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Le orchidee spontanee del piacentino - Osservatorio Trebbia

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ORCHIS MORIO LINNEO 1753<br />

Orchis morio subsp. picta (Loisel.) K. Richt.<br />

Il nome morio è di dubbia derivazione:<br />

dal greco moros, che signifi ca “pazzo”, o<br />

dall’italiano morrione che signifi ca elmo<br />

o da altri termini che comunque sembra<br />

facciano tutti riferimento alla screziatura<br />

sgargiante <strong>del</strong> casco tepalico.<br />

Pianta<br />

Da 5 a 25 (40) cm. Fusto angoloso<br />

nella parte alta, spruzzato di<br />

violetto.<br />

Fioritura<br />

Aprile, Maggio.<br />

Foglie<br />

Da 5 a 10, riunite in rosetta basale, lunghe da 3 a 12 cm, larghe da 0.5 a<br />

1.5 cm, di forma lineare-lanceolate, ripiegate a doccia o qualcuna eretta;<br />

da 2 a 4 caulinari, lungamente abbraccianti il fusto.<br />

Infiorescenza<br />

Subcilindrica, da corta e lassa a corta e densa, con 5 o 25 fi ori. Brattee<br />

mediamente lunghe quanto l’ovario, con colorazione verdastra, violetto o<br />

porpora scuro.<br />

Fiori<br />

Dal rosso-violetto, al porpora chiaro, con nervature più scure longitudinali<br />

sui sepali laterali. Sepali e petali riuniti a formare un cappuccio; sepali lunghi<br />

da 7.5 a 10.5 mm, larghi da 3 a 5.5 mm, ovali-oblunghi; sepalo mediano e<br />

petali subeguali, lunghi da 6 a 8 mm. Labello più o meno profondamente<br />

trilobato, più largo che lungo; lobi laterali più grandi <strong>del</strong> centrale e spesso<br />

ripiegati all’indietro, con margini dentellati. Parte centrale <strong>del</strong> labello più<br />

chiara, punteggiata da piccole macchie violette. Sperone più corto <strong>del</strong>l’ovario,<br />

troncato all’apice, disposto orizzontalmente o leggermente rivolto<br />

verso l’alto. 2n=36<br />

Status<br />

Fino a pochi anni fa, questa specie, insieme a poche<br />

altre, deteneva il primato di orchidea più numerosa<br />

presente in provincia. Oggi, pur mantenendo la presenza<br />

in quasi tutte le stazioni segnalate nel 1989, è<br />

andata rarefacendosi a tal punto che, laddove erano<br />

presenti migliaia di esemplari, oggi a malapena se ne<br />

trova qualche esemplare qua e là. Il motivo di tutto<br />

questo è da attribuire, in parte, alle continue razzie<br />

da parte <strong>del</strong> cinghiale e in parte al restringimento<br />

degli ambienti di vita, dovuto all’avanzare di arbusti,<br />

rovi e graminacee varie.<br />

Diffusione<br />

Europeo-caucasica. In Italia: in tutto il<br />

territorio. In provincia: presente in tutto<br />

il territorio.<br />

Ambiente<br />

Praterie più o meno aride, soprattutto<br />

in zone franose.<br />

G F M A M G L A S O N D<br />

Note<br />

Raramente si trovano individui a fi ori rosa<br />

o completamente bianchi.<br />

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