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Il mostro della palude - Circolo velico Casanova

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Escursione al Cason Montiron<br />

Cason Montiron è una parola magica per chi va in<br />

laguna, forse perché è situato proprio al limite superiore <strong>della</strong> stessa<br />

oltre il quale non si naviga più perché ci sono solo valli chiuse e<br />

quindi essendo lontano dalle zone abitate, costituisce sempre una<br />

meta, un traguardo, un limite desiderato, sognato. Io c'ero già<br />

stato diverse volte nei primi anni ottanta e ci sono ritornato con<br />

gran piacere l'anno scorso, però non mi ero mai fermato la notte e<br />

quindi anche per me è stata in un certo senso una emozionante “prima volta”.<br />

Dopo un consulto con chi ne sa certamente di più (nientepopodimenochè il “Sindaco de<br />

Montiron” Diego Callegaro ), decido assieme al mio compagno d'avventura: Francesco<br />

Battaglini, che è meglio fare la gita con Sisa, comoda e dotata di un buon tiemo per dormirci<br />

anziché passare la notte in casone dove probabilmente la logistica è meno accogliente. Ultimi<br />

dettagli: portiamo comunque qualcosa da mangiare anche se Fabio Gherardi farà la spesa per la<br />

grigliata collettiva ….non si sa mai, la benzina per il motore<br />

perché ci sarà poco vento, portiamo la vecchia randa R03 non è il<br />

caso di rischiare quella da regata, una buona ancora, cime di<br />

rispetto, il tiemo, acqua da bere e non solo perché là non ce n'è<br />

etc. ,etc.....alla fine riusciamo a partire alle 9.45 di sabato 29:<br />

l'appuntamento è per le 10.30 ai bacini dell'Arsenale sede AVT,<br />

Stormi di cormorani<br />

dobbiamo affrettarci e c'è ancora parecchia nebbia; per fortuna la<br />

marea ci aiuta e possiamo tagliare dritti in direzione di Venezia.<br />

Alti nel cielo ci accompagnano diversi stormi di cormorani che<br />

volano leggeri in formazione. Quando arriviamo in canale delle<br />

Fondamente Nuove l'atmosfera è irreale con le luci gialle ancora<br />

accese e sullo sfondo il profilo di Venezia piatto e grigio. I continui<br />

sobbalzi frutto del moto ondoso fanno cavitare l'elica più di<br />

qualche volta, ma nulla riesce a rallentarci ed arriviamo<br />

all'appuntamento puntuali alle 10.35! Dico puntuali perché non<br />

c'è ancora nessuna barca...., comunque pian piano arrivano anche<br />

gli altri e formiamo una piccola flotta di 5 sampierote e 1 topo<br />

(batelo a pisso) pronte all'avventura, una sesta sampierota ci raggiungerà verso sera<br />

direttamente al Cason Montiron.<br />

Ovviamente, come previsto, non c'è vento e puntiamo a<br />

motore verso Burano, quindi prendiamo il canale <strong>della</strong> dolce fino<br />

all'isola di Santa Cristina dove tagliamo diretti verso il San<br />

Felice che percorriamo per un tratto fino dove è delimitato dalle<br />

briccole, quindi prendiamo il Canale dell'Ancora fino dove è<br />

delimitato ,ormai sono le 13 e la fame ci consiglia una fermata.<br />

Finito lo spuntino, magicamente si alza una leggera brezzolina<br />

Santa Cristina primi anni '80<br />

da scirocco che consiglia la ripresa <strong>della</strong> navigazione finalmente a<br />

vela: qualche difficoltà a<br />

disimpegnarsi da una secca e tagliamo decisamente nella<br />

sterminata Palude Maggiore in fondo si può già intravedere la<br />

sagoma del Cason Montiron ancora avvolto da una lieve foschia.<br />

Le sei vele dirigono verso il centro <strong>della</strong> <strong>palude</strong> e poi puntano verso<br />

Cason Montiron primi anni '80<br />

Fondamente Nuove<br />

Sagoma del Montiron nella foschia


la Val Dogà, infine a sinistra puntando direttamente al Montiron dove arriviamo alle 15,30:<br />

siamo soli forse è meglio non dover<br />

dividere gli spazi visto che saremo<br />

in 15 entro stasera. A questo punto<br />

incomincia lo scarico infinito dei<br />

viveri che l'Organizzatore Sommo<br />

ha procurato per la ciurma: viene<br />

riempita una buona metà del lungo<br />

Sbarco al Montiron 29/10/2011<br />

tavolo all'interno del casone.<br />

Scaricati viveri e altri bagagli<br />

cominciamo a montare il tiemo per non essere avvolti dall'umidità prevista appena il sole cala;<br />

erano sicuramente anni che non veniva adoperato nel circolo, ma sembra efficiente e<br />

sufficientemente pesante anche se non è certamente freddo come sarebbe normale il 29 ottobre.<br />

Le cinque barche Sisa,, Shuluq, Silia, Agiopa, Dryope e Pevarina riposano all'ormeggio in<br />

attesa che arrivi Amalia, mentre<br />

all'interno del casone fervono i<br />

lavori di preparazione per la solenne<br />

grigliata per la sera. Chi non<br />

conosce il posto perlustra l'isolotto e<br />

visita il piano superiore del casone.<br />

Preparativi all'interno del Montiron<br />

<strong>Il</strong> pomeriggio scorre velocemente, ma<br />

Amalia ancora non si vede... . Si<br />

preparano tartine per antipasto si affettano le melanzane da<br />

arrostire, si preparano le braci per la grigliata, si affetta il salame.......: ma quanta roba da<br />

mangiare abbiamo?!!! e ne sarà per almeno il doppio di persone presenti.....Choffer (cioè Fabio)<br />

non ha certo badato al risparmio....ci sono anche le castagne da incidere per poi andare arroste,<br />

c'è la polenta che non riusciremo a fare, ci sono i peperoni che nemmeno prenderemo in<br />

considerazione e le uova etc., etc., etc....<br />

Fuori in direzione Torcello si nota ora, con delle invadenti<br />

luci accese, una macchina-<strong>mostro</strong> che probabilmente draga o posa<br />

cavi in laguna e dietro quella finalmente spunta all'imbrunire la<br />

vela di Amalia. Poco dopo Amalia deve arrendersi ed ammainare<br />

la vela ed accendere il motore per poterci raggiungere prima che sia<br />

buio pesto. Finalmente verso le 18.30 anche Amalia raggiunge la<br />

meta: ora siamo al completo e Francesco nota subito la presenza di<br />

Sofia che gli evita la consueta situazione di essere il più giovane<br />

<strong>della</strong> compagnia, si nota anche la presenza di una chitarra : la serata si annuncia interessante.<br />

L'arrivo di Alberto con la figlia Sofia è adeguatamente<br />

festeggiato con bottiglia di prosecco baci e abbracci ed ora si può<br />

finalmente cominciare con gli antipasti e dare inizio alla cucina<br />

anche se è ancora un po' presto per cenare, ma la notte è lunga.......<br />

<strong>Il</strong> fuoco deve essere più volte alimentato per ottenere delle buone<br />

braci e finalmente possono andare sulla graticola le melanzane e<br />

le cosce di pollo e le costicine??? costicine proprio non sembrano!!<br />

-“ma cosa hai comprato Choffer questi sono pezzi di carne<br />

<strong>Il</strong> caminetto va alimentato<br />

Sbarco al Montiron primi anni '80<br />

Interno Montiron primi anni '80<br />

<strong>Il</strong> <strong>mostro</strong> e Amalia<br />

indefinita: forse ti hanno venduto del Brontosauro !!!” …..... - ”ma<br />

sì mangiamo anche queste anche se è tutto un po' carbonizzato:<br />

non si riesce a regolare la distanza dalle braci” - Comunque è tutto buono anche le salsicce e la


pancetta, sempre abbondantemente annaffiati dal vino rosso. L'unica pietanza che non<br />

incontra i favori <strong>della</strong> compagnia sono le castagne: infatti più <strong>della</strong> metà sono immangiabili.<br />

C'è altra frutta, ma mele e melograni vanno in pentola assieme al vino bianco per il brulé ed<br />

infine ci sono i dolci: mia moglie Barbara ha preparato la solita (per me) torta di ricotta e<br />

amaretti che ha molto successo (tanto che devo fornire, come<br />

promesso alle fanciulle interessate il link <strong>della</strong> ricetta:<br />

http://www.cookaround.com/yabbse1/showthread.php?t=161230&page=1,<br />

altrettanto buono, ma per me anche meglio, il tiramisù di Elisa.<br />

Ma Choffer è sparito con la pentola del vin-brulè e allora tutti fuori<br />

perché il brulè va bevuto accanto alle<br />

barche in secca: la serata è<br />

Rito del vin brulè<br />

magnifica e Gigi può farci<br />

apprezzare il magnifico cielo<br />

stellato ragguagliandoci su stelle, pianeti, nebulose che di solito si<br />

fa fatica a vedere nelle nostre città piene di inquinamento<br />

luminoso: anche in questo deserto però c'è il <strong>mostro</strong> marino che<br />

inquina con la sua luce accecante...<br />

Con chitarrina attorno al caminetto<br />

Al rientro in cason ci aspetta la musica attorno al<br />

caminetto con Alberto alla chitarrina che tenta di coinvolgerci con<br />

canzoni di De Andrè e poi ancora<br />

garanghéo condito da canzoni<br />

veneziane e ulteriori razioni di<br />

brulè e poi il caffè e l'ammazza<br />

caffè per essere al completo come<br />

vuole l'organizzatore Choffer: a<br />

proposito, ottima la grappa al<br />

dattero....ormai siamo tutti con i riflessi un po' annebbiati ed è ora<br />

di andare a nanna......: mi aspetta anche la preparazione del<br />

giaciglio nell'angusto spazioin barca sotto al tiemo.....<br />

Riesco a sistemarmi dopo qualche prova con materassino e sacco a pelo e finalmente si<br />

può dormire, non cullati perchè siamo quasi completamente in secca. <strong>Il</strong> sonno non è proprio<br />

perfetto perché l'umidità penetra e il mio sacco a pelo non è certo il massimo in questa situazione<br />

(devo comprarne uno nuovo più pesante...). Comunque la notte passa in qualche maniera fino a<br />

che verso le 6.30 si sente uno sparo: giustamente è domenica e siamo in prossimità di valli dove<br />

si esercita la caccia. I cacciatori hanno rotto il profondo silenzio, ma e meglio restare al caldo<br />

dentro il sacco a pelo: fuori c'è un umidità pazzesca l'unico che<br />

sento uscire è Luigi e infatti un paio d'ore dopo quando quasi<br />

tutti si alzano la scena presenta le<br />

barche ancora in secca e Luigi ed<br />

Ugo seduti comodamente di fronte<br />

al casone che conversano<br />

amabilmente: devono essersi<br />

raccontati tutta la vita...., ma<br />

Ugo e Luigi filosofeggiano<br />

osservando bene la scena sotto il<br />

portico a destra si nota a terra una<br />

macchia rossa: è il sacco a pelo con Choffer dentro che ancora<br />

dorme, non è riuscito a prender sonno al piano superiore carico di<br />

fumo e si trasferito direttamente a terra e dice di aver dormito benissimo !!<br />

<strong>Il</strong> <strong>mostro</strong> <strong>della</strong> <strong>palude</strong><br />

Sotto il tiemo<br />

Ancora in secca!


La colazione si dilata fino a metà mattinata con infiniti caffè, latte, torte, nutella,<br />

muffins, ma qualcuno azzarda anche qualche avanzo <strong>della</strong> grigliata <strong>della</strong> sera precedente, o<br />

almeno ce lo fa credere..... Poi si deve rimettere a posto la cucina e lasciare in ordine per i prossimi<br />

fruitori del casone. La compagnia è collaborativa (devo<br />

ufficialmente lodare il lato femminile che si è prodigato con<br />

maggior convinzione dei maschietti) e in poco tempo tutto<br />

assume un aspetto presentabile. Nel frattempo si sono anche<br />

trasformate le barche dalla fase di giaciglio a quella di perfetti<br />

arnesi da regata e quindi, dopo aver imbarcato gli avanzi dei<br />

viveri che ci serviranno per il pranzo e i grossi sacchi delle<br />

immondizie che abbiamo prodotto, possiamo partire per il ritorno<br />

alla civiltà: sono le 11.30 del 30 ottobre – ora solare.<br />

C'è un lieve Borin che ci assicurerà la propulsione a<br />

vela per buona parte <strong>della</strong> giornata, e quindi armiamo e ci<br />

dirigiamo verso l'argine sinistro <strong>della</strong> laguna alla ricerca di un<br />

canaletto che ci porti verso casa; si<br />

alza con gran fragore di ali un<br />

piccolo stormo di cigni...,<br />

Volo di cigni<br />

percorriamo poche centinaia di metri verso ponente e quindi<br />

decidiamo di virare decisamente a sud<br />

quando notiamo che il fondale comincia a<br />

ridursi repentinamente: c'è da percorrere tutta<br />

la Valle di Ca' Zane per po trovare un taglio che ci porti sul Canale Silone o<br />

sul Canale <strong>della</strong> Dolce. L'acqua è limpidissima e l'ombra degli scafi si<br />

staglia sul fondale come fossimo ai Caraibi , magari le tonalità sono un pelo<br />

più verdognole, ma basta accontentarsi del resto siamo in laguna nord .....<br />

Ma il Borin cala, cala, cala....,<br />

anche se la nostra Sisa continua a comportarsi<br />

benissimo e prosegue anche con un<br />

filo di vento: gli altri proseguono<br />

appaiati sfruttando le rande a<br />

farfalla per un po' , quindi si<br />

Convoglio al terzo<br />

agganciano a Pevarina che con il<br />

motore al minimo trascina tutti<br />

piano piano. Ci agganciamo anche noi al convoglio perché di vento<br />

non ce n'è più e giustamente perché è<br />

l'ora del pranzo!! Continuiamo<br />

Palude immobile<br />

piano piano tutti agganciati e intanto pranziamo con gli avanzi<br />

del banchetto serale, il convoglio scivola liscio sulla <strong>palude</strong> senza<br />

rompere l'immobilità dello sterminato specchio d'acqua.<br />

Finalmente le antenne di Fabio captano un alito di vento e<br />

consiglia il distacco di Sisa e Silia dal convoglio per cercare il<br />

taglio. Sisa si comporta benissimo: nessuno riesce ad avvicinarsi<br />

ma forse è perché abbiamo il fiocco<br />

che ci aiuta (Silia ha solo la randa), comunque noi dobbiamo<br />

proseguire senza soste perché stasera la gru chiude più presto<br />

essendo tornata l'ora solare : ci allontaniamo sempre di più dal<br />

gruppo veneziano che probabilmente trova anche il taglio con<br />

Shuluq issa la randa<br />

Dryope lascia il Montiron<br />

Si pranza uniti<br />

Distacco dai veneziani<br />

Acqua trasparente


l'aiuto di una barca che transita, mentre noi percorriamo tutta la <strong>palude</strong> e, quando il vento ci<br />

abbandona di nuovo essendo ormai le 15 decidiamo di ammainare tutto e proseguire a motore. <strong>Il</strong><br />

taglio noi non l'abbiamo trovato, anzi io mi sono lasciato ingannare dalla rete a bilancia che si<br />

intravvede dietro la barena, dove mi ero diretto pensando che comunque ci sarebbe stato un<br />

taglio nelle vicinanze. Non è così e quindi proseguiamo verso sinistra dove si intravvede l'isola<br />

di S. Cristina e riprendiamo il percorso fatto all'andata passando ancora davanti l'Ossario di S.<br />

Ariano e quindi verso Burano. Non è prestissimo ma in un ora e mezza dovremmo farcela ad<br />

Ossario di S. Ariano<br />

arrivare a S. Giuliano: ci aiuta un po' anche la marea che sta calando, ma poi ce la faremo con<br />

la bassa marea ad entrare senza dover dirottare per il canale di S. Secondo?<br />

Percorriamo velocemente la Palude del Monte, ci lasciamo alle spalle le isole di<br />

Carbonera e poi di Tessera ed infine, dopo aver incrociato il canale di Campalto, puntiamo<br />

direttamente a S. Giuliano e con fatica riusciamo a vincere la secca piena di alghe e ad<br />

approdare alle 16.50: ce l'abbiamo fatta!!!<br />

Stanchi, ma soddisfatti <strong>della</strong> bella esperienza mettiamo a posto l'attrezzatura e la<br />

barca, arrivederci alla prossima!!!!<br />

<strong>Il</strong> tracciato GPS del percorso di Sisa<br />

Sergio Zulian

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