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imp. Arch. Stato ok - Archivio di Stato di Palermo

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pulate agli atti del notaio stesso. La lettera si chiude con la raccomandazione<br />

al padre perché decida prontamente se prendere o meno in affitto “la potiga”<br />

<strong>di</strong> notaio Pellegrino il quale non intende aspettare oltre la risposta. Forse questa<br />

“potiga” serviva ad ingran<strong>di</strong>re un’attività già esistente o forse ad aprire<br />

uno stu<strong>di</strong>o notarile o un’attività commerciale. Certo è che a Messina il notaio<br />

aveva interessi e forse anche famiglia.<br />

“Nobili et <strong>di</strong> mi amato patri salute, la presenti è per havisarvi como sto<br />

beni <strong>di</strong> la persuna desiderando lo simili <strong>di</strong> vui et <strong>di</strong> tutti <strong>di</strong> casa. Quista notti<br />

passata chi foro li otto del presenti a li XI huri fu morto lo sfortunato notar<br />

Andria Sala<strong>di</strong>no et fichi testamento. Piu jorni su non tegno litteri <strong>di</strong> nixuno<br />

<strong>di</strong> la casa <strong>di</strong> lo chi sto con gran<strong>di</strong> pena.<br />

Cum notar Joan Loysi vi scripsi et mandayvi a pagari uno docato lo quali<br />

piglay da ipso. Vi prego si mi vuliti mandari quilli li potiti dari o a Ioanne<br />

Paulo oy a lo Secreto et chi ipsi fazano una lettera a lo Signuri como li richiputo<br />

chi lo Signuri mi li darra perche ni ho necessario.<br />

Di lo officio <strong>di</strong> Sala<strong>di</strong>no lo Signuri non <strong>di</strong> havi parlato ancora ma tutti li<br />

libra su a la casa et facemo li apochi cum Sitayolo.<br />

Scrivitimi si havistivu da notar Joanni <strong>di</strong> Amari lo calamaro <strong>di</strong> ligno.<br />

Non altro, qua tutti <strong>di</strong> casa stanno beni.<br />

Scripta in Missina a <strong>di</strong> VIIII° <strong>di</strong> febraro III in<strong>di</strong>ctionis 1530.<br />

Et havisatimi <strong>di</strong> lo fatto <strong>di</strong> la potiga si la voliti perché notar Pellegrino mi<br />

mancha la testa chi <strong>di</strong>chi se vui non la voliti ipso la allugira ad altro.<br />

Lo vostro obe<strong>di</strong>enti figlio chi li basa la mano, Joanni Vichenzo <strong>di</strong><br />

Marchisi”.<br />

Sul verso: “A lo nobili et <strong>di</strong> mi amato patri notar Joanni <strong>di</strong> Marchisi, in<br />

<strong>Palermo</strong>”.<br />

Tutta la produzione notarile <strong>di</strong> De Marchisio è <strong>di</strong>visa, come vuole la tra<strong>di</strong>zione<br />

notarile siciliana, in registri, minute e bastardelli. Dal testo degli atti<br />

appren<strong>di</strong>amo che egli era giu<strong>di</strong>ce della Corte pretoriana, come spesso erano<br />

i notai <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, e notaio pubblico <strong>di</strong> nomina regia con giuris<strong>di</strong>zione estesa<br />

a tutta la Sicilia e alle isole ad essa coa<strong>di</strong>acenti.<br />

Una caratteristica frequente del fondo notarile palermitano del ’500 è la<br />

presenza, tra le minute e i registri, <strong>di</strong> alcuni volumi chiamati “Appen<strong>di</strong>ce”<br />

che non seguono i numeri <strong>di</strong> corda dell’intero fondo ma portano una numerazione<br />

a parte. Sembrerebbe, cioè, che al momento del versamento degli atti<br />

notarili nell’<strong>Arch</strong>ivio <strong>di</strong> <strong>Stato</strong> <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, questi volumi non erano tra quelli<br />

versati e quin<strong>di</strong> sono sfuggiti alla numerazione progressiva. Ritrovati, in un<br />

secondo tempo, sono stati identificati e quin<strong>di</strong> numerati ricominciando dall’inizio.<br />

Gli atti degli anni dal 1517 al 1534, del notaio De Marchisio, sono<br />

contenuti in 10 volumi e ben 6 <strong>di</strong> questi sono “Appen<strong>di</strong>ce”.<br />

Ora poiché quelli sono gli anni del viceregno <strong>di</strong> Ettore Pignatelli duca <strong>di</strong><br />

Monteleone e della sua permanenza in Sicilia, è proprio in quei volumi che ritroviamo<br />

tutti gli atti riguardanti il vicere e stipulati presso il notaio De Marchisio,<br />

che quin<strong>di</strong> identifichiamo con il notaio <strong>di</strong> fiducia <strong>di</strong> Ettore Pignatelli.<br />

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