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Quattru cunti

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PRESENTAZIONE<br />

Con entusiasmo ho scritto queste parole sparse per presentare<br />

la pregevole fatica dell’amico Tonio Ingrosso, testimonianza<br />

di amore e di affetto per la sua Matino e per tutti<br />

noi, a cui ha dato titolo “ <strong>Quattru</strong> <strong>cunti</strong>”.<br />

Il dialetto è la manifestazione della civiltà afferente ad<br />

una comunità, come la nostra Matino, formatasi mille anni fa<br />

circa dalla fuga di pochi uomini dalla vicino Alezio, cresciuta<br />

nel tempo sino ad essere un operoso centro urbano qual è<br />

oggi con circa 12.000 abitanti.<br />

Sino al 1950 quasi tutta la popolazione residente era analfabeta<br />

ed il linguaggio dialettale era la sola ed unica comunicazione<br />

fra di noi, annullata dall’avvento della televisione<br />

- la vera artefice, nel tempo, dell’unità d’Italia soltanto<br />

nel linguaggio parlato, poichè il campanilismo esiste ancora,<br />

residuo medievale delle diverse dominazioni subite: dai Fenici,<br />

ai Cartaginesi, ai Romani, Arabi, Spagnoli e Francesi; il<br />

nostro dialetto è un mixer di queste dominazioni che hanno<br />

lasciato la loro impronta in sostantivi dialettali, esempio:<br />

“jussu” (diritto) romano; “sciarabbà” (carretto) lingua araba;<br />

“buttèja” (bottiglia) lingua francese, eccetera, eccetera;<br />

di questa civiltà dialettale Tonio Ingrosso, che conosco sin<br />

dal 1973, ne era ed è cultore; ne sono testimonianza tutte le<br />

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