Imp. 17x24 libro dolore md2 - Cure a Casa
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O. Corli • M. Pizzuto • M.G. Marini • A. Nastri<br />
“Non avevo mai conosciuto dottori e infermieri, sia domiciliari ed adesso<br />
anche all’hospice, validi, bravi ed umani".<br />
“Io in questi nove anni non ho visto nessuno venire in aiuto, tranne quelli<br />
della terapia del <strong>dolore</strong> che sono delle persone speciali.”<br />
“Da quando a mio suocero è stato diagnosticato un tumore maligno al colon<br />
(inoperabile) ho potuto notare che c’era molta fretta da parte del medico del<br />
reparto in cui era ricoverato, di dimettere il paziente, in quanto c’è necessità<br />
di posti letto. In tre mesi è stato più volte ricoverato e più volte dimesso<br />
anche in condizioni precarie. Solo ora che è ricoverato in lungo degenza ho<br />
riscontrato sia da parte del dottore che dal personale infermieristico molta<br />
umanità verso il paziente, cosa che in precedenza non è mai avvenuta.”<br />
“Ho potuto constatare che esistono delle bravissime persone, i medici del<br />
servizio cure palliative sono eccezionali, disponibili e umani con la persona<br />
malata e i suoi familiari; usano ancora prima dei farmaci la “cordial<br />
terapia” che poche persone del settore sanitario conoscono".<br />
“<strong>Cure</strong> (chemioterapia, radioterapia) gestite nelle strutture pubbliche e<br />
private con metodi di “visite poliambulatoriali per cure generiche” (code,<br />
poca attenzione all’io del malato oncologico): malato e familiari sentono<br />
solo di essere “oggetti e numeri””.<br />
“Nonostante il male, l’aiuto da parte del centro cure palliative è stata<br />
l'unica cosa veramente positiva. Continuate perché c’è tanto, ma tanto<br />
bisogno di voi.”<br />
“Non un numero e una diagnosi come in ospedale, ma un essere umano con<br />
un cuore, la sua malattia e il suo essere”..<br />
“Scientificamente sono stati fatti passi da gigante, ma mi sono trovata<br />
psicologicamente meno supportata di 25 anni fa quando ho vissuto una<br />
situazione simile con mia madre, anzi c’era nel personale medico più<br />
umanità e meno orgoglio.”<br />
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