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Carla Marzo - Passoni Editore

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Ruolo del medico di famiglia<br />

nella gestione del paziente<br />

con patologia coloproctologica<br />

<strong>Carla</strong> <strong>Marzo</strong><br />

Medico di Famiglia, Bologna – Consiglio Direttivo AIMEF<br />

Il 30% della popolazione, nel corso della vita, soffre almeno una volta di malattie coloproctologiche.<br />

Alcune volte ne derivano disturbi più fastidiosi che pericolosi e un trattamento<br />

corretto può eliminarle; altre volte, invece, il sintomo nasconde patologie più gravi<br />

per le quali occorre essere tempestivi.<br />

Riporto una casistica sull’incidenza della patologia strettamente coloproctologica su un<br />

campione di 2626 pazienti (Dodi, Lise 2000).<br />

● Emorroidi 44%<br />

● Prolasso mucoso 18.7%<br />

● Ragade 10%<br />

● Ascessi /Fistole 6.6%<br />

● Stipsi 5%<br />

● Neoplasie 2%<br />

● I.B.D. 1.6%<br />

● Incontinenza 0.8%<br />

Di seguito sono elencati i sintomi accusati globalmente alla prima visita.<br />

● Rettorragie 68.7%<br />

● Dolore 64.1%<br />

● Prurito 32.2%<br />

● Prolasso 28.2%<br />

Sintomi uguali possano essere espressione di patologie diverse. Ad esempio è possibile<br />

orientarsi verso la diagnosi di ragade se il dolore è a tre fasi, è acuto e scatenato dalla defecazione,<br />

accompagnato da perdita di sangue rosso-vivo (73.3%), ma è altrettanto vero<br />

che una ragade può presentarsi solo con prurito anale (6.1%).<br />

Il sintomo dolore è tra i più difficili da valutare per entità, tipo e sede: può essere puntorio<br />

o trafittivo nell’ascesso e nell’edema perianale, urente negli stati infiammatori cutanei,<br />

nelle lesioni da grattamento per prurito, gravativo nelle emorroidi interne nel prolasso e<br />

nelle neoplasie.<br />

Anche per il sintomo prurito si apre un ampio ventaglio di possibilità proctologiche e mediche.<br />

Le secrezioni possono essere sierose, purulente, ematiche, fecali. Molteplici le cause proc-<br />

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tologiche: dermatiti perianali, trombosi emorroidaria ulcerata, ragade anale, ascesso, fistola,<br />

tumore villoso, incontinenza.<br />

Per quanto concerne la rettorragia, la causa può ritrovarsi a livello del colon ascendente,<br />

del retto-sigma e del rimanente colon. A seconda della tipologia, le emorragie possono<br />

macchiare gli indumenti (emorroidi, lesioni da trattamento, fistole, ulcere, neoplasie),<br />

presentarsi alla fine della defecazione (emorroidi interne, proctiti, IBD), durante la defecazione<br />

(neoplasie, ragadi); ma la rettorragia può essere isolata, associata a turbe del transito<br />

(RCU, m. di Crohn, neoplasie, diverticoli), può riconoscere cause iatrogene (radiomucosite,<br />

terapia con citostatici, antibiotici) o essere secondaria a malattie ematologiche,<br />

della coagulazione e a malattie infettive (TBC intestinale). Il sanguinamento può essere<br />

rosso vivo o scuro.<br />

Altri sintomi come diarrea (RCU, m. di Crohn, tumore villoso, compromissione dell’apparato<br />

sfinteriale), stipsi e la pseudostipsi (da rallentamento colico la prima, da lesioni stenosanti<br />

di varia natura la seconda), dolori addominali (diverticolite, neoplasie, colon irritabile)<br />

completano questo rapido excursus sintomatologico.<br />

La poliedricità di questi sintomi e la certezza che la correlazione tra essi sia solo indicativa<br />

di sede e di natura della lesione che li sostiene, fa sì che l’accurata anamnesi, l’esame<br />

obiettivo, l’approfondimento diagnostico siano elementi indispensabili per dimostrare la<br />

patologia di base senza mai dover ricorrere ad un ragionamento deduttivo.<br />

In questo labirinto di sintomi e segni, il medico di famiglia ha un ruolo cardine è il primo<br />

indispensabile professionista della catena sanitaria. Deve però assumere nei confronti di<br />

questo apparato un atteggiamento critico e di responsabilità, considerando la regione anorettale<br />

alla stregua dell’apparato respiratorio e cardiocircolatorio.<br />

Primo step è una raccolta anamnestica accurata che tenga presente non solo i segni clinici<br />

proctologici che il paziente presenta, ma anche l’importante quota bio-psico-sociale che<br />

la nostra figura riveste. Proprio per questo non dobbiamo dimenticare che la regione anorettale<br />

e il colon più di qualsiasi altra parte del nostro organismo assumono valenza non<br />

solo di funzione d’organo, ma anche psicosomatica e sessuale. In questa regione sono racchiusi<br />

il vissuto psicologico e sessuale di tutti noi fin dall’infanzia, le abitudini sessuali dell’adulto,<br />

la somatizzazione di conflitti psicologici che possono trovare origine nei primi anni<br />

di vita e il pudore che paradossalmente può essere provato nei confronti di chi ci cura<br />

e ci conosce da sempre. Siamo noi che, tenendo presente tutto questo, dobbiamo raccogliere<br />

i dati anamnestici in modo appropriato instaurando con il paziente un dialogo, una<br />

conversazione che lo metta a suo agio e ci permetta di inquadrare al meglio il sintomo che<br />

ci viene riferito.<br />

La raccolta anamnestica non può e non deve mai prescindere dall’esame obiettivo. Se una<br />

criticità va rilevata nel nostro operato forse è proprio quella di non avere la consuetudine<br />

a visitare la zona ano-rettale. Dobbiamo invece riappropriarci di questa abilità e della gestione<br />

delle patologie colo-proctologiche, coltivando sempre con lo specialista dei rapporti<br />

che permettano la condivisione di scelte diagnostiche e terapeutiche. Qualunque disturbo<br />

presenti, il paziente si rivolge a noi e siamo solo noi a doverlo sempre e comunque<br />

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visitare. In questo particolare caso, poi, è necessario rassicurarlo, spiegandogli bene cosa ci<br />

apprestiamo a fare, perché la condivisione di questo momento ci permetterà di avere una<br />

sua maggiore compliance all’esame clinico.<br />

La posizione preferibile e quella genu-pettorale, ma anche il decubito laterale sinistro con<br />

gambe e cosce semiflesse, sollevando adeguatamente la natica destra, ha un suo significato<br />

nel paziente anziano che ha difficoltà di movimento o in quello più pudico o tutte quelle<br />

volte in cui riteniamo troppo traumatico il metodo francese.<br />

La prima parte della visita è costituita dall’ispezione: è necessaria una buona illuminazione<br />

e tante sono le informazioni che possiamo da essa evincere: rossore, eritema, irritazione,<br />

ulcerazioni, ispessimenti cutanei, marische, gavoccioli emorroidali, trombosi emorroidaria,<br />

protrusione emorroidaria, prolasso del retto, che possono accentuarsi se si invita il<br />

paziente al ponzamento.<br />

L’esplorazione rettale, manovra essenziale importantissima, permette di raccogliere molte<br />

informazioni: punti dolorosi alla pressione, rilevatezze, tonicità degli sfinteri, palpazione<br />

indiretta di organi attigui. La descrizione di tutto ciò che rileviamo va espressa con una<br />

convenzionale morfologia topografica che paragona la circonferenza dell’ano ai quadranti<br />

di un orologio.<br />

Ispezione ed esplorazione rettale permettono da sole un importantissimo screening.<br />

Lo step successivo, per i più intraprendenti di noi, è l’anoscopia, che non necessita di preparazione<br />

e che si esegue con semplici strumenti.<br />

La raccolta anamnestica accurata e l’esame clinico ci permetteranno una formulazione<br />

diagnostica nel 70% dei casi ed una appropriatezza nella scelta dei provvedimenti successivi:<br />

● il tipo di esame diagnostico di approfondimento (rettosigmoidoscopia o colonscopia<br />

sinistra piuttosto che una pancoloscopia; manometria più che defecografia o studio del<br />

transito);<br />

● il tempo di invio allo specialista (urgente, differito, programmato), arricchendo la richiesta<br />

di tutte le conoscenze su quel caso;<br />

● la possibilità di affrontare una terapia quanto meno sintomatica.<br />

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