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Dal rudere all’icona<br />
alessandro valenti<br />
I dati parlano chiaro: con le due nuove iscrizioni, conquistate nel<br />
2011, l’Italia si conferma il paese a più alta concentrazione di luoghi<br />
Patrimoni dell’Umanità.<br />
A deciderlo in giugno, a Parigi, è stato l’apposito comitato dell’organismo<br />
mondiale riunito per i lavori della 35 a sessione. Erano 25,<br />
più uno, i nuovi siti Unesco World Heritage da aggiungere ai 911 già<br />
compresi nell’ambita lista per un totale complessivo di 936.<br />
Le candidature erano 37. Quelle italiane che hanno vinto sono: la<br />
Rete Longobarda (i luoghi del potere che dal Tempietto di Cividale<br />
del Friuli, in provincia di Udine, arrivavano fino al Santuario di<br />
San Michele a Monte Sant’Angelo nei pressi di Foggia) e le palafitte<br />
preistoriche alpine di Ledro e Fiavè (quelle del versante trentino,<br />
in condivisione con altri paesi dell’arco come Svizzera, Austria,<br />
Francia, Germania e Slovenia).<br />
Con le nuove acquisizioni il Bel Paese, con i suoi 47 siti in lista,<br />
detiene il comando della classifica. Praticamente il 5% del totale<br />
mondiali. Eppure c’è poco di cui essere contenti.<br />
La causa? Un altro primato, ma meno edificante: l’essere il Paese<br />
civilizzato con il patrimonio artistico meno valorizzato. Gli esempi<br />
arrivano dalla cronaca.<br />
Tra i più recenti: il crollo a Pompei della celebre Domus dei Gladiatori.<br />
Sopravvissuta all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., la Schola<br />
Armaturarum Juventis Pompeiani è stata ridotta a un cumulo di macerie<br />
da una pioggia torrenziale nel novembre 2010.<br />
Solo pochi mesi prima, in marzo, i giornali avevano riportato<br />
un’altra drammatica notizia: il cedimento del soffitto della romana<br />
Domus Aurea: 60 metri quadrati di volta di una delle gallerie di<br />
Traiano costruite nel 104 d.C. a completamento dell’edificio voluto<br />
da Nerone dopo l’incendio di Roma.<br />
Si tratta di disastri annunciati e temuti che comprendono crolli di<br />
chiese in Sicilia (a Noto e a Piazza Armerina) e allarmi lanciati<br />
per capolavori come Villa Adriana a Tivoli. Sono del luglio 2011<br />
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