Imp. 17x24 libro dolore md2 - Cure a Casa
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3. Introduzione<br />
all’indagine 2004<br />
Nel 2004 è ricorso il 10º anniversario dell’“anno internazionale della famiglia”<br />
centrato sull’analisi delle caratteristiche, dell’organizzazione, dei bisogni e delle realizzazioni<br />
che si sviluppano all’interno della “istituzione famiglia”. Tale ricorrenza,<br />
riconosciuta in tutto il mondo, ha riguardato aspetti e problemi di questo soggetto a<br />
360 gradi: organizzazione, evoluzione, problemi economici e di sostentamento, aspetti<br />
sociali, relazionali e quant’altro. Esiste, tuttavia, anche un ruolo della famiglia che<br />
emerge in situazioni particolari, come in occasione della malattia di un suo componente.<br />
Già nel corso degli anni ‘90 negli USA si assisteva ad un aumento delle dimissioni<br />
ospedaliere precoci che determinava un aumento del numero di pazienti presi<br />
in carico a domicilio (1, 2) . Questo è un fenomeno attualmente cresciuto anche in Italia<br />
con conseguenze non del tutto compensate. Spesso, le famiglie si trovano a doversi<br />
fare carico dei propri congiunti malati, specie se in fase terminale, con situazioni<br />
del tutto nuove da affrontare. Necessità di adattamento, talora perdite economiche,<br />
stress e ansie giornaliere, perdita dei piaceri quotidiani e del tempo libero, sono<br />
tutti fattori che riducono o precludono ogni aspettativa sociale e/o professionale,<br />
specie del familiare che in prima persona accudisce la persona malata (3, 4) .<br />
In questo caso la famiglia gioca un ruolo fondamentale, a maggior ragione quando<br />
si tratta di un malato grave con ridotta aspettativa di vita: questa è una situazione che<br />
incide profondamente sui consueti equilibri familiari, sia dal punto di vista fisico che<br />
affettivo, sia psicologico che economico. La famiglia del malato terminale è un punto<br />
cardine in qualsiasi programma di cura e assistenza palliativa. Da anni si sottolinea<br />
che il buon esito di tali programmi si basa su una sostanziale “alleanza” all’interno<br />
di una triade costituita da malato, famiglia ed equipe curante. Più volte è stato<br />
sottolineato che l’assenza di un nucleo familiare intorno al malato, sia in senso fisico<br />
(la famiglia non c’è), sia in senso morale (la famiglia si defila), condiziona in modo<br />
sostanziale qualsiasi progetto di cure portato al malato. Questa condizione, rende,<br />
per esempio, quasi impossibile la realizzazione di programmi di cure palliative<br />
domiciliari, tranne nei casi in cui esistano figure vicarianti, come quelle dei cosiddetti<br />
“badanti”. In mancanza di tali soluzioni alternative, l’”assenza” della famiglia,<br />
può determinare il ricovero forzato del malato, situazione che potrebbe non essere in<br />
linea con la sua volontà.<br />
La famiglia è, dunque, indispensabile per la realizzazione di determinate tipologie e<br />
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