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Unità di ricerca<br />
di Palermo<br />
fondamentale di qualsiasi genere di riflessione. In questa chiave, si<br />
sta preparando, a cura di Maria Clara Ruggieri, un testo relativo<br />
alla comunicazione di rovine non visibili 3 , o poco visibili, le quali<br />
costituiscono un ragionamento fondamentale relativo all’archeologia<br />
urbana, se all’interno di essa si vuole intendere la comunicazione<br />
delle stratificazioni dell’insediamento, sempre importanti, anche se<br />
apparentemente poco significative in termini di «musealizzazione».<br />
Quest’ultimo termine, infatti, dovrebbe essere usato con circospezione:<br />
non tutto ciò che non è musealizzabile è indegno di essere presentato,<br />
o anche soltanto conservato in vista, come, d’altronde, non<br />
tutto ciò che esiste va esposto. I modi e le forme della conservazione<br />
sono molto vari, e il rinterro stesso non è l’ultimo di questi, purché<br />
gestito con abilità comunicativa.<br />
Tale testo è ancora in corso di elaborazione, ma, al contrario, il tema<br />
dell’archeologia urbana è già stato sistematizzato nel volume La città<br />
nascosta: esperienze e metodi per la valorizzazione del patrimonio archeologico<br />
urbano 4 , il quale, da solo, può già essere considerato una valida<br />
risposta ai problemi sollevati nella proposta di ricerca della nostra<br />
unità. Questa elaborazione è stata inserita nel PRIN, anche se priva<br />
di qualsiasi ricaduta economica su di esso, in quanto compiuta in<br />
proprio dall’autore, che ha realizzato in alcuni anni di lavoro viaggi,<br />
ispezioni e interviste. La trattazione, benché approfondita anche in<br />
dettagli tipicamente museografici o attenta alla qualità progettuale<br />
degli interventi, è stata condotta fondamentalmente con l’occhio<br />
dell’urbanista, rispondendo a quella necessità di ricerca interdisciplinare<br />
più volte avanzata da chi scrive. Questo sguardo, diverso da<br />
quello della conservazione/comunicazione cui la maggior parte di<br />
noi è particolarmente attenta, ha rivelato risvolti meno frequentati<br />
dalle ricerche consimili, a nostro avviso dando una dimensione realistica<br />
al tema dell’archeologia urbana e dimostrandone il ruolo di<br />
vera risorsa nelle politiche di gestione della città, non sempre strettamente<br />
legate alla salvaguardia del passato, ma, talvolta, intrigate di<br />
passato, presente e futuro, in un convincente mix di strategie rivolte<br />
a una migliore progettazione culturale, sociale, estetica (e anche economica)<br />
degli insediamenti contemporanei.<br />
Nel contempo, sempre guardando alla cosiddetta «parte sinistra»<br />
dello schema, abbiamo pubblicato L’archeologia, i musei, le repliche 5 ,<br />
una ricerca in tre diversi saggi, più un’appendice, che vuole sfatare<br />
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