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LIBRERIA ANTIQUARIA PREGLIASCO<br />
26. NICCOLÒ DI LIBERATORE (ambito di). Cristo in Croce con la<br />
Vergine Maria, San Giovanni e due Angeli. Miniatura su pergamena,<br />
Foligno-Assisi 1465 ca., € 18.000<br />
Grande miniatura (175x190 mm), proveniente da un codice, o forse nata come piccolo dipinto<br />
devozionale a se stante. Il Cristo in croce raffigurato barbuto e patiens secondo la tradizione<br />
iconografica bizantina è circondato da due angeli che reggono calici in cui raccolgono <strong>il</strong> sangue<br />
del Salvatore. Sulla sinistra la Vergine Maria in atteggiamento di meditazione con le<br />
mani conserte in grembo e sulla destra un ardito prof<strong>il</strong>o di San Giovanni. Iconografia particolare<br />
non solo per la posa dei due astanti ma anche per la presenza del paesaggio che si staglia<br />
su un cielo ad oro liquido, che sovrasta uno specchio d’acqua con colline e centri abitati.<br />
La paletta cromatica è intensa ed è da notare una stesura decisamente spessa della foglia<br />
d’oro per le aureole dei santi. La presente Crocifissione è fedele trasposizione della cimasa<br />
realizzata da Niccolò di Liberatore per la Confraternita di Santa Maria di Vescovado, detta<br />
anche di San Crispino, ad Assisi. “La cimasa è opera accurata e di squisita fattura, di cura<br />
quasi miniaturistica: in taluni particolari... e nella forte espressività della Crocifissione, così<br />
come nei paesaggi irti di torri – quasi una sigla del pittore folignate - emergono i caratteri<br />
st<strong>il</strong>istici che resero Niccolò di Liberatore tra i pittori più amati e di successo del suo tempo”<br />
(C. MARTINO, in Nicolaus Pictor, Nicolo di Liberatore detto L’Alunno... a cura di Giordana<br />
Benazzi, Elvio Lunghi, Foligno 2004, pp. 217-219). La miniatura, rispetto alla cimasa su<br />
tela, risulta più raffinata e <strong>il</strong> volto della Vergine sembra caricarsi di un dolore non riscontrab<strong>il</strong>e<br />
nel dipinto. La Confraternita probab<strong>il</strong>mente ordinò un codice, forse un Messale, in cui<br />
volle far riprodurre la pala d’altare o qualche fedele ne commissionò un altro esemplare di<br />
dimensioni ridotte alla bottega dell’Alunno. Niccolò da Foligno, noto pittore di soggetti religiosi<br />
e affreschi (nato a Foligno nel 1435 e ivi deceduto nel 1502) lavorò in Umbria, fu autore<br />
di varie pitture e affreschi, noti i pannelli a Camerino e a Montelpare, e nelle Marche,<br />
ove collaborò con Bartolomeo Crivelli, e dipinse, tra l’altro, <strong>il</strong> polittico di Cagli. La presente<br />
miniatura è ben conservata (piccolissime perdite di colore, <strong>il</strong> riquadro nero ai quattro lati un<br />
po’ sciupato) ed è montata in cornice dorata settecentesca.<br />
27. RE DAVID IN PREGHIERA. Foglio di Antifonario miniato (mm<br />
520x370), su pergamena. Bologna 1470-1480, € 10.000<br />
Grande iniziale miniata (mm 140x140), S(alvum me fac Dominus) raffigurante David in<br />
preghiera entro sfondato paesaggistico. Il corpo della lettera presenta decoro fogliaceo<br />
con terminazioni floreali. Il Salmista è raffigurato in ginocchio, secondo la consueta iconografia<br />
barbuto e coronato, ed è circondato da un fiume e da vegetazione dettagliatamente<br />
descritta. Curioso notare come rimanga a vista <strong>il</strong> fondo di preparazione dell’iniziale<br />
che era in origine ricoperto a foglia d’oro, completamente caduta probab<strong>il</strong>mente a causa<br />
di un errore di preparazione o di successiva raschiatura. Il volto attentamente delineato, con<br />
rialzi in biacca, <strong>il</strong> modo di tratteggiare le labbra r<strong>il</strong>evate in rosso scuro, l’uso del colore nei<br />
drappeggi, ma anche alcune ingenuità nella rappresentazione soprattutto delle mani, fanno<br />
propendere per un’attribuzione dell’opera ad un artista bolognese. La bottega che eseguì<br />
la miniatura questo antifonario non doveva essere scevra dei modelli introdotti a Bologna<br />
dal Crivelli, attivo proprio in quegli anni nella fabbrica di San Petronio, ma anche dell’opera<br />
di un miniatore, la cui personalità la critica sta riportando alla luce quale Domenico<br />
Pagliarolo, con cui si notano non trascurab<strong>il</strong>i somiglianze.<br />
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