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GRAZIE PANNI!!! - Il Castello il giornale dei pannesi

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<strong>Il</strong> <strong>Castello</strong><br />

gennaio 2010<br />

IL PARCO EOLICO A <strong>PANNI</strong> di Stefano Piscopiello<br />

Anche se con un certo ritardo, vorrei parlare<br />

dalla questione del 2° parco eolico a Panni,<br />

prendendo questo evento a mo’ di spunto<br />

per riflessioni di carattere più generale.<br />

Viviamo all'interno di un sistema altamente<br />

energivoro, ovvero che consuma molta<br />

energia per funzionare. La stragrande maggioranza<br />

della quale viene letteralmente<br />

sprecata; un po’ come avviene per le vecchie<br />

lampadine ad incandescenza in cui<br />

solo <strong>il</strong> 10% dell’energia fornita viene trasformata<br />

in luce visib<strong>il</strong>e. <strong>Il</strong> restante 90%<br />

(novanta!!!) diventa calore, non contribuendo<br />

minimante allo scopo per la quale essa<br />

stessa è stata erogata.<br />

Sono realista, e so che <strong>il</strong> parco eolico è<br />

frutto di un lavoro istituzionale che dura<br />

da parecchi mesi. Ce lo ha ricordato anche<br />

<strong>il</strong> Sig. Sindaco nel suo recente comunicato.<br />

In ogni caso, non auspico la distruzione,<br />

peraltro anacronistica, del progetto. Ed è<br />

per questo che chiedo a tutti noi una certa<br />

sensib<strong>il</strong>ità di fronte a tematiche molto<br />

delicate come questa.<br />

Noi <strong>pannesi</strong> ce lo siamo posti <strong>il</strong> problema<br />

della domanda di energia? O crediamo che<br />

all’occorrenza, tra dieci o venti anni, se ne<br />

potrà ridiscutere costruendo ancora? Siamo<br />

in grado di capire che senza tale consapevolezza<br />

anche le nuove pale finiranno per<br />

diventare un provvedimento insufficiente<br />

per la nostre richieste incessanti?<br />

Qualunque tipo di provvedimento non<br />

può più essere percepito come un atto<br />

singolo fine a se stesso, ma va incastonato<br />

e contestualizzato all’intero<br />

di uno scenario più grande, in cui è<br />

anche <strong>il</strong> singolo cittadino a dover fare<br />

la propria parte.<br />

Tutti i <strong>pannesi</strong> ricordano lo spettro<br />

della discarica che minacciò <strong>il</strong> nostro<br />

paese pochissimi anni fa. Ricorderete<br />

i toni trionfalistici con cui si sventagliava<br />

la necessità assoluta di quella<br />

che veniva spacciata come la soluzione<br />

definitiva del problema della<br />

Campania. Inut<strong>il</strong>e dire che oggi quei siti<br />

sono già traboccanti e che tra poco si dovranno<br />

riaprire i cantieri da qualche altra<br />

parte. Occupando nuovo territorio, sottraendo<br />

ricchezza e benessere a nuove comunità,<br />

che vivranno ciò che abbiamo vissuto<br />

anche noi. E che, in ultima analisi, siamo<br />

noi; se non vogliamo nascondere la polvere<br />

sotto <strong>il</strong> tappeto ed accontentarci di dire<br />

che, spostata di qualche metro, la cosa<br />

smette di riguardarci. E come credete che<br />

verranno scelti i siti per la costruzione delle<br />

famigerate centrali nucleari e delle relative<br />

scorie?<br />

Se vogliamo evitare orizzonti sim<strong>il</strong>i, anche<br />

su questi fronti, conviene iniziare sin da<br />

ora una discussione, che ci vede ritardatari,<br />

su internet, ma non solo. Dobbiamo raggiungere<br />

tutta la comunità pannese attraverso<br />

un uso consapevole e ponderato del<br />

linguaggio e degli<br />

argomenti. Un uso<br />

che la velocissima<br />

fruizione del web non<br />

permette ai più. <strong>Il</strong><br />

<strong>Castello</strong>, ancora una<br />

volta, potrebbe essere<br />

la risposta giusta. L’agorà priv<strong>il</strong>egiata di<br />

un dibattito politico e culturale che ci riguarda<br />

tutti, nessuno escluso. E chi se ne<br />

importa se alcuni non rispondono<br />

all’appello. Dobbiamo agire secondo ciò<br />

che ci dice la coscienza. Diffondendo le<br />

notizie e gli spunti che crediamo di interesse<br />

generale.<br />

La scienza ci ha dato finalmente la possib<strong>il</strong>ità<br />

di voltare pagina rispetto all’uso<br />

indiscriminato delle fonti non rinnovab<strong>il</strong>i;<br />

e le pale eoliche, per quanto preferib<strong>il</strong>i ad<br />

altre fonti di approvvigionamento, sfruttano<br />

la risorsa non rinnovab<strong>il</strong>e per eccellenza:<br />

<strong>il</strong> territorio. Tuttavia, se vogliamo riuscire,<br />

dobbiamo affrontare le questioni da entrambi<br />

i lati del problema. Non ha alcun senso<br />

continuare a riempire un secchio bucato<br />

sul fondo. Si butta prima via <strong>il</strong> secchio e<br />

poi si discute su cosa sia meglio, se <strong>il</strong> solare,<br />

o l’eolico, o le geotermiche, o altro ancora.<br />

Non dobbiamo più accettare la scelta <strong>dei</strong><br />

siti di produzione come una sorta di mannaia<br />

calata dall’alto. Dobbiamo renderci<br />

progressivamente indipendenti da essi.<br />

Gli enti locali, e più in generale, le comunità<br />

locali possono molto in questo senso. Qui<br />

la politica viaggia ancora al livello delle<br />

persone. E deve essere questa la nostra<br />

forza. Ci sono infatti molti esempi che<br />

muovono proprio in questa direzione. In<br />

comuni molto piccoli come è appunto Panni.<br />

E sempre qui in Italia, da nord a sud.<br />

Alludo per esempio al progetto di <strong>il</strong>luminazione<br />

pubblica “Arch<strong>il</strong>ede” inaugurato<br />

<strong>il</strong> sette settembre scorso nel comune di<br />

Canegrate: cinquem<strong>il</strong>a anime in provincia<br />

di M<strong>il</strong>ano. Sfruttando la recente tecnologia<br />

LED, si ottiene un risparmio di energia<br />

elettrica di circa <strong>il</strong> 31% rispetto ai consumi<br />

convenzionali. Con relativa diminuzione<br />

di emissioni di CO2 nell’atmosfera. <strong>Il</strong> progetto<br />

prevede l’installazione di 122 lampade<br />

nelle principali vie del paese, con progres-<br />

20<br />

siva espansione <strong>dei</strong> confini. Inoltre, a fronte<br />

di una spesa iniziale per la messa in opera<br />

dell’iniziativa, i risparmi energetici ed<br />

economici che ne derivano avranno natura<br />

strutturale, duratura nel tempo. Di modo<br />

che si potrà deviare quelle stesse risorse,<br />

oggi immob<strong>il</strong>izzate, verso nuove iniziative<br />

sim<strong>il</strong>i, o semplicemente al risanamento <strong>dei</strong><br />

conti pubblici. Una vera manna dal cielo<br />

se si pensa ai b<strong>il</strong>anci <strong>dei</strong> comuni italiani.<br />

Oppure penso al progetto del solare diffuso<br />

a Melpignano, in provincia di Lecce. Dove<br />

si cerca di agevolare la nascita di piccole<br />

centrali domestiche di energia alimentate<br />

dal sole. <strong>Il</strong> Comune finanzia parte <strong>dei</strong> lavori<br />

per la costruzione <strong>dei</strong> pannelli, la cui gestione<br />

fa capo ai cittadini che ne richiedono<br />

l’installazione sui tetti delle proprie case,<br />

diventando, alla fine della traf<strong>il</strong>a, proprietari<br />

dell’impianto. In questo modo, non si consuma<br />

nuovo territorio, si crea un nuovo<br />

mercato lavorativo, si consente alle famiglie<br />

<strong>il</strong> progressivo affrancamento dall’odiosa,<br />

ma oggi necessaria, bolletta ENEL, e la<br />

comunità, presa nel suo insieme, diventa<br />

esempio per quelle vicine, capovolgendo<br />

la logica della necessità storica di centrali<br />

elettriche, di qualunque genere, che producano<br />

un m<strong>il</strong>ione di watt; non è vero, non<br />

lasciatevi convincere: ciò di cui abbiamo<br />

bisogno sono un m<strong>il</strong>ione di cittadini che<br />

producano un watt a testa.<br />

Oltre all’elettricità ci sono molti altri<br />

nodi da sciogliere. I rifiuti e la raccolta<br />

differenziata, come accennato in<br />

precedenza. L’acqua potab<strong>il</strong>e che rischia<br />

seriamente la privatizzazione<br />

dopo l’approvazione del decreto 113<br />

del Ministro Tremonti. <strong>Il</strong> fenomeno<br />

<strong>dei</strong> prodotti alla spina, come latte e<br />

detersivi, che mentre diminuiscono<br />

gli imballaggi, e quindi i rifiuti, incentivano<br />

e creano un mercato sicuro<br />

all’interno delle singole comunità<br />

attraverso la f<strong>il</strong>iera corta, ovvero un<br />

contatto diretto tra produttori locali<br />

e cittadini consumatori. E questi sono soltanto<br />

alcuni esempi di una lista che si sta<br />

allungando giorno dopo giorno, in cui anche<br />

Panni potrebbe dire la sua. Inoltre non ci<br />

è dato inventarci nulla, in quanto cose già<br />

realizzate in altrettanti comuni italiani. Mi<br />

permetto di aggiungere altresì che per questa<br />

via passa anche un progetto di r<strong>il</strong>ancio<br />

generale dell’immagine del paese che, tradotta<br />

in soldoni, significa turismo.<br />

Sono infatti decine e decine le piattaforme<br />

che, esclusivamente sulla rete, parlano<br />

quotidianamente di queste tematiche. Persone<br />

come noi, gente comune che si scambiano<br />

opinioni, raccontano la propria esperienza,<br />

le idee messe in cantiere, i percorsi<br />

burocratici amministrativi battuti per<br />

l’investitura istituzionale necessaria<br />

continua a pag. 21

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