mangani c. 2008

mangani c. 2008 mangani c. 2008

In t ro d u z i o n e<br />

Le conchiglie hanno affascinato l’Uomo sin dalle<br />

epoche più remote. Durante il Pa l e o l i t i c o e il Me s ol<br />

i t i co ( 1 ), oggetti ornamentali erano ottenuti oltre che<br />

da denti di mammifero, pietra, osso e avorio, anche<br />

da conchiglie (fossili o contemporanee). Esse poteva n o<br />

e s s e re raccolte in affioramenti (conchiglie fossili) o<br />

dalle spiagge vicine ai siti oppure in località anche<br />

molto lontane: nei siti del Paleolitico superiore della<br />

Do rdogna (Aquitania, sud-ovest della Francia) sono<br />

state rinvenute conchiglie provenienti sia dalle coste<br />

d e l l’ Atlantico che da quelle del Mediterraneo, distanti<br />

o l t re 200 km<br />

MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO “G. RAMBOTTI”, DESENZANO DEL GARDA, BRESCIA<br />

PA LA F I TT E E C O N C H I G L I E<br />

Fonti di approvvigionamento di malacofauna nell’età del Bronzo<br />

( 2 ).<br />

Nei livelli aurignaziani (circa 38000 anni dal presente)<br />

della Grotta di Fumane (Monti Lessini - V R ) ,<br />

sito che si trova a oltre 100 km dal mar Adriatico, sono<br />

state rinvenute più di 600 conchiglie di tipo dive r s o ,<br />

tutte marine ( 3 ), ad eccezione di un esemplare di<br />

T h e o d oxus (conchiglia d’acqua dolce), molte delle<br />

quali forate volontariamente (fig. 1); dalle analisi<br />

condotte è emerso che gli esemplari marini proven<br />

i vano dal Ti r reno e dall’alto Ad r i a t i c o. Le conchiglie<br />

r i n venute a Fumane rivestono un ruolo import a n t e<br />

(1) Per un esame dei rinvenimenti in territorio alpino si ve d a<br />

BO R R E L LO 2005a, pp. 43-44.<br />

(2) BRO G L I O 1997, p. 162.<br />

(3) Elenco in GI U R I O L I et alii 2005, p. 60.<br />

Claudia Mangani, con un contributo di Cristina Longhi<br />

1. Grotta di Fumane, conchiglie marine (da GU R I O L I et alii<br />

2 0 0 5 ) .<br />

anche dal punto di vista paleontologico: ci permettono<br />

infatti di conoscere la malacofauna vivente nel corso<br />

d e l l’ Interpleniglaciale würmiano ( 4 ) .<br />

(4) GI U R I O L I et alii 2005, p. 61. Con interpleniglaciale würmiano<br />

si intende una fase di deciso avanzamento dei mari<br />

c o m p resa tra due momenti di forti re g re s s i o n i .<br />

127


Famosa è la sepoltura del Gi ovane Principe rinve n u t a<br />

nella Grotta delle Arene Candide (Finale Ligure -<br />

S V), datata all’ Ep i g r a vettiano antico (circa 20000<br />

anni dal presente): l’inumato era stato sepolto con un<br />

ricco corredo; in part i c o l a re la cuffia, la fascia ed il<br />

bracciale erano stati realizzati utilizzando centinaia di<br />

conchiglie marine (Na s s a r i u s, Tr i v i a, Cy p ra e a) ( 5 ) .<br />

Anche negli scavi di siti n e o l i t i c i sono stati rinve n u t i ,<br />

in abitati situati lontano dal mare, ornamenti in conchiglia.<br />

Da siti del Neolitico Antico (5300-4800 a.C.) dell’ A l t a<br />

Alsazia (nord-est della Francia) provengono va l ve<br />

l a vorate di Sp o n d y l u s e conchiglie perf o r a t e d i Nu c e l l a<br />

l a p i l l us ( 6 ) .<br />

In Sv i z zera le conchiglie, per lo più intere, furo n o<br />

spesso utilizzate come elementi ornamentali, a vo l t e<br />

s f ruttando i fori naturali. Si tratta sia di esemplari<br />

fossili che di specie viventi, talora di origine locale<br />

(ossia raccolte nei laghi), ma il più delle volte provenienti<br />

dall’ Atlantico o dal Me d i t e r r a n eo ( 7 ) .<br />

Ne l l’ambito della cultura di Cort a i l l o d - o r i z zonte delle<br />

tombe di tipo Chamblandes ( 8 ) (4500-4000 a.C.) nella<br />

n e c ropoli eponima ne sono state rinvenute numero s e<br />

specie utilizzate a scopo ornamentale: Buccinum sp.,<br />

Cerithium s p., C h a ronia s p., Columbella rustica, Conus<br />

sp., Glycymeris sp., Phalium sp. (9) (fig. 2).<br />

In Italia settentrionale gli ornamenti in conchiglia<br />

sono presenti sin dalle fasi più antiche del Ne o l i t i c o<br />

(VI millennio a.C.), dapprima in Liguria (Are n e<br />

Candide) e successivamente più a nord, ad esempio<br />

al Riparo Gaban (TN) dove sono stati rivenuti esemplari<br />

di Cyclope neritea, Columbella rustica e De n t a l i u m<br />

(5) Descrizione completa in CA R D I N I 1 9 4 2 .<br />

(6) JE U N E S S E 1990, p. 179, fig. 3.<br />

(7) RA M S EY E R 1995, p. 189.<br />

(8) Dal nome del sito di Chamblandes, in località Pully nei pre s s i<br />

di Losanna (Canton Vallese, CH). Si tratta di sepolture a inumazione<br />

in cista litica.<br />

(9) BO R R E L LO 2005, p. 27.<br />

128<br />

2. Elementi di ornamento da tombe di tipo Chamblandes.<br />

Conchiglie: 2 da Pully; 3-4 da Al l a m a n - En Ve rex; 5 da<br />

C o r s e a u x - s u r - Ve vey (da RA M S E Y E R 1 9 9 5 ) .<br />

f o s s i le ( 1 0 ), a Is o rella (BS) da cui provengono numero s i<br />

elementi scheggiati di Ma r g a r i t i f e ra auricularia, probabilmente<br />

utilizzati come ornamento ( 1 1 ), e nella<br />

n e c ropoli di La Vela di Trento (cultura dei Vasi a<br />

Bocca Quadrata, metà del V millennio a.C.).<br />

In alcune delle sepolture di La Vela (tomba 1, da<br />

riferirsi ad una donna; tombe 3 e 6, sepolture di<br />

bambini) sono stati rinvenuti vaghi di collana di<br />

forma cilindrica ottenuti da Spondylus gaedero p u s,<br />

mollusco che vive solo nelle acque del<br />

Me d i t e r r a n eo (12) (fig. 3).<br />

In Sv i z zera, in un momento iniziale dell’età del<br />

R a me ( 1 3 ) , gli scavi condotti nel sito di Se n n we i d<br />

( Steinhausen, Cantone di Zug) hanno messo in luce<br />

(10) Fa c e vano parte di p a ru re s composte da ve rt e b re di pesce,<br />

denti forati di mammifero e perline di calcite; BO R R E L LO 2 0 0 5 ,<br />

p. 45.<br />

(11) GI RO D 2004, p. 420.<br />

(12) BO R R E L LO - DA L M E R I 2005, p. 46.<br />

(13) Nella cronologia della Sv i z zera la fase che precede il diffondersi<br />

della cultura del Vaso Campaniforme (età del Rame)<br />

in letteratura è indicata come Neolitico Finale (circa 2900-<br />

2 4 0 0 ) .


3. La Vela (TN) (da BAG O L I N I 1 9 9 0 ) .<br />

4. Se n n weid (CH) (da EL B I A L I 1990, fig. 4).<br />

una dozzina di conchiglie provenienti dal mar<br />

Mediterraneo e dall’ At l a n t i c o. Tre esemplari sono da<br />

r i f e r i re ad una specie fossile (Ranella laevigata bursidae;<br />

fig. 4. 9-10) proveniente dal Pi e m o n te ( 1 4 ) .<br />

L’ u t i l i z zo delle va l ve di conchiglia per ricava re elementi<br />

ornamentali è ben attestato nella necropoli di<br />

Remedello Sotto (BS), le cui 130 tombe a inumazione<br />

si datano nell’ambito del IV millennio a.C., così<br />

come in quella di Fontanella Ma n t ovana (MN), che<br />

per il rituale funerario e i materiali culturali è dire ttamente<br />

assimilabile alla necropoli di Re m e d e l l o.<br />

(14) EL B I A L I 1990, p. 247. (15) CH I E R I C I 1 8 8 5.<br />

I manufatti in conchiglia della necropoli di<br />

Re m e d e l l o<br />

La prima pubblicazione dei manufatti in conchiglia<br />

della necropoli di Remedello Sotto (BS) si deve a<br />

Pellegrino St robel (ST RO B E L 1885), che ebbe modo<br />

di esaminarli nel 1885 al Museo di Reggio Em i l i a<br />

in occasione dell’ a p e rtura delle casse pre l e vate dallo<br />

s c a vo.<br />

Nella tomba 61, ritrovata già manomessa, era<br />

inumato un individuo adulto accompagnato da 64<br />

piastrine di Ca rdium ru s t i c u m e un ribattino in<br />

rame a capocchia conica.<br />

Le lamine sono rettangolari ed hanno una dimensione<br />

di circa 8x11 cm; sono state ritagliate e lavo r a t e<br />

in modo da ottenere una faccia lucida, mentre<br />

l’altra è stata lasciata opaca. Recano due fori passanti<br />

s vasati, probabilmente per renderle atte ad essere<br />

fissate con un filo su un supporto di cuoio o tessuto.<br />

A l t re piastrine di madreperla furono rinvenute nella<br />

tomba 69, che conteneva un individuo adulto rannicchiato<br />

sul fianco destro con la faccia rivolta a est;<br />

il corredo era composto da un’unica cuspide di<br />

f reccia.<br />

Le piastrine, ritagliate da va l ve di Unio pictoru m,<br />

hanno forma re t t a n g o l a re irre g o l a re, di lunghez z a<br />

variabile tra i 2,2 e i 1,9 cm per una larghezza di 1,2<br />

cm; otto sono di forma ellittica ed hanno dimensioni<br />

di 1,9x1 cm. Ciascuna di esse ha fori passanti<br />

alle due estremità e la sezione concavo - c o n ve s s a .<br />

Secondo il Chierici ( 1 5 ) , che scavò la tomba, le<br />

lamine erano poste sopra lo scheletro come se fossero<br />

cucite a una stoffa che cingeva la vita e le gambe del<br />

d e f u n t o.<br />

La tomba 83, sicuramente una delle più ricche<br />

della necropoli, fu rinvenuta intatta; venne quindi<br />

incassata integra per essere trasportata al Museo di<br />

Reggio Emilia. Accoglie un individuo adulto con il<br />

busto in posizione supina e le gambe flesse sul lato<br />

d e s t ro; il capo, orientato a N-W, presenta lesioni<br />

129


130<br />

p rovocate in vita da uno strumento contundente;<br />

il braccio sinistro poggia sul petto e il destro è<br />

d i s t e s o. Il ricco corredo è formato da un pugnale<br />

t r i a n g o l a re in rame, posto al fianco destro con la<br />

punta rivolta verso l’alto, 4 ribattini, nello stesso<br />

metallo, sono disposti a delineare il profilo del<br />

pomo, che dove va poggiare nel palmo della mano<br />

destra. Un pendaglio a rotella in marmo stava pre s s o<br />

il polso destro, 11 cuspidi di freccia con la punta<br />

r i volta verso il basso, divise in due fasci, giaceva n o<br />

p resso il piede sinistro.<br />

Nella sepoltura ve n n e ro ritrovate anche 144 lastrine<br />

di Ca rdium ru s t i c u m “disposte in linea curva, che ha<br />

il suo punto di partenza dal capo art i c o l a re scapolare<br />

d e l l’ o m e ro destro, scende obliquamente sul pel petto,<br />

p o rtandosi sul fianco sinistro, per ritorn a re, passando<br />

s o p ra il bacino, sul lato destro e salire verso l’ o m e ro<br />

d e s t ro” ( 1 6 ) a diversi piani e con diverse inclinazioni:<br />

una concentrazione maggiore si può osserva re pre s s o<br />

l’ a vambraccio destro. Infine 8 conchiglie di C o n u s<br />

f u rono rinvenute all’interno della mandibola, altre<br />

5 accanto alla tibia.<br />

Le piastrine di Ca rd i u m erano ritagliate a forma di<br />

rettangolo, delle dimensioni di 1,4x0,7 cm, con<br />

due o tre fori circolari passanti. La faccia superiore<br />

è lucida mentre quella inferiore è opaca. La loro posizione<br />

ed i fori per il fissaggio fanno ipotizzare che<br />

f a c e s s e ro parte della guarnizione di un mantello o<br />

sudario in cui era avvolto il defunto. La presenza di<br />

stoffa all’interno della tomba è confermata dalla<br />

traccia mineralizzata che si può ancora oggi osserva re<br />

sulla lama del pugnale di rame.<br />

Nulla si può ipotizzare circa il significato delle conchiglie<br />

di C o n u s, cui fu troncata una spira, quasi certamente<br />

perché potessero essere infilate su una cordicella<br />

o nastro di cuoio.<br />

Tra le 36 tombe a inumazione della necropoli di<br />

Fontanella Ma n t ovana (MN), scavata tra il 1889-<br />

1891, è attestata la presenza di un oggetto di ornamento<br />

composto da conchiglie.<br />

(16) ST RO B E L 1 8 8 6 .<br />

Nella tomba XI, oggi conservata al Mu s e o<br />

Etnografico “L. Pi g o r i n i” di Roma, era deposto un<br />

individuo giacente sul fianco sinistro con le gambe<br />

i n c rociate e la testa ad ovest. Il corredo era costituito<br />

da un pugnale di rame al di sotto del bacino e da<br />

u n’ascia di pietra levigata nei pressi del capo. So t t o<br />

ai piedi erano posti un nucleo di selce, una difesa<br />

di cinghiale ed un punteruolo d’ o s so ( 1 7 ) . Al<br />

momento dello scavo, nel riempimento della tomba<br />

p resso il collo del defunto, fu rinvenuta una conchiglia<br />

di C o n u s forata; da un ulteriore vaglio del<br />

t e r reno, avvenuto al Museo Pigorini, si raccolsero<br />

a l t re 5 conchiglie di C o n u s forate e oltre 70 perline<br />

di steatite tutte concentrate presso le ve rt e b re cervicali.<br />

Probabilmente i vaghi di C o n u s e le perline<br />

di steatite dove vano formare un ornamento posto<br />

al collo del defunto.<br />

C . L .<br />

Se m p re nel corso dell’età del Rame, numerosi ornamenti<br />

in conchiglia sono da riferirsi alla Cultura del<br />

Vaso Campaniforme (seconda metà del III millennio<br />

a.C.).<br />

In Sv i z zera, dal sito megalitico di Sion Pe t i t - C h a s s e u r<br />

(Canton Vallese), in alcune stru t t u re riferibili a questo<br />

o r i z zonte culturale, sono stati rinvenuti: C o l u m b e l l a<br />

rustica (fig. 5. 7-8), C h a ro n i a s p. (fig. 5. 6), Gl yc y m e r i s<br />

s p. e De n t a l i u m fossile (fig. 5. 9-10)<br />

( 1 8 ).<br />

In Valle d’ Aosta, nella tomba III ( 1 9 ) della necro p o l i<br />

di Saint Ma rtin de Corléans (Aosta), sono emersi<br />

due elementi forati in conchiglia.<br />

Da La Vela di Tre n to ( 2 0 ), dal complesso funerario<br />

d e l l’età del Rame, provengono elementi ornamentali<br />

ottenuti da conchiglie marine (De n t a l i u m e<br />

C o l u m b e l l a) ( 2 1 ) .<br />

(17) AC A N F O R A 1 9 5 6 .<br />

(18) BO R R E L LO 2005, p. 30.<br />

(19) Fase 5 del sepolcreto (ME Z Z E N A 1997, p. 77).<br />

(20) Se t t o re Vela IX, scavo 2006 (BO R R E L LO - GI RO D 2 0 0 7 ) .<br />

(21) BO R R E L LO - GI RO D 2 0 0 7 .


5. Sion Petit-Chasseur (CH) (da RA M S E Y E R 1 9 9 5 ) .<br />

Dal territorio gardesano, per l’età del Rame, elementi<br />

di collana provengono dal Riparo Cavallino (Mo n t e<br />

C ovolo - Vi l l a n u ova sul Clisi) @, dal Riparo Va l t e n e s i<br />

( Manerba del Ga rd a) ( 2 2 ) @ e dal Riparo Corna<br />

Nibbia di Bi o ne ( 2 3 ) @. Presso il Riparo Cavallino (fig.<br />

6) sono state rinvenute quaranta conchiglie perf o r a t e<br />

di Columbella ru s t i c a, De n t a l i u m e C o n u s, prove n i e n t i<br />

p robabilmente dalle coste del Ti r re no ( 2 4 ). Presso il<br />

R i p a ro Valtenesi (fig. 7) sono stati rinvenuti sei tipi<br />

d i f f e renti di conchiglie forate: Columbella ru s t i c a,<br />

C o n u s, Pe c t u n c u l u s, De n t a l i u m, My t i l u s, Pa t e l l a, per<br />

un totale di 96 elementi. Sussistono alcuni dubbi<br />

c i rca i fori passanti presenti sull’unico Mytilus e su una<br />

delle quattro Pa t e l l a e , che potre b b e ro essere<br />

n a t u r a li ( 2 5 ) . Presso la Corna Nibbia è documentata<br />

una conchiglia forata di C o n us ( 2 6 ).<br />

(22) I materiali sono conservati ed esposti rispettiva m e n t e<br />

p resso il Museo Archeologico della Valle Sabbia di Ga va rd o @<br />

e presso il Museo di Manerba del Ga rd a @.<br />

(23) I materiali sono conservati ed esposti presso il Mu s e o<br />

A rcheologico della Valle Sabbia di Ga va rd o @.<br />

(24) BA R F I E L D et alii 1995, p. 36.<br />

(25) Per le ricerche si veda BA R F I E L D 2 0 0 7 .<br />

(26) BA I O N I 2 0 0 4 .<br />

6. Riparo Ca va l l i n o, ipotesi di ricostruzione di una collana<br />

di conchiglie e perline di steatite (da BA R F I E L D et alii 1 9 9 5 ,<br />

p. 30).<br />

7. Riparo Valtenesi. I materiali sono esposti presso il Mu s e o<br />

Civico Archeologico della Valtenesi, Manerba del Ga rda (foto<br />

L. Ba rfield). @<br />

I rinvenimenti dell’età del Bro n zo in area benacense e<br />

in Tre n t i n o<br />

Le fonti arc h e o l o g i c h e<br />

Durante le fasi iniziali dell’antica età del Bro n zo<br />

(2200-1800 a.C.) nei bacini inframorenici e sulle<br />

sponde del lago di Ga rda sorsero numerosi abitati di<br />

tipo palafitticolo.<br />

Presso il Museo di Desenzano si conservano alcuni elementi<br />

ornamentali in conchiglia rinvenuti nel corso<br />

delle ricerche effettuate in uno di questi insediamenti:<br />

131


il Lavagnone (Desenzano del Ga rda, Lonato - BS) ( 2 7 ).<br />

Gli scavi condotti nel sito ( 2 8 ) hanno evidenziato come<br />

la tradizione di utilizzare conchiglie per la re a l i z z a z i o n e<br />

di elementi ornamentali sia perdurata per tutte le fasi<br />

d e l l’antica età del Bro n zo (BA I e BA II; circa 2200-<br />

1600 a.C.) (fig. 8).<br />

I livelli del Bro n zo Antico I A (2200 - 2000 a.C. circ a )<br />

hanno restituito la maggior parte dei re p e rti: due<br />

fiori di madre p e r la ( 2 9 ) (fig. 9) ottenuti da Ps e u d o u n i o<br />

a u r i c u l a r i us ( 3 0 ) , alcune perline appiattite ( 3 1 ) r i c a va t e<br />

da Unio mancus e Mi c rocondylaea compre s sa<br />

( 3 2 ),<br />

n u m e rosi tubetti di Dentalium f o s s i le ( 3 3 ) e due va l ve<br />

di Gl yc y m e r i s f o r a te ( 3 4 ). Nel corso dello scavo 2007,<br />

nel settore B ( 3 5 ) dello scavo de Marinis, sono stati rinvenuti<br />

raggruppati in uno stesso punto (fig. 10a) 14<br />

tubetti di De n t a l i u m fossile, piccoli vaghi discoidali<br />

di madreperla e due pendagli, uno in corno e l’ a l t ro<br />

in pietra. Le particolari condizioni del rinve n i m e n t o<br />

permettono di affermare che si tratta di elementi<br />

sicuramente pertinenti ad una stessa collana ( 3 6 ) ; dopo<br />

il re s t a u ro conserva t i vo ( 3 7 ), resosi necessario a causa<br />

(27) Per maggiori informazioni sugli scavi nella palafitta del<br />

L a vagnone presso il Museo Civico Archeologico “G. Rambotti”<br />

di Desenzano sono a disposizione i più recenti studi specifici<br />

(D E MA R I N I S 2000, 2007).<br />

(28) Negli anni ’70 del secolo scorso da R. Perini; a part i re dal<br />

1991 dal pro f. R.C. de Marinis (Un i versità degli Studi di<br />

Mi l a n o ) .<br />

(29) Dagli scavi Perini, settore I, G3 (PE R I N I 1988, tav. II, 20<br />

a - b ) .<br />

(30) GI RO D 2004, p. 128.<br />

(31) Dagli scavi Perini, settore I, strati G2 e G2-G3 (PE R I N I<br />

1988, tav. II).<br />

(32) GI RO D 2004, p. 128.<br />

(33) Dagli scavi Perini, settore I, strati G e G3 (PE R I N I 1 9 8 8 ,<br />

t a v. II); dagli scavi de Marinis, settori A e B (inediti).<br />

(34) Dagli scavi Perini, settore I, G3 (inediti).<br />

(35) Nei livelli corrispondenti alla timber track way il cui<br />

impianto è datato dalla dendro c ronologia al 2077±10 a.C.<br />

(MA R I N I S 2000, p. 100 e RA PI 2 0 0 7 ) .<br />

(36) Si tratta di un caso assai raro: solitamente le ricostru z i o n i<br />

p roposte in letteratura sono frutto di a s s e m b l a g e tra oggetti<br />

r i n venuti sparsi in uno stesso live l l o.<br />

(37) Realizzato presso il laboratorio di re s t a u ro della So p r i n-<br />

132<br />

8. Lavagnone. Ornamenti in conchiglia rinvenuti nel corso<br />

degli scavi nel corso dell’ Antica età del Bro n zo.<br />

9. Lavagnone, fiori in Ps e u d o u n i o.<br />

della fragilità del supporto (in part i c o l a re dei va g h i<br />

discoidali di madreperla), si è ipotizzata una ricos<br />

t ruzione (fig. 10b).<br />

Dai livelli del Bro n zo Antico I B (circa 2000-1900<br />

a.C.) del settore A del Lavagnone proviene un pendaglio<br />

ottenuto da una va l va di Gl yc y m e r i s forata (fig.<br />

11), mentre nei livelli del BA IC (circa 1900-1800<br />

a.C.) del settore B e in quelli del Bro n zo Antico II<br />

( c i rca 1800-1600 a.C.) degli scavi Perini e de Ma r i n i s<br />

sono stati rinvenuti solo tubetti di De n t a l i u m f o s s i l e .<br />

tendenza per i Beni Archeologici della Lombardia; si ringrazia<br />

la dott.ssa A. Ga s p a retto della Soprintendenza per i suggerimenti<br />

relativi alla ricostruzione.


a<br />

b<br />

10. Lavagnone. a) la collana in situ; b) ipotesi di ricostruz<br />

i o n e .<br />

11. Lavagnone, pendaglio ottenuto da Gl yc y m e r i s .<br />

Conchiglie e abitudini alimentari<br />

Gli studi condotti sui molluschi rinvenuti nella palafitta<br />

del Lava g n o ne ( 3 8 ) , in part i c o l a re sui bivalvi d’ a c q u a<br />

dolce (Unio mancus, Mi c rocondylea bonellii e Ps e u d o u n i o<br />

a u r i c u l a r i u s), hanno evidenziato alcuni aspetti re l a t i v i<br />

alle abitudini alimentari degli abitanti del villaggio.<br />

La loro carne dove va ricoprire un ruolo importante per<br />

l’alimentazione delle popolazioni preistoriche in quanto<br />

ricca di proteine.<br />

U. mancus: abita in ambienti fluviali e lacustri, ma<br />

anche in acque stagnanti; è pertanto assai pro b a b i l e<br />

che fosse raccolto nel bacino stesso del Lavagnone: si<br />

tratta infatti della specie più rappre s e n t a t a .<br />

M. bonellii: tipico di ambienti fluviali e lacustri, vive<br />

ad una profondità massima di qualche metro. In territorio<br />

benacense si trova solo nel lago di Ga rd a ,<br />

distante circa 5 km dal Lavagnone. Poiché si è rileva t o<br />

che il numero delle va l ve destre e sinistre rinve n u t e<br />

negli scavi è pressoché identico, si è ipotizzato che i<br />

molluschi ve n i s s e ro trasportati e consumati nell’<br />

a b i t a t o.<br />

P. auricularius: abita sui fondi ghiaiosi-sabbiosi dei<br />

fiumi a corrente rapida. Dobbiamo pertanto pensare<br />

che gli abitanti del villaggio lo raccogliessero o nel<br />

Chiese, a Ovest, oppure nel Mincio, a Est. Entrambi<br />

i fiumi si trovano a circa 13 km dal bacino.<br />

C . M .<br />

(38) GI RO D 2 0 0 7.<br />

133


12a. Bande di Cavriana. I materiali sono esposti presso il<br />

Museo Archeologico dell’ Alto Ma n t ova n o, Cavriana (MN)<br />

(foto Museo Archeologico dell’ Alto Ma n t ovano). @<br />

Presso il Museo Rambotti di Desenzano si conserva<br />

anche un pendaglio a forma di fiore in madreperla rinvenuto<br />

durante le ricerche di superficie condotte<br />

p resso la Rocca di Lonato (BS), sito d’altura dell’ e t à<br />

del Bro n zo. In base al materiale rinvenuto nel<br />

medesimo contesto può essere attribuito o ad una<br />

fase avanzata del Bro n zo Antico (BA II) o al Bro n zo<br />

Me d io ( 3 9 ) .<br />

A sud del lago di Ga rda, all’interno della cerchia delle<br />

colline moreniche, sorse nel corso dell’antica età del<br />

(39) D E MA R I N I S 2000, p. 172.<br />

134<br />

1 2 b. Bande di Cavriana. I materiali sono esposti presso il<br />

Museo Archeologico dell’ Alto Ma n t ova n o, Cavriana (MN)<br />

(foto Museo Archeologico dell’ Alto Ma n t ovano). @<br />

Bro n zo un altro insediamento palafitticolo: Ba n d e<br />

di Cavriana ( 4 0 ) . Presso il Museo Archeologico dell’ A l t o<br />

Ma n t ovano @ sono esposti numerosi tubetti di<br />

De n t a l i u m fossile ed alcuni dischetti di madre p e r l a<br />

(Un i o) provenienti dagli scavi (fig. 12a-b); i materiali<br />

sono attribuiti al Bro n zo Antico II (4 1 ) .<br />

(40) Materiali esposti al Museo Archeologico dell’ A l t o<br />

Ma n t ovano, Cavriana (MN) @.<br />

(41) Provengono generalmente da Ag 2 (IV)/III. È stato rinvenuto<br />

anche un elemento di Ca rd i u m con umbone forato, ma<br />

non è chiaro se il foro sia intenzionale (A. Piccoli, comunicazione<br />

personale).


13. La Vela Valbusa (da MOTT E S-<br />

NI CO L I S 1998, p. 74, fig. 2).<br />

Nel corso della campagna di scavi condotta nel<br />

1 9 67 ( 4 2 ) è stato rinvenuto anche un nicchio di Na t i c a<br />

con tracce di foro per la sospensione ( 4 3 ).<br />

Più a nord, sulla sponda occidentale del Lago di Ga rd a<br />

in un piccolo bacino inframorenico ormai pro s c i u g a t o<br />

in comune di Polpenazze del Garda (BS) è stato scop<br />

e rto negli anni ’60 del secolo scorso l’abitato palafitticolo<br />

del Lu c o ne ( 4 4 ) @. Nel corso delle ricerche, per<br />

(42) D E CA M I L L I SO F F R E D I 1965, non si fa riferimento al live l l o<br />

di ritrova m e n t o. I materiali dello scavo sono attribuibili al<br />

Bro n zo Antico II e al Bro n zo Me d i o.<br />

(43) D E CA M I L L I SO F F R E D I 1965, p. 162.<br />

(44) Materiali esposti al Civico Museo Archeologico della Va l l e<br />

altro da poco riprese, svolte nella cosiddetta zona A,<br />

sono emersi alcuni tubetti di De n t a l i u m fossile nei<br />

livelli dell’antica età del Bronzo (45).<br />

A nord del lago di Ga rda, elementi ornamentali in<br />

conchiglia sono stati utilizzati per la realizzazione di<br />

collane o pettorali: nella sepoltura de La Vela Va l b u s a<br />

(TN) (fig. 13), databile ad una fase iniziale dell’età del<br />

Bro n zo, sono stati rinvenuti numerosissimi tubetti di<br />

De n t a l i u m, perline ottenute da molluschi, pendagli<br />

Sabbia, Ga va rdo (BS) @.<br />

( 4 5 ) SI M O N I 1969, p. 62.<br />

135


in osso e calcare, denti forati e spirali di rame ( 4 6 ).<br />

Alla stessa epoca risale la sepoltura di Ro m a g n a n o<br />

Loc (TN): attorno al cranio dell’inumato sono stati<br />

s c o p e rti numerosi tubetti di De n t a l i u m, due pendagli<br />

e perline discoidali in osso, canini forati e un pendaglio<br />

ovoidale in pietra ( 4 7 ) .<br />

Le materie prime e le fonti di approv v i g i o n a m e n t o<br />

Come abbiamo visto gli abitanti dei territori circ ostanti<br />

il lago di Ga rda nel corso dell’età del Bro n zo<br />

a p p rez z a vano gli ornamenti in conchiglia, in part ic<br />

o l a re ottenuti da Dentalium fossile, Gl yc y m e r i s e d<br />

Un i o e, come ve d remo, erano disposti a perc o r re re<br />

anche distanze non trascurabili per pro c u r a r s e l e .<br />

I tubetti di De n t a l i u m fossile (fig. 14), la cui famiglia<br />

(De n t a l i d a e) ha “a n t e n a t i” fossili molto antichi che<br />

risalgono fino a circa 500 milioni di anni fa, furo n o<br />

utilizzati per la realizzazione di collane. Questi ornamenti,<br />

già diffusi nel corso dell’età del Rame, contin<br />

u a rono ad essere di “m o d a” nel Bro n zo Antico. I<br />

maggiori giacimenti di De n t a l i u m fossile si trova n o ,<br />

in Italia, in Pi e m o n te<br />

( 4 8 ).<br />

Il De n t a l i u m, per la sua forma tubolare e leggermente<br />

a rcuata, per il fatto di essere forato alle due estre m i t à<br />

e per la superficie liscia o con costolature longitudinali,<br />

ben si pre s t a va ad essere utilizzato come elemento di<br />

ornamento anche perchè non richiedeva una lavo r azione<br />

part i c o l a re: talora era sezionato per facilitare il<br />

passaggio del filo o per renderlo della lunghezza desiderata.<br />

Tuttavia, a causa dello sfregamento del filo<br />

stesso sui bordi, non è più possibile cogliere le tracce<br />

lasciate dall’ e ventuale strumento di taglio ( 4 9 ).<br />

Attualmente i Dentalidae popolano per lo più acque<br />

(46) BO R R E L LO - DA L M E R I 2005, pp. 47-48.<br />

(47) BO R R E L LO - DA L M E R I 2005, p. 48.<br />

(48) Ma anche in Aquitania (Francia), Bacino di Vi e n n a ,<br />

Un g h e r i a .<br />

(49) MI C H E L I 2005, p. 58.<br />

136<br />

14. Tubetto di d e n t a l i u m.<br />

15. St ru t t u ra dei Bi valvi (immagine modificata da NE G R A-<br />

ZO B E L E LI P PA R I N I 2004, p. 148).<br />

p rofonde e sono diffusi, con esemplari di piccola<br />

taglia, nel Me d i t e r r a n e o.<br />

Le conchiglie di Gl ycymeris (fig. 15) sono delle b i va l ve<br />

massicce e, per questo motivo, sono state spesso utilizzate<br />

come materia prima per la produzione di pendagli.<br />

Vi vono nelle acque basse dei mari tropicali e<br />

temperati: alcune delle 150 specie si trovano anche nel<br />

Me d i t e r r a n e o. Come abbiamo visto presentano dei<br />

fori per la sospensione, ottenuti per abrasione oppure<br />

s f ruttando fori già presenti in natura, in corrispondenza<br />

dell’umbone: ciò permetteva che il pendaglio<br />

rimanesse in “e q u i l i b r i o” .


16. Ipotesi di diffusione di P. auricularius in Italia settentrionale<br />

(da BI D D I TT U - GI RO D 2 0 0 5 ) .<br />

17. Ca rta dell’ Italia settentrionale: 1: Lavagnone (BS), 2:<br />

Rocca di Lonato (BS), 3: Bande di Cavriana (MN), 4:<br />

Lucone di Po l p e n a z ze (BS), 5: Romagnano Loc (TN), 6: La<br />

Vela (TN) (elaborazione grafica di Tommaso Qu i r i n o ) .<br />

Le conchiglie di Un i o (Pseudounio auricularius, Un i o<br />

Ma n c u s) erano particolarmente apprezzate, oltre che<br />

per scopi alimentari (vedi scheda di appro f o n d i m e n t o ,<br />

p. 133), per la produzione di ornamenti, grazie alla<br />

l o ro ro b u s t ezza e spessore. Po t e vano essere ritagliate<br />

per ottenere ad esempio dei fiori, come al Lava g n o n e ,<br />

o p p u re delle fragili perline. Abbiamo visto come P.<br />

auricularius fosse probabilmente raccolto nei fiumi<br />

Chiese e Mincio (fig. 16). Si ipotizza che l’Un i o si sia<br />

estinto in Italia tra la fine dell’800 e gli inizi del<br />

’ 9 00 ( 5 0 ) , in concomitanza con alcune specie di sto-<br />

r i o ne<br />

( 5 1 ).<br />

Le coste più vicine ai territori del basso Ga rda sono, evidentemente,<br />

quelle dell’ Adriatico; ma come vi giun-<br />

(50) BI D D I TT U - GI RO D 2005, p. 132.<br />

(51) Infatti Pseudunio auricularius, dopo la fecondazione, trattiene<br />

le uova per alcuni mesi del periodo invernale; le larve, una<br />

volta rilasciate, si fissano nella bocca e nelle branchie di alcuni<br />

pesci per un periodo di vita parassitaria. La sparizione di P. auric<br />

u l a r i u s e di storioni nelle nostre acque ha fatto ipotizzare che<br />

gli storioni “o s p i t a s s e ro” le larve (BI D D I TT U - GI RO D 2005, p.<br />

1 3 4 ) .<br />

137


g e vano le conchiglie marine? Data la diffusione di<br />

collane, pettorali e semplici pendagli ottenuti utilizzandole<br />

è possibile ipotizzare che esistesse una rete di<br />

scambi, che probabilmente riguard a vano anche altri<br />

m e rci pregiate (come avve n i va, ad esempio per<br />

138<br />

Le conchiglie: tabella ri a s s u n t i va delle specie nominate nel testo<br />

No m e Fa m i g l i a C l a s s e So t t o c l a s s e Ord i n e Su p e ro rd i n e A m b i e n t e<br />

Bu c c i n u m Bu c c i n i d a e Ga s t e ro p o d i Pro s o b r a n c h i Ne o g a s t e rop odi Ma re<br />

Ce r i t h i u m Ce r i t h i d a e Ga s t e ro p o d i Pro s o b r a n c h i C e n o g a s t e ropodi Ma re<br />

C h a ro n i a Cy m a t i i d a e Ga s t e ro p o d i Pro s o b r a n c h i C e n o g a s t e ropodi Ma re<br />

Columbella C o l u m b e l l i d a e Ga s t e ro p o d i Pro s o b r a n c h i Ne o g a s t e rop odi Ma re<br />

ru s t i c a<br />

C o n u s C o n i d a Ga s t e ro p o d i Pro s o b r a n c h i Ne o g a s t e rop odi Ma re<br />

Cy p ra e a Cy p ra e i d a e Ga s t e ro p o d i Pro s o b r a n c h i C e n o g a s t e ropodi Ma re<br />

De n t a l i u m De n t a l i d a e S c a f o p o d i Ma re<br />

Gl yc y m e r i s Gl yc y m e r i d i d a e Bi va l v i Pt e r i o m o rf i A rc o i d i Ma re<br />

Ma r g a r i t i f e ra Ma r g a r i t i f e r i d a e Bi va l v i Un i o n o i d i Acqua dolce<br />

a u r i c u l a r i a<br />

Na s s a r i u s Na s s a r i i d a e Ga s t e ro p o d i Pro s o b r a n c h i Ne o g a s t e rop odi Ma re<br />

Nu c e l l a Mu r i c i d a e Ga s t e ro p o d i Pro s o b r a n c h i Ne o g a s t e rop odi Ma re<br />

l a p i l l u s<br />

Ph a l i u m Ca s s i d i d a e Ga s t e ro p o d i Pro s o b r a n c h i C e n o g a s t e ropodi Ma re<br />

Sp o n d y l u s Sp o n d y l i d a e Bi va l v i Pt e r i o m o rf i Pteriodi Ma re<br />

Tr i v i a Tr i v i i d a e Ga s t e ro p o d i Pro s o b r a n c h i C e n o g a s t e ropodi Ma re<br />

T h e o d ox u s Ne r i t a d a e Ga s t e ro p o d i Pro s o b r a n c h i A rc h e o g a s t e ropodi Acqua dolce<br />

Un i o Un i o n i d a e Bi va l v i Pa l e o e t e ro d o n t i Unionoidi Acqua dolce<br />

Na t i c a Na t i c i d a e Ga s t e ro p o d i Pro s o b r a n c h i C e n o g a s t e ropodi Ma re<br />

l’ a m b ra ( 5 2 )), a lunga perc o r renza: le coste adriatiche<br />

infatti distano circa 100 km.<br />

È i n t e ressante notare come, sia al Lavagnone che<br />

(52) Vedi NE G RO N I - PI C C O L I, i n f ra, pp. 141-156.


nelle sepolture trentine dell’antica età del Bro n zo ,<br />

fosse diffuso l’uso di collane costituite da elementi di<br />

De n t a l i u m fossile, pendagli in osso o pietra di forma<br />

q u a d r a n g o l a re o ovoidale e piccoli vaghi in madre p e r l a .<br />

Anche questa moda concorre ad evidenziare ( 5 3 ) l’ e s istenza<br />

di rapporti, questa volta a corto raggio, tra i territori<br />

a sud e a nord del lago di Ga rd a .<br />

A l t re volte la materia prima era rinvenuta a distanze<br />

più brevi: le conchiglie di Pseudounio auricularius<br />

erano raccolte, come abbiamo visto, nei fiumi Chiese<br />

o p p u re Mincio che si trovano a circa 13 km dalla<br />

palafitta del Lava g n o n e .<br />

È dunque assai probabile che le conchiglie rappre s e nt<br />

a s s e ro oggetti di “p re s t i g i o”, simboli di un élite<br />

s o c i a le ( 5 4 ) , e che gli abitanti di questi territori fossero<br />

disposti a perc o r re re anche lunghe distanze pur di<br />

p ro c u r a r s e l e .<br />

E non finisce qui...<br />

La moda di utilizzare conchiglie come oggetti di<br />

ornamento non termina con l’età del Bro n zo. Anche<br />

oggi indossiamo braccialetti e collane realizzati con<br />

conchiglie di diversa forma e colore!<br />

Lo stesso facevano gli Et ruschi del Fo rc e l lo ( 5 5 ) c h e<br />

a p p rez z a vano il loro uso a scopo ornamentale (oltre<br />

che alimentare); in seguito allo studio delle conchiglie<br />

emerse nel corso dagli scavi archeologici, si è evidenziato<br />

che Gl ycymeris è la specie più rappresentata e, in<br />

alcuni casi, presenta l’umbone forato per la sospensione.<br />

Dalle raccolte di superficie provengono anche<br />

due esemplari di Cy p raea annulus; questa specie vive<br />

lungo le coste dell’Arabia e del Corno d’Africa, testimoniando,<br />

anche in questo caso, scambi ad ampio<br />

r a g g io ( 5 6 ).<br />

(53) Ol t re ovviamente ad altri elementi, come ad esempio le<br />

forme e le decorazioni della ceramica.<br />

(54) Alla stregua di veri e propri gioielli (BO R R E L LO- DA L M E R I<br />

2005, p. 50).<br />

(55) Vedi CO N S O N N I - QU I R I N O - WI E L- MA R I N, i n f ra, pp.<br />

2 2 5 - 2 5 0 .<br />

(56) FR A N C H I N I 1 9 8 8 .<br />

Claudia Ma n g a n i<br />

Museo Civico Archeologico “G. Ra m b o t t i”, De s e n z a n o<br />

del Ga rd a<br />

c m a n g a n @ a l i c e p o s t a . i t<br />

Cristina Longhi<br />

Civico Museo Archeologico di Be r g a m o<br />

c l o n g h i @ c o m u n e . b g . i t<br />

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