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Unità di ricerca<br />
di Roma<br />
razionale e asettica di uno spazio costantemente e perfettamente illuminato,<br />
si è presa la difficile strada della integrazione tra ragione e<br />
sentimento. È così che il piano di calpestio in tavolato di legno viene<br />
a essere animato da piccole superfici lineari in materiale specchiante<br />
che interagiscono con i fasci di luce generando riverberazioni luminose<br />
che vanno ad animare la silenziosa e solenne monumentalità dei<br />
reperti esposti su sistemi ostensivi in metallo. È come se questi luoghi,<br />
un tempo animati dal continuo andirivieni degli addetti ai forni,<br />
tornassero nuovamente ad animarsi e come la legna che ammassata<br />
in questi ambienti produceva, bruciando, energia, oggi sono i reperti<br />
a produrre una diversa energia, un’energia dello spirito e della mente<br />
che è proprio la strumentazione museografica a rendere percepibile.<br />
La suggestione poetica dei carri che si introducevano all’interno<br />
delle gallerie carichi di combustibile è stata lo spunto per risolvere il<br />
problema degli spazi di servizio. Microarchitetture completamente<br />
trasparenti, sorta di carri cristallizzati, sono accolte all’interno degli<br />
ambienti secondo una logica attenta alla sequenza temporale e<br />
spaziale di visita. Esse trovano diverse interpretazioni funzionali:<br />
da semplice luogo di deposito a vista, a laboratori climatizzati per<br />
gli archeologi, sino alla creazione di una piccola stanza immersiva,<br />
all’interno della quale compiere esperienze fenomeniche incentrate<br />
sulla dimensione virtuale della comunicazione. Quest’ultima si pone<br />
quale porta temporale che conduce indietro nel tempo all’epoca in cui<br />
le Terme erano all’apice del loro splendore. La sua è un’architettura<br />
che aspira ad assumere un carattere immateriale giocando sul fenomeno<br />
della riflessione che ne smaterializza i contorni. L’involucro è<br />
rivestito da una doppia pelle di specchi, parzialmente incisi a creare<br />
effetti percettivi spiazzanti e quasi eterei come la virtualità della comunicazione<br />
in esso contenuta 14 . L’esigenza di dover prevedere un<br />
collegamento meccanizzato con la quota delle Terme è stata risolta<br />
sostituendo una delle tre scale di epoca fascista con una piattaforma<br />
che, inserita sotto il nuovo piano di calpestio, sale all’interno di uno<br />
spazio caleidoscopico fatto di trasparenze e riflessioni trasportando<br />
dalla penombra dei sotterranei al pieno sole dei giardini delle Terme.<br />
Questa in sintesi l’idea progettuale che vorrebbe riportare i sotterranei<br />
delle Terme di Caracalla a essere il motore propulsivo dell’intero<br />
organismo architettonico.<br />
Gruppo di progettazione<br />
Capogruppo: A. Grimaldi.<br />
Consulenti: A. Casaramona, G. Morelli, C. Terzi.<br />
Collaboratori: V. Gagliardi, S. Zbudil Bonatti.<br />
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