Unità di ricerca di Palermo testo più completo sulla tematica della «presenza umana» all’interno degli allestimenti archeologici, è ormai in fase di ultimazione per le stampe 9 . Inutile dire che, proprio nel caso dell’archeologia urbana, il richiamo alle antiche popolazioni insediate acquista particolare pregnanza nella sua capacità di stabilire senso di continuità e d’appartenenza (fig. 3). Infine, vanno ricordati un certo numero di articoli, disseminati qua e là su varie riviste, nazionali e internazionali, anche a firma dei più giovani componenti della nostra unità 10 , e almeno altre due ricerche, delle quali riferiamo nella speranza di portarle a compimento. Si tratta di una monografia sulle iniziative di valorizzazione intraprese in Francia 11 , tanto nei contesti urbani che in quelli extra-urbani, che ci aiuterà a completare quel quadro europeo cui lavoriamo da alcuni anni, dopo gli studi già condotti su Inghilterra, Germania, Austria, Belgio, Lussemburgo, Svizzera e Spagna 12 , e di un’altra, analoga, sulla musealizzazione dei siti archeologici della Grecia, più problematica e difficile visto il tema estremamente ricco e complesso 13 . Il quadro europeo è necessario sia per regestare soluzioni d’intervento, sia, soprattutto, per individuare quale sia stato l’approccio interpretativo che ciascuna nazione ha adottato nei confronti del proprio passato o dei propri passati. Da questo punto di vista, l’insistenza, con la quale ci siamo sempre soffermati sulla romanità e sui suoi resti, trova giustificazione nell’ecumenismo della civilizzazione romana e dell’Impero, diffuso in tutti i paesi europei: una circostanza che consente di confrontare le diversità nazionali e locali nella ricezione del senso delle tracce, proprio per la sostanziale identità delle medesime 14 . Il passaggio dall’interpretazione del «senso» all’intervento concreto, foss’anche quello di una semplice copertura, è in genere più diretto di quanto si creda. Non essendo le due questioni disgiunte, è impossibile affrontare una chiave di lettura progettuale senza tener conto di una parallela chiave di lettura storico-interpretativa. In ultima istanza, l’iniziativa cui più teniamo è un volume collettivo destinato, insieme a tanti altri saggi già preordinati, molti dei quali concernenti le coperture, soprattutto ai concorsi di progettazione nel settore della valorizzazione archeologica in contesto urbano, volume cui parteciperanno quanti hanno sperimentato dal vivo la difficoltà di confrontarsi con questi temi nelle tante proposte concorsuali avanzate negli ultimi anni. 204
1 Appartenenti al già dipartimento DPCE (Dipartimento di Progetto e Costruzione Edilizia), oggi Darch (Dipartimento di Architettura). 2 Questa ricerca è stata condotta nell’arco di alcuni anni e con approssimazioni successive. Si vedano: M. C. Ruggieri Tricoli, La reintegrazione culturale e il processo di musealizzazione nel quadro del concetto di affidabilità, in M. C. Ruggieri Tricoli, C. Sposito, I siti archeologici: dalla definizione del valore alla protezione della materia, Dario Flaccovio, Palermo 2004, pp. 10-67 e M. C. Ruggieri Tricoli, M. R. Zito, Conservare e valorizzare i siti archeologici: una griglia tipologica, in A. Sposito (a cura di), «Agathón 2006», DPCE, Palermo 2006, pp. 17-22. 3 M. c. Ruggieri Tricoli, Il grado zero della comunicazione archeologica: la comunicazione in assenza di tracce visibili, in corso di rielaborazione. 4 a. Tricoli, La città nascosta: esperienze e metodi per la valorizzazione del patrimonio archeologico urbano, «RCAPIA PhD Monographies», 2, Offset Studio, Palermo 2011, presentazione di M. Vaudetti. Si vedano anche i poster qui presentati al numero 1 e 2 dell’Unità di ricerca di Palermo. 5 M. c. Ruggieri Tricoli, L’archeologia, i musei, le repliche, «RCAPIA PhD Monographies», 1, Offset Studio, Palermo 2010, presentazione di a. Sposito. Si vedano anche i poster qui presentati ai nn. 3, 4 e 5 dell’Unità di ricerca di Palermo. 6 A. De Vecchi, S. Colajannim A. Lanzavolpe, Roccia e vetro per una copertura trasparente, in M. c. Ruggieri Tricoli, a. r. d. Accardi (a cura di), Prospettive per un museo archeologico: il caso di Modica, «Interiors and Museums», 5, Offset Studio, Palermo 2011, pp. 41-47. 7 Si vedano il testo citato alla nota precedente e il poster n. 7 dell’Unità di ricerca di Palermo. 8 M. C. Ruggieri Tricoli, Il tempo perduto di Neanderthal: preistoria e musei, «Interiors and Museums», 4, Offset Studio, Palermo 2010. 9 M. c. Ruggieri Tricoli, Present pasts, missing peoples: nuove strategie nei musei archeologici, in corso di conclusione. 10 a. r. d. Accardi, La «scatola» sul passato: architetture per conservare e interpretare l’archeologia, in «Lo Stato dell’Arte», 9, Nardini, Firenze 2011, pp. 449-458; Id., The interpretation of prehistoric visual expression in indoor museums, in Art and communication in Pre-literate societies, Jaca Book, Capo di Ponte 2011, pp. 25-31; Id., La sovraddizione consapevole nei musei di archeologia subacquea: il caso di ARQUA, in A. sposito (a cura di), «Agathón 2010/2», Offset Studio, Palermo 2010, pp. 49-54; Id., La conservazione dell’archeologia in cripta e la sua musealizzazione, in «Lo Stato dell’Arte 8», Nardini, Firenze 2010, pp. 449-458; id., «La conservazione open-air delle rovine e il principio della “nondislocazione”», in «Lo Stato dell’Arte 7», Nardini, Firenze 2009, pp. 141-148; s. Di Salvo, I colori in tre siti archeologici della Catalogna, «Luce», 3, 2011, pp. 36-41; id., Le musée de Pointe-à-Callière de Montréal, in a. Sposito (a cura di), «Agathon 2010/1», pp. 61-66; P. La Scala, Musei e nuove tecnologie per allestire, in A. Sposito (a cura di), «Agathón 2011/1», Offset Studio, Palermo 2011, pp. 47-50; M. c. Ruggieri Tricoli, Stratigrafie del territorio: la comunicazione mediante lining out, in P. Persi (a cura di), Territori contesi, Istituto Interfacoltà di Geografia, Urbino 2009, pp. 190-196; Id., Persone e oggetti nei musei archeologici: casi di studio recenti, in a. Sposito (a cura di), «Agathón 2010/1», Offset Studio, Palermo 2010, pp. 29-36; Id., Alle origini dell’Europa: le ville britanno-romane, gallo-romane e romano-gotiche. Prospettive di comprensione e comunicazione, in s. Pittini (a cura di), Museografia per l’archeologia. Progetti per il sito di Domagnano, CLUEB, Bologna 2009, pp. 8-15; Id., L’accessibilità ai siti archeologici: un concetto da ripensare, in g. De Giovanni (a cura di), Architecture and Innovation for Heritage, Aracne, Roma 2011, pp. 281-296; A. Tricoli, Archeologia urbana e attività costruttiva, in a. Sposito (a cura di), «Agathón 2009», Offset Studio, Palermo 2009, pp. 49-51; Id., Coperti, Scoperti e Ricoperti: strategie d’intervento per i siti archeologici, in a. Sposito (a cura di), «Agathòn 2010/1», pp. 67-72; M. d. Vacirca, Vocazione pedagogica delle rovine: ricostruzione reale e riconfigurazione ideale e idealizzata ad Augusta Raurica, in C. Gentilini, C. Martinelli (a cura di), Palestrina, la 205
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