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imp. Arch. Stato ok - Archivio di Stato di Palermo

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notaio De Marchisio, con il quale pare abbia in quel periodo incontri quasi<br />

quoti<strong>di</strong>ani, ogni sua <strong>di</strong>sposizione. Portano tutti la data del 1° ottobre 1527 19 ,<br />

gli atti <strong>di</strong> donazione a favore <strong>di</strong> alcuni paesi <strong>di</strong> Calabria. I sindaci <strong>di</strong><br />

Monteleone, Burrello, Misiano, Policastro e Rosarno ricevono ciascuno 30<br />

ducati annui da usare come dote per maritare una fanciulla povera. A<br />

Monteleone, l’o<strong>di</strong>erna Vibo Valentia, che è il cuore del suo ducato, c’è oltre<br />

al suo castello anche la chiesa e il convento <strong>di</strong> Santa Maria <strong>di</strong> Gesù da lui fondati.<br />

Al convento fa donazione <strong>di</strong> 48 ducati per elemosine e alla cappella <strong>di</strong><br />

san Michele Arcangelo da lui voluta dentro il suo castello dona 16 ducati.<br />

Quin<strong>di</strong> anche lì il vicerè ha voluto onorare l’arcangelo Michele, vittorioso sul<br />

peccato per aver scacciato Satana dai Cieli. Quando Vincenzo da Pavia assumeva<br />

l’incarico <strong>di</strong> glorificare con un <strong>di</strong>pinto da sistemare nella chiesa dei<br />

Sette Angeli a <strong>Palermo</strong> dove aveva sede anche la confraternita <strong>imp</strong>eriale <strong>di</strong><br />

san Michele Arcangelo, tutti i Principi degli angeli con “Lucifero sutta li pe<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> san Micheli”, Antonello Gagini aveva già ricevuto, qualche anno prima,<br />

l’incarico <strong>di</strong> scolpire “la imagini seu figura <strong>di</strong> santo Micheli, armato a la<br />

antiqua cum li ali e la lancza in manu dextra et lu demonio <strong>di</strong> supta” 20 .<br />

Ancora dopo <strong>di</strong>eci anni la statua non sarà pronta e il vicerè chiederà allo scultore<br />

<strong>di</strong> sostituirla con un’altra raffigurante la Madonna che sempre però è da<br />

destinare al castello <strong>di</strong> Monteleone. Delle cinque statue commissionate al<br />

Gagini nell’atto del 22 nonembre 1524, la Vergine con il figlio in braccio, san<br />

Michele, san Giovanni evangelista, la Maddalena e san Giuseppe, lo scultore<br />

consegnerà certamente la Vergine, san Giovanni e la Maddalena che oggi<br />

si trovano nella cattedrale <strong>di</strong> Vibo. Le due statue <strong>di</strong> san Michele e <strong>di</strong> san<br />

Giuseppe saranno, a richiesta del vicerè, sostituite con san Luca e un’altra<br />

Madonna. Per queste cinque statue lo scultore siciliano Aloisio de Battista 21<br />

si obbligherà con il vicerè a scolpire “quinque tabernacula petre civitatis<br />

Thermarum ad opus in eis reponen<strong>di</strong>s illas quinque imagines marmoreas quas<br />

<strong>di</strong>ctus illustrissimus dominus sculptor facit pro <strong>di</strong>cto de Monteleonis”. Così<br />

scritto sembrerebbe che oltre ai tabernacoli il de Battista abbia fatto anche<br />

le cinque statue da riporvi dentro, invece così non è perché un appunto informale<br />

scritto dal notaio sul verso <strong>di</strong> un atto riguardante Antonello Gagini e<br />

del quale parleremo dopo, così <strong>di</strong>ce: “Nota chi li chinco tabernaculi chi ha <strong>di</strong><br />

fari mastro Aloisio de Abbattista, li quatro si hanno <strong>di</strong> exponiri in la ecclesia<br />

<strong>di</strong> santa Maria <strong>di</strong> Gesù in Muntiliuni intra li quali si hanno <strong>di</strong> reponiri li 4<br />

imagini zoe quella <strong>di</strong> Nostra Donna, <strong>di</strong> la Maddalena, <strong>di</strong> san Joanni et <strong>di</strong> santo<br />

Luca et l’altro tabernaculo si ha <strong>di</strong> reponiri in lo castello <strong>di</strong> Muntiliuni intra<br />

lo quali si ha <strong>di</strong> reponiri la figura <strong>di</strong> Nostra Donna intro lo castello”. Si<br />

tratta, quin<strong>di</strong>, delle cinque statue <strong>di</strong> Antonello 22 .<br />

19 Notaio G. De Marchisio, appen<strong>di</strong>ce 37, documento del 1° ottobre 1527.<br />

20 A.S.Pa. notaio Matteo Fallera, reg. 1778, doc. del 22 novembre 1524; cfr. anche G. Di Marzo, I<br />

Gagini e la scultura in Sicilia, Pa 1884.<br />

21 Notaio G. De Marchisio, minute 3807, doc. del 14 <strong>di</strong>cembre 1534.<br />

22 Ibid., doc. del 20 <strong>di</strong>cembre 1534.<br />

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