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imp. Arch. Stato ok - Archivio di Stato di Palermo

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luogo, ci lascia molto perplessi. L’unica volontà che emerge con chiarezza è<br />

quella <strong>di</strong> non lasciare al proprio erede, situazioni incerte sulle quali possano<br />

innestarsi speculazioni o riven<strong>di</strong>cazioni derivanti da fatti lontani negli anni e<br />

quin<strong>di</strong> certamente <strong>di</strong>fficili da provare ma anche da contestare, e tuttavia sempre<br />

in grado <strong>di</strong> creare malumori e <strong>di</strong>ssensi. Il 28 novembre dello stesso anno<br />

26 , “iacens in lecto infirmus corpore”, con altri co<strong>di</strong>cilli continua a prendere<br />

decisioni per le sue terre calabresi e ad elargire somme a conventi e<br />

monasteri. Per la prima volta troviamo un accenno alla sua biblioteca.<br />

Dispone, infatti, che tutti i libri ecclesiastici in carta bambacina che si trovano<br />

non solo a <strong>Palermo</strong> ma anche nelle sue residenze <strong>di</strong> Monteleone e Napoli<br />

vengano consegnati al convento <strong>di</strong> santa Maria <strong>di</strong> Gesù in Monteleone al quale<br />

lascia anche alcuni oggetti in argento della sua cappella che troveremo poi<br />

elencati nell’inventario ere<strong>di</strong>tario compilato qualche giorno dopo la sua morte:<br />

un’immagine d’argento della Madonna e due reliquiari. Ed allo stesso convento<br />

che è annesso alla chiesa nella quale, come egli stesso ricorda, dovrà<br />

essere seppelito, andranno ancora cento ducati per l’acquisto <strong>di</strong> libri <strong>di</strong> filosofia,<br />

logica e teologia per la formazione culturale e spirituale dei monaci.Ma<br />

subito agli inizi del nuovo anno ecco ancora altri co<strong>di</strong>cilli che annullano tutti<br />

quelli scritti prima 27 ; però riteniamo che con questi ultimi, egli stesso abbia<br />

sentito la necessità <strong>di</strong> riunire in un solo documento quanto prima <strong>di</strong>sperso<br />

in tanti. La compilazione in date così ravvicinate del testamento e dei co<strong>di</strong>cilli<br />

potrebbe essere giustificata dall’avvicinarsi, per il vicerè, della data <strong>di</strong> un suo<br />

viaggio in Spagna. Già nel giugno del 1526 aveva provveduto a nominare suo<br />

figlio Camillo procuratore affinché si occupasse della gestione degli interessi<br />

<strong>di</strong> famiglia nel regno <strong>di</strong> Napoli 28 , e aveva conferito al suo procuratore<br />

Cipriano Spinola autorità <strong>di</strong> esigere tutto quanto a lui spettava, sia “ex salario”<br />

dell’ufficio <strong>di</strong> vicerè sia per ogni altra causa, da persona pubblica o privata.<br />

È nel documento con il quale Dragonetto Granata, suo segretario, provvede<br />

a nominare un suo procuratore che esplicitamente si <strong>di</strong>ce che il vicerè<br />

dovrà, entro breve,allontanarsi dal regno per incontrare l’<strong>imp</strong>eratore 29 . Da<br />

un conto che Cipriano Spinola, che è anche maestro portulano, compila insieme<br />

al vicerè risultano tutte le somme che lo Spinola ha introitato e pagato<br />

a suo nome dal 1° gennaio 13.a in<strong>di</strong>zione. In particolare sono annotate grosse<br />

somme <strong>di</strong> danaro che egli ha mandato al vicere quando si trovava a Valenza<br />

e poi a Granada. Nello stesso atto c’è un pagamento <strong>di</strong> onza 1.18 “ut faceret<br />

conducere a maritime huis urbis ad castrum ad mare illam artiglariam” che il<br />

vicerè dovrà portare con sé “in partibus Ispaniarum” 30 . Il 14 marzo del 1528<br />

26 Ibid., c. 277r. Un co<strong>di</strong>cillo istituisce un legato <strong>di</strong> 40 onze a favore della venerabile cappella dei<br />

sette Principi degli Angeli per la realizzazione <strong>di</strong> un’icona che verrà fatta secondo le in<strong>di</strong>cazioni dei rettori<br />

della cappella e <strong>di</strong> Tommaso Bellorusso.<br />

27 Ibid., 3 gennaio 1528, c. 313r.<br />

28 Cfr. nota 7.<br />

29 Notaio G. De Marchisio, reg. 3796, 30 giugno 1526, c. 177v.<br />

30 Notaio G. De Marchisio, appen<strong>di</strong>ce 37, 1° maggio 1528, c. 400r.<br />

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