Recupero bovini a fine carriera - CIA - UNICAM - Assam
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PREMESSA REMESSA<br />
Del bovino si consuma tutto, tranne il “muggito”. È un’antica massima valida sempre, sia nel<br />
vecchio mondo rurale, sia oggi nella società degli sprechi e del benessere.<br />
Sono però mutate completamente le utilizzazioni inerenti alle varie parti dell’animale macellato.<br />
Sangue e grasso, consumati direttamente nel passato, sono oggi destinati all’industria di<br />
trasformazione, mentre cuore, polmoni, milza, ecc. “prelibatezze della famiglia contadina”<br />
costituiscono la materia prima per la preparazione di alimenti per cani e gatti.<br />
Si può affermare pertanto che del cosiddetto “quinto quarto”, attualmente solo fegato (e non<br />
sempre), trippa e coda sono impiegati nell’alimentazione umana.<br />
Fino ad epoca recente il macello acquistava ed utilizzava totalmente i quarti (due anteriori e due<br />
posteriori) dell’animale, distribuendo il costo totale della carcassa secondo la qualità dei tagli.<br />
L’evoluzione dei consumi ha portato l’acquirente a privilegiare le parti più nobili dell’animale,<br />
presenti quasi esclusivamente nei gruppi muscolari del quarto superiore, emarginando i tagli di<br />
minore qualità, appannaggio così dell’industria.<br />
Nell’allevamento bovino, la vacca da riproduzione, la cosiddetta “fattrice”, o quella specializzata<br />
per la produzione di latte, dopo un lungo sfruttamento economico viene avviata al macello, spesso<br />
in pessime condizioni, soprattutto per quanto concerne la resa in carne. Questa si presenta in<br />
genere ricca di tessuto connettivo, povera di muscolo, a volte flaccida e sierosa, sempre molto dura<br />
alla masticazione.<br />
Per la verità negli ultimi anni si è abbreviata la vita dell’animale (6-7 anni, contro i precedenti 12-14<br />
anni) per cui si può affermare che oggi, specie nelle razze specializzate da carne, la vacca a <strong>fine</strong><br />
<strong>carriera</strong> fornisce una carne che si può definire la vera alternativa a quella del “manzo” di antica<br />
memoria, cioè del bovino castrato e macellato in età non avanzata.
Questo ovviamente purchè l’animale arrivi alla macellazione in idoneo stato fisico. Se invece si<br />
constata un suo diffuso stato di magrezza, occorre prevedere una fase iniziale di preparazione (di<br />
maggior durata), in cui l’animale riceverà razioni alimentari a medio contenuto di proteine, ed una<br />
seconda fase, detta di “finissaggio” (più breve), con somministrazione di razioni alimentari a più<br />
basso livello proteico.<br />
Le vacche a <strong>fine</strong> <strong>carriera</strong>, specie se provenienti dalle razze da carne e con un adatto stato di<br />
ingrassamento forniscono carne di buona qualità, che se adeguatamente proposta e preparata e<br />
apprezzata dal consumatore con discreti prezzi di mercato.<br />
Nonostante ciò per molti allevatori il bovino a <strong>fine</strong> <strong>carriera</strong>, più che una risorsa economica, continua<br />
a rappresentare un problema, visto le cifre irrisorie ottenute dalla sua vendita e per contro le norme<br />
vigenti in materia di smaltimento delle carcasse.<br />
OBIETTIVI BIETTIVI<br />
Il progetto di ricerca elaborato da Università di Camerino, Ancona e Bologna unitamente alla <strong>CIA</strong><br />
Marche intende perseguire i seguenti obiettivi:<br />
1. dare valore ai <strong>bovini</strong> maschi e femmine arrivati a <strong>fine</strong> <strong>carriera</strong>, sia di razze da carne che da<br />
latte, attraverso l’individuazione di idonei processi di lavorazione e trasformazione delle<br />
carni;<br />
2. individuare le vie di commercializzazione in grado di garantire un maggiore valore<br />
aggiunto all’animale arrivato a <strong>fine</strong> <strong>carriera</strong>;<br />
3. definire una gamma di possibili prodotti trasformati, anche di tipo innovativo, capaci di<br />
valorizzare i principali tagli della carcassa degli animali a <strong>fine</strong> <strong>carriera</strong>;<br />
4. mettere a punto specifici disciplinari di produzione ed accordi di filiera sia ai fini della<br />
certificazione del prodotto, che dalle garanzie offerte al produttore ed al consumatore.
ATTIVITÀ TTIVITÀ<br />
Il perseguimento dei precedenti obiettivi avverrà attraverso le seguenti attività:<br />
1. valutazione delle carcasse degli animali a <strong>fine</strong> <strong>carriera</strong> eseguita secondo le metodiche tradizionalmente in<br />
uso nella Regione;<br />
2. realizzazione delle prove di trasformazione e lavorazione delle carni;<br />
3. analisi critica sui prodotti trasformati realizzabili con carni bovine;<br />
4. valutazione delle proprietà chimica la quantità totale di proteine e ceneri; la componente lipidica nelle<br />
frazioni dei trigliceridi e dei fosfolipidi, con le loro frazioni acidiche, fisiche (pH, ritenzione idrica, colore<br />
della carne) per insaccati esaminate le principali componenti batteriche delle carni trasformate provenienti<br />
da tagli destinati al consumo diretto;<br />
4 bis. studio sulle proprietà chimico fisiche dei prodotti trasformati;<br />
5. realizzazione di panel test di valutazione dei prodotti trasformati attraverso:<br />
a) predisposizione di schede di valutazione relative ai diversi prodotti realizzati a seguito della<br />
sperimentazione;<br />
b) addestramento di un apposito panel di valutatori.<br />
6. analisi economica del valore aggiunto ottenuto dal prodotto trasformato;<br />
7. predisposizione di disciplinari di produzione per i prodotti ottenuti;<br />
8. valutazione dei canali di commercializzazione dei prodotti trasformati ed analisi delle filiere;<br />
9. realizzazione di azioni di promozione:<br />
a) incontri con gli operatori della filiera per illustrare le problematiche progettuali ed i risultati<br />
ottenuti;<br />
b) incontri con i consumatori per evidenziare la validità della carne del bovino a <strong>fine</strong> <strong>carriera</strong> e dei<br />
prodotti trasformati ottenuti;<br />
c) elaborazione e distribuzione di materiale illustrativo del progetto e dei risultati acquisiti;<br />
d) redazione di pagine web relative al progetto, da tenere costantemente aggiornate con i risultati<br />
ottenuti;<br />
e) organizzazione convegno finale in cui presentare all’esterno i risultati della sperimentazione.