Le orchidee spontanee del piacentino - Osservatorio Trebbia
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plicata, saldata con altre o deformata. <strong>Le</strong><br />
cause di tali fenomeni sono da ricercarsi<br />
in fattori genetici interni, oppure sono<br />
originati da elementi esterni, quali una<br />
gelata tardiva, una malattia o danni provocati<br />
dall’inquinamento. Attualmente questi<br />
fenomeni vengono studiati attentamente<br />
dagli esperti perchè possono fornire importanti<br />
dati sulle tappe evolutive <strong>del</strong>le<br />
specie.<br />
Gli organi riproduttivi<br />
Come tutti i fiori <strong>del</strong>le angiosperme, anche<br />
quelli <strong>del</strong>le <strong>orchidee</strong> contengono gli<br />
organi riproduttivi maschili (androceo) e<br />
femminili (gineceo).<br />
Tali organi sono fusi assieme (caratteristica<br />
unica <strong>del</strong>le <strong>orchidee</strong>), assumono una posizione<br />
colonnare centrale rispetto all’asse<br />
fiorale e sono collocati sopra il labello. Tale<br />
insieme è chiamato ginostemio (o ginostegio<br />
o ginandro). Quasi tutte le <strong>orchidee</strong><br />
italiane appartengono alla sottofamiglia<br />
<strong>del</strong>le Monandre, quelle specie cioè che a<br />
seguito <strong>del</strong>l’evoluzione si sono ridotte ad<br />
avere un solo stame fertile. L’unica orchidea<br />
italiana ad avere due stami fertili è la<br />
ben nota Cypripedium calceolus o Scarpetta<br />
di Venere e appartiene alla sottofamiglia<br />
<strong>del</strong>le Diandre.<br />
I grani di polline anziché pulverulenti sono<br />
agglutinati (salvo alcuni casi) e formano<br />
due piccole masse dette pollinii. Tali organi<br />
sono posti nelle logge <strong>del</strong>l’antera e sono<br />
collegati ad una ghiandola vischiosa detta<br />
viscidio o retinacolo, tramite due piccoli<br />
filamenti chiamati caudicole.<br />
Il viscidio ha lo scopo di fare aderire i<br />
pollinii al capo degli insetti, quando questi<br />
si posano sul fiore per succhiare il nettare.<br />
Il rostello, presente in quasi tutte le <strong>orchidee</strong>,<br />
ha il compito di impedire che i pollinii<br />
vengano a contatto con lo stimma evitando<br />
in questo modo l’autoimpollinazione.<br />
In certe specie autogame, il rostello è assente<br />
o rudimentale (es. in alcune specie<br />
di Epipactis). Lo stimma è una specie di<br />
fossetta posta alla base <strong>del</strong> ginostemio.<br />
L’ovario è intero, posto cioè alla base degli<br />
organi fiorali e può essere scambiato per<br />
un peduncolo; è monoculare, gli ovuli<br />
sono numerosissimi e sono fissi su tre<br />
placente; reca all’esterno da 3 a 6 costole<br />
longitudinali e per mezzo <strong>del</strong>la spaccatura<br />
di queste costole si ha la fuoriuscita dei<br />
semi maturi.<br />
Anomalie di forma in: a-Serapias vomeracea, b-<br />
Ophrys benacensis, c-Nigritella rhellicani, d-Himantoglossum<br />
adriaticum, e-Oprhys fuciflora.<br />
L’impollinazione<br />
Come si è già accennato, l’impollinazione<br />
avviene nella stragrande maggioranza dei<br />
casi per via entomofila. Gli insetti interessati<br />
a questo sono lepidotteri, imenotteri<br />
e ditteri. Per attirare tali insetti le <strong>orchidee</strong>,<br />
nel corso dei millenni, evolvendosi, hanno<br />
messo a punto dei meccanismi altamente<br />
specializzati; infatti questo compito viene<br />
demandato, a seconda dei generi o <strong>del</strong>le<br />
specie, a uniche o a poche specie di in-<br />
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e<br />
9<br />
10<br />
11<br />
Ginostemio di Orchis<br />
1-Connettivo; 2-Antera; 3-Loggia <strong>del</strong>l’antera;<br />
4-Pollinio; 5-Piega <strong>del</strong> rostello; 6-Caudicola;<br />
7-Retinacolo; 8-Bursicula; 9-Rostello;<br />
10-Stimma; 11-Fauce <strong>del</strong>lo sperone.<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
setti. Ad esempio nei generi Anacamptis,<br />
Gymnadenia, Platanthera, certe farfalle<br />
in possesso di una lunga proboscide<br />
(spiritromba) nel tentativo di succhiare il<br />
nettare che si trova in fondo al lungo sperone,<br />
fanno pressione con il capo contro i<br />
retinacoli; questi faranno aderire i pollinii<br />
al capo <strong>del</strong>l’insetto.<br />
Dopo aver terminato la sua azione predatrice,<br />
l’insetto volerà via con i pollinii<br />
attaccati rivolti verso l’alto. Pochi secondi<br />
dopo le caudicole perdono di rigidità e<br />
si piegano in avanti portando i pollinii in<br />
posizione orizzontale; in questo modo<br />
entreranno facilmente in contatto con lo<br />
stimma di un altro fiore <strong>del</strong>la stessa specie,<br />
quando l’insetto tenterà di succhiare<br />
il nettare. Il metodo di attirare gli insetti<br />
con la produzione di sostanze zuccherine<br />
(nettare) o con la colorazione più o meno<br />
vistosa o con lo stesso profumo <strong>del</strong> fiore<br />
è un fenomeno assai diffuso anche in altre<br />
specie <strong>del</strong> Regno Vegetale.<br />
Un metodo invece estremamente interessante<br />
è quello messo a punto dalle specie<br />
<strong>del</strong> genere Ophrys. Tali specie, non avendo<br />
nettare, attuano un vero e proprio inganno<br />
ai danni di certi insetti.<br />
Il labello assomiglia nella forma, nella colorazione<br />
ed anche nell’odore emesso dal<br />
fiore, all’addome <strong>del</strong>la femmina di certe<br />
specie di imenotteri.<br />
I maschi, attirati da questa falsa femmina,<br />
ma soprattutto dall’odore emesso, tentano<br />
di accoppiarsi. Durante questo falso<br />
accoppiamento (pseudo-copulazione),<br />
il capo <strong>del</strong>l’insetto viene a contatto con<br />
i pollinii e avrà così inizio il meccanismo<br />
<strong>del</strong> trasporto dei pollinii che permetterà<br />
l’impollinazione di un nuovo fiore.<br />
Il merito di aver chiarito il fenomeno <strong>del</strong>l’impollinazione<br />
incrociata <strong>del</strong>le <strong>orchidee</strong>,<br />
va al grande naturalista inglese C. Darwin<br />
(1800-1882) padre <strong>del</strong>l’evoluzionismo.<br />
L’autoimpollinazione<br />
In certe specie di Epipactis (es. E. muelleri),<br />
l’impollinazione avviene con il polline<br />
prodotto dallo stesso fiore (autoimpollinazione).<br />
Queste specie sono caratterizzate<br />
dalla mancanza o dalla riduzione <strong>del</strong><br />
rostello; i pollinii inoltre, anzichè essere<br />
compatti, sono pulverulenti: in tal modo<br />
possono cadere sullo stimma.<br />
Altra specie dove può avvenire l’autoimpollinazione<br />
è Ophrys apifera; quando i