, in<br />

accordo con quella che abbiamo riconosciuto<br />

come legge di crescita del tessuto, da<br />

un recinto composto da case costituite,<br />

questa volta, da <strong>ed</strong>ifici in linea, intenzional-


mente e razionalmente progettate. Tuttavia,<br />

questo nuovo limite della città, espressione<br />

di una cultura ormai settecentesca, per di<br />

più frutto di un <strong>progetto</strong> prodotto in una area<br />

culturale assai diversa (il feudo di <strong>Castel</strong><br />

<strong>Madama</strong> era passato in proprietà <strong>dei</strong><br />

Pallavicino di Parma) presenta <strong>dei</strong> gradi di<br />

astrazione dal luogo che hanno di fatto<br />

minato il suo rapporto con il centro antico.<br />

La forma di questo recinto, infatti, non è più<br />

dettata dall'orografia del terreno e quindi dal<br />

percorso dal quale si acc<strong>ed</strong>e alle case,<br />

quanto piuttosto dai principi razionali (<strong>ed</strong> in<br />

parte astratti) tipici della incipiente cultura<br />

illuminista. Il risultato è un lungo <strong>ed</strong>ificio che<br />

accoglie al suo interno la nuova porta cittadina,<br />

fiancheggiato da due ali laterali a delimitare<br />

una nuova piazza. Questa (attuale<br />

piazza Garibaldi) che nelle intenzioni <strong>dei</strong><br />

percorso matrice<br />

prime cellule<br />

abitative<br />

addensamento<br />

partizione fondiaria<br />

ipotizzata<br />

dislivelli<br />

Seminario Territorio, lettura<br />

delle fasi formative del centro<br />

storico.<br />

progettisti doveva costituire il nuovo fulcro<br />

urbano, è tuttavia costituita da un piano con<br />

una pendenza talmente accentuata da non<br />

consentire, nella pratica, alcun reale punto<br />

di sosta e da risultare pertanto estremamente<br />

disagevole. Per di più l'<strong>ed</strong>ificio, che<br />

ovviamente si distribuisce in piano, presenta<br />

gli accessi alle abitazioni su di uno stretto<br />

passaggio giocoforza incassato rispetto<br />

al piano inclinato della piazza.<br />

Tutto ciò ha reso questa parte della città di<br />

fatto impraticabile per le normali attività tipiche<br />

di una piazza urbana. Piazza Garibaldi<br />

costituisce a tutt'oggi un problema irrisolto,<br />

uno iato tra l'esterno e l'interno del nucleo<br />

antico. Per restituirle il ruolo che le compete<br />

e per realizzare l'assetto che consenta il<br />

funzionamento per il quale è stata inizialmente<br />

immaginata, la proposta progettuale<br />

5<br />

1. Ricostruzione congetturale della formazione del castello e del romitorio, prime cellule <strong>ed</strong>ilizie del<br />

tessuto del centro storico che si attestano sul percorso matrice.<br />

2. Formazione delle successive cellule abitative sull’area che si affaccia sulla valle dell’Aniene.<br />

3. Nascita di un secondo percorso matrice a ridosso della prima cinta muraria e conseguente attestamento<br />

su di esso di nuove cellule abitative<br />

4, 5. Successivi sviluppi del tessuto e <strong>dei</strong> percorsi.<br />

23


prev<strong>ed</strong>e di riportare l'intera piazza in piano<br />

al fine di realizzare anche un corretto rapporto<br />

fruitivo con l'<strong>ed</strong>ificio che la delimita.<br />

Ciò a comportato la progettazione, al margine<br />

del centro antico, di alcuni <strong>ed</strong>ifici che,<br />

ricostruendo una quinta parzialmente preesistente,<br />

ne continuino la cerchia muraria e<br />

accolgano al loro interno i collegamenti di<br />

risalita. Complementare alla ridefinizione di<br />

piazza Garibaldi, è anche il riassetto dell'area<br />

alla quota superiore, piazza dell'Olmo,<br />

che ritrova così la sua identità di accesso<br />

al centro antico, immaginato completamente<br />

p<strong>ed</strong>onale.<br />

Espansione otto-novecentesca<br />

Al di fuori della nuova porta, all'inizio del<br />

percorso di crinale verso Tivoli, lungo il<br />

quale si è sviluppata la successiva espansione<br />

otto-novecentesca, si è formato,<br />

come di consueto, uno spazio urbano aperto.<br />

Anche questa volta il carattere della crescita<br />

urbana obb<strong>ed</strong>isce spontaneamente<br />

alla legge secondo la quale, seguendo l'orografia,<br />

le case si dispongono su di un percorso<br />

anulare a determinare una nuova<br />

cinta urbana. In questo caso il tessuto si è<br />

disposto lungo un percorso che circonda<br />

una piccola collinetta, denominata Collicelli,<br />

la cui sommità è occupata da una cappella<br />

24<br />

votiva, polo di una processione tradizionale,<br />

rimasta perciò in<strong>ed</strong>ificata e interamente<br />

occupata da alberature (oggi un giardino<br />

pubblico).<br />

Lo spazio aperto tra la porta settecentesca<br />

e la salita ai Collicelli è divenuta di fatto il<br />

nuovo centro urbano. Questo, però, non ha<br />

mai acquistato la valenza di piazza, diventando<br />

di fatto solo luogo di svincolo pur<br />

dovendo assolvere a tutte quelle funzioni<br />

che non hanno potuto trovar luogo nella<br />

adiacente piazza Garibaldi. In particolare la<br />

s<strong>ed</strong>e del Comune si trova oggi inserita in<br />

maniera incongrua nel tessuto seriale di<br />

case in linea che circonda i Collicelli, lungo<br />

un percorso di modeste dimensioni fiancheggiato<br />

su di un lato dalla scarpata della<br />

collina. Si tratta perciò di una collocazione<br />

fortemente antinodale nel quale è inserita<br />

una funzione che per sua natura dovrebbe<br />

invece rappresentare la maggiore nodalità<br />

urbana. Questa complessa serie di problematiche<br />

evidenziate dalla lettura, ha condotto<br />

ad un <strong>progetto</strong> complesso che partendo<br />

dal tessuto, ne sviluppa le sue leggi di<br />

crescita fino a definire un <strong>ed</strong>ificio formato<br />

dall'annodamento del tessuto stesso.<br />

Una serie di vani, in continuità con quelli<br />

preesistenti, sono distribuiti da percorsi<br />

che, "ribaltati" all'interno dell'<strong>ed</strong>ificio, si uniscono<br />

tra loro a formare il "nodo" principale<br />

A B<br />

A. Seminario Territorio, ricostruzione parziale<br />

delle planimetrie catastali del centro urbano<br />

B. Seminario Territorio, schemi <strong>dei</strong> tipi <strong>ed</strong>ilizi


1 2<br />

3 4<br />

5<br />

25


p. 25. Seminario Territorio, lettura del processo di formazione dell'intervento <strong>ed</strong>ilizio 1. Con il raddoppio<br />

orizzontale della cellula elementare si ha una prima specializzazione d'uso <strong>dei</strong> vani. 2.<br />

Determinante nella formazione della casa a corte unifamiliare è la forma di occupazione del lotto strettamente<br />

legata all'orientamento del percorso viario (nord-sud) e al tipo di <strong>ed</strong>ificazione (serie chiusa). In<br />

riferimento a questi fattori, inizialmente il costruito occuperà il lato parallelo alla direzione d'ingresso in<br />

adiacenza al recinto perimetrale del lotto. 3. Insulizzazione: completa plurifamilizzazione del costruito<br />

con utilizzazione monofamiliare delle cellule componenti e conseguente formazione di pseudoschiere<br />

monocellulari. 4. Rifusione delle pseudoschiere monocellulari in schiere pluricellulari su più livelli. 5.<br />

Progetto del Margine urbano: pianta piano interrato, prospettive, sezioni.<br />

dell'<strong>ed</strong>ificio: la sala consiliare, nodo istituzionale<br />

dell'intero Comune. Questo <strong>progetto</strong>,<br />

ripercorrendo le tappe del processo tipico<br />

formativo della città, si ricollega così alla<br />

nozione di palazzo, inteso quale organismo<br />

<strong>ed</strong>ilizio derivato processualmente dal tessuto<br />

urbano e specializzato per ospitare la<br />

s<strong>ed</strong>e di un'identità collettiva: quella appunto<br />

del "Palazzo Comunale" di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>.<br />

26<br />

Espansione recente<br />

Se fino agli inizi del '900 l'espansione di<br />

<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, anche attraverso alcune<br />

incoerenze evidenziate dalla lettura, è proc<strong>ed</strong>uta<br />

con una m<strong>ed</strong>esima legge caratterizzata<br />

da successivi recinti costituiti dalle<br />

case, il secondo dopoguerra, ha visto, viceversa,<br />

un'aggregazione del costruito a


Seminario Territorio, completamento del tessuto e definizione del margine, prospettive, pianta piano<br />

primo.<br />

27


Seminario Territorio, <strong>progetto</strong> di completamento del tessuto di definizione del margine, prospettive.<br />

ridosso nella città consolidata i cui caratteri,<br />

come già detto, tendono a riproporre i modi<br />

propri di una generica periferia metropolitana<br />

slegata dalla nozione di tessuto. L'esito<br />

è stato il proliferare di <strong>ed</strong>ifici che poco o<br />

nulla hanno a che fare con la prec<strong>ed</strong>ente<br />

crescita urbana. In particolare il distacco tra<br />

percorso <strong>ed</strong> <strong>ed</strong>ificio, tipico della palazzina,<br />

ha provocato la frammentazione del tessuto<br />

che nega radicalmente la legge formativa<br />

della città. Lo stesso skyline, oggi, per chi<br />

arriva dalla valle dell'Aniene o dal nodo<br />

autostradale, non permette di leggere in<br />

alcun modo il rapporto tra centro urbano e<br />

28<br />

territorio assai chiaro, invece, fino agli inizi<br />

del secolo scorso. La proposta progettuale<br />

ha teso a recuperare tale rapporto a partire<br />

dalla lettura e valorizzazione <strong>dei</strong> percorsi<br />

principali che si dipartono dal centro storico<br />

e che naturalmente si adattano all'orografia<br />

del terreno. Ciò ha condotto ad un <strong>progetto</strong><br />

che, non potendo ovviamente sanare i<br />

danni prodotti dall'<strong>ed</strong>ilizia recente, costituisce<br />

un'indicazione forte per la futura espansione.<br />

Il <strong>progetto</strong> consiste in un nuovo margine<br />

murario, costituito da un tessuto di<br />

case in linea, dal carattere architettonico<br />

fortemente massivo il quale, collocato su di


Seminario Tessuto, piazza Dante, sezione-prospetto, planivolumetrico, planimetria, prospettiva.<br />

un percorso di collegamento tra due percorsi<br />

principali, contiene e conclude provvisoriamente<br />

l'espansione seguendo l'andamento<br />

dell'orografia: una sorta di nuovo<br />

recinto urbano che realizzi l'espansione in<br />

accordo con i caratteri di quelli prec<strong>ed</strong>enti,<br />

imm<strong>ed</strong>iatamente percepibile per chi arriva<br />

dall'autostrada.<br />

Riassetto del territorio<br />

La lettura del territorio e <strong>dei</strong> percorsi che nel<br />

corso <strong>dei</strong> secoli lo hanno strutturato, indica<br />

<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> come un centro di basso<br />

promontorio, appartenente alla seconda<br />

fase del ciclo di consolidamento, formatosi<br />

in seguito all'abbandono del prec<strong>ed</strong>ente<br />

ins<strong>ed</strong>iamento romano di Castrum Apollonii.<br />

La prima fase di tale ciclo, avvenuta in età<br />

romana, aveva visto la strutturazione delle<br />

due valli che lo delimitano, quelle<br />

dell'Aniene e dell'Empiglione, con la formazione<br />

<strong>dei</strong> percorsi di fondovalle rappresentati<br />

rispettivamente dalla via Tiburtina<br />

Valeria e dalla via Empolitana. Il centro si<br />

forma dunque, a partire dal X sec., nel<br />

luogo di un antico ins<strong>ed</strong>iamento collocato<br />

sul promontorio al termine di un percorso di<br />

29


Seminario Archeologia e Progetto, <strong>progetto</strong> di riqualificazione di Piazza Garibaldi e piazza Mazzini,<br />

prospetto, sezione e pianta delle coperture.<br />

crinale secondario collegato indirettamente<br />

al più antico sistema di percorrenze costituito<br />

dai crinali equo, latino <strong>ed</strong> hernico.<br />

All'epoca romana appartiene anche la realizzazione<br />

di importanti opere infrastrutturali<br />

costituite dal sistema degli acqu<strong>ed</strong>otti provenienti<br />

dall'alta valle dell'Aniene, i cui resti<br />

archeologici oggi punteggiano l'intera area.<br />

Malgrado queste complesse connessioni a<br />

livello territoriale, il promontorio su cui<br />

sorge <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> risulta relativamente<br />

30<br />

isolato, mentre maggiore sviluppo hanno<br />

avuto le zone vallive. La valle dell'Aniene,<br />

racchiusa tra declivi in forte pendenza, è<br />

caratterizzata dalla presenza delle principali<br />

vie di comunicazioni stradali e ferroviaria<br />

a livello regionale, che in vario modo si snodano<br />

al fianco <strong>dei</strong> resti degli antichi acqu<strong>ed</strong>otti.<br />

La sua conformazione orografica non<br />

ne ha permesso però, nel tempo, un forte<br />

sviluppo agricolo e presenta quindi una<br />

scarsa <strong>ed</strong>ificazione, fatto questo che la


ende di grande interesse naturalisticoambientale.<br />

Al contrario la valle dell'<br />

Empiglione, soprattutto verso Tivoli, ha<br />

visto un discreto sviluppo agricolo già presente<br />

in età romana del quale si intrav<strong>ed</strong>ono<br />

probabili tracce di un sistema centuriale.<br />

Anche questa parte del territorio è segnato<br />

dalla presenza <strong>dei</strong> resti degli acqu<strong>ed</strong>otti<br />

che, correndo in elevato, hanno da sempre<br />

caratterizzato la zona e destato grande<br />

interesse archeologico in particolare a partire<br />

dagli studi condotti da T. Ashby alla fine<br />

dell'Ottocento. Si tratta in definitiva di un<br />

sistema territoriale complesso e delicato.<br />

Ma è l'avvento dell'autostrada che ha<br />

segnato negli ultimi decenni il destino di<br />

quest'area che, divenuta s<strong>ed</strong>e di un nodo a<br />

livello regionale e nazionale, presenta oggi<br />

tutte le problematiche ad esso connesse. In<br />

particolare l'attraversamento da parte di un<br />

traffico veicolare pesante, l'attestarsi di<br />

capannoni industriali <strong>ed</strong> il proliferare delle<br />

seconde case con il fenomeno dello "urban<br />

sprawl", sono i principali effetti che minano<br />

l'antico equilibrio del territorio e che per di<br />

più mettono a repentaglio la conservazione<br />

e la fruizione <strong>dei</strong> resti archeologici. Il<br />

<strong>progetto</strong> del Master Plan prev<strong>ed</strong>e una<br />

razionalizzazione dell'area produttiva industriale,<br />

ovviamente in relazione al nodo<br />

autostradale, e contemporaneamente detta<br />

le strategie per la conservazione del territorio<br />

e del suo patrimonio archeologico.<br />

Queste consistono: nella proposta della<br />

realizzazione di un nuovo centro abitato,<br />

lungo la valle dell'Empiglione che accoglie<br />

la s<strong>ed</strong>e dell'università agraria; di un parco<br />

archeologico-fluviale, raggiungibile dalla<br />

stazione ferroviaria di cui si propone un<br />

riassetto. La proposta del nuovo centro<br />

agricolo mira da un lato a contrastare il<br />

fenomeno dello "urban spawl", da un altro<br />

allo sviluppo del sistema agricolo. Il nuovo<br />

centro infatti accoglie, accanto alle abitazioni,<br />

la s<strong>ed</strong>e dell'Università Agraria con i suoi<br />

servizi, dando nuovo impulso all'agricoltura.<br />

Tale centro dovrebbe progressivamente<br />

indurre gli abitanti a sostituire le seconde<br />

case, spesso prive <strong>dei</strong> servizi urbani essen-<br />

ziali, anche immaginando incentivi da parte<br />

del Comune, in cambio di nuove abitazioni<br />

nel nuovo centro dotato di maggiori servizi<br />

<strong>ed</strong> in grado di realizzare una forte coesione<br />

sociale tipica <strong>dei</strong> centri urbani. L'intero <strong>progetto</strong><br />

è stato pensato in maniera organica,<br />

connesso alla viabilità esistente e sviluppato<br />

tra due polarità principali (un centro congressi<br />

e l'università agraria).<br />

Lungo il percorso che connette i due poli si<br />

sviluppano le abitazioni <strong>ed</strong> i servizi con<br />

diversi tipi <strong>ed</strong>ilizi in rapporto alla loro posizione<br />

nel tessuto. A questa proposta che<br />

mira al rilancio della vocazione agricola<br />

della zona si affianca quella della creazione<br />

del parco archeologico fluviale. Il parco,<br />

realizzato m<strong>ed</strong>iante piccole attrezzature<br />

ricettive e operazioni di "land project", permetterà<br />

una nuova fruizione e la lettura <strong>dei</strong><br />

tracciati degli antichi acqu<strong>ed</strong>otti e del territorio<br />

da essi attraversato. Ciò nella convinzione<br />

che il territorio, inteso in modo organico<br />

e ricco delle stratificazioni che lo hanno<br />

nel tempo strutturato, sia oggi la vera risorsa<br />

da cui proc<strong>ed</strong>ere per una corretta salvaguardia<br />

e per uno sfruttamento compatibile<br />

non solo in senso ambientale, ma anche in<br />

senso storico e culturale. Nella società contemporanea<br />

che tende alla progressiva<br />

assimilazione e perdita delle identità culturali<br />

<strong>ed</strong> areali, queste ultime diventano un<br />

bene prezioso, vera ricchezza e patrimonio<br />

che non a caso costituisce oggi una delle<br />

principali fonti di r<strong>ed</strong>dito dell'economia<br />

nazionale. Il turismo, nel mondo globalizzato,<br />

tende ad accentrare l'interesse in pochi<br />

punti nodali (in questo caso la città di<br />

Roma) lasciando fuori dai suoi circuiti patrimoni<br />

di immenso valore. E' questo il caso<br />

<strong>dei</strong> centri minori, custodi silenziosi della<br />

nozione di città intesa come organismo e<br />

del suo processo formativo nel territorio.<br />

Questo processo genera <strong>ed</strong> alimenta i centri<br />

stessi, con le loro stratificazioni profonde<br />

e le loro antiche strutturazioni: le rovine<br />

costituiscono pertanto solo i frammenti,<br />

emergenti dal suolo, di un palinsesto vivo e<br />

ancora in grado di dettare le leggi dello sviluppo<br />

futuro.<br />

31


<strong>Lettura</strong> archeologica e modificazione contemporanea<br />

Alessandro <strong>Camiz</strong>, Coordinatore del Seminario Archeologia e Progetto<br />

“L’arte architettonica degli antichi è veramente una seconda natura,<br />

che opera conforme agli usi e agli scopi civili” 1 .<br />

Il seminario ha analizzato l’intero territorio<br />

archeologico di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, che<br />

include, oltre agli acqu<strong>ed</strong>otti, presenze<br />

notevoli come le rovine di Empulum, per poi<br />

orientarsi soprattutto verso lo studio degli<br />

acqu<strong>ed</strong>otti, o meglio del territorio attraversato<br />

dall’acqu<strong>ed</strong>otto (monumento) come<br />

parte integrante del monumento stesso.<br />

“Quando Sklovskij - il grande estetologo<br />

russo - coniava il termine di ostranenije -<br />

straniamento - a indicare come la «decontestualizzazione»<br />

d’ un brano letterario - ma<br />

in generale d’ un qualsiasi elemento artistico<br />

- portasse ad alterare e spesso ad<br />

accrescere l’ efficacia di quel testo, non<br />

aveva forse considerato il processo inverso:<br />

quanto, cioè, sia importante per il significato<br />

e la valutazione d’ un’ opera d’ arte, il<br />

mantenimento del suo contesto.” 2<br />

Analogamente il ristabilimento delle<br />

32<br />

relazioni tra il monumento e il suo territorio<br />

diventa una delle premesse per il restauro e<br />

la valorizzazione del monumento stesso.<br />

Alcune delle indicazioni provenienti dalla<br />

lettura delle partizioni attuali <strong>dei</strong> suoli agricoli<br />

in prossimità degli acqu<strong>ed</strong>otti sono<br />

state utili per capire alcuni aspetti della<br />

forma del centro storico, come ad esempio<br />

il singolare allineamento del rettangolo<br />

della piazza Garibaldi con il tratto interrato<br />

più lungo dell’Anio novus. La lettura degli<br />

acqu<strong>ed</strong>otti ha contribuito quindi alla<br />

definzione del master plan complessivo per<br />

<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> studiato dal laboratorio di<br />

lettura e <strong>progetto</strong> dell’architettura 3 .<br />

E’ un’assunto teorico del seminario che l’architettura<br />

contemporanea abbia bisogno di<br />

profonde radici nella storia per resistere<br />

all’attuale mercificazione estetizzante del<br />

costruire. Il seminario riconosce pertanto il<br />

Pianta del tracciato degli acqu<strong>ed</strong>otti aniensi nel comune di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, da T. ASHBY, The aqu<strong>ed</strong>ucts<br />

of ancient Rome, London 1908.<br />

Pagina accanto schema ricostruttivo della iugeratio per l’Anio novus, località Osteriola.


carattere processuale della modernità e<br />

individua nel rapporto con l’antico uno degli<br />

elementi fondativi del necessario rinnovamento<br />

del <strong>progetto</strong> contemporaneo.<br />

Il paradigma figurativo moderno, che per<br />

gran parte della storiografia è conseguenza<br />

della rivoluzione industriale, non deve<br />

essere ascritto solo all’universo semantico<br />

macchinista (e oggi digitale) ma soprattutto<br />

allo studio dell’antico, alla poetica del sublime<br />

e del frammento e infine alla significazione<br />

del luogo nei suoi caratteri esemplari.<br />

Per queste ragioni il seminario si rivolge<br />

ai contesti archeologici, per ritrovare<br />

in essi il nesso “non macchinista” con la<br />

modernità.<br />

Il territorio del comune di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> è<br />

parte del distretto culturale della valle<br />

dell’Aniene, insieme a Tivoli e numerosi altri<br />

comuni. <strong>Progettare</strong> lo sviluppo di un distretto<br />

culturale vuol dire localizzare i centri del<br />

distretto (poli), progettare e realizzare<br />

organicamente le principali s<strong>ed</strong>i per le attività<br />

culturali del distretto culturale (nodi) e la<br />

loro rete proattiva di relazioni materiali e<br />

immateriali (percorsi) all’interno di un con-<br />

testo ambientale-paesaggistico basato sul<br />

ciclo dell’acqua.<br />

La costituzione del distretto comporta il<br />

riconoscimento del ruolo attrattore <strong>dei</strong> Beni<br />

Culturali per il rilancio della economia<br />

locale, pertanto i Musei della città e del territorio,<br />

s<strong>ed</strong>i di raccolta sistematica e ostensione<br />

<strong>dei</strong> ritrovamenti materiali, ma anche<br />

luoghi fondamentali di apparizione della<br />

rinascita culturale attraverso le diverse<br />

attività, mostre, seminari, workshop, conferenze,<br />

master, diventano i nodi di una rete<br />

di percorsi territoriali archeologici e naturalistici,<br />

capaci di mettere in relazione i frammenti<br />

del passato e rilanciarli verso una<br />

nuova e organica economia locale.<br />

Lo studio del tracciato degli acqu<strong>ed</strong>otti<br />

aniensi 4, in relazione con il territorio che<br />

attraversano, è il punto di partenza di una<br />

sperimentazione progettuale che dall’approfondita<br />

conoscenza storica e materiale<br />

del contesto è arrivata al radicamento attraverso<br />

la lettura <strong>dei</strong> processi formativi <strong>dei</strong><br />

tessuti urbani e rurali, per raggiungere il<br />

necessario vitalismo m<strong>ed</strong>iante l’operazione<br />

didattica della “modificazione di individui<br />

33


<strong>ed</strong>ilizi”. Il seminario Archeologia e Progetto,<br />

analizzando il rapporto tra gli acqu<strong>ed</strong>otti e il<br />

loro territorio, ha affrontato più in generale il<br />

rapporto tra preesistenze e <strong>progetto</strong> come<br />

ragione fondativa di una maniera di concepire<br />

l’architettura: la continua modificazione<br />

dell’esistente. La modificazione<br />

interpreta il <strong>progetto</strong> di architettura e di paesaggio<br />

come trasformazione materiale che<br />

avviene all’interno di un’area delimitata, ma<br />

che estende le sue relazioni di senso e di<br />

forma agli <strong>ed</strong>ifici adiacenti, al paesaggio <strong>ed</strong><br />

infine al sistema delle preesistenze archeologiche.<br />

L’individuazione delle reti iugerali in<br />

prossimità del percorso degli acqu<strong>ed</strong>otti<br />

aniensi e, nel centro urbano i tessuti storici,<br />

hanno fornito un modello che i diversi progetti<br />

hanno sperimentalmente modificato.<br />

L’assunto teorico del seminario, la permanenza<br />

del sistema iugerale nelle partizioni<br />

agricole attuali, è servito alla costruzione di<br />

una fascia vuota in adiacenza al tracciato<br />

degli acqu<strong>ed</strong>otti (della semiampiezza di 120<br />

pi<strong>ed</strong>i) come sistema segnico per la comuni-<br />

Archivio storico comunale di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, Libro delle piante <strong>dei</strong> fondi posti entro il territorio del<br />

feudo di <strong>Castel</strong> S. Angelo <strong>Madama</strong> di pertinenza dell'Ecc.ma Casa Pallavicino di Parma formato<br />

nell'Anno 1715.<br />

34<br />

cazione del tracciato degli acqu<strong>ed</strong>otti<br />

aniensi alla scala del paesaggio. Uno<br />

schema ordinatore accolto da tutti i progetti<br />

del seminario e che la Variante Generale<br />

del P.R.G. adottata dal comune di <strong>Castel</strong><br />

<strong>Madama</strong>, ha trasformato in vincolo archeologico<br />

monumentale, prefigurando un<br />

grande parco archeologico-naturalistico 5. Il<br />

parco archeologico costituisce una delle<br />

possibilità di sviluppo economico, per la<br />

quantità di siti archeologici noti e ancora da<br />

scavare: la sua natura ambivalente, che<br />

unisce cultura e natura, si presta a costituire<br />

meccanismi virtuosi di attrazione turistica,<br />

ma puo’ diventare anche uno strumento<br />

importante per il radicamento identitario<br />

delle popolazioni locali e per unire in uno<br />

scenario suggestivo la vita all’aperto, la<br />

ricerca scientifica <strong>ed</strong> eventi culturali di<br />

altissimo profilo. Questo parco includerebbe<br />

i tracciati degli acqu<strong>ed</strong>otti 6, già vincolati<br />

7, fino alla riva sinistra dell’Aniene e<br />

potrebbe includere alcune proprietà della<br />

Università agraria di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>.


Valore didattico del <strong>progetto</strong> in area archeologica<br />

Il motivo per il quale proponiamo una didattica<br />

del <strong>progetto</strong> architettonico contemporaneo<br />

incentrata sull’archeologia è che -<br />

soprattutto in Italia - il rudere assume un<br />

valore simbolico notevole: per lo studente il<br />

rudere è la testimonianza vivente (o da risuscitare)<br />

di un passato misterioso. Per<br />

questo motivo le diverse esperienze didattiche<br />

hanno mostrato come gli studenti di<br />

architettura di fronte alla rovina assumono<br />

un atteggiamento riflessivo che li costringe<br />

a considerare il contesto (in questo caso il<br />

contesto archeologico) come parte integrante<br />

del <strong>progetto</strong> di architettura. Spesso<br />

lo studente delle facoltà italiane di architettura<br />

non è in grado di comprendere questa<br />

architettura antica, e allora si interroga sulla<br />

sua reale competenza disciplinare: d’altra<br />

parte la rovina dell’architetura lo riguarda,<br />

perché si tratta di una architettura, seppure<br />

antica, seppure abbandonata. In altre<br />

Seminario Archeologia e Progetto, profilo del tracciato dell'Anio Novus.<br />

parole il rapporto con il contesto archeologico<br />

innesca negli studenti una attenzione<br />

particolare che li porta a considerare il<br />

luogo e i manufatti che vi erano in passato<br />

come un unico organismo. Il processo mentale<br />

di ricostruzione delle relazioni tra le<br />

diverse parti dell’organismo facilita la<br />

trasposizione del m<strong>ed</strong>esimo processo al<br />

<strong>progetto</strong> contemporaneo. Il passaggio più<br />

difficile per la didattica del <strong>progetto</strong> in area<br />

archeologica è l’<strong>ed</strong>ucazione al <strong>progetto</strong><br />

come completamento di fase, ovvero la<br />

scelta di una poetica del silenzio, facilmente<br />

motivabile in questi contesti dalla necessità<br />

programmatica di valorizzare il sito archeologico,<br />

ovvero le architetture in rovina che vi<br />

si trovano. Questo percorso didattico porta<br />

ad un rigore compositivo basato sulla<br />

dialettica figura-sfondo: se la figura principale<br />

è il rudere, l’architettura contemporanea<br />

da proporre assumerà le vesti dello<br />

sfondo, senza nessuna volontà di emergere<br />

in termini di figura. Tale esercizio compositivo<br />

diventa fondamentale nel panorama<br />

Seminario Archeologia e Progetto, <strong>progetto</strong> di parco archeologico naturalistico lungo il fosso<br />

dell’Empiglione.<br />

35


contemporaneo dell’architettura, dove sembrano<br />

prevalere le ricerche finalizzate alla<br />

realizzazione di figure eclatanti piuttosto<br />

che alla costruzione della città tramite tessuti.<br />

Un altro elemento didattico del <strong>progetto</strong><br />

in area archeologica è l’assenza delle<br />

cornice come dato preordinato. Se nel tipico<br />

esercizio didattico progettuale la cornice<br />

viene fornita dal limite del lotto come luogo<br />

ove far comparire le figure compositive, nel<br />

<strong>progetto</strong> archeologico si sovrappongono<br />

diverse cornici, quella del perimetro dell’area<br />

di scavo, quella fornita dai limiti delle<br />

proprietà private e pubbliche attuali, quella<br />

delle indicazioni urbanistiche e <strong>dei</strong> vincoli<br />

archeologici e infine il perimetro dell’architettura<br />

antica ovvero della sua area di<br />

36<br />

pertinenza, molto difficile da determinare<br />

con precisione. Quindi in casi come questo<br />

lo studente si trova ad elaborare figure<br />

architettoniche che insistono su un quadro<br />

complesso e che non possono ridursi ad un<br />

unico soggetto. Se normalmente il <strong>progetto</strong><br />

didattico consiste nella elaborazione di una<br />

figura architettonica (<strong>progetto</strong>) da inserire in<br />

una cornice data (lotto) in questo caso l’esercizio<br />

progettuale consiste piuttosto nella<br />

elaborazione di un sistema complesso di<br />

cornici da attribuire ad un quadro esistente,<br />

il sito archeologico. Solitamente un rudere<br />

si presenta come figura incompleta, figura<br />

deteriorata. In questi contesti il <strong>progetto</strong><br />

contemporaneo può assumere una<br />

relazione indipendente con tali figure senza


pp. 36-37 Seminario Archeologia e Progetto, parco archeologico dell'Acqua Claudia e museo archeologico:<br />

planimetria generale, sezione BB', sezione CC', pianta quota -4,32, prospetto e sezione.<br />

37


scadere nel mimetismo storicista. Si tratta<br />

di un modo di camminare sul suolo classico,<br />

ovvero di costruire il margine dell’antico<br />

come luogo della modernità. Inoltre l’esame<br />

del rudere mette in evidenza la sostenibilità<br />

dell’architettura precapitalista, di fronte alla<br />

quale risulta difficile proporre oggi architetture<br />

contemporanee insostenibili 8. La<br />

reversibilità degli interventi proposti e la<br />

impermamenza si affiancano alla stratificazione<br />

storica con la ricostruzione di percorsi<br />

attuali che intersechino il tessuto antico<br />

e si annodino con quelli antichi in modo<br />

da rivitalizzarli e metterli in confronto con<br />

l’emozione storica. Da Vitruvio ad Alberti,<br />

passando per Pirro Ligorio, Michelangelo,<br />

Bernini, Borromini, agli envois del Prix de<br />

Rome 9, fino a Schinkel, e poi Louis Kahn,<br />

Le Corbusier, per finire ai Libera e Quaroni,<br />

tutti i grandi architetti si sono cimentati con<br />

l’archeologia, dove questa sembra essere<br />

stata più il luogo di una catarsi innovatrice<br />

per l’architettura che il luogo dove seppellire<br />

antichi o moderni stilemi ripetibili.<br />

Modelli archeologici e contesto<br />

Il modello fornito dagli acqu<strong>ed</strong>otti è<br />

sostanzialmente una griglia regolatrice di<br />

passo 240 pi<strong>ed</strong>i, dimensionata secondo il<br />

sistema mensurale romano: tutti i progetti<br />

hanno desunto dal modello l’indicazione di<br />

posizione, di orientamento e forma. Il mod-<br />

Seminario Archeologia e Progetto, divisioni proprietarie<br />

e griglia iugerale, località Casa Maria.<br />

38<br />

ello di spazio vuoto della fascia iugerale è<br />

stato interpretato lasciandolo vuoto e collocando<br />

tutti i progetti al suo margine in modo<br />

da definirne il limite. Inoltre la m<strong>ed</strong>esima<br />

griglia è stata impiegata nella definizione<br />

delle misure degli elementi architettonici,<br />

delle campate strutturali e degli assi accentranti:<br />

ogni <strong>progetto</strong> quindi risuona con la<br />

m<strong>ed</strong>esima frequenza desunta dall’elemento<br />

principale della composizione: l’acqu<strong>ed</strong>otto.<br />

Questa stessa griglia è stata impiegata<br />

nella definizione <strong>dei</strong> suoli interni alla zona<br />

vincolata, da destinare ad apposite colture<br />

agricole produttive come vigne e ulivi. Le<br />

piantumazioni forniscono un’indicazione<br />

alla scala del paesaggio, un segno visibile<br />

della presenza <strong>dei</strong> tracciati, anche quando i<br />

condotti si trovano sottoterra. Il sistema<br />

mensurale romano, che a partire dal pes<br />

arriva fino alla centuria e al saltus ha costituito<br />

quindi un modello immateriale al quale<br />

non è stata possibile applicare alcuna<br />

manipolazione perché significante di per<br />

sé. Soprattutto non si è voluto alterare il<br />

rapporto tra il modello e il suo territorio.<br />

L’uso a fini compositivi del modello fornito<br />

dal sito archeologico, in questo caso, si è<br />

ridotto pertanto alla continuazione in un<br />

processo di trasformazione ancora in atto,<br />

dove la rovina è una delle fasi dell’architettura<br />

10. I risultati di tutti i seminari sono stati<br />

oggetto di due mostre e di una discussione<br />

pubblica con l’amministrazione comunale.<br />

Parco archeologico naturalistico e centro culturale<br />

"Le 3 arcate", planimetria.


Inoltre uno <strong>dei</strong> progetti del seminario<br />

Archeologia e Progetto è stato insignito del<br />

“Premio Archeoclub” durante il XIX<br />

Seminario internazionale e Premio di<br />

Architettura e Cultura urbana di Camerino<br />

nel 2009 11. Il <strong>progetto</strong> in area archeologica<br />

fornisce pertanto alcuni strumenti didattici<br />

per guidare i futuri progettisti verso<br />

Note<br />

architetture conformi anche nei piccoli<br />

centri storici: qui la m<strong>ed</strong>esima poetica del<br />

silenzio e l’equilibrata relazione tra figura<br />

(contesto storico) e sfondo (<strong>progetto</strong>) possono<br />

essere ragionevolmente riproposti e<br />

sperimentati con il preciso fine di ricostituire<br />

un rapporto formale e organico tra la<br />

città storica e il <strong>progetto</strong> contemporaneo.<br />

1 J. W. GOETHE, Viaggio in Italia, 1786.<br />

2 G. DORFLES, Archeologia e paesaggio, un restauro d’atmosfera, “Corriere della Sera” (28 settembre<br />

2005), p. 53.<br />

3 http://w3.uniroma1.it/lpa<br />

4 G. STRAPPA, Gli acqu<strong>ed</strong>otti e Ashby. Uno sguardo sulle rovine, “Corriere della Sera” (12 ottobre 2007).<br />

5 M. ANGRILLI, Reti verdi urbane, Quaderni del Dipartimento di Architettura di Pescara, Roma 2002.<br />

6 I giganti dell’acqua: acqu<strong>ed</strong>otti romani del Lazio nelle fotografie di Thomas Ashby (1892-1925), a cura<br />

di S. LE PERA, R. TURCHETTI, Roma 2007.<br />

7 A. CAMIZ, <strong>Progettare</strong> con i modelli e l’Agenda 21 locale nel paesaggio archeologico, “Architettura<br />

Città”, (4/2009) pp. 88-91.<br />

8 A. CAMIZ, II° incontro, Regione Lazio, Provincia di Roma, Direzione Regionale per i Beni architettonici<br />

e paesaggistici del Lazio: introduzione, “AR” (84/2009) pp. 26-27.<br />

9 L. BASSO PERESSUT, P.F. CALIARI (a cura di), Premio Piranesi. Progetti per Villa Adriana, Themenos<br />

02, Milano 2005.<br />

10 G. STRAPPA, Unità dell’organismo architettonico, Bari 1995.<br />

11 A. DERETTA, S. URAS, Progetto del Museo e del Parco Archeologico dell’Acqua Claudia, “Architettura<br />

e Città” (5/2010) pp. 220-222.<br />

Seminario Archeologia e Progetto, parco archeologico fluviale in località Fosso della Noce, centro<br />

Culturale e Forestale, sezione, pianta, prospetto.<br />

39


Infrastrutture<br />

Nicola Saraceno, Coordinatore del Seminario Infrastrutture<br />

I sistemi infrastrutturali sono un aspetto rilevante<br />

nella definizione <strong>dei</strong> caratteri non solo<br />

funzionali di un territorio. Essi coinvolgono<br />

la sua forma, le direttrici e la qualità del suo<br />

sviluppo. Spesso hanno una scala irriducibile<br />

a quella dell'essere umano e troppo<br />

spesso sono del tutto indifferenti alle qualità<br />

specifiche del territorio. Sono l'ossatura<br />

durevole su cui si innervano e a cui si adattano<br />

fenomeni urbani più o meno mutevoli.<br />

Hanno il ruolo di mettere in relazione cose<br />

e persone e sono naturalmente sistemi<br />

stratificati e interconnessi. I temi presi in<br />

esame dal seminario da me condotto nell'ambito<br />

del Laboratorio di Sintesi finale del<br />

prof. Giuseppe Strappa (A.A. 2007-08)<br />

riguardano le reti della mobilità, le infrastrutture<br />

per l'approvvigionamento energetico,<br />

l'infrastrutturazione che accoglie le attività<br />

produttive, le reti ambientali <strong>ed</strong> ecologiche<br />

e le infrastrutture turistiche. La situazione<br />

40<br />

della mobilità del territorio di <strong>Castel</strong><br />

<strong>Madama</strong> si presenta oggi apparentemente<br />

ambigua. Il centro storico di <strong>Castel</strong><br />

<strong>Madama</strong> osserva infatti, sui due versanti<br />

del crinale su cui sorge, due nodi infrastrutturali<br />

apparentemente equivalenti, la stazione<br />

ferroviaria a nord-ovest e lo snodo autostradale<br />

a sud-est. La ferrovia, sistema premoderno<br />

(risalente al 1888 <strong>ed</strong> elettrificata<br />

tra il 1927 e il 1929) ricalca il tracciato storico<br />

della via Tiburtina-Valeria, che in quel<br />

tratto corre sul fondovalle dell'Aniene. Si<br />

tratta di una linea (la Roma-Pescara) evidentemente<br />

inadeguata tanto al traffico<br />

interregionale verso l'Abruzzo (Roma-<br />

Pescara, sei collegamenti al giorno, circa<br />

240 km in 3h 50'), quanto al traffico pendolare<br />

verso Roma che solo grazie a recenti<br />

adeguamenti (raddoppio del tratto Roma-<br />

Lunghezza e intensificazione <strong>dei</strong> treni fino a<br />

Tivoli) è uscito dalla soglia dell'indecenza<br />

Seminario Infrastrutture, <strong>progetto</strong> di infrastrutture per il ciclo di trattamento <strong>dei</strong> prodotti oleari, planivolumetrico,<br />

sezioni. A lato, pianta del piano terzo, sezione. A pagina 42, prospettive del <strong>progetto</strong>.


per un intorno territoriale della capitale<br />

ancora assai esiguo. Da <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> si<br />

raggiunge Roma sette volte al giorno, il che<br />

vuol dire che il treno non è un'opzione per il<br />

pendolarismo né sembra esserlo nei progetti<br />

di amministrazioni locali e Ferrovie.<br />

Conseguentemente la stazione ferroviaria è<br />

in uno stato di semi-abbandono e offre la<br />

sua modesta architettura al ruolo di pura<br />

testimonianza di un'epoca in cui infrastrutture<br />

e paesaggio intrattenevano un rapporto<br />

istintivamente più armonico. La valle<br />

dell'Aniene si presenta dunque in questo<br />

tratto come un sistema stratificato di componenti<br />

naturalistiche, paesaggistiche e<br />

infrastrutturali molto organico ma decisamente<br />

obsoleto e inefficiente. Una linea ferroviaria<br />

a binario unico, la centrale idroelettrica<br />

che la fronteggia, il fiume, asciugato<br />

dallo sfruttamento energetico, la Tiburtina-<br />

Valeria e persino i lacerti del sistema di<br />

acqu<strong>ed</strong>otti romani testimoniano un passato<br />

infrastrutturale che dalla grandiosità dell'antichità<br />

è ridotto oggi a componente periferica<br />

e depotenziata nel sistema infrastrutturale<br />

dell'area. L'autostrada ha invece un<br />

tracciato ovviamente meno tortuoso e piuttosto<br />

indifferente alle caratteristiche orografiche<br />

del territorio che sono piuttosto accidentate.<br />

L'uscita <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> dista<br />

appena quattro chilometri dal centro abitato<br />

<strong>ed</strong> è situata nella piana dell'Empiglione, fin<br />

ora per lo più risparmiata da uno sviluppo<br />

industriale e commerciale intenso, tipico<br />

delle aree in prossimità <strong>dei</strong> nodi autostradali,<br />

quale ad esempio la Piana del Cavaliere,<br />

poco più a est, in corrispondenza dell'uscita<br />

Carsoli-Oricola della stessa A24.<br />

Lo strabismo con cui il centro abitato di<br />

<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> guarda a questi due sistemi<br />

di connessione con il territorio circostante<br />

è dunque solo apparente. In realtà, in<br />

attesa che la linea ferroviaria venga ammodernata<br />

la mobilità su gomma continua a<br />

presentare vantaggi incalcolabili. All'interno<br />

di quest'ultima anche il trasporto pubblico<br />

su gomma v<strong>ed</strong>e <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> penalizzato<br />

come potenziale nodo di scambio<br />

gomma-gomma in favore di Mandela, preferito<br />

evidentemente per la sua connessione<br />

con l'area sublacense totalmente priva di<br />

collegamenti ferroviari. Il centro storico, infi-<br />

41


ne, ha un accesso monodirezionale che elimina<br />

il traffico veicolare di attraversamento<br />

e rende piuttosto facile la p<strong>ed</strong>onalizzazione<br />

della sua parte sommitale che ne costituisce<br />

l'ins<strong>ed</strong>iamento castellare originario. Il<br />

problema <strong>dei</strong> parcheggi incontra invece difficoltà<br />

non indifferenti per la saturazione<br />

delle aree limitrofe al centro storico.<br />

Conseguenti a questa lunga premessa<br />

sono le strategie di intervento messe in atto<br />

nell'ambito del seminario nella descrizione<br />

e nel <strong>progetto</strong> del territorio di <strong>Castel</strong><br />

<strong>Madama</strong>. Il paesaggio infrastrutturale della<br />

Valle dell'Aniene è stato connotato come<br />

infrastruttura del turismo e del tempo libero,<br />

legata alla valorizzazione e alla messa a<br />

sistema di un patrimonio frammentato <strong>ed</strong><br />

eterogeneo attraverso una pista ciclo-p<strong>ed</strong>onale<br />

attrezzata con strutture ricettive. Gli<br />

affioramenti archeologici degli acqu<strong>ed</strong>otti,<br />

grande infrastruttura lineare ridotta allo<br />

42<br />

stato frammentario e intermittente, vengono<br />

riconnessi e portati a unità con il fiume, con<br />

le sue dighe e centrali idroelettriche, oltre<br />

che con la viabilità storica e con la linea ferrata.<br />

Così la trasformazione della stazione<br />

in nodo di scambio ferro-gomma si radica in<br />

un più realistico processo di ri-connotazione<br />

turistica dell'area.<br />

Il nodo autostradale è invece caratterizzato<br />

dalle opportunità di un territorio perfettamente<br />

collegato alla rete autostradale, poco<br />

compromesso e pertanto ottimale per lo sviluppo<br />

di attività produttive legate al territorio<br />

e alla sua tradizione agricola e culturale. In<br />

questo ambito si è puntato dunque sulla<br />

progettazione di un nodo di scambio che<br />

funzioni insieme come testata di un sistema<br />

produttivo finalizzato alla valorizzazione di<br />

una risorsa produttiva storica del territorio<br />

castellano: il ciclo produttivo dell'olio. In un<br />

unico impianto si concentrano la lavorazio-<br />

Seminario Infrastrutture, Walkaway Aniene, masterplan: A. Info parco; B. Zona sosta con verde<br />

attrezzato, C. Land art; D.Verde attrezzato e giochi bimbi; E. Verde Didattico; F. Info parco; G. Punto<br />

per Birdwatching. Pagina seguente, prospetto ovest, prospetto est, prospettive, planimetria.


Seminario Infrastrutture, Walkaway Aniene, hotel sulla diga Fiumerotto, stazione ferroviaria di <strong>Castel</strong><br />

<strong>Madama</strong>; planimetria; prospetto; sezione B-B'.<br />

ne delle olive e <strong>dei</strong> suoi prodotti derivati (alimentari<br />

e non) la produzione dell'olio, la<br />

produzione di energia elettrica da biomasse<br />

e la depurazione delle acque. Connesso<br />

all'impianto produttivo e alla sua appendice<br />

commerciale è previsto il nodo di scambio<br />

gomma-gomma, consistente in un piccolo<br />

autoporto merci e in un terminale bus in<br />

grado di organizzare la relazione tra mobilità<br />

privata e trasporto pubblico (parcheggio<br />

di scambio) nonché di razionalizzare la<br />

relazione tra le varie scale del trasporto<br />

regionale su gomma. Tale nodo dovrebbe<br />

funzionare come attestazione del futuro<br />

sistema produttivo (ovviamente indeterminato)<br />

fornendo alcune regole ins<strong>ed</strong>iative e<br />

definendone la vocazione (cos'altro è, se<br />

non questo, un'infra-struttura ?).<br />

Infine la soluzione alla relazione tra traffico<br />

veicolare e fruizione p<strong>ed</strong>onale del nucleo<br />

storico si è affrontata attraverso parcheggi<br />

pubblici alle pendici del centro come occa-<br />

sione di definizione del bordo sfrangiato<br />

dell'abitato, in particolare in quelle aree,<br />

molto scoscese, in cui un'articolazione a<br />

terrazze permette di ridefinire un sistema di<br />

spazi pubblici molto aperti sul paesaggio<br />

circostante. Inoltre la ricucitura di tali spazi<br />

attraverso percorsi p<strong>ed</strong>onali di attraversamento<br />

<strong>dei</strong> corpi di fabbrica ricostruisce il<br />

rapporto visivo originario tra il centro e il<br />

paesaggio circostante.<br />

Ciò che costituisce l'aspetto unitario delle<br />

strategie di intervento descritte per le<br />

diverse aree è una concezione convintamente<br />

eteronoma delle infrastrutture che<br />

le considera sempre in funzione di altri usi<br />

del territorio e congiuntamente alla vocazione<br />

generale di un'area. Poiché tali usi e<br />

tali vocazioni discendono da letture articolate<br />

e metodiche del territorio la qualità<br />

maggiore di tale approccio è che le infrastrutture<br />

tendono a radicarsi nel contesto<br />

e, di conseguenza, a farsi architettura.<br />

43


Preservation of the archaeological landscape<br />

Carmen L. Guerrero, Upper Level Studio, University of Miami<br />

School of Architecture<br />

<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> is a municipality in the<br />

Italian region of Lazio. It is locat<strong>ed</strong> approximately<br />

40 km east of Rome in a pr<strong>ed</strong>ominantly<br />

hilly landscape travers<strong>ed</strong> by two<br />

rivers: the Aniene and the Empiglione. The<br />

former from its source at Filettino flows<br />

southward - west, and the latter pours in<br />

Arci-Tivoli. It is along the Aniene river that<br />

the Ancient Romans built four great acqu<strong>ed</strong>ucts:<br />

Anio Vetus, Aqua Marcia, Aqua<br />

Claudia and Anio Novus. Presently only<br />

remains can be found of these aqu<strong>ed</strong>ucts,<br />

which are partially buri<strong>ed</strong>. Nonetheless, the<br />

imposing remains offer a historical and<br />

scenic element to the region. The center of<br />

<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> is locat<strong>ed</strong> on the ridge of a<br />

hill about 454 meters high, which is the<br />

watersh<strong>ed</strong> between the Aniene and the<br />

Empiglione valley. It is surround<strong>ed</strong> by some<br />

mountain groups: Prenestini Mountains to<br />

the south, cover<strong>ed</strong> by forests<br />

of mix<strong>ed</strong> oaks, hornbeams and maples;<br />

Tiburtini Mountains to the east with the<br />

highest peak, Cerrito with its characteristic<br />

round<strong>ed</strong> top; Monti Lucretili to the north,<br />

beyond the river Aniene, which by their<br />

environmental quality are a natural regional<br />

park. The population is roughly 7,000 within<br />

an area of 28.5 kmq. <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> borders<br />

the municipalities of Ciciliano,<br />

Sambuci, San Gregorio da Sassola, Tivoli<br />

and Vicovaro. In Tivoli we find one of the<br />

most valuable ancient monuments-<br />

44<br />

Hadrian’s Villa, whose water supply was<br />

provid<strong>ed</strong> by the ancient aqu<strong>ed</strong>ucts in the<br />

region. During the Renaissance, <strong>Castel</strong><br />

<strong>Madama</strong> gradually develop<strong>ed</strong> as an agrarian<br />

center protect<strong>ed</strong> by the ruling feudal<br />

families, such as, Orsini and Farnese. It<br />

was not until the 19th century that<br />

it transform<strong>ed</strong> into a commercial society,<br />

primarily producing crafts and artisinal<br />

goods. In an effort to preserve and dignify<br />

the ancient architectural heritage of the<br />

acqu<strong>ed</strong>ucts in the region, revitalize the<br />

municipality and accommodate the growing<br />

tourism in the region, the Comune of <strong>Castel</strong><br />

<strong>Madama</strong> has request<strong>ed</strong> the design of a<br />

master plan to include the following program<br />

for the designat<strong>ed</strong> areas on the topographic<br />

plan. In collaboration with Prof. G.<br />

Strappa and arch. A. <strong>Camiz</strong> of the Facoltà di<br />

Architettura Valle Giulia, “Sapienza”<br />

Università di Roma and their students,<br />

Miami students work<strong>ed</strong> in teams of 2-3<br />

developing ideas for the reorganization and<br />

revitalization of two of the areas highlight<strong>ed</strong><br />

on the map. A 3-day charrette and conference<br />

at <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> serv<strong>ed</strong> as project<br />

commencement for the site research conduct<strong>ed</strong><br />

by the studio. During this charrette<br />

both groups of students work<strong>ed</strong> together<br />

with architecture students from Sapienza<br />

University di Roma in gathering site documentation<br />

and developing an initial concept<br />

for the re-design of two areas. The


project dealt with two neglect<strong>ed</strong> areas<br />

within the confines of <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>: a<br />

piazza in the center of the town and a site<br />

containing an open field defin<strong>ed</strong> by frag-<br />

A. Entrance Gate for the archaeological park of<br />

the aqu<strong>ed</strong>ucts, Visitor’s Center, Museum &<br />

Archive, Study Center, Administrative building,<br />

Forestry, Cafeteria.<br />

B. Experimental Area: Restoration pavilion,<br />

Archaeological laboratory, Office, M<strong>ed</strong>ia room,<br />

Center for Landscape Architecture, River sporting<br />

resort.<br />

C. Center for Ecological Activites, underground<br />

display area for the aqu<strong>ed</strong>ucts, Exhibition pavilion,<br />

Canooing Center.<br />

A sinistra, Upper level studio, Aqueous Spa and<br />

Hotel at Osteriola, rendering. Al centro, Museum<br />

of the Anio Novus aqu<strong>ed</strong>uct, planimetria.<br />

ments of the ancient acqu<strong>ed</strong>uct line. The<br />

studio dealt with an urban problem and a<br />

rural problem in which the latter dealt with<br />

intervening in an archaeological site.<br />

D. Castrum Apolloni-Center for M<strong>ed</strong>ieval studies,<br />

Pavillion, Antiquarium, Small forestry building.<br />

E. Naturalistic- Archaeological path along the<br />

Empiglione River, Pavillions, Center for<br />

Naturalistic Activites.<br />

F. The Square of <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>- r<strong>ed</strong>esign of<br />

the two central squares with a new civic center.<br />

G. University Center-Archaeology and<br />

Landscape<br />

H. Excavation areas.<br />

A destra, Upper level studio, New Palazzo<br />

Comunale and Piazza Dante at <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>,<br />

prospettiva.<br />

45


Bibliografia<br />

A. CAMIZ, <strong>Lettura</strong> e <strong>progetto</strong> del paesaggio di_vino nell'Ager Stabianus. "Beyond Pompeii"<br />

the Vesuvian cultural & tourist district, “Hortus - Rivista on-line del Dipartimento di<br />

Architettura e Progettto - "Sapienza" Università di Roma”, Roma 2010, on-line.<br />

A. DERETTA, S. URAS, Progetto del Museo e del Parco Archeologico dell’Acqua Claudia,<br />

“Architettura e Città” (5/2010) pp. 220-222.<br />

A. CAMIZ, <strong>Progettare</strong> con i modelli e l’Agenda 21 locale nel Paesaggio archeologico,<br />

“Architettura e Città” (4/2009) pp. 88-91.<br />

A. CAMIZ, Tipi e modelli sostenibili per architetture novissime. “Architettura e Città” (4/2009)<br />

pp. 191-192.<br />

A. CAMIZ, II° incontro, Regione Lazio, Provincia di Roma, Direzione Regionale per i Beni<br />

architettonici e paesaggistici del Lazio: introduzione, “AR” (84/2009) pp. 26-27.<br />

G. STRAPPA, Quaderni di Architettura e Costruzione, in Sapere/saper fare, l’insegnamento<br />

della progettazione, a cura di D. SCATENA, Quaderni di Architettura e Costruzione, Roma<br />

2008, pp. 13-15.<br />

A. CAMIZ, Per una dinamica <strong>dei</strong> modelli nella didattica dell’architettura: ‘far sapere’, in<br />

Sapere/saper fare l’insegnamento della progettazione, a cura di D. SCATENA, Quaderni di<br />

Architettura e Costruzione, Roma 2008, pp. 100-105.<br />

B. TODARO, Per un recupero del buon senso, in Sapere/saper fare, l’insegnamento della progettazione,<br />

a cura di D. SCATENA, Quaderni di Architettura e Costruzione, Roma 2008, pp.<br />

23-26.<br />

A. CAMIZ, Palazzo Orsini a <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, “Dimore Storiche” (XXIV/1/2008) pp. 56-58.<br />

G. STRAPPA, Gli acqu<strong>ed</strong>otti e Ashby.Uno sguardo sulle rovine, “Corriere della Sera”, (12 ottobre<br />

2007).<br />

I giganti dell’acqua: acqu<strong>ed</strong>otti romani del Lazio nelle fotografie di Thomas Ashby (1892-<br />

1925), a cura di S. LE PERA e R. TURCHETTI, Roma 2007.<br />

M. COSTANZO, Museo fuori dal museo. Nuovi luoghi e nuovi spazi per l’arte contemporanea,<br />

Milano 2007.<br />

A. CAMIZ, Enrico Guidoni e il Museo della Città e del Territorio, Convegno ‘24 Racconti x 24<br />

Musei’, 1 settembre 2007, Roma.<br />

D. MAZZOLENI (a cura di), Raffaele Fabretti, archeologo <strong>ed</strong> erudito. Atti della Giornata di<br />

Studi, 24 maggio 2003, Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, Città del Vaticano 2006.<br />

A. M. IPPOLITO, Il parco urbano contemporaneo. Notomia e riflessioni, Firenze 2006.<br />

M. ANGRILLI, Reti verdi urbane, Quaderni del Dipartimento di Architettura di Pescara, Roma<br />

2002.<br />

European Landscape Convention, European Treaty Series, No. 176, Florence 20/X/2000.<br />

G. STRAPPA, Unità dell’organismo architettonico. Note sulla formazione e trasformazione <strong>dei</strong><br />

caratteri degli <strong>ed</strong>ifici, Bari 1995.<br />

Patrimonio artistico e monumentale <strong>dei</strong> Monti Sabini, Tiburtini, Cornicolani e Prenestini, IX<br />

Comunità montana del Lazio, Tivoli 1995.<br />

E. GUIDONI, Città degli archeologi, città degli architetti, in Roma: archeologia e <strong>progetto</strong>,<br />

catalogo della mostra (Roma, Mercati Traianei, maggio-giugno 1983), Roma 1983, pp. 66-<br />

69.<br />

C. F. GIULIANI, Forma Italiae, regio I, volumen tertium,Tibur, pars altera , Roma 1966.<br />

T. ASHBY, The aqu<strong>ed</strong>ucts of ancient Rome, London 1908.<br />

Siti internet<br />

Corso di Laurea in Scienze dell'Architettura e della Città<br />

http://w3.uniroma1.it/sac/<br />

Laboratorio di lettura e <strong>progetto</strong> dell’architettura<br />

http://w3.uniroma1.it/lpa/<br />

Laboratorio di Sintesi prof. G. Strappa<br />

http://w3.uniroma1.it/strappa<br />

Paesaggio archeologico<br />

http://www.paesaggioarcheologico.info<br />

International Study Centre for Urban Design<br />

http://www.progettazioneurbana.it<br />

46


Workshop <strong>Progettare</strong> il paesaggio archeologico - Designing the archaeological landscape<br />

Workshop internazionale di progettazione sostenibile in area archeologica (azione proposta nel Piano di Azione<br />

locale della Agenda 21 della Provincia di Roma) <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> - Roma - 23 Gennaio - 22 Aprile 2008.<br />

Laboratorio di sintesi finale (Prof. Giuseppe Strappa) FACOLTA’ DI ARCHITETTURA “VALLE GIIULIA”, Upper Level<br />

Studio (Prof. Carmen L. Guerrero) UNIVERSITY OF MIAMI - SCHOOL OF ARCHITECTURE, COMUNE DI<br />

CASTEL MADAMA, AGENDA 21 DELLA PROVINCIA DI ROMA<br />

Con il Patrocinio di:<br />

Regione Lazio, Assessorato allo sviluppo economico ricerca innovazione turismo; Provincia di Roma; Ordine<br />

Architetti PPC di Roma e Provincia; International Seminar on Urban Form- Sezione Italia; Fondo Fabretti; Biblioteca<br />

del Dipartimento ARCOS "Enrico Guidoni"; Conf<strong>ed</strong>erazione Italiana Archeologi - Lazio; RomaEnergia - Agenzia per<br />

l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile del Comune di Roma; Con il Patrocinio e il Contributo della IX Comunità<br />

Montana del Lazio <strong>dei</strong> Monti Sabini, Tiburtini, Cornicolani, Prenestini; Con il Patrocinio e il Contributo della Azienda<br />

di Promozione Turistica della Provincia di Roma; Con il Contributo della Co.Tra.L. S.p.A.<br />

Sponsor tecnici:<br />

Co.Tra.L. Compagnia Trasporti Laziali S.p.A; Azienda di Promozione Turistica della Provincia di Roma; Proloco di<br />

<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>; International Study Centre for Urban Design; Centro Ricerche Sotterranee "Egeria"; Società,<br />

Cooperativa Matrix 96 (Ricerche e servizi archeologici); Conf<strong>ed</strong>erazione Italiana Archeologi - Lazio; Caprioli Aldo,<br />

Cad and Office solutions.<br />

Direttore del Workshop:<br />

Giuseppe Strappa<br />

Coordinatore scientifico del Workshop:<br />

Alessandro <strong>Camiz</strong><br />

Tutors:<br />

Alessandro <strong>Camiz</strong>, Paolo Carlotti, Alessandro Franchetti Pardo, Nicola Saraceno<br />

Comitato Scientifico del workshop:<br />

Spiridione Curuni (Sapienza Università di Roma); Maria Grazia Fiore (Soprintendenza per i Beni Archeologici del<br />

Lazio); Carmen L. Guerrero (University of Miami); Alessandro Guidi (Università degli studi di Verona); Jean-François<br />

Lejeune (University of Miami-American Academy in Rome); Maria Cecilia Mosconi (Biblioteca del Dipartimento di<br />

Architettura e Costruzione “Enrico Guidoni”); Virginia Rossini (Consulta Beni Culturali, Ordine degli Architetti P. P. C.<br />

di Roma e Provincia); Giuseppe Strappa (Sapienza Università di Roma); Ben<strong>ed</strong>etto Todaro (Sapienza Università di<br />

Roma)<br />

Comitato organizzativo del workshop:<br />

Jacob Brillhart (University of Miami); Alessandro <strong>Camiz</strong> (Sapienza Università di Roma); Luciano Chiolli; Giorgio<br />

Fabretti (Presidente Fondo Fabretti); Carlo Germani (Centro Ricerche Sotterranee "Egeria"); Simona Gini<br />

(Biblioteca del Dipartimento di Architettura e Costruzione "Enrico Guidoni"); Francesca Marini (Provincia di Roma,<br />

Ufficio Sviluppo Sostenibile, Dip. V Servizio Ambiente); Andrea Schiappelli (Conf<strong>ed</strong>erazione Italiana Archeologi -<br />

Sezione Lazio); Tom Spain (University of Miami)<br />

Segreteria organizzativa:<br />

Albertina Ronci, Maria S. Bianchi, Maurizia Ruggeri e Viviana Marazza<br />

Progetti di:<br />

Antonio Deretta (pp. 36, 37)<br />

Silvia Uras (pp. 36, 37)<br />

Ylli Taci (p. 30)<br />

Tilde Pirozzolo (p. 30)<br />

Claudia Martinelli (pp. 35, 38)<br />

Giorgia Valsenti (pp. 35, 38)<br />

Francesco Ippolito (p. 39)<br />

Francesco Storto (p. 39)<br />

Flavia Millozzi (p. 39)<br />

Carmela Parrotta (p. 35)<br />

Alessandro Scarabotti (p. 35)<br />

Miriam Vacca (p. 35)<br />

Antonio Suriano (p. 38)<br />

Cynthia Valenzuela (p. 38)<br />

Enrico D'Errico (pp.15, 16, 23)<br />

Antonio Delicata (p. 29)<br />

Pierpaolo Di Matteo (p. 29)<br />

Melissa Domenici (p. 29)<br />

Donia Hopkins (pp. 44, 45)<br />

Timo Hoefs (pp. 44, 45)<br />

Maria Newstrom (pp. 44, 45)<br />

Andrea Rossi (pp. 40, 41)<br />

Anna Rita Amato (pp. 18, 19)<br />

Maria Francesca Piazzoni (pp. 18, 19)<br />

Elena Pellegrini (pp. 42, 43)<br />

Giuliano Primi (pp. 42, 43)<br />

F<strong>ed</strong>erica Durante (p. 29)<br />

Marcello De Felicis (pp. 15, 16, 23)<br />

Paola Fortunato (pp. 15, 16, 23)<br />

Elena Kornapoulos (pp. 15, 16, 23)<br />

Ben<strong>ed</strong>etta Balestra (pp. 27, 28)<br />

Eleonora Ciula (pp. 27, 28)<br />

Giuseppe Zampi (pp. 27, 28)<br />

Rossella David (pp. 24, 25)<br />

Simone Iacovitti (pp. 24, 25)<br />

Pierpaolo Michelangeli (pp. 24, 25)<br />

Rosario Lamberti (pp. 24, 25)<br />

Naomi Ross (p. 44)<br />

Christopher Sowers (p. 44)<br />

Christian Barragan (p. 45)<br />

Brian Lemmerman (p. 45)<br />

Rachel Thomas (p. 45)<br />

Elena Persiani (pp. 40-41)<br />

Alfr<strong>ed</strong>o Montano (pp. 40-41)<br />

47


Si ringrazia il Marketing e Relazioni Istituzionali della Co.Tra.L. S.p.A. per la gentile partecipazione.<br />

Si ringraziano per la collaborazione:<br />

Giuseppe Salinetti, Sindaco di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

Amerina Paolacci, Assessore all’urbanistica del Comune di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

Claudio Mancini, Assessore allo ASiluppo Economico, Ricerca, Innovazione, Turismo, Regione Lazio<br />

Alfr<strong>ed</strong>o Scardala, Presidente della Pro-loco di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

Zaccaria Mari, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio<br />

Armando Pistoia, Assessore alla Cultura del Comune di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

Dina Salinetti, Consigliere delegato per la tutela e la valorizzazione del Patrimonio naturale, Culturale e storico artistico,<br />

e per i rapporti con la facoltà di Architettura “Valle Giulia”del Comune di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

Virginia Rossini, Consigliere delegato ai Beni Culturali dell'Ordine Architetti P.P.C. di Roma e provincia -<br />

Responsabile della Consulta <strong>dei</strong> BB.CC.<br />

Flavia De Bellis, Responsabile Archivio Storico Comunale di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

Paola Onorati, Co.Tra.L. S.p.a.<br />

Giulio Ciotola, Direttore della Azienda di promozione Turistica della Provincia di Roma<br />

Giovanni Carapella, Presidente della commissione Lavori Pubblici della Regione Lazio<br />

Fabrizio Garofoli, Sindaco del Comune di S. Gregorio da Sassola<br />

Am<strong>ed</strong>eo Rossi, Sindaco del Comune di S. Vito Romano<br />

Franco Vicinanza, Assessore alla Cultura del Comune di Nerola<br />

Beatrice Sforza, Assessore alla Cultura del Comune di Vivaro Romano<br />

Giorgio Fabretti, Presidente del Fondo Fabretti<br />

Sara del Gobbo, Provincia di Roma, Dip. V. Serv. Ambiente Uff. sviluppo sostenibile<br />

Vincenzo Vita, già Assessore alle Politiche Culturali e ai sistemi informativi territoriali della<br />

Provincia di Roma<br />

Rita Turchetti, Curatrice della mostra “I giganti dell’acqua. Acqu<strong>ed</strong>otti romani del Lazio nelle fotografie di Thomas<br />

Ashby. 1892-1925”.<br />

Anna Maria Ramieri, Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma<br />

Elisabetta Cicerchia, Architetto progettista della variante del PRG di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />

48<br />

finito di stampare nel mese di febbraio 2011<br />

Edizioni Kappa Roma


La collana <strong>dei</strong> Quaderni del<br />

Corso di Laurea in Scienze<br />

dell’Architettura e della Città<br />

(SAC) raccoglie i risultati delle<br />

ricerche, nelle loro componenti<br />

disciplinari, riguardanti le questioni<br />

metodologiche dell’insegnamento<br />

dell’architettura.<br />

ISBN 978-88-6514-061-1<br />

PREZZO 8,50 €

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