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imp. Arch. Stato ok - Archivio di Stato di Palermo

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Il primo documento relativo a Ettore Pignatelli è del 7 novembre 1517 1 .<br />

Egli, ancora solo luogotenente e capitano generale, vicerè è Moncada, da<br />

Messina dove si trovava <strong>di</strong>spone un pagamento <strong>di</strong> cento onze, per il banco<br />

<strong>di</strong> Cosimo Xirotta e soci, da consegnare al mastro giustiziere, al capitano e ai<br />

giurati <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, “ad opus solven<strong>di</strong>” gli uomini che hanno in custo<strong>di</strong>a il regio<br />

ospizio. I custo<strong>di</strong> erano: Antonino Ventimiglia, Francesco e Nicola<br />

Bologna, Pompilio Imperatore, Alfonso Sala<strong>di</strong>no, Geronimo Bonet, Antonino<br />

de Termis e Pietro Afflitto.<br />

Sono gli stessi uomini che l’8 settembre 1517 nella chiesa dell’Annunziata<br />

a <strong>Palermo</strong> uccisero Squarcialupo ponendo fine alla rivolta <strong>di</strong> quell’anno. Lo<br />

stesso Gianluca Squarcialupo, giurato e citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, è cliente del notaio<br />

De Marchisio e quando sarà ucciso, la sua vedova “magnifica donna<br />

Elionora” si rivolgerà allo stesso notaio per un atto che riguarda un tenimento<br />

<strong>di</strong> case sito a <strong>Palermo</strong> nel quartiere Conciaria <strong>di</strong> proprietà della famiglia<br />

Squarcialupo e sul quale vantano un censo annuo i figli <strong>di</strong> Antonio Di Settimo<br />

i cui interessi però, essendo quest’ultimo morto, vengono tutelati da Guglielmo<br />

Spatafora e Nicola Bologna tutori degli orfani 2 . Il giorno 29 agosto 1517 dovendo<br />

pubblicare un inventario ere<strong>di</strong>tario, il notaio, all’inizio dell’atto, ricorda<br />

che: “cum <strong>di</strong>ebus proximis elapsis succedentur tumultu populi in hac felice<br />

urbe quondam miserandus Paolo Xagis....” fu ucciso proprio dentro la<br />

chiesa Cattedrale <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> 3 . Dei suoi tre figli: Antonino, Vincenzo e<br />

Gerolamo, il primo è assente da <strong>Palermo</strong> proprio a causa del tumulto e il secondo<br />

si trova a Napoli. Il terzo, minore <strong>di</strong> 18 anni ma maggiore <strong>di</strong> 15, chiede<br />

ed ottiene con l’autorizzazione della madre ed anche a nome dei fratelli in<br />

fuga, <strong>di</strong> entrare in possesso dell’ere<strong>di</strong>tà paterna 4 . Nel periodo turbolento <strong>di</strong><br />

Squarcialupo, Monteleone si era trasferito a Messina; tornerà a <strong>Palermo</strong> nel<br />

1518 quando da Luogotenente e Capitano Generale sarà formalmente nominato<br />

Vicerè.<br />

Intorno agli stessi anni, molti della <strong>Palermo</strong> che conta per ricchezza e<br />

potere sono clienti <strong>di</strong> De Marchisio 5 . A lui si rivolgono nel 1524 Guglielmo<br />

Valguarnera, barone <strong>di</strong> Siculiana, e sua moglie donna Sicilia, già vedova <strong>di</strong><br />

Rainero Aiutamicristo barone <strong>di</strong> Misilmeri, per il contratto <strong>di</strong> matrimonio<br />

della loro figlia Laura con Cipriano Spinola che, intanto, ha già avuto, per atti<br />

dello stesso notaio la reggenza dell’ufficio <strong>di</strong> Mastro portulano da Ettore<br />

Pignatelli titolare dell’ufficio.<br />

Ancora nel 1524 raccoglie le ultime volontà <strong>di</strong> Aloisia madre del potente<br />

barone <strong>di</strong> Capaci e Tesoriere del regno Francesco Bologna. È del 21 luglio<br />

1 A.S.Pa, notaio Giovanni De Marchisio, minute 3806. Il documento è ripetuto identico nel registro<br />

3795.<br />

2 Notaio G. De Marchisio, registro 3795, doc. del 22 ottobre 1518.<br />

3 Di Paolo Caggio ucciso dalla folla parla già La Lumia in Storie Siciliane, III, Ed. Reg. Siciliana,<br />

pag. 90.<br />

4 Notaio G. De Marchisio, registro 3795.<br />

5 Notaio G. De Marchisio, registro 3796.<br />

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