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imp. Arch. Stato ok - Archivio di Stato di Palermo

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istituisce erede universale il nipote Ettore, primogenito del defunto figlio<br />

Camillo.<br />

Dalla fine <strong>di</strong> settembre 1527 ai primi <strong>di</strong> gennaio dell’anno successivo il<br />

vicerè prende decisioni <strong>imp</strong>ortanti che coinvolgono il suo patrimonio e territori<br />

e persone dei suoi domini al <strong>di</strong> là dello Stretto. È un momento <strong>di</strong> grande<br />

fervore religioso e umanitario nel quale bene si colloca la “fondazione e<br />

dotazione <strong>di</strong> giuspatronato dei Sette Angeli” 10 . Già qualche tempo prima egli,<br />

per la sua antica devozione verso i Gloriosi Sette Principi degli Angeli ha introdotto<br />

la confraternita <strong>imp</strong>eriale dei Sette Angeli nella cappella o chiesa<br />

omonima fondata a <strong>Palermo</strong> nel quartiere del Cassaro, proprio alle spalle della<br />

cattedrale. L’accresciuto numero <strong>di</strong> frequentatori della chiesa e dei fedeli<br />

che ogni giorno partecipano al culto, spinge il vicerè a dotare la chiesa e la<br />

confraternita <strong>di</strong> un’annua ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> 30 onze da <strong>di</strong>videre fra i rettori della<br />

confraternita, che in questo periodo sono Nicolò Pullastra, Alessandro<br />

Gallico, Baldassare Bologna e Rinaldo Coffitella 11 , e il Beneficiale della cappella.<br />

La somma servirà per comprare frumento da <strong>di</strong>videre ai confrati poveri<br />

e per le spese <strong>di</strong> culto della confraternita e della chiesa. Lo “juspatronatus”<br />

dà <strong>di</strong>ritto al vicerè <strong>di</strong> scegliere e nominare il Beneficiale della cappella<br />

con l’unica restrizione della successiva conferma della nomina da parte<br />

dell’Arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>. Il primo Beneficiale fu certamente il presbitero<br />

Antonio Del Duca. Nel gennaio del 1528 egli rilascia ricevuta agli atti del<br />

notaio De Marchisio 12 dell’avvenuta erogazione <strong>di</strong> 6 onze come seconda rata<br />

delle tre nelle quali è stato sud<strong>di</strong>viso il totale <strong>di</strong> 18 onze a lui spettanti come<br />

Beneficiale della cappella, per volontà espressa dal vicerè nell’atto <strong>di</strong> fondazione<br />

<strong>di</strong> giuspatronato. Nello stesso giorno il reverendo Tommmaso<br />

Bellorusso, citta<strong>di</strong>no palermitano e Protonotaro apostolico, <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> aver<br />

ricevuto onze 18.26.10 “nomine et pro parte” <strong>di</strong> Ettore Pignatelli a completamento<br />

<strong>di</strong> una maggiore somma in parte già erogata. Il denaro servirà per<br />

opere murarie e altri lavori nella chiesa dei Sette Angeli 13 . Dovranno essere costruiti<br />

la tribuna e l’arco, gli “acrixelli” 14 e il muro della chiesa “ex parte foris”.<br />

Opere murarie e <strong>di</strong> falegnameria che verranno eseguite come certamente<br />

era descritto in contratti d’opera che il notaio, purtroppo non ha mai trascritto<br />

nelle sue minute 15 .<br />

10 Notaio G. De Marchisio, appen<strong>di</strong>ce 37, doc. del 27 settembre 1527, c. 44r.<br />

11 In un atto del 16 giugno 1528 risultano però rettori dell’<strong>imp</strong>eriale confraternita <strong>di</strong> san Michele<br />

principe degli Angeli, Pietro Montaperto, Giovanni Mannara e Geronimo Mastrantonio (appen<strong>di</strong>ce<br />

37). Essi ricevono 12 onze dalla donazione <strong>di</strong> Ettore Pignatelli per l’acquisto <strong>di</strong> frumento per i confrati<br />

poveri.<br />

12 Notaio G. De Marchisio, appen<strong>di</strong>ce 37, doc. dell’8 gennaio 1528, c. 322v.<br />

13 Ibid., doc. dell’8 gennaio 1528, c. 322v.<br />

14 Leggiamo “arcixelli” cioè archi più piccoli.<br />

15 Alle cc. 244 e 246 della stessa appen<strong>di</strong>ce 37 troviamo, infatti, due pagine con la data del 2 novembre<br />

1527 e al margine sinistro l’annotazione “pro ill.mo domino prorege cum magistrum Vincentium<br />

de Francisco” e “pro ill.mo domino prorege cum magistrum Antonium Belguardo”. I due sono rispettivamente<br />

il “fabrolignarius” e il “fabricator” ai quali sono stati affidati i lavori.<br />

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