Imp. 17x24 libro dolore md2 - Cure a Casa
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O. Corli • M. Pizzuto • M.G. Marini • A. Nastri<br />
“I veri amici dove sono andati? Le sorelle, i fratelli non sono disponibili, un<br />
saluto e via. Cosa potranno insegnare ai loro figli?”<br />
Il comportamento all’interno della stessa famiglia non è affatto univoco, ma talvolta<br />
è un’altalena di momenti di solidarietà e momenti di fuga. La terminalità della vita<br />
rappresenta un’occasione per i familiari per distinguere i “buoni” - chi ti è vicino<br />
- dai “cattivi” - chi scappa via in un tempo dove non si dorme né di notte, né di giorno<br />
e la fatica è amplificata all’inverosimile.<br />
La dimensione della “bugia” è presente nelle dinamiche familiari nel 3,8% dei casi<br />
segnalati. Questa deve essere interpretata come il tentativo di tenere nascoste all’ammalato<br />
le sue reali condizioni di salute. Tale dato appare strettamente correlato<br />
all’esplicitazione del <strong>dolore</strong> da parte degli intervistati: il 75% di coloro che hanno dichiarato<br />
di nascondere al paziente le sue reali condizioni, infatti, hanno esplicitato<br />
nel questionario anche la propria sofferenza per quanto stanno vivendo. Va sottolineato<br />
anche come, per il restante 25% dei casi, le esperienze riportate fanno riferimento<br />
a vicende concluse con il decesso del paziente, ovvero situazioni in cui lo stato<br />
di <strong>dolore</strong> del caregiver è parzialmente attenuato dalla consapevolezza che il proprio<br />
familiare ha smesso di soffrire.<br />
“Non sono mai stata brava nello scritto, ma ora in questo periodo meno che<br />
mai, il dover nascondere il <strong>dolore</strong> che si prova verso il malato e i figli, le<br />
bugie sempre verso il malato (mio marito) per cercare di non fargli capire<br />
la sua malattia".<br />
“È duro dover sorridere e nascondere le proprie emozioni che non possono<br />
mai affiorare e quando lo fanno mi sovrastano o emergono camuffate sotto<br />
altri disturbi (reflusso gastro-esofageo, asma, blocchi muscolari)".<br />
Gli esperti delle metodologie di comunicazione hanno oramai ampiamente sperimentato<br />
che passa molto di più in una relazione attraverso il “non detto” rispetto al<br />
“detto”. Rimane quindi forte l’interrogativo di quanto il paziente intuisca anche a<br />
livello emozionale, pur rifiutandone qualsiasi razionalizzazione, la gravità del suo<br />
stadio.<br />
Ultima dimensione di indagine del mondo interno è quella relativa alla percezione<br />
del tempo da parte degli intervistati. Anche in questo caso si segnala la dicotomia tra<br />
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