La Biodiversità del Terminillo - Lynx - Natura & Ambiente
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Le radure svolgono un ruolo ecologico-funzionale<br />
molto importante, il loro mantenimento risulta<br />
vitale per molte specie animali.<br />
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tinnunculus), le Aquile reali (Aquila chrysaetos),<br />
le Tor<strong>del</strong>e (Turdus viscivorus), le Coturnici (Alectoris<br />
graeca) e le lepri (Lepus sp.), intenti a cercare<br />
cibo in questi spazi aperti. Inoltre si possono<br />
incontrare numerose altre specie simbolo <strong>del</strong>le<br />
alte quote <strong>del</strong>le montagne mediterranee, quali<br />
il Fringuello alpino (Montifringilla nivalis), un<br />
Passeridae a distribuzione ristretta, limitata alle<br />
Alpi ed all’Appennino centrale. Il maschio e la<br />
femmina sono facilmente riconoscibili in quanto<br />
presentano gran parte <strong>del</strong>le ali bianche. E’ possibile<br />
osservarli passando nel tratto di strada che<br />
collega la Sella di Leonessa con il Rifugio Sebastiani<br />
anche se la sua presenza in questo settore<br />
<strong>del</strong> <strong>La</strong>zio si è estremamente ridotta. Sempre tra<br />
le specie caratteristiche è poi da segnalare, la presenza<br />
numerosa <strong>del</strong>lo Spioncello (Anthus spinoletta)<br />
e nelle cime più elevate <strong>del</strong> Sordone (Prunella<br />
collaris), un Passeriforme dal becco sottile e<br />
dalla gola lunettata di bianco e nero.<br />
Nelle aree in cui le praterie vengono interrotte da<br />
rocce e macigni è facile inoltre osservare i Culbianchi<br />
(Oenanthe oenanthe) ed i Codirossi spazzacamini<br />
(Phoenichurus ochruros), entrambi Turdidi<br />
di medio-piccole dimensioni. Il primo deve il<br />
suo nome al sopraccoda bianco ed il secondo alla<br />
sua abitudine di frequentare anche i tetti <strong>del</strong>le abitazioni.<br />
Se si è fortunati, è anche possibile osservare<br />
uno degli uccelli più colorati <strong>del</strong>la montagna,<br />
il Codirossone (Monticola saxatilis), un Turdidae<br />
<strong>del</strong>le dimensione di un merlo; il maschio presenta<br />
dei colori netti e sgargianti, con il capo grigio-azzurro<br />
e il petto e la pancia intensamente aranciati.<br />
Quasi assenti i mammiferi o almeno quelli caratteristici,<br />
le uniche specie discretamente frequenti<br />
sono il Topo selvatico (Apodemus sylvaticus), presente<br />
con popolazioni abbondanti, recente rilevate<br />
(2011) nel corso di trappolamenti svolti dall’Agenzia<br />
regionale per i Parchi (Capizzi D., com.<br />
pers.) e le lepri. Come già accennato in precedenza,<br />
in Italia peninsulare esistono due specie di<br />
Leporidi: nel settore centro-settentrionale è presente<br />
la Lepre europea (Lepus europaeus), specie<br />
eurasiatica ad ampia distribuzione, autoctona<br />
solo nelle regioni settentrionali; mentre in Italia<br />
centrale e Sicilia è presente la Lepre italica anche<br />
se probabilmente in forte declino. Quando in sintopia<br />
la Lepre italica adotta abitudini più montane<br />
<strong>del</strong>la sua congenere. Nel complesso montuoso<br />
la prima <strong>del</strong>le due specie è con molta probabile<br />
stata introdotta a seguito di immissioni venatorie.<br />
Alle specie sopra richiamate se ne potrebbe aggiungere<br />
una ulteriore, tipica di questi ambienti<br />
cacuminali oromediterranei, l’Arvicola <strong>del</strong>le nevi<br />
(Chionomys nivalis), un roditore dalla folta pelliccia<br />
grigia, di cui si hanno alcune generiche segnalazioni<br />
che necessitano conferma.<br />
<strong>La</strong> fauna degli ambienti rupestri<br />
Le scarpate e le balze rocciose sono luoghi inaccessibili<br />
e di spettacolare bellezza, presenti un<br />
po’ dappertutto su queste montagne.