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all’immagine reale e poetica, anche parte della suggestione legata<br />
all’uso immaginato dello spazio termale.<br />
L’obiettivo della comunicazione è stato da una parte la restituzione<br />
dell’immagine del sito così come si presenta ora: i resti di una grande<br />
fabbrica, strutture murarie che svettano isolate verso il cielo, muri,<br />
archi, spazio immerso nel verde in una solitudine storica interrotta<br />
oggi solo da speciali eventi operistici.<br />
Per la narrazione del presente è stata usata anche una tecnica di montaggio<br />
che racconta sinteticamente la vita nello spazio monumentale,<br />
diversa nella quantità, nel rumore e nell’uso rispetto al passato, con<br />
una ripresa che mostra lo scorrere della luce attraverso fotogrammi<br />
regolari, descrivendo la storia di un intero giorno. Un intero giorno<br />
che fotografa il presente e rende statica la sua monumentalità.<br />
Il video racconta quindi quella parte analitica del sito archeologico<br />
che è museo nel suo unicum e lo fa in modo non didascalico, ma con<br />
immagini che ne illustrano la potenza e la solitudine. Mentre opera<br />
un’azione di consolidamento della fragilità visiva del sito, il video<br />
diventa progetto, progetto di comunicazione scisso dallo spazio fisico<br />
che lo può accogliere.<br />
Ecco allora che, nell’area ipogea, destinata un tempo ad accogliere<br />
tutto l’apparato tecnologico, la macchina necessaria a far vivere la<br />
struttura, si ode il rumore dei carri che correvano veloci per fornire i<br />
legnami necessari al riscaldamento, ed ecco quindi, di nuovo, comparire<br />
il fuoco là dove presumibilmente grandi fornaci scaldavano<br />
l’acqua.<br />
Il video si sviluppa senza strutturarsi in parti e illustra il sito, con<br />
attenzione alla sua monumentalità e spazialità, seguendo il percorso<br />
oggi previsto per i visitatori e presumibilmente non quello originale.<br />
Le immagini descrivono lo spazio e le strutture mentre l’indicazione<br />
su un piccolo key plan suggerisce la localizzazione.<br />
Il video si moltiplica nella declinazione di opera d’arte nel momento<br />
in cui invita lo spettatore a guardare in alto, a leggere le porzioni di<br />
cielo ritagliate dall’architettura, quella struggente, che rimane delle<br />
Terme; allora per sottrazione si dipingono volte di cielo limitate dai<br />
conci e la lettura in negativo mostra eleganze inespresse del disegno<br />
della rovina. Così anche quando la telecamera sorvola con leggerezza<br />
i pavimenti di mosaico e permette all’occhio di muoversi quasi<br />
danzando.<br />
Mentre scorrono le immagini che leggono la relazione tra lo spazio e<br />
le strutture che permangono nel luogo, evocandone ancora lo splen-<br />
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