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Imp. 17x24 libro dolore md2 - Cure a Casa

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O. Corli • M. Pizzuto • M.G. Marini • A. Nastri<br />

"La malattia di mia mamma coinvolge la sfera più intima e mi provoca<br />

paure che io non ho mai avuto, come paura della morte e mi rimette in<br />

discussione il rapporto con dio." (ndr, dio scritto con la d minuscola).<br />

Commenti a frasi di tale intensità possono risultare pleonastici: solo alcune brevi considerazioni<br />

sull'uso del linguaggio. Le parole inferno e incubo sono spesso ricorrenti<br />

nelle testimonianze per definire come metafore il senso profondo di <strong>dolore</strong> e affanno.<br />

Il fraseggio ambiguo del "detto e non detto" rispetto al porre un termine alla sofferenza<br />

è un comportamento frequente nelle testimonianze: andar fino in fondo, vorrei<br />

scappare, gli chiedo di portarla via. Altra nota è che il <strong>dolore</strong> si ripresenta con la<br />

"stessa intensità" con cui si è presentato per il familiare in un’occasione precedente<br />

per la perdita di un’altra persona cara: il <strong>dolore</strong> non è domabile con l’avere vissuto<br />

esperienze precedenti. Il <strong>dolore</strong> esistenziale induce a mettere in dubbio le proprie certezze<br />

tra cui anche la pratica della fede, porta a un senso di “smarrimento”, “ebetismo”<br />

e “annullamento” che svuota il linguaggio. Infatti, in molte testimonianze si riscontrano<br />

affermazioni di annichilimento del linguaggio: le parole non bastano, non<br />

si trovano, sono confuse, non possono essere utilizzate per stati d’animo troppo confusi<br />

o si sono perdute rispetto alla potenza di un linguaggio antico o forse, da ultimo,<br />

non sono ancora state inventate.<br />

I sentimenti positivi<br />

Accanto a sentimenti quali “<strong>dolore</strong>, ansia, depressione, rabbia” sono da segnalare anche<br />

altri stati d’animo, quelli “positivi” indicativi di una differente modalità di approccio<br />

alla malattia del proprio congiunto e, probabilmente, di una maggiore capacità<br />

di introspezione, spesso conseguente a una precedente esperienza dei sentimenti<br />

“negativi”. Infatti, seppur in percentuale minore, una parte degli intervistati ha dichiarato<br />

di aver individuato nella malattia del proprio familiare anche un’occasione<br />

- seppure dolorosa - per:<br />

• conoscere meglio se stessi, le proprie potenzialità e i propri limiti e ridefinire il<br />

proprio ordine di valori e/o di priorità (anteporre la dimensione affettiva alla dimensione<br />

economica e organizzativa della vita “quotidiana”) attraverso il significato<br />

della scoperta e della comprensione di un limite finale;<br />

• riscoprire l’amore nei confronti del proprio familiare e della famiglia sino al punto<br />

da sciogliere negli ultimi giorni o mesi nodi nella comunicazione familiare o da<br />

risolvere conflitti pregressi;<br />

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