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MINIATURE 24. Maestro del “De Vita Imperatorum” (attribuita a). Miniatura Lombarda: I Re Magi omaggiano il Bambino e la Vergine. (Milano, 1440 circa), € 14.000 Raffinatissima miniatura di eccelsa qualità pittorica. Foglio intero (460x310 mm.) proveniente da antifonario manoscritto lombardo, su pergamena, in elegante grafia semigotica corale in rosso e bruno con notazioni musicali in gregoriano. Adorno di un capolettera A (Apud te Domine) che racchiude una stupenda scena vivacemente dipinta in miniatura dell’Adorazione dei tre Re Magi al Cristo infante e alla Vergine (mm.55x55), in blu, rosso e verde, con bordura di color vilaceo e oro brunito. Estensioni della decorazione a motivi vegetali nel margine sinistro. Splendida pittura assegnata all’anonimo “Maestro del De Vita Imperatorum” artista lombardo di eccelse doti che miniò il codice di Svetonio per il Duca Filippo Maria Visconti (ora a Parigi, Bibl. Nationale, Ms. It.1431). L’artista viene identificato con il nome del manoscritto dello Svetonio; la presente miniatura è di altissima qualità, perfettamente conservata ed è di assoluta identità stilistica con quelle che ornano il codice citato. Cfr. lo studio di Anna Melograni in “Appunti di miniatura Lombarda” (in “Storia dell’Arte” 1990, pp.274-314). 25. MINIATORE DEL RINASCIMENTO FIORENTINO. Foglio intero di antifonario manoscritto della seconda metà del XV sec., attribuita a Antonio di Nicolò (1470 ca.), € 12.500 in inchiostro bruno e rosso , su pergamena, con una grande lettera iniziale “P” (populus Syon) di cm.27x16,5, istoriata con il ritratto a figura intera del profeta Isaia, abbigliato in tunica gialla e ampi drappi di colore rosso e blu, che regge con le due mani una banderuola bianca recante il suo nome. Monti e piante sullo sfondo alle spalle di Isaia, il maggiore dei profeti scrittori (VIII sec.) del Vecchio Testamento. La figura è racchiusa in un ovale; la lettera P è dipinta in blu entro una larga bordura in oro brunito, ornata da fogliame in vari colori. Superba miniatura di mano o nello stile di Antonio di Niccolò, assai simile alle miniature di questo artista che illustrano il graduale miniato per il Convento dell’Annunziata in Firenze eseguito negli anni 1474-75. Oltre alle pitture in detto graduale, non sono molte le altre opere attribuite con buona certezza ad Antonio di Niccolò. La presente, fortunatamente non ritagliata dalla pagina, affascinante per qualità artistica, è in ottimo stato di conservazione. Cfr. GARZELLI, Miniatura Fiorentina del Rinascimento, I, 249-255. TUACCI, Codici miniati della SS. Annunziata, pp.150-156. LEVI D’ANCONA, Miniatura e miniatori a Firenze, pp.19 e segg. 13 24 25
LIBRERIA ANTIQUARIA PREGLIASCO 26. NICCOLÒ DI LIBERATORE (ambito di). Cristo in Croce con la Vergine Maria, San Giovanni e due Angeli. Miniatura su pergamena, Foligno-Assisi 1465 ca., € 18.000 Grande miniatura (175x190 mm), proveniente da un codice, o forse nata come piccolo dipinto devozionale a se stante. Il Cristo in croce raffigurato barbuto e patiens secondo la tradizione iconografica bizantina è circondato da due angeli che reggono calici in cui raccolgono il sangue del Salvatore. Sulla sinistra la Vergine Maria in atteggiamento di meditazione con le mani conserte in grembo e sulla destra un ardito profilo di San Giovanni. Iconografia particolare non solo per la posa dei due astanti ma anche per la presenza del paesaggio che si staglia su un cielo ad oro liquido, che sovrasta uno specchio d’acqua con colline e centri abitati. La paletta cromatica è intensa ed è da notare una stesura decisamente spessa della foglia d’oro per le aureole dei santi. La presente Crocifissione è fedele trasposizione della cimasa realizzata da Niccolò di Liberatore per la Confraternita di Santa Maria di Vescovado, detta anche di San Crispino, ad Assisi. “La cimasa è opera accurata e di squisita fattura, di cura quasi miniaturistica: in taluni particolari... e nella forte espressività della Crocifissione, così come nei paesaggi irti di torri – quasi una sigla del pittore folignate - emergono i caratteri stilistici che resero Niccolò di Liberatore tra i pittori più amati e di successo del suo tempo” (C. MARTINO, in Nicolaus Pictor, Nicolo di Liberatore detto L’Alunno... a cura di Giordana Benazzi, Elvio Lunghi, Foligno 2004, pp. 217-219). La miniatura, rispetto alla cimasa su tela, risulta più raffinata e il volto della Vergine sembra caricarsi di un dolore non riscontrabile nel dipinto. La Confraternita probabilmente ordinò un codice, forse un Messale, in cui volle far riprodurre la pala d’altare o qualche fedele ne commissionò un altro esemplare di dimensioni ridotte alla bottega dell’Alunno. Niccolò da Foligno, noto pittore di soggetti religiosi e affreschi (nato a Foligno nel 1435 e ivi deceduto nel 1502) lavorò in Umbria, fu autore di varie pitture e affreschi, noti i pannelli a Camerino e a Montelpare, e nelle Marche, ove collaborò con Bartolomeo Crivelli, e dipinse, tra l’altro, il polittico di Cagli. La presente miniatura è ben conservata (piccolissime perdite di colore, il riquadro nero ai quattro lati un po’ sciupato) ed è montata in cornice dorata settecentesca. 27. RE DAVID IN PREGHIERA. Foglio di Antifonario miniato (mm 520x370), su pergamena. Bologna 1470-1480, € 10.000 Grande iniziale miniata (mm 140x140), S(alvum me fac Dominus) raffigurante David in preghiera entro sfondato paesaggistico. Il corpo della lettera presenta decoro fogliaceo con terminazioni floreali. Il Salmista è raffigurato in ginocchio, secondo la consueta iconografia barbuto e coronato, ed è circondato da un fiume e da vegetazione dettagliatamente descritta. Curioso notare come rimanga a vista il fondo di preparazione dell’iniziale che era in origine ricoperto a foglia d’oro, completamente caduta probabilmente a causa di un errore di preparazione o di successiva raschiatura. Il volto attentamente delineato, con rialzi in biacca, il modo di tratteggiare le labbra rilevate in rosso scuro, l’uso del colore nei drappeggi, ma anche alcune ingenuità nella rappresentazione soprattutto delle mani, fanno propendere per un’attribuzione dell’opera ad un artista bolognese. La bottega che eseguì la miniatura questo antifonario non doveva essere scevra dei modelli introdotti a Bologna dal Crivelli, attivo proprio in quegli anni nella fabbrica di San Petronio, ma anche dell’opera di un miniatore, la cui personalità la critica sta riportando alla luce quale Domenico Pagliarolo, con cui si notano non trascurabili somiglianze. 14 26 27
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