IL VARO DELLA REGIA NAVE ANDREA DORIA - Marina Militare
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<strong>IL</strong> <strong>VARO</strong> <strong>DELLA</strong> <strong>REGIA</strong> <strong>NAVE</strong> <strong>ANDREA</strong> <strong>DORIA</strong><br />
30 marzo 1913<br />
ALBERTO SCARAMUCCIA<br />
“L’accoglienza che La Spezia ha fatto ai Sovrani è stata commovente ...<br />
Dalla marina alla stazione per un percorso lunghissimo la folla era<br />
impressionante ...<br />
Il varo dell’Andrea Doria è stato il più imponente per folla, per eleganza, per<br />
ordine che sia mai avvenuto alla Spezia. È una festa che si ripete con commozione e<br />
interesse economico per la nostra città ...<br />
I forestieri sono tornati avendo solo in mente la grandiosità della cerimonia e la<br />
( 1)<br />
commozione del momento solenne”.<br />
Così l’editoriale del Corriere della Spezia, prestigioso foglio locale, a<br />
commento del varo di una moderna corazzata, la seconda ad essere intitolata<br />
all’ammiraglio genovese Andrea Doria. La nave viene battezzata domenica 30<br />
marzo 1913, un secolo fa, quindi, nell’Arsenale <strong>Militare</strong> Marittimo della Spezia.<br />
Le fa cornice un tripudio che si diffonde per la Città colma di folla<br />
festante.<br />
Alla figura del grande uomo di mare il neonato Regno d’Italia aveva già<br />
(1) Corriere della Spezia, 5 aprile 1913, 1 a e 2 a p., “La visita dei Reali e il varo<br />
dell’Andrea Doria”. Gli antichi periodici spezzini sono facilmente consultabili in Rete<br />
all’indirizzo www.antico.erasmo.it.
Alberto Scaramuccia - Il varo della Regia nave Andrea Doria<br />
dedicato una corazzata che, impostata il 7 gennaio 1882, sarebbe stata varata,<br />
pure questa alla Spezia, tre anni più tardi, il 21 novembre.<br />
La nave, avanzata per il tempo, dislocava oltre 11mila tonnellate, poteva<br />
viaggiare a oltre 16 miglia orarie, portava 39 bocche da fuoco e due tubi lancia<br />
siluri.<br />
È bello vedere che fra i membri della Direzione lavori, che durarono tre<br />
anni, figuravano il giovane tenente ingegnere Giuseppe Rota e l’assistente Luigi<br />
Gambino, due persone che trent’anni dopo avrebbero partecipato al varo del<br />
nuovo Doria: l’uno come direttore, l’altro come capo tecnico principale.<br />
Questa nuova nave risponde alla tecnica moderna di combattimento. Da<br />
quando nel 1906 la Gran Bretagna aveva varato la Dreadnought, servono corazzate<br />
più potenti e veloci.<br />
L’Italia si era adeguata con una serie di quattro navi, e altre due erano in<br />
lavorazione. La prima di esse era stata il Conte di Cavour, varato il 10 agosto<br />
1911, un anno dopo essere stato impostato. Se i tempi di costruzione sono<br />
ottimali, quelli di allestimento appaiono eccessivi, perché gli arsenali erano<br />
inadeguati, essendo stati progettati per altri tipi di imbarcazione.<br />
Anche in occasione del varo si manifesta lo spirito di acceso nazionalismo che<br />
spirava forte allora nel Paese in direzione antiaustriaca, a dispetto dell’Alleanza<br />
in corso.<br />
I giornali esprimono il desiderio che “l’Italia conservi il posto che il diritto e le<br />
armi le hanno conquistato nel Mediterraneo”, ( 2) e dimostrano, cifre alla mano, che<br />
Vienna impegna nelle costruzioni navali militari ben più risorse di Roma. Si<br />
innesca anche una polemica politica perché, guardando con attenzione il<br />
bilancio del Ministero della <strong>Marina</strong>, si constata che due corazzate italiane<br />
costano quanto tre britanniche o tedesche. Se ne individua il motivo nella<br />
politica protezionistica a favore del trust siderurgico italiano.<br />
Tuttavia, al di là di tutto questo, si ribadisce la necessità che la flotta<br />
militare venga adeguatamente potenziata per non trovarsi svantaggiata nel<br />
contesto europeo. In quegli articoli la volontà di supremazia viene però dopo<br />
l’identificazione della <strong>Marina</strong> da Guerra italiana con la Spezia prima piazza forte<br />
marittima del Regno. Anche se in città ci sono le realtà di industrie e porto,<br />
l’Arsenale, oltre a essere stato il volano che ha messo in moto la macchina, è il<br />
maggior centro occupazionale, per cui il territorio si identifica con la<br />
cantieristica militare, il più forte dei vari rami in cui si articola l’economia<br />
spezzina.<br />
104<br />
(2) Ivi, 29 marzo 1913, 1 a p., “Bandiere al vento”.
Bollettino d'Archivio dell'Ufficio Storico della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> - Dicembre 2012<br />
La nuova nave che scende in mare è di un tipo nuovo, modellato sulla<br />
Dreadnought, l’Impavida: una corazzata moderna, veloce, con facilità di<br />
puntamento nel tiro, che è di maggior gittata, cui si sono ispirate tutte le navi<br />
da guerra costruite successivamente.<br />
Nel 1911 era stato varato il Conte di Cavour, e alla fine dell’anno la<br />
Gazzetta Ufficiale pubblica i nomi delle due nuove navi che, seguendo quella<br />
falsariga, si sarebbero costruite: Andrea Doria e Duilio. Il 1° gennaio del 1912 si<br />
raccoglie la grande quantità di materiale necessario, e il 24 marzo si imposta la<br />
nuova nave con una cerimonia cui presenziano le massime autorità civili e<br />
militari, Comandante in capo Nicastro in testa.<br />
Sui giornali si percepisce facilmente il malcelato orgoglio che traspare:<br />
soddisfazione per la <strong>Marina</strong>, ma anche per la Città, che vede rafforzata la<br />
propria posizione nel Paese, oltre a beneficiare di lavoro e occupazione.<br />
La nuova corazzata è progettata dal tenente generale del Genio Eduardo<br />
Masdea, che la disegna sullo schema del Dante Alighieri e del Conte di Cavour,<br />
altri suoi progetti.<br />
Il Doria si lavora sullo scalo 1 dell’Arsenale, proprio dove nell’ormai<br />
lontano 1874 si costruì la prima delle tante navi allestite nello stabilimento<br />
spezzino. La banchina era stata ampliata più volte, l’ultima proprio per il<br />
Cavour, che aveva subito modifiche anche in prospettiva di navi più grandi.<br />
Sui giornali si legge uguale soddisfazione perché la nave viene varata a un<br />
anno di distanza dall’impostazione e a 15 mesi dall’inizio effettivo dalla lavorazione<br />
a terra.<br />
Così, con lo spirito d’amor patrio si esalta anche quello cittadino per il<br />
battesimo del mare di questa nave, il cui carico totale che scorre sullo scalo è di<br />
8500 t: questo rappresenta il maggior peso delle navi varate nei cantieri italiani.<br />
In effetti, il Doria presenta caratteristiche sbalorditive, a cominciare dal numero<br />
delle persone imbarcate: uno stato maggiore di 44 ufficiali e 950 uomini di<br />
equipaggio. Inoltre, la nave scende in acqua con i lavori già quasi completati:<br />
ultimati i compartimenti sotto il ponte protetto, a buon punto quelli posti al di<br />
sopra, già a posto prese d’acqua, caldaie e ridotti delle artiglierie per la cui<br />
messa in opera si aspetta solo la posa della piattaforma di appoggio. Inoltre, i<br />
diversi macchinari sono già presenti nei magazzini.<br />
Parimenti impressionante è il sistema difensivo. Il Doria è protetto da una<br />
corazza Krupp di 250 mm al galleggiamento, che scalano a 200 e 150 nella<br />
parte superiore. I punti di coperta, le batterie e il protetto sono rivestiti da una<br />
doppia lamiera che assicura una buona copertura orizzontale.<br />
Insomma, questa è un’attrezzata macchina da guerra che indubbiamente<br />
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Alberto Scaramuccia - Il varo della Regia nave Andrea Doria<br />
Disegni prospettici dell’Andrea Doria. (Fototeca USMM)<br />
rassicura chi la ha: non si dimentichi che allora in Europa c’era una forte corsa<br />
agli armamenti, che si sarebbe poi conclusa con il primo conflitto mondiale.<br />
Quando il 30 marzo si celebra il varo, la Spezia vive non da un giorno<br />
una situazione felice. La Città è da tempo una realtà economica affermata:<br />
detiene un ruolo nel militare che le conferisce prestigio e onore, ci sono porto<br />
e fabbriche. Il tutto porta lavoro e ricchezza.<br />
In tanti vengono dall’estero per imparare dal modello produttivo spezzino,<br />
che vanta come suo miglior gioiello l’Arsenale. L’impianto è spesso<br />
visitato da ospiti stranieri che vogliono capire, e forse anche copiare.<br />
Dal lontano Giappone arriva una missione a visitare lo stabilimento, ma<br />
a febbraio viene il principe Alberto di Prussia, secondogenito del kaiser<br />
Guglielmo II, che giunge da Rapallo in automobile. Ma con i visitatori illustri<br />
vengono anche ospiti sospetti, britannici ma soprattutto tedeschi, che sono<br />
tratti in arresto perché sospettati di spionaggio.<br />
Anche questo era il segno del grande sviluppo che la Spezia stava<br />
vivendo: un’espansione così grande da sembrare inarrestabile, pur in presenza<br />
di inevitabili contraddizioni causate soprattutto dall’incapacità di trovare<br />
l’equilibrio necessario fra le diverse componenti.<br />
Del progresso è specchio anche il dato demografico. Il censimento del<br />
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Bollettino d'Archivio dell'Ufficio Storico della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> - Dicembre 2012<br />
1911 rileva la presenza di 68 803 abitanti (oltre il +10 sul dato precedente), ma<br />
gli effetti si riverberano su tutto il resto del Circondario, che corrispondeva,<br />
tranne qualche comune, all’attuale provincia, e che conta quasi 170mila unità.<br />
Questa situazione spiega perché spesso si manifesti la volontà di porre la<br />
Spezia a capo di una nuova Provincia in un progetto che comprende la<br />
Lunigiana, suo storico retroterra naturale.<br />
Per questo, ci si occupa molto dell’espansione ferroviaria: oltre alla<br />
soddisfazione per l’apertura del tratto Aulla-Monzone, prima tranche della linea<br />
destinata a toccare Lucca ampliando i collegamenti retroportuali, si avanzano<br />
spesso proposte (che sono richieste) per potenziare la rete verso la pianura<br />
padana rendendo agevole per l’industria di quell’area l’accesso al porto<br />
spezzino. Oltre all’allacciamento con Modena e le zone interne dell’Emilia,<br />
interessa anche l’eventuale collegamento ferroviario interno con Genova, che<br />
però non si realizzerà. Sono questioni vitali per l’economia spezzina, e per<br />
questo si guarda con preoccupazione al progetto di una tratta che colleghi<br />
Massa e Carrara a Monzone e Castelnuovo, cosa che dirotterebbe il traffico dei<br />
marmi verso il porto di Avenza. Per sventare questa minaccia, ci si attiva a<br />
favore di una linea che colleghi la Spezia con Reggio o Modena passando per<br />
Aulla. Ci si dà anche da fare perché il porto della Spezia non sia più solo<br />
carbonifero, ma diventi anche uno scalo marmifero. In questo contesto si<br />
capiscono anche le pressioni per potenziare le infrastrutture locali con la nuova<br />
stazione di Migliarina e lo scalo merci dei Vicci.<br />
Dunque, per la Spezia quella del battesimo del Doria è una “giornata<br />
particolare” in cui si manifesta ampiamente il sentimento dell’orgoglio<br />
spezzino. Non unico testimone di questa consapevolezza è l’editoriale del<br />
Corriere della Spezia del 29 marzo, vigilia dell’evento.<br />
Per la giornata del varo, che si preannuncia serena e luminosa, l’articolo<br />
invita tutti i cittadini a sentirsi uniti da un unico sentimento di amore per la<br />
città, anche per offrire un degno spettacolo alla “grande folla convenuta sulle<br />
rive del golfo per la festa della <strong>Marina</strong> da guerra”.<br />
Se si elogiano anche le maestranze dell’Arsenale che hanno degnamente<br />
contribuito per la loro parte al successo nella guerra contro la Turchia,<br />
soprattutto si avverte forte la soddisfazione per aver preparato la nave, come<br />
nel 1911, nel giro di dodici mesi. Si era raggiunta un’eccellenza nel settore che<br />
poneva la cantieristica spezzina ai primissimi posti nel panorama europeo, tale<br />
da insidiare molto da vicino il tradizionale primato britannico nel settore: un<br />
dato molto positivo, al di là delle contraddizioni e degli squilibri sociali che ne<br />
(4) Corriere della Spezia, 29 marzo 1913, 1 a p. “Bandiere al vento”.<br />
( 4)<br />
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Alberto Scaramuccia - Il varo della Regia nave Andrea Doria<br />
derivavano.<br />
Se il lavoro ferve in diversi settori, è il militare che traina, e per farlo<br />
funzionare meglio si pensa anche all’ampliamento dell’Arsenale.<br />
Inoltre, è particolarmente attivo il balipedio della <strong>Marina</strong> alla Castagna,<br />
dove spesso si provano i nuovi cannoni prodotti dalla Vickers-Terni, una<br />
fabbrica in tale espansione che la stampa cittadina la esalta come una delle più<br />
importanti industrie locali. Lì si collaudano anche le piastre destinate alla<br />
protezione delle navi corazzate.<br />
Tutta la cantieristica è particolarmente attiva, anche la privata. Al<br />
Muggiano si varano potenti rimorchiatori e nuovi sommergibili destinati anche<br />
al mercato estero.<br />
Insomma, è tutto il Golfo ad essere animato da un particolare fervore<br />
ideativo. Altro segno della bella situazione economica che la Spezia sta vivendo<br />
sono le prove che diversi aviatori compiono con il loro apparecchio nel cielo<br />
del Golfo. Con un russo e un francese, c’è l’italiano Calderara: tutti<br />
sperimentano prototipi e strumenti per una migliore navigazione. I loro sono<br />
nomi ben noti al tempo, e già il solo fatto che eleggono quest’area per i loro<br />
esperimenti è testimonianza più che attendibile della fama di cui il territorio<br />
spezzino godeva all’epoca: non era solo per la bellezza dei suoi luoghi.<br />
In questo contesto va tuttavia notata l’assenza di qualsiasi accenno a<br />
possibilità di sviluppo economico legate al turismo, un ramo che pure altrove<br />
stava portando ricchezza e sviluppo. Ma l’imprenditoria locale è caratterizzata<br />
da un vizio antico: l’attività economica collegata alla <strong>Marina</strong> è più facile, sicura,<br />
conveniente. Così il turismo, inteso come movimento (per i tempi) di massa,<br />
non decolla, e su questo settore la Spezia resta al palo.<br />
Ma, a testimoniare il bel momento che La Spezia vive, esistono anche<br />
altre situazioni, quali il «1° Congresso Regionale ligure fra Amministratori e<br />
Funzionari degli enti locali», ( 5) che si tiene il 30 e il 31 marzo al Teatro Civico.<br />
Indetto dalla Associazione Ligure fra i segretari comunali e gli impiegati di<br />
Province, Comuni e Opere Pie, è presieduta dal deputato spezzino Giorgio<br />
D’Oria. Il fatto che si sia scelta la Spezia quale sede dell’incontro, che è il<br />
primo del genere in Liguria, testimonia della rilevanza della Città in ambito<br />
regionale e sottolinea il ruolo di guida detenuto nell’area più ampia del<br />
territorio. Si legittima così la sua richiesta di essere posta al vertice di una<br />
circoscrizione amministrativa: la nuova Provincia per la quale si sta lavorando e<br />
che si vuole di dimensioni tali da comprendere l’intera Lunigiana storica.<br />
(5) Libera Parola, 19 marzo 1913, 2 a e 3 a p., “1° Congresso Regionale ligure fra Amministratori<br />
e Funzionari degli enti locali”.<br />
108
Già nell’anno precedente c’era stato un convegno nazionale di tre giorni<br />
degli ingegneri navali e meccanici, che si incontrano qua perché il pensiero<br />
corrente è che nel Golfo si trovino le migliori intelligenze che in Italia si<br />
occupino di tecnica navale.<br />
Bollettino d'Archivio dell'Ufficio Storico della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> - Dicembre 2012<br />
( 6)<br />
Inoltre, giusto poco prima del varo, sabato 22 marzo, viene inaugurato in<br />
via Manzoni un nuovo locale, il Trianon: è una struttura in stile liberty<br />
particolarmente elegante e ricercata dove si esibiscono artisti di prim’ordine.<br />
Anche il divertimento aiuta a capire lo stato di una città, e il fatto che si apra un<br />
ritrovo con tali caratteristiche, non può che confermare che la Spezia sta<br />
attraversando un ottimo momento.<br />
Inoltre, si sta alacremente lavorando per l’inaugurazione del monumento<br />
a Garibaldi ai giardini, che avverrà domenica 1° giugno in concomitanza con la<br />
festa dello Statuto.<br />
Nel coro di suoni che inneggiano alla festa della nuova nave, le voci<br />
discordi sono di anarchici e socialisti. È però sintomatico che questi ultimi<br />
riconoscano la minaccia derivante dal riarmo austriaco. ( 7) Gli anarchici non<br />
ammettono neppure l’importanza che la professionalità raggiunta dalla<br />
cantieristica spezzina riveste nell’economia cittadina.<br />
Nelle testate borghesi, invece, si riflettono sentimenti ben diversi, che da<br />
tempo aleggiano tanto nella Città quanto nel Paese. Il desiderio di riscossa<br />
sociale si incontra con lo spirito patriottico per diventare il vento nazionalistico<br />
che soffia forte anche alla Spezia. Ciò potrebbe creare problemi alla Giunta che<br />
regge la Spezia, dove i socialisti governano con le forze moderate, ma, per<br />
evitare problemi all’Amministrazione, si preferisce glissare sull’argomento.<br />
Le cose un po’ si complicano quando il sindaco, Luigi Sindico, il giorno<br />
del varo pubblica un manifesto che, dopo aver inneggiato alla coppia reale e<br />
alla <strong>Marina</strong>, termina auspicando che la nuova nave renda grande e temuto il<br />
nome d’Italia, celebrando i Savoia prima e l’Italia poi.<br />
Per i festeggiamenti si forma un Comitato d’Onore. ( 9) Lo presiede il<br />
Duca degli Abruzzi, ne fanno parte sindaco e prefetto, il senatore Capellini, i<br />
deputati del Circondario, le autorità militari. Gli si affianca un Comitato<br />
Esecutivo che ha al vertice il presidente dei Commercianti Eugenio Parodi.<br />
Con molti ufficiali di <strong>Marina</strong> ne fanno parte personalità della società civile:<br />
(6) Corriere della Spezia, 28 dicembre 1912, 2 a p., “Il convegno degli Ingegneri navali<br />
e meccanici”.<br />
(7) Libera Parola, 26 marzo 1913, 1 a, “Il varo”.<br />
(8) Il Comune, 1° marzo 1913, 2 a p., “Diario dei festeggiamenti”.<br />
(9) Corriere della Spezia, 2 a p., “Festeggiamenti per il varo”.<br />
( 8)<br />
109
Alberto Scaramuccia - Il varo della Regia nave Andrea Doria<br />
l’ingegner Webber, presidente dell’azienda tranviaria, l’ispettore scolastico<br />
Panizzi, lo sportivo Andrea Mori (gli è intitolata la piscina comunale) e un<br />
giovane professor Ettore Cozzani, che si è già fatto conoscere con la rivista<br />
L’Eroica.<br />
I commercianti sono molto attivi nell’organizzazione, convinti di fare<br />
buoni affari con i tanti forestieri attirati in Città dal varo e dalle feste che si<br />
allestiranno. Il privato contribuisce molto: oltre ai singoli cittadini, intervengono<br />
industrie, banche, e la Società Unione Operaia del Golfo che<br />
gestisce il traffico dei vaporetti.<br />
Così il calendario degli appuntamenti è ricco.<br />
Nel pomeriggio del lunedì, dopo il varo si terrà il Corso dei Fiori:<br />
automobili, carri, carrozze, squadre ciclistiche e ciclisti isolati decorati con<br />
addobbi floreali percorreranno la Città in lungo e in largo. Tuttavia, il risultato<br />
sarà deludente, nonostante il montepremi assommi a 1800 Lire. Le migliaia di<br />
spettatori assiepati lungo le strade vedono passare solo un’automobile<br />
discretamente addobbata, una bicicletta e qualche carrozza. L’insuccesso è<br />
giustificato dalla mancanza di fiori e dalla poca propensione a spendere delle<br />
famiglie ricche della Città, che non hanno voluto impegnarsi per il miglior esito<br />
dell’evento.<br />
( 10)<br />
Non tutte le iniziative, però, finiscono male.<br />
Si pubblica una Guida Commerciale che ancora oggi fornisce preziose<br />
notizie sulla Spezia di cent’anni fa, e la ditta Bazzel & Crastan, gli Svizzeri<br />
pasticcieri che da tempo ormai soddisfano la gola degli Spezzini, preparano<br />
una scatola artisticamente lavorata con la fotografia della nave, contenente una<br />
svariata quantità di dolci appetitosi.<br />
La ditta G.B. Banchini di Parma, loro concorrente che ha da poco aperto<br />
un esercizio, si reclamizza con un giornale-numero unico ( 11) in cui vanta il<br />
cacao che lavora. Nel foglio compare un gustoso articolo di Carlo Caselli che<br />
racconta dell’imperatore Carlo V che, venuto alla Spezia, dormì nel palazzo dei<br />
Biassa. La mattina seguente, appena sveglio, il gran re offrì ai suoi ospiti una<br />
tazza di cioccolato. Il fatto, dice Caselli, è avvalorato solo dal fatto che quella<br />
era la colazione abituale del grande Sovrano. Come dire: la cioccolata è bevanda<br />
da re, venite a consumarla da noi.<br />
La Pubblica Assistenza attua una bella e meritoria iniziativa, vendendo<br />
una cartolina disegnata da Cafiero Luperini, un artista ben noto al tempo. Si<br />
utilizzeranno i proventi per fare beneficenza.<br />
110<br />
(10) La Gazzetta della Spezia, 5 aprile 1913, 2 a p., “Dopo la festa”.<br />
(11) L’Unione dei partiti, 8 marzo 1913, p. 3.
Inoltre, la Congregazione di Carità promuove la Festa dei Fiori,<br />
un’iniziativa già sperimentata positivamente per il precedente varo del Conte di<br />
Cavour, entrato in mare il 10 agosto 1911. Lo scopo è raccogliere fondi per il<br />
ricovero “Giuseppe Mazzini”, che ospita non pochi “vecchietti” soli e<br />
indigenti. All’iniziativa subito aderiscono molti studenti e signorine; gireranno<br />
per le strade offrendo mazzetti di fiori tricolori. Grazie alla loro attività si<br />
raccoglie una bella somma che, unita ai proventi della vendita delle cartoline,<br />
permette di raccogliere la considerevole cifra di 1587,28 Lire, che verrà divisa<br />
fra Mazzini, Orfanotrofio Garibaldi, Pubblica Assistenza e Patronato<br />
Scolastico.<br />
( 12)<br />
Bollettino d'Archivio dell'Ufficio Storico della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> - Dicembre 2012<br />
Il programma prevede che il sabato si svolgano le eliminatorie di un<br />
torneo di football, che ci sia la manifestazione dei Battaglioni Volontari e che la<br />
Città sia illuminata. La domenica ci saranno le finali del torneo di calcio, un<br />
concerto della banda dei Reali Carabinieri di Roma e continuerà l’illuminazione<br />
di quartieri e giardini che sono adornati con lampadine colorate attaccate agli<br />
alberi. Si cura soprattutto il Boschetto, l’area del Palco della Musica e la<br />
passeggiata lungo mare appena intitolata a Costantino Morin. Al suo termine è<br />
apposto uno striscione con scritto “W l’Italia”.<br />
Il lunedì, ultimo giorno dei festeggiamenti, si svolgerà il corso dei fiori, e<br />
alla sera in mare si terrà un grandioso spettacolo pirotecnico organizzato dalla<br />
ditta Tombolini di Fermo. Per addobbare la Spezia ci si rivolge alla Ditta Fantappiè<br />
di Firenze, già sperimentata nel 1907 per il varo del Roma. Gli studenti<br />
propongono che sfili in Città un corteo storico con i costumi del tempo di<br />
Andrea Doria, ma poi non se ne farà nulla.<br />
Durante i giorni della festa, in Città ci sono i Volontari fucilieri che si<br />
esibiranno in gare di tiro.<br />
Lo scopo dell’incontro è affratellare i giovani e consolidare la nuova<br />
istituzione, ma gli anarchici criticano con durezza i Volontari accusando i<br />
“battaglionisti” di essersela squagliata quando c’era la guerra. Comunque, al di<br />
là di questo, in Città si respira un clima di fervido clima patriottico: si capisce<br />
che il varo è una grande occasione che va celebrata nel modo migliore.<br />
Così si compone un inno-marcia. Autore è il maestro Cavalieri, direttore<br />
della banda della regia nave Regina Margherita, che ha creato la musica sulle<br />
parole di un poeta che si nasconde collo pseudonimo di Abicamrez. Lo esegue<br />
( 13)<br />
con successo la sera del varo una banda mista di <strong>Marina</strong>-Fanteria.<br />
Tutti aguzzano il loro ingegno per l’occasione del varo, e in ogni campo.<br />
(12) La Spezia, 21 marzo 1913, 1 a p., “La festa dei fiori”.<br />
(13) Vita Nuova, 23 marzo 1913, 2 a p., “Inno all’Andrea Doria”.<br />
111
Alberto Scaramuccia - Il varo della Regia nave Andrea Doria<br />
Giuseppe Salemme, capo tecnico di 1 a classe dell’Arsenale, escogita un<br />
sistema che consente un più veloce trasferimento del Doria sulla slitta che<br />
l’accompagna in mare con un risparmio di 100mila lire sulla spesa delle rizze, i<br />
cavi d’acciaio che guidano la nave che scende.<br />
I commercianti fanno firmare agli Spezzini un Album da consegnarsi alla<br />
coppia reale per invitarla alla Spezia per il varo. La Regina Elena appare per la<br />
prima volta in Città in forma ufficiale. Sarebbe dovuta venire per il varo del<br />
Roma il 21 aprile 1907, ma all’ultimo momento disdisse l’impegno. Anche per<br />
questo la sua presenza è particolarmente attesa con un entusiasmo che spiega<br />
le iniziative collaterali organizzate in suo onore.<br />
Il 25 l’Album con le firme riverenti degli Spezzini è consegnato a Roma<br />
al conte Mattioli, Ministro della Real Casa, da Eugenio Parodi e da Eligio<br />
Giacopini, dirigenti dell’Associazione Commercianti. Li accompagnano il sindaco<br />
Sindico e l’onorevole D’Oria.<br />
Il volumetto, pregiato ed elegante, contiene ben 40mila firme per invitare<br />
la Regina alla cerimonia del varo. Se gli anarchici dicono che a firmare sono<br />
stati gli alunni delle scuole, Parodi ringrazia con calore l’ex sindaco Giachino<br />
per l’aiuto prestato. Il Corriere replica beffardo che i commercianti dovrebbero<br />
ringraziare l’ex primo cittadino per avere aumentato le tasse, non aver<br />
realizzato le stazioni sussidiarie e aver chiamato appaltatori forestieri<br />
taglieggiando il commercio.<br />
Ma l’Amministrazione si era impegnata per avere il Re. Sindico, con i<br />
deputati di Spezia e Pontremoli D’Oria e Cimati, s’era recato a Roma il<br />
precedente 13 marzo per invitare i Savoia alla cerimonia, ottenendo dal Re la<br />
promessa di intervenire con la moglie.<br />
( 15)<br />
La partecipazione è ufficializzata da una lettera del Ministro della Real<br />
Casa Mattioli, che ringrazia per l’album e conferma la presenza dei Reali. La<br />
stampa borghese afferma che è tanto l’affetto degli Spezzini verso la Regina:<br />
sono parole forse retoriche, che però confermano la fierezza della Città che<br />
anche nella presenza della Sovrana vede la conferma della posizione di<br />
prestigio raggiunta in ambito nazionale e sente premiata la propria elevata<br />
capacità lavorativa.<br />
( 16)<br />
Inoltre, è chiaro che la presenza di Elena richiama ospiti da fuori, e ciò<br />
non può che far piacere a commercianti, albergatori, ristoratori.<br />
Il Doria si vara domenica 30 marzo. Non esiste alcun motivo che<br />
112<br />
(14) La Spezia, 3 aprile 1913, 2 a p., “Una geniale invenzione”.<br />
(15) Vita Nuova, 16 marzo 1913, “Il Re e la Regina al varo”.<br />
(16) Il Popolo, 5 aprile 1913, 1 a p., “In attesa del varo”.<br />
( 14)
Bollettino d'Archivio dell'Ufficio Storico della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> - Dicembre 2012<br />
giustifichi la data, se non la volontà di mostrare che quanto realizzato con il<br />
Conte di Cavour, varato esattamente un anno dopo essere stata impostato, non<br />
era fatto isolato, né fortunata casualità: si vuole far vedere al mondo intero la<br />
capacità delle maestranze spezzine, la cui alta professionalità era ormai una<br />
costante.<br />
Addirittura, per anticipare i tempi, si era ipotizzato di varare a fine<br />
febbraio o il 24 marzo, lunedì di Pasqua. I commercianti avevano anche<br />
proposto di abbinare l’evento con l’inaugurazione del monumento a Garibaldi,<br />
ma l’accoppiata non si fa, perché si teme che la contemporaneità possa essere<br />
esca per manifestazioni antidinastiche.<br />
Neppure mancano voci critiche sullo stato della città: parecchie strade<br />
sono piene di buchi riempiti con ciottoli che rendono difficile la<br />
deambulazione. Inoltre, si teme per la partecipazione della Regina, che si dice<br />
sofferente di malattia reumatica. Ma è lo stesso Vittorio Emanuele a smentire.<br />
Al di là di tutto questo, in Città ci si prepara alacremente perché tutto<br />
riesca al meglio fin dall’arrivo della coppia reale previsto per le 9 della<br />
domenica.<br />
Il sabato mattina viene la Banda dei Carabinieri che sfila per la Spezia.<br />
Alla sera esegue un concerto ai giardini splendidamente illuminati; replicherà il<br />
pomeriggio seguente. Si calcola che a seguire le performance (Beethoven,<br />
Chopin, Liszt, Verdi, Wagner, Rossini) siano stati oltre 10mila spettatori, che<br />
hanno apprezzato l’ottima esecuzione.<br />
Intanto, nel pomeriggio era arrivata la rappresentanza del Senato, mentre<br />
i tram portano senza posa forestieri che si riversano in ogni angolo.<br />
Domenica alle 9:45 arriva puntuale il treno dei Savoia, che è istradato<br />
all’Arsenale, dove li riceve, con le massime autorità cittadine militari e civili,<br />
Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, vice ammiraglio, che da un anno<br />
comanda la piazza.<br />
La venuta dei Reali è salutata da ventuno salve di cannone sparati dalle<br />
navi in rada. Al segnale ogni battello spiega il gran pavese, la gente sulle tribune<br />
si agita, ma la folla riempie anche tetti, torri, torrette, balconi.<br />
Alle 10 precise la coppia reale, salutata da altre salve, scende alla Veleria:<br />
rende gli onori una Compagnia del 21° Fanteria che incorpora un reparto di<br />
mozzi specialisti.<br />
Lo spettacolo è imponente: nel tripudio generale si vede l’Andrea Doria<br />
sorretto da dieci enormi puntelli e legato da un grosso canapo d’acciaio. Sulla<br />
coperta sventolano tricolori in grande pavese e un centinaio di operai sono<br />
pronti alle manovre. Dopo il saluto, la coppia sale sulla lancia Waith, che la<br />
porta alla banchina di sbarco in Arsenale. Li accompagna il Duca degli Abruzzi<br />
113
Alberto Scaramuccia - Il varo della Regia nave Andrea Doria<br />
con i cerimonieri di corte; li attendono le rappresentanze di Senato, Camera e<br />
Governo nelle persone dei ministri degli Esteri, della Guerra e della <strong>Marina</strong>.<br />
Con loro, i sindaci di Roma, Genova, la Spezia e il colonnello del Genio Rota,<br />
che è il direttore delle Costruzioni e dirige le operazioni del varo.<br />
La folla applaude i Sovrani: il Re porta la mano alla visiera, la Regina, che<br />
veste un abito primaverile chiaro, sorride e china il capo osannata dagli<br />
spettatori, che puntano gli occhi su lei, che si lascia ammirare consapevole che<br />
la sua presenza è desiderata da troppo tempo. I Savoia passano in rivista il<br />
Battaglione Volontari e si accomodano sul palco.<br />
La nave viene benedetta dal vescovo Carli assistito dal Vicario Generale,<br />
dall’abate parroco di Santa Maria, mentre la banda dei Carabinieri suona la<br />
Preghiera di Mosè di Rossini. Dopo l’atto religioso, il direttore accompagna la<br />
madrina Regina Elena dal palco al ponte di comando per lanciare lo spumante.<br />
La bottiglia ha attorno al collo un nastro con i colori di Genova, città natale di<br />
Doria, ed è contenuta in un elegante cofano che riproduce un’antica galea<br />
Il disegno-guida per recarsi al posto assegnato, pubblicato sugli antichi periodici<br />
spezzini<br />
genovese. La Regina gira attorno alla prua della nave e lancia la bottiglia di<br />
spumante, che s’infrange contro la fiancata del Doria: è tutto un uragano di<br />
applausi.<br />
114
Bollettino d'Archivio dell'Ufficio Storico della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> - Dicembre 2012<br />
Le tribune straripano. Le porte dell’Arsenale (Principale, Sprugola e<br />
Lagora) sono aperte alle 7:30, ed è marea. Entrano in 42mila; decine di ufficiali,<br />
secondo il colore del biglietto che hanno, li indirizzano al posto attribuito.<br />
Oltre alle autorità, si contano 8mila persone fra truppa e addetti. Ovviamente,<br />
si cura la sicurezza: nessun battello può passare dallo specchio d’acqua<br />
prospiciente il varo, così come è sgombro il mare compreso fra la punta di San<br />
Vito e la scogliera del Lagora.<br />
( 17)<br />
Sono autorizzate solo le navi Liguria, Volta, Città di Milano e Vulcano, che<br />
ospitano gli invitati che vi sono trasbordati al porto Mirabello con alcune lance.<br />
Tutt’intorno è schierata la rappresentanza dell’armata marittima: le navi<br />
componenti la prima divisione della prima e della seconda squadra (Regina<br />
Elena, Vittorio Emanuele, Roma, Agordat; Regina Margherita, Emanuele Filiberto,<br />
Ammiraglio di Saint Bon) e le navi scuola Re Umberto, Carlo Alberto, Sicilia,<br />
Sardegna e Liguria.<br />
Insomma, sotto ogni punto di vista si vuole fare bella figura, anche<br />
perché è la prima volta che Elena è alla Spezia. Anche per questo, prevedendo<br />
facilmente un grande afflusso, il sindaco aveva invitato quanti avessero alloggi<br />
liberi a segnalarli alla Polizia Urbana, perché il numero dei posti letto<br />
disponibili sembrava insufficiente a ospitare tutti i forestieri.<br />
L’evento riporta un grande successo, anche se lo stato della Città non è<br />
esente da critiche: soprattutto la condizione delle strade, anche le centrali, lascia<br />
a desiderare. Tuttavia, l’entusiasmo supera tutto e il successo lo si vede già nelle<br />
tribune strapiene.<br />
Dopo il lancio, il direttore del varo, che poi assume il comando della<br />
manovra, riaccompagna la sovrana al palco, dove ha vicino il principino<br />
Aimone, figlio del Duca d’Aosta, allievo dell’Accademia di Livorno.<br />
Ha inizio così il varo vero e proprio con una serie di ordini impartiti con<br />
bandiere: una bianca, rossa e azzurra comanda che si abbattano i puntelli; un<br />
drappo bianco con dado azzurro ordina la rimozione degli scontri in legno;<br />
uno stendardo bianco con croce azzurra segnala quella degli scontri idraulici.<br />
Infine, una bandiera rossa indica che si è ormai pronti. Sono le 10:55, e il<br />
colonnello Rota impartisce il “Taglia!”. La nave scende dallo scalo e si<br />
allontana qualche centinaio di metri. Le sirene urlano, rombano i cannoni,<br />
suonano le campane, si liberano piccioni viaggiatori. Il pubblico, applauditi<br />
ancora i Sovrani, sfolla dalle porte Porticciolo, Lagora e Ferrovia per empire le<br />
nelle vie cittadine.<br />
I Savoia, passati ancora in rassegna i Volontari, alle 12 si recano a bordo<br />
(17) Il Comune, 31 marzo 1913, 1 a e 2 a p., “Il varo”.<br />
115
Alberto Scaramuccia - Il varo della Regia nave Andrea Doria<br />
del Re Umberto per la colazione cui sono invitati, col Sindaco, rappresentanze<br />
parlamentari, ministri, ammiragli, dame di corte.<br />
Il menù è sontuoso: consumato doppio in tazza; salmone del Reno con<br />
salsa ravigote; noce di vitello alla Richelieu; fagiano arrosto con crescioni;<br />
insalata di asparagi; pesche alla Melba; paste Margherita; Chianti in caraffa;<br />
Camastra bianco; Barolo; Spumante Cinzano; Strega Alberti.<br />
Al termine del pranzo, allietato dalla Banda del Corpo dei Reali<br />
Equipaggi, il Re consegna a Sindico la Croce di Grand’Ufficiale e 8mila lire da<br />
distribuirsi in beneficenza, e nomina Cavaliere Eugenio Parodi, presidente dei<br />
Commercianti.<br />
Alle 15 i Reali sono attesi per un tè danzante offerto dal Duca degli<br />
Abruzzi al Circolo di <strong>Marina</strong> appena inaugurato. Sono invitate con ministri e<br />
parlamentari anche personalità civili cittadine, fra cui spiccano soprattutto<br />
l’ingegner Orlando della Vickers-Terni e l’ingegner Laurenti della Fiat-San<br />
Giorgio. Dopo che un gruppo di nobildonne ha consegnato alla Regina un<br />
mazzo di orchidee, alle 16:15 i Reali traversano la Spezia ( 18) in carrozza fra ali<br />
di folla per recarsi alla stazione, dove si imbarcano sul treno che parte per<br />
Roma alle 4:30 precise salutato da salve di cannone. Prima di andarsene il Re<br />
esprime soddisfazione per il varo al Comandante del Dipartimento,<br />
disponendo che agli operai di Arsenale e cooperative non impegnati nelle<br />
operazioni del varo sia corrisposta l’intera mercede e che si dia paga doppia a<br />
chi vi ha partecipato.<br />
La Stampa dà particolare rilievo all’avvenimento, tanto la cittadina,<br />
quanto la nazionale che è presente con nomi di spicco. Resoconti entusiastici<br />
elogiano le istituzioni tutte, dalla militare alla civile, e anche questo va<br />
sottolineato perché così i media contribuiscono a proiettare la Spezia al vertice<br />
del panorama nazionale.<br />
Il Doria durante la costruzione appoggia la chiglia su una serie di appoggi<br />
detti taccate. Per effettuare il varo, il peso della corazzata va trasferito dalle<br />
taccate all’invasatura, una slitta di 134 m su cui la nave scivola in acqua. La<br />
formano tre travi vuoti di ferro, detti vasi, la cui faccia inferiore è rivestita di<br />
legno. Sui vasi poggiano pezzi squadrati di legno, di altezza decrescente dalle<br />
estremità al centro e poggianti contro le tavole che seguono la forma della<br />
carena. Tutti gli elementi sono collegati da legamenti di ferro messi in forza da<br />
tiranti di acciaio, e di canapa, che si bagnano prima del varo per farli tendere. Al<br />
momento del varo, si tolgono i puntelli così che la nave scivola sulla slitta<br />
scendendo per l’inerzia del peso lungo lo scalo, che è inclinato dell’8%<br />
116<br />
(18) Il Comune, 6 aprile 1913, “La partenza dei Reali”.
Bollettino d'Archivio dell'Ufficio Storico della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> - Dicembre 2012<br />
Il varo della regia nave Andrea Doria, il 30 marzo 1913. (Fototeca USMM)<br />
Si verificassero intoppi, si ricorrerebbe ai “mezzi da caccia”, meccanismi<br />
che esercitano la spinta per imprimere il moto alla nave.<br />
Per scongiurare questa eventualità, anche prima del varo la nave era stata<br />
sottoposta a minuziosi controlli. Ma la manovra non è semplice: basti dire che<br />
sono attivi 238 operai a bordo e 164 a terra.<br />
Anche a terra c’era stato un fervore lavorativo non indifferente per<br />
erigere i palchi: solo di legname si sono spese 60mila lire, e altrettanto, fra<br />
arsenalotti e personale di tre cooperative, è costata la manodopera che ha anche<br />
dovuto demolire una parte dell’officina delle costruzioni in ferro per ricavare<br />
spazio.<br />
Il palco reale si costruisce al centro del piazzale, a destra della nave. Lo si<br />
fa in stile rinascimentale con un colonnato in smalto bianco che ha al disopra<br />
un padiglione con i colori nazionali. Si accede per due rampe di scale adornate<br />
con piante. Le colonne che reggono la copertura di stoffa bianca e blu a fasce<br />
larghe, portano sui capitelli gli stemmi delle principali città italiane, e la parte<br />
posteriore è chiusa da una finestra di vetri istoriati. Ai lati ci sono le tribune<br />
delle autorità politiche, militari e civili fra cui molti sindaci del Circondario.<br />
(19) Il Popolo, 12 marzo 1913, 1 a p., “Ispezione sull’Andrea Doria”.<br />
( 19)<br />
117
Alberto Scaramuccia - Il varo della Regia nave Andrea Doria<br />
L’Andrea Doria dopo il varo. (Fototeca USMM)<br />
Insomma, è stata una gran giornata di festa e il consuntivo è eccezionale.<br />
All’uscita dalla stazione si ritirano 58mila biglietti e se ne vidimano 15mila a<br />
riduzione: 73mila persone è una cifra impressionante.<br />
Alla Spezia sono arrivati 18 treni speciali per 451 carrozze; per il ritorno<br />
i treni straordinari sono a 20 per 409 vetture. Il flusso è stato favorito anche<br />
dagli sconti (dal 10 al 60%) decisi per l’occasione dalle ferrovie. Per regolare<br />
l’enorme traffico, ma non si verifica nessun incidente, si spediscono 7mila<br />
telegrammi.<br />
Da Lerici e Portovenere si viene in vaporetto; da città e paesi vicini si<br />
arriva anche con vetture a cavallo. La Lega Italiana Navale di Genova viene in<br />
battello e riparte dopo aver assistito ai fuochi d’artificio. Da Livorno arriva il Re<br />
Umberto carico di gitanti, Sindaco e Prefetto in testa. Inoltre, vengono da fuori<br />
anche ben 500 automobili e il servizio tranviario impiega sulle linee 57 vetture<br />
vendendo 48 752 biglietti per un incasso di oltre 8mila lire.<br />
Una stima prudente è che da fuori siano giunti almeno 100mila visitatori.<br />
Le case private sono prese d’assalto e gli alberghi sono strapieni.<br />
Impossibilitati a trovare una sistemazione, una gran massa di ospiti si riversa su<br />
città e paesi vicini: si riempiono Levanto e Lerici, così come San Terenzo e<br />
(20) I dati compaiono su tutti i periodici spezzini. Cfr., ad es., 5 aprile 1913, Corriere<br />
della Spezia, 2 a p., “Un’interessante statistica”; Vita Nuova, 6 aprile 1913, “Dopo la festa”.<br />
118<br />
( 20)
Bollettino d'Archivio dell'Ufficio Storico della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> - Dicembre 2012<br />
Portovenere. Nella sola trattoria dell’Isabella in piazza Persio si servono mille<br />
colazioni, quasi altrettante al Gambrinus e i pasti serviti all’Hôtel d’Italia, al Gran<br />
Bretagna e al Genova sono su quelle cifre. La latteria di piazza Garibaldi incassa<br />
1400 Lire solo vendendo latte e caffè; Crastan di via Chiodo fa 7mila caffè.<br />
In tre giorni si consumano 100 tonnellate di pane, si macellano 110<br />
tonnellate di carne e se ne importano da fuori oltre 24mila chili, ma non si<br />
riesce a soddisfare tutta la domanda. I turisti spediscono così tante cartoline<br />
(oltre 150mila) che molte restano a lungo nelle cassette e mancano i francobolli<br />
da 5 centesimi. Insomma, si fanno affari d’oro.<br />
Il giudizio unanime è che questo è stato il varo più bello e maestoso mai<br />
visto alla Spezia.<br />
Nei festeggiamenti entra anche il calcio, che fra le varie discipline va<br />
gradatamente assumendo una maggiore preminenza. Per una lodevole iniziativa<br />
dello Spezia Football Club, che ha già ben figurato in precedenti tornei, si<br />
indice un torneo fra le migliori squadre di Liguria, Lombardia e Toscana, e si è<br />
certi che una delle attrazioni delle feste sarà il torneo cui partecipano il molto<br />
titolato Andrea Doria di Genova, la Spes di Livorno, lo Sporting Club di Pisa e lo<br />
Spezia-Foot-Ball-Club.<br />
Si gioca in Piazza d’Armi il sabato pomeriggio; alla domenica lo scontro<br />
la perdenti e la finalissima; alla sera, premiazione e bicchierata fra atleti. Vince il<br />
Doria di Genova, che supera in finale lo Sporting. Per lo Spezia, sconfitto in<br />
entrambi gli incontri, s’incolpa l’impreparazione, soprattutto psicologica. Per il<br />
varo vengono anche i Volontari<br />
Fucilieri, giovani studenti organizzati<br />
nei diversi raggruppamenti<br />
di fucilieri e ciclisti che si danno<br />
convegno qua dove erano nati nel<br />
1908. Sono poco più di 700, di cui<br />
250 locali.<br />
Medaglia coniata in occasione del<br />
varo dell’Andrea Doria. (Fototeca<br />
USMM)<br />
119
Alberto Scaramuccia - Il varo della Regia nave Andrea Doria<br />
Sono sfilati il sabato con le loro bandiere riscuotendo successo per<br />
riunirsi al teatro Civico, dove si approva all’unanimità un ordine del giorno che<br />
chiede al Governo di provvedere alla loro organizzazione.<br />
I volontari disputano una gara di tiro in cui il team spezzino si classifica<br />
al primo posto, mentre la competizione individuale è vinta da tale Moro di<br />
( 21)<br />
Verona.<br />
La nave da battaglia di 1 a classe Andrea Doria. (Fototeca USMM)<br />
Per la festa s’incontrano anche i Volontari ciclisti e automobilisti, che alle<br />
5 del sabato mattina svolgono un’esercitazione: difendere il ponte di Caprigliola<br />
sul Magra da un attacco di 200 volontari del 3° reggimento ciclisti di Livorno.<br />
Dopo essersi esibiti in competizioni di tiro di rappresentanza, individuale, con<br />
la rivoltella ed una «Gara Reale» non meglio definita, i ciclisti formano il<br />
cordone d’onore in via Garibaldi quando la domenica pomeriggio i Reali<br />
tornano al treno. Nell’ambito dei festeggiamenti va ricordata anche una<br />
conferenza che l’appena decaduto sindaco Giachino tiene il sabato al Politeama<br />
per ricordare la figura di Andrea Doria davanti a un pubblico che non esce<br />
completamente soddisfatto dalla sala.<br />
120<br />
(21) Arma la prora!, 5 a p., 30 marzo 1913, “Il Battaglione Volontari Fucilieri”.
Bollettino d'Archivio dell'Ufficio Storico della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> - Dicembre 2012<br />
Nella serata di domenica si tiene lo spettacolo pirotecnico sul mare, che<br />
appassiona un bel pubblico che assiste divertito soprattutto guardando i<br />
numerosi razzi lanciati per più di un’ora che fanno ricadere in mare piogge<br />
dorate che entusiasmano gli spettatori.<br />
Insomma, il varo con il triduo di manifestazioni di contorno è stato un<br />
bell’evento che ha proiettato sul panorama nazionale una bell’immagine della<br />
Spezia: città moderna, industriale, produttiva, ai vertici della cantieristica.<br />
Tuttavia, non appena la festa ha termine, cominciano a notarsi note tristi.<br />
Intorno alla costruzione del Doria ha gravitato una massa di operai, la<br />
maggior parte dei quali sono dipendenti di cooperative che hanno avuto opere<br />
in appalto e che si aspettano di ottenere anche i lavori di finitura e di<br />
allestimento della nave. Invece, fulmine a ciel sereno, arriva la notizia dal<br />
Ministero che per il completamento dell’opera la nave verrà trasferita a Genova<br />
privando la Spezia di lavoro per almeno, così calcolano i giornali, 20 milioni di<br />
lire. Non c’è che dire: è un gran brutto colpo per l’economia cittadina con<br />
almeno 3mila operai che vengono lasciati a casa. Come ovvio, le proteste non<br />
mancano, ma non c’è nulla da fare e, come naturale, le parti si rimbalzano la<br />
responsabilità. Si incolpa il deputato spezzino, il genovese D’Oria, di non<br />
essersi impegnato abbastanza, si muove il dito contro la sempre arcigna<br />
matrigna Genova, si forma un comitato di agitazione che propone uno<br />
sciopero generale che poi non avrà luogo per divisioni interne nonostante tutte<br />
le componenti della società spezzina, dalle sinistre ai moderati, ai cattolici siano<br />
intervenuti decisi contro quella decisione e che la stampa locale di qualsiasi<br />
orientamento mostri una grande preoccupazione sul futuro economico del<br />
territorio.<br />
Comunque il varo dell’Andrea Doria rappresentò una grande cosa per la<br />
Spezia sotto ogni punto di vista: militare, tecnico, economico, senza trascurare<br />
lo spettacolo che attrasse un numero di visitatori addirittura maggiore del<br />
numero degli abitanti.<br />
La sua eco continuò per qualche tempo per poi affievolirsi pian piano<br />
fino a scomparire del tutto, cosa che capita a ogni fenomeno se non viene<br />
adeguatamente coltivato.<br />
Queste pagine hanno l’ambizione di ripetere quel suono: perché lo si<br />
ascolti di nuovo e perché dietro si intenda la voce di quel centro operoso,<br />
dinamico e moderno che era allora la città della Spezia.<br />
(22) Corriere della Spezia, 12 aprile 1913, 1 a p., “Un grave danno per la Spezia”.<br />
( 22)<br />
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