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Unità di ricerca<br />
di Roma<br />
ricerca di nuove tecniche espressive. Particolare attenzione è stata<br />
rivolta a individuare il target al quale è destinato il video di architettura<br />
e i modi di visione. Le capacità di lettura variano, infatti,<br />
secondo il grado di preparazione filmica e/o di cultura architettonica<br />
dell’utente al quale è rivolto il video, del tessuto urbano e sociale<br />
al quale appartiene, e non in ultimo, sono in forte relazione con la<br />
modalità di visione scelta. Le regole della proiezione video, infatti,<br />
quali per esempio, la visione tradizionale o la pubblicazione in rete,<br />
e, conseguentemente, la comprensione, influiscono sui parametri<br />
decisivi del video quali le dimensioni dello screen, il supporto di<br />
registrazione, la durata, se non addirittura i linguaggi.<br />
L’Information Communication Technology applicata alla musealizzazione<br />
ricorda come la pittura o il disegno non solo rappresentavano<br />
il sito ma, descrivendolo in una rappresentazione e concettualizzazione<br />
del paesaggio, ne definivano una sua interpretazione, stabilivano<br />
una relazione con il mondo e con le strutture ecologiche dei<br />
paesaggi, in una categoria letteraria, comunicazionale, ideologica.<br />
Allo stesso modo il video, quindi, può essere visto come strumento<br />
di analisi o disegno rappresentativo nella sua forma di narrazione<br />
filmica e/o storica, come progetto o ipotesi, oppure come parte di un<br />
progetto complesso nell’uso più generico delle ITC. Il video quindi<br />
si costituisce strumento per il progetto od obiettivo del progetto stesso<br />
e, anche scisso dal suo uso in un’area multimediale e/o immersiva,<br />
costituisce, insieme con lo spazio vocato, parte espositiva e museografica<br />
di grande impatto. La narrazione filmica e la proiezione<br />
video si confermano, inoltre, con particolari accorgimenti, strumenti<br />
museografici e allestimenti fisici al tempo stesso: si potrebbe quindi<br />
considerare il video come un brano musivo, esportabile fuori dal<br />
contesto descritto per ripresentarne la monumentalità e, se proiettato<br />
con tecniche particolari, in modo da riproporsi oleogrammaticamente<br />
in tre dimensioni.<br />
Il video riesce, inoltre, a lavorare anche su una quarta dimensione,<br />
a scelta temporale o emotiva. La ricostruzione attenta di uno spazio<br />
cosi com’era o del suo uso riesce a comunicare molto più di una didascalia<br />
e lavora su un piano subliminale coinvolgendo il visitatore<br />
veramente nella quarta dimensione, quella temporale.<br />
Nello specifico il video elaborato nel Laboratorio Multimediale di<br />
Architettura (LaMA) da Marco Donato, Luca Fabbri e Alessandro<br />
Santamaria Ferraro si è posto l’obiettivo di restituire il meraviglioso<br />
spazio scenico delle Terme di Caracalla consegnando insieme<br />
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