imp. Arch. Stato ok - Archivio di Stato di Palermo
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gli archivi <strong>di</strong> deposito o ancora che non abbiano le risorse per investire sulla<br />
sicurezza degli archivi <strong>di</strong>gitali.<br />
Si consideri, fra l’altro, che è stata riproposta la sud<strong>di</strong>visione tra archivio<br />
corrente, archivio <strong>di</strong> deposito e archivio storico anche per gli archivi elettronici,<br />
con il pericolo del mancato allineamento tecnologico dunque fra i vari<br />
segmenti dell’archivio. Si tenga conto che è rimasto invariato il termine dei 40<br />
anni previsto per il versamento negli <strong>Arch</strong>ivi <strong>di</strong> <strong>Stato</strong> o per il passaggio comunque<br />
dalla sezione <strong>di</strong> deposito all’archivio storico. Un termine che, considerato<br />
il ritmo dell’evoluzione tecnologica, costituisce una vera e propria era.<br />
Il dovere <strong>di</strong> archivisti e storici è forse ora quello <strong>di</strong> proporre e sollecitare<br />
congiuntamente strategie <strong>di</strong> conservazione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o e lungo periodo che<br />
prevedano anche il deposito presso archivi pubblici o privati già operanti e attrezzati<br />
o la promozione <strong>di</strong> archivi consortili <strong>di</strong> settore.<br />
Ma prioritario e inderogabile sembra in tal senso un forte <strong>imp</strong>egno anche nel<br />
campo delle strategie tecnologiche soprattutto da parte dell’Amministrazione<br />
archivistica chiamata non solo a tutelare, ma anche a conservare in un futuro<br />
non poi così lontano gli archivi <strong>di</strong>gitali delle amministrazioni dello <strong>Stato</strong>.<br />
Già qualche anno fa la Direzione Generale per gli <strong>Arch</strong>ivi si era fatta<br />
promotrice <strong>di</strong> una mo<strong>di</strong>fica normativa (che non ha avuto seguito), che prevedeva<br />
il deposito perio<strong>di</strong>co presso l’<strong>Arch</strong>ivio Centrale dello <strong>Stato</strong> <strong>di</strong> un<br />
esemplare degli archivi <strong>di</strong>gitali prodotti dalle amministrazioni dello <strong>Stato</strong><br />
con modalità da decidersi con successivo regolamento esecutivo.<br />
Questo tipo <strong>di</strong> soluzione sembra ora essere stato adottato dal legislatore<br />
sia pure in tutt’altro contesto documentario. Il regolamento per la revisione<br />
e la semplificazione dell’or<strong>di</strong>namento dello stato civile (DPR 396/00) infatti<br />
ha previsto l’istituzione <strong>di</strong> un centro nazionale <strong>di</strong> raccolta degli archivi informatici<br />
dello stato civile per assicurarne la conservazione anche in caso <strong>di</strong><br />
eventi dannosi o calamitosi.<br />
La via dunque sembra tracciata, ma, anche ad evitare il pericolo che gli<br />
archivi storici si trasformino in un museo della memoria cartacea, è opportuno<br />
che si delineino possibili soluzioni fondate sull’esperienza e sulla conoscenza<br />
dei problemi degli operatori del settore.<br />
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DANIELA GRANA