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Oltre il Parco Archeologico: le esperienze<br />

nei siti antichi del Salento<br />

francesco Baratti<br />

Il tema del convegno organizzato dal Politecnico di Torino ha rappresentato<br />

l’occasione per un’ampia e profonda riflessione sul tema<br />

del rapporto tra archeologia e paesaggio contemporaneo.<br />

La ricerca esprime oggi più che mai la necessità di mettere in campo<br />

approcci multidisciplinari orientati all’affermarsi di un nuovo progetto<br />

di territorio rappresentativo della pluralità dei valori che strutturino<br />

i luoghi: archeologia, ecologia, cultura, produzioni, colture, ecc.<br />

In tale prospettiva, si presentano i risultati di un progetto a scala territoriale<br />

condotto nell’ambito delle attività di ricerca del Dipartimento<br />

di Beni Culturali dell’Università del Salento per l’implicazione<br />

che gli interventi di valorizzazione messi in atto hanno comportato<br />

rispetto alla metodologia utilizzata.<br />

Il titolo del contributo, Oltre il Parco Archeologico, rimanda all’esigenza<br />

di ricercare nuovi modelli museali per l’archeologia come il<br />

Museo Diffuso o l’Ecomuseo; forme di museo permanente all’aperto<br />

che operano sul territorio attraverso pratiche di coinvolgimento delle<br />

comunità locali, con la finalità di riconnettere a esso i suoi beni<br />

culturali e le sue peculiarità identitarie affinché si possano generare<br />

nuove relazioni tra innovazione tecnologica e tradizione.<br />

Operazione evidentemente molto complessa che nasce dalla convinzione<br />

che la sostenibilità del progetto di valorizzazione del patrimonio<br />

archeologico non si risolva nella sola ottimizzazione della<br />

qualità architettonica e paesaggistica di un luogo, ma consiste<br />

essenzialmente nella ricerca delle relazioni virtuose fra sostenibilità<br />

ambientale, sociale ed economica che gli interventi possono attivare<br />

sul territorio per il suo ecosviluppo e la sua autosostenibilità.<br />

In questa ottica abbiamo pensato di non isolare progettualmente i<br />

siti archeologici in cui siamo intervenuti, ma viceversa di considerare<br />

le relazioni che essi potevano generare fra i modelli di azione della<br />

società insediata e l’ambiente stesso. La metafora ce la offre Flaubert<br />

«Les perles ne font pas le collier, c’est le fil» 1 . Il progetto di sistema<br />

museale all’aperto che abbiamo inteso costruire è un filo che tenta<br />

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