Controllo dei flussi migratori: la presenza della Marina Militare
Controllo dei flussi migratori: la presenza della Marina Militare
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attività operativa<br />
<strong>Controllo</strong> <strong>dei</strong> <strong>flussi</strong> <strong>migratori</strong>:<br />
<strong>la</strong> <strong>presenza</strong> del<strong>la</strong><br />
<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />
Il bel tempo dello scorso<br />
mese di agosto e <strong>la</strong> serie<br />
di alte pressioni sul mediterraneo<br />
centrale, hanno favorito<br />
il flusso di extracomunitari<br />
nordafricani via mare verso<br />
l’Italia. Diversi sono stati, da<br />
parte del<strong>la</strong> <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>, gli<br />
avvistamenti e gli interventi a<br />
favore di natanti che facevano<br />
rotta verso le coste e le isole<br />
italiane.<br />
Da tanti anni, <strong>la</strong> <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />
è impegnata nell'ambito dell'attività<br />
di controllo <strong>dei</strong> <strong>flussi</strong><br />
<strong>migratori</strong> con l’impiego di<br />
mezzi navali ed aerei che forniscono<br />
un indispensabile contributo<br />
alle attività marittime e<br />
al<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> del<strong>la</strong> salvaguardia<br />
del<strong>la</strong> vita umana in mare nel rispetto<br />
delle leggi del nostro<br />
governo e del diritto internazionale.<br />
Per raggiungere tali obiettivi <strong>la</strong><br />
<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> impiega sia le<br />
corvette che i pattugliatori appartenenti<br />
al Comando per le<br />
Forze di Pattugliamento<br />
(Comforpat) del<strong>la</strong> base navale<br />
di Augusta. Le navi si alternano<br />
in mare per garantire il<br />
controllo del traffico mercantile<br />
nazionale ed internazionale.<br />
Nell’ambito di tale attività il<br />
pattugliatore Spica è stato impegnato<br />
in attività di <strong>presenza</strong><br />
e sorveglianza nell’area del<br />
Mediterraneo centro-meridionale,<br />
a seguito di segna<strong>la</strong>zione<br />
ricevuta dal Maritime Rescue<br />
Coordianation Centre (MRCC)<br />
di Roma. Il concorso di nave<br />
Spica e del suo equipaggio, è<br />
stato richiesto più volte: una<br />
prima volta avvistando con<br />
l’elicottero di bordo, un AB<br />
212, un barcone con un centinaio<br />
di persone che si trovava<br />
a <strong>la</strong>rgo di Lampedusa. Questo<br />
avvistamento ha permesso,<br />
con il coordinamento del<strong>la</strong><br />
guardia costiera di Palermo,<br />
l’intervento delle motovedette<br />
del<strong>la</strong> guardia costiera di Lampedusa<br />
e del<strong>la</strong> guardia di Finanza<br />
che hanno condotto<br />
nel porto di Lampedusa, 126<br />
migranti tra i quali donne e<br />
bambini.<br />
Un secondo intervento è stato<br />
prestato quando l’elicottero di<br />
bordo ha localizzato nell’area<br />
di ricerca e soccorso maltese,<br />
a circa 70 miglia a sud ovest<br />
dell’Iso<strong>la</strong> di Malta, un gommone<br />
al<strong>la</strong> deriva con circa 80 migranti.<br />
Nave Spica ha raggiunto<br />
in breve tempo il punto se-<br />
Gommone con migranti, ripresi dall’elicottero<br />
di bordo di Nave Spica;<br />
nelle altre immagini:<br />
foto di repertorio dell’Unità.<br />
gna<strong>la</strong>to dall’elicottero; giunta migranti venissero recuperati e Anche in questa occasione,<br />
in area ha verificato <strong>la</strong> situazio- successivamente sbarcati a La tutta l’attività, aiutata anche<br />
ne in atto e le condizioni del Valletta. Durante le delicate dalle buone condizioni meteo<br />
personale a bordo del gom- operazioni di affiancamento e marine, si è svolta senza inconmone,<br />
pronta a dare assisten- trasbordo effettuate dal<strong>la</strong> movenienti a conferma del<strong>la</strong> effiza<br />
ad eventuali naufraghi bisotovedetta maltese, nave Spicacia delle esercitazioni congnosi<br />
di soccorso. L’MRCC di ca è rimasta a disposizione per giunte che si svolgono periodi-<br />
Roma ha contemporanea- fornire qualsiasi forma di supcamente tra <strong>la</strong> nostra <strong>Marina</strong><br />
mente informato le compeporto, con i propri team mari- e le forze Armate maltesi.<br />
tenti autorità maltesi, che hannaresco e sanitario e con l’elino<br />
dato disposizioni affinché i cottero imbarcato.<br />
Alessandro Busonero n<br />
2 3
attività operativa<br />
Nave Scirocco protagonista in<br />
Tanzania<br />
Durante <strong>la</strong> sosta a Dar Es Sa<strong>la</strong>am nave Scirocco, nell’ambito dell’iniziativa<br />
internazionale Africa Partnership Station, ha col<strong>la</strong>borato con <strong>la</strong><br />
<strong>Marina</strong> tanzaniana tenendo una serie di corsi tematici a favore degli<br />
ufficiali africani<br />
Nave Scirocco, a metà<br />
agosto, al temine dell’operazione<br />
Eunavfor Ata<strong>la</strong>nta,<br />
ha effettuato una sosta<br />
nel porto di Dar Es Sa<strong>la</strong>am in<br />
Tanzania dove ha condotto<br />
un’attività di Maritime Capacity<br />
Building (MCB) nell’ambito<br />
dell’iniziativa Africa Partership<br />
Station (APS) e di col<strong>la</strong>borazione<br />
bi<strong>la</strong>terale Italia – Tanzania.<br />
L’Africa Partnership Station<br />
(APS) è un'iniziativa internazionale<br />
sviluppata dagli Stati Uniti<br />
d’America, in partico<strong>la</strong>re dal<strong>la</strong><br />
United States Naval Forces Europe-Africa,<br />
che opera in col<strong>la</strong>borazione<br />
con partner statunitensi<br />
e internazionali. Lo scopo<br />
è quello di migliorare <strong>la</strong> sicurezza<br />
marittima e <strong>la</strong> sicurezza<br />
in Africa, come parte del<br />
programma di sicurezza del<br />
Comando Africa degli Stati<br />
Uniti di cooperazione. APS, è<br />
un programma strategico volto<br />
a sviluppare le competenze,<br />
l'esperienza e <strong>la</strong> professionalità<br />
<strong>dei</strong> militari africani e del<strong>la</strong><br />
guardia costiera. Questo tipo<br />
4<br />
di attività riveste una grande<br />
importanza per uno stato come<br />
<strong>la</strong> Tanzania <strong>la</strong> cui <strong>Marina</strong><br />
sta tentando di focalizzare <strong>la</strong><br />
propria attenzione sul pattugliamento<br />
costiero per il controllo<br />
del<strong>la</strong> pesca e <strong>dei</strong> siti<br />
estrattivi offshore.<br />
In questo contesto, e nel<strong>la</strong> visione<br />
di una più ampia col<strong>la</strong>borazione<br />
tra Italia e Tanzania,<br />
ufficiali, sottufficiali e marinai di<br />
nave Scirocco hanno tenuto<br />
una serie di corsi divisi in moduli<br />
tematici e di diverso livello di<br />
difficoltà: dall’introduzione all’utilizzo<br />
<strong>dei</strong> computer, alle<br />
esercitazioni di difesa passiva,<br />
primo soccorso e tecniche di<br />
perquisizione (curate dal team<br />
del Reggimento San Marco),<br />
passando per lezioni di carteggio,<br />
maritime domain awareness<br />
e introduzione all’anti-IED<br />
(Improvised Explosive Device)<br />
a cura degli specialisti EOD<br />
del Gruppo Operativo Subacquei<br />
imbarcati.<br />
L’alternanza tra lezioni teoriche<br />
e moduli pratici ha consentito<br />
di massimizzare i risultati ottenuti,<br />
garantendo sempre un alto<br />
livello di coinvolgimento e partecipazione<br />
da parte <strong>dei</strong> militari<br />
in formazione.<br />
Le lezioni teoriche si sono tenute<br />
presso <strong>la</strong> Naval School del<strong>la</strong><br />
<strong>Marina</strong> del<strong>la</strong> Tanzania, mentre<br />
5<br />
le esercitazioni pratiche si sono<br />
svolte a bordo dello Scirocco.<br />
Questa settimana di addestramento<br />
non ha soltanto riscontrato<br />
grande successo tra i giovani<br />
ufficiali in formazione, ma<br />
ha anche consentito a coloro<br />
che sono stati chiamati a presentare<br />
le lezioni di entrare in<br />
contatto con l’ospitalità <strong>dei</strong><br />
colleghi tanzani, di conoscerne<br />
una picco<strong>la</strong> parte del<strong>la</strong> loro<br />
cultura così diversa da quel<strong>la</strong><br />
occidentale e così affascinante.<br />
Senza dubbio questa esperienza<br />
ha portato ad un mutuo arricchimento<br />
sia professionale<br />
che umano.<br />
Ai colleghi tanzani un sincero<br />
“in bocca al lupo” per il proseguo<br />
del<strong>la</strong> loro carriera, un<br />
grandissimo “grazie” al<strong>la</strong> Tanzania<br />
per <strong>la</strong> calorosa accoglienza<br />
e “vento in poppa” a<br />
nave Scirocco dopo lunghi e<br />
intensi mesi di attività fuori<br />
area.<br />
Giacomo Persi Paoli n<br />
Nell’ambito del<strong>la</strong> missione Eunavfor-Ata<strong>la</strong>nta lo Scirocco non ha voluto<br />
far mancare <strong>la</strong> solidarietà del personale del<strong>la</strong> <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> a chi è<br />
meno fortunato di noi<br />
Canti in lingua swaili, tamburelli e balli in abiti<br />
colorati africani, è stato questo il modo in<br />
cui i bambini dell’asilo materno delle Missionarie<br />
di Carità d’Ivrea<br />
e del Gruppo<br />
di fanciulli del Movimento<br />
dell’Infanzia<br />
missionaria “Giovanni<br />
Paolo II” di Dar Es<br />
Sa<strong>la</strong>am ci hanno<br />
voluto comunicare il<br />
loro “Asante Sana”:<br />
Grazie!<br />
Ad accogliere un<br />
gruppo rappresentativodell’equipaggio<br />
di nave Scirocco,<br />
le Suore di Carità<br />
di Ivrea, presenti<br />
in Tanzania dagli anni ’60, che insieme all’educazione<br />
delle giovani generazioni tanzaniane assicurano<br />
<strong>la</strong> <strong>presenza</strong> di un dispensario in cui, con<br />
amorevole cura e<br />
instancabile sollecitudine,<br />
offrono<br />
visite gratuite pediatriche<br />
e ginecologiche,organizzano<br />
centri<br />
d’ascolto per i<br />
ma<strong>la</strong>ti di aids,<br />
campagne di<br />
prevenzione al<strong>la</strong><br />
diffusione del virus<br />
e uno sportello<br />
del dispensario al<br />
quale ogni giorni<br />
si affacciano cir-
ca duecento amma<strong>la</strong>ti di ogni età per ricevere<br />
medicinali salva vita: antibiotici, antipiretici, antima<strong>la</strong>rici,<br />
<strong>la</strong>tte pediatrico e quanto può sollevare<br />
o salvare una vita.<br />
Una <strong>presenza</strong> silenziosa e costante, composta<br />
da cinque Suore tanzaniane, una keniota e una<br />
italiana.<br />
I più colpiti sono i bambini, gli anziani, le donne<br />
incinte. Qui ognuno fa quello che può, ma lo fa<br />
con tutto il cuore.<br />
Ogni medicina è<br />
preziosa, spesso non<br />
basta alle esigenze<br />
di tutti i pazienti che<br />
ne hanno bisogno: i<br />
ma<strong>la</strong>ti vengono da<br />
Dar Es Sa<strong>la</strong>am, ma<br />
anche dai vil<strong>la</strong>ggi<br />
del territorio circostante,<br />
l’entroterra,<br />
spesso dopo giorni di<br />
cammino, a volte<br />
dopo troppo tempo,<br />
così che quel male<br />
che un giorno poteva<br />
essere curato con<br />
facilità può diventare<br />
irreparabile. Tra gli altri sguardi ci colpisce<br />
quello preoccupato di una giovane madre con<br />
<strong>la</strong> sua picco<strong>la</strong> di sette mesi: lei è venuta a ritirare<br />
l’antivirale per l’AIDS e una suora cerca di convincer<strong>la</strong><br />
a fare il test per <strong>la</strong> sua bambina. I suoi<br />
occhi si riempiono di <strong>la</strong>crime: “Non voglio sapere<br />
se <strong>la</strong> mia bambina è amma<strong>la</strong>ta, se lo fosse, potrei<br />
morirne” dice. È questo il modo in cui si esorcizza<br />
<strong>la</strong> paura qui in Tanzania, a volte è meglio<br />
non sapere che conoscere in anticipo un epilogo<br />
tragico quasi certo.<br />
È <strong>la</strong> speranza che qualcosa si può fare, che non<br />
tutto è perduto, il grande messaggio che le Suore<br />
ogni giorno rega<strong>la</strong>no insieme a quei medicinali<br />
così importanti: una stretta di mano, un abbraccio<br />
materno: non li fa sentire soli.<br />
A questa opera nave Scirocco ha pensato di<br />
dare il proprio contributo, sapendo di andare in<br />
6<br />
Kenya e Tanzania. Prima del<strong>la</strong> partenza, da Taranto,<br />
i membri dell’equipaggio, singole famiglie,<br />
parrocchie, farmacisti e ogni singolo membro<br />
del<strong>la</strong> <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> coinvolto e sensibilizzato dai<br />
cappel<strong>la</strong>ni di Taranto, monsignor Renato Pizzigallo,<br />
il cappel<strong>la</strong>no di Comforal e il cappel<strong>la</strong>no imbarcato<br />
su nave Scirocco, con il benep<strong>la</strong>cito e<br />
l’interessamento di tutta <strong>la</strong> catena di comando,<br />
hanno messo insieme ciò che sembrava essere<br />
necessario, ciò che in Italia non facciamo mancare<br />
ai nostri figli, e che in questa terra purtroppo<br />
non è scontato, e che ancora di più qui è<br />
fondamentale per vivere. Così raccolti circa sessanta<br />
scatoloni di medicinali e <strong>la</strong>tte pediatrico,<br />
imbarcato tutto, siamo partiti.<br />
Tanto altro materiale, è rimasto a terra per mancanza<br />
di spazio; ma ci ha pensato il San Giusto a<br />
farsi carico del trasporto del materiale rimanente,<br />
insieme a tanto altro.<br />
L’itinerario, però, si sa, cambia spesso in una<br />
operazione antipirateria e, ad un certo punto, il<br />
Kenya e <strong>la</strong> Tanzania non sono più previste…e le<br />
medicine rischiano di<br />
scadere.<br />
È grazie al<strong>la</strong> disponibilità<br />
di un’altra nave del<strong>la</strong><br />
Forza Navale Europea<br />
che dirige verso<br />
Dar Es Sa<strong>la</strong>am, l’unità<br />
francese “Marne”, che<br />
possiamo far trasportare<br />
il nostro “prezioso dono”<br />
dal Golfo di Aden<br />
al<strong>la</strong> Tanzania.<br />
E l’Ambasciata d’Italia<br />
in Tanzania ci ha permesso<br />
di convogliare<br />
tutto quanto avevamo<br />
raccolto alle Suore d’Ivrea.<br />
La sollecitudine<br />
dell’Ambasciata italiana permette di farsi carico<br />
del materiale e portarlo al dispensario delle Suore,<br />
a Kawe.<br />
A loro <strong>la</strong> telefonata dell’Ambasciata: “Abbiamo<br />
ricevuto da una nave italiana delle medicine per<br />
voi, possono esservi utili?”. Forse si aspettano<br />
qualche scato<strong>la</strong>…all’arrivo delle centinaia di<br />
medicine <strong>la</strong> gioia delle Suore è indescrivibile: saltano<br />
e piangono per quel dono piovuto dal Cielo.<br />
Non sanno chi ringraziare, ma il loro cuore e <strong>la</strong> loro<br />
preghiera sa di doversi rivolgere al popolo italiano,<br />
che tra mille difficoltà economiche hanno<br />
pensato ai loro bimbi.<br />
Suor Valeria Rizzo, 74 anni italiana, in Africa da<br />
46, ha passato due giorni a tradurre i foglietti illustrativi<br />
delle medicine dall’italiano al swaili, per<br />
le suore tanzaniane.<br />
Quando ci ha raccontato del<strong>la</strong> loro gioia avrem-<br />
mo voluto vederle saltare e ringraziare quando<br />
hanno avuto quel dono, solo per renderci conto<br />
di quanto un gesto d’amore può essere importante<br />
per chi lo fa più che per chi lo riceve.<br />
Non per inorgoglirci, ma per rafforzare <strong>la</strong> convinzione<br />
che vale sempre <strong>la</strong> pena dare quel poco<br />
che si ha, per salvare qualcuno, e sigil<strong>la</strong>re nel<br />
cuore <strong>la</strong> motivazione per continuare a farlo.<br />
A fine luglio nuovo itinerario: nave Scirocco, per<br />
un cambio di programma inatteso, dirige verso<br />
<strong>la</strong> Tanzania per adempiere un impegno istituzionale.<br />
Così, tra le attività ufficiali, possiamo conoscere<br />
quelle Suore a cui erano arrivati i nostri aiuti.<br />
Il 17 Agosto siamo stati ospiti dalle Missionarie:<br />
l’accoglienza è stata quel<strong>la</strong> di una festa per persone<br />
importanti…ma non eravamo solo noi marinai<br />
di nave Scirocco ad essere accolti, in noi,<br />
veniva accolta ogni persona che ha contribuito<br />
a quel<strong>la</strong> “raccolta miracolosa”.<br />
Forse le Suore ci avevano<br />
sentito, hanno intuito<br />
che avremmo voluto<br />
essere lì con loro all’arrivo<br />
delle medicine, forse,<br />
avrebbero voluto<br />
anche loro che noi fossimo<br />
stati presenti in<br />
quel momento…e allora<br />
quello stesso ballo,<br />
quel<strong>la</strong> stessa gioia hanno<br />
voluto che a raccontarlo,<br />
a rappresentarlo<br />
fossero stati i loro<br />
bimbi.<br />
I bambini hanno cantato una canzone composta<br />
appositamente per l’occasione: “Abbiamo<br />
visto da lontano arrivare una Nave e l’abbiamo<br />
salutata, ma questa nave aveva tante finestre e<br />
l’equipaggio c’era dentro ci ha visti e ha ricambiato<br />
il saluto”. Ci hanno ringraziato perché l’Ita-<br />
7<br />
lia ha visto, si è accorta delle loro difficoltà, forse,<br />
semplicemente, ci siamo ricordati che avremmo<br />
potuto fare qualcosa e non abbiamo esitato a<br />
far<strong>la</strong>.<br />
Sabato 18 Agosto mandiamo circa 1000 buste di<br />
<strong>la</strong>tte fresco, che le suore distribuiscono ai bambini<br />
e alle famiglie. È ancora festa!<br />
Suor Valeria vuole ringraziarci.<br />
Domenica 19, il comandante<br />
dello Scirocco,<br />
capitano di fregata Riccardo<br />
Marchiò vuole<br />
salutare le Suore. Lo accolgono<br />
e lo salutano,<br />
non solo ricambiando il<br />
suo sorriso sereno e sorpreso,<br />
ma idealmente,<br />
in lui, abbracciano l’Italia,<br />
<strong>la</strong> <strong>Marina</strong>, dicono il<br />
loro grazie commosso<br />
per quei gesti fraterni<br />
che le hanno sorprese.<br />
Una foto fatta dal gruppo<br />
dell’equipaggio in posa con i bimbi dell’Asilo,<br />
con una dedica e firma del comandante, è un<br />
piccolo presente di nave Scirocco “ad memoriam”<br />
dell’evento. Ma ciò che rimane nel cuore<br />
è <strong>la</strong> gioia e <strong>la</strong> profonda gratitudine di quelle Suore,<br />
come bambine che ricevono un regalo importante…il<br />
regalo più grande però era per noi.<br />
Quel calore e quel<strong>la</strong> gioia rimane dentro di noi,<br />
e non crediamo di poterlo esprimere fino infondo<br />
con le parole.<br />
Quel<strong>la</strong> festa ci ha fatto assaporare non solo il loro<br />
grazie ma l’essere uniti da un filo invisibile ma<br />
resistente, che lega ogni uomo in ogni parte del<br />
mondo. Noi quel filo lo abbiamo visto, vorremmo<br />
renderlo visibile a tutti, affinché non si spezzi, ma<br />
si rafforzi, si concretizzi, nel continuare a costruire<br />
un ponte ideale che abbiamo gettato con l’Africa,<br />
e che arricchisce anche noi.<br />
Asante Sana Tanzania!<br />
Don Vincenzo Caiazzo n
attività operativa<br />
GOLFO DI ADEN<br />
Lelicottero del<strong>la</strong> fregata<br />
francese La Fayette si leva<br />
in volo alle prime luci dell’alba.<br />
La sua missione è raggiungere<br />
un dhow1 che si trova<br />
ad una cinquantina di miglia a<br />
prora del<strong>la</strong> nave, sorvo<strong>la</strong>rlo ed<br />
“investigarlo”.<br />
Il La Fayette fa parte del<strong>la</strong> Forza<br />
navale europea (Eunavfor)<br />
dislocata nel Golfo di Aden e<br />
nell’Oceano Indiano occidentale<br />
nell’ambito dell’operazione<br />
anti-pirateria Ata<strong>la</strong>nta 2.<br />
Un’operazione a bandiera Ue,<br />
il cui quartier generale operativo<br />
si trova a Northwood, in Inghilterra<br />
ed è al comando dell’ammiraglio<br />
di divisione inglese<br />
Duncan Potts. Il comando in<br />
mare del<strong>la</strong> “task force”, invece,<br />
ruota ogni quattro mesi tra<br />
le nazioni dell’Unione europea.<br />
Dallo scorso sei agosto, e fino a<br />
dicembre, il comandante del<strong>la</strong><br />
“task force” di Eunavfor è il<br />
contrammiraglio Enrico Credendino,<br />
imbarcato sul San<br />
Giusto, f<strong>la</strong>gship e sede del suo<br />
staff.<br />
È da qui, che ha inoltrato al<strong>la</strong><br />
fregata francese l’ordine di<br />
cercare il dhow ed investigar-<br />
1Un dhow è una grande imbarcazione<br />
in legno, tipica del Golfo di Aden e del<br />
bacino occidentale dell’Oceano Indiano,<br />
usata per trasportare merci di varia<br />
natura. È <strong>la</strong> colonna portante del cabotaggio<br />
locale.<br />
2Tra i compiti di Ata<strong>la</strong>nta, oltre al contrasto<br />
al<strong>la</strong> pirateria, c’è anche quello di<br />
scortare le navi del World Food Programme<br />
(Wfp) e del<strong>la</strong> missione dell’Unione<br />
africana in Somalia (Amisom), ed<br />
il contrasto dell’attività di pesca illegale.<br />
Un giorno di ordinaria<br />
antipirateria<br />
lo. Il motivo è che esiste il fondato<br />
sospetto che sia in mano<br />
ai pirati. Il sospetto, non <strong>la</strong> certezza.<br />
“Quando si <strong>la</strong>vora in mare, in<br />
un’area molto grande, si deve<br />
sfruttare ogni possibile informazione<br />
utile, condivider<strong>la</strong> con gli<br />
altri attori presenti in area e valorizzar<strong>la</strong><br />
- spiega il capitano di<br />
fregata Giuseppe Aletta, capo<br />
del nucleo di Eunavfor che si<br />
occupa del<strong>la</strong> condotta delle<br />
operazioni – È fondamentale,<br />
però, un’accurata verifica delle<br />
informazioni in nostro possesso.<br />
Nel Golfo di Aden transitano<br />
ogni anno 23.000 mercantili<br />
ed un grande numero di dhow<br />
e di piccole imbarcazioni da<br />
pesca. I falsi al<strong>la</strong>rmi sono all’ordine<br />
del giorno e noi dobbiamo<br />
evitare di disperdere forze<br />
ed energie.”<br />
L’elicottero del La Fayette, sorvo<strong>la</strong>ndo<br />
il dhow, appura che è<br />
effettivamente stato sequestrato.<br />
Nel frattempo <strong>la</strong> fregata<br />
francese serra le distanze, recupera<br />
l’elicottero e, qualche<br />
ora dopo, raggiunge il dhow.<br />
Dei pirati, però, non c’è traccia.<br />
Falso al<strong>la</strong>rme? No. Lo con-<br />
8<br />
EH-101 prossimo al decollo per seguire<br />
l'azione del gommone del Rotterdam.<br />
ferma l’equipaggio del dhow: i<br />
ripetuti sorvoli dell’elicottero<br />
francese hanno innervosito i pirati,<br />
che si sono sentiti braccati<br />
ed hanno preferito abbandonare<br />
<strong>la</strong> preda e mettersi in fuga,<br />
dileguandosi a bordo di un<br />
secondo dhow, piratato anch’esso.<br />
La ricerca ricomincia. Non si<br />
hanno notizie su questo secondo<br />
dhow ed il Golfo di Aden è<br />
un vasto braccio di mare che<br />
si distende tra <strong>la</strong> Somalia e <strong>la</strong><br />
peniso<strong>la</strong> araba. Una ricerca<br />
casuale sarebbe inutile. Occorre,<br />
invece, coordinare i<br />
mezzi a disposizione. Il La<br />
Fayette viene <strong>la</strong>sciato a scortare<br />
il primo dhow fino all’ingresso<br />
in acque sicure, mentre<br />
nel<strong>la</strong> ricerca del secondo<br />
dhow viene mandata <strong>la</strong> fregata<br />
tedesca Sachsen, anch’essa<br />
parte del<strong>la</strong> Forza navale europea,<br />
ed un aereo da pattugliamento<br />
a lungo raggio specializzato<br />
in ricerca e riconoscimento<br />
marittimo (MPRA), te-<br />
desco anch’esso ed anch’esso<br />
in forza ad Eunavfor.<br />
È proprio l’aereo tedesco ad<br />
individuare l’imbarcazione ricercata,<br />
permettendo così al<br />
Sachsen di raggiunger<strong>la</strong> al termine<br />
di un inseguimento durato<br />
un intero giorno. La notte si<br />
avvicina, il Sachsen si mantiene<br />
a distanza di sicurezza, rimandando<br />
ogni azione al mattino<br />
seguente. In gergo si par<strong>la</strong><br />
di ombreggiamento, un inseguimento<br />
discreto.<br />
Con l’alba, sul<strong>la</strong> scena giunge<br />
anche il San Giusto. La prima<br />
cosa da fare è capire le intenzioni<br />
<strong>dei</strong> pirati, il loro stato d’animo,<br />
tenerli sotto pressione<br />
ma non innervosirli troppo:<br />
hanno già più volte minacciato<br />
i membri dell’equipaggio<br />
del dhow.<br />
Dal San Giusto si leva in volo un<br />
elicottero, un AB212 del nucleo<br />
lotta anfibia; un altro, un<br />
EH101, è pronto a fare altrettanto.<br />
“La cosa importante, in<br />
questo tipo di missioni, è mantenersi<br />
ad una distanza dal<br />
contatto che, se da un <strong>la</strong>to ci<br />
consente di control<strong>la</strong>re <strong>la</strong> situazione<br />
a bordo e di assicurarci<br />
che all’equipaggio del<br />
dhow non venga torto un capello,<br />
dall’altro permette all’elicottero<br />
di restare a distanza di<br />
sicurezza da un’eventuale reazione<br />
<strong>dei</strong> pirati” spiega il tenente<br />
di vascello Max Cè, pilota<br />
di AB212 del nucleo lotta<br />
Il boading team del Rotterdam in procinto<br />
di salire sul secondo dhow.<br />
anfibia, più di tremi<strong>la</strong> ore vo<strong>la</strong>te<br />
in quasi tutti i teatri operativi<br />
ed in ogni condizione. “Ci vuole<br />
una grande concentrazione<br />
e devi dimenticarti del caldo,<br />
del<strong>la</strong> stanchezza e pensare solo<br />
al<strong>la</strong> missione.”<br />
C’è un’altra importante forza<br />
anti-pirateria, nel Golfo di<br />
Aden, appartenente all’operazione<br />
Nato-Ocean Shield, che<br />
<strong>la</strong>vora in coordinamento costante<br />
con Ata<strong>la</strong>nta. La f<strong>la</strong>gship<br />
di Ocean Shield, <strong>la</strong> nave<br />
anfibia o<strong>la</strong>ndese Rotterdam,<br />
raggiunge il Sachsen ed il San<br />
Giusto e si unisce a loro. Disloca<br />
sei mezzi anfibi in mare e li<br />
interpone tra <strong>la</strong> costa soma<strong>la</strong><br />
(ormai in vista) ed il dhow, impedendogli<br />
così di poter giungere<br />
<strong>la</strong> battigia e di ricevere<br />
aiuti da terra. Il comandante<br />
9<br />
Prima imbarcazione scortata dal<strong>la</strong><br />
Fregata La Fayette.<br />
dell’Ocean Shield, il commodoro<br />
o<strong>la</strong>ndese Ben Bekkering,<br />
dispone <strong>dei</strong> suoi mezzi in costante<br />
coordinamento e comunità<br />
d’intenti con l’ammiraglio<br />
Credendino.<br />
Le intenzioni <strong>dei</strong> pirati sono<br />
chiare. Il loro scopo è giungere<br />
in prossimità del<strong>la</strong> costa soma<strong>la</strong><br />
e mettersi in salvo, magari ricevendo<br />
l’aiuto di un mezzo<br />
partito da terra. L’azione di interdizione<br />
e disturbo del Rotterdam,<br />
però, porta al<strong>la</strong> resa <strong>dei</strong><br />
pirati. Il dhow si ferma, i marines<br />
o<strong>la</strong>ndesi salgono a bordo<br />
e li fermano, mentre intorno il<br />
San Giusto con i suoi elicotteri,<br />
il Sachsen ed il Rotterdam control<strong>la</strong>no<br />
<strong>la</strong> situazione.<br />
Trasbordati sul<strong>la</strong> nave o<strong>la</strong>ndese,<br />
i pirati sono detenuti in attesa<br />
di essere trasferiti nei Paesi<br />
Bassi ed essere sottoposti a rego<strong>la</strong>re<br />
processo.<br />
Il dhow, invece, viene riconsegnato<br />
al legittimo equipaggio<br />
ed al<strong>la</strong> libera navigazione.<br />
Raccontano, i sequestrati, di<br />
essere partiti da Dubai e di essere<br />
stati sequestrati al <strong>la</strong>rgo<br />
delle coste dell’Oman. Cioè a<br />
molte centinaia di miglia dal<strong>la</strong><br />
Somalia. “Al<strong>la</strong> comparsa del
fenomeno il bacino di azione<br />
<strong>dei</strong> pirati somali era di poche<br />
centinaia di miglia al <strong>la</strong>rgo delle<br />
coste somale e lungo il golfo<br />
di Aden. – spiega ancora il comandante<br />
Aletta - Oggi l’area<br />
interessata si è molto estesa,<br />
tanto che attualmente il bacino<br />
di azione <strong>dei</strong> pirati somali<br />
arriva a <strong>la</strong>mbire le coste dell’India<br />
e si spinge fino allo stretto<br />
di Hormuz, porta di ingresso<br />
del Golfo Persico. Nel complesso,<br />
un’area grande quanto l’intera<br />
Europa continentale”.<br />
E proprio l’Europa rischia di subire,<br />
indirettamente, i più grossi<br />
danni economici dal fenomeno<br />
del<strong>la</strong> pirateria. Le 23.000 navi<br />
mercantili in transito annualmente<br />
attraverso il Golfo di<br />
Aden, infatti, sono quasi tutte<br />
dirette verso porti europei. Una<br />
media di 1.300 tra queste, poi,<br />
battono bandiera italiana. Ciò<br />
significa che, ogni giorno, almeno<br />
4 mercantili italiani attraversano<br />
questo tratto di mare,<br />
con picchi fino a 10 navi al<br />
giorno.<br />
Come spiegato dal comandante<br />
in capo del<strong>la</strong> Squadra<br />
navale, l’ammiraglio di squadra<br />
Giuseppe de Giorgi, nel<br />
corso di una recente audizione<br />
3 La Combined Maritime Forces (Cmf)<br />
è una Forza navale multinazionale cui<br />
partecipano Australia, Francia, Germania,<br />
Italia, Pakistan, Canada, Danimarca,<br />
Turchia, Stati Uniti d’America e Regno<br />
Unito, oltre a numerosi altri Paesi.<br />
Lo scopo del<strong>la</strong> Cmf è quello di combattere<br />
il terrorismo internazionale, prevenire<br />
atti di pirateria in mare e contrastare<br />
traffici illegali via mare.<br />
4 Gli indipendent deployers sono delle<br />
task force navali che scortano i mercantili<br />
di proprio interesse nazionale<br />
lungo l’Irtc (International Reccomanded<br />
Transit Corridor), ovvero un corridoio<br />
di transito lungo il Golfo di Aden,<br />
istituito col fine di proteggere i mercantili<br />
in transito. I principali independent<br />
deployers in area sono: Cina, Russia, India,<br />
Giappone e Corea del Sud. Tra<br />
questi e le anti-pirateria presenti in area<br />
(Eunavfor-Ata<strong>la</strong>nta e Nato-Ocean<br />
Shield) c’è una continua col<strong>la</strong>borazione<br />
finalizzata però al<strong>la</strong> so<strong>la</strong> protezione<br />
<strong>dei</strong> mercantili in transito, senza integrazione<br />
in ambito di contrasto al<strong>la</strong> pirateria.<br />
al Senato: “Per quanto riguarda<br />
l'Italia, l'effetto immediato<br />
del<strong>la</strong> pirateria sulle rotte battute<br />
dalle navi mercantili è lo<br />
spostamento delle linee di traffico.<br />
Già si registra infatti, al riguardo,<br />
un iniziale spostamento<br />
dal Mar Rosso e dal Mar Mediterraneo<br />
all'Oceano At<strong>la</strong>ntico,<br />
con <strong>la</strong> circumnavigazione<br />
dell'Africa. Qualora <strong>la</strong> pirateria<br />
non dovesse essere debel<strong>la</strong>ta,<br />
tale spostamento delle linee di<br />
traffico darebbe luogo ad una<br />
anemizzazione <strong>dei</strong> traffici nel<br />
Mediterraneo (che diventerebbe<br />
un <strong>la</strong>go deserto) e in Italia<br />
in partico<strong>la</strong>re, nei principali<br />
porti di Gioia Tauro, Genova,<br />
Livorno e Trieste, ed avrebbe<br />
un effetto devastante sulle prospettive<br />
di <strong>la</strong>voro e di sviluppo<br />
economico <strong>dei</strong> porti nazionali<br />
a favore <strong>dei</strong> porti africani<br />
at<strong>la</strong>ntici e del nord Europa,<br />
con ripercussioni molto gravi<br />
sull'economia nazionale.”<br />
Le statistiche degli ultimi due<br />
anni dimostrano che c’è stato<br />
un sensibile calo del numero di<br />
attacchi sventati grazie al<strong>la</strong><br />
<strong>presenza</strong> di Forze come Ata<strong>la</strong>nta,<br />
Ocean Shield, <strong>la</strong> Combined<br />
Maritime Forces 3 ed altri<br />
attori indipendenti operanti in<br />
maniera autonoma 4; anche<br />
l’assunzione, da parte <strong>dei</strong> mercantili,<br />
di misure di sicurezza,<br />
quali l’imbarco di team di pro-<br />
10<br />
Decision breefing dello staff di EU<br />
NAVFOR.<br />
tezione e sicurezza ha contribuito<br />
a rendere meno efficace<br />
l’azione <strong>dei</strong> pirati.<br />
Tuttavia, come afferma il contrammiraglio<br />
Enrico Credendino,<br />
“non c’è alcuna evidenza<br />
del fatto che <strong>la</strong> pirateria sia<br />
stata sconfitta. La cosa davvero<br />
importante è mantenere un<br />
elevato livello di prontezza,<br />
senza minimamente abbassare<br />
<strong>la</strong> guardia, ora che i numeri<br />
sembrano darci ragione. Il<br />
contrasto al<strong>la</strong> pirateria in mare,<br />
così come <strong>la</strong> protezione delle<br />
navi del World Food Programme<br />
e di Amisom, sono nostre<br />
priorità assolute e tali dovranno<br />
rimanere fino a quando <strong>la</strong> situazione<br />
in Somalia non si sarà<br />
stabilizzata da un punto di vista<br />
sociale e politico.”<br />
Il dhow liberato ed il sole si sono<br />
ritirati dietro l’orizzonte, in direzioni<br />
opposte. Le tre navi, silenziosamente,<br />
hanno ripreso il<br />
mare anche loro, ognuna in<br />
maniera indipendente ma non<br />
casuale. Il monsone concede<br />
una tregua, sembra una notte<br />
tranquil<strong>la</strong>.<br />
Domattina un altro elicottero si<br />
leverà in volo?<br />
Valerio Maglio<strong>la</strong> n<br />
Military Advisor Team:<br />
una nuova sfida per il San Marco<br />
AFGHANISTAN<br />
Ventuno leoni del San<br />
Marco dallo scorso aprile,<br />
quali Military Advisor<br />
Team (MAT) nell’ambito del<strong>la</strong><br />
missione Nato ISAF, sono dislocati<br />
in Afghanistan nel distretto<br />
di Farah con lo scopo di supportare<br />
embedded a livello<br />
battaglione (Kandak) l’ Afghan<br />
National Army (ANA). Il compito<br />
principale del MAT è l’advising<br />
dell’esercito afgano nel<strong>la</strong><br />
pianificazione e condotta delle<br />
operazioni sul terreno e il supporto<br />
in termini di comando e<br />
controllo, supporto di fuoco aereo<br />
ed evacuazione medica. Il<br />
Evacuazione medica con elicottero.<br />
difficile compito <strong>dei</strong> MAT diviene<br />
sempre più focale nel periodo<br />
di transizione del<strong>la</strong> missione<br />
Nato ISAF in Afghanistan che<br />
nel prossimo futuro, vedrà una<br />
progressiva riduzione delle forze<br />
di manovra Nato sul territorio, in<br />
seguito alle consolidate capacità<br />
di controllo e sicurezza del<br />
territorio delle forze afgane.<br />
Il team di advisor, quotidianamente<br />
a contatto con l’ANA,<br />
necessita sia di una solida preparazione<br />
professionale e approfondita<br />
conoscenza culturale<br />
del paese, sia di una spiccata<br />
e paziente capacità di re<strong>la</strong>-<br />
11<br />
L’arco d’ingresso a Quali nau, capolugo<br />
del distretto del Gulistan, dono del<br />
Reggimento San Marco durante il periodo<br />
agosto-febbraio 2011, attualmente<br />
presidiato da soldati dell’ANA .<br />
zione umana con i colleghi afgani.<br />
Li supporta, li assiste, li<br />
consiglia e talvolta impara da<br />
loro, un compito impegnativo<br />
ma motivo di grande soddisfazione.<br />
Bere un chai (the) afgano,<br />
mangiare il loro cibo seduti<br />
“comodamente” a terra, rispettare<br />
le loro tradizioni, combattere<br />
insieme a loro diviene<br />
quanto mai necessario per l’assolvimento<br />
del<strong>la</strong> missione.<br />
Ma chi è l’ANA:<br />
L’ANA è un esercito moderno<br />
che “combatte” con i valori di<br />
un esercito del passato. Il Comandante<br />
afgano è un leader<br />
di altri tempi, si espone al nemico,<br />
dimostra sempre <strong>la</strong> sua <strong>presenza</strong><br />
al<strong>la</strong> truppa, dorme in postazione<br />
con una radio ed una<br />
bandiera, prega e ostenta ai<br />
propri uomini che è un buon<br />
mussulmano, guida gli ufficiali e<br />
gli uomini direttamente sul terreno<br />
durante i combattimenti.<br />
Dialoga con i talebani <strong>la</strong> sera<br />
con le radio portatili, li sfida a<br />
attività operativa
parole e ricorda che loro sono<br />
fratelli afgani, li esorta ad abbandonare<br />
le armi e di supportare<br />
il Governo, <strong>la</strong> legge e l’autorità.<br />
E’ sempre presente<br />
quando si presta soccorso ai<br />
feriti, li accarezza come se fossero<br />
propri figli, Li segue fino all’imbarco<br />
sull’elicottero, si<br />
preoccupa che <strong>la</strong> salma <strong>dei</strong><br />
soldati caduti in combattimento<br />
sia consegnata ai familiari<br />
come <strong>la</strong> religione mussulmana<br />
prevede. E’ orgoglioso ed indipendente,<br />
difficilmente accetta<br />
troppi consigli, specie di<br />
fronte ai suoi uomini, non gradisce<br />
di essere contraddetto e<br />
criticato, ma ha anche consapevolezza<br />
del supporto che <strong>la</strong><br />
forza Nato può dare e ricerca<br />
l’approvazione delle sue azioni<br />
di comando e delle scelte tattiche.<br />
Durante il mandato del<br />
military advisor team del<strong>la</strong> <strong>Marina</strong><br />
italiana (marzo/ottobre),<br />
sono state svolte diverse tipologie<br />
di attività in supporto all’A-<br />
NA, dal quotidiano pattugliamento<br />
per il controllo del territorio,<br />
consegna di materiali e<br />
assistenza medica in col<strong>la</strong>borazione<br />
con le forze di manovra<br />
Nato, a operazioni cinetiche allo<br />
scopo di ridurre <strong>la</strong> capacità<br />
offensiva <strong>dei</strong> movimenti di talebani<br />
ostili al Governo afgano e<br />
alle forze di coalizione.<br />
Tra le molteplici operazioni svolte<br />
in questo periodo spicca l’o-<br />
Gulistan - operazione “Shrimps’ Net”,<br />
un’evacuazione medica a seguito di<br />
un’esplosione non control<strong>la</strong>ta di un ordigno<br />
improvvisato.<br />
perazione “Shrimp’s net”(rete<br />
per gamberi). Tale operazione<br />
si è svolta nel mese di luglio nel<strong>la</strong><br />
famigerata valle del Gulistan,<br />
<strong>la</strong> “valle <strong>dei</strong> fiori”, punto di<br />
massima espansione dell’area<br />
operativa del contingente nazionale<br />
italiano dal settembre<br />
2010, nel<strong>la</strong> quale negli ultimi<br />
due anni hanno perso <strong>la</strong> vita<br />
sei soldati italiani. Nell’area d’operazione<br />
sono stati impegnati<br />
per 20 giorni circa 800 soldati<br />
dell’esercito afgano con i loro<br />
advisor in stretta col<strong>la</strong>borazione<br />
con le forze Nato terrestri e aeree.<br />
La “Shrimp’s net” ha permesso<br />
di ridurre <strong>la</strong> capacità offensiva<br />
delle forze ostili in zona, di stabilire<br />
libertà di movimento lungo<br />
le vie di comunicazione e di<br />
trasferire <strong>la</strong> base avanzata di<br />
“Fob Ice” dalle forze Nato all’esercito<br />
afgano.<br />
12<br />
L’operazione “Shrimps’ Net” è ormai iniziata<br />
gli advisor italiani consultano <strong>la</strong><br />
carta topografica con l’acting commander<br />
ANA dell’operazione in Gulistan,<br />
vice comandante del<strong>la</strong> seconda<br />
Brigata ANA.<br />
Il Kandak mentorizzato dal MAT<br />
I del<strong>la</strong> <strong>Marina</strong> italiana, è ormai<br />
in grado di operare in piena<br />
autonomia, con un livello di<br />
preparazione e professionalità<br />
elevato, a dimostrazione dell’efficace<br />
e fondamentale ruolo<br />
svolto dai team del San Marco<br />
fino ad oggi.<br />
Ma l’impegno non finisce qui,<br />
infatti al prossimo team advisor<br />
del<strong>la</strong> Forza da sbarco verrà assegnato<br />
un nuovo battaglione<br />
di fanteria afgana; per i nostri<br />
Leoni si prospetta una nuova<br />
sfida piena di difficoltà ma sicuramente<br />
ricca di soddisfazioni.<br />
Alessandro Nulli n<br />
Attività estiva del 74º Gruppo Navale<br />
Si è concluso il tirocinio navale e di manovra (Tir.n.e.ma.) a favore<br />
degli aspiranti guardiamarina dell’Accademia Navale di Livorno<br />
LA SPEZIA<br />
L<br />
’annuale tirocinio navale,<br />
come è consuetudine da<br />
molti anni, si è svolto nel<br />
porto e nel golfo di La Spezia a<br />
bordo delle unità c<strong>la</strong>sse Aragosta,<br />
del 74° Gruppo navale<br />
di addestramento (Comgrupnavadd<br />
74).<br />
Durante le tre settimane gli<br />
aspiranti guardiamarina del<br />
corso Sirius del<strong>la</strong> terza c<strong>la</strong>sse<br />
<strong>dei</strong> ruoli normali dell’Accademia<br />
si sono cimentati nelle manovre<br />
necessarie al conseguimento<br />
del<strong>la</strong> guardia in p<strong>la</strong>ncia<br />
di livello basico.<br />
L’intera attività è stata artico<strong>la</strong>ta<br />
in un periodo di lezioni teoriche,<br />
conferenze, uscite giornaliere<br />
in mare e imbarchi su<br />
unità minori a seconda del<strong>la</strong><br />
disponibilità delle stesse, consentendo<br />
ai frequentatori di<br />
prendere dimestichezza con il<br />
difficile ruolo che detiene colui<br />
che è chiamato a gestire e<br />
coordinare <strong>la</strong> p<strong>la</strong>ncia e a familiarizzare<br />
con le principali manovre<br />
in acque portuali e cinematiche.<br />
Gli aspiranti sono stati divisi in<br />
tre team che, ruotando periodicamente<br />
a bordo delle<br />
unità, hanno operato nelle acque<br />
prospicienti il seno di La<br />
Spezia affinando le conoscenze<br />
teoriche di navigazione e<br />
manovra acquisite durante<br />
l’addestramento annuale in<br />
Accademia.<br />
Il programma ha anche previsto<br />
un’uscita presso <strong>Marina</strong> di<br />
Carrara con successivo rientro<br />
nel porto di La Spezia nelle ore<br />
notturne, al fine di effettuare<br />
una navigazione ed un ormeggio<br />
in condizioni di minore visibilità.<br />
Nel corso del Tir.n.e.ma. sono<br />
state effettuate diverse mano-<br />
13<br />
vre, dall’esercitazione di uomo<br />
a mare alle avarie al timone,<br />
dagli ormeggi di fianco e di<br />
punta al<strong>la</strong> fonda e al<strong>la</strong> presa<br />
di boa, fino ad arrivare alle<br />
manovre cinematiche in formazione.<br />
Ciascun aspirante è riuscito così<br />
ad incrementare notevolmente<br />
le proprie conoscenze e<br />
le proprie capacità di manovra,<br />
sviluppando il prezioso<br />
“occhio cinematico” che nei<br />
prossimi anni, a bordo delle<br />
unità maggiori del<strong>la</strong> Squadra<br />
navale, sarà fondamentale per<br />
svolgere correttamente il proprio<br />
<strong>la</strong>voro.<br />
Durante il periodo di tirocinio<br />
gli aspiranti hanno anche potuto<br />
condividere con gli equipaggi<br />
un evento significativo, il<br />
“compleanno” di nave Murena<br />
che il primo agosto ha celebrato<br />
i 55 anni dal<strong>la</strong> data del<br />
suo varo avvenuto presso i<br />
Cantieri navali di <strong>Marina</strong> di<br />
Carrara.<br />
Ad maiora!<br />
Bartolomeo Mazza n<br />
attività operativa
attività operativa<br />
C ontatto<br />
C’è un’altra Concordia…<br />
il cacciamine Vieste<br />
l’ha trovata!!<br />
sonar su rilevamento<br />
due-zero-zero, distanza<br />
160 metri.<br />
Sono le 10:24 del 4 luglio, e nave<br />
Vieste acquisisce un contatto<br />
sonar.<br />
Gli operatori capiscono da subito<br />
che non si tratta del solito<br />
eco simile a mina, ma qualcosa<br />
di molto più grande corre<strong>la</strong>bile<br />
ad uno scafo affondato.<br />
Il relitto è adagiato su un fondale<br />
di 40 metri e da una prima<br />
analisi risulta essere lungo<br />
circa 35 metri e <strong>la</strong>rgo 6.<br />
Per acquisire maggiori informazioni,<br />
arriva il momento di impiegare<br />
l’Auv (Autonomous underwater<br />
vehicle) Remus 100,<br />
un “sidescan sonar” totalmente<br />
autonomo capace di operare<br />
fino a 100 metri di profondità<br />
ed in grado di acquisire<br />
mappature del fondale ad altissima<br />
risoluzione. La prima<br />
missione del Remus dura un’ora<br />
e mezza e i contorni del relitto<br />
diventano molto più nitidi.<br />
Dallo studio del<strong>la</strong> mappatura e<br />
dell'ombra proiettata dal relitto<br />
si ha conferma del<strong>la</strong> <strong>presenza</strong><br />
di tre boccaporti in coperta<br />
già visibili anche al sonar, e si<br />
evince che giace parzialmente<br />
adagiato sul suo <strong>la</strong>to sinistro.<br />
E’ dotato di una gru sul suo castello<br />
a proravia del primo boccaporto<br />
e si vedono le linee<br />
curve delle "anche" tipiche del<br />
naviglio di fine ‘800. Guardando<br />
<strong>la</strong> sua prora quasi verticale<br />
e il giardinetto di poppa a balconcino<br />
non si hanno dubbi<br />
sul<strong>la</strong> natura del<strong>la</strong> nave e sul<strong>la</strong><br />
sua tipica linea di nave a vapore.<br />
Per procedere all’identificazione<br />
ottica viene allora deciso di<br />
impiegare il veicolo “pluto Gigas”.<br />
Bastano pochi minuti al<br />
veicolo filoguidato del Vieste,<br />
capace di raggiungere fondali<br />
di 600 metri, per arrivare sul relitto<br />
a soli 40 metri. Il “Gigas” è<br />
dotato di una telecamera che<br />
permette di osservare i fondali<br />
in tempo reale, con una autonomia<br />
di gran lunga superiore<br />
a quel<strong>la</strong> di un operatore sub.<br />
Quando sul contatto, però, ci<br />
si accorge che <strong>la</strong> visibilità subacquea<br />
è pessima, il mare<br />
grosso <strong>dei</strong> giorni precedenti ha<br />
creato molta sospensione, e<br />
14<br />
Il cacciamine Vieste in navigazione;<br />
sotto: immagine del relitto<br />
rilevata dal sonar.<br />
quello che si riesce a distinguere<br />
sono solo delle reti impigliate<br />
nelle sovrastrutture del relitto.<br />
Dopo avere recuperato il “Gigas”<br />
a bordo, si decide quindi<br />
di effettuare una seconda missione<br />
con il Remus 100, programmandolo<br />
in modo tale da<br />
immergersi ad una quota più<br />
vicina al relitto così da acquisire<br />
ulteriori e più dettagliati partico<strong>la</strong>ri.<br />
Con <strong>la</strong> seconda missione del<br />
Remus, si è ormai certi che si<br />
possa trattare di un’imbarcazione<br />
da trasporto e vengono<br />
avviate ricerche per scoprire di<br />
quale nave possa trattarsi! Si<br />
preparano i subacquei per<br />
un’immersione che possa consentire<br />
di identificare il relitto<br />
scoperto. La curiosità è tanta e<br />
l'interesse storico pone molte<br />
domande: cosa trasportava?<br />
Da dove veniva e dove andava?<br />
Quale è stata <strong>la</strong> dinamica<br />
dell'affondamento? E soprattutto,<br />
ci sono state delle vittime?<br />
Purtroppo però si è fatto<br />
tardi!! Il sole non è sufficientemente<br />
alto sull'orizzonte per<br />
agevo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> penetrazione del<strong>la</strong><br />
luce sul fondo e si decide di<br />
rimandare l'immersione sub all'indomani<br />
mattina.<br />
In attesa dell’immersione, vengono<br />
esperite le prime ricerche<br />
e, grazie al supporto del Mine<br />
Warfare Data Center, si pensa<br />
che potrebbe trattarsi di un<br />
mototrasporto costiero affondato<br />
da un mina il 1° ottobre<br />
1945 proprio in prossimità del<strong>la</strong><br />
zona in cui sta operando il Vieste.<br />
Stando a fonti storiche, infatti,<br />
si ha notizia dell’esistenza<br />
di un piroscafo, costruito in Inghilterra<br />
nel 1892, adibito a trasporto<br />
mercantile e acquistato<br />
dall’armatore italiano Licciardello<br />
che lo ha iscritto con il<br />
numero 142 nel compartimento<br />
marittimo di Catania. Durante<br />
il secondo conflitto mondiale<br />
venne affondato una prima<br />
volta a Formia per mano <strong>dei</strong><br />
tedeschi il 12 Settembre 1943;<br />
successivamente recuperato,<br />
venne adibito a piccolo cabotaggio<br />
costiero e pesca. Ironia<br />
del<strong>la</strong> sorte, dopo il primo affondamento<br />
del 1943 sembra fosse<br />
stato ribattezzato “Concordia”.<br />
Chi l’avrebbe mai detto……..!<br />
Il 1 Ottobre 1945, mentre si tro-<br />
Immagine del relitto del Concordia<br />
vava in navigazione al<br />
<strong>la</strong>rgo dell’iso<strong>la</strong> del Tino,<br />
urtò contro una mina<br />
e affondò.<br />
"Stand-by, stand-by...<br />
fondo! Gommone da<br />
Vieste, il miraglio è sul<br />
fondo ad 1 mt di distanza<br />
dal<strong>la</strong> poppa<br />
del relitto."<br />
Sono le 11:05 del 5 luglio,<br />
quando conclusa<br />
<strong>la</strong> guida con miraglio i<br />
palombari imbarcati<br />
sono pronti ad immergersi<br />
sul relitto armati<br />
di fotocamera e videocamera<br />
subacquee per<br />
effettuare foto e riprese. Gli<br />
operatori cominciano <strong>la</strong> discesa,<br />
sapendo che qualsiasi dettaglio<br />
ripreso sarà importante,<br />
qualsiasi informazione sarà utile<br />
a strappare agli abissi un pezzo<br />
di storia.<br />
Questa volta <strong>la</strong> visibilità è di<br />
gran lunga migliore e le riprese<br />
permettono di fare un tuffo nel<br />
passato. Non siamo gli unici visitatori<br />
presenti sul posto, ma<br />
una folta fauna subacquea<br />
popo<strong>la</strong> il “Concordia”. Quello<br />
che appare agli occhi ed agli<br />
obiettivi <strong>dei</strong> sub è un relitto in<br />
buono stato di conservazione,<br />
adagiato su un fondale fangoso,<br />
avvolto da vegetazione e<br />
reti, ma con le sovrastrutture<br />
ancora intatte, con bitte e<br />
boccaporti in bel<strong>la</strong> mostra. Il<br />
15<br />
Immagine del AUV Remus 100<br />
tempo per gli operatori sta ormai<br />
scadendo e devono tornare<br />
in superficie. Il mare e <strong>la</strong><br />
vegetazione continueranno a<br />
custodire e conservare questa<br />
“Concordia”. Nessuno poteva<br />
immaginare che <strong>la</strong> mina che<br />
<strong>la</strong> fece affondare nel lontano<br />
1945 l’avrebbe strappata ad<br />
una sicura demolizione e resa<br />
immortale!<br />
Ma forse un nome che nasconde<br />
un tragico destino, ha voluto<br />
che il Vieste facesse riemergere<br />
questa storia a poche miglia<br />
di distanza da un’altra<br />
“Concordia” tristemente assai<br />
più nota!<br />
Francesco Maiorana n
attività operativa<br />
Campagna fari in alto<br />
Adriatico<br />
Con il rientro di nave Ponza<br />
ad Ancona, si è conclusa<br />
<strong>la</strong> Campagna Fari dell'Alto<br />
Adriatico, un'attività inquadrata<br />
nelle attività istituzionali<br />
di Forza Armata e svolta sotto<br />
<strong>la</strong> responsabilità del Servizio<br />
<strong>dei</strong> Fari e del Segna<strong>la</strong>mento<br />
Marittimo, che opera nel settore<br />
degli ausili per <strong>la</strong> navigazione<br />
a favore di tutti i naviganti<br />
che transitano nelle acque<br />
prospicienti le coste italiane e<br />
nei porti di interesse nazionale.<br />
Iniziata il 10 luglio con il trasferimento<br />
dell'Unità navale nell'arsenale<br />
di Venezia per l'imbarco<br />
<strong>dei</strong> materiali necessari allo<br />
svolgimento del<strong>la</strong> missione, <strong>la</strong><br />
campagna fari di luglio, è stata<br />
<strong>la</strong> prima sotto <strong>la</strong> gestione<br />
del nuovo comandante di Marifari<br />
Venezia, il capitano di fregata<br />
Giuseppe Caporizzi.<br />
Il 17 luglio, nelle acque antistanti<br />
l'ingresso del porto Lido<br />
di Venezia, sono<br />
entrate nel vivo<br />
le operazioni<br />
che hanno visto<br />
col<strong>la</strong>borare nave<br />
Ponza, al comando<br />
del tenente<br />
di vascello<br />
Francesco<br />
Vittorio Trizza, i<br />
subacquei del<br />
Nucleo SDAI<br />
(Sminamento e<br />
Difesa Anti-mezzi<br />
Insidiosi) di Ancona<br />
ed i tecnici<br />
faristi di Mari-<br />
fari Venezia.<br />
Nel<strong>la</strong> prima giornata di <strong>la</strong>voro<br />
è stata riposizionata <strong>la</strong> meda<br />
bianca e rossa di segna<strong>la</strong>mento<br />
all'inizio del canale di ingresso<br />
per il porto Lido di Venezia<br />
(4169 E.F: ); a termine attività<br />
l'Unità si è trasferita per le operazioni<br />
del giorno successivo<br />
durante le quali è stato eseguito<br />
il riposizionamento del<strong>la</strong> meda<br />
verde delimitante il <strong>la</strong>to destro<br />
del canale di ingresso nel<br />
porto di Venezia Ma<strong>la</strong>mocco<br />
(4136 E.F.). Nel<strong>la</strong> stessa giornata<br />
i subacquei hanno svolto il<br />
controllo dello stato delle mede<br />
di segna<strong>la</strong>mento nell'area<br />
e, proprio durante tale controllo,<br />
è stata riscontrata l'apertura<br />
del maniglione e <strong>la</strong> quasi totale<br />
disconnessione tra <strong>la</strong> meda<br />
rossa galleggiante che delimita<br />
il <strong>la</strong>to sinistro dell'ingresso<br />
(4135 E.F.) ed il masso di cemento<br />
che <strong>la</strong> tiene ferma sul<br />
fondo: il rischio di sgancio totale<br />
ha reso necessario programmare<br />
un immediato intervento<br />
di salpamento, ripristino<br />
collegamento e riposizionamento<br />
del<strong>la</strong> meda.<br />
Nel<strong>la</strong> mattina del giorno successivo<br />
infatti si è proceduto<br />
all'intervento che in breve ha<br />
consentito di ripristinare l'efficienza<br />
e sicurezza del segna<strong>la</strong>mento.<br />
Terminato lo sbarco<br />
del personale farista e <strong>dei</strong> subacquei<br />
l'Unità ha volto <strong>la</strong> prora<br />
verso le acque prospicienti il<br />
porto di Trieste per iniziare al<br />
tramonto il controllo notturno<br />
di efficienza <strong>dei</strong> segna<strong>la</strong>menti<br />
fino al porto di Ravenna, dove<br />
ha fatto ingresso nel<strong>la</strong> mattina<br />
di venerdì.<br />
La col<strong>la</strong>borazione del<strong>la</strong> Capitaneria<br />
di Ravenna e del locale<br />
personale Farista hanno permesso<br />
di ultimare le operazioni<br />
logistiche e di imbarco materiali<br />
necessarie allo svolgimento<br />
del<strong>la</strong> sosta ed al<strong>la</strong> ripresa<br />
delle operazioni all'inizio del<strong>la</strong><br />
settimana successiva.<br />
Tuttavia le avverse, quanto<br />
inusuali per il periodo, condimeteo<br />
del week-end e <strong>dei</strong> primi<br />
giorni del<strong>la</strong> settimana hanno<br />
determinato uno slittamento<br />
per <strong>la</strong> ripresa delle operazioni<br />
ma nello stesso tempo<br />
hanno consentito all'equipaggio<br />
di approfittare di una piacevole<br />
sosta nell'accogliente<br />
località di <strong>Marina</strong> di Ravenna.<br />
Con il migliorare delle condi-<br />
16 17<br />
zioni metereologiche il 25 luglio<br />
è stato possibile completare<br />
le operazioni di posizionamento<br />
del<strong>la</strong> meda utile a segna<strong>la</strong>re<br />
il punto di imbarco pilota<br />
per l'ingresso nel porto di<br />
Ravenna, che era mancante<br />
ormai da diversi mesi.<br />
Nel trasferimento verso il porto<br />
di Ancona, dopo il consueto<br />
ammaina bandiera solenne<br />
dell'ultimo giorno di navigazione,<br />
con il trascorrere del crepuscolo<br />
ed il sopraggiungere<br />
dell'oscurità è stato portato a<br />
termine il controllo <strong>dei</strong> segna<strong>la</strong>menti<br />
costieri fino ad Ancona<br />
dove, all'arrivo in banchina<br />
nelle prime ore del mattino,<br />
non è mancata <strong>la</strong> calorosa<br />
accoglienza del personale del<br />
locale Ufficio porto e del Rimorchiatore<br />
Portuale 119.<br />
Al termine dell'attività rimane<br />
<strong>la</strong> soddisfazione di aver svolto<br />
con professionalità e serenità<br />
un servizio che, seppure non<br />
sia sempre in primo piano, costituisce<br />
un continuo ed indispensabile<br />
supporto al<strong>la</strong> “gente<br />
di mare”, così come recita il<br />
motto delle Unità MTF (Moto<br />
Trasporto Fari) del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse<br />
Ponza : Lumina Pro Salute Nautae.<br />
Francesco Vittorio Trizza n
attività operativa<br />
Successo delle forze navali militari presenti in Oceano Indiano<br />
Ca<strong>la</strong>no gli attacchi di pirateria<br />
L<br />
’IMB International Maritime<br />
Bureau, è un’organizzazione<br />
no-profit, nata nel 1981<br />
impegnata nel<strong>la</strong> prevenzione<br />
del<strong>la</strong> frode commerciale e degli<br />
illeciti (trade finance) nel<br />
trasporto marittimo; è di fatto<br />
un punto di riferimento per il<br />
commercio internazionale, per<br />
l'industria marittima e per le imprese<br />
che operano nel settore<br />
del trasporto merci. L'IMB gestisce<br />
anche il “IMB Piracy Reporting<br />
Centre”, che si dedica al<strong>la</strong><br />
soppressione del<strong>la</strong> pirateria e<br />
<strong>dei</strong> sequestri delle navi mercantili.<br />
Ogni tre mesi l’IMB monitora<br />
l’andamento degli attacchi<br />
di pirateria avvenuti in<br />
mare nel mondo. Il resoconto<br />
del 30 giugno è stato di 177 attacchi<br />
(alcuni riusciti e altri tentati<br />
o sventati); i dati mostrano<br />
che 80 navi sono state abbordate<br />
e 20 dirottate (con un numero<br />
totale di 334 marinai appartenenti<br />
agli equipaggi, presi<br />
in ostaggio e almeno 4 rimasti<br />
vittime del<strong>la</strong> violenza <strong>dei</strong> pirati.<br />
Nel primo semestre del 2011<br />
erano stati 266. Per trovare un<br />
numero di attacchi così basso<br />
e simile a quello del semestre<br />
da poco concluso si deve tornare<br />
indietro al 2008. Tale trend<br />
negativo è <strong>la</strong> prova tangibile<br />
di come le forze navali militari<br />
internazionali messe a disposizioni<br />
dai singoli Stati possano<br />
contrastare il fenomeno del<strong>la</strong><br />
pirateria che negli ultimi anni è<br />
divenuto una vera e propria<br />
emergenza mondiale.<br />
In questo periodo, il vice comando<br />
del<strong>la</strong> Forza Navale Europea<br />
(Eunavfor) è assegnato<br />
all’Italia, al contrammiraglio<br />
Gualtiero Mattesi e l’impegno<br />
che l’Italia ha messo in mare<br />
continua con il comando del<strong>la</strong><br />
Task Force 465 dell’Eunavfor,<br />
impegnata in Oceano Indiano<br />
nell’operazione anti-pirateria<br />
“Ata<strong>la</strong>nta” con il contrammiraglio<br />
Enrico Credendino.<br />
Molto indicativi sono i dati che<br />
riguardano gli atti di pirateria<br />
Immagini di repertorio che ritraggono<br />
<strong>la</strong> <strong>presenza</strong> del<strong>la</strong> <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> impegnata<br />
nel contrasto del fenomeno del<strong>la</strong><br />
pirateria marittima;<br />
a sinistra: foto di repertorio, il capitano<br />
di fregata Giachino, all’epoca comandante<br />
del<strong>la</strong> fregata Scirocco, stringe <strong>la</strong><br />
mano al comandante del “dhow”<br />
Saad-1, liberato dai pirati nel 2010.<br />
avvenuti nel<strong>la</strong> zona di mare<br />
prospiciente <strong>la</strong> Somalia, luogo<br />
dove partono <strong>la</strong> maggior parte<br />
degli attacchi. Nel primo semestre<br />
2012 ci sono stati 69 assalti<br />
di pirati somali, (contro i<br />
163 del primo semestre 2011)<br />
che hanno portato al sequestro<br />
di 11 navi e 218 uomini appartenenti<br />
ai rispettivi equipaggi,<br />
44 <strong>dei</strong> quali sono a terra in<br />
luoghi sconosciuti.<br />
La pressione che esercitano le<br />
forze navali con <strong>la</strong> loro costante<br />
<strong>presenza</strong> si è dimostrata un<br />
efficacie strumento di contrasto.<br />
E’ quanto afferma il direttore<br />
dell’IMB Pottengal Mukundan,<br />
che ribadisce come «i pi-<br />
18 19<br />
Gli attacchi di pirateria nel Golfo di Aden e<br />
del<strong>la</strong> Somalia, tra gennaio e giugno di quest’anno<br />
sono diminuiti, scendendo ai livelli<br />
del 2008. Questo è quanto afferma l`International<br />
Maritime Bureau (IMB), che come<br />
indicato nel proprio sito: “is a membership<br />
organisation tasked with combating all<br />
forms of commercial crime” con sede nel<br />
Regno Unito.<br />
rati del<strong>la</strong> Somalia coprono una<br />
vasta area: sud del Mar Rosso,<br />
Golfo di Aden, Golfo di Oman,<br />
Mar Arabico e Bacino Somalo,<br />
incombendo su tutte le rotte<br />
nell’area nord ovest dell’Oceano<br />
Indiano. Le azioni navali<br />
giocano un ruolo essenziale nel<br />
contrastare le azioni <strong>dei</strong> pirati.<br />
Non c’è alternativa al<strong>la</strong> continua<br />
<strong>presenza</strong> delle navi militari<br />
CURIOSITA’<br />
“I pirati moderni hanno imparato<br />
il ga<strong>la</strong>teo del business:<br />
grande è stato lo stupore di un<br />
armatore che si è visto recapitare,<br />
qualche settimana fa,<br />
una lettera intestata Jamal`s<br />
pirate action group (J.p.a.g.)<br />
con <strong>la</strong> quale <strong>la</strong> società annunciava<br />
il sequestro del<strong>la</strong> nave<br />
dell`armatore e che dava<br />
istruzioni per il riscatto” - tratto<br />
dal Il SOLE 24 Ore di Raoul De<br />
Forcade.<br />
nel<strong>la</strong> zona in questione». Da<br />
non sottovalutare comunque<br />
altre aree del mondo dove<br />
l’IMB ha registrato un incremento<br />
degli attacchi di pirateria<br />
come: il Golfo di Guinea,<br />
l’Indonesia e <strong>la</strong> Nigeria. All’Africa<br />
comunque il triste primato<br />
(dato riferito al primo semestre<br />
2012) degli attacchi: 110, mentre<br />
segue in graduatoria il sud<br />
est asiatico con 43 attacchi, il<br />
sub continente indiano con 10,<br />
l’America con 9 e il Far East<br />
con 5.<br />
L’IMB ha sti<strong>la</strong>to, inoltre una graduatoria<br />
che raccoglie <strong>la</strong> tipologia<br />
delle navi assalite dai pirati:<br />
portarinfuse, chimichiere,<br />
portacontainer, petroliere,<br />
prodotti raffinati, general cargo,<br />
rimorchiatore, battelli supporto<br />
piattaforme, dhow, pescherecci,<br />
mercantili Ro-Ro<br />
ecc.<br />
di Alessandro Busonero n
SNMCMG2<br />
Gruppo Navale di Contromisure Mine<br />
del<strong>la</strong> NATO<br />
Nave Viareggio<br />
Operazione Costant Vigi<strong>la</strong>nce<br />
Operazioni Nazionali di difesa e Sicurezza Marittima<br />
<strong>presenza</strong> e sorveglianza<br />
Navi Comandante Ciga<strong>la</strong> Fulgosi, Sirio, Spica<br />
Personale RSM, MPA BR-1150 At<strong>la</strong>ntic, SH-3D, AB 212, EH-101<br />
Campagne d’Istruzione<br />
Nave Vespucci Mar Mediterraneo-Oceano At<strong>la</strong>ntico-<br />
Canale del<strong>la</strong> Manica<br />
Nave Palinuro Mar Mediterraneo Centro/Occidentale<br />
Nave Capricia Mar Mediterraneo<br />
Nave Stel<strong>la</strong> Po<strong>la</strong>re Mar Mediterraneo<br />
Nave Orsa Maggiore Mar Mediterraneo<br />
Nave Corsaro II Mar Mediterraneo<br />
Operazione Strade Sicure/Strade Pulite<br />
Operazione di sorveglianza a siti sensibili sul territorio<br />
nazionale in concorso alle Forze di Polizia<br />
Personale Reggimento San Marco<br />
Operazione Cirene<br />
Attività di cooperazione militare<br />
Italia-Libia<br />
Personale del<strong>la</strong> <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />
(1 Ufficiale - 1 Sottufficiale)<br />
Campagne Idrografiche<br />
Nave Magnaghi Mar Tirreno<br />
Nave Aretusa Mar Tirreno<br />
Nave Ga<strong>la</strong>tea Mar Tirreno<br />
LLee OOppeerraazziioonnii<br />
M.F.O. SINAI<br />
<strong>Controllo</strong> e verifica del<strong>la</strong> libertà di<br />
navigazione nello Stretto di Tiran<br />
GRUPNAVCOST 10<br />
Navi Esploratore, Sentinel<strong>la</strong>, Vedetta<br />
Personale RSM<br />
Operazione Ata<strong>la</strong>nta<br />
Operazione EU di contrasto<br />
al<strong>la</strong> pirateria in acque somale<br />
Nav San Giusto<br />
ISAF Afghanistan<br />
Assistenza militare alle Forze Armate<br />
afgane e stabilizzazione dell’Afghanistan<br />
Personale RSM, GOI
attività operativa<br />
Vigilia di partenza<br />
per nave San Giusto<br />
Chiamata ad offrontare <strong>la</strong> missione operativa di antipirateria<br />
Il periodo che precede <strong>la</strong><br />
partenza di una nave per<br />
una missione operativa è<br />
sempre un momento partico<strong>la</strong>re<br />
e molto delicato, in cui in<br />
pochi giorni è necessario preparare<br />
l’unità navale affinché<br />
possa affrontare nel migliore<br />
<strong>dei</strong> modi ed in piena efficienza<br />
un lungo periodo lontano dalle<br />
Basi logistiche nazionali.<br />
È questo un momento in cui le<br />
componenti logistiche del<strong>la</strong><br />
<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> vengono chiamate<br />
a dare il meglio di sé; gli<br />
Arsenali, le Direzioni di Supporto<br />
Diretto (DSD), le Direzioni di<br />
Supporto Staccate fanno sforzi<br />
enormi e mettono in campo<br />
tutte le proprie competenze<br />
tecniche, per poter permettere<br />
al<strong>la</strong> nave di ben figurare<br />
nel<strong>la</strong> missione assegnata.<br />
Capacità, motivazioni e professionalità<br />
sono <strong>la</strong> chiave del<br />
successo in queste delicate attività<br />
e le maestranze arsenalizie<br />
tirano fuori il meglio di sè,<br />
per supportare adeguatamen-<br />
te lo strumento navale del<strong>la</strong><br />
Forza Armata. È una gara contro<br />
il tempo in cui uomini e<br />
donne, militari e civili, in una<br />
compagine unica ed operosa,<br />
danno prova di coesione e di<br />
dedizione all’Istituzione a cui<br />
appartengono.<br />
È quanto accaduto di recente<br />
per nave San Giusto chiamata<br />
ad affrontare una lunga e difficile<br />
missione operativa di antipirateria<br />
a guida europea<br />
l’“Operazione Ata<strong>la</strong>nta”, dopo<br />
un breve periodo di sosta nel<strong>la</strong><br />
base di Brindisi, rientrando da<br />
un altro impegnativo ed estenuante<br />
periodo addestrativo<br />
che l’ha vista partecipare al<strong>la</strong><br />
Mare Aperto - Amphex 2012-1.<br />
Quest’ultima esercitazione ha<br />
messo a dura prova il San Giusto,<br />
provocando parecchie e<br />
“<strong>la</strong>ceranti ferite” sia al sistema<br />
di combattimento che agli impianti/apparecchiature<br />
del sistema<br />
nave. Il tempo disponibile<br />
per approntare l’unità è stato<br />
re<strong>la</strong>tivamente breve (meno<br />
22<br />
Nave San Giusto ormeggiata nel porto<br />
di Brindisi.<br />
di un mese) e le cose da fare<br />
tante, ma <strong>la</strong> volontà, <strong>la</strong> voglia<br />
di ben figurare ed il grande<br />
senso di responsabilità evidenziato<br />
da parte di tutto il personale,<br />
militare e civile, del<strong>la</strong> SS-<br />
SD di Brindisi, costantemente<br />
sostenuto e assistito sia dal<strong>la</strong><br />
DLS che dal<strong>la</strong> DSD di <strong>Marina</strong>rsen<br />
Taranto, hanno fatto sì che<br />
ancora una volta il prodigio<br />
del “tutto, bene e subito” accadesse.<br />
Anche in questa occasione,<br />
l’appassionata attenzione che<br />
il personale del<strong>la</strong> SSSD di Brindisi<br />
dedica alle nostre navi, una<br />
cura che fa essere sempre efficienti<br />
anche le più datate, ha<br />
fatto sì che nave San Giusto<br />
fosse pronta a rispondere all’appuntamento<br />
con una missione<br />
così importante.<br />
Giulio Ingordo n