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imp. Arch. Stato ok - Archivio di Stato di Palermo

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GLI ARCHIVI DIGITALI.<br />

TRADUZIONI DEL SAPERE ARCHIVISTICO<br />

E STRATIFICAZIONI CONCETTUALI<br />

Nell’autunno del 1574 Juan de Herrera, l’architetto che avrebbe seguito<br />

l’e<strong>di</strong>ficazione della maggior parte delle costruzioni reali della sua epoca, ricevette<br />

l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> sistemare e rie<strong>di</strong>ficare la piccola fortezza <strong>di</strong> Simancas, che<br />

ormai da oltre trent’anni raccoglieva le carte dell’archivio Generale delle In<strong>di</strong>e.<br />

Il problema che si poneva all’architetto <strong>di</strong> Filippo II era quello <strong>di</strong> riconvertire<br />

una struttura e<strong>di</strong>ficata per limitati compiti bellici in qualcosa <strong>di</strong> nuovo: un<br />

e<strong>di</strong>ficio che contenesse esclusivamente documenti. L’evento è noto come primo<br />

atto <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio a specifica destinazione archivistica anche<br />

se la funzione dell’archivio non era ancora definita, somigliava infatti a<br />

quella degli archivi correnti che venivano conservati nei palazzi <strong>di</strong> alcune gran<strong>di</strong><br />

famiglie 1 , lo stesso or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> costruzione non definiva già i compiti <strong>di</strong> chi<br />

avrebbe mantenuto in vita la struttura 2 . L’archivio avrebbe dovuto contenere<br />

in gran parte materiale cartaceo, soprattutto corrispondenza, relativo all’attività<br />

dei Consigli reali, organi che ormai guidavano tutti i <strong>di</strong>fferenti settori <strong>di</strong><br />

attività dello stato. La prima funzione della nuova struttura sarebbe stata soprattutto<br />

<strong>di</strong> aiuto all’attività amministrativa, rispondeva all’esigenza primaria<br />

<strong>di</strong> conservare una produzione <strong>di</strong> carte che aumentava in modo esponenziale.<br />

La nascita dell’archivio rispondeva dunque all’esigenza <strong>di</strong> riconsiderare il sistema<br />

<strong>di</strong> gestione delle informazioni su un territorio sempre più vasto ed articolato,<br />

mantenendo intatta la sud<strong>di</strong>visione delle carte prodotte.<br />

L’idea dell’archivio mostrava però anche elementi della nuova visione<br />

delle strutture sociali. La sua nascita si collocava anche in un momento <strong>di</strong> trasformazione<br />

della visione generale del sapere e dell’organizzazione dell’attività<br />

umana. Il contenuto stesso <strong>di</strong>mostrava l’identità tra centro dell’amministrazione<br />

ed essenza del nuovo modello politico statale. Raccogliere la<br />

produzione scritta significava sistematizzare le conoscenze amministrative e<br />

rendere reperibili informazioni sull’attività del sovrano, quin<strong>di</strong> dello stato.<br />

1 L’archivio General de la Corona d’Aragòn, ad esempio, era conservato dal 1318 in alcune stanze<br />

del palazzo reale <strong>di</strong> Barcellona. Tra i vari interventi sull’opera <strong>di</strong> Juan de Herrera, Catherine Wilkinson-<br />

Zerner, Juan de Herrera: architect to Philip II of Spain, New Haven-London, 1993.<br />

2 Un primo regolamento dell’archivio ne avrebbe definito l’attività pochi anni dopo. Cfr. Instrucción<br />

para el gobierno del <strong>Arch</strong>ivo de Simancas, 24 agosto 1588.<br />

AS. 10. Il regolamento dettava quantità e compiti degli archivisti, che già comprendevano anche<br />

la conservazione e la descrizione, aggiungendo anche in<strong>di</strong>cazioni sugli orari <strong>di</strong> lavoro e sui salari. Per<br />

una storia degli archivi ve<strong>di</strong> Elio Lodolini, Lineamenti <strong>di</strong> storia dell’archivistica italiana: dalle origini alla<br />

metà del secolo xx, Roma, NIS, 1991.<br />

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