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Unità di ricerca<br />

di Genova<br />

le fotografie della residenza dell’imperatore romano tra transenne e<br />

cartelli con la scritta «pericolo di crollo». Dichiarato Patrimonio<br />

dell’Umanità nel dicembre 1999, il complesso ha perduto da allora<br />

il 41,8% dei visitatori paganti. Erano 187.202 nel 2000, sono stati<br />

appena 108.811 nel 2010 con un costo del biglietto di soli 8 euro.<br />

Non si tratta di un caso isolato. Eppure, mai come prima la parola<br />

conservazione è stata all’ordine del giorno. Perfino un guru<br />

dell’architettura contemporanea come l’olandese Rem Koolhaas ha,<br />

stupendo molti, presentato alla Biennale di Venezia del 2010 un<br />

lavoro dal titolo «Preservation» incentrato sul futuro delle logiche<br />

di preservazione.<br />

Partendo dalla constatazione che il 12% del pianeta è intoccabile e<br />

protetto da leggi e vincoli, il fondatore dello studio OMA è arrivato<br />

a decretare l’urgenza di nuove strategie d’intervento e a formulare le<br />

prime ipotesi. Da noi, quanto a evoluzione del concetto e attenzione<br />

all’argomento, si registra una controtendenza. Un dossier curato<br />

dall’agenzia Pricewaterhouse Coopers, network internazionale leader<br />

nel settore dei servizi professionali alle imprese e agli enti pubblici,<br />

ha stimato che i Beni culturali italiani sono il fanalino di coda<br />

tra quelli tutelati dalle Nazioni Unite.<br />

Per rendersi conto del fenomeno basta esaminare le somme erogate<br />

dallo Stato italiano per la salvaguardia di meraviglie architettoniche<br />

invidiate da tutto il mondo. Per Villa Adriana, per cui la Soprintendenza<br />

aveva richiesto un fondo di 6,7 milioni di euro, il Ministero<br />

per i Beni e le Attività Culturali ha destinato solo 370.000 euro per<br />

il recupero del sito archeologico.<br />

A quanto pare i numeri non sono dalla nostra parte. Lo dimostra<br />

anche l’inchiesta pubblicata quest’anno dal «Giornale dell’Arte» e<br />

«The Art Newspaper» sui musei più visitati nel 2010. L’Italia non<br />

solo è fuori dalla top ten ma non rientra neanche tra le prime venti<br />

posizioni.<br />

Compare al 23 o posto con gli Uffizi di Firenze, seguiti al 30 o posto<br />

dal Palazzo Ducale di Venezia. I musei fiorentini, si legge tra i<br />

dati, hanno totalizzato 1.651.210 ingressi a fronte degli 8.500.000<br />

del Louvre di Parigi, dei 5.842.138 del British Museum di Londra<br />

e dei 5.216.988 del Metropolitan Museum of Modern Art di New<br />

York.<br />

E Roma? Apparentemente è presente al 7 o posto con i 4.676.179<br />

visitatori dei Musei Vaticani. Peccato che, a bene vedere, si tratti<br />

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