GRAZIE PANNI!!! - Il Castello il giornale dei pannesi

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12.06.2013 Views

Il Castello gennaio 2010 Intorno agli anni della nascita di Cristo la nostra zona era popolata da tre ceppi principali: i greci, i sanniti, i romani. I GRECI, che erano stanziati in questa zona da almeno sette secoli prima, in quell'epoca seguivano il culto del dio Pan, e insieme ai romani, in questa zona fin da quasi un secolo prima, governavano il territorio. I SANNITI, invece, rappresentavano il ceto sociale più basso essendo stati decimati, sottomessi e schiavizzati, in quanto popolo irriducibile al potere romano, dal dittatore di Roma Silla (in latino 'Sulla', cognome ancora presente a Panni fino all'inizio del '900, e come 'Sullo' ancor'oggi). I ROMANI erano i dominatori assoluti. Il loro dominio non fu indolore, come in altre parti dell'impero (cfr. E.T. Salmon, Il Sannio e i Sanniti, Einaudi 1985). Da queste parti si lasciarono andare ad un dominio sanguinoso, spietato.Infatti la prima Panni (costruita continua da pag. 13 riserva ai suoi figli di grande ingegno, pur se lontani! Carmelina - la conosciamo tutti - è gentile e affettuosa, una signora. Il quartogenito, Mario, oggi poco più che settantenne, anch’egli negli USA, è di una socievolezza unica, un amicone. Don Michele - va innanzitutto precisato - era di vissuta religiosità: la sua fede era un punto fermo con un vivo senso di immanenza nella realtà quotidiana. Egli è da ricordare e da amare per quella sana emulazione, che sapeva alimentare in noi giovani. Personalmente conservo ancora, come un trofeo, “La letteratura del Novecento” a me da lui assegnata, con tanto di dedica, fra i “maturati” del ‘57. «Non basta la nozione» soleva dire il nostro Don Michele «è necessario vivere la realtà in tutti i suoi aspetti: sociale, politico e culturale, oltre a quello religioso.» Di qui l’esigenza dell’attività teatrale, di cui si è tanto parlato nel suo 50° di sacerdozio; di PANNI, 1924 - LA NOSTRA STORIA nella zona detta "U' Piscil') per il fatto che sulla piccola collina di 500 m. circa, tra il paese attuale e l'odierna stazione ferroviaria di Orsara di Puglia, scorre appunto un affluente del Cervaro... dicevo, quel primo borgo viene distrutto nell'82 a.C. dal Dittatore latino SILLA, giuntovi con tre Legioni di Romani. Il tempo di Cristo, prima dell'influenza cristiana nei nostri territori, il culto degli dei pagani greci e romani era la religione dominante. Ai sanniti (i cognomi Manuppelli, Savella, De Cotiis, De Sanctiis sono di sicura origine sannita) restava solo qualche culto clandestino, qualche cimitero rigidamente appartato, e il duro lavoro dei campi a cui erano sottoposti senza alcuna retribuzione, se non gli alimenti strettamente indispensabili alla sopravvivenza. La sottomissione della popolazione sannita fu il motivo principale per la loro RICORDANDO DON MICHELE qui il pressante invito a leggere settimanali e quotidiani, arrivando ad ottenere, per noi giovani, abbonamenti gratuiti o a costi molto agevolati. Altri meriti di Don Michele? Tanti! Innanzitutto l’istituzione della scuola media: per documentarne l’esigenza attivò due sezioni di Telescuola, una curata da lui stesso e l’altra affidata allo scrivente; quindi, sollecitando le autorità politiche e scolastiche della Provincia, riuscì ad ottenere la scuola media in forma autonoma (solo in seguito fu sezione staccata, prima della De Santis di Foggia e poi della Rossomandi di Bovino). Quante volte, a sue spese, si andò insieme a Foggia dal Provveditore o dall’onorevole di turno o ancora dal Preside della De Santis, Preside incaricato anche della nostra istituenda Scuola Media! Tornando al ministero sacerdotale, ricordiamo le omelie di Don Michele, semplici, mai troppo lunghe, ma sempre 14 dagli scritti di Giuseppe PROCACCINI (Panni,28.2.1886 Accadia,4.4.1931) a cura di Vincenzo Franco De Michele e Renato De Michele adesione quasi immediata alla religione di Cristo quando questa si affacciò da queste parti. Sono stati loro, i sanniti, i primi cristiani pannesi. Nessuno se ne ricordò da allora, forse grazie agli stessi sanniti che seguivano bene gli insegnamenti di Cristo, secondo i quali si è tutti fratelli davanti a Dio. Non così fecero greci e romani che ne trassero ulteriore motivo di lotta contro questa minoranza, ora irriducibile per motivi religiosi. La storia delle stragi romane contro i cristiani è ormai nota ai libri di storia, figuriamoci qui nei confronti dei sanniti, nemici di sempre. E possiamo anche immaginare di quale forza morale e religiosa dovettero dar prova questi primi cristiani. Religione è anche memoria, come la storia. Vogliamo cominciare a riconoscerla, a scriverla e, perché no, a celebrarla? efficaci nel messaggio evangelico, che egli commisurava all’ambiente paesano. Si, perché Don Michele è stato e si sentiva pannese, pannese autentico: lo si capiva anche dagli “intercalari” in vernacolo, così felicemente espressivi. Egli ha realizzato le cartoline illustrate dei nostri Santi Protettori; ha registrato la voce delle nostre campane, per riproporcela opportunamente amplificata; egli ha voluto, ha preteso la riapertura della Chiesa Madre, accelerando i tempi della sua ricostruzione. L’elenco delle sue benemerenze sarebbe troppo lungo per questa sede, per cui concludo, sottolineando che la sua vita è stata spesa per noi e con noi e che il suo ricordo è nei nostri cuori. Don Michele, tu che ora sei in Cielo, al cospetto del Signore, perora per noi la Sua misericordia e continua a benedirci: siamo tuoi fratelli, siamo pecorelle del tuo gregge! Prof. Leonardo De Luca

15 LA POSTA Il Castello gennaio 2010 Apprensivo Direttore, ti poni dei problemi,dove a mio parere, non esistono. Li hai già risolti da tempo, basta solo ufficializzare detti compiti ai locali che loro sono già pronti e indirizzati sulla strada da percorrere. La tua funzione deve essere di coordinatore del circondario, visto che non ti neghi per la posta e i residenti altrove. La triade pannese, che è al tuo fianco, risponde a gente preparata, seria, affermata e si può muovere con le proprie gambe. Nel campo religioso spunta, a corposa competenza, l'agrotecnico Amedeo De Cotiis che ne sa quanto un prete, caparbio a ragione nelle sue decisioni, pronto in qualsiasi evenienza clericale, compresi i percorsi di preghiera, di svago; da solo con il suo canto inneggia al Signore e in sua presenza ogni messa diviene solenne. Nel civile s'affaccia il professor Raffaele Rainone, preciso in ogni circostanza, segue ogni passo pannese, la bontà di cui è pregno, la mette a disposizione e la gente da lui è propensa al dialogo per la sua etica comportamentale. La lingua tiene al suo posto e la spegne al biforcuto. E che dire del dottor Rocco Gesualdi? Il suo smagliante sorriso è garanzia di successo. E' vulcanico, intraprendente, non lascia niente al caso, in ogni occasione si rivela un ottimo pensatore, mettendo a frutto le sue prolifere attitudini. E' moderno nei suoi programmi e utilizza ogni forma promozionale, da politico affermato ogni informazione comunale porta alla stampa, reale nei contesti non illude mai la gente. Intorno a queste brillanti risorse umane ruotano: 1) Tony Spada che io definisco papà pacifico per le sue partecipazioni pro Panni per le cariche di presidente, riflessione genuina, posata ma dalle mille effusioni; 2) Michele Liscio, l'anfitrione del gruppo teatrale, ha delle forti potenzialità, non sfrutta a pieno il suo talento, deve esporsi maggiormente, perchè è persona creativa; 3) Valentina Dibisceglia che fotografa a penna l'evento sportivo, incitando i piccoli fenomeni. E tanta gente che opera in sordina quale una professoressa che a soli 22 anni si laureò a pieni voti e preziosa per i suoi progetti nella didattica pannese. E tu, caro Pietro, con queste risorse alle spalle metti in dubbio il cartaceo del Giornale? Ti tocca, però, essere loro confidente e consulente. L'importanza dello stampato è indispensabile, altrimenti il periodico per soli acculturati non ha futuro: è un corpo senza l'anima popolare, si scrive per tutti e non solo per i più fortunati. Rispondo alle istituzionalità circa la Manifestazione dei Caduti, specificando che la mia è una provocazione palese per stabilire la data fissa e non incorrere a giorni incerti, che si vanificano nel giro di una settimana e non ci saranno più scuse per chi deve officiare la Messa. Ogni festa va programmata con largo anticipo e mi parrebbe logico che il Castello ne desse notizia. In questo numero leggo con emozione l'articolo di Luciana Bianco ed evidenzio che è propria figlia per la sua originalità di papà Michele, mio compagno di scuola, il più bravo di tutti alle elementari. La sua affezione verso cose e persone mi ricorda sua nonna Lucietta; la sua trovata per le foto di matrimonio in diversi angoli del paese dimostra una certa genialità, perchè il Belvedere di Panni è dappertutto e lei ne è andata alla ricerca. Vedo in lei una potenziale pittrice (paesaggistica) perché apprezza il gusto del bello e le vestigia del passato; potrebbe essere uno spunto anche per tuo figlio Luca con il suo flash per immortalare preziosità locali e predisporle in cartoline e meglio far conoscere Panni. Nel libro del critico d'arte Vito Procaccini leggo che Antonio Calitri è nato a Panni in vico Cacchiotti e siccome nel paese si contano vari cognomi identici, chiederei ai giornalisti in loco, se la sua ubicazione esiste tuttora, tra quali vie si trova e se è possibile esporre al muro una targa al merito. Un Benvenuto a Panni per il maresciallo Antonio Pellegrini e complimenti per aver individuato la via della sicurezza con il pattugliamento a piedi. W IL GIORNALE CARTACEO! Donato De Michele - from Panni - O.N.A.S 1648/DM W IL GIORNALE CARTACEO…grazie, Donato le tue parole sono per me energiia rinnovata e ritrovata. Bevo la tua disamina e ne traggo beneficio. Vico Cacchiotti? Chiedilo al comune amico-compaesano, nonché geom. Francesco Mastrangelo.Ciao. * * * * Gentile Pietro, spero innanzitutto che tu stia bene unitamente alla tua famiglia. Ti scrivo perché ho letto da qualche giorno l’articolo sulla manifestazione del 4 novembre che si è svolta a Panni e, anche se con un po’ di ritardo, voglio mettere te e i lettori del giornaleIl Castello” al corrente su come effettivamente essa si è svolta . Prima di tutto devo sottolineare il fatto che la partecipazione della Scuola non è casuale, da diversi anni la sottoscritta prof.ssa Lucia Colomba Mauriello, attraverso un progetto “Onoriamo i nostri Caduti” che si svolge in orario curricolare prepara i ragazzi al significato della manifestazione attraverso letture, dibattiti e conversazioni per far capire che la Pace è un bene supremo e che quella vera si costruisce nel proprio cuore per vivere nella piena serenità e in quella libertà che noi oggi abbiamo grazie al sacrificio estremo di quei giovani pannesi, il cui nome è inciso sulle lapidi del Monumento. Il progetto trova il suo momento di maggiore esplicitazione proprio nella partecipazione degli alunni della Scuola Secondaria di 1°grado e anche di quelli della Scuola Primaria e dell’Infanzia alla Cerimonia del 4 novembre organizzata dall’Amministrazione Comunale. Davanti al monumento ai Caduti , ogni anno , dopo l’intervento del Sindaco o di un suo rappresentante e di altri, prima di passare la parola agli alunni, faccio il mio discorso. Mi sembra strano che il tuo corrispondente non si sia accorto, né quest’anno né negli anni precedenti, che la Prof.ssa Lucia Colomba Mauriello faccia un discorso e che guidi gli alunni nella recita preparata in onore dei nostri Caduti. Quest’anno ho esordito ricordando ai presenti che il 4 novembre è la giornata dell’unità nazionale raggiunta grazie al sacrificio di tanti giovani che hanno combattuto e sono morti in nome della libertà: essi sono gli autentici Eroi della nostra Patria, l’amata Italia. Ho ringraziato i reduci che hanno combattuto per la difesa degli stessi valori e tutti i caduti in tempo di pace. Grazie al loro sacrificio,oggi viviamo in una democrazia costruita su valori riconosciuti che sono un patrimonio dell'Italia e che costituiscono un bagaglio autentico di civiltà. Un grazie è andato anche alle Forze armate,di cui il 4 novembre celebriamo la ricorrenza e ad esse, all’Arma dei Carabinieri, che è tra noi, è andata la nostra ammirazione e apprezzamento per l’impegno quotidiano al servizio e in difesa dei cittadini. Ho ricordato che anche noi pannesi abbiamo contribuito all’unità d’Italia, e il nostro monumento ne è l’emblema e testimonianza. Esso sta a ricordare i tanti giovani,che hanno donato la loro vita per assicurare un futuro migliore a noi e alle generazioni future, quei giovani che hanno donato la vita per la difesa di un ideale, per il senso del dovere e la lotta per la libertà e la democrazia, per la conquista della Pace. Ho rimarcato il fatto che dobbiamo però divenire consapevoli che la pace, così come la democrazia, non si conquistano una volta per sempre, ma necessitano, per non venir meno, di un continuo supporto

<strong>Il</strong> <strong>Castello</strong><br />

gennaio 2010<br />

Intorno agli anni della nascita di Cristo<br />

la nostra zona era popolata da tre ceppi<br />

principali: i greci, i sanniti, i romani.<br />

I GRECI, che erano stanziati in questa<br />

zona da almeno sette secoli prima, in<br />

quell'epoca seguivano <strong>il</strong> culto del dio<br />

Pan, e insieme ai romani, in questa zona<br />

fin da quasi un secolo prima, governavano<br />

<strong>il</strong> territorio.<br />

I SANNITI, invece, rappresentavano<br />

<strong>il</strong> ceto sociale più basso essendo stati<br />

decimati, sottomessi e schiavizzati, in<br />

quanto popolo irriducib<strong>il</strong>e al potere romano,<br />

dal dittatore di Roma S<strong>il</strong>la (in<br />

latino 'Sulla', cognome ancora presente<br />

a Panni fino all'inizio del '900, e come<br />

'Sullo' ancor'oggi).<br />

I ROMANI erano i dominatori assoluti.<br />

<strong>Il</strong> loro dominio non fu indolore, come<br />

in altre parti dell'impero (cfr. E.T. Salmon,<br />

<strong>Il</strong> Sannio e i Sanniti, Einaudi<br />

1985). Da queste parti si lasciarono<br />

andare ad un dominio sanguinoso, spietato.Infatti<br />

la prima Panni (costruita<br />

continua da pag. 13<br />

riserva ai suoi figli di grande ingegno, pur<br />

se lontani!<br />

Carmelina - la conosciamo tutti - è gent<strong>il</strong>e<br />

e affettuosa, una signora. <strong>Il</strong> quartogenito,<br />

Mario, oggi poco più che settantenne,<br />

anch’egli negli USA, è di una socievolezza<br />

unica, un amicone.<br />

Don Michele - va innanzitutto precisato -<br />

era di vissuta religiosità: la sua fede era<br />

un punto fermo con un vivo senso di<br />

immanenza nella realtà quotidiana. Egli è<br />

da ricordare e da amare per quella sana<br />

emulazione, che sapeva alimentare in noi<br />

giovani. Personalmente conservo ancora,<br />

come un trofeo, “La letteratura del<br />

Novecento” a me da lui assegnata, con<br />

tanto di dedica, fra i “maturati” del ‘57.<br />

«Non basta la nozione» soleva dire <strong>il</strong> nostro<br />

Don Michele «è necessario vivere la realtà<br />

in tutti i suoi aspetti: sociale, politico e<br />

culturale, oltre a quello religioso.» Di qui<br />

l’esigenza dell’attività teatrale, di cui si è<br />

tanto parlato nel suo 50° di sacerdozio; di<br />

<strong>PANNI</strong>, 1924 - LA NOSTRA STORIA<br />

nella zona detta "U' Pisc<strong>il</strong>') per <strong>il</strong> fatto<br />

che sulla piccola collina di 500 m.<br />

circa, tra <strong>il</strong> paese attuale e l'odierna<br />

stazione ferroviaria di Orsara di Puglia,<br />

scorre appunto un affluente del Cervaro...<br />

dicevo, quel primo borgo viene<br />

distrutto nell'82 a.C. dal Dittatore latino<br />

SILLA, giuntovi con tre Legioni di<br />

Romani.<br />

<strong>Il</strong> tempo di Cristo, prima dell'influenza<br />

cristiana nei nostri territori, <strong>il</strong> culto<br />

degli <strong>dei</strong> pagani greci e romani era la<br />

religione dominante.<br />

Ai sanniti (i cognomi Manuppelli, Savella,<br />

De Cotiis, De Sanctiis sono di<br />

sicura origine sannita) restava solo qualche<br />

culto clandestino, qualche cimitero<br />

rigidamente appartato, e <strong>il</strong> duro lavoro<br />

<strong>dei</strong> campi a cui erano sottoposti senza<br />

alcuna retribuzione, se non gli alimenti<br />

strettamente indispensab<strong>il</strong>i alla sopravvivenza.<br />

La sottomissione della popolazione sannita<br />

fu <strong>il</strong> motivo principale per la loro<br />

RICORDANDO DON MICHELE<br />

qui <strong>il</strong> pressante invito a leggere settimanali<br />

e quotidiani, arrivando ad ottenere, per<br />

noi giovani, abbonamenti gratuiti o a costi<br />

molto agevolati.<br />

Altri meriti di Don Michele? Tanti!<br />

Innanzitutto l’istituzione della scuola<br />

media: per documentarne l’esigenza attivò<br />

due sezioni di Telescuola, una curata da<br />

lui stesso e l’altra affidata allo scrivente;<br />

quindi, sollecitando le autorità politiche<br />

e scolastiche della Provincia, riuscì ad<br />

ottenere la scuola media in forma<br />

autonoma (solo in seguito fu sezione<br />

staccata, prima della De Santis di Foggia<br />

e poi della Rossomandi di Bovino). Quante<br />

volte, a sue spese, si andò insieme a Foggia<br />

dal Provveditore o dall’onorevole di turno<br />

o ancora dal Preside della De Santis,<br />

Preside incaricato anche della nostra<br />

istituenda Scuola Media!<br />

Tornando al ministero sacerdotale,<br />

ricordiamo le omelie di Don Michele,<br />

semplici, mai troppo lunghe, ma sempre<br />

14<br />

dagli scritti di<br />

Giuseppe<br />

PROCACCINI<br />

(Panni,28.2.1886<br />

Accadia,4.4.1931)<br />

a cura di<br />

Vincenzo Franco De Michele<br />

e Renato De Michele<br />

adesione quasi immediata alla religione<br />

di Cristo quando questa si affacciò da<br />

queste parti.<br />

Sono stati loro, i sanniti, i primi cristiani<br />

<strong>pannesi</strong>.<br />

Nessuno se ne ricordò da allora, forse<br />

grazie agli stessi sanniti che seguivano<br />

bene gli insegnamenti di Cristo, secondo<br />

i quali si è tutti fratelli davanti a Dio.<br />

Non così fecero greci e romani che ne<br />

trassero ulteriore motivo di lotta contro<br />

questa minoranza, ora irriducib<strong>il</strong>e per<br />

motivi religiosi.<br />

La storia delle stragi romane contro i<br />

cristiani è ormai nota ai libri di storia,<br />

figuriamoci qui nei confronti <strong>dei</strong> sanniti,<br />

nemici di sempre.<br />

E possiamo anche immaginare di quale<br />

forza morale e religiosa dovettero dar<br />

prova questi primi cristiani.<br />

Religione è anche memoria, come la<br />

storia.<br />

Vogliamo cominciare a riconoscerla,<br />

a scriverla e, perché no, a celebrarla?<br />

efficaci nel messaggio evangelico, che egli<br />

commisurava all’ambiente paesano. Si,<br />

perché Don Michele è stato e si sentiva<br />

pannese, pannese autentico: lo si capiva<br />

anche dagli “intercalari” in vernacolo, così<br />

felicemente espressivi. Egli ha realizzato<br />

le cartoline <strong>il</strong>lustrate <strong>dei</strong> nostri Santi<br />

Protettori; ha registrato la voce delle nostre<br />

campane, per riproporcela opportunamente<br />

amplificata; egli ha voluto, ha preteso la<br />

riapertura della Chiesa Madre, accelerando<br />

i tempi della sua ricostruzione. L’elenco<br />

delle sue benemerenze sarebbe troppo<br />

lungo per questa sede, per cui concludo,<br />

sottolineando che la sua vita è stata spesa<br />

per noi e con noi e che <strong>il</strong> suo ricordo è nei<br />

nostri cuori.<br />

Don Michele, tu che ora sei in Cielo,<br />

al cospetto del Signore, perora per noi la<br />

Sua misericordia e continua a benedirci:<br />

siamo tuoi fratelli, siamo pecorelle del tuo<br />

gregge!<br />

Prof. Leonardo De Luca

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