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imp. Arch. Stato ok - Archivio di Stato di Palermo

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no inoltre una ricerca evidentemente molto più efficace e rapida rispetto a<br />

quella sequenziale o per in<strong>di</strong>ci dei tra<strong>di</strong>zionali strumenti <strong>di</strong> ricerca.<br />

Ma qui si tratta <strong>di</strong> archivi che o nascono originariamente su supporto<br />

elettronico o <strong>di</strong> archivi cartacei che vengono archiviati in formato <strong>di</strong>gitale e<br />

poi <strong>di</strong>strutti.<br />

Ciò che preoccupa maggiormente gli archivisti, ma non solo, è dunque il<br />

problema della conservazione nel tempo degli archivi <strong>di</strong>gitali.<br />

Di fronte a un <strong>di</strong>ffuso e forse eccessivo allarmismo circa la deperibilità e<br />

la labilità delle memorie elettroniche è ad ogni buon conto necessario che anche<br />

gli archivisti più tra<strong>di</strong>zionali prendano onestamente atto che molti, troppi<br />

archivi cartacei sono a rischio <strong>di</strong> una totale <strong>di</strong>struzione per le con<strong>di</strong>zioni in<br />

cui sono tenuti, in locali non idonei che compromettono l’integrità dei supporti<br />

fisici. Bisogna prendere atto che, anche laddove le con<strong>di</strong>zioni ambientali<br />

non sono tali da comprometterne l’integrità, alcuni archivi, vuoi per la loro<br />

pletoricità, vuoi per il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne nel quale si sono formati e se<strong>di</strong>mentati, o<br />

anche per la mancanza <strong>di</strong> alcun mezzo <strong>di</strong> corredo, sono <strong>di</strong> fatto inaccessibili.<br />

Le ere dell’argilla, del papiro, della pergamena e della carta sono state<br />

particolarmente lunghe e hanno comportato, a seconda delle epoche, <strong>di</strong>verse<br />

e non sempre adeguate strategie <strong>di</strong> conservazione. Molti <strong>di</strong> noi ad esempio<br />

non solo ricordano, ma hanno dovuto affrontare delicate operazioni <strong>di</strong> recupero<br />

e <strong>di</strong> conservazione delle “veline” della prima metà <strong>di</strong> questo secolo,<br />

non solo estremamente fragili, ma per <strong>di</strong> più “<strong>imp</strong>resse” o meglio “perforate”<br />

dai caratteri pesanti delle prime macchine da scrivere, tanto che molte <strong>di</strong><br />

esse sono andate irrime<strong>di</strong>abilmente <strong>di</strong>strutte. Per non parlare <strong>di</strong> inchiostri<br />

delebili o ancora <strong>di</strong> scarti in<strong>di</strong>scriminati o ancora <strong>di</strong> interi archivi lasciati alla<br />

lenta, ma inesorabile opera <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> intemperie, muffe, ro<strong>di</strong>tori,<br />

insetti e via <strong>di</strong>cendo in epoche più o meno recenti.<br />

Viceversa il pericolo della per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> un archivio elettronico è legato soprattutto<br />

alla rapida obsolescenza delle tecnologie e all’incontrollabile proliferazione<br />

<strong>di</strong> standard <strong>di</strong>versi.<br />

È da notare che nei recenti tragici avvenimenti dell’11 settembre 2001 la<br />

<strong>di</strong>struzione del World Trade Center ha comportato la per<strong>di</strong>ta degli archivi,<br />

cartacei e <strong>di</strong>gitali, <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> aziende. Si sono salvati solo gli archivi <strong>di</strong> quelle<br />

società che effettuavano un back-up giornaliero dei dati contemporaneamente<br />

su un altro archivio elettronico allocato in una sede <strong>di</strong>versa.<br />

I problemi relativi alla conservazione e alle strategie da mettere in atto<br />

sono sempre emersi ad ogni occasione <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito; se ne <strong>di</strong>scuteva quando<br />

gli archivi erano esclusivamente cartacei, se ne <strong>di</strong>scute ora per le memorie <strong>di</strong>gitali.<br />

E spesso si ritorna alle questioni <strong>di</strong> sempre: spazi, costi, mancanza <strong>di</strong> interesse<br />

e <strong>di</strong> sensibilità culturale nei confronti dell’archivio.<br />

Nel settore pubblico il pericolo che si corre è che le amministrazioni non<br />

investano nei prescritti riversamenti perio<strong>di</strong>ci degli archivi <strong>di</strong>gitali non più<br />

utilizzati per le finalità pratiche, così come ora non investono <strong>di</strong> regola per<br />

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