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informa - Luca Bartolini

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Autorizzazione tribunale di Bologna N. 4233 del 13/9/72 - Tariffa associazione senza fini di lucro: “Poste Italiane s.p.a.”. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46 ) art. 1, comma 2 DCB - Forlì. In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Forlì - Ferrovia per la restituzione al mittente che si impegnia a pagare la relativa tassa.<br />

Alleanza Nazionale<br />

DESTRA INFORMAZIONE NAZIONALE<br />

diretto da Vittorio Dall’Amore<br />

lbartolini@regione.emilia-romagna.it<strong>informa</strong><br />

www.alleanzanazionale.it<br />

www.an.fc.it<br />

alleanzanazionalefc@libero.it<br />

IGNAZIO LA RUSSA<br />

Ministro alla DIFESA<br />

GIORGIA MELONI<br />

Ministro alle<br />

POLITICHE GIOVANILI<br />

MINISTRI SOTTOSEGRETARI<br />

ALTERO MATTEOLI<br />

Ministro alle INFRASTRUTTURE<br />

ANDREA RONCHI<br />

Ministro alle<br />

POLITICHE COMUNITARIE<br />

ALFREDO MANTICA<br />

AFFARI ESTERI<br />

ADOLFO URSO<br />

SVILUPPO ECONOMICO<br />

ALFREDO MANTOVANO<br />

INTERNO<br />

ANTONIO BUONFIGLIO<br />

POLITICHE AGRICOLE<br />

FORESTALI<br />

ALBERTO GIORGETTI<br />

ECONOMIA E FINANZA<br />

ROBERTO MENIA<br />

AMBIENTE E TUTELA<br />

DEL TERRITORIO<br />

n°3-4 giugno-luglio 2008<br />

FORLÌ-CESENA<br />

ROMA CAMBIA L’ITALIA CAMBIA<br />

DESTRA DI GOVERNO<br />

DESTRA DI GOVERNO<br />

UGO MARTINAT<br />

SVILUPPO ECONOMICO<br />

PASQUALE VIESPOLI<br />

LAVORO SALUTE<br />

E POLITICHE SOCIALI<br />

Pubblicazione a cura di:<br />

• Gruppo Assembleare AN-PDL Regione Emilia Romagna<br />

• Gruppo Consiliare AN-PDL alla Provincia di Forlì-Cesena<br />

• Gruppo Consiliare AN-PDL al Comune di Forlì


2<br />

Alleanza Nazionale<br />

<strong>informa</strong><br />

TRAGUARDO STORICO PER LA DESTRA:<br />

FINI PRESIDENTE DELLA CAMERA, ALEMANNO SINDACO DI ROMA<br />

Il Presidente della Camera On. Gianfranco Fini insieme ai Ministri Matteoli, La Russa e Ronchi<br />

GLI ETERNI SCONFITTI DI STORACE<br />

Ancora una volta hanno fatto tutto il possibile per far vincere<br />

la sinistra, ma non ci sono riusciti. Sono e rimangono degli<br />

eterni sconfitti. Non si fa politica fondata su rancori e su le<br />

ambizioni sfrenate. Si spacciavano per amici di Berlusconi<br />

e si sono rivelati fiancheggiatori di Veltroni sempre contro<br />

la Destra che, nonostante i loro cervellotici disegni, ha vinto.<br />

Ha vinto la politica di Alleanza Nazionale e grazie a Dio e<br />

alla nostra ferma determinazione al Governo ci sono i migliori<br />

uomini che la Destra abbia espresso in questi ultimi anni.<br />

Non sono servite le calunnie e le diffamazioni di uomini<br />

senza scrupoli solo disposti a far perdere la Destra e a impedire<br />

in Italia una maggioranza decisamente anticomunista. Questa<br />

gente si dice di Destra e agisce per favorire la sinistre; il meno che se ne possa dire è<br />

masochista e autolesionista, solo a parole onesta e sincera, irrazionale sempre nel<br />

confronto con i tempi che cambiano. In ogni modo è un ciclo storico chiuso. Oggi è<br />

chiaro che chi vuole “perdere sempre” sa per chi votare, e chi vuole incidere sulle<br />

realtà del Paese e cambiarlo non può non avere quale riferimento forte e incisivo la<br />

Destra di Fini e il mondo di An. Purtroppo nonostante la sonora sconfitta c’è qualcuno<br />

che si diletta ancora di scrivere anonimamente di cose di 30 anni or sono, che tutti<br />

abbiamo superato ma che qualcuno, molto meschino, non riesce a storicizzare a<br />

dimostrazione che la cattiveria umana, l’invidia, il rancore e tutto lo spregiativo che<br />

ci viene addebitato non è solo il prodotto di antiche e vecchie rivalità ma l’illusione<br />

di essere superiori se si arriva ad affermare: “forse perché sei un segnato da Dio”. Ma<br />

noi non ci nascondiamo in quanto uomini coraggiosi e non ci ha mai fermato viltà<br />

alcuna. Gli amici e gli avversari ci rispettano anche per questo aspetto della nostra<br />

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“l’Italia è a una svolta storica” ha ammesso Paolo<br />

Mieli intervistato dall’Osservatorio Romano. Aggiungendo:<br />

“Il leader moderno, capace di comunicare,<br />

è quello che non ha paura dei valori da cui proviene!.<br />

Parole più che appropriate per la giornata di ieri<br />

(mercoledì 30 aprile n.d.r.) in cui Gianfranco Fini<br />

veniva eletto Presidente della Camera dei Deputati<br />

e Gianni Alemanno si insediava a Sindaco di Roma.<br />

“Con Fini alla Camera e me al Campidoglio - commentava<br />

proprio Alemanno - la destra conclude un<br />

percorso di legittimazione e assunzione di responsabilità<br />

che viaggiano insieme. Noi siamo uomini<br />

di parte ma nel momento stesso in cui assumiamo<br />

responsabilità istituzionali leghiamo questi valori<br />

al concetto di bene comune e al rispetto dei diritti<br />

di tutti i cittadini”. E lo stesso Gianfranco Fini ha<br />

iniziato la sua presidenza a Montecitorio con parole<br />

analoghe: “Sono un uomo di parte - ha spiegato -<br />

ma mi impegnerò per il rigoroso rispetto della parità<br />

dei diritti di tutti i parlamentari”.<br />

Tratto dal Secolo d’Italia del 01 maggio 2008<br />

personalità. Basterebbe questo fra persone normali per misurare il valore morale di<br />

chi ci colpisce anonimamente in nome della “nuova destra”, calpestando i valori di<br />

vecchia appartenenza. Non si può sfruttare un termine nobile come quello di “destra”<br />

per battaglie vili e meschine utili solo per favorire il nostro nemico storico che è il<br />

comunismo.<br />

I fatti dimostrano che “nulli” sono quelli che pretendono di contestarci e “nulli”<br />

rimarranno perché non hanno coraggio e capacità politica e non sono soprattutto<br />

disposti a fare sacrifici per la loro fede e per il mondo di appartenenza.<br />

Si è di destra solo se si hanno sentimenti nobili e altruistici e si è disposti a fare<br />

sacrifici anche per gli altri. Certe persone con tanta acredine non hanno alcuna<br />

giustificazione né storica, né morale; quello che conta è che noi esistiamo e operiamo<br />

per il bene e quelli che si firmano “nuova destra” sono meschini, incapaci di operare<br />

politicamente, sempre disposti a favorire i nostri avversari politici e danneggiare la<br />

Destra, quella vera. Ripetiamo: noi abbiamo vinto, con orgoglio; loro stanno lì a<br />

rimuginare , spero, sul loro cattivo modo di operare.<br />

Vittorio Dall’Amore<br />

Capogruppo AN-PDL Provincia Forlì-Cesena<br />

N.B. Il giornale “Destra Informazione” lo pubblichiamo dal settembre 1972 e continueremo<br />

a farlo fino a che le nostre forze e le nostre risorse lo permetteranno. Precisiamo però<br />

che tutti possono avere la possibilità di pubblicare un giornale, è sufficiente avere<br />

coraggio e disponibilità. – Non sembra molto – ma se ci pensate bene – fa la differenza.<br />

V.D.


3<br />

Alleanza Nazionale<br />

<strong>informa</strong><br />

IMMIGRAZIONE: LEGGE E ORDINE<br />

CON LA DESTRA AL GOVERNO<br />

Che serva un giro di vite sulla immigrazione noi lo diciamo da tempo<br />

ma soprattutto, visti i risultati elettorali, ce lo hanno ripetuto i nostri<br />

elettori del Popolo della Libertà.<br />

E’ però bastato qualche annuncio del Governo sull’argomento che<br />

tutta l’intellighenzia di sinistra italiana ed europea ha gridato allo<br />

scandalo definendoci subito xenofobi e razzisti. Andiamo per ordine.<br />

Il Governo ha annunciato una serie di norme per combattere il<br />

fenomeno dell'immigrazione clandestina che, durante il Governo<br />

Prodi, il peggior Governo di sempre, ha assunto dimensioni enormi.<br />

E’ come se in Italia ci fossero o si volessero comunque promulgare<br />

delle leggi estranee allo spirito che ispira le norme di specie degli<br />

altri paesi europei. Il reato di immigrazione clandestina non è certo<br />

una novità nel panorama europeo, visto che, seppur con alcune<br />

differenze da paese a paese, è già una realtà in Francia, Germania,<br />

Regno Unito e Svezia. Guarda caso, i paesi che, insieme a Spagna e Italia, sono quelli con il più alto<br />

tasso di immigrati in Europa. In Francia, non l'ingresso ma la permanenza irregolare è punita con<br />

il carcere fino ad un anno e con una multa che può arrivare a 3.750 euro, oltre al divieto di reingresso<br />

nel paese per tre anni, mentre nel Regno Unito, ad esempio, l'ingresso illegale è punito con un'ammenda<br />

o con la reclusione per non più di sei mesi, o con entrambi a seconda dei casi. Insomma, il reato<br />

di immigrazione clandestina non è certo una novità in Europa e, anzi, è già uno degli strumenti<br />

usati dai paesi più interessati dal fenomeno dell'immigrazione di massa, con l'idea che sia uno dei<br />

mezzi a disposizione per meglio regolare gli ingressi e marcare sempre più i confini tra regolari ed<br />

irregolari. Una questione fondamentale per coniugare sicurezza ed integrazione, visto che la<br />

clandestinità, come segnalato da tutti gli ultimi studi e rilevamenti statistici (vedere ad esempio<br />

l'ultimo Rapporto annuale dell'Istat), porta inevitabilmente con sé, per diversi motivi, un tasso di<br />

criminalità enormemente maggiore rispetto alla condizione di regolarità (la media dei reati commessi<br />

da questi ultimi è la stessa di quella degli italiani).<br />

Il nostro Governo dovrà tenere duro per far capire non solo all’Europa che il nostro non è certo<br />

un paese a sovranità limitata ma anche per far capire a potenziali nuovi clandestini che in Italia,<br />

dopo le ultime elezioni, la musica è cambiata.<br />

VOGLIAMO UNA CESENA PIÙ SICURA.<br />

ADESSO IL SINDACO CONTI NON HA PIÙ SCUSANTI<br />

Tra le importanti novità subito operative in materia<br />

di sicurezza recepite nel nuovo decreto legge approvato<br />

dal Consiglio dei Ministri tenutosi a Napoli spiccano<br />

i nuovi poteri affidati ai Sindaci dei comuni italiani<br />

che potranno adottare provvedimenti urgenti per<br />

prevenire ed eliminare gravi pericoli per l'incolumità<br />

pubblica e la sicurezza urbana, mentre sarà rafforzata<br />

la cooperazione tra la polizia municipale e le forze<br />

dell'ordine. La polizia municipale, in particolare, avrà<br />

facoltà di accesso diretto alle banche dati del Dipartimento<br />

della Pubblica Sicurezza sui veicoli e i documenti rubati.<br />

Alla luce di questo nuove norme subito operative anche il Sindaco Conti dovrà farsi<br />

carico di questa importante responsabilità senza tergiversare ulteriormente ed affrontare<br />

nel nostro territorio il problema della sicurezza che, dall’amministrazione comunale<br />

e dalle forze politiche della sinistra, è stato sempre sottovalutato e minimizzato al<br />

punto di definire la nostra città un’isola felice.<br />

Un’isola felice che sia dal centro che dalla periferia è però attraversata da una ondata<br />

criminosa ormai crescente: rapine, furti in appartamenti, spaccio di droga, episodi di<br />

violenza gratuita e di risse rendono più insicura la percezione della vita a Cesena.<br />

Ora il Sindaco dovrà farsi carico di richiedere più uomini per il commissariato di<br />

Polizia di Cesena: per il 2008 è emerso il problema della scarsità di uomini per il nostro<br />

commissariato, che arriverebbe al minimo storico di 80 unità.<br />

La sinistra non si è mai pronunciata su questo problema, sollevando polemiche ridicole<br />

sulla “militarizzazione della città”: quello che chiediamo è che vengano destinate le<br />

unità richieste per legge, ovvero 1 poliziotto ogni 1.000 abitanti, in modo tale da avere<br />

una maggiore presenza di personale in divisa.<br />

Dovrà inoltre monitorare con maggiore cura, insieme agli organi competenti, la<br />

presenza di clandestini extracomunitari nella nostra città, finora largamente sottostimata,<br />

per combattere il fenomeno dell’immigrazione clandestina anche a Cesena.<br />

Inoltre serviranno nuove misure per contrastare lo spaccio di eroina che, in base ai<br />

dati delle forze dell’ordine, si sta spostando da Rimini a Cesena: nell’ultimo anno sono<br />

infatti già 4 le persone decedute per droga a Cesena e si susseguono da tempo sequestri<br />

di grosse quantità di stupefacenti in zona.<br />

La sicurezza è un diritto fondamentale del cittadino e deve essere garantito anche da<br />

chi ha la responsabilità di amministrare una città: il centrodestra a Cesena saprà<br />

vigilare sull’operato del Sindaco e della maggioranza locale alla luce di questi nuovi<br />

provvedimenti, facendosi motore propulsivo per l’applicazione di queste normative<br />

contro la criminalità e l’immigrazione clandestina.<br />

Giovanni Maio<br />

Presidente Alleanza Nazionale Cesena - Popolo della Libertà Cesena<br />

Diego Franchini<br />

Segretario di Alleanza Nazionale - Popolo della Libertà Cesena<br />

<strong>Luca</strong> <strong>Bartolini</strong><br />

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ABBIAMO LIBERATO L’ITALIA.<br />

ADESSO LIBERIAMO LA NOSTRA ROMAGNA<br />

Strano, ma vero. L'inaugurazione della nuova legislatura ha fatto<br />

finalmente vedere agli Italiani un’Italia normale. Un parlamento<br />

sfrondato dagli elementi più pericolosi; una maggioranza schiacciante<br />

per un unico grande partito, il POPOLO DELLA LIBERTA’, nato dalla<br />

fusione elettorale tra AN e FI in attesa degli sviluppi congressuali<br />

previsti per fine anno; un governo nato senza tensioni e conflitti. Fino<br />

all'altro ieri la sinistra rendeva tutto ciò un'utopia. Oggi il centrodestra<br />

ha reso quell'utopia una realtà. Nessuna rivoluzione per chi come noi<br />

ritiene che la normalità non debba rappresentare una conquista<br />

epocale. Le elezioni del 13-14 aprile hanno cannoneggiato le casematte<br />

della sinistra con l'elmetto dell'armata rossa. Come i giapponesi che<br />

non s'arrendevano mai, c'è voluto l'uragano della realtà per costringere<br />

i comunisti a deporre le poltrone. Per la prima volta l'Italia può<br />

affrontare crisi straordinarie in modo normale, come fanno tanti altri<br />

paesi stranieri. Alitalia, rifiuti, sicurezza, sviluppo sono buchi neri che<br />

solo la forza della normalità può richiudere. Potremo finalmente<br />

rialzarci dalle infime posizioni in cui siamo caduti dopo due anni di<br />

disastroso Governo Prodi. Il nuovo governo è avvantaggiato da una<br />

situazione di normale stabilità istituzionale. Però anche le rose più<br />

profumate hanno spine che pungono. Adesso non ci sono più alibi,<br />

come il classico ricorso alla frammentazione e al conflitto ideologico.<br />

Non ci sono neanche i soliti capri espiatori, come Casini o il partitino<br />

che gioca al ricatto. Neppure la Lega non avrebbe alternative al Pdl<br />

nella improbabile e solo accademica ipotesi volesse rivoltarci le spalle<br />

(come nel 1995) in quanto non potrebbe comunque formare un nuovo<br />

governo. Oggi si va in paradiso oppure si cade nell'inferno e domani<br />

la destinazione sarà scelta dagli elettori mettendo sulla bilancia il<br />

buono e il cattivo di questo governo. Confido che i nostri al Governo<br />

si faranno valere e che realizzeranno gli importanti impegni assunti<br />

nonostante la gravità della situazione a tutti nota. Questa è la<br />

democrazia, la democrazia dell’alternanza, quel sistema che da anni<br />

stiamo cercando di imporre anche nella nostra Romagna. I numeri<br />

usciti dalle elezioni politiche anche nella nostra Provincia sono<br />

confortanti. In ben 9 Comuni su 30 il centro destra supera il 50%<br />

mentre in altri 11 registriamo una percentuale che oscilla dal 45 al<br />

50%. Tutto questo ci fa ben sperare in vista delle elezioni amministrative<br />

del prossimo anno. Adesso dipende da noi. Ecco perché è importante<br />

fare sempre più squadra, organizzarci al meglio insieme agli alleati<br />

e a tutte le forze politiche alternative alla sinistra affinché anche altri<br />

Comuni della nostra amata Romagna vengano finalmente “liberati”.<br />

OGGI L’ITALIA E ROMA, DOMANI FORLÌ<br />

Abbiamo liberato l’Italia e Roma, ora la sfida è liberare Forlì.<br />

Qui l’ideologia di derivazione comunista è ancora forte, la<br />

politica e gli affari sono fusi insieme da 60 anni, il ‘mostro’<br />

Hera opera incontrastato e le cooperative rosse dettano<br />

legge. Ma noi lotteremo per vincere. Da Roma devono aiutarci<br />

a far nascere la Regione Romagna, devono far pagare le<br />

tasse alle cooperative rosse che uccidono la libertà e devono<br />

liberalizzare il settore in cui opera Hera. Forlì è in ritardo<br />

su tutto: economia, strade, infrastrutture, aeroporto, sedi<br />

istituzionali moderne, università, internet veloce ... Come<br />

al solito i pochi progetti che forse nel prossimo futuro<br />

saranno realizzati nascono già vecchi e datati, ad esempio<br />

gli assi viari. La disastrosa ed arrogante giunta Masini è stata travolta da scandali e<br />

da scelte irrazionali: Rifiutopoli e Rifiutopoli bis, lo scandalo dell’Ipermercato irregolare<br />

targato coop rosse, lo scandalo affidi con probabili casi di pedofilia, il ritardo del<br />

Campus universitario con soldi buttati, i conti in rosso delle società partecipate (Seaf,<br />

Fiera, E-Bus) che noi paghiamo, la sudditanza verso Hera, il silenzio sullo sproporzionato<br />

e gigantesco nuovo inceneritore, lassismo e buonismo verso il degrado, la criminalità,<br />

i clandestini e l’abusivismo, misure insufficienti contro la zanzara tigre e sul traffico,<br />

trasporti pubblici inadeguati, scarso peso politico verso Bologna e Roma, incapacità<br />

di relazione con i cittadini e così via. I compagni hanno distrutto la meritocrazia e<br />

la libertà per favorire le clientele e gli amici degli amici, sperperano i soldi in spese<br />

ormai fuori controllo, prive di razionalità e senza la minima attenzione alla scelta<br />

delle priorità, anche in nome di un marcio assistenzialismo. I livelli record delle tasse<br />

e delle tariffe locali dimostrano che i forlivesi sono visti solo come polli da spennare,<br />

bastonati da infinite multe e costretti a subire il costo assurdo dei rari parcheggi,<br />

ricevendo in cambio servizi distratti e insufficienti, mentre gli extracomunitari e gli<br />

stranieri ricevono mille agevolazioni, aiuti di ogni tipo e facilitazioni. La giunta Masini<br />

e compagni hanno devastato il centro della città, creando zone franche e micro-ghetti<br />

abbandonati e degradati, ridotti in condizioni vergognose e con i forlivesi costretti<br />

alla fuga: un “biglietto da visita” malandato per i rarissimi turisti e per i pochi visitatori.<br />

Occorre sostituire l'assessorato alla Pace, utile solo a far demagogia e a sperperare<br />

denaro, con un serio assessorato alla Sicurezza che intervenga contro il degrado. Forlì<br />

è in declino, non progredisce ed è priva della vivacità economica e culturale di altri<br />

territori. Servono sicurezza, modernizzazione e meno tasse. La città deve essere<br />

governata da chi ama Forlì.<br />

L.B.<br />

Alessandro Spada<br />

coordinatore AN-PDL Forlì


4<br />

Alleanza Nazionale<br />

<strong>informa</strong><br />

PREPARIAMOCI ALLE ELEZIONI<br />

AMMINISTRATIVE 2009<br />

Nella primavera del 2009 ben 23 Comuni della nostra Provincia<br />

rinnoveranno i propri Sindaci e Consigli Comunali.<br />

Le elezioni del 13-14 Aprile, non hanno portato solo la netta vittoria<br />

a livello nazionale, sono state confortanti anche per la Provincia<br />

di Forlì-Cesena. Infatti, in ben 11 Comuni (Rocca San Casciano,<br />

Sarsina, Premilcuore, Borghi, Modigliana, Verghereto, Cesenatico,<br />

Castrocaro Terme e Terra del Sole, Dovadola, Predappio, Sogliano)<br />

i partiti di centro-destra hanno superato il 50% dei voti alla Camera<br />

dei Deputati, mentre in altri 10 Comuni abbiamo raggiunto una<br />

percentuale che oscilla tra il 45% ed il 50% e nei restanti 9 siamo<br />

sotto al 45%. Un altro dato che ci deve stimolare al massimo impegno<br />

è l’en-plein delle ultime elezioni amministrative del 2007, dove si<br />

è registrata la doppia vittoria nei Comuni di Castrocaro Terme e Dovadola.<br />

Questi risultati dimostrano quanto i cittadini della nostra Romagna, che sono continuamente<br />

ingannati dalle amministrazioni “modello” di sinistra, inizino a ribellarsi allo strapotere ed<br />

all’arroganza dei cattocomunismi. Adesso tocca a noi, attraverso la compattezza di tutte le<br />

forze alternative al sistema di potere alla scelta di persone libere e motivate, dare la possibilità<br />

ai cittadini di liberarsi di quelle persone e partiti che si credono eterni ed immortali.<br />

Per ottenere questo grande obiettivo è indispensabile continuare a rappresentare tutta la<br />

Provincia, dai problemi delle città a quelli dei paesi più piccoli, e fare sempre più squadra per<br />

organizzarsi al meglio e non perdere questa grande possibilità di liberare i nostri Comuni dal<br />

potere che li soffoca.<br />

RIMETTIAMO AL CENTRO LA VITA!<br />

Francesco Casanova<br />

Responsabile Provinciale Dipartimento Enti Locali<br />

Sono 4 milioni e 750 mila i bambini mai nati a trent’anni dalla<br />

legge sull’aborto. Trent’anni fa, il 22 maggio 1978, veniva approvata<br />

la legge 194, che introdusse la possibilità di interrompere volontariamente<br />

una gravidanza. Per effetto di questa legge in Italia da<br />

allora non sono nati 4 milioni e 750 mila bambini. Milioni di vite<br />

spezzate. Nel parlare di questo argomento sia chiaro che non si<br />

vuole moralmente condannare la scelta personale delle donne che<br />

hanno fatto ricorso all’aborto, anche perché per la stragrande<br />

maggioranza di loro si è trattato di una decisione sofferta che lascia<br />

una ferita, quella della coscienza e del rimorso, che non sarà mai<br />

più messa a tacere. La politica non deve esitare a confrontarsi su<br />

questo tema, rimettendo al centro come prioritario il valore della<br />

vita, bene superiore rispetto a tutti gli altri. E’ questo che lo Stato dovrebbe fare sentire<br />

chiaramente, concretamente alle donna in difficoltà, mettendosi al loro fianco anche nelle<br />

gravidanze più difficili. Fare prendere loro coscienza di cosa c’è in gioco: la vita di una persona!<br />

Il Governo Berlusconi può e deve sapersi distinguere positivamente in questa direzione. Spero<br />

inoltre che nel dibattito politico ci sia voglia da parte dei partiti di esprimere posizioni chiare<br />

su questo tema. Me lo auguro in primis per il Popolo della Libertà. Senza nascondersi dietro<br />

il paravento della “libertà di coscienza”. Uno la libertà di coscienza ce l’ha sempre e comunque,<br />

e non c’è bisogno che gliela riconosca il partito a meno che non sia una marionetta. I vari<br />

attori politici devono saper esprimere posizioni chiare sui cosiddetti temi eticamente sensibili.<br />

In sostanza su quale visione si ha dell’uomo, come singolo e nel contesto sociale. Sulla base<br />

di questa chiarezza si potranno poi compiere le scelte legislative ed economiche. L’uomo viene<br />

prima della legge e dell’economia. Non è filosofia, ma l’unica politica autenticamente degna<br />

di questo nome.<br />

Vincenzo Bongiorno<br />

Capogruppo An in Consiglio Comunale a Forlì<br />

VITTORIE STORICHE!<br />

Anch’io come del resto altri dirigenti locali e nazionali, siamo stati<br />

stupiti dalla lungimiranza dei nostri leader Fini e Berlusconi e dalla<br />

risposta del nostro elettorato. Le mie perplessità sulla nuova aggregazione<br />

politica – Il popolo della libertà – erano tante, fra queste<br />

il poco tempo per spiegare ai nostri elettori il motivo di questo nuovo<br />

soggetto politico. Soprattutto chi come me proveniva dal M.S.I.<br />

aveva la paura di perdere le radici e i nostri valori, dovendo rinunciare<br />

anche al glorioso simbolo sulla scheda, ma tutte queste perplessità<br />

sono svanite fin dai primi giorni della campagna elettorale vivendo<br />

subito un’atmosfera piena di entusiasmo e ottimismo e capendo<br />

che qualcosa stava cambiando. Queste sensazioni sono state confermate<br />

da un risultato al di sopra di ogni aspettativa e da qui a poche<br />

settimane riconfermate dal trionfale successo a Roma dal nostro grande sindaco Alemanno.<br />

Con un vero record di efficienza è stato formato il nuovo governo Berlusconi rispettando<br />

subito il programma stabilito. Il primo consiglio dei ministri, che come promesso si è tenuto<br />

a Napoli, ha affrontato l’emergenza rifiuti, si è occupato del problema gravoso della sicurezza<br />

tra cui la clandestinità e della finanziaria compresa l’eliminazione dell’ici sulla prima casa.<br />

Quest’aria di destra si è vista anche durante la parata militare del 2 giugno dominata da<br />

un’atmosfera di grande entusiasmo da parte di migliaia di persone e terminata con il passaggio<br />

delle frecce tricolori mentre sventolava una grande bandiera italiana sul colosseo. La cerimonia<br />

è stata diversa rispetto a quelle celebrate negli anni passati ed è apparsa come una testimonianza<br />

che tutto stia cambiando. Lo stesso pontefice e il capo dello stato hanno elogiato questo clima<br />

nuovo e di speranza. Ora bisogna dare continuità a queste azioni sapendo che si verificheranno<br />

anche provvedimenti impopolari, vedi siti per le discariche, ma necessari per rialzare la nostra<br />

tanto amata Italia.<br />

Marco Bardeschi<br />

Vice sindaco Comune di Verghereto - Consigliere provinciale AN<br />

NELLA “VALLE DEL BIDET”,<br />

IL DIAVOLO FA LE PENTOLE<br />

MA NON I COPERCHI<br />

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Che i rifiuti, di ogni genere, siano un affare<br />

non è una novità soprattutto dopo che lo Stato<br />

ha previsto incentivi. Dopo vari e vani tentativi<br />

di costruzione di inceneritori più o meno utili<br />

alla collettività in siti di pianura, negli ultimi<br />

mesi si è registrata la corsa alla progettazione<br />

di questi “camini” nella valle del Bidente che,<br />

nel silenzio assoluto dei nostri amministratori<br />

rischiava di diventare la “valle del bidet”. La<br />

storia è semplice. Da tempo lo smaltimento<br />

delle polline derivanti dalla filiera avicola<br />

rappresentano un problema serio per S.Sofia<br />

dove un contestatissimo impianto di compostaggio, l’Agrofertil, ammorba<br />

da circa un ventennio con i suoi miasmi l’intero paese. Contro questo<br />

disagio Alleanza Nazionale si è sempre battuta scontrandosi con il solito<br />

muro di gomma della politica locale che non è stata capace nemmeno<br />

di sfruttare i denari e gli aiuti promessi dall’allora ministro Matteoli che,<br />

in una serata dedicata al tema dell’ambiente dalle nostre parti, si era<br />

fatto carico di aiutare chi di dovere a risolvere una volta per tutte il<br />

problema. La cosa è andata avanti fino a qualche mese fa senza che se<br />

ne cavasse un ragno dal buco, allorché i succitati imprenditori hanno<br />

fiutato l’affare del secolo. Costruire un bruciatore per incenerire la pollina<br />

nello stesso sito in tutti questi anni tanto contestato dai cittadini (a soli<br />

500 metri dalla piazza di Santa Sofia), ed intascare i denari statali dei<br />

certificati verdi che avrebbero permesso in breve tempo di rientrare delle<br />

spese per la sua costruzione. Unico neo era che a conti fatti la produzione<br />

di pollina locale, ammontante a circa 15/20.000 tonnellate/anno, non<br />

sarebbe stata sufficiente al raggiungimento dello scopo, ed allora ecco<br />

la genialata di turno: farne uno da oltre 50/70.000tonnellate/anno. La<br />

materia prima mancante ovviamente sarebbe stata fatta arrivare non solo<br />

dall’intera provincia di Forlì ma anche da quella di Ravenna, infischiandosene<br />

del fatto che così la strada bidentina, che attraversa tutti i centri<br />

abitati di Meldola, Cusercoli, Civitella e Galeata, sarebbe stata intasata<br />

da “TIR profumati” che, al ritmo di uno ogni 10 minuti, avrebbero<br />

approvvigionato l’impianto con buona pace delle narici di chi si trovasse<br />

lungo il percorso. E i politici locali che amministrano questi problemi?<br />

Avevano forse <strong>informa</strong>to i cittadini su quanto stava accadendo? Silenzio,<br />

soltanto un assordante silenzio. Solo che il diavolo fa le pentole ma non<br />

i coperchi e, noi di AN, venuti a sapere del progetto tramite il nostro<br />

Consigliere Regionale <strong>Bartolini</strong>, abbiamo scoperto anzi tempo le carte di<br />

questo giuoco. Sia chiaro, come <strong>Bartolini</strong> ha più volte puntualizzato noi<br />

non siamo contro i termovalorizzatori tanto è vero che siamo per il<br />

nucleare. Li condividiamo quando questi sono previsti e progettati con<br />

una certa logica e con precisi criteri: deve essere salvaguardata la salute<br />

dei cittadini (l’impianto di Santa Sofia non ha precedenti e, per il Sindaco,<br />

doveva essere una “sperimentazione”), ubicati quindi in siti strategici e<br />

non individuati soltanto sulla base delle esigenze di chi li vuole costruire.<br />

Devono quindi avere una rilevanza di interesse pubblico e costruiti per<br />

far fronte alle esigenze locali e non di mezza Romagna. Tutto il contrario<br />

di quello di S.Sofia previsto a soli 500 metri dalla piazza del paese e a<br />

meno di 2 km dalle vasche dell’acqua di Ridracoli dell’impianto di<br />

potabilizzazione di Capaccio che alimenta tutta la Romagna. Gli interessi<br />

erano di pochi, i soliti imprenditori del pollo, che sono anche i proprietari<br />

del terreno su cui, guarda il caso, sarebbe sorta la struttura e, in quanto<br />

all’interesse pubblico, anche a metterlo a testa in giù non ne usciva una<br />

briciola. Il connubio pollina-politica, che dalle nostre parti hanno una<br />

identica “sinistra radice”, non solo grammaticale, ha raggiunto l’apoteosi<br />

quando l’ex sindaco Neri ebbe a dire in una seduta consiliare a chi<br />

nicchiava, che non solo l’esperimento, tale era in effetti il progetto che<br />

non ha eguali per dimensioni in Europa, doveva essere fatto, ma che<br />

addirittura il Comune avrebbe dovuto fare parte della cordata per potersi<br />

spartire la torta dei certificati verdi. Siccome il granellino in questo<br />

ingranaggio ben oliato l’abbiamo lanciato prima delle elezioni politiche,<br />

la cattocomunisteria ci è saltata agli occhi accusandoci di ogni nefandezza.<br />

Hanno detto che eravamo persone bieche capaci solo di sterile propaganda<br />

elettorale e che avevamo creato un danno irreparabile all’economia della<br />

vallata. Noi quindi eravamo i colpevoli e non loro, solo perchè avevano<br />

<strong>informa</strong>to i cittadini su quanto stava accadendo. Sull’onda della nostra<br />

recriminazione è però sorto un comitato per la difesa della salute pubblica<br />

che ha risvegliato nella gente quel senso civico che la politica dalle nostre<br />

parti aveva sopito da decenni che, mai successo fino ad allora da quelle<br />

parti, ha saputo coalizzare persone di ogni estrazione politica. In massa<br />

la gente si è rivoltata contro i rappresentanti delle amministrazioni locali<br />

che prima hanno tentato di minimizzare, poi, vistisi a mal partito per<br />

essere stati scoperti con le dita nella marmellata, hanno dovuto mollare<br />

l’osso che tanto languorino gli aveva fatto venire e sono dovuti tornare<br />

sui loro passi ammettendo che effettivamente avevamo ragione noi.<br />

Giustizia fatta quindi perché noi, al contrario di loro, abbiamo dimostrato<br />

ancora una volta di aver un solo interesse da difendere:gli Italiani tutti<br />

e non solo pochi compagni.<br />

Maurizio Grifoni<br />

Dirigente Prov.le AN Responsabile politiche per la montagna


5<br />

Alleanza Nazionale<br />

<strong>informa</strong><br />

RUBICONE: CRIMINALITA’ IN AUMENTO<br />

Crediamo che i sammauresi siano stanchi di vivere in un<br />

paese dove se si va in centro storico alle nove di sera si<br />

rischia di essere coinvolti in una rissa tra marocchini. E’<br />

ciò che è successo un mesetto fa in piazza Mazzini a San<br />

Mauro Pascoli dove un gruppo di immigrati extracomunitari<br />

è venuto alle mani. Il fatto, già di per sè gravissimo e da<br />

condannare, non è altro che l’ennesimo episodio di rissa<br />

nel centro del nostro paese. Anche se l’intervento della<br />

polizia municipale e dei carabinieri, oltretutto insultati e<br />

minacciati, è stato tempestivo, ci si sarebbe aspettati che<br />

l’amministrazione comunale si fosse attivata magari denunciando<br />

gli extracomunitari coinvolti, verificandone la<br />

regolarità o meno e la residenza. Invece nulla di tutto questo anche se tali episodi<br />

producono dei danni incalcolabili nella fiducia dei cittadini e all’immagine della nostra<br />

“poetica e pascoliana” comunità. In questi casi occorrerebbe che il Sindaco di San<br />

Mauro Pascoli, Gianfranco Miro Gori (PD), assessore alla Polizia Municipale dell’Unione,<br />

e la giunta lasciassero da parte la “poesia” e prendessero decisioni immediate e forti<br />

altrimenti si dimettano in quanto incapaci a garantire quello che è uno dei primi<br />

diritti quale è quello alla sicurezza. Chi vuole vivere e frequentare San Mauro Pascoli<br />

deve prima di tutto rispettare il paese e i suoi abitanti; chi invece vuole trasformare<br />

la nostra piazza Mazzini in un’arena dove menare le mani e regolare i conti allora<br />

È NUCLEARE L’ENERGIA PULITA DEL FUTURO<br />

Finalmente il nuovo Governo ha annunciato che l’Italia<br />

ritornerà al nucleare. Si tratta di una scelta obbligata per<br />

diversi motivi che cercherò brevemente di elencare. Prima<br />

però vorrei mettere chiarezza su un concetto che spesso<br />

sentiamo ripetere da chi osteggia l’atomo. Il pensiero antinuclearista<br />

sostiene che in Italia circa venti anni fa i cittadini<br />

sono stati chiamati ad esprimersi sulla messa al bando a<br />

tempo indefinito delle centrali nucleari dal nostro Paese.<br />

Nulla di più falso. I cittadini italiani furono in realtà chiamati<br />

nell’autunno del 1987 ad esprimersi sull’abrogazione di<br />

norme che rendevano sostanzialmente più facile la costruzione<br />

di nuovi impianti nucleari: la possibilità, per il<br />

CIPE, di determinare le aree dove far sorgere gli impianti, nel caso non lo facessero<br />

le Regioni (quesito 1); i contributi statali per Regioni e Comuni che ospitassero centrali<br />

atomiche (quesito 2); l’autorizzazione all’ENEL a partecipare alla costruzione e alla<br />

gestione di centrali elettronucleari all’estero (quesito 3). A fronte di una schiacciante<br />

vittoria del ‘SI’, sostenuto da quasi tutti i partiti dell’arco costituzionale, nella primavera<br />

del 1988 il governo italiano decise per una moratoria di cinque anni per la costruzione<br />

di nuove centrali imponendo la sospensione della costruzione delle nuove centrali<br />

di Trino Vercellese 2 e della centrale Alto Lazio (Montalto di Castro), la chiusura della<br />

centrale di Latina e la sospensione dell’esercizio delle centrali di Trino Vercellese 1<br />

e Caorso, la cui chiusura definitiva fu deliberata dal CIPE il 26 luglio 1990. La potenza<br />

complessiva dei tre impianti per i quali si decise la chiusura con decenni di anticipo<br />

rispetto al termine del loro ciclo di vita era di oltre 1.300 MW. La centrale di Montalto<br />

di Castro venne convertita a centrale termoelettrica quando i lavori erano stati<br />

completati all’80% e contro il parere di una commissione ad hoc voluta da Craxi che<br />

sostenne a più riprese la convenienza economica della conversione stessa. Altri Paesi<br />

come Svezia, Germania e Svizzera hanno in passato adottato moratorie sulla costruzione<br />

di nuove centrali ma si sono ben guardate dall’arrestare le centrali esistenti. Centrali<br />

la cui dismissione in Italia è ancora largamente incompleta e che è costata cifre da<br />

capogiro. I cittadini italiani quindi non furono mai chiamati al voto per mettere al<br />

bando il nucleare dal nostro Paese e tantomeno per decidere la chiusura delle centrali<br />

esistenti. Fu la politica che cavalcando in maniera poco lungimirante la presunta<br />

volontà popolare di allora segnò l’inizio di un percorso che ha portato il nostro Paese<br />

a dilapidare un patrimonio di conoscenze e competenze in campo nucleare che non<br />

aveva eguali al mondo. Una politica che in Italia è sempre pronta a scendere in piazza<br />

a fianco dei “comitati cittadini per il NO a tutto” ma che mai ascolta tecnici, scienziati<br />

ed esperti. Una politica che troppo spesso è incapace di spiegare ai cittadini cosa sia<br />

in concreto una centrale nucleare, un termovalorizzatore, un rigassificatore o una<br />

centrale a biomasse e quali siano i benefici che queste porterebbero alla collettività.<br />

In questo modo i cittadini vengono abbandonati nelle mani degli ambientalisti (o<br />

presunti tali) che accecati dalle loro ideologie hanno carta bianca e possono in tutta<br />

tranquillità far loro il lavaggio del cervello. Nel caso del nucleare al danno si aggiunge<br />

la beffa. La beffa di dover acquistare a carissimo prezzo l’energia elettrica prodotta<br />

FORLÌ: CITTÀ DI SINISTRA E DI DEGRADO<br />

Forlì è una città in pieno degrado, vedi le innumerevoli<br />

proteste, lettere ai giornali, marce notturne anti degrado,<br />

monnezza fuori dai cassonetti, muri imbrattati, orinatoi a<br />

cielo aperto, strade buie, feci anche di natura umana (vedi<br />

giardinetti piazza Guido da Montefeltro vicino al monumento<br />

a Padre Pio). Forlì è anche una città dove una donna non<br />

può uscire dopo le 8 di sera da sola. In questa città dunque<br />

non ci può essere il posto per una intitolazione di una Piazza,<br />

una via, un giardinetto o un sito qualunque a uomini illustri<br />

che hanno onorato la patria, il territorio, la Romagna. Un<br />

nome su tutti (Almirante non mi interessa, affari romani)<br />

Vincenzo Muccioli (puerile la motivazione della esclusione)<br />

tutti sanno, anche chi non ha letto le carte che Vincenzo Muccioli ha avuto noie per<br />

reati supposti e risibili ed è stato assolto da tutto. Muccioli invece ha il merito di<br />

avere liberato dalla droga migliaia e migliaia di giovani anche forlivesi e avergli<br />

ISCRIVITI AL PARTITO<br />

PER INFORMAZIONI 339 40 46 975<br />

venga perseguito dalla legge e controllato dall’amministrazione comunale attraverso<br />

le procedure che essa può attivare; anche negando la residenza a coloro che non<br />

hanno una fedina penale pulita o non dichiarano di avere un lavoro regolare.<br />

Crediamo che questo ennesimo episodio di rissa nel nostro centro storico sia figlio<br />

anche del lassismo e di una falsa idea di accoglienza che ha portato avanti il centro<br />

sinistra sia a livello nazionale che a livello locale; non è solo con l’ausilio delle forze<br />

dell’ordine che si possono impedire certi episodi ma è dovere di chi ci amministra<br />

creare un clima diverso che tuteli i cittadini italiani e chi vuole integrarsi lealmente.<br />

Inoltre la beffa finale; sembra infatti che uno degli autori della rissa sia lo stesso che<br />

commise cinque scippi a Savignano sul Rubicone e che fu difeso dall’assessore Faedi.<br />

Ad oggi è ancora a piede libero e visto che ha problemi psicologici e sociali chiediamo<br />

che venga affidato a strutture che possano trattenerlo e curarlo. Ma evidentemente<br />

anche i servizi sociali dell’Unione guidata dal centro sinistra e dai Sindaci del Partito<br />

Democratico stanno a guardare in attesa del peggio. Ma a tali inefficienze e incapacità<br />

del centro sinistra risponderà di certo il governo del PDL attraverso il pacchetto<br />

sicurezza che potrà essere efficacemente messo in atto solo se i cittadini del Rubicone<br />

consegneranno nel 2009 i comuni a sindaci e maggioranze di centro destra.<br />

<strong>Luca</strong> <strong>Luca</strong>relli<br />

Presidente Circolo San Mauro Pascoli<br />

da centrali nucleari straniere che distano pochi chilometri dai nostri confini. E pensare<br />

che fu un italiano, Enrico Fermi, a progettare guidare la costruzione del primo che<br />

produsse la prima a catena controllata! Oggi è impossibile non riconsiderare l’opzione<br />

nucleare e bene sta facendo il Governo ad inserirla tra le proprie priorità. Il nucleare<br />

infatti può aprirci le porte dell’indipendenza energetica garantendoci continuità nel<br />

servizio e soprattutto una maggior stabilità dei prezzi nel mercato interno. Stabilità<br />

indispensabile per permettere alle nostre aziende di competere in un mercato globale<br />

nel quale l’incidenza del costo dell’energia primaria per la produzione di un bene e<br />

sempre più importante. Non dimentichiamo che oggi in Italia il costo normalizzato<br />

del KWh per l’industria è superiore del 60% rispetto alla media europea (le aziende<br />

francesi grazie alle 59 centrali nucleari presenti sul territorio nazionale hanno costi<br />

pari a -18% rispetto alla media europea). Le fonti di energia sono condizionate da<br />

tre importanti fattori : la disponibilità, l’economicità e l’impatto ambientale. Trattandosi<br />

di un problema complesso non è possibile analizzare ciascun fattore in maniera<br />

autonoma. Ad esempio la disponibilità di una certa fonte energetica è senza dubbio<br />

funzione dei costi economici che il mercato è disposto a sostenere per il suo<br />

approvvigionamento (è il caso del petrolio presente nei giacimenti più distanti dalla<br />

superficie la cui estrazione può risultare economicamente vantaggiosa al crescere del<br />

prezzo del barile). L’energia nucleare è l’unica fonte ad oggi nota che permette di<br />

raggiungere un equilibrio quasi perfetto tra disponibilità del combustibile, economicità<br />

e tutela dell’ambiente. Oltre a questo può garantire, a differenza di carbone, gas e<br />

soprattutto petrolio, una maggior stabilità dei costi dell’energia anche a fronte di forti<br />

variazioni del prezzo del combustibile (l’uranio). I costi dell’intero ciclo del combustibile<br />

influiscono poco più del 25% mentre i costi per l’acquisto dell’uranio non incidono<br />

oltre al 6% sul costo dell’energia prodotta. Oggi il fabbisogno di “materia prima fissile”<br />

è di circa 70.000 tonnellate/anno e circa il 50% di questo quantitativo proviene dallo<br />

smantellamento degli arsenali militari Ma quante centrali dovremmo costruire? L’AD<br />

di ENEL Fulvio Conti in una recente intervista ha destinato all’energia nucleare un<br />

20% della produzione nazionale (30% da fonti rinnovabili, 30% da carbone pulito e<br />

il resto dal gas). Si tratterebbe di realizzare 5 centrali da 1.600 MW cadauna. La sola<br />

Francia ne possiede 59, L’Inghilterra 19, la Germania 17 e la Svezia 10. La soluzione<br />

ottimale per risolvere i problemi del nostro Paese è evidentemente un mix energetico<br />

che non trascuri aprioristicamente nessuna fonte, e il nucleare deve essere ai primi<br />

posti. Abbiamo perso tanto tempo a causa di scelte politiche poco lungimiranti e di<br />

opposizioni legate a preconcetti ideologici sulla presunta pericolosità delle centrali<br />

(la strumentalizzazione dell’incidente avvenuto pochi giorni fa in una centrale slovena<br />

ne è una lampante dimostrazione). I cittadini italiani il 13 e 14 Aprile scorso ci hanno<br />

affidato un mandato preciso, lasciare da parte i dubbi e le incertezze e segnare in<br />

modo forte e chiaro il percorso di rilancio economico (e morale) del nostro Paese.<br />

Rilancio che non può che partire dalla creazione di un sistema basato sull’autonomia<br />

energetica ed il rilancio del nucleare.<br />

Davide Fabbri<br />

Consigliere comunale Bertinoro AN-PDL Forlì - Dirigente provinciale AN-PDL<br />

ridato la vita e la dignità. Suo solo “demerito” è non essere mai stato di sinistra e<br />

neppure Margherito. Un nome onorabile e illustre non può essere posto su una lapide<br />

al di sopra di rifiuti, erbacce e di escrementi di varia natura. Se io fossi parente di<br />

un “lapidato” vieterei al comune che il mio avo venisse “onorato” in questo modo<br />

in una città così sporca. Gli uomini scelti da voi sono persone per bene e non piacciono<br />

solo a voi. Dedicate pure, come avete fatto, una via a chi diceva che uccidere gli<br />

italiani anche se comunisti rifugiati in Russia non era reato “e Stalin eseguiva”. Pensare<br />

che se fossero rimasti in Italia al massimo li avrebbero mandati a Ventotene a giocare<br />

a tre sette. La nostra è ormai una città “edifecante”, bravi amministratori di una città<br />

che per altri oltre questi motivi avete ridotto una “ciofeca” per cui non c’è posto per<br />

una intitolazione toponomastica a gente pulita e per bene come Vincenzo Muccioli.<br />

Raffaele Bonavita<br />

Consigliere circoscrizione 1 centro storico AN-PDL Forlì<br />

Consigliere comunale Predappio


6<br />

Alleanza Nazionale<br />

<strong>informa</strong><br />

SPAZIO ALLE DONNE<br />

Interazioni<br />

RIVISTE, FONDAZIONI, SITI ON LINE: LA NUOVA DESTRA RILANCIA LA LIBERAL CULTURA<br />

INTERAZIONI<br />

È UN’IDEA CHE NASCE<br />

PER DIRE QUELLO CHE<br />

GLI ALTRI NON DICONO...<br />

In questo servizio presentiamo<br />

le fondazioni, i circuiti<br />

culturali, i periodici e tutti<br />

gli strumenti di promozione<br />

della cultura.<br />

Tante le nuove iniziative<br />

anche nel nostro territorio<br />

che hanno preso vita,<br />

un notiziario “Interazioni”<br />

a tinte rosa, mentre in<br />

autunno sono diversi gli<br />

appuntamenti in cantiere:<br />

stiamo assistendo ad una<br />

rivoluzione culturale?<br />

Fondazioni, riviste, periodici, think tank, siti online:<br />

la destra italiana ha dato finalmente una svolta sul<br />

fronte culturale. Ad un attento osservatore infatti non<br />

sarà sfuggito che negli ultimi tempi c’è stato un fiorire<br />

di cultura. Partiamo dal locale, dalla nostra provincia:<br />

Alleanza nazionale ha partorito “Interazioni”, un idea<br />

che nasce per dire quello che gli altri non dicono, per<br />

promuovere una sinergia operativa sul fronte della<br />

cultura liberal di destra e dove si integrano idee, progetti,<br />

critiche e osservazioni utili ad un dibattito costruttivo.<br />

Obiettivo di Interazioni è quello di mettere in sinergia<br />

sul piano culturale il centrodestra. Interazioni è coordinato<br />

da Wera Zangari e Annalisa Raduano. Si tratta<br />

di un notiziario promosso dal circolo Caterina Sforza<br />

e l’ associazione G. D’Annunzio. Proprio il Caterina<br />

PDL. UNO SGUARDO SULLA POLITICA<br />

PER IL CENTRODESTRA UN PERCORSO DI UNITÀ, RICOSTRUIRE L’IDEA DI COMUNITÀ NAZIONALE<br />

RIPRENDIAMOCI LA CULTURA<br />

A FORLÌ NASCE INTERAZIONI, TANTE SONO LE ASSOCIAZIONI PRO-CULTURA<br />

Nella foto in alto, Veneziani insieme a Spada, presidente dell’Asso. D’Annunzio<br />

e il vice presidente di An Raduano, durante un’iniziativa a Villa Carpena.<br />

Sforza e l’associazione Gabriele D’Annunzio sono punti di riferimento culturali che nei mesi scorsi hanno dato vita<br />

ad eventi e dibattiti sul territorio, coinvolgendo così la società civile ed operando in ambito locale. Sul territorio altre<br />

associazioni lavorano per la libera cultura: Ambiente e Vita, promossa da Davide Fabbri si occupa di temi ambientali,<br />

l’associazione Valori e Libertà propone incontri coinvolgendo la società civile. La presidente Maria Porcelli Dusi,<br />

ha annunciato per il prossimo autunno diverse iniziative tra cui segnaliamo l’incontro con l’On. Giulia Bongiorno<br />

(An) e Michelle Hunziker, che insieme hanno dato vita ad una sinergia operativa per la tutela delle donne. A Cesena<br />

è in gestazione l’apertura della sezione locale della fondazione Giovane Italia che fa capo al sottosegretario agli esteri<br />

Stefania Craxi e qui rappresentata dall’On. Sergio Pizzolante. Mentre il capogruppo di An in Regione <strong>Luca</strong> <strong>Bartolini</strong><br />

ha aderito alla Fondazione Fare Futuro che a Bologna aprirà una sede entro i prossimi mesi. Sul piano nazionale<br />

invece sono diverse le fondazioni nate e operanti per promuovere una cultura democratica ma antagonista a quella<br />

di sinistra che da sempre la fa da padrona, influenzando ampi stralci della società. Le Fondazioni nate negli ultimi<br />

anni producono materiale di grande spessore, un po’ sullo stile del think tank delle migliori università americane<br />

che influenzano con studi e trattati l’operato governativo in una vera e propria gara di cultura ed ideazione. In Italia<br />

non siamo ancora ai loro livelli ma... Qualcosa si è mosso. Tra le più rinomate Fondazioni nazionali la più nota è<br />

certamente Magna carta di Pera e Quagliarello.Con Magna carta anche l’Occidentale, il giornale online che offre<br />

notizie a destra. Barabara Menitti e Sergio Capezzone sono invece i promoter di Ideazione, solo online, lo stesso<br />

Capezzone è anche promotore del sito Decidere.net. Il presidente della Camera Gianfranco Fini è legato a Fare Futruro,<br />

la fondazione che ha in seno anche la rivista Charta Minuta diretta dal Sottosegretario allo sviluppo economico<br />

Adolfo Urso. Sempre di area La Destra diretta da Fabio Torriero, rivista conosciuta per le eccellenti firme come quella<br />

di Marcello Veneziani. Un posto al sole anche per la Fondazione Free di Renato Brunetta e per la Giovane Italia<br />

di Stefania Craxi, cosi’ come per la Fondazione Erasmo 3000 con Giampiero Cantoni, legata al Ministro Maria Stella<br />

Gelmini. E in fine come non ricordare Il Domeicale di Angelo Crespi e Marcello Dell’Utri e il più noto Tempi (sempre<br />

in ambito di riviste) di Luigi Amicone. Anche la Lega s’è strutturata con una ’associazione battezzata Terra Insubre,<br />

diretta da Andrea Mascetti. Ma quale è il ruolo delle Fondazioni nella nuova società? Certamente quello di dare dei<br />

contenuti. Nella speranza che queste arrivino anche in provincia, in Romagna soprattutto , dove ancora la sinistra,<br />

sotto l’aspetto culturale, la fa da padrone..<br />

Annalisa Raduano<br />

Forti cambiamenti e svolte coraggiose per costruire il futuro del paese hanno determinato il voto nelle recenti elezioni politiche.<br />

Una certa confusione sui termini di consolidata memoria quali “destra-sinistra”, “cattolici-laici”, promesse disattese, condizioni di<br />

vita sempre più critiche hanno alimentato nei cittadini gravi incertezze e senso di sfiducia verso Prodi e compagni. In tanta<br />

incertezza si è imposto il cambiamento, necessario per guardare la sostanza delle cose, la realtà che cambia rapidamente sotto gli<br />

occhi di tutti piuttosto che salvaguardare le vecchie ideologie che obbligano uomini e partiti a restare fermi, isolati, incapaci di<br />

trovare nuove strategie programmatiche e risolutive.<br />

Il cambiamento è avvenuto e si è avviato per il centro-destra un percorso di unità rafforzato dal successo elettorale. Tuttavia<br />

restano saldi i valori che fanno l’identità della Destra; la sacralità della vita, la famiglia naturale, la dignità della persona di<br />

qualunque età e condizione sociale, la solidarietà sociale. Questi valori sono anche la sostanza dell’essere femminile e noi, donne<br />

di Destra, siamo convinte che il nostro ruolo nella vita di oggi sia molto importante per il contributo che sapremo dare nelle<br />

scelte per il futuro del Paese. Dobbiamo riconoscere a noi stesse la capacità indiscutibile di dedizione verso gli altri, con una<br />

attenzione particolare a tutti i problemi che toccano gravemente l’infanzia, l’adolescenza, ma anche la vecchiaia vissuta nella<br />

malattia e nella solitudine. Siamo sensibili al tema dell’aborto, un tema che non è dei laici, dei radicali, dei post comunisti “alla<br />

Veltroni” ma un tema che coinvolge tutte le coscienze e va affrontato con estrema cura e delicatezza a favore di tante donne che hanno bisogno di aiuto nella loro disperata<br />

solitudine. Questi e tanti altri problemi chiedono opportune soluzioni alle istituzioni e alla politica sempre più impegnata, dato lo sfacelo in cui viviamo, per migliorare la<br />

qualità della vita delle donne, dei bambini e dei più deboli ma anche con un altro obiettivo, come pensa Fini, ricostruire l’idea di comunità nazionale in un’Italia screditata<br />

in Europa e nel mondo.<br />

Wera Zangari


7<br />

Alleanza Nazionale<br />

VITTORIA DI ALEMANNO<br />

<strong>informa</strong><br />

L’elettore è l’unico vero artefice del rinnovamento politico<br />

italiano. La vittoria di Gianni Alemanno a sindaco di Roma è<br />

un evento di portata storica, epocale. Si può dire che veramente<br />

solo ora l’Italia si è pacificata con il suo passato. L’antifascismo,<br />

unico vessillo del 25 aprile, lascia il posto ad un nuovo revisionismo<br />

che, cominciato nel 93 da Gianfranco Fini, trova qui e<br />

ora il suo compimento. Gianni Alemanno ha vinto perché ha<br />

saputo parlare alla città e al suo territorio, ai cittadini del centro<br />

e delle periferie, affrontando con particolare convinzione il<br />

problema della sicurezza. Questo tema ha dominato la campagna<br />

elettorale per le elezioni del 13-14 aprile, rivelando una particolare<br />

attenzione ai problemi legati al territorio tra cui appunto la<br />

legalità, la sicurezza e l’immigrazione clandestina. Il successo<br />

della Lega al nord e dell’Mpa al sud, evidenziano la preoccupazione<br />

e insieme il desiderio di rinascita da parte della Nazione<br />

che, al posto di pure chimere ideologiche, punta ai problemi<br />

reali del Paese e alla loro soluzione. Questo stesso spirito ha<br />

pervaso anche Roma che con orgoglio desidera tornare ad un<br />

ruolo guida, da grande capitale che desidera essere annoverata<br />

tra le prime d’Europa. E’ una “Nuova Liberazione”da tanti falsi<br />

ideologismi, da troppe menzogne per lungo tempo perpetuate<br />

e, mi sia consentito dire, è una grande vittoria personale di<br />

Gianfranco Fini che dal 93 tesse la tela della rinascita della<br />

Destra, del suo sdoganamento dalle retrovie del passato pur<br />

avendo trovato tanti ostacoli lungo il percorso e perduto frange<br />

di elettorato. Fini ha dimostrato soprattutto in questo frangente<br />

di essere un vero leader, poiché non ha mai perso di vista la<br />

strada che conduce alla vittoria, alla rinascita di un partito che,<br />

nato dopo il crollo del fascismo, ha saputo conservare lo spirito<br />

migliore che lo aveva allora animato, ripudiato le vergognose<br />

leggi razziali che lo avevano condotto verso il baratro e ricondurlo<br />

fiduciosamente verso una nuova e coraggiosa Alleanza con il<br />

Paese e per il Paese e che, ancora oggi, ha tante carte da giocare<br />

a suo favore e per il bene della nostra cara e amata Italia.<br />

LA LIBERAZIONE DI ROMA<br />

Elisabetta Succi<br />

Gianni Alemanno è sindaco di Roma. Ho vissuto questo risultato<br />

con grande emozione prima di tutto perché non osavo sperare<br />

tanto, poi perché stimo moltissimo la persona che saprà governare<br />

Roma con grande onestà, capacità, impegno concreto, quindi<br />

perché ci siamo liberati di Rutelli e Veltroni, uomini dalle facili<br />

promesse, solo immagine e apparenza vana. Grazie ad Alemanno<br />

Roma tornerà ad essere una capitale europea perpetuando la<br />

sua tradizione di caput mundi nel senso della civiltà e della<br />

cultura. Chi conosce bene Alemanno lo valuta persona “affidabile<br />

e competente”; “un uomo capace di cambiare anche radicalmente,<br />

senza abiure spettacolari, senza conversioni pubbliche, senza<br />

rinnegare il proprio passato; un militante politico aperto al<br />

confronto con culture diverse”; sempre impegnato “nella costruzione<br />

di soggetti attivi operanti nell’attualità”. Il suo modello<br />

di sindaco è quello che sta in mezzo alla gente, come ha già<br />

dimostrato in campagna elettorale preoccupato di conoscere a<br />

fondo i problemi e le urgenze avvertite dai cittadini delle diverse<br />

borgate piuttosto che fare scena alla maniera di Rutelli e Veltroni.<br />

Scrupolo, impegno, volontà di fare, intelligenza onesta e non<br />

spocchiosa si manifesteranno nell’operato del sindaco, che è già<br />

al lavoro senza perdere tempo per mantenere gli impegni assunti<br />

verso tutti i Romani. E’ stato un ottimo ministro, sarà un ottimo<br />

sindaco, ne sono certa. Gli formulo di cuore gli auguri che si<br />

merita.<br />

La Presidente<br />

A nome di tutte le socie del Circolo “Caterina Sforza<br />

LA POSTA DI CATERINA<br />

LA RAUTI RINGRAZIA<br />

Isabella risponde a Wera<br />

La Presidente del circolo Caterina Sforza, la Professoressa<br />

Vera Zangari, ha inviato la lettera che<br />

qui accanto leggete ad Isabella Rauti, moglie del<br />

neo sindaco Alemanno e nota per essere una delle<br />

donne più attente alle politiche di genere e le<br />

pari opportunità, alla promozione dell’ uguaglianza<br />

tra uomo e donna, alla conciliazione dei tempi di<br />

lavoro e tutte quelle problematiche riguardanti<br />

l’emancipazione e non solo quella femminile.<br />

Isabella, moglie di Alemanno, ha risposto con un<br />

messaggio di ringraziamento, sottolineando la<br />

sua gratitudine e ringraziando per la fiducia che<br />

le dimostriamo. Ha espresso la volontà di continuare<br />

nella promozione delle parità e magari,<br />

presto potremo averla ospite nel nostro circolo.<br />

DEGRADO È ANCHE CALPESTARE LA DEMOCRAZIA<br />

SPAZIO ALLE DONNE<br />

Forlì - Decido di partecipare alla passeggiata per le vie del centro della mia città, non per divertimento ma<br />

per “senso di dovere” poichè l’iniziativa parte dalla Federazione e dal nostro Presidente, ma soprattutto<br />

perchè sento il problema della sicurezza e della legalità, come valori primari di ogni cittadino. L’idea era<br />

osservare da vicino il degrado urbano e sociale, non per esserne noi più consapevoli, ma per sollecitare<br />

l’amministrazione a prenderne atto in modo più deciso e concreto. Non abbiamo scoperto nulla di nuovo,<br />

ma con grande amarezza abbiamo constatato le diverse realtà tristi e deprimenti compreso il gruppo di<br />

anarchici che ci ha fatto compagnia lungo tutto il percorso. I loro slogan “via i fascisti dalla città” “agli<br />

immigrati solidarietà” ripetuti all’infinito con fischi e altro dicono la loro arroganza indisponente. Una<br />

situazione, per me, allarmante, che dimostra come la democrazia tanto decantata viene calpestata da giovani<br />

esaltati e ignoranti, privi di alcun senso sociale e civile. Di fronte a tali esempi penso che sia ancora lunga<br />

e difficile la strada della conciliazione e l’affermazione del rispetto umano, sociale, ambientale.<br />

Lunedì 26 maggio 2008<br />

Wera Zangari<br />

RIFLESSIONI PER UNA DESTRA LIBERALE E ALLARGATA AD ALTRE FORZE,<br />

IL CAMMINO INIZIATO A FIUGGI<br />

Nel giornale “Secolo d’Italia” del 22 maggio u.s. hp letto un articolo di Annalisa Terranova molto opportuno<br />

e per i riferimenti storici nel ventesimo anniversario della morte di Almirante e Romualdi e per i riferimenti<br />

al presente dove dove purtroppo trovano ancora legittimità gli estremismi identitari che poco hanno a che<br />

fare con il pensiero politico di questi gradi. Entrambi guardavano al futuro, intendendo una destra nazionale<br />

libera e allargata ad altre forze, anche “accettando i rischi di annacquamento dell’identità. È ciò che si è<br />

realizzato a Fiuggi, con un cammino non ancora concluso, ma certamente significativo per le scelte e gli<br />

obiettivi già raggiunti; questa Destra moderna, europea, Destra di governo che vuole costruire un futuro<br />

per il nostro Paese e per i giovani, una Destra coraggiosa e protagonista, che non dimentica il passato con<br />

il suo patrimonio di valori e di grandi intuizioni che ne costituiscono ancora il tessuto politico. Pensiamo<br />

ai Grandi con rispetto, senza furori nostalgici fuori tempo massimo, e impariamo a camminare lungo la<br />

strada da loro indicati nel presente e per il futuro.<br />

IL SINDACATO, IL NONNO E LA BADANTE<br />

CHI TUTELA I LAVORATORI DAI SINDACATI, SEMPRE PIÙ<br />

INTERESSATI SOLO AL LORO EQUILIBRIO? L’OPINIONE DI ALESSANDRO SPADA<br />

La crisi della Cgil è ormai evidente e il consenso tra i lavoratori è in forte calo, persino negli storici feudi.<br />

Quattro Rsu alla Pirelli Bicocca di Milano, politicamente di sinistra, sono passati dalla Cgil all’Ugl e hanno<br />

scritto di recente una lettera illuminante al quotidiano filo-comunista il manifesto, sottolineando che la<br />

Cgil ultimamente ha preso l’abitudine di non difendere i lavoratori, preferendo fare politica. I quattro hanno<br />

scritto: “Ha deluso le nostre aspettative con un distacco netto tra sindacato e lavoratori, simile a quello<br />

che c’è oggi tra politica e cittadino, molto pensiero politico, grandi aree di superficialità e improvvisazione,<br />

autoreferenzialità e difficoltà a capire i veloci cambiamenti del mondo del lavoro”. Parole sante! Dall’Emilia<br />

e dalla Romagna, le regioni più rosse d’Italia, arriva il resto. Nella crisi della sinistra è emersa la sindrome<br />

della badante emiliana e romagnola, espressione di un disagio diffuso, una sorta di “conflitto d’interessi”<br />

tra Cgil e nonni emiliani e romagnoli, ripreso anche da Repubblica. Prima le badanti erano un lusso delle<br />

famiglie facoltose e borghesi, oggi invece anche operai e “compagni” sono alle prese col problema di<br />

assicurare un’assistenza ai genitori invalidi. Molte badanti provengono dall’Europa dell’est e parecchie<br />

hanno iniziato la loro attività al nero non disponendo del permesso di soggiorno, altre, anche quando<br />

regolarizzate, hanno preferito continuare a essere pagate almeno in parte fuori busta. Di solito tutto va<br />

bene fino a quando l’anziano assistito è in vita. Quando però l’assistito muore, capita che molte di loro, e<br />

sono in crescita, si rivolgano alla Cgil per ottenere quanto ritengono di non aver percepito. Così, meraviglia<br />

delle meraviglie, in Emilia e in Romagna è capitato spesso che la Cgil si sia trovata a sostenere le rivendicazioni<br />

delle nuove iscritte a spese di vecchi tesserati, tramutando i “compagni” e i “figli di compagni” in “odiosi<br />

padroni” e “sfruttatori del popolo”. La Cgil bolognese sta cercando di correre ai ripari, ma molti pensionati<br />

iscritti al sindacato si sentono traditi. Detta in soldoni e con un pizzico d’ironia, tanti “compagni” si sono<br />

ritrovati condannati a risarcire le vittime del fallimento del socialismo reale, con la “complicità” della Cgil.<br />

La sinistra, dopo aver sostenuto una rovinosa società multiculturale e dopo aver malamente giocato la carta<br />

dell’immigrazione, nella speranza di guadagnarsi nuovi voti ed iscritti al sindacato, rischia di essere travolta<br />

dalle contraddizioni che ha creato. La dimostrazione è data dal contrasto all’interno del sindacato stesso<br />

tra una vecchia sinistra, schierata per gli interessi dei “compagni” del Bel Paese, e una nuova sinistra che<br />

difende in modo preconcetto tutte le richieste degli immigrati stranieri, rovesciando a carico dei pensionati<br />

quella “presunzione di colpevolezza” che i sindacalisti hanno sempre cercato di far valere a carico degli<br />

imprenditori. Una logica ormai in crisi, una strada dissestata iniziata con il buon vecchio Sessantotto,<br />

quando i “compagni” hanno voluto demolire la figura del padre, il ruolo indispensabile delle forze dell’ordine,<br />

della scuola e dell’università, arrivando oggi a ritenere meno attendibile la parola dell’italiano rispetto<br />

all’immigrato. Contraddizioni che crescono in Emilia e in Romagna, anche grazie alla Cgil.<br />

L’ALTRA CASTA, INCHIESTA SUL SINDACATO<br />

Alessandro Spada coordinatore AN-PDL Forlì<br />

IL LIBRO INCHIESTA DI STEFANO LIVADIOTTI, GIORNALISTA DE L’ESPRESSO<br />

Solo un italiano su venti si sente pienamente rappresentato dalle sigle sindacali e meno di<br />

uno su dieci dichiara di averne fiducia. L'immagine del sindacato come di un soggetto<br />

responsabile, capace di interpretare gli interessi generali non esiste più. E ha lasciato il posto<br />

a quella di una casta iperburocratizzata e autoreferenziale che ha perso via via il contatto<br />

con il paese reale, quello delle buste paga sempre più leggere e delle fabbriche dove si muore<br />

troppo spesso. Il libro che presentiamo in questo numero propone una fotografia attuale dei<br />

sindacati, dei loro interessi, degli atteggiamenti spesso controproducenti per i lavoratori stessi.<br />

Un apparato quello del sindacato e dei sindacalisti che, in nome di una concertazione degenerata<br />

in diritto di veto, pretende di avere l'ultima parola sempre e su ogni cosa. Che si presenta<br />

come il legittimo rappresentante di tutti i lavoratori. Ma bada in realtà solo agli interessi dei<br />

suoi iscritti, che valgono ormai meno di un quarto dell'intero sistema produttivo nazionale.<br />

E perciò si mette puntualmente di traverso a qualunque riforma in grado di mettere in discussione uno status quo<br />

fatto di privilegi. In libreria.<br />

W.Z.


8<br />

Alleanza Nazionale<br />

<strong>informa</strong><br />

COSA HANNO RISOLTO LE CASE POPOLARI?<br />

SPAZIO AI GIOVANI<br />

Sono 1.567 le famiglie del comprensorio forlivese che hanno inoltrato la domanda per l'assegnazione di una<br />

casa popolare. A mio parere, su una popolazione di circa 180.000 persone, non sono poche. Se a questo uniamo<br />

i dati secondo cui, a livello nazionale, del totale dei nuclei familiari che abitano in una casa non di loro proprietà<br />

circa la metà vive con meno di 20.000 euro annui (poco più del reddito per ambire ad un alloggio popolare) ci<br />

rendiamo conto che il problema casa, di cui ha parlato anche il Popolo della Libertà nel periodo pre-elettorale,<br />

in Italia esiste eccome. E pur non essendo io un pessimista, temo che la situazione possa peggiorare: non c'è<br />

bisogno di citare statistiche per capire come le giovani coppie oggi difficilmente si possano permettere un mutuo<br />

e/o una casa di proprietà. L'edilizia popolare si è rivelata un sistema assistenziale che, lungi dal risolvere il<br />

problema, si limita a rimandarlo. Ciò che serve oggi alla nostra città, e più in generale all'Italia, è un sistema di social housing e mutuo sociale<br />

che incentivi la proprietà immobiliare delle giovani coppie e di tutti coloro che non possono permettersi un'abitazione a prezzo di mercato. Come?<br />

Concedendo agli inquilini di case popolari residenti sul territorio comunale da almeno cinque anni (per dare in questo modo la precedenza agli<br />

italiani e a quegli immigrati che dimostreranno di sapersi integrare) la possibilità di riscattare la casa in cui si trovano, trasformando il canone di<br />

locazione in mutuo sociale ventennale (è chiaro, la proprietà potrà essere riscattata anche attraverso il pagamento immediato). Senza considerare poi gli enormi benefici<br />

sociali che un tale provvedimento porterebbe con sè, in questo modo l'amministrazione pubblica risparmierebbe anche gli altissimi costi di manutenzione degli edifici, e<br />

potrebbe, con i soldi ottenuti, agevolare mutui per le giovani coppie, o costruire altre abitazioni con affitti controllati per coloro che non possono permettersi di pagare un<br />

affitto secondo i prezzi di mercato pur non rientrando nei parametri necessari per ottenere un alloggio popolare. E se sperimentassimo questo nuovo sistema di edilizia<br />

residenziale proprio nel comprensorio forlivese? Se per una volta facessimo di Forlì una città all'avanguardia? Per rivitalizzare il centro storico, invece dei "casermoni" proposti<br />

dal Comune, non sarebbe meglio portare avanti una politica di social housing per le giovani coppie? Se si individua uno dei problemi del centro nel fatto che l'amministrazione<br />

comunale lo abbia ormai trasformato in un ghetto di immigrati, perché non valorizzarlo incentivando i giovani forlivesi a riprenderne possesso, dando nuova linfa in questo<br />

modo anche ai commercianti che avrebbero una clientela potenziale maggiore?<br />

L’UNIVERSITA’ COME FARO PER LO SVILUPPO DELLA NUOVA ITALIA<br />

<strong>Luca</strong> Pestelli<br />

La situazione del sistema universitario italiano è di totale caos e abbandono: l'accavallarsi di norme e regolamenti e la crescita insopportabile del<br />

sistema burocratico hanno raggiunto livelli intollerabili ai quali consegue, inevitabilmente, una caduta della qualità dell'offerta didattica soprattutto<br />

nelle realtà accademiche maggiormente affollate dagli studenti. Non dovrebbero essere le regole e le norme a crescere, irrigidendo un sistema<br />

burocratico che già fa invidia alla Mosca che ci è descritta nelle opere di Bulgakov; a crescere dovrebbero essere invece le risorse, necessarie allo<br />

sviluppo universitario. Azione Giovani ha sempre denunciato la follia della riforma del cosiddetto "3+2", o Berlinguer-Zecchino, che si sta purtroppo<br />

rivelando per quello che realmente è: un disastro! Con buona pace di chi aveva previsto che l'80% si sarebbe fermato al triennio, la stragrande<br />

maggioranza degli studenti intende invece continuare gli studi affrontando anche i due anni specialistici. In questo modo il presupposto di questa<br />

disastrosa riforma è venuto meno, e il risultato ottenuto è un'inutile moltiplicazione delle cattedre, unita ad uno svilimento della didattica.<br />

Ancora, questa folle riforma ha aumentato enormemente la burocrazia interna agli Atenei, ostacolando in questo modo gli studenti e rallentandoli<br />

nel loro percorso di studi. La riforma Berlinguer-Zecchino ha artificialmente elevato l'età media degli studenti alla Laurea, rendendo i ragazzi<br />

ancora più frastornati e in ritardo nella vita: e questo è forse il principale handicap di noi ragazzi italiani rispetto ai nostri colleghi europei. Al<br />

posto del percorso del 3+2, è necessaria una riforma che ricalchi quella varata, limitatamente agli studi giuridici, dal precedente Governo di<br />

centro-destra: la cosiddetta “Y”, che dopo un primo anno in comune introduce una netta separazione tra laurea triennale (1+2) e laurea magistrale (1+4), concedendo agli<br />

studenti la possibilità, grazie ai crediti formativi ed al sistema delle passerelle, di cambiare anche durante il percorso di studi. Per migliorare la qualità della didattica e del<br />

sistema universitario bisogna rimuovere l'impostazione di pensiero di matrice sessantottina tanto cara alla sinistra, spingendo per una "rivoluzione meritocratica": a criteri<br />

meritocratici devono infatti essere commisurati gli aumenti retributivi e gli avanzamenti di carriera dei professori. Un sistema meritocratico è l'unica via percorribile per<br />

garantire l'uguaglianza di opportunità: la concezione sessantottina di un egualitarismo nichilista che sterilizza i talenti e le potenzialità favorisce solo chi può garantirsi un<br />

aggancio o una raccomandazione. È importante inoltre che il sistema universitario italiano sia messo in condizione di poter fornire al nostro paese un servizio tangibile: si<br />

potrebbe incentivare la ricerca ad esempio aprendo le università ai contributi dei territori, della società civile e delle imprese (rendendole in questo modo simili a Fondazioni<br />

associative), inserendo gradualmente la detassazione degli utili reinvestiti in ricerca ed innovazione tecnologica, e soprattutto realizzando, sulla scia del modello francese, i<br />

cosiddetti "fondi dei fondi" per finanziare gli investimenti. Questa possibilità concessa alle imprese di poter investire nel mondo universitario deve essere il provvedimentoapripista<br />

di una politica di maggiore osmosi tra università e mondo del lavoro: ad un coinvolgimento di quest’ultimo nella scelta dei moduli dei percorsi di studio deve<br />

corrispondere un impegno delle stesse aziende in favore dell'assunzione di neo-laureati. Inoltre è necessario scrivere una legge-quadro sull'inserimento lavorativo post-laurea:<br />

il lavoro dei neo-laureati, anche se svolto durante tirocini, praticantati o stage, deve essere pagato; altrimenti queste ipotesi di inserimento lavorativo resteranno esclusivamente<br />

forme di sfruttamento mascherato. Una politica di rinnovamento non può che poggiare su una seria riforma di valorizzazione del sistema formativo: se le scuole e le università<br />

sono le palestre in cui si allena il Futuro della Nazione è importante che le istituzioni investano sul loro sviluppo inseguendo una "rivoluzione meritocratica" che oggi non<br />

solo è possibile ma come non mai necessaria.<br />

UN INVITO A RIFLETTERE. FINI E IL DIALOGO CON IL PD<br />

Carlo Malferrari<br />

“Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”. Che lo Stato debba essere Stato e pertanto autorevole e quando occorre anche<br />

autoritario, è una conclusione a cui ormai pare siano giunti sia chi governa e sia chi sta all’opposizione. Un dialogo costruttivo che porti il<br />

Parlamento a legiferare unitamente, in modo da dar vita a una fase costituente, è un bene per il Paese, a patto che ciò non generi una specie di<br />

magma nel quale le rispettive posizioni finiscono per confondersi e annullarsi. Fini intende insistere inoltre, quale Presidente della Camera, su un<br />

maggiore impegno da parte dei deputati che dovrebbero non limitarsi a svolgere il loro lavoro in un paio di giorni, bensì dal lunedì al venerdì,<br />

come in ogni altro lavoro, per aumentare efficienza e produttività. Gli elettori hanno premiato chi, in campagna elettorale, ha puntato sul ruolo<br />

dello Stato quale garante di ordine e di sicurezza ed ora il Governo ha il diritto-dovere di far sentire che lo Stato è presente, a tutela dei cittadini,<br />

delle fasce più deboli ma non solo, per rigenerare quella fiducia che sembrava perduta per sempre. Non esiste che siano i privati a doversi far<br />

giustizia da soli, a vigilare per impedire possibili reati; è sempre lo Stato che provvede alla sicurezza intensificando se necessario il lavoro delle<br />

forze dell’ordine. Fini auspica altresì che il nuovo partito del centrodestra del quale aspettiamo il battesimo, potrà avere maggiore autorità per<br />

adempiere a questo ambizioso programma che deve raggiungere l’obiettivo di rialzare l’Italia da una stagione di non crescita e disagio socioeconomico.<br />

Elisabetta Succi<br />

(Sesto Potere) - Bologna - 19 giugno 2008 - La giunta della Regione Emilia-Romagna,<br />

presieduta dal Presidente Errani, ha oggi presentato un progetto di legge finalizzato<br />

alla promozione del sistema fieristico regionale e tramite il bolognese Assessore<br />

Regionale Duccio Campagnoli ha annunciato l’utilizzo di ben oltre 23 milioni di ¤.<br />

L’importo finanziario della Regione viene indicato in: undici milioni di euro per<br />

Bologna Fiere S.p.A; nove milioni di euro per Società Rimini Fiera S.p.A.; tre milioni<br />

di euro per Società Fiere Parma S.p.A. Per quanto riguarda la partecipazione alla<br />

Società Piacenza Expo S.p.A., la Regione è autorizzata all’acquisizione delle quote<br />

di partecipazione nella stessa società detenute da Ervet S.p.A. pere un importo di<br />

161.000 euro. <strong>Luca</strong> <strong>Bartolini</strong> Consigliere Regionale AN-PDL commenta: "Come per<br />

la recente vicenda dell’aeroporto di Forlì, la Regione ha quindi volutamente dimenticato<br />

La Voce di Romagna<br />

le realtà fieristiche di Forlì e Cesena, non ritendole di fatto strategiche e utili alla<br />

valorizzazione del territorio nonostante i tanti pubblici danari fino ad oggi investiti<br />

in queste strutture. Questa vicenda mette ancora una volta in evidenza il totale<br />

fallimento delle giunte comunali di Forlì e Cesena nonché la debolezza politica della<br />

sinistra forlivese che non riesce ad attirare sul proprio territorio le dovute attenzioni<br />

della Regione Emilia-Romagna nonostante i tanti proclami che la stessa ad ogni<br />

campagna elettorale annuncia. Vergognosa infine è la linea politica della Giunta<br />

Errani che continua a svolgere una azione di parte che va a valorizzare soltanto alcune<br />

aree del proprio territorio con, guarda caso, la realtà bolognese in testa che ancora<br />

una volta “la fa da padrone”. Se ci fosse stata una Regione Romagna la musica sarebbe<br />

stata certamente diversa.”


9<br />

Alleanza Nazionale<br />

<strong>informa</strong><br />

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ATTO VANDALICO CONTRO SEDE AN-PDL A FORLÌ<br />

(Sesto Potere) - Forlì - 28 aprile 2008 - Atto vandalico contro una sede di un partito del Popolo della libertà a Forlì. Nel corso del fine settimana è stata infatti divelta e rubata la targa<br />

della Federazione Provinciale di Alleanza Nazionale “Pino Romualdi” , collocata all’esterno del portone in corso della Repubblica a Forlì. "La cultura dell’odio contro l’avversario politico,<br />

attuata sin dai tempi del PCI, si è rivelata ancora una volta proprio dopo la vittoria del Popolo della libertà alle ultime elezioni politiche. Per nulla intimoriti, ribadiamo per l’ennesima<br />

volta che per giungere ad una convivenza civile bisogna smettere di demonizzare chi la pensa in modo diverso ed iniziare ad insegnare ai giovani non la dottrina dell’intolleranza, ma<br />

bensì la forza del reciproco rispetto": hanno dichiarato <strong>Luca</strong> <strong>Bartolini</strong>, presidente provinciale An-Pdl Forlì-Cesena e Alessandro Spada, coordinatore comunale An-Pdl Forlì.<br />

FINANZIARIA. AN: ERRANI ZITTO DA 2 ANNI, OGGI STONATO<br />

AN: COLGA NOVITA' TREMONTI<br />

E SI DECIDA A TAGLIARE SPRECHI<br />

(DIRE) Bologna, 19 giu. - Vasco Errani durante il Governo Prodi ha passato due anni<br />

in silenzio e ora si sveglia solo per criticare, "a prescindere" e in modo "stonato",<br />

le decisioni del Governo Berlusconi, che "finalmente" prevedono "tagli agli sprechi<br />

nella sanita' regionale". E' il duro attacco che arriva da Alleanza nazionale, per bocca<br />

del capogruppo AN in Regione <strong>Luca</strong> <strong>Bartolini</strong>, dopo le critiche espresse ieri dal<br />

presidente della Regione Emilia-Romagna sul piano di tagli in campo sanitario. Sono<br />

state "critiche per nulla costruttive" dice <strong>Bartolini</strong>, che dimostrano "l'ancoraggio della<br />

sinistra di Governo in Regione" ai "modelli nazionali" delle "superate leggi finanziarie".<br />

Insomma, Errani "sbaglia profondamente", dice <strong>Bartolini</strong>, a "non cogliere la novita'<br />

che soffia sul Paese, che vede lo Stato mettere le mani in tasca a petrolieri, banche<br />

e assicurazioni, anziche' a pensionati e operai e alle categorie sociali piu' svantaggiate".<br />

Le dure parole di Alleanza nazionale, che da' il benvenuto al "nuovo sistema, per<br />

certi versi rivoluzionario, introdotto dal Ministro Tremonti", sono invece di recriminazione<br />

per l'operato della Giunta Errani, da parte della quale "tagli e risparmi<br />

possibili", dice <strong>Bartolini</strong>, non sono stati "mai seriamente cercati, neanche nell'ultimo<br />

Piano socio-sanitario recentemente approvato". L'appello a Errani e' senza mezzi<br />

termini: "Metta almeno una volta in pratica- conclude il finiano- quello che noi da<br />

anni le chiediamo: politiche virtuose di tagli, guerra agli sprechi, politiche di<br />

contenimento e razionalizzazione della spesa sanitaria".<br />

FORLÌ CESENA: AN, MONTAGNA ANCORA SENZA ADSL,<br />

REGIONE INTERVENGA<br />

(17/4/2008 16:25) | (Sesto Potere) - Forlì Cesena - 17 aprile 2008 - <strong>Luca</strong> <strong>Bartolini</strong><br />

(an-pdl) in un’interrogazione chiede alla Giunta regionale di chiarire i motivi dei<br />

ritardi nella realizzazione del Piano di lavoro, sottoscritto nel 2007 dalla Regione<br />

Emilia-Romagna e dalla Provincia di Forlì-Cesena, “per la realizzazione di una<br />

connessione Adsl anche nei comuni fino ad oggi sguarniti di questo fondamentale<br />

servizio”. Il consigliere ricorda che il Piano prevedeva la connessione alla rete Lepida<br />

entro gennaio 2008 dei Comuni di Dovadola e Modigliana, con conseguente attivazione<br />

dei servizi di rete a banda larga, e l’erogazione entro la primavera 2008 del servizio<br />

Adsl a cittadini e imprese dei territori collinari e montani, servizio tuttavia ancora<br />

assente - segnala <strong>Bartolini</strong> – in quasi tutti i comuni montani forlivesi e cesenati ,<br />

i quali non possono usufruire di internet per le attività produttive. Ritenendo necessario<br />

accelerare i tempi per favorire le strutture pubbliche, ma anche le aziende e i cittadini,<br />

senza che debbano ricorrere a soluzioni più onerose e meno efficaci,come ad esempio<br />

il wireless, <strong>Bartolini</strong> sollecita quindi all’esecutivo regionale urgenti e indifferibili<br />

iniziative “per mantenere fede a quanto sottoscritto”, specie per quanto concerne la<br />

tempistica degli interventi rivolti ai privati, i quali rischiano di vedersi trattati da<br />

cittadini di serie B rispetto a quelli che vivono in città. In tal senso “anche in virtù<br />

del fatto che Telecom Italia ha vinto un appalto indetto dalla Regione Emilia-Romagna<br />

nell’ambito della digitalizzazione”, il consigliere considera non più rinviabile<br />

“sensibilizzare “ la stessa Telecom affinché fornisca servizi che sopperiscano tramite<br />

collegamento Adsl alle attuali carenze che riscontrano i privati nell’accesso alla banda<br />

larga tramite fibre ottiche, come previsto nel citato Piano.<br />

ABORTO: RESPINTA RISOLUZIONE AN-PDL<br />

(Bologna, 10/06/2008) - L’Assemblea legislativa ha approvato una risoluzione sulla<br />

legge 194 che norma l’interruzione volontaria di gravidanza(primo firmatario Laura<br />

Salsi, Pd) sottoscritta da 21 consiglieri: favorevoli Pd, Idv, Donini del Prc; contrari<br />

Fi-Pdl, Gdl-Pdl, An-Pdl, Udc, Lega. Sullo stesso argomento l’Aula ne ha respinte<br />

altre quattro, presentate dai gruppi di opposizione che sollecitavano la stessa<br />

Giunta a mettere in atto “azioni amministrative volte a sospendere l’importazione<br />

in Emilia-Romagna della pillola abortiva RU 486. Respinto pure la risoluzione firmata<br />

da consiglieri dei gruppi an-pdl, gdl-pdl, fi-pdl e lega, primi firmatari <strong>Luca</strong> <strong>Bartolini</strong><br />

e Enrico Aimi (an-pdl), che impegna la Giunta ad attivarsi per mettere immediatamente<br />

a disposizione delle strutture sanitarie ed assistenziali della regione tutti gli strumenti<br />

adeguati a documentare e sensibilizzare la donna in gravidanza sulle possibilità di<br />

vita del bambino e di tutte le conseguenze che la scelta dell’interruzione volontaria<br />

della gravidanza può comportare. Per <strong>Luca</strong> <strong>Bartolini</strong> (an-pdl) che durante il suo<br />

intervento in aula ha duramente attaccato i cattolici presenti in maggioranza<br />

ricordando loro che non si può essere a favore del diritto alla vita sin dal concepimento<br />

soltanto in campagna elettorale, “sono troppi i consultori dove non viene esercitata<br />

la prevenzione”.<br />

Il Resto del Carlino Forlì • 8 maggio 2008<br />

Il Corriere Romagna • 27 marzo 2008 La Voce di Forlì • 22 maggio 2008<br />

Il Corriere di Forlì • 4 giugno 2008


La Voce di Forlì • 17 maggio 2008<br />

La Voce di Forlì • maggio 2008<br />

La Voce di Forlì • maggio 2008<br />

10<br />

Alleanza Nazionale<br />

<strong>informa</strong><br />

A FORLÌ UN’EXTRACOMUNITARIO SU TRE NON PAGA IL TICKET:<br />

ESPOSTI DI AN IN PROCURA A FO E BO<br />

GIÀ 54 GLI INDAGATI A BOLOGNA<br />

La Voce di Forlì • 8 maggio 2008<br />

Esposto alla procura della Repubblica del consigliere <strong>Bartolini</strong>:<br />

il 28% degli stranieri a Forli’ si autocertifica disoccupato<br />

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PER INFORMAZIONI 339 40 46 975<br />

(DIRE) Forli', 4 mar. - Fra il 2006 e il 2007 a Forli' e Cesena 5.022 extracomunitari hanno presentato il certificato di disoccupazione per essere esentati dal pagamento del ticket sanitario.<br />

Oltre 2.600, se si considera il solo 2006. "Piu' che a Bologna, che e' sette volte tanto?": si chiede <strong>Luca</strong> <strong>Bartolini</strong>, consigliere regionale di An, perplesso di fronte alle cifre fornite dall'assessore<br />

emiliano-romagnolo alla Sanita' Giovanni Bissoni in risposta ad una sua interrogazione sul tema. Anzi, ancor piu' convinto che, a questo punto, per far emergere il fenomeno delle<br />

false autocertificazioni "non basti piu' una denuncia politica": questa mattina ha presentato un esposto in Procura in cui chiede "primariamente di disporre accurati accertamenti su un<br />

numero consistente di cittadini immigrati che hanno effettuato tale autocertificazione al fine di appurare se al momento della presentazione della dichiarazione erano effettivamente in<br />

possesso dei requisiti" necessari. Nonche' "di appurare se e chi abbia suggerito loro" di ricorrere ai moduli e chi, "qualora non fossero stati in possesso dello status di esentabilita', abbia<br />

detto loro di procedere ugualmente". L'ipotesi di reato? "Truffa aggravata" nel migliore dei casi, "associazione per delinquere" nella peggiore: "Poiche' si ritiene altamente improbabile<br />

che migliaia di persone abbiano avuto contemporaneamente la medesima ispirazione- recita l'esposto- si ritiene che all'origine di questo particolare evento vi sia la regia di qualche<br />

struttura rappresentativa e ben organizzata". L'identikit sembra proprio corrispondere al sindacato, anche se <strong>Bartolini</strong> non lo dice espressamente. Del resto "a noi spetta l'indagine politica",<br />

svicola: alla magistratura trovare il colpevole. L'interrogazione di <strong>Bartolini</strong> data 15 novembre: alla risposta scritta fornita da Bissoni ha fatto seguito, poi, un'ulteriore richiesta di atti a<br />

tutte le Ausl regionali per fare il confronto fra le provincie. Il risultato ha rivelato che il dato di extracomunitari "autocertificanti" di Forli', pari al 28,74%, e' sensibilmente piu' alto<br />

non solo rispetto a quello di altre realta' (a Modena e' del 3,8%; a Piacenza non arriva al 2%), ma anche alla media regionale, del 9,05%. "E' francamente poco credibile- sostiene <strong>Bartolini</strong>che<br />

a Forli' il 28% dei cittadini stranieri sia privo di occupazione lavorativa". Anche perche' altrimenti si aprirebbe un'altra questione, legata al rilascio dei permessi di soggiorno:<br />

stando alla Bossi-Fini, infatti, condizioni per ottenerlo sono, appunto, posto di lavoro e certezza del reddito. Per "dovere di rispetto e di trasparenza del buon funzionamento della pubblica<br />

amministrazione e delle regole che sovrintendono al comune vivere civile", dunque, <strong>Bartolini</strong> chiede alla magistratura di fare luce sul boom dei moduli: "L'autocertificazione chiosa- e'<br />

certamente un diritto ma non se ne deve abusare, anche per evitare che il costo delle prestazioni sanitarie sostenute con dichiarazioni false ricada su noi Italiani nonchè anche sugli<br />

extracomunitari stessi integrati che lavorano, rispettano le leggi e pagano come tutti".


La Voce di Forlì • 17 maggio 2008<br />

11<br />

Alleanza Nazionale<br />

<strong>informa</strong><br />

PRESTAZIONI SANITARIE<br />

DELLE AUSL AGLI STRANIERI<br />

La Voce di Romagna • 08 maggio 2008<br />

Il Resto del Carlino Forlì • 15 maggio 2008<br />

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Il Resto del Carlino Forlì • 09 maggio 2008<br />

La Voce di Forlì • 17 maggio 2008


Resto del Carlino Forlì-Cesena • 27 maggio 2008<br />

12<br />

Alleanza Nazionale<br />

<strong>informa</strong><br />

La Voce di Romagna • 27 maggio 2008<br />

MUSSOLINI E LA SUA TERRA di Cesare Sangiorgi<br />

L'INGUARIBILE VOGLIA DI VIVERE di Massimo Pandolfi<br />

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PERCHÉ LA PASSEGGIATA<br />

ANTI-DEGRADO<br />

In questo libro si racconta Mussolini, dalla nascita alla morte con un filo conduttore importante attraverso Forlì e la Romagna. Oltre<br />

al testo dei capitoli e alle oltre 350 illustrazioni, tutte scelte accuratamente per documentare nel modo più vivo ed efficace un periodo<br />

di storia che ci riguarda tutti, il volume comprende una scelta antologica di scritti e ricordi del protagonista di quel ventennio raccolti<br />

da coloro che sono stati con lui in contatto diretto. Le illustrazioni di questo volume, tanti tasselli fotografici di un mosaico che alla<br />

fine si è riusciti a fare combaciare, si spera, in una forma logica e gradevole, forse rappresentano quanto di meglio si potesse reperire<br />

soprattutto a Forlì; alcune foto sono già classiche; altre provengono da archivi privati e non erano mai state pubblicate prima d’ora.<br />

Manca solo un tassello del mosaico, Piazzale Loreto, con la speranza che si trovino da una parte e dall’altra gli stimoli per una vera<br />

pacificazione degli animi.<br />

“Nonostante sia costretto sulla sedia a rotelle, possa solo muovere due dita della mano destra, sia alimentato artificialmente... apprezzo<br />

sempre di più quanto sia bello vivere... con dignità e buona qualità di vita e sentirmi ancora utile, prima di tutto a me stesso, ma<br />

anche agli altri...”. (dalla prefazione di Mario Melazzini, primario oncologo, presidente dell'Aisla - Associazione italiana Sclerosi laterale<br />

amiotrofica) Massimo Pandolfi, caporedattore del Resto del Carlino-Qn, ha raccolto, oltre alla testimonianza di Mario Melazzini, 8<br />

storie di persone malate. Racconti in presa diretta, indimenticabili, drammatici e al tempo stesso gioiosi: condannati agli occhi del<br />

mondo, Carlo, Cesare, Elena, Gian Piero, <strong>Luca</strong>, Maria Ausilia, Sebastiano e Patrizia insegnano nella malattia il valore della vita e<br />

l'amore per le cose più piccole che ci è dato di fare e condividere ogni giorno.<br />

DONNA RACHELE, CON IL DUCE OLTRE IL DUCE di Elena Bianchini Braglia<br />

La passeggiata anti-degrado è nata come una<br />

provocazione, ma oltre al desiderio di svegliare la<br />

giunta Masini dal suo torpore, c’era la volontà di<br />

segnalare un reale problema d’insicurezza percepito<br />

da tantissimi forlivesi. La passeggiata ha dimostrato<br />

che alcune zone del centro sono degradate ed<br />

abbandonate, trasformate in veri e propri microghetti<br />

dove le nostre madri, le nostre mogli e le<br />

nostre figlie rabbrividiscono al solo pensiero di<br />

doverci passare al calar del sole e persino di giorno.<br />

Il messaggio che stava dietro la camminata era<br />

semplice: la solidarietà va coniugata con la sicurezza,<br />

nel rispetto del diritto a non avere paura.<br />

La passeggiata voleva far riflettere gli amministratori<br />

anche sulla pessima gestione dei flussi migratori<br />

e sulla conseguente‘desertificazione’<br />

del centro,<br />

ricolmo<br />

d’immigrati, alcuni<br />

dei quali<br />

costretti a vivere<br />

d’espedienti, e<br />

mal visto dai<br />

forlivesi. Affrontare<br />

con serietà<br />

questi problemi<br />

non significa essere<br />

razzisti, ma<br />

bensì responsabili<br />

ed attenti ai bisogni<br />

della collettività.<br />

Il razzismo<br />

può nascere<br />

dall’incapacità di<br />

certi politici che<br />

non sanno progettare<br />

il futuro,<br />

che creano ghetti<br />

in pieno centro<br />

storico e che non<br />

riescono a far rispettare<br />

le regole.<br />

“Dall’ascesa di Mussolini alla disfatta del regime fascista: il Ventennio letto con gli occhi e la sensibilità di una donna autentica e forte,<br />

moglie del Duce e testimone di una delle pagine più importanti della storia Italiana. Donna Rachele era una contadina di un piccolo<br />

paese delle colline romagnole che si trovò proiettata ai vertici del potere, accanto all’uomo più amato e più odiato di quel periodo.<br />

Una donna come tante, semplice e legata alle sue umili origini anche nei momenti di massimo splendore, una donna carismatica che<br />

seppe affrontare con coraggio le circostanze più avverse. In gioventù sopportò la miseria e la fame, poi arrivarono quasi inaspettate<br />

la fama e la gloria, dalle quali non si fece mai sedurre. La sua vita incredibile non le risparmiò nulla, né grandi gioie né tremendi dolori,<br />

eppure lei rimase sempre la stessa. La tragedia e la caduta vertiginosa, la diffamazione e la vergogna non la colsero impreparata, e<br />

unico fu il suo grande rimpianto: non essere potuta morire accanto all’uomo che aveva disperatamente amato.” Una prefazione molto<br />

personale e sentita, da parte di chi la conobbe da bambina e che oggi corrisponde al nome di Angela Ferrini, Consigliera Comunale<br />

eletta nella lista civica “INSIEME PER PREDAPPIO” lista vicina al Centro Destra.<br />

l’arte di scrivere

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